Convegno Tempo di crisi? Economia solidale e sviluppo sostenibile

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1 Convegno Tempo di crisi? Economia solidale e sviluppo sostenibile 18 giugno 2011 Intervento di Gianluca Comin 1. DUE STORIE Partirei con due storie. La prima è iniziata ormai cinque anni fa molto lontano da qui, in Brasile. La seconda è iniziata solo quattro giorni fa, in Italia. Ecoelce La prima storia si chiama Ecoelce, ed è il motivo per cui dal 2007, nella regione brasiliana di Cearà, gli abitanti più poveri sono ormai abituati a fare puntualmente la raccolta differenziata dei rifiuti, risparmiando nello stesso tempo sulla bolletta elettrica. Questo perché Coelce, la controllata brasiliana di Enel, ha messo in campo un programma che consente di scambiare rifiuti riciclabili con sconti sulle bollette. I cittadini fanno la raccolta differenziata, la portano in apposite stazioni, i rifiuti vengono pesati e viene dato loro, in cambio, uno sconto in bolletta. Tutto questo conviene ai cittadini, spesso appartenenti alle classi più povere, perché possono permettersi di avere la luce in casa. Conviene all azienda, perché aumenta il consumo di energia da parte di persone che altrimenti non se la potrebbero permettere. E conviene all ambiente, perché permette una gestione responsabile dei rifiuti. Dal 2007 ad oggi Ecoelce ha permesso il riciclaggio di tonnellate di rifiuti, e ha beneficiato famiglie. Enel Lab La seconda storia si chiama Enel Lab, ed è stata presentata mercoledì scorso dal nostro Amministratore Delegato Fulvio Conti in presenza del Ministro Profumo. Si tratta di un programma per il quale Enel seleziona, 1

2 finanzia ed aiuta con 15 milioni in 3 anni la crescita di 6 startup innovative ogni anno, sei nuove imprese tecnologiche nel campo delle clean technologies energetiche. Queste giovani imprese riceveranno non solo un finanziamento che andrà dai ai euro. Enel fornirà loro anche il suo l appoggio in termini legali, tecnologici e di mercato che solo una multinazionale può fornire. Le incuberà, insomma, al suo interno, formandole, aiutandone la crescita e favorendone lo sviluppo e la competitività. Anche questo progetto conviene all azienda, perché consente di intercettare innovazioni che altrimenti non sarebbe in grado di cogliere. Conviene alla società nel suo insieme, perché crea crescita e nuova imprenditorialità in un epoca di enormi difficoltà economiche. E fa bene all ambiente, perché finanzia lo sviluppo di tecnologie pulite nel mondo dell energia. 2. NUOVO RUOLO DELLE AZIENDE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Cos hanno in comune queste due storie? Tutte e due sono esperienze innovative per un motivo: perché sono in grado di connettere e rendere armoniosi tre pilastri: sostenibilità ambientale; responsabilità sociale; profitto aziendale. Entrambe queste esperienza sono un buon modo per descrivere come si sta evolvendo il ruolo delle aziende nei confronti dello sviluppo sostenibile. Un ruolo che vive in questi anni un cambio di paradigma rilevante. Prima l attenzione allo sviluppo sostenibile era un elemento cosmetico della vita aziendale, che stava ai margini del business. Ora la sostenibilità si sposta sempre più verso il centro dell attività aziendale, entra nel cuore pulsante del business, e si sostanzia in valori, pratiche, policy e metodologie che permeano tutta 2

3 l organizzazione aziendale, dall amministratore delegato, agli operai, agli impiegati. Si tratta di un modello che va oltre quelli tradizionali di responsabilità sociale, filantropia, sostenibilità. E lo è principalmente per una ragione: perché, in questo modello il valore che l azienda crea è prodotto in accordo con l ambiente, e in condivisione con le comunità. La dimensione della sostenibilità dell attività aziendale, in questo modello, non è soltanto riconosciuta, ma è monitorata, misurata, utilizzata come parametro di valutazione dei dipendenti e delle performance aziendali. Perché una società che funziona meglio, in cui i bisogni dei cittadini, dell ambiente e delle comunità sono adeguatamente considerati, va a beneficio anche dell attività aziendale. In quest ottica, saper operare in maniera responsabile, con una visione aziendale lungimirante, non è altro che la maniera più efficiente di allocare valore. La scienza economica comincia a fornire buone basi empiriche a dimostrazione di questa tesi: una ricerca della Harvard Business School pubblicata qualche mese fa 1, spiega come le aziende ad alta sostenibilità hanno performance economiche migliori rispetto alle concorrenti che non pongono la responsabilità al centro del business. E questo avviene perché, nel medio periodo, le aziende sostenibili risultano più capaci di attrarre capitale umano qualificato, di stabilire supply chain affidabili e di maggior qualità, di evitare o limitare conflitti e costose controversie con gli stakeholder, di contare su un clima interno più positivo. Non solo. Le aziende che pongono al centro del loro business la sostenibilità e la creazione di valore condiviso con la comunità sono anche quelle più portate a ragionare nel lungo periodo, piuttosto che concentrarsi sui risultati di brevissimo. E la crisi che stiamo vivendo ci ha dimostrato con forza quanto il focus sullo short term favorisca scelte non sostenibili, con i prodotti finanziari 1 R.G. Eccles, I. Ioannou, G. Serafeim, The Impact of Corporate Culture of Sustainability on Corporate Behavior and Performance, Harvard Business School Working Paper, Nov

4 derivati, l esplosione delle bolle speculative, l assunzione di rischi eccessivi a scapito dei cittadini. 3. DA COSA DERIVA QUESTO CAMBIO DI PARADIGMA? COMPORTAMENTI INDIVIDUALI E SFIDE GLOBALI Ma per quali motivi le azienda devono modificare così il proprio comportamento? E perché iniziano a farlo proprio ora? Per due ragioni, una micro e una macro. Comportamenti individuali Quella micro risiede nel mutamento dei comportamenti delle persone. Sono proprio i comportamenti individuali ad accelerare il cambiamento nella responsabilità delle imprese ma anche dei governi. Un mutamento dal basso, difficilmente mappabile ma certamente enorme per impatto e dimensioni. Come afferma il giornalista ed ecologista Paul Hawken, ci sono nel mondo più di un milione, forse anche due, di organizzazioni che operano per la sostenibilità ecologica e la giustizia sociale. È un movimento che non corrisponde ai modelli tradizionali. È frammentato, non organizzato, indipendente. Nessun manifesto o dottrina, nessuna autorità che eserciti un controllo. Ma tanta voglia di responsabilità diffusa verso il futuro del pianeta, che si concreta nella sperimentazione di nuovi comportamenti di vita più sostenibili: il chilometro zero, la tutela delle specie in via d estinzione, l efficienza energetica, gli orti urbani, il risparmio dell acqua, il riciclaggio dei rifiuti. È un movimento ancora confuso nelle priorità e negli obiettivi, ma certamente possente, forse senza precedenti nella storia dell umanità per la quantità di persone che coinvolge. Le aziende non possono non tenerne conto come uno stakeholder diffuso, che influenza le sue strategie. Non possono farlo anche perché l enfasi sulla responsabilità è ormai entrata nei criteri di scelta degli investimenti. Cito il caso di Enel, che 4

5 come società quotata in borsa, registra da anni la crescita del peso e dell interesse dei cosiddetti SRI (Socially Responsible Investors). In particolare, nell ultima analisi della base azionaria di Enel, le istituzioni orientate a questo tipo di investimento rappresentano il 19% del flottante istituzionale; il 10% del flottante totale; il 6.9% del totale delle azioni emesse. Sfide globali La ragione macro per cui le imprese cambiano il loro ruolo è rappresentata dalla grandezza delle sfide globali che l umanità si trova di fronte. Sfide come la crisi economica, l emergenza ambientale, l esplosione demografica, l instabilità geopolitica, rendono inadeguate le strutture e le risorse degli stati e dei governi nazionali, che soffrono spesso anche di basso consenso. Rispondere a questa inadeguatezza comporta il coinvolgimento di un campo più vasto di attori: cito spesso, in quest ambito, i lavori del giovane politologo americano Paragh Khanna, che parla di un passaggio dal vecchio modo di run the world a una nuova diplomazia che coinvolge, in forma variabile, organizzazioni internazionali, raggruppamenti regionali, associazioni, organizzazioni non governative, grandi imprese. Ecco che sulle spalle delle aziende ricadono nuove responsabilità. Prima spettava loro soltanto il ruolo di massimizzare il profitto, e agli stati quello di garantire la giustizia sociale e la sostenibilità. Ora questi obiettivi sociali ed ambientali, per la grandezza dello sforzo che richiedono, ricadono anche sulle spalle delle aziende, che devono inserirli fin dall inizio all interno delle loro strategie di business. Ciò porta le aziende sempre più al cuore della cabina di comando della governance mondiale: La cosa non dovrebbe stupire. D altronde, tra le prime cento entità economiche mondiali, ben quaranta sono aziende. 5

6 Ciò che può sorprendere è la ragione per cui le imprese accedono ai tavoli della governance internazionale. Non più solo per i legittimi fini di rappresentanza, per perorare la causa delle loro industrie. Ma per condividere responsabilità e trovare soluzioni condivise ai problemi del pianeta. Enel lo sa bene: solo per citare alcuni esempi, siamo stati coinvolti come interlocutore attivo negli ultimi due G20 (Seoul e Cannes), nelle ultime due Ministeriali dell Agenzia Internazionale dell Energia, nell Assemblea Generale delle Nazioni Unite, alle Conferenze di Cancun e Durban sul clima, e stiamo prendendo parte proprio in questi giorni al Summit della Terra RIO+20. QUALI SFIDE? POPOLAZIONE E RISORSE Ma da cosa derivano le sfide globali che cambiano così profondamente le esigenza di governance del pianeta? Innanzitutto da un dato demografico. Gli studi delle Nazioni Unite ci dicono che l umanità è arrivata oggi a sette miliardi di persone. Arriverà a otto miliardi nel 2025 e a nove dopo il Una crescita incredibile, mai registrata nella storia dell umanità. Fa ancora più impressione guardarla su base mensile: significa che da qui al anni in totale la popolazione crescerà di 7 milioni di unità al mese. Sarà una crescita profondamente diseguale. Rimarranno stabili Europa e Nord America, mentre l Asia e l Africa esploderanno. La crescita della popolazione sta già esercitando una pressione straordinaria sulle risorse del pianeta, con conseguenze sull ambiente, sul riscaldamento climatico, sulla scarsità d acqua e di cibo. Una stima di John Beddington, capo dei consulenti scientifici del governo inglese, ci dice che, da qui al 2030: La domanda di cibo crescerà del 40%, La domanda d acqua potabile crescerà del 30% 6

7 La concentrazione di gas serra si avvicinerà pericolosamente alle 450 parti per milione La temperatura globale crescerà di 0,55 C Il livello dei mari crescerà di 12 centimetri Il numero di auto e camion in circolazione raddoppierà 2 miliardi di persone soffriranno la fame 3,2 miliardi di persone vivranno con meno di 2 dollari al giorno ACCESSO ALL ELETTRICITÀ ED ENABLING ELECTRICITY Vi è poi un altra forma di povertà che continuerà ad affliggere l umanità: la povertà energetica. Sempre Beddington stima che la domanda di energia crescerà del 45% al L elettricità è un motore straordinario di crescita e prosperità. Purtroppo, come evidenziato dalla IEA (l Agenzia Internazionale dell Energia), 1,4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all elettricità e un altro miliardo di persone subisce frequenti interruzioni di corrente. Inoltre, 2,7 miliardi di persone devono affidarsi all utilizzo delle forme più tradizionali di biomasse per cucinare o illuminare le loro abitazioni, con ricadute sulla salute e la vita di ogni giorno. Ciò rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla diminuzione della povertà e al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite. L energia può aumentare la produzione industriale e agricola, creare lavoro, migliorare l educazione e l assistenza sanitaria e aprire nuove opportunità di sviluppo per tutti. Per fronteggiare questa sfida, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha dedicato l anno 2012 alla lotta alla povertà energetica, dichiarandolo Anno Internazionale dell Energia Sostenibile per tutti. Enel ha risposto a questo appello attraverso il programma Enabling Electricity : una serie integrata di iniziative nelle parti più vulnerabili del pianeta soprattutto l America Latina per assicurare un nuovo tipo 7

8 di diritto universale: il diritto alla luce. Enabling Electricity si basa su tre tipi di intervento. 1. progetti che garantiscono accessibilità tecnologica e infrastrutturale; 2. progetti che abbattono le barriere economiche nelle aree a basso reddito (come Ecoelce); 3. progetti di formazione tecnica e creazione di capacità professionali I progetti di Enabling Electricity hanno già garantito l accesso all elettricità a un milione di persone. Enel si è impegnata all Assemblea Generale dell Onu dello scorso Settembre, a un obiettivo ancor più ambizioso: raddoppiare questo numero nei prossimi tre anni. Crediamo sia questo il contributo che una grande multinazionale debba fornire a una economia solidale e a uno sviluppo sostenibile. Imparando a far bene facendo il bene. 8