FSEVENETO NEWSLETTER DEL FONDO SOCIALE EUROPEO. Le prospettive ed i problemi per le politiche europee di coesione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "FSEVENETO NEWSLETTER DEL FONDO SOCIALE EUROPEO. Le prospettive ed i problemi per le politiche europee di coesione"

Transcript

1 FSEVENETO 01 Pubblicazione periodica a cura della Regione del Veneto - Assessorato all Istruzione, alla Formazione e al Lavoro - Segreteria Regionale per l Istruzione, il Lavoro e la Programmazione - U.P. Cabina di Regia FSE marzo 2011 Le prospettive ed i problemi per le politiche europee di coesione Un indagine demoscopica per una comunicazione più efficace Il Programma Operativo del FSE: 716 milioni di euro per l occupazione e la formazione La dimensione interregionale e transnazionale della programmazione del fondo Sociale Europeo nel Veneto

2 FSEVENETO FSEVENETO NUMERO 1 marzo 2011 Regione del Veneto Assessorato all Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Segreteria Regionale per l Istruzione, il Lavoro e la Programmazione Numero Verde Diffusione telematica attraverso il sito di proprietà U.P. Cabina di Regia FSE Rio Tre Ponti - Dorsoduro 3494/A Venezia INDICE: FSEVeneto: uno strumento di approfondimento e aggiornamento pag. 3 Le prospettive ed i problemi per le politiche europee di coesione pag. 4 Un indagine demoscopica per una comunicazione più efficace pag. 7 Il Fondo Sociale Europeo a Job&Orienta 2010 pag. 9 Il Programma Operativo del FSE: 716 milioni di euro per l occupazione e la formazione pag. 11 La dimensione interregionale e transnazionale della programmazione del fondo Sociale Europeo nel Veneto pag. 14 Al via la proroga relativa alla concessione delle misure di aiuto temporaneo pag. 15 Semplificazioni per la rendicontazione nella programmazione del FSE 2007/2013, per una comunicazione più efficace pag. 16 Vuoi continuare a ricevere gratuitamente via copia del periodico FSE Veneto? Vuoi essere tempestivamente informato via mail o sms sulle opportunità offerte dal FSE del Veneto? Iscriviti al servizio informativo! Collegati al sito e Significative modifiche al sistema di gestione e controllo (Si.Ge.Co) pag. 18 2

3 01 marzo 2011 «FSEVENETO»: UNO STRUMENTO DI APPROFONDIMENTO E AGGIORNAMENTO Questa pubblicazione vuole fornire indicazioni sull evoluzione del sistema normativo europeo e sui futuri interventi definiti sulla base di Europa 2020 Per raggiungere gli obiettivi programmati e sostenere le imprese ed i cittadini a cogliere queste opportunità la Regione ha messo in campo una complessa organizzazione, che comprende personale dedicato, sistemi on-line per la gestione delle richieste di finanziamento, il potenziamento del servizio di call center, e, non da ultimo, l avvio di una newsletter di approfondimento che sfrutti le potenzialità della comunicazione tramite la rete. L Autorità di Gestione del POR FSE nel Veneto e l Unità di Progetto Cabina di Regia FSE cureranno questa newsletter, che è strettamente collegata al sito internet appositamente dedicato alla programmazione del Fondo Sociale Europeo nel Veneto. L iniziativa ha il fine di invitare ad approfondire gli aspetti istituzionali che regolano la programmazione, la gestione e l attuazione degli interventi finanziati dal FSE e a fornire un quadro aggiornato dell evoluzione delle politiche comunitarie relative allo sviluppo economico e sociale, alla promozione del sistema di istruzione e formazione ad ogni livello, al mercato del lavoro ed all occupazione. In particolare si provvederà a fornire un adeguata analisi delle linee guida europee concernenti l evoluzione del sistema normativo ed operativo che accompagnerà la transizione delle attività dell attuale periodo di programmazione verso i futuri interventi comunitari, da definirsi alla luce dei principi proposti nel pacchetto Europa Il Fondo Sociale Europeo costituisce un importante opportunità per i cittadini europei e lo slogan che ne accompagna la programmazione per il periodo ( Investiamo nel vostro futuro ) rende chiaro l invito a comprendere quanto importante sia capitalizzare la conoscenza e le esperienze formative per programmarsi un futuro lavorativo di autonomia e benessere. FSEVENETO 01 Pubblicazione periodica a cura della Regione del Veneto Assessorato all Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Segreteria Regionale per l Istruzione, febbraio 2011 il Lavoro e la Programmazione Le prospettive ed i problemi per le politiche europee di coesione Un indagine demoscopica per una comunicazione più efficace Il Programma Operativo del FSE: 716 milioni di euro per l occupazione e la formazione La dimensione interregionale e transnazionale della programmazione del fondo Sociale Europeo nel Veneto I finanziamenti attivati da questo Fondo (per il tramite e per gli obiettivi operativi fissati dalle Regioni) sono destinati ad incidere significativamente nella vita lavorativa degli uomini e delle donne, essendo destinati ad aiutare le persone ad inserirsi nel mondo del lavoro preparati e formati, a ritrovare un lavoro se l hanno perso, a superare le difficoltà se si trovano in situazioni di disagio, a trasformare in occupazione le proprie intuizioni ed inclinazioni. ww.piusaipiuvai.it Nell auspicare che tale iniziativa sia di interesse ed utilità, si augura a tutti una buona lettura. Sergio Trevisanato Autorità di gestione del POR FSE Veneto

4 FSEVENETO PROSPETTIVE E PROBLEMI PER LE POLITICHE EUROPEE DI COESIONE Considerazioni introduttive e di contesto, sulla base del documento Europa 2020, emanato dalla Commissione ad inizio 2010 (1 a parte) Entro l anno 2013 verranno a concludersi gli interventi in essere nell ambito della Programmazione Europea di contestualizzazione delle politiche di coesione. Nel frattempo si sta sviluppando ed avviando il dibattito sul futuro delle politiche di coesione, che sta trovando concreta esplicitazione in vari documenti nazionali ed europei. In primo luogo ci si riferisce alla fondamentale comunicazione della Commissione Europea 2020 Com (2010) 2020 del 03/03/2010, intitolata, Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. In tale documento vengono formulate le tre priorità fondamentali per il prossimo decennio, strutturalmente interconnesse, ovvero: Crescita intelligente: sviluppare un economia basata sulla conoscenza e sull innovazione; Crescita sostenibile: promuovere un economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; Crescita inclusiva: promuovere un economia con un alto tasso di occupazione che favorisce la coesione sociale e territoriale. Di seguito nella comunicazione vengono quantificati gli obiettivi da conseguirsi nel decennio. Sono inoltre evidenziate sette iniziative cosiddette faro volte a rendere attuabili e verificabili i tre temi prioritari in questione. In termini riassuntivi si intende puntare per il miglioramento qualiquantitativo dei finanziamenti per la ricerca e l innovazione, sulla diffusione delle tecnologie digitali, sul miglioramento dei sistemi di insegnamento e di interscambio tra scuola e mondo del lavoro, su di un utilizzo razionale ed eco-compatibile delle risorse. Particolare attenzione viene poi rivolta al problema occupazionale, alla lotta contro le nuove povertà, alla definizione di una nuova politica industriale. Sono indubbiamente obiettivi ambiziosi ed accattivanti, tanto più che vengono correlati ad un azione strategica di programmazione ma anche di controllo, adombrando conseguenze non definibili attualmente, ma ipoteticamente pesanti a livello di politiche europee di coesione, qualora non vengano conseguiti. Troviamo infatti segnalato: Una risposta inadeguata potrebbe dar luogo ad avvertimenti strategici. Le relazioni nell ambito di Europa 2020 e la valutazione del patto di stabilità e crescita saranno contemporanee, ferma restando la separazione degli stanziamenti e l integrità del patto. Si ritiene che questo passaggio vada adeguatamente ponderato, costituendo esso un elemento di forte discontinuità rispetto a tradizionali approcci metodologici locali, ma anche europei, basati sulla sostanziale autonomia delle politiche di bilancio rispetto a quelle di sviluppo ed innovazione. Non c è dubbio infatti che si sia fatta strada, a partire dalla radicale riforma dei Fondi Strutturali avvenuta dall Atto Unico Europeo del 1987 che introdusse la metodologia della programmazione integrata tra gli Stati a livello europeo, una spinta ad impostare i temi dello sviluppo locale in termini meramente attuativi a livello di risorse finanziarie, senza riposizionare in modo concreto il quadro dell innovazione e dello sviluppo di un sistema sociale ed imprenditoriale in modo realmente sostenibile nel tempo e nello spazio. La Commissione sviluppa una seria analisi del particolare momento di crisi che stiamo attraversando, ritenendolo un evento senza precedenti per la nostra generazione. Troviamo nel documento considerazioni decisamente gravi, ovvero: I processi costanti dell ultimo decennio in termini di crescita economica e creazione di posti di lavoro sono stati completamente annullati: il nostro PIL è sceso 4

5 01 marzo 2011 del 4% nel 2009, la nostra produzione industriale è tornata ai livelli degli anni 90 e 23 milioni di persone, pari al 10% della nostra popolazione attiva, sono attualmente disoccupate. Oltre a costituire uno shock enorme per milioni di cittadini, la crisi ha evidenziato alcune carenze fondamentali nella nostra economia e ha reso molto meno incoraggianti le prospettive di una crescita economica futura. La successiva verifica delle carenze strutturali Europee esposta nella comunicazione è certo interessante ma non esaustiva: si accenna ai problemi del tasso di crescita europeo strutturalmente inferiore a quello dei principali partner economici, al tasso di occupazione nettamente inferiore ad altre parti del mondo, all invecchiamento della popolazione attiva. Tenuto conto dell accentuarsi dei processi di globalizzazione economica e sociale, le sfide saranno sempre più significative e strutturali; ad esse l Europa potrà rispondere attraverso un processo di maggiore integrazione politica, economica e sociale, di valorizzazione qualitativa del tessuto culturale e produttivo, di revisione del proprio modello di sviluppo. Come già evidenziato, l analisi proposta dalla Commissione può essere integrata da alcuni fattori di non secondaria importanza: 1. la crisi ha particolarmente colpito paesi europei che fino a qualche anno fa venivano indicati come modelli di sviluppo. E pertanto chiaro che occorre definire un analisi critica sullo stesso concetto di sviluppo, troppo spesso imperniato su temi magari di notevole impatto mediatico ma non adeguatamente approfonditi nella loro valenza e complessità (ad es. il costo del lavoro e le sue articolazioni, il problema dell istruzione e dell occupabilità dei giovani, etc). 2. Gli investimenti comunitari nel campo dell innovazione, della ricerca, dello sviluppo d impresa non si sono sempre correlati con adeguati processi di riforma istituzionale, sociale ed economica nei Paesi membri, determinando sensibili differenze di intervento sia sostanziale che formale tra i vari sistemi europei. Le risposte europee alle sfide proposte dalle economie emergenti (Cina e India) stentano ancora a trovare una loro unitarietà e sistematicità, al fine di proporre una competitività che non sia meramente quantitativa, bensì correlata ad un approccio qualitativo socialmente ed ecologicamente sostenibile. 3. In tal senso sta ridiventando fondamentale il tema del rapporto uomonatura nonché il senso profondo di questa relazione. I problemi connessi al cambiamento climatico e all utilizzo improprio delle risorse naturali stanno avendo ripercussioni molto importanti sulla qualità della vita e sul sistema produttivo in generale. In altri termini viene messo in discussione un modello evolutivo e lineare di sviluppo che non sembrava prevedere limiti di alcun genere, né materiali né etici, e che per questo non riusciva più a leggersi in termini di obiettivi meta-economici e prospettici, privilegiando l assolutizzazione del contingente ed i processi a brevissimo periodo, di forte impatto mediatico. Questa chiave di lettura è sostanzialmente ancora presente nelle proposte di economie globalizzate o globalizzabili, nelle quali la dimensione soggettiva e personalistica subisce un disallineamento essenziale rispetto ad un modello di crescita meramente autoreferenziale ed asistematico. 4. A questo si aggiungono i problemi connessi alla sempre più accentuata involuzione della e economy fondata sul rapporto tra l implementazione del profitto e la virtualizzazzione dei processi produttivi e dei prodotti. Tale situazione viene a provocare una sempre più accentuata dicotomia o diastasi tra il lavoratore ed il prodotto del suo lavoro, spostato su di un piano sempre più virtuale e scollegato dalle esigenze di qualità della vita e di rapporto con la natura. Si è venuta a creare una sorta di sovrastruttura virtuale rispetto ai piani essenziali dei processi vitali, all interno dei quali possono certo essere considerate le attività lavorative. In altri termini è il prodotto che implementa il lavoro e non viceversa, oscurando pertanto la componente antropologica e socializzante della risorsa umana, considerata a sua volta come dimensione prevalentemente fungibile e materializzabile. Proprio su queste considerazioni va ad innestarsi il fondamentale principio della sostenibilità dell economia, da considerarsi non come un processo autoreferenziale e quantitativo, ma come una condizione di equilibrio tra la componente personale, quella sociale ed infine quella produttiva in senso stretto. Questi temi vengono di fatto ipotizzati in un fondamentale passaggio del documento: L Europa vanta molti punti di forza: possiamo contare sul talento e sulla creatività dei nostri cittadini, su una solida base industriale, su un territorio dinamico, su un settore agricolo prospero e di alta qualità, su una forte tradizione marittima, sul nostro mercato unico e sulla moneta comu- 5

6 FSEVENETO ne, cosi come sulla nostra posizione come primo blocco commerciale del mondo e principale destinataria degli investimenti esteri diretti. Noi possiamo contare anche, ad esempio, sui nostri forti valori e sulle nostre istituzioni democratiche, sulla nostra considerazione per la coesione e la solidarietà economica, sociale e territoriale, sul nostro rispetto dell ambiente, sulle nostre diversità culturali e sul rispetto della parità dei sessi. Si può notare come in questo importante passaggio siano menzionati fattori oggi certo molto discussi sia nel loro contenuto che nella loro traduzione operativa, ma considerati fondamentali per la definizione di politiche di coesione e di sviluppo equilibrate e sostenibili. Ci si riferisce alla centralità delle istituzioni ed alla loro relazione con la solidarietà intesa in senso ampio, alla promozione dei valori come nuclei fondamentali dei processi di regolazione normativa, al rispetto interculturale come veicolo di affermazione e sostenibilità antropologica. Queste linee guida interpretative vengono poi nel documento definite rispetto alle tre fondamentali priorità, già sopra citate, che dovranno guidare l azione comunitaria verso il 2020, ovvero, crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva. Occorrerà che queste priorità si traducano in obiettivi concretamente raggiungibili e verificabili onde poter conseguire alcuni fondamentali traguardi: crescita del tasso di occupazione per le persone di età tra i 20 e i 64 anni dall attuale 69% ad almeno il 75%. Mantenere o implementare gli investimenti comunitari in ricerca e sviluppo, attualmente pari al 3% del PIL. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990 o del 30% se ne sussistono le condizioni, individuate nel Consiglio Europeo del 10/11 dicembre 2009 nell impegno degli altri paesi sviluppati ed analoghe riduzioni delle emissioni e nelle garanzie che anche i paesi in via di sviluppo contribuiscano adeguatamente. Riduzione del tasso di abbandono scolastico dal 15% al 10%, aumentando nel contempo la quota di popolazione di età compresa tra i 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori dal 31% ad almeno il 40% nel Riduzione drastica della quota di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale di almeno il 25% (pari a più di 20 milioni di persone). Trattasi di finalità certo strategiche e comunque interconnesse tra loro che evidenziano ancora una volta come gli interventi per la creazione e distribuzione della ricchezza non possano non essere accompagnati da concrete azioni di sostegno alle persone e di valorizzazione delle stesse attraverso una sinergica e realistica collaborazione tra istituzioni e imprese, attraverso il costruttivo rapporto tra le logiche di una sana concorrenzialità e quelle delle tutele dei lavoratori, ed in particolare delle fasce più deboli. A questa prima riflessione di carattere introduttivo e generale sull evoluzione della politica europea e di coesione, si auspica possano seguire ulteriori interventi a carattere più specifico, aperti anche al contributo di significativi e qualificati attori dei processi delineati. Il documento Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva è raggiungibile a questo link. Marco Caccin Responsabile U.P. Cabina di Regia FSE 6

7 01 marzo 2011 UN INDAGINE DEMOSCOPICA PER UNA COMUNICAZIONE PIÙ EFFICACE Nell ambito del piano di comunicazione e promozione del POR FSE , è stata recentemente realizzata un indagine demoscopica su un campione rappresentativo della cittadinanza del Veneto, al fine di fotografare la realtà del territorio regionale rispetto ad alcuni temi rilevanti quali la formazione, le misure anti-crisi e la conoscenza del Fondo Sociale Europeo, ma anche per comprendere come intercettare meglio e più direttamente lo sfaccettato target di riferimento per il FSE, attraverso un analisi dei media e degli strumenti più efficaci. Gli elementi emersi dalle oltre interviste realizzate nel mese di novembre 2010 sono interessanti e forniscono preziosi spunti per un attenta riflessione. Vediamo nel dettaglio cosa è emerso. Preparazione scolastica o esperienza? Nel Suo lavoro (quello che fa / faceva / vorrebbe fare), è più importante la preparazione scolastica/professionale o l esperienza maturata lavorando? Entrambe sono importanti 58,6 Non sa / non risponde 2,6 La preparazione scolastica/ professionale 14,9 L esperienza lavorativa 23,9 Innanzitutto si è cercato di capire quale valore viene attribuito oggi alla formazione, sia per la crescita individuale, sia per lo sviluppo complessivo del territorio. Per questo forzando volutamente un po è stata presentata una contrapposizione tra esperienza lavorativa e preparazione scolastica, chiedendo ai cittadini di esprimersi su quale tra le due risulta essere la più importante nel lavoro. Successivamente è stato chiesto se negli ultimi tre anni la persona intervistata ha Sesso % Maschio 51,0 Femmina 49,0 Titolo di studio % Licenza elementare 0,8 Licenza media 21,2 Diploma di qualifica profesionale 8,2 Diploma superiore 54,0 Laurea Triennale 5,2 Laurea specialistica 10,6 partecipato a qualche attività formativa, chi aveva scelto detta attività e chi aveva sostenuto il suo costo. Dalle risposte a queste domande è emerso un quadro di scarsa attenzione alla formazione come strumento strategico di crescita, salvo poi sostenere - ad attività formativa completata - la sua importanza e la sua spendibilità in chiave lavorativa. In un economia così fortemente caratterizzata da piccole e medie aziende, un approccio pragmatico (e meno strategico, meno ragionato ) non può sorprende; tuttavia merita evidenziare una buona attenzione al tema della formazione, IL CAMPIONE Chi è stato intervistato? Un campione di 1432 soggetti residenti nella Regione Veneto Classe di età % anni 12, anni 24, anni 33, anni 29,1 Settore % Privato 68,8 Pubblico 26,0 Non risponde 5,2 anche in chiave anti-crisi. Riportiamo qui i più significativi dati relativi a queste domande. Un secondo blocco di domande è stato predisposto con la finalità di comprendere meglio quali siano i principali canali informativi usati dall utenza specificatamente per la formazione. Non sorprende rilevare che oltre il 50% degli utenti (e non solo la cittadinanza più giovane) cerca e ottiene informazioni grazie al web, mentre i media più tradizionali risultano meno efficaci (ma non ininfluenti). Da queste domane emerge anche la scarsa capacità di intercettare il target da parte di alcuni soggetti e da alcuni La spendibilità della formazione Ha avuto modo di sfruttare / utilizzare le conoscenze apprese durante il corso di formazione nell ambito lavorativo? Si, molto Si, abbastanza Si, ma poco No, per nulla Non sa / non risponde 3,3 5,3 10,6 19,0 Non spendibile: 13,9% 61,8 Spendibile: 80,8% Domanda posta a coloro che hanno partecipato ad attività formative 7

8 FSEVENETO Canali di informazione usati Quali sono i principali canali attraverso i quali si informa a riguardo dei corsi di formazione o di altre opportunità formative? Internet 50,4% Informazioni ricevute dall azienda 23,8% Pubblicità sui quotidiani e periodici a diffusione locale /regionale 23,2% Passaparola 21,6% Televisione Associazioni di categoria Organismi di formazione Informagiovani 15,1% 10,9% 9,8% 7,0% Altri canali % Centri per l impego 5,9 Materiali (depliant ecc.) distribuiti in uffici della PA 5,6 Altri canali 28,3% Stampa di categoria e specializzata 5,6 Non si informa Non sa / non risponde 0,8% 6,7% Scuole 4,2 Affissioni 2,8 Pubblicità sui quotidiani e periodici a diffusione nazionale 1,7 Convegni / incontri 1,1 Radio 0,8 Sono ammesse più risposte: il totale delle percentuali supera il 100,0% Provveditorato 0,6 Il livello di informazione in Regione Secondo Lei, nella Sua provincia le informazioni sui corsi di formazione professionale e aggiormento sono: Molto diffuse Abbastanza diffuse Poco diffuse Non sa / non risponde 8,9 16,1 18,3 56,7 Caratteristiche dei programmi FSE Secondo Lei, qual è la principale caratteristica della formazione realizzata grazie al Fondo Sociale Europeo? È formazione certificata e riconosciuta Si tratta di formazione gratuita Si tratta di formazione di base rivolta principalmente alle fasce deboli È formazione di maggior qualità Non sa / non risponde sportelli preposti ed evidenzia quindi la necessità da parte di chi è chiamato ad effettuare attività informativa di muoversi verso il target in modo più deciso, incontrandolo, ad esempio, nei centri commerciali, nelle parrocchie, nei momenti di aggregazione collettiva (concerti ed eventi sportivi). La terza parte del questionario somministrato al campione è stato focalizzato sulle strutture operanti sul territorio e sulle iniziative avviate per fronteggiare la crisi economica ed occupazionale. Va subito evidenziato che oltre il 50% del campione non ha avuto dubbi nell indicare la Regione come soggetto pubblico responsabile per la formazione professionale, e quasi il 60% del campione fornisce una descrizione attendibile del Fondo Sociale Europeo, la cui principale priorità deve essere quella secondo gli intervistati di predisporre strumenti per il reinserimento lavorativo di disoccupati, di sviluppare occupazione e di promuovere le pari opportunità. 9,0 8,1 7,1 22,2 53,6 Sebbene solo il 23,2% abbia dichiarato di aver partecipato ad un corso finanziato FSE, il giudizio dato da chi ha vissuto questa esperienza è molto positivo (voto medio 8,76), anche se il posizionamento è quello di una formazione certificata e riconosciuta, ma non di particolare qualità. Infine l indagine (che, ricordiamo, è stata effettuata nel mese di novembre) ha evidenziato una scarsa conoscenza del cosiddetto pacchetto dote lavoro, ovvero delle politiche attive realizzate dall amministrazione regionale, e come in questo caso i canali informativi più efficaci siano stati il passaparola (comprensibile, soprattutto nei casi di CIG in deroga), internet, la pubblicità realizzata e la televisione. L indagine sarà realizzata nuovamente tra circa 24 mesi, così da registrare eventuali scostamenti rispetto a quanto emerso in questa prima iniziativa. A cura di AIPEM Srl 8

9 01 marzo 2011 IL FONDO SOCIALE EUROPEO A JOB&ORIENTA 2010 Un corner - all interno dello stand regionale - per informare i giovani sulle opportunità offerte dal FSE, ma anche per ascoltarli... Nell ambito dell importante presenza della Regione del Veneto all edizione 2010 di Job&Orienta, è stato allestito un corner dedicato al Fondo Sociale Europeo ed alle molte opportunità che questo strumento offre ai giovani veneti, non solo per migliorare la propria professionalità attraverso percorsi formativi, ma anche per facilitare l ingresso nel mondo del lavoro, per permettere la realizzazione di stage aziendali, per incentivare e sostenere l imprenditorialità giovanile, ecc. A tal fine sono stati realizzati e distribuiti appositi materiali informativi dedicati ai giovani. Ma il corner FSE è stato caratterizzato soprattutto dalla presenza di uno spazio per brevi vidoeinterviste ai ragazzi, interpellati sui temi della manifestazione e sul loro modo di vedere e vivere la delicata fase di preparazione ed inserimento nel mondo del lavoro. Ai 30 ragazzi intervistati nei tre giorni della manifestazione veronese sono state poste una quindicina di domande riguardanti la scuola, le aspettative per il futuro, la voglia e la disponibilità a cercare lavoro lontano da casa, la percezione dell importanza della formazione, la conoscenza del Fondo Sociale Europeo. Il materiale audiovisivo registrato è stato poi montato presentando in sequenza le più significative risposte alla medesima domanda, fornendo un interessante quadro d insieme che pur senza pretese di essere esaustivo e rappresentativo della realtà veneta fornisce indicazioni e spunti interessanti. Ciò che emerge da molte interviste (anche se con sfaccettature diverse, spesso legate all età della persona intervistata) è un sostanziale pragmatismo ed una visione sufficientemente concreta della realtà lavorativa che li attende, caratterizzata da tanta incertezza e da un quadro fortemente competitivo. Per contro, traspare dalle dichiarazioni registrate (ma anche dal semplice parlare a microfono spento ) una certa difficoltà a definire i propri obiettivi personali, preferendo un atteggiamento più aperto e possibilista. In altri termini i giovani che hanno visitato gli stand di Job&Orienta sembravano alla ricerca di opportunità, certamente per lavorare e guadagnare, ma anche per crescere, per migliorare, per essere più competitivi, per relazionarsi con una realtà più eterogenea e sfaccettata, per realizzare un aspirazione. Merita infine evidenziare come la maggior parte degli intervistati riveli un atteggiamento singolare nella disponibilità allo spostamento, dichiarandosi da un lato pronta ad accettare un lavoro in un paese estero in via di sviluppo, ma dall altro a rifiutare un impiego a 250 chilometri da casa. Le interviste ai ragazzi ed una presentazione dello stand della Regione del Veneto a Job&Orienta sono visionabili (e scaricabili) all indirizzo internet A cura di AIPEM Srl 9

10 FSEVENETO Alcune immagini scattate presso il corner FSE, dove oltre 30 ragazzi sono stati intervistati. Le interviste sono visionabili e scaricabili dal sito 10

11 01 marzo 2011 IL PROGRAMMA OPERATIVO DEL FSE: 716 MILIONI DI EURO PER OCCUPAZIONE E FORMAZIONE Il punto sulla sua realizzazione: la relazione di attuazione al 31 ottobre 2010 Autorità di Gestione (AdG): soggetto responsabile dell attuazione del Programma Operativo; per la Regione Veneto l AdG è la Segreteria per l Istruzione, il Lavoro e la Programmazione. Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo: documento di pianificazione che descrive la strategia di intervento che l Autorità di Gestione intende adottare per favorire l occupazione e promuovere l inclusione sociale nel territorio ASSI: aree di intervento in cui si articola la strategia definita nel POR, cui si fanno ricondurre obiettivi operativi specifici e tipologie di attività finanziabili La relazione di attuazione è un documento prodotto dall Autorità di Gestione e fornisce informazioni sull esecuzione del Programma operativo Regionale. ANALISI DEI PROGRESSI I dati esposti in tabella danno conto dell attività svolta nell ambito del POR FSE del Veneto. Nello specifico si evidenzia un buon andamento del programma che complessivamente si traduce in una capacità di impegno pari all 81,24% dell importo stanziato e nel finanziamento di poco più di progetti. Il risultato raggiunto a livello di programma si traduce nelle buone performance raggiunte su tutti gli assi, le cui differenze, nel numero di progetti finanziati, dipendono più che dall ammontare degli stanziamenti effettuati, dalle differenti tipologie di attività finanziate. Di seguito una sintetica illustrazione delle principali attività realizzate. Tabella 1 - Attuazione al Asse Importo totale stanziato Impegni Capacità di impegno Numero Progetti a b b/a Finanziati Avviati Conclusi I , ,01 71,03% II , ,72 82,72% III , ,36 69,56% IV , ,56 84,30% V , ,94 90,47% VI , ,44 97,01% Totale , ,03 81,24%

12 FSEVENETO SINTESI DELLE PRINCIPALI ATTIVITÀ L Asse Adattabilità ha fornito un buon contributo all avanzamento del programma principalmente in virtù degli interventi di politica attiva destinati ai lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendali. Gli interventi in questione, da un lato rientrano nel novero delle politiche di contrasto alla crisi economica previste dalle Linee 1 e 4 del Piano Anticrisi, dall altro fanno capo a due dispositivi volti alla riqualificazione dei lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro, attivati nel 2008 e nel Asse I: adattabilità (interventi volti ad accrescere l adattabilità dei lavoratori e delle imprese nella gestione dei cambiamenti economici) Asse II: occupabilità (migliorare l accesso al mercato del lavoro e prolungare la vita lavorativa) Asse III: inclusione sociale (favorire l inclusione sociale delle persone svantaggiate e la loro integrazione lavorativa) Asse IV: capitale umano (adeguare i sistemi di formazione ed istruzione e l acquisizione di nuove competenze) Asse V: interregionalità e transnazionalità (promuovere lo scambio di esperienze e la cooperazione transnazionale e interregionale in materia di istruzione e formazione) Asse VI: assistenza tecnica (che riserva specifiche risorse per sostenere la preparazione, la gestione, la sorveglianza ed il controllo del programma operativo stesso). Sempre nell ambito del Piano di Politiche attive di contrasto alla crisi, sono state finanziate, con gli Assi I e II, le attività rientranti nella Linea 3 del Piano, finalizzate al rafforzamento del sistema delle imprese prevedendo azioni volte all innovazione, alla riconversione e alla ristrutturazione, puntando sulle risorse umane e sugli investimenti produttivi. Sugli stessi Assi, sono stati, inoltre, finanziati interventi rivolti all aggiornamento delle competenze e al sostegno della formazione continua, con il proseguimento dell erogazione di voucher. Sull Asse Occupabilità si segnala lo sforzo programmatico rivolto a categorie di utenza svantaggiata, quali donne, immigrati e over 45, concretizzatosi nel finanziamento di 62 progetti conclusisi nel Sempre nell ambito dell Asse II vanno poi menzionati gli Avvisi emanati per la prosecuzione di attività precedentemente avviate: percorsi sperimentali triennali di terzo anno (Dgr 805/10), percorsi rivolti a utenza disoccupata (Dgr 2030/10 e Dgr 2033/10), interventi formativi nel settore del restauro dei beni culturali (Dgr 2034/10). Sull Asse Inclusione Sociale, si è proseguito nell attività, avviata nel 2008, per la realizzazione degli interventi volti a migliorare l integrazione ed il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (Dgr 2341/08) e si è pervenuti alla conclusione della quasi totalità dei progetti finanziati. Sono, invece, tuttora in corso i 13 progetti finanziati nell ambito delle attività di orientamento e formazione per i giovani (Dgr 643/09). Degna di nota è l iniziativa, finanziata sull Asse Capitale Umano, volta a 12

13 01 marzo 2011 promuovere processi ufficiali di riconoscimento dei crediti formativi e di certificazione delle competenze acquisite: nel 2010 sono stati avviati tutti i progetti approvati. Sullo stesso Asse sono state finanziate azioni tese al potenziamento del Sistema dell Istruzione, favorendo l integrazione con i Sistemi della Formazione e del Lavoro, attraverso reti di partenariato locali. In questo senso, nei dispositivi attivati è prevalsa la tendenza a rafforzare i rapporti di scambio e collaborazione fra i principali attori istituzionali pubblici e privati, nonché a garantire la complementarietà tra politiche, nella prospettiva graduale della realizzazione di un apprendimento lungo tutto l arco della vita. Piano delle Politiche Attive per il contrasto alla crisi: rappresenta lo strumento quadro di indirizzo strategico a partire dal quale l amministrazione regionale ha predisposto i dispositivi di attuazione delle singole linee di intervento di cui è composto il Piano. Le linee di intervento sono: Linea 1 - Interventi di politica attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga (ex art.19 c.8 della Legge 2/2009) del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica. Linea 2 - Interventi di inserimento/reinserimento lavorativo per i soggetti privi delle protezioni previste dalla linea precedente. Linea 3 - Piani Integrati Aziendali (PIA) a supporto delle imprese venete. Linea 4 - Progetti ministeriali PARI e ARCO. Parallelamente, è stata sostenuta una linea di interventi rivolta al rafforzamento della formazione e della ricerca universitaria, attraverso la promozione di azioni tese a finanziare l ambito della formazione di eccellenza, garantendo la coerenza fra le attività didattiche e le esigenze del tessuto imprenditoriale locale, manifestate in termini di richiesta di competenze specialistiche. Nelle politiche dell istruzione, infine, un ruolo importante hanno rivestito gli interventi formativi nei Distretti Produttivi con il coinvolgimento dei Poli e dei Distretti Formativi, attuato attraverso la costituzione di reti di partenariato a livello territoriale. Nel 2010, sull Asse Transnazionalità sono proseguite le attività rientranti in una specifica azione interregionale, finalizzata a promuovere lo sviluppo di iniziative e reti principalmente mirate allo scambio di buone pratiche. In tale ambito, è proseguito l impegno della diffusione di best practice presso gli uffici giudiziari italiani, con attenzione particolare alla riorganizzazione dei processi lavorativi e all ottimizzazione delle risorse della Procura della Repubblica e della Corte d Appello di Venezia. Infine, sullo stesso Asse sono state promosse iniziative dalla dimensione interregionale e/o transnazionale per lo sviluppo di business, l acquisizione di nuove commesse, l innovazione di pratiche e mercati: i 12 progetti finanziati hanno avuto inizio nel 2010 e si avviano alla conclusione. A cura dell U.P. Cabina di Regia FSE Ufficio Monitoraggio dei programmi comunitari e sistemi informativi FSE, in collaborazione con Ecosfera SpA 13

14 FSEVENETO LA DIMENSIONE INTERREGIONALE E TRANSNAZIONALE DEL POR FSE VENETO Uno specifico asse del POR (l asse V) è finalizzato ad incentivare le relazioni oltre i confini veneti L attenzione alla dimensione interregionale e transnazionale costituisce una delle novità di rilievo introdotte dalla programmazione Fse L attuale Programma Operativo dedica infatti a tale dimensione uno specifico asse l asse V denominato appunto Interregionalità e Transnazionalità finalizzato a promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche. Nei mesi scorsi il valutatore indipendente, su richiesta del Comitato di Sorveglianza, ha realizzato un approfondimento sul tema, volto ad analizzare lo stato di attuazione delle iniziative programmate in materia di interregionalità e transnazionalità e a fornire indicazioni di prospettiva. Tale approfondimento, disponibile a questo link, evidenzia innanzitutto come la gestione delle attività in cooperazione transnazionale a livello comunitario sconti tuttora alcune difficoltà legate alla carenza del sistema informativo e di governance: tali vincoli si riflettono inevitabilmente sui livelli periferici, dal momento che il coordinamento tra autorità di gestione costituisce un elemento fondamentale alla programmazione di politiche in rete. Nonostante tali criticità di contesto, tuttavia, la programmazione attuativa dell Asse V in regione Veneto risulta elevata e superiore alla media delle regioni italiane Ob. CRO: le risorse ad oggi impegnate sull Asse V del Por Fse - Interregionalità e transnazionalità, ammontano infatti a , pari al 45% circa della spesa programmata in Veneto per il periodo ( ). Anche le modalità attuative individuano per il Veneto un profilo peculiare: in questi tre anni infatti l autorità di gestione regionale ha investito molto sulle call for proposals - chiamate per progetti rivolte al territorio e, di converso, ha espresso una minor adesione alle reti tematiche istituzionali, che costituiscono invece la modalità di attuazione delle politiche di interregionalità e transnazionalità più diffusa sul territorio nazionale. In sintesi, le scelte fin qui operate dalla Regione Veneto sono state tese a favorire una fruizione diretta dei fondi da parte del territorio, indirizzandosi a segmenti diversi di beneficiari e destinatari. Ad oggi infatti le risorse dell Asse V sono state utilizzate soprattutto: come leva a favore degli attori economici, per supportarne i processi di internazionalizzazione in chiave di competitività territoriale; come occasione di promozione della mobilità individuale a fini formativi e occupazionali; come strumento a disposizione dei sistemi di istruzione e formazione, per favorire l apprendimento e la comune realizzazione di pratiche e modelli. Al riguardo si possono ricordare, in particolare, gli importi stanziati con la Deliberazione della Giunta regionale n del Interventi per il rafforzamento della dimensione transnazionale e interregionale dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro del Veneto, pari ad euro ,00, con cui sono stati finanziati n. 36 progetti, e quelli stanziati con Deliberazione della Giunta Regionale n del Presentazione di progetti interregionali e transnazionali rivolti alle imprese, pari ad euro ,10, con cui sono stati finanziati altri 12 progetti. A cura di Tolomeo Studi e Ricerche Srl e Greta Associati 14

15 01 marzo 2011 AL VIA LA PROROGA PER LA CONCESSIONE DELLE MISURE DI AIUTO TEMPORANEO Le novità riguardano la proroga fino al 31 dicembre 2011 di determinate misure previste all interno del Quadro di riferimento temporaneo, accompagnata dalla definizione di condizioni più rigorose per la loro concessione Si è conclusa nel mese di gennaio la procedura avviata dall Italia ai fini dell applicazione delle recenti modifiche introdotte dalla Commissione Europea nell ambito del Quadro di riferimento temporaneo in materia di aiuti di stato. Dando attuazione alla Comunicazione CE del 1 dicembre 2010, il Dipartimento per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie ha predisposto e notificato, infatti, alla Commissione Europea lo schema di Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri relativa alle modalità di applicazione dell estensione del Quadro temporaneo. A seguito dell adozione delle decisioni di autorizzazione da parte della Commissione Europea, la Direttiva è stata, quindi, siglata dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 dicembre 2010, e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 18 gennaio 2011, acquisendo, in tal modo, piena efficacia. Le novità introdotte nell ambito dei dispositivi di recente adozione riguardano la proroga fino al 31 dicembre 2011 di determinate misure previste all interno del Quadro di riferimento temporaneo, accompagnata dalla definizione di condizioni più rigorose per la loro concessione. Garantendo la possibilità di ricorso da parte degli Stati membri a misure di aiuto supplementari, ma vincolandone l accesso a condizioni più stringenti, la Commissione Europea intende, infatti, limitare l impatto sulla concorrenza prodotto dalla prolungata applicazione delle misure temporanee, favorendo un graduale recupero delle normali regole in materia di aiuti di Stato. Nell ottica di un adeguata ristrutturazione del mercato, pertanto, tra i principali elementi di novità adottati, si segnala l esclusione dall accesso alle misure temporanee delle imprese che versano in situazione di difficoltà, secondo la definizione contenuta negli Orientamenti comunitari in materia di aiuti di stato al salvataggio e alla ristrutturazione. Tale esclusione non è applicabile, tuttavia, alla tipologia degli aiuti temporanei di importo limitato e compatibile, nei quali ricade l intervento del Fondo Sociale Europeo in termini di aiuti destinati alla formazione, all inserimento occupazionale, alla ricerca e all innovazione, etc. È necessario precisare, comunque, che, per le misure temporanee di importo limitato, la proroga è concessa per le sole domande presentate entro il 31 dicembre 2010 o, nel caso di imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli, entro il 31 marzo Sostanzialmente confermate, viceversa, risultano le misure anticrisi estranee al campo di applicazione del FSE, volte a facilitare l accesso ai servizi finanziari da parte delle PMI, quali garanzie statali agevolate e prestiti agevolati, nonché le iniziative di finanziamento che riguardano i prodotti ecologici. A cura dell U.P. Cabina di Regia FSE 15

16 FSEVENETO SEMPLIFICAZIONI PER LA GESTIONE E LA RENDICONTAZIONE NELLA PROGRAMMAZIONE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO 2007/2013 Una delle novità di rilievo introdotte nella programmazione 2007/2013, riguarda la possibilità di utilizzo di opzioni semplificate per la rendicontazione dei costi sostenuti in fase di realizzazione degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali. Tali novità sono state introdotte in due fasi. In principio è stata prevista un unica opzione di semplificazione per il FSE che, all art. 11 del Reg. CE 1081/2006, prevedeva la possibilità di dichiarare i costi indiretti su base forfetaria (cioè senza necessità di giustificazione su base documentale), ad un tasso fissato nelle norme nazionali e inferiore o uguale al 20% dei costi diretti. Successivamente, la Commissione europea ha avanzato una proposta di modifica del suddetto articolo 11, al fine di introdurre la possibilità di applicare costi a tasso fisso calcolati applicando tabelle standard di costi unitari e sovvenzioni forfetarie. Le ragioni della proposta integrativa possono principalmente ricondursi alle esigenze di semplificazione amministrativa evidenziate nella relazione annuale della Corte dei conti europea del 2007, le cui raccomandazioni suggeriscono la semplificazione della base di calcolo delle spese ammissibili e un maggiore ricorso a pagamenti di somme forfetarie o finanziamenti a tasso fisso invece del rimborso di spese effettive e alle esigenze di accelerazione della spesa dei fondi strutturali, per il rafforzamento degli investimenti quale stimolo alla ripresa dell economia, individuate nel Piano europeo di ripresa economica pubblicato dalla Commissione europea nel La proposta di modifica è stata adottata il 26 novembre Durante i negoziati la Commissione ha deciso di estendere le stesse semplificazioni anche all ambito del FESR con la modifica dell articolo 7 del regolamento (CE) n. 1080/2006. Di conseguenza, il regolamento FSE modificato dal regolamento (CE) n. 396/2009 e il regolamento FESR modificato dal regolamento (CE) n. 397/2009 includono per entrambi i fondi la stessa possibilità di applicare un tasso fisso per i costi indiretti, tabelle standard di costi unitari e importi forfetari. Queste disposizioni, che costituiscono un passo importante verso la semplificazione, sono mirate ad un uso più efficace e corretto dei fondi strutturali e alla riduzione dell onere amministrativo imposto ai beneficiari e agli organismi di gestione. Al fine di fornire indicazioni tecniche sulle modalità di applicazione delle suddette opzioni di semplificazione, la Commissione europea, in cooperazione con i membri del gruppo di lavoro tecnico FSE e il comitato di coordinamento dei fondi (COCOF), ha pubblicato il la versione finale del documento esplicativo COCOF 09/0025/04-IT. Le disposizioni del suddetto documento sono alquanto articolate e complesse e ad esse si rimanda per una dettagliata disamina, pur tuttavia si ritiene di poter sintetizzare alcuni tratti caratteristici dell applicazione delle opzioni di semplificazione. In primo luogo, è importante evidenziare i requisiti minimi per poter ricorrere ad una delle tre alternative previste: 16

17 01 marzo L operazione o il progetto sono gestiti sotto forma di sovvenzione per la quale altrimenti viene in genere applicato il principio dei costi effettivi, ossia tutta la spesa dichiarata è giustificata mediante fatture versate e altri documenti contabili di equivalente valore probatorio e il beneficiario è stato selezionato con procedura diversa dalla gara d appalto. 2. L AdG prevede nei propri atti programmatori/dispositivi di attuazione la possibilità di ricorrere ad una o più opzioni di semplificazione, precisandone le condizioni di ammissibilità. 3. L AdG definisce il metodo di calcolo dell opzione scelta che deve essere: Stabilito in anticipo. Giusto (ragionevole, basato sulla realtà, non eccessivo o estremo). Equo (assicurare la parità di trattamento dei beneficiari e/o delle operazioni). Verificabile, attraverso la pista di controllo. Infine, una breve disamina delle tre opzioni previste: 1. Costi indiretti dichiarati su base forfetaria. L utilizzo di questa opzione implica la possibilità di scaricare sulla rendicontazione del progetto costi indiretti fino ad un massimo del 20% dei costi diretti di un operazione. L Autorità di gestione: fornisce indicazioni sul tasso di forfetizzazione da applicare che può variare a seconda del tipo di operazione, dei beneficiari, dell ammontare o del tipo di sovvenzione interessata; individua nei propri atti programmatori/dispositivi di attuazione il valore della/e percentuale/i di forfetizzazione. 2. I costi fissi calcolati applicando tabelle standard di costi unitari. Il costo dell operazione è riconosciuto sulla base di attività quantificate, output, o risultati, con riferimento a tabelle standard di costi unitari predefinite. L opzione può essere usata per tutti i progetti finanziati tramite contributo/sovvenzione ove sia possibile riferire spese a tabelle del genere. L Autorità di gestione: definisce in anticipo gli standard di costo tenendo conto di una serie di elementi (es. tipologia e durata dell operazione, tipologia e numero dei destinatari); individua nei propri atti programmatori/dispositivi di attuazione il valore degli standard di costo; individua le modalità per il riconoscimento che possono avvenire sulla base del processo (realizzazione) o del risultato. 3. Somme forfetarie. Sono riconosciuti i costi di un operazione calcolati sulla base di somme forfetarie destinate a coprire l insieme o una parte dei costi di un operazione, fino ad un importo massimo di euro. Non esiste una correlazione proporzionale tra quantità prodotte e pagamenti, a differenza delle tabelle standard per unità di costo. In ogni caso, siccome la certificazione è basata sul progresso dell operazione e non sulla spesa, il costo dichiarato deve corrispondere al reale progresso/completamento dell operazione. A cura di Ecosfera SpA 17

18 FSEVENETO SIGNIFICATIVE MODIFICHE AL SISTEMA DI GESTIONE E CONTROLLO (Si.Ge.Co.) La programmazione dei Fondi strutturali europei prevede che gli organismi titolari di programmi operativi (come la Regione del Veneto per il FSE) adottino misure adeguate per garantire una corretta gestione dei finanziamenti. Tali misure, che devono definire le funzioni e le procedure in uso presso i vari organismi coinvolti nella gestione e nel controllo, sono state formalizzate e rese pubbliche in uno specifico documento, raggiungibile qui. Il documento è stato successivamente integrato con specifici atti Nel corso dell anno 2010 sono stati assunti alcuni provvedimenti che hanno modificato il manuale Sistemi di Gestione e di Controllo. Le modifiche riguardano prioritariamente l organizzazione dell AdG e precisamente: con DSR n. 15 del 24 dicembre 2010 si è dato atto che la competenza delle verifiche ex art. 13 del Reg. to CE 1828/2006 (controlli di 1 livello) sull Asse VI Assistenza Tecnica è attribuita con decreto del Segretario Regionale al Bilancio e Finanza (ora Segretario al Bilancio) n. 3 del al Nucleo di Controllo di 1 livello istituito con decreto dello stesso Segretario n. 4 del ; con DGR 2912 del 3 dicembre 2010 Attività di competenza delle Direzioni regionali Formazione, Istruzione e Lavoro. Definizione delle condizioni per la presentazione del rendiconto di spesa si sono modificate le procedure di presentazione del rendiconto di spesa delle attività finanziate dalle Direzioni Formazione, Istruzione e Lavoro; con DSR n. 13 dell 11 novembre 2010 si sono adottate integrazioni della check-list di cui all all. A della DGR n del 22 settembre 2009 introducendo un passaggio che dia evidenza dell esame degli elementi necessari ad una corretta utilizzazione dei nuovi strumenti di semplificazione; con DSR n. 12 del 5 novembre 2010 si è provveduto a modificare le Piste di Controllo relative ad attività formative per utenza occupata e disoccupata di competenza della Direzione Formazione (di cui al DSR n. 31/09); con DGR 2653 del 2 novembre 2010 è stato stabilito l Assetto organizzativo delle strutture della Giunta regionale a seguito della revisione delle aree di coordinamento. Legge regionale 10 gennaio 1997, n. 1 e la Segreteria regionale per l Istruzione e il Lavoro ha assunto la denominazione Segreteria regionale per l Istruzione, il Lavoro e la Programmazione ; con DGR 2298 del 28 settembre 2010 si è decisa la Costituzione delle Direzioni Regionali ed Unità di Progetto. Previsione di aree di coordinamento operativo. Artt. 13, 14, 17 e 18 della L.R. 10 gennaio 1997, n. 1 (BUR n. 84 del 12/11/2010) e l UC Cabina di Regia FSE è stata modificata in UP Cabina di Regia FSE; 18

19 01 marzo 2011 con DSR n. 1 del 10 settembre 2010 si è adottata la Pista di Controllo relativa ai Progetti di orientamento, di competenza della Direzione Istruzione; con DSR n. 11 del 1 luglio 2010 si è adottata la Pista di Controllo relativa ad interventi di politica attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica di competenza della Direzione Lavoro; con DSR n. 3 del 30 aprile 2010 si è provveduto ad attribuire la competenza sulle verifiche di primo livello relative all Asse VI del POR CRO FSE inizialmente attribuita alla P.O. Economia Finanziaria presso la Segreteria Regionale Attività Produttive, Istruzione e Formazione - al Nucleo di Controllo di I livello presso la Segreteria regionale al Bilancio e alla Finanza (costituito con il DSR n. 4/09 e modificato con successivo DSR n. 1/10) e ad integrare detto Nucleo di controllo con una unità di personale; con DSR n. 40 del 18 dicembre 2009 si è adottata la Pista di Controllo relativa ad attività di competenza della Direzione Lavoro (Processi in regime contrattuale e Processi di Alto Apprendistato). A cura dell U.P. Cabina di Regia FSE Ufficio P.O. - Ufficio Sistemi di gestione e controllo FSE 19

20 Regione del Veneto Assessorato all Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Segreteria Regionale per l Istruzione, il Lavoro e la Programmazione U.P. Cabina di Regia FSE Rio Tre Ponti - Dorsoduro 3494/A Venezia Tel Fax cabinadiregia.fse@regione.veneto.it Numero Verde A cura dell U.P. Cabina di Regia FSE - Ufficio Sistemi di gestione e controllo FSE

REGIONE LAZIO. Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università

REGIONE LAZIO. Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università REGIONE LAZIO Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione Scuola e Università, Diritto allo Studio Area Programmazione dell'offerta Formativa

Dettagli

BANDO LAVORO & INCLUSIONE SOCIALE Favorire l inserimento lavorativo, in forma stabile e qualificata, di persone emarginate e svantaggiate

BANDO LAVORO & INCLUSIONE SOCIALE Favorire l inserimento lavorativo, in forma stabile e qualificata, di persone emarginate e svantaggiate BANDO LAVORO & INCLUSIONE SOCIALE Favorire l inserimento lavorativo, in forma stabile e qualificata, di persone emarginate e svantaggiate Il contesto L emarginazione sociale è un fenomeno che affligge

Dettagli

Piano di Sviluppo Competenze

Piano di Sviluppo Competenze Piano di Sviluppo Competenze La proprietà e i diritti d'autore di questo documento e dei suoi allegati appartengono a RES. Le informazioni in esso contenute sono strettamente confidenziali. Il documento,

Dettagli

REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013

REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013 REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013 COMITATO DI SORVEGLIANZA 11 GIUGNO 2015 Presentazione del RAE al 31 dicembre 2014 ASPETTI PRINCIPALI DEL RAE

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013

Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013 Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013 Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro Applicazione

Dettagli

REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03

REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03 LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03 L.R. 24/96

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER GLI INCENTIVI ALLE IMPRESE IL DIRETTORE GENERALE Visto il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto

Dettagli

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 Campania al Lavoro, un piano di azione per favorire l, occupazione Qualità e innovazione per l occupazione.

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

È finanziato con risorse del Fondo sociale europeo pari a 74 milioni di euro. Ha avvio il I maggio 2014.

È finanziato con risorse del Fondo sociale europeo pari a 74 milioni di euro. Ha avvio il I maggio 2014. La Garanzia Giovani è un progetto che intende assicurare ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano opportunità per acquisire nuove competenze e per entrare nel mercato

Dettagli

Programma Gioventù in Azione 2007-2013

Programma Gioventù in Azione 2007-2013 Programma Gioventù in Azione 2007-2013 Questionario rivolto agli Enti pubblici, Gruppi informali, Organizzazioni e Giovani partecipanti coinvolti nel Programma GiA in FVG Udine, 30 gennaio 2012 L indagine

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

PO REGIONE PUGLIA FESR 2007-2013: Strategia regionale per la Ricerca e l Innovazione Descrizione Assi e Azioni

PO REGIONE PUGLIA FESR 2007-2013: Strategia regionale per la Ricerca e l Innovazione Descrizione Assi e Azioni Newsletter n.74 Aprile 2010 Approfondimento_22 PO REGIONE PUGLIA FESR 2007-2013: Strategia regionale per la Ricerca e l Innovazione Descrizione Assi e Azioni Assi Asse 1 - Asse 2 - Asse 3 - Asse 4 - Sostegno

Dettagli

N. 512 FISCAL NEWS. Regione Campania: contributi per dottorati 21.11.2011. La circolare di aggiornamento professionale. A cura di Carlo De Luca

N. 512 FISCAL NEWS. Regione Campania: contributi per dottorati 21.11.2011. La circolare di aggiornamento professionale. A cura di Carlo De Luca a cura di Antonio Gigliotti www.fiscal-focus.it www.fiscal-focus.info N. 512 FISCAL NEWS La circolare di aggiornamento professionale 21.11.2011 Categoria Previdenza e lavoro Sottocategoria Agevolazioni

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Programma operativo NazioNale GOVERNANCE e assistenza tecnica Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013 crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Una premessa

Dettagli

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia Valentina Aprea

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

ALLEGATO B. D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI

ALLEGATO B. D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI ALLEGATO B D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI 2 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI Le caratteristiche strutturali dei percorsi dell IFTS (modularità, unità capitalizzabili,

Dettagli

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio 5428 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 12 02 2014 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio 2014, n. 8 Azione di sistema Welfare to Work Aggiornamento delle indicazioni operative,

Dettagli

Politiche attive del lavoro e formazione: dalla sperimentazione dei progetti pilota alla programmazione regionale:

Politiche attive del lavoro e formazione: dalla sperimentazione dei progetti pilota alla programmazione regionale: Politiche attive del lavoro e formazione: dalla sperimentazione dei progetti pilota alla programmazione regionale: L esperienza della Regione Marche Mauro Terzoni Dirigente Servizio Istruzione, Formazione

Dettagli

PON FESR AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE - ANNO 2011

PON FESR AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE - ANNO 2011 PON FESR AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE - ANNO 2011 L avanzamento del PON FESR nel 2011 in sintesi L attuazione del PON FESR mantiene e rafforza gli elementi

Dettagli

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE (integrato con modifiche apportate dal Senato Accademico con delibera n 994

Dettagli

DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione

DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione Componenti : Buono Scuola, Disabilità, Integrazione al reddito Destinatari Studenti residenti in Lombardia, iscritti e frequentanti corsi a gestione ordinaria presso

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Chi può richiedere il Voucher Formativo?

Chi può richiedere il Voucher Formativo? COS E IL VOUCHER? Il Voucher è un buono che permette al beneficiario di disporre di un finanziamento pubblico, per accedere a corsi di alta formazione indicati e disciplinati nell apposito catalogo interregionale

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Regione Calabria

Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Regione Calabria Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Report di ricerca Rapporto realizzato da Viale della Resistenza 23 87036

Dettagli

DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015

DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015 DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015 Identificativo Atto n. 267 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO Oggetto APPROVAZIONE DELL AVVISO DOTE IMPRESA INCENTIVI ALL ASSUNZIONE DI PERSONE CON DISABILITÀ

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Linee guida per l'applicazione del Metodo nazionale per calcolare l elemento di aiuto nelle garanzie

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

NEWSLETTER DICEMBRE 2009. La valutazione del POR Competitività, 2007-2013. Il Piano di Valutazione del POR Competititivà

NEWSLETTER DICEMBRE 2009. La valutazione del POR Competitività, 2007-2013. Il Piano di Valutazione del POR Competititivà NEWSLETTER DICEMBRE 2009 IN QUESTO NUMERO... si parla di: EDITORIALE 01 La valutazione nel periodo di programmazione Fondi Strutturali 2007-2013 02 La valutazione del POR Competitività, 2007-2013 03 Il

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

CARTA DEI SERVIZI MEDEA CARTA DEI SERVIZI MEDEA Indice 1. Introduzione 2. MEDEA e la Carta dei Servizi: chi siamo, obiettivi e finalità 3. I principi fondamentali 4. Standard qualitativi 5. I servizi erogati 6. Validità della

Dettagli

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato 5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla

Dettagli

1. I titoli conseguiti presso le Università consigliate vengono riconosciuti?

1. I titoli conseguiti presso le Università consigliate vengono riconosciuti? DOMANDE FREQUENTI Palermo, Largo Esedra nr.3, tel. 091 6254431 ONLUS 1. I titoli conseguiti presso le Università consigliate vengono riconosciuti? Le Università sono pubbliche o private riconosciute dal

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

TURISMO, BRAMBILLA: "400 ML PER I CONTRATTI DI SVILUPPO, PER LA PRIMA VOLTA SOSTEGNO CONCRETO DEL GOVERNO A INVESTIMENTI NEL TURISMO"

TURISMO, BRAMBILLA: 400 ML PER I CONTRATTI DI SVILUPPO, PER LA PRIMA VOLTA SOSTEGNO CONCRETO DEL GOVERNO A INVESTIMENTI NEL TURISMO TURISMO, BRAMBILLA: "400 ML PER I CONTRATTI DI SVILUPPO, PER LA PRIMA VOLTA SOSTEGNO CONCRETO DEL GOVERNO A INVESTIMENTI NEL TURISMO" "Per la prima volta in Italia, il governo dispone un concreto e significativo

Dettagli

AZIONE DI SISTEMA FILO. Formazione Imprenditorialità Lavoro Orientamento

AZIONE DI SISTEMA FILO. Formazione Imprenditorialità Lavoro Orientamento AZIONE DI SISTEMA FILO Formazione Imprenditorialità Lavoro Orientamento Azione di sistema: FILO- Formazione, imprenditorialità, lavoro e orientamento Il ruolo delle Camere di Commercio sui temi dello sviluppo

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO IN MATERIA DI VITA INDIPENDENTE L

Dettagli

Ai Capi Ufficio. e p.c. Al Direttore Amministrativo LORO SEDI. Oggetto: Applicazione dell Iva ai contributi erogati per la realizzazione di progetti.

Ai Capi Ufficio. e p.c. Al Direttore Amministrativo LORO SEDI. Oggetto: Applicazione dell Iva ai contributi erogati per la realizzazione di progetti. Direzione Area Contabile Servizio Affari Fiscali Viale Gallipoli 49-73100 Lecce Tel. 0832/293392 - Fax. 0832/293042 Lecce, lì 18 luglio 2003 Prot. 15971 Ai Direttori dei Centri di Spesa Ai Responsabili

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020. ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014)

PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020. ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014) PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014) OBIETTIVI E STRUMENTI Il quadro di riferimento dell attuazione (performance framework)

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999; Protocollo d intesa tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato Ministero) e Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (di seguito

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso

Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso IL PRESIDENTE Premesso che: - per progetti cofinanziati dal primo avviso di e-government, si intendono i progetti riportati negli allegati A e B del decreto

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

Articolo 1 Finalità generali Articolo 2 Risorse finanziarie disponibili 9.000.000,00 Articolo 3 Destinatari

Articolo 1 Finalità generali Articolo 2 Risorse finanziarie disponibili 9.000.000,00 Articolo 3 Destinatari Unione Europea Fondo Sociale Europeo REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Assessorato dell Igiene Sanità e dell Assistenza Sociale DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE SOCIALI REPUBBLICA ITALIANA POR SARDEGNA

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21)

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) COMPETENZE DEI SERVIZI 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) a) la partecipazione, su delega dell Autorità di Gestione, ai Comitati di Sorveglianza nazionali e regionali, ai gruppi

Dettagli

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ----------------

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- VADEMECUM Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- L attuale normativa sulle Organizzazioni di Produttori (O.P.) è disciplinata su base europea, per quanto riguarda il settore ortofrutta,

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014

PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014 PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014 Con riferimento agli strumenti di ingegneria finanziaria attivati dall OI MiSE-DGIAI nell ambito competitività del

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 STRUMENTI FINANZIARI DELLA POLITICA DI COESIONE PER IL PERIODO 2014-2020 POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 21/11/2013 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 96

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 21/11/2013 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 96 Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 19 novembre 2013, n. 385 Approvazione dei criteri e modalità per l'utilizzo del Fondo per prevenire e combattere il fenomeno dell'usura,

Dettagli

DOTE LAVORO 2012 MOBILITÀ IN DEROGA

DOTE LAVORO 2012 MOBILITÀ IN DEROGA DOTE LAVORO 2012 MOBILITÀ IN DEROGA CONTINUIAMO " A DOTARCI CONTRO LA CRISI Per il quarto anno consecutivo La Regione del Veneto ha promosso attraverso lo strumento della Dote Lavoro, percorsi di politica

Dettagli

newsletter N.4 Dicembre 2013 Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

newsletter N.4 Dicembre 2013 Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. newsletter N.4 Dicembre 2013 Questo numero è stato realizzato da: Franca Fiacco ISFOL Agenzia Nazionale LLP Programma settoriale Leonardo da Vinci Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione,

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE I corsi di formazione professionale permettono di integrare le conoscenze scolastiche o di acquisire nuove conoscenze e competenze in ambiti diversi dall indirizzo di studio

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

LEONARDO DA VINCI Formazione professionale Scheda riassuntiva

LEONARDO DA VINCI Formazione professionale Scheda riassuntiva LEONARDO DA VINCI Formazione professionale Scheda riassuntiva Descrizione generale Il Programma Leonardo da Vinci si propone di collegare le politiche alle pratiche nel campo dell istruzione e formazione

Dettagli

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi Area di Riferimento 1 Gestione POF Riscrittura del POF alla luce delle innovazioni normative e dei bisogni formativi attuali, sia interni che del territorio Monitoraggio in itinere dell attuazione del

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

EaSI Employment and Social Innovation. Assi PROGRESS e EURES

EaSI Employment and Social Innovation. Assi PROGRESS e EURES Provincia di Pistoia EaSI Employment and Social Innovation Assi PROGRESS e EURES Potenzialità per il lavoro e l integrazione sociale su scala europea Carla Gassani Servizio Politiche attive del Lavoro,

Dettagli

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO REGOLAMENTO SULLE MODALITA' DI ASSEGNAZIONE E UTILIZZO DEI FONDI PER LA RICERCA (Emanato con D.D. n. 45 del 23.01.2002, modificato con i D.D. n. 618 del 2003, n. 103 del 2005, n. 99 e n. 552 del 2006,

Dettagli

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO La rete degli operatori - L.R. 22/2006 Il sistema regionale è composto da

Dettagli

Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia.

Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia. Oggetto: Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia. Il Presidente della Regione anche a seguito di diversi incontri e manifestazioni di protesta dei contribuenti regionali,

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 GARANTIRE LA VISIBILITÀ DELLA POLITICA DI COESIONE: NORME IN MATERIA DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE PER IL PERIODO 2014-2020 POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea

Dettagli

Indagine Cna su 1630 imprendiotri Artigiani e piccole imprese promuovono il Jobs Act

Indagine Cna su 1630 imprendiotri Artigiani e piccole imprese promuovono il Jobs Act CENTRO STUDI Indagine Cna su 1630 imprendiotri Artigiani e piccole imprese promuovono il Jobs Act Nota CNA N. 10/DICEMBRE 2014 CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL ARTIGIANATO E DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

Gestione diretta: I programmi comunitari

Gestione diretta: I programmi comunitari Gestione diretta: I programmi comunitari Modalità Strumenti Gestione diretta Programmi UE a finanziamento diretto IPA ENI 4 Strumenti geografici PI DCI Assistenza esterna EIDHR 3 Strumenti tematici IfS

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 740 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 Legge regionale n. 33/2006 Norme per lo Sviluppo dello Sport per Tutti Articolo 5 - Approvazione Protocollo d intesa e Convenzione tra

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014 Maggio 2014 La strategia è rivolta a: prevenire e contrastare la dispersione scolastica e formativa; rafforzare le competenze dei giovani a vantaggio dell occupabilità; favorire le occasioni di efficace

Dettagli

REPORT 2013 FABBISOGNI FORMATIVI AZIENDALI

REPORT 2013 FABBISOGNI FORMATIVI AZIENDALI REPORT 2013 FABBISOGNI FORMATIVI AZIENDALI - Area informatica - Area linguistica - Area commerciale e vendita - Area amministrazione e controllo - Area produzione e logistica - Area energia e ambiente

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l Istruzione Direzione Generale per lo Studente, l Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione S.I.C.E.S. SrL Società

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

Allegato 1 Manifestazione di interesse

Allegato 1 Manifestazione di interesse Allegato 1 Manifestazione di interesse OSTELLI DELLA GIOVENTU INVITO ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI A MANIFESTARE IL PROPRIO INTERESSE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI DI ADEGUAMENTO AL REGOLAMENTO REGIONALE

Dettagli

Circolare n 10. Oggetto. Quartu S.E., 03 ottobre 2011

Circolare n 10. Oggetto. Quartu S.E., 03 ottobre 2011 Quartu S.E., 03 ottobre 2011 Circolare n 10 Oggetto Legge di Finanziamento: Comunitaria Nazionale Regionale Comunale Settore: Artigianato, Commercio, Servizi, Industria ed Agricoltura La circolare fornisce

Dettagli

Avvio della programmazione 2007-13

Avvio della programmazione 2007-13 Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

I BANDI PER RICERCA SVILUPPO E INNOVAZIONE

I BANDI PER RICERCA SVILUPPO E INNOVAZIONE I BANDI PER RICERCA SVILUPPO E INNOVAZIONE GESTIONE IN ANTICIPAZIONE DEL POR FESR 2014-2020 Angelita Luciani Responsabile Ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico FINALITA DELL INTERVENTO

Dettagli

Proposta di regolamento generale

Proposta di regolamento generale Analisi delle priorità e degli obiettivi della in relazione alla proposta di regolamento generale dei Fondi del QSC Fondi del Quadro Strategico Comune (QSC) Obiettivi Una crescita intelligente: sviluppare

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

BANDO PIANO GIOVANI DI ZONA 2015

BANDO PIANO GIOVANI DI ZONA 2015 Comune di Civezzano Comune di Baselga di Pinè Comune di Bedollo Comune di Fornace BANDO PIANO GIOVANI DI ZONA 2015 Raccolta proposte di progetto 1. OGGETTO DEL BANDO Il Piano Giovani di Zona dei Comuni

Dettagli

Sei stato sospeso, ti trovi in mobilità, hai perso il lavoro? Fai la mossa giusta.

Sei stato sospeso, ti trovi in mobilità, hai perso il lavoro? Fai la mossa giusta. UNIONE EUROPEA MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI Direzione Generale per le Politiche per l Orientamento e la Formazione PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Investiamo nel vostro futuro

Dettagli