REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DEI CONTI SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE MARCHE

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1 SENT. N. 176/2011 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DEI CONTI SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE MARCHE in composizione monocratica ed in funzione di giudice unico delle pensioni, assistito dal segretario di udienza Graziano Guazzaroni, ha pronunciato la seguente: SENTENZA sul ricorso, previa sospensiva, iscritto al n /PM del registro di Segreteria proposto da S. S., nato a Roma il omissis e residente in omissis, omissis, rappresentato e difeso dagli Avvocati Salvatore ed Umberto Coronas ed elettivamente domiciliato in Roma, via Giuseppe Ferrari, n. 4, giusta procura in calce all'atto introduttivo del giudizio; Contro l Inpdap, Sede Centrale e Sede di Macerata, in persona dei rispettivi legali rappresentati p.t. e il Ministero della Difesa Direzione Generale della Previdenza Militare, della Leva e del Collocamento al Lavoro dei Volontari Congedati; Avverso la nota di partecipazione di debito Inpdap, sede di Macerata n del ; Presenti alla pubblica udienza del 15 giugno 2011 l Avv. Umberto Coronas per il ricorrente e la Dott.ssa Angela Grosso per l Inpdap; non costituitasi l Amministrazione della Difesa; Rilevato in FATTO Con ricorso, depositato il , il omissis. S. S. dell omissis, collocato a domanda in ausiliaria dal omissis e, successivamente, dal omissis nella riserva, titolare di trattamento definitivo di pensione privilegiata ordinaria di 7^ categoria (DM , n. 199/A/PPO, adottato in sostituzione dell annullato Dm n. 271/A del ),

2 chiedeva l annullamento, previa sospensiva, della nota di partecipazione del debito Inpdap n del , avente ad oggetto il recupero: - della somma di ,96 per l indebito sorto in sede di conguaglio tra pensione provvisoria e pensione definitiva nel periodo che va dal al ; - della somma di 1.812,77 per il recupero di metà dell equo indennizzo, già corrisposto per la stessa infermità. Al recupero dell indebito l Inpdap provvedeva: - con ritenute mensili lorde di 1.047,93, pari a 1/5 della pensione, a decorrere dal per l indebito sorto dal 1996 al 2010; - con ritenute nette di 453,19 a partire dal fino al per il recupero di metà dell equo indennizzo, ammontante ad 1.812,77, già corrisposto per una stessa infermità. Ferme restando le argomentazioni sull accoglimento del ricorso, parte ricorrente sosteneva che il recupero delle differenze, concorrenti alla formazione dell indebito, è da ritenersi precluso, a seguito dell intervenuta prescrizione della pretesa recuperatoria dell Inpdap. Con memoria di costituzione in giudizio, depositata il , l Inpdap chiedeva che fosse respinta la richiesta di sospensiva per insussistenza del fumus boni iuris e del periculum in mora; eccepiva che il recupero costituisce per l amministrazione atto dovuto e non discrezionale; che la trattenuta è stata disposta nei limiti di un quinto del trattamento pensionistico in godimento; che nel caso di specie non trova applicazione l art. 206 del d.p.r. n del 1973, quanto piuttosto l art del codice civile in tema di indebito oggettivo; che la buona fede del ricorrente non può rappresentare un ostacolo all esercizio da parte dell amministrazione del recupero dell indebito; affermava di non condividere l orientamento tracciato dalle Sezioni Riunite della Corte dei conti con sentenza n. 7/QM

3 del 2007, secondo cui in assenza di dolo del pensionato, l articolo 162 del d.p.r. n del 1973 deve interpretarsi nell ambito della disciplina ex legge n. 241 del 1990, per cui, una volta decorso il termine posto per l emanazione del provvedimento definitivo, non può più effettuarsi il recupero dell indebito per il consolidarsi della situazione esistente fondata sull affidamento riposto nell Amministrazione; a sostegno di tale indirizzo metteva in evidenza che tale orientamento delle Sezioni Riunite è stato lucidamente criticato dalla sentenza n. 807 del 2007 della Sezione Puglia, secondo cui al mancato rispetto del termine per l emanazione del provvedimento definitivo di pensione non poteva annettersi alcun effetto decadenziale del diritto dell Amministrazione alla restituzione delle maggiori somme indebitamente corrisposte al pensionato a titolo di trattamento provvisorio. Sempre l Inpdap chiedeva che il Ministero della Difesa venisse condannato, previa autorizzazione alla chiamata in causa dello stesso, al pagamento a favore dell Istituto delle somme eventualmente dichiarate irripetibili, oltre interessi. Con ordinanza , n. 52, adottata nell udienza del , veniva negata la sospensiva per assenza del presupposto del periculum in mora, siccome documentato da parte ricorrente avuto riguardo a spese che oramai avevano esauriti i loro effetti nel corso degli anni , osservando che la ritenuta netta di 453,19 aveva oramai esaurito i suoi effetti con la rata dell agosto 2010 e che il ricorrente gode di un trattamento pensionistico idoneo a garantire un esistenza libera e dignitosa. Con ordinanza 22 febbraio 2011, n. 12, adottata nell udienza del , veniva disposta l integrazione del contraddittorio nei confronti del Ministero della Difesa - Direzione Generale delle Pensioni Militari del collocamento al lavoro dei volontari congedati e della leva (PREVIMIL) - al fine di verificare in relazione alle risultanze in possesso dell Amministrazione militare, ordinatore primario della spesa, il presupposto della buona fede del ricorrente. Con note di udienza, depositate il , l Inpdap insisteva per il rigetto del

4 ricorso, osservando che l inerzia, sanzionata con il danno da ritardo procedimentale, va tenuta distinta dall istituto della repititio indebiti, che rappresenta per la P.A. un atto dovuto; in subordine, chiedeva che fosse, comunque, dichiarata l irripetibilità della somma relativa alla metà dell equo indennizzo, ex art. 144 del d.p.r.n del 1973, stante l assoluto divieto di cumulo tra la pensione privilegiata diretta e la misura intera dell equo indennizzo; nonché la condanna del Ministero della Difesa alla rifusione di tutte le somme che l Istituto non potrà più ripetere dal pensionato. Nell udienza del 15 giugno 2011 le parti, dopo aver precisato che la seconda voce di indebito, pari ad 1.812,77, per il recupero di metà dell equo indennizzo, già corrisposto, non è in contestazione, in quanto effettivamente dovuta dal ricorrente, insistevano per le conclusioni in atti. La difesa del ricorrente, nel richiamare la copiosa giurisprudenza anche di questa Sezione in materia di indebito, osservava che il superamento nel caso di specie di ogni termine previsto per la liquidazione del trattamento di pensione definitivo (330 giorni), aveva ingenerato nel ricorrente una legittima aspettativa su quanto corrisposto; la rappresentante dell Inpdap osservava che nessun ritardo è addebitabile all Istituto e che anche nella prospettazione della sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei conti n. 7/QM/2007 la responsabilità del ritardo è da addebitare al Ministero della Difesa, tanto più che anche sulla base della recentissima decisione delle stesse Sezioni Riunite n. 7/QM/2011 l Amministrazione può sempre rivedere e porre correzione ai propri errori. Considerato in DIRITTO La questione all esame attiene la richiesta d irripetibilità di somme costituenti indebito pensionistico, sorto in sede di conguaglio tra trattamento provvisorio e trattamento definitivo. In materia di indebito, una diffusa giurisprudenza della Corte dei conti, che si

5 condivide (confermata dalle sentenza delle Sezioni Riunite n. 7/QM/2007), è venuta affermando il principio della irripetibilità delle somme, erroneamente corrisposte al pensionato in buona fede, quando il comportamento tenuto dall Amministrazione e il superamento dei termini procedimentali per la liquidazione della pensione definitiva, sono tali da ingenerare nel titolare della pensione il convincimento della spettanza di una maggiore somma rispetto a quella dovuta. Nel caso di specie, oggetto di impugnativa è la nota di partecipazione debito Inpdap, con la quale l Inpdap ha disposto - in applicazione del decreto di conferimento di pensione definitiva , n. 199/A/PPO - il recupero dell indebito, sorto in relazione al periodo che va dal al Dalla documentazione presente in atti risulta che con decreto ministeriale n , n. 199/A/PPO, adottato in sostituzione dell annullato Dm n. 271/A del , l Amministrazione militare ha conferito al ricorrente l assegno privilegiato di 7^ categoria dal per l infermità Note di duodenite post-ulcerosa e il trattamento definitivo di pensione privilegiata ordinaria di 7^ categoria per le medesime infermità dal , a distanza di circa 14 anni dalla liquidazione del trattamento provvisorio. Sotto questo profilo il formale decreto di liquidazione della pensione definitiva assume, dunque, i contenuti e gli effetti di un provvedimento di variazione, in senso lato, del trattamento pensionistico, rientrando nella fattispecie prevista dall art. 206 del d.p.r. n del Tale disposizione, tuttavia, per quanto pertiene il caso di specie dispone che nei casi di revoca o di modifica del provvedimento di pensione non si fa luogo a recupero delle somme corrisposte, salvo che la revoca o la modifica siano state disposte in seguito all'accertamento di fatto doloso dell'interessato. Peraltro, la disciplina, di cui all articolo 162 del medesimo d.p.r. n del 1973 (concernente il recupero dell indebito formatosi in sede di trattamento pensionistico

6 provvisorio) e di cui all art 3 del RDL n. 295 del 1939 (riguardante le modalità di recupero dell indebito), va interpretata, in base alla disciplina sopravvenuta contenuta nella legge n. 241 del 1990, in modo tale che, una volta decorso il termine posto per l emanazione del provvedimento definitivo sul trattamento di quiescenza ed in assenza di dolo dell interessato, non può più effettuarsi il recupero dell indebito per il consolidarsi della situazione esistente, fondata sull affidamento riposto dal pensionato nell operato Amministrazione. Quanto all invocato richiamo ai contenuti della pronuncia delle Sezioni Riunite n. 7/QM/2011, va precisato che il principio dell autotutela non opera incondizionatamente, ma trova un contemperamento nella distinzione tra provvedimenti provvisori e provvedimenti definitivi, avendo esse rimarcato la differenza esistente, sul piano ontologico, così come normativamente voluto, fra il provvedimento provvisorio (emesso ai sensi dell'art. 162 d.p.r. 1092/73), e quello definitivo, con conseguente inapplicabilità ai provvedimenti provvisori della particolare tutela prevista dall art. 203 e segg. del medesimo T.U., che ammette la modifica o la revoca del provvedimento definitivo di pensione solo in determinate ipotesi. Quanto, infine, al richiamo fatto dall Inpdap all indebito oggettivo di cui all art cod. civ., è sufficiente osservare che proprio il carattere generale della norma lo rende irrilevante in presenza della disciplina speciale, dettata dalle disposizioni di settore dettate dall art. 203 e segg. del d.p.r. n del Stante la buona fede dell interessato, da identificarsi con la non riconoscibilità dell'errore mediante l'uso della normale diligenza del buon padre di famiglia e l inutile decorso del termine procedimentale per l adozione del provvedimento definitivo, va riconosciuto il diritto del ricorrente alla irripetibilità delle somme concernenti la prima voce di indebito, pari ad ,96 e alla restituzione di quanto trattenuto. Incontestata la doverosità della trattenuta relativa alla prima voce di indebito,

7 relativa al recupero di metà dell equo indennizzo, pari ad 1.812,77, il ricorso va, pertanto, accolto nei limiti sopra indicati. Sulle somme da restituirsi da parte dell Istituto previdenziale, in quanto concernenti comunque un indebito, non spettano al ricorrente i benefici accessori, ex articolo 429, comma 3, del codice di procedura civile, esclusivamente associabili ad un credito pensionistico. Il Ministero della Difesa è tenuto, in quanto ordinatore primario di spesa, competente all emanazione del decreto definitivo di pensione, alla rifusione a favore dell Inpdap delle somme dichiarate irripetibili. Sussistono i presupposti di legge, stante la particolarità della controversia e le novità delle questioni dedotte in giudizio per disporre la compensazione delle spese. P.Q.M. La Corte dei conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Marche, Accoglie il ricorso e, per l effetto, dichiara irripetibile l indebito pensionistico di ,96, nonché il diritto del ricorrente alla restituzione delle somme recuperate dall Inpdap limitatamente alla sola sorte capitale, così come precisato in parte motiva; il Ministero della Difesa è tenuto alla rifusione a favore dell Inpdap delle somme dichiarate irripetibili. Spese compensate. Manda alla Segreteria per gli adempimenti di rito. Così deciso in Ancona nella Camera di consiglio del 15 giugno IL GIUDICE UNICO ( F.to Dott.ssa Donatella SCANDURRA) IL 14 luglio 2011 PUBBLICATA MEDIANTE DEPOSITO IN SEGRETERIA

8 IL DIRETTORE DELLA SEGRETERIA ( F.to Dott.ssa Carmela TUDINO)