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1 II^ SOTTOPROCESSO: Costruzione del METAPLAN Piano Strategico di Area Vasta e predisposizione del Piano Urbano della Mobilità Documento A ANALISI DI CONTESTO Maggio 2009

2 COORDINATORE del Piano Strategico Area Vasta Tarantina: Arch. Vincenzo LA GIOIA Segreteria Ufficio di Piano Sig.ra Stefania CAPUTO (Comune di Taranto) Sig.ra Palma PIGNATELLI (Comune di Taranto) P.I. Gianfranco SPERTI (Comune di Taranto) Sig. Danilo Tribbia (Comune di Taranto Il presente Documento è stato redatto a cura di: ANALISI DEMOGRAFICA e Coordinamento Dott. Angela Scianatico Dott. Candida Bitetto IL SOCIALE NALL AREA VASTA TARANTINA Dott. Antonio Aurora ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO Dott. Pier Paolo Pontrandolfo Dott. Barbara Sozzi Ing. Tiziana Ferrigni SISTEMI MUSEALI E ARCHEOLOGIA Dott. Silvia De Vitis IL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Prof. Ing. Vincenzo Simeone Dott. Ing. Mauro De Molfetta Dott. Ing. Arcangelo Abatemattei LA PROGRAMMAZIONE URBANISTICA PAESAGGIO Arch. Giuseppe Trovato Le informazioni relative a: IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE Sono tratte dal PIANO URBANO DI MOBILITA Redatto dalla SINTAGMA pag. 2 di 193

3 Il Piano Strategico dell Area Vasta Tarantina è stato elaborato CONSULENTI INTERNI con il contributo di: CONSULENTI ESTERNI Consulenti Senior: Dott. ssa Candita BITETTO Dott. ssa Silvia DE VITIS Arch. Matteo DI VENOSA (Collaborazione: Arch. Claudia GRANIGLIA) Geom. Bice DONVITO Dott. Pierluigi FARELLA Arch. Gianmichele PANARELLI Prof. Ing. Pierpaolo PONTRANDOLFO Dott. ssa Angela SCIANATICO Prof. Ing. Vincenzo SIMEONE Arch. Giuseppe TROVATO Soc. TINOVE s.r.l. Consulenti Junior: Ing. Arcangelo ABATEMATTEI Arch. Laura BUONFRATE Arch. Enrico GRIFONI Ing. Cosimo MARINO Arch. Massimo PRONTERA Dott. ssa Barbara SCOZZI Consulente VAS (Valutazione ambientale Strategica) Dott. Ing. Angelo Micolucci PIANO URBANO DELLA MOBILITA : SINTAGMA s.r.l. STAGISTI: Ing. Tiziana FERRIGNI Arch. Lucia RESTANO Area Tecnica: Arch. Paolo CARAMIA (Provincia di Taranto) Ing. Angelo CIMINI (Provincia di Taranto) Arch. Giuseppe CITO (Comune di Taranto) Ing. Mauro DE MOLFETTA (Comune di Statte) Geom. Giuseppe FONTANELLA (Comune di Taranto) Ing. Luciano GRIMONTE (Unione dei C. Montedoro) Geom. Martino LACATENA (Comune di Taranto) Geom. Antonio MANCINI (Comune di Taranto) Geom. Pietro MICELI (Comune di Taranto) Arch. Giovanni NARRACCI (Comune di Grottaglie) Geom. Vincenzo PICCOLO (Comune di Taranto) Geom. Nicola PRUNELLA (Comune di Taranto) Geom. Antonio Franco VENUTO (Comune di Taranto) Arch. Bartolomeo ZIZZI (Comune di Taranto) Area Amministrativa : Sig. Egidio ALBANO (Comune di Taranto) Dott. Antonio AURORA (Comune di Taranto) Dott.ssa Annalinda BELIO (Provincia di Taranto) Sig.ra Stefania CAPUTO (Comune di Taranto) Avv. Maddalena COTIMBO (Comune di Taranto) Dott.sa Giuseppina DI CESARE (Comune di Crispiano) Dott.sa Maria F. DE FRANCESCO (C. di Taranto) Sig. Franco DE PONZIO (Provincia di Taranto) Sig.ra Maria FESTINANTE (Comune di Taranto) Sig.ra Antonella FRUGIS (Comune di Taranto) Sig.ra Anna Maria GALLONE (Comune di Taranto) Sig.ra Barbara GAMBILLARA (Provincia di Taranto) Sig. Giuseppe GUGLIERSI (Comune di Taranto) Dott.ssa Maurizia MERICO (Comune di S. Giorgio) Dott.sa Marisa MICCOLI (Comune di Crispiano) Sig.ra Grazia PARIS (Comune di Taranto) Sig.ra Palma PIGNATELLI (Comune di Taranto) Sig. Pierluca ROMANO (Comune di Taranto) Sig. Antonio ROSSETTI (Comune di Taranto) Sig.ra Rita RUSSO (Comune di Taranto) Sig. Simone SEBASTIO (Comune di Taranto) P.I. Gianfranco SPERTI (Comune di Taranto) Sig.ra M. Vincenza TAGLIENTE (Comune di Taranto) Sig. Danilo TRIBBIA (Comune di Taranto) pag. 3 di 193

4 INDICE PREMESSA 1. ANALISI DEMOGRAFICA 1.1 Introduzione 1.2 Il territorio di riferimento 1.3 Le caratteristiche dell AREA Vasta Tarantina 1.4 La popolazione 1.5 La dinamica demografica 1.6 La struttura della popolazione L APPROFONDIMENTO Sociologico Taranto: Il fenomeno migratorio 2. IL SOCIALE 2.1 Introduzione 2.2 I livelli essenziali di assistenza ed il sistema dei bisogni sociali 2.3 I punti di sofferenza del quadro sociale 3. ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO 2.4 Introduzione Quadro di sintesi Sistemi Locali del Lavoro Piani Insediamenti Produttivi Aree PIP Il modello di sviluppo dell Area 2.5 La formazione del Valore Aggiunto 2006/ Commercio con l estero e Internazionalizzazione delle imprese 3.4 Capacità innovativa delle imprese locali 3.5 Il tessuto produttivo Il settore primario Agricoltura Pesca, Piscicoltura e Servizi connessi Estrazione di minerali pag. 4 di 193

5 3.5.2 Il settore secondario Attività manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Costruzioni Il settore terziario Analisi 3.5 I Forum 3.7 Considerazioni di sintesi 3.8 Analisi SWOT 4. TURISMO 5. SISTEMI MUSEALI I poli della fruizione E ARCHEOLOGIA 5.1 I centri storici 5.2 I musei 5.3 Le Isole 5.4 I parchi archeologici 5.5 Le aree archeologiche 5.6 Considerazioni di sintesi 6. IL QUADRO DI Ambiente fisico e difesa del suolo RIFERIMENTO 6.1 Inquadramento geomorfologico AMBIENTALE 6.2 Caratteri climatici e loro incidenza sul territorio 6.3 Idrografia superficiale e vulnerabilità idraulica 6.4 Acque sotterranee e sorgenti 6.5 Coste Stato dell ambiente e inquinamento 6.6 Aria 6.7 Acqua 6.8 Rifiuti 6.9 Bonifiche dei siti contaminati 6.10 Energia 7. LA PROGRAMMAZIONE 7.1 La programmazione urbanistica generale URBANISTICA 7.2 La pianificazione urbanistica esecutiva PAESAGGIO 7.3 Il paesaggio pag. 5 di 193

6 8. IL SISTEMA 8.1 Introduzione INFRASTRUTTURALE 8.2 Il sistema stradale 8.3 Il sistema ferroviario 8.4 Il trasporto pubblico urbano su gomma 8.5 Il trasporto pubblico extraurbano 8.6 Domande crescenti e risorse calanti 8.7 Il sistema portuale 8.8 Il Distripark Agrimed ed il nuovo mercato ortofrutticolo all ingrosso 8.9 La piastra logistica del porto di Taranto 8.10 Le relazioni tra il sistema portuale jonico e l aeroporto di Taranto Grottaglie Appendice All Analisi di contesto sono allegati, nella versione integrale, gli Studi di seguito elencati. Rispetto a tali temi, nei Capitoli o 5 e 6 è stata riportata la sintesi. Elenco degli Studi integrali allegati: SISTEMI MUSEALI E ARCHEOLOGIA A cura di: Silvia De Vitis L AMBIENTE FISICO E I PROBLEMI LA DIFESA DEL SUOLO A cura di: Prof. Ing. Vincenzo Simeone Dott. Ing. Arcangelo Abatemattei AMBIENTE ED INQUINAMENTO A cura di: Dott. Ing. Mauro De Molfetta Dott. Ing. Arcangelo Abatemattei pag. 6 di 193

7 PREMESSA Ogni Progetto o Piano deve necessariamente procedere attraverso uno Schema di Programma, utilizzando un Metodo_di_Approccio Strategico, elastico e adattabile, che fornisca il quadro di riferimento indispensabile per prefigurare nel tempo gli interventi di tutte le parti in causa, Pubbliche e Private, finalizzati ad esaudire i "desiderata" dei cittadini coinvolgendoli nei meccanismi di progetto per il "divenire del territorio" nel quale vivono ed hanno i loro interessi. In linea di massima lo Schema di Programma dovrebbe tener conto di alcuni principi che devono guidare gli orientamenti generali e le scelte particolari di seguito sinteticamente indicati: Qualsiasi progetto per un territorio, in qualunque dimensione ed ambito sia pensato e promosso, è un "Progetto Sociale" mirato non solo a migliorare la qualità della vita, ma ad offrire in eguale misura a tutti i cittadini da un lato opportunità di lavoro e di integrazione sociale, dagl'altro uno strumento di difesa per le fasce sociali più deboli. E' fatto comunemente accettato che gli interventi sugli agglomerati urbani ed i loro territori non possono avere come unico scopo il ripristino architettonico e funzionale delle sue parti, ma anche l'obiettivo di introdurre miglioramenti sociali e una maggiore equità nella distribuzione delle opportunità. Esistono costi in campo sociale che la comunità deve accettare anche a detrimento di alcuni aspetti di funzionalità e di economia di gestione. Qualità urbana e sviluppo socio economico sono fattori strettamente interdipendenti. La qualità dell'ambiente è in grado di condizionare tanto il divenire dei territori quanto le opportunità dell'area tarantina di emergere nel confronto con altre aree del Paese. Ogni trasformazione spaziale e di assetto deve essere inquadrata in una ricerca di continuità per contribuire ad una maggiore coerenza del paesaggio urbano. La diversità e l'interdipendenza delle parti che formano l'essenza di un territorio (Area Vasta Tarantina) devono essere accettate e sottolineate in ogni operazione, in modo da attuare un effetto di trasversalità che conferisca loro i valori dell'identità all'interno di una visione unitaria. Da qui la necessità di un dibattito pluridisciplinare e di una concertazione preventiva allargata a tutte le componenti interessate alle trasformazioni. Una ipotesi di assetto non è mai un punto dì arrivo finale; è la conclusione di una fase e la base di partenza per quella successiva; ognuna deve essere sufficientemente elastica da accogliere le modifiche che con il tempo e con gli sviluppi del programma si renderanno necessario. Un tale programma potrà essere sviluppato attraverso un Percorso Progettuale che si articoli nei termini seguenti: la formulazione di idee guida semplici e chiare, che ottengano il consenso delle parti in causa, per caratterizzare la trasformazione di Tarante e del suo territorio negli aspetti sociali, economici, funzionali ed ecologico ambientali (IDEE DI SOCIETÀ'); la scelta dei temi luogo che permettano di studiare concretamente le strategie locali d'intervento e la loro collocazione all'interno della strategia d'insieme (SIMULAZIONI E SCENARI PER LA VERIFICA DEL METODO); la definizione dei singoli obiettivi con la proposta di azioni a breve e medio termine nel quadro delle trasformazioni morfologiche e funzionali dell'area tarantina (INDIVIDUAZIONE E RICOSTRUZIONE DEI SISTEMI ATTRAVERSO PROGETTI PILOTA). pag. 7 di 193

8 Ed, allora, la prima preoccupazione deve riguardare il conferimento a ciascuna Sub Area o Unione di Comuni di una sua qualità intrinseca e peculiare alla sua storia perché ognuna di loro possa assumere un proprio carattere ed una propria identità e personalità. Per Taranto il discorso è più particolare in quanto è una città eterogenea, il cui carattere principale è dato da una singolare struttura urbana fondata sulla frammentazione per parti che sembrano essere aspetti di realtà diverse. E' molto interessante come è stata definita la città di Taranto da alcuni esperti e docenti universitari: o o per alcuni essa è "Città Corona" il cui effettivo centro di gravita è rappresentato dalla grande distesa del Mar Piccolo che, con i suoi bordi, costituisce una delle situazioni ambientali più belle, stimolanti e non sfruttate di tutto il Sud italiano; per altri un "Arcipelago Territoriale" costituito da diverse "Isole Insediative", caratterizzato da una marcata disarticolazione dell'intero sistema urbano. Comunque l analisi storica e l osservazione dei fenomeni sembrano indicare che Taranto è passata da una "Società Accentratrice" ad una "Società Disgregatrice e Disomogenea" per l'intera area sulla quale insiste. L'ascensore per i tarantini compresi nell'area Vasta non può che rispondere alle regole della globalizzazione, puntando su prodotti/servizi di eccellenza o strategici e sulla qualità, sul marchio. In sintesi, L'Area Vasta Tarantina deve cercare di creare una identità propria, imponendo ai vari pubblici, interni ed internazionali, un "MARCHIO", accettato dai suoi abitanti, accertato e riconoscibile, che rappresenti la comunità dei cittadini. pag. 8 di 193

9 ANALISI DEMOGRAFICA 1.1 Introduzione Le politiche di intervento di sviluppo, sia economico che sociale, su aree limitate del territorio comportano la necessità di conoscere più capillarmente possibile le realtà locali. Il Documento delle Analisi Territoriali, costruito come sfondo alle azioni del Piano Strategico dell Area Vasta TARANTINA, tenta un approccio di tipo selettivo, mettendo in evidenza, fra i temi della demografia, gli aspetti di maggiore significatività. I temi delineati unitamente a quelli connessi con la situazione sociale ed economica e le rappresentazioni derivanti costituiscono, dal punto di vista tecnico scientifico, elementi di conoscenza necessari per strutturare la discussione ed il coinvolgimento degli attori del piano, fornendo un sistema di conoscenze analitiche a supporto delle decisioni collettive. Lo studio e l approfondimento dei temi si fonda su un set di indicatori adottati per descrivere il contesto territoriale ed il dimensionamento dei processi demografici in atto sia in termini qualitativi che in termini quantitativi, tenendo sempre presente che il raffronto di dati su situazioni localizzate nel tempo e/o nello spazio consente di ricostruire un quadro complessivo inteso quale tendenza attendibile e non quale precisa situazione. Le informazioni più articolate e diffuse al livello territoriale comunale sono state individuate nei dati ISTAT. pag. 9 di 193

10 1.2 Il territorio di riferimento Il territorio dell'area Vasta coincide, con esclusione di Martina Franca, con l intera provincia di Taranto e comprende, oltre il capoluogo, 27 comuni. L Area Vasta con esclusione della città di Taranto che presenta caratteristiche a sé stanti è un area che nel complesso presenta caratteri di omogeneità, anche se coesistono aree rurali interne di bassa e media collina e tratti costieri e pianeggianti. pag. 10 di 193

11 I 28 comuni dell'area Vasta occupano complessivamente una superficie di poco più di duemila chilometri quadrati, pari all 11% circa dell intero territorio regionale. Castellaneta, con l 11,2% dell intera superficie territoriale dell Area Vasta, è il comune di più ampie dimensioni, seguito da Taranto e da Mottola. Monteparano, di contro, con i suoi 3,74 Kmq, rappresenta il meno vasto dei comuni. L area è caratterizzata per poco meno del 70% circa da bassa collina interna (altitudine media superiore ai 100 metri sul livello del mare punta massima di 505 metri del comune di Mottola) e per il restante 30% circa, da una fascia costiera pianeggiante. L intera zona è a sismicità bassa o minima. Di notevole rilievo appaiono i fenomeni epigei con le peculiari gravine carsiche lungo il versante ionico che comprende il territorio dei comuni di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra e Palagianello, che potremmo definire "la Murgia delle Gravine", e che corrisponde alla porzione sud orientale dell'altopiano delle Murge. pag. 11 di 193

12 1.3. Le caratteristiche dell Area Vasta Tarantina La società della Provincia di Tarante compresa nell'area Vasta la si può definire un'area a 3 assi di sviluppo: La zona occidentale, da Ginosa a Massafra attraverso le Murge Tarantine, a "vocazione agricoloturistica", con le sue punte di eccelenza: il mare da Marina di Taranto a Castellaneta Marina e Ginosa Marina (bandiera blu per le sue acque ed i servizi); gli agrumeti e l'ortofrutta; i percorsidelle gravine. La Città di Taranto, zona a forte vocazione industriale e storico insediamento militare (Marina Militare dal 1881), con tutte le problematiche ad essa connesse e 2 punte di eccellenza ancora da ri lanciare e/o re inventare: il Porto Mercantile e la sua retroportualità ed il Museo Nazionale (MARTA), come volano per un turismo culturale ed archeologico nazionale ed internazionale. La zona orientale, da Grottaglie ad Avetrana, a vocazione viti vinicola (il territorio di Lizzano ed il Primitivo di Manduria) ed eno gastrono mica con possibilità di sviluppo agrituristico, vista la prossimità di una costa mista sabbioso rocciosa con un mare di qualità elevata ed un' area salentina facilmente raggiungibile: Brindisi (aeroporto e porto turistico per la Grecia e Turchia) e Lecce (barocco leccese, mare e cultura delle masserie). Una nota a parte, nella zona, rappresenta il Polo_aeronautico di Grottaglie (Alenia Composite) per l'alto valore aggiunto rappresentato dalle tecnologìe avanzate e dal livello del personale dello stabilimento in fase di ulteriore sviluppo, con ricadute ancora da valutare nell'intero territorio tarantino. pag. 12 di 193

13 1.4 La popolazione La popolazione residente dell'area Vasta nel 2006 è di oltre 530 mila abitanti, pari a poco più del 13 % della popolazione della Regione, con la seguente distribuzione: pag. 13 di 193

14 Oltre al capoluogo, con i suoi poco meno di 200 mila residenti circa, dei 27 comuni dell Area Vasta, tre presentano una popolazione di poco superiore ai 30 mila abitanti, un solo comune supera i e 5 sono al di sotto dei residenti (dati al 2006). La zona maggiormente popolata coincide con il capoluogo di provincia. Il comune di Taranto, infatti, oltre a rappresentare il 37% circa dell intera popolazione dell Area Vasta, possiede il più alto indice di densità demografica con più di 900 abitanti per chilometro quadrato, mentre i comuni di Castellaneta e Mottola, (i comuni, insieme a Taranto, più estesi) risultano essere i meno densamente popolati con meno di 80 abitanti per km quadrato (vedi Tabella 1). Senz altro significativo è il dato relativo al comune di Monteparano che con meno di abitanti presenta una densità di popolazione di oltre 600 abitanti per Kmq. Anche comuni, ancorché di modeste dimensioni quali Carosino, Monteiasi, Pulsano e San Giorgio Ionico risultano essere densamente popolati (oltre 500 abitanti per Kmq con San Giorgio che con i suoi 16 mila residenti circa supera i 650). I comuni che nell ambito dell area fanno emergere il più coerente rapporto superficie/popolazione risultano essere Fragagnano e Massafra. L Area Vasta, infine, presenta una densità di popolazione (248/Kmq) mediamente più elevata rispetto a quella regionale (210/Kmq). pag. 14 di 193

15 1.5 La dinamica demografica La dinamica demografica dell Area Vasta negli ultimi quindi anni (/2006), presenta un andamento negativo rispetto alle linee di tendenza registrate sia a livello regionale che del Mezzogiorno continentale d Italia (Tabella 2). pag. 15 di 193

16 La popolazione regionale e meridionale, nel decennio che va dagli inizi degli anni 90 alla fine del millennio, ha registrato tassi di crescita se non negativi, prossimi allo zero con recuperi significativi solo nel corso dell ultimo quinquennio sostenuti in parte dall immigrazione. L Area Vasta ha registrato, per gli intervalli esaminati fino al 2001, una performance comples sivamente ancor più negativa sia a quella registrata a livello meridionale che a livello regionale. L ultimo quinquennio si caratterizza per una stasi della flessione della popolazione (da negativa, la crescita, per l area vasta, è nulla ). In realtà l Area Vasta sconta il forte declino demografico del capoluogo che nel corso degli ultimi quindici anni ha perso circa 23 mila unità (al netto della perdita dei circa 16 mila residenti nel 1994, per la costitu zione del comune di Statte) a causa sia di una minore natalità rispetto agli altri territori ma, in particolare, di un saldo migratorio sempre fortemente negativo (Tabelle 3 e 4). pag. 16 di 193

17 Fonte ISTAT Elaborazioni: Profin Service S.r.l. pag. 17 di 193

18 Osservando le tabelle 3 e 4 si evidenzia che: la variazione della popolazione della regione Puglia e del Mezzogiorno continentale legata a cause naturali (nascite e morti) risulta sempre positiva, mentre appare evidente, dall'andamento dei saldi migratori, come ambedue le aree (con esclusione degli anni dal 2002 al 2004 ed il 2006) abbiano ceduto popolazione; la dinamica naturale delle popolazioni dei Comuni di Area Vasta, in linea con le altre aree di raffronto, pur presentando saldi positivi non è riuscita a coprire il forte processo emigratorio verso l interno che, però, se non interrotto, si è fortemente attenuato nell ultimo quinquennio. A partire dal 2001, il numero dei residenti immigrati regolari sul territorio italiano è aumentato in modo esponenziale, (coinvolgendo in misura molto più modesta anche il mezzogiorno continentale). Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, in un anno, tra la fine del 2004 e la fine del 2005, il numero di immigrati regolarmente residenti in Italia è aumentato di oltre 300 mila unità ed al 2006 costituisce il 5% della popolazione. Il 10,3% delle nascite avvenute nel 2006, infine, ha riguardato bambini stranieri. Nel mezzogiorno, al 2006, i residenti immigrati assommano a unità, pari all 1,7% circa della popolazione. In Puglia la percentuale scende a poco meno dell 1,3%; l Area Vasta presenta un incidenza della popolazione straniera dello 0,6% (a tal proposito è interessante notare che il saldo migratorio dell Area Vasta con l estero, negli ultimi tre anni, presenta un segno positivo e, seppur lieve, in continua crescita) che scende allo 0,3% per il comune capoluogo. Le tabelle che seguono (4a, regione Puglia e 4b, Area Vasta) rendono ancor più evidenti l andamento demografico dell ultimo quinquennio. La tabella 4c, infine, fornisce i dati relativi ai tassi di natalità e mortalità registrati sempre nell ultimo quinquennio 2002/2006 relativi all Area Vasta ed alla Regione Puglia. pag. 18 di 193

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20 La dinamica demografica dell Area Vasta, infine, ampliata agli ultimi 25 anni, presenta tre distinte fasi (tabella 5): la prima durante tutti gli anni 80 di forte ascesa, dovuta ad un saldo naturale particolarmente positivo; la seconda, che riguarda i primi 7/8 degli anni 90, di stasi nella crescita; la terza, a partire dal 1997, di forte decremento della popolazione residente dovuta ad una flessione continua del saldo naturale abbinata ad un flusso migratorio costantemente elevato; questa fase negativa si è bloccata a partire dal 2001/2 al punto che la popolazione, negli ultimi cinque anni, è rimasta invariata. pag. 20 di 193

21 Dall'analisi delle variazioni registrate negli 25 anni, emerge, quindi, una tenuta della popolazione (anche se, come vedremo, di età completamente diversa) di tutti i comuni dell Area Vasta (dai poco meno di 530 mila residenti del 1981 ai poco più di 530 mila residenti del 2006) anche se con significative differenze tra il capoluogo della provincia e gli altri comuni dell area vasta. Il comune di Taranto, infatti, presenta negli ultimi 25 anni un andamento della popolazione costantemente in flessione con una diminuzione della popolazione residente di circa unità di cui poco meno di 16 mila dovuta al distacco, nel 1994, dell allora costituendo comune di Statte. Anche senza considerare il distacco, il capoluogo registra comunque, negli ultimi 25 anni, una flessione di circa il 13% della popolazione residente, compensata dagli incrementi registrati negli altri comuni dell area (Tabelle 6 e 7). pag. 21 di 193

22 Per per le tabelle e grafici 5, 6 e 7 la fonte dei dati è ISTAT; le elaborazioni sono della Profin Service S.r.l. Approfondendo l analisi, suddividendo per sesso e per fasce di età la popolazione residente nel 2006 (tabella 8), e raffrontando l Area Vasta con la Regione Puglia, emerge che presentano ambedue valori analoghi, atteso che : pag. 22 di 193

23 la distinzione per sesso è poco significativa sia per la regione (circa 50% ognuno) che per l Area Vasta, anche se la lieve prevalenza delle donne è dovuta alla maggiore longevità di queste ultime rispetto ai maschi (fino a 30 anni la prevalenza è maschile); per fasce di età, le differenze sono modeste con una leggera prevalenza di giovani nella regione ed una modesta prevalenza degli anziani nell area vasta. L età media (40,27 per l area vasta contro 40,03 per la regione), unitamente agli altri indicatori (di dipendenza strutturale e di vecchiaia), peraltro, confermano quanto sopra. pag. 23 di 193

24 La tabella 9, relativa all andamento della popolazione residente nell ultimo quinquennio suddivisa per fasce di età (5 anni), mette in evidenza oltre all invecchiamento generale (in modo particolare gli ultra ottantenni) e la natalità in continua flessione (fenomeno che riguarda l area vasta nel suo insieme ma in modo significativo il capoluogo) la forte flessione di popolazione al di sotto dei 35 anni (in modo particolare dai 20 ai 30 anni) che fa intuire un processo di emigrazione dei giovani verso università ed imprese esterne. In estrema sintesi l Area Vasta presenta una popolazione che cresce poco e che tende a perdere le sue forze più vitali. (dati ISTAT; elaborazioni Profin Service S.r.l.) pag. 24 di 193

25 1.6 La struttura della popolazione La piramide dell'età mostra in modo efficace quale è stata nel tempo l'evoluzione della struttura della popolazione dell'area Vasta. Viene di seguito riportata la tabella 10 che evidenzia l'evoluzione della struttura della popolazione dell'area Vasta per fasce d'età nel periodo Fonte dati: ISTAT; elaborazioni: Profin Service S.r.l. pag. 25 di 193

26 Analogamente a ciò che accade nei Paesi con sviluppo avanzato, la parte bassa della piramide dell'età, alimentata da un flusso di nascite che si riduce anno dopo anno, va assumendo una forma di fuso. Al 2006, rispetto al 1982, risulta evidente: la forte riduzione della base della piramide dell'età a causa della denatalità; la parte centrale in aumento in conseguenza dell avanzare dell età dei nati negli anni 60, '70; il notevole aumento della parte apicale della piramide (popolazione anziana) dovuto sia al rientro di vecchi emigranti, ma soprattutto all innalzamento della speranza di vita (in circa 30 anni è aumentata la speranza di vita alla nascita, che da meno di 74 anni nel 1980, è salita a più di 80 nel 2005, con un guadagno di quasi 7 anni. E le prospettive nel breve/medio periodo sono per ulteriori rialzi). Dalla forma di una piramide delle età si può "leggere" la storia demografica per lunghi periodi di una popolazione; a seconda della forma si deduce ridotta mortalità con nascite costanti (al limite si ottiene un rettangolo) ridotta mortalità con nascite in calo (al limite un trapezio con la base inferiore più corta) elevata mortalità infantile (base molto larga che si restringe prima molto velocemente e poi meno velocemente) costante mortalità generale (tipica forma piramidale che da il nome al tutto) singole particolarità mostrano: improvvisi e brevi cali di natalità dovuti alle guerre o altri eventi particolari ("incisioni" simili per uomini e donne) immigrazioni o emigrazioni in età lavorativa (squilibrio tra uomini e donne in ampie fasce di età contigue) In linea con le proiezioni ISTAT relative al 2050 riferite alla popolazione italiana, tale tendenza dovrebbe grazie anche al processo di immigrazione in atto accentuarsi nei prossimi trenta anni. Le tabelle ed i grafici seguenti espongono la ripartizione percentuale per fasce di età e per sesso della popolazione residente nell ambito dell area vasta, della città di Taranto e dell intera regione. Oltre a constatare una maggiore anzianità della popolazione in genere, colpisce la rapidità con la quale mutano i valori nel pur breve arco di tempo per il capoluogo della provincia. pag. 26 di 193

27 La tabella seguente (12) espone gli indicatori strutturali della popolazione per i Comuni dell Area Vasta, della Regione Puglia e dell intero mezzogiorno continentale (Abruzzi, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), registrati nel, nel 1996, nel 2001 e nel 2006, al fine di evidenziare ancor di più quale rapido mutamento della struttura della popolazione in genere, ma in particolare nell area vasta, sia in corso. pag. 27 di 193

28 Colpisce sicuramente l indice di vecchiaia dell Area Vasta che pur se sostanzialmente in linea con le altre aree (differenze tutto sommato, modeste) nel 2006, presenta un andamento più violento rispetto alle altre aree, nel periodo considerato (nel era 10 punti percentuali in meno rispetto alla regione). Quando il valore di tale rapporto è prossimo all'unità (100%, nel nostro caso) significa che vi è un sostanziale equilibrio tra la fascia di popolazione dei giovani e quella degli anziani. Ma un valore superiore significa un progressivo invecchiamento della popolazione e quindi una minore probabilità di crescita naturale della stessa. Nel periodo considerato, per 100 individui con meno di 15 anni d'età, il numero degli individui con più di 64 anni d'età è cresciuto mediamente di oltre 60 unità nei territori dell'area Vasta, 50 unità a livello regionale, contro un aumento di poco più di 40 unità registrato a livello Mezzogiorno continentale. L indice di dipendenza senile (dipendenza strutturale degli anziani), cioè il rapporto tra ultra sessantacinquenni (soglia convenzionalmente fissata in base all'età di uscita dal mondo del lavoro e collegata alla fase del pensionamento) e popolazione potenzialmente attiva (15 64 anni d'età) mostra segni più negativi per l area vasta rispetto alle altre. pag. 28 di 193

29 Il rapporto tra anziani e "grandi vecchi", intendendo per questi ultimi gli individui con oltre 75 anni di età (fascia di popolazione anziana che costituisce l'insieme di persone realmente interessato dalle problematiche legate alla vecchiaia), evidenzia una consistenza minore per l Area Vasta rispetto ai dati regionali (42,8% contro il 46,6%). La tabella 13, infine, che riguarda l andamento degli indicatori strutturali per un periodo più lungo risalendo all inizio degli anni 80, fino al 2006, pone in evidenza come l andamento complessivo sia pressoché uniforme per tutte le aree prese in considerazione (Italia, Puglia, Area Vasta e città di Taranto). Balza agli occhi, però, il mutamento di rotta, a partire degli anni 90, dell indicatore giovanile per l Italia, dovuto al fenomeno dell immigrazione, in particolar modo nell Italia del centro e del nord est, ed alla ripresa di una natalità più vivace, anche questa prevalentemente dovuta a cittadini non italiani. Considerando il ritardo del mezzogiorno in genere rispetto all intera nazione, ed i diversi momenti in cui si sono incrociati gli indicatori giovanile ed anziani, è fortemente probabile che il medesimo mutamento di rotta si verifichi anche nelle nostre zone ancorché con un ritardo di circa un quindicennio. A completamento delle riflessioni sui dati demografici dell Area Vasta si riporta la composizione dei nuclei familiari per numero di componenti confrontati con i dati regionali, meridionali e dell Italia intera. pag. 29 di 193

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31 All'interno del processo di modifica della famiglia nell ambito dell Area Vasta, si può notare che il parallelo processo di maggior invecchiamento dei suoi componenti, ha impresso una forte spinta all'incremento delle famiglie formate da un solo nucleo (le famiglie composte da una o due persone prevalentemente anziani rappresentano oltre il 42% del totale delle famiglie dell Area Vasta, percentuale di poco superiore a quella registrata per la Regione e per il Mezzogiorno, ma ancora lontana dal poco meno del 52% registrato per l Italia intera). ed in particolare di quelle composte da una persona sola che rappresentano circa il 18% del totale contro il % circa di dieci anni prima (censimento ). pag. 31 di 193

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33 L APPROFONDIMENTO SOCIOLOGICO a cura di Antonio Aurora: TARANTO: IL FENOMENO MIGRATORIO Tra il 1995 ed il 2004, persone hanno lasciato il nostro territorio; si sono trasferite in altre province, si sono trasferite all'estero. Ogni anno, a partire dal 2001, c'è un 5% di forza lavoro tarantina che lascia il nostro capoluogo, soprattutto al Nord Italia (Nord Est) ed anche all'estero. Nel a Taranto si contavano residenti. Da quindici anni a questa parte, ogni anno, i dati ufficiali dell'istat hanno dovuto registrare un costante esodo di un migliaio di persone/anno fino a giungere ai del 2002 e scendere successivamente ai del 31 dicembre 2006 (fonteistat). Quindi, dal ad oggi hanno abbandonato la propria città cittadini. E l'esodo continua; anzi, in questi anni si fa sentire sempre più pesante in termini numerici e sociali. Siamo di fronte ad una vera e propria fuga per sfuggire alla paura dell'incertezza, alla paura di entrare in un tunnel dove non si intravede in lontananza la luce. L'emigrazione cittadina va di pari passo con l'acuirsi della crisi economica del territorio, con la sfiducia che ormai è comune alla quasi totalità delle famiglie tarantine, con la mancanza di prospettive concrete di svilup po, con il peggiorare della qualità della vita (102 posto nella classifica del Sole 24ore), con le paure e i timori dei rischi sulla salute per l'inquinamento (e questo è un dato che ha portato molte famiglie a trasferirsi in altri comuni della stessa provincia jonica). Un giovane laureato tarantino ha così risposto alla domanda sul perché ha lasciato la nostra città: "Voglio vivere in una società dove il furbo perde, dove per lavorare non è necessario conoscere qualcuno, dove le tradizioni e la cultura locale sono ancora importanti, dove esiste ancora la generosità, dove non si vive solo di soldi. Semplicemente ha concluso voglio vivere in un paese normale". Le persone emigrano forse perché logorate dall'angoscia. Consapevoli che i loro sforzi non serviranno a nulla, che quello che riusciranno a costruire in un anno verrà distrutto da qualcun altro in un solo giorno. Convinte, soprattutto, le giovani famiglie con figli piccoli, che il futuro sia ipotecato, che con un po di fortuna forse loro potranno farcela, ma non i loro figli. Nel 2006 Taranto, secondo l'istat, ha registrato nati e morti, con un saldo negativo di 32 fra maschi femmine. Ma vi sono nuovi iscritti nei nostri registri anagrafici: da altri comuni e 165 dall'estero a fronte, però, di cancellazioni. Nessuno di questi concittadini, nel 2006, ha scelto la residenza all'estero, ma in altri comuni italiani, soprattutto in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia,Lazio, Piemonte. La città capoluogo al 31 dicembre 2006, contava famiglie, con una media di 2.4 componenti per famiglia. Anche nel totale lei comuni dell Area Vasta, aggregando i dati dei 28 comuni, si nota un ulteriore segno negativo. Nel 2006 hanno lasciato la provincia jonica 488 cittadini, rispetto ai 88 del 2005, ai 892 del 2004 ed alla crescita di 309 del pag. 33 di 193

34 Tuttavia, i singoli dell'area Vasta danno questa fotografia complessiva: 20 sono in crescita come numero di residenti e 8 in calo. Fra i comuni che registrano un segno positivo al primo posto si piazza Massafra (+205), seguita da Grottaglie (+136), Leporano (+97), Ginosa e Palagianello (+83), Monteiasi (+74), Carosino (+61), e poi man mano seguono in ordine decrescente gli altri comuni. Vi sono fenomeni che, anche nel corso del 2007, trovano conferma: dove si registrano possibilità di sviluppo e di occasioni di lavoro quelle aree registrano un incremento della popolazione residente. E' quel che successe a Taranto alla fine degli anni Sessanta con la costruzione del IV Centro Siderurgico. Oggi lo stesso discorso vale per Grottaglie, Carosino e Monteiasi che, con l'alenia, già prima che iniziasse la produzione, hanno cominciato a registrare segnali positivi nel saldo migratorio. C'è un particolare da tenere in debito conto. Questo fenomeno di recente immigrazione sta producendo un incremento vertiginoso dei costi delle abitazioni (acquisti e locazioni) che spingono molti di questi dipendenti a scegliere di abitare in ville sulla litoranea salentina. Segno negativo per gli altri dieci comuni jonici, con in testa Taranto con un 1.213, seguita da Montemesola ( 131), Sava ( 130), Manduria ( 103), Mottola ( 77), per arrivare ai 5 di Fragagnano. I dati del 2006 ci dicono che nei comuni dell'area Vasta risiedono cittadini stranieri, di cui 688 nel comune capoluogo. Nella provincia questi i dati più significativi: 350 a Manduria, 311 a Grottaglie, 255 a Massafra, 238 a Ginosa, 208 a S. Giorgio Jonico, 126 a Sava. Negli altri comuni jonici vi sono presenze irrilevanti sul piano numerico. Le aride cifre, tuttavia, non ci consentono di comprendere tante altre ragioni che spingono le persone a lasciare la propria terra. Vi sono coloro che per scelta di vita hanno voluto abbandonare la città; a questi si aggiungono coloro che hanno trovato una migliore condizione di lavoro fuori dalla propria terra. Ad esempio non si conosce il dato, pur rilevante a Taranto, di coloro che dopo la maturità hanno frequentato l'università fuori della propria regione ed han no avviato e consolidato la loro carriera professionale in altre città, sedi universitarie. I tarantini che, come suoi dirsi, si fanno onore "extra moenia" sono numerosi. e questo conferma un altro elemento: la mancanza di università a Taranto ha determinato una fuga dei cervelli le cui conseguenze paghiamo, tutti, ancora oggi. pag. 34 di 193

35 1. IL SOCIALE 2.1 Analisi demografica delle fragilità Anziani Con riferimento al territorio dell Area Vasta Tarantina e considerando i dati 2006, gli anziani, ovvero le persone dai 65 anni in poi, sono (17,10% della popolazione residente). Procedendo ad una suddivisione in due fasce d età distinte, emerge che anziani ricadono nella fascia d età anni, per una percentuale del 9,52% della popolazione residente, mentre (7,58% della popolazione) si collocano nella fascia 75 e oltre. Il grafico seguente illustra la situazione descritta. Popol. Residente anni 75 e oltre (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) Gli anziani nei singoli comuni Procedendo ad un analisi della popolazione anziana nei singoli comuni, sono state messe a confronto le percentuali degli anziani, suddivisi nelle due classi di riferimento (65 74 anni e 75 e oltre), ottenute rapportando il numero di questi ultimi al totale della popolazione residente in ogni singolo comune. pag. 35 di 193

36 Il grafico di seguito riportato illustra i risultati ottenuti. Torricella Statte Sava S. Marzano S. Giorgio Roccaf. Pulsano Palagiano Palagianello Mottola Monteparano Montemesola Monteiasi Massafra Maruggio Manduria Lizzano Leporano Laterza Grottaglie Ginosa Fragagnano Faggiano Crispiano Castellaneta Carosino Avetrana Taranto 75 e oltre anni (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) pag. 36 di 193

37 La tabella seguente indica i comuni in ordine decrescente di percentuale degli anziani sulla popolazione residente in ogni singolo comune. Comune % anziani % anziani % Tot anni 75 anni e oltre 1 Maruggio 11,85 9,68 21,53 2 Monteparano 10,68 9,32 19,99 3 Torricella 10,62 9,21 19,83 4 Montemesola 9,85 9,64 19,49 5 Sava 10,51 8,75 19,25 6 Avetrana 11,12 7,93 19,05 7 Fragagnano 10,67 8,28 18,95 8 Manduria 10,33 8,56 18,89 9 Taranto 9,96 8,22 18,17 10 Castellaneta 10,26 7,76 18,02 11 Mottola 9,29 8,35 17,64 12 Ginosa 10,08 7,50 17,58 13 Crispiano 9,75 7,21 16,96 14 Carosino 9,68 6,99 16,67 15 Laterza 8,82 7,85 16,66 16 Faggiano 9,27 7,07 16,34 17 Roccaforzata 8,34 7,60 15,95 18 Grottaglie 8,76 6,88 15,64 19 Monteiasi 8,47 7,13 15,60 20 Pulsano 8,63 6,77 15,40 21 Massafra 8,52 6,46 14,99 22 Lizzano 8,58 6,25 14,82 23 San Marzano 7,88 6,72 14,60 24 Palagianello 7,67 6,46 14,13 25 Palagiano 8,25 5,78 14,03 26 San Giorgio J. 7,92 5,46 13,38 27 Statte 8,35 4,87 13,22 28 Leporano 8,51 4,40 12,91 (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) pag. 37 di 193

38 I dati a livello locale seguono quindi lo sesso andamento registrato a livello nazionale caratterizzato da un forte squilibrio tra le classi anni, 75 e oltre e le classi 0 2 anni, 3 5 anni. La popolazione invecchia sempre più a fronte di un sostenuto calo delle nascite. A titolo indicativo si fa riferimento ad uno studio sociologico in base al quale nel 2023 in Italia saranno presenti 14,2 milioni di italiani di oltre 65 anni e 4,7 milioni con più di 80 anni. Avanza dunque la quarta età specie nella componente femminile. A fronte di tale situazione, si assiste ad una forte riduzione dell assistenza e del sostegno nelle reti famigliari per gli anziani non autosufficienti. Basti pensare che in Italia nei primi anni Settanta solo un ultra 65enne su cinque viveva da solo, nel 1990 uno su tre, nel 2003 uno su due. La varietà delle soluzioni che si profilano apre un vero e proprio cantiere del welfare mix: fornitura di aiuti in denaro senza condizioni; assegno di cura; assistenza in famiglia con appoggi esterni dei servizi; accesso regolato e fiscalmente sostenuto al mercato privato dei servizi; ricorso a prestatori formaliinformali (badanti); fornitura di buoni servizi; fornitura pubblica diretta sottoposta a criteri selettivi di gravità e condizione economica; ampliamento dei servizi domiciliari a base pubblica; introduzione di assicurazioni sociali obbligatorie di scopo; esperienze a base associativa, neo mutualistica, di prossimità, inserite in nuove linee di politica sociale locale. Al momento, l assistenza pubblica, prevalentemente residenziale e in misura modesta domiciliare, non raggiunge in Italia più del 2 3% delle classi d età più avanzate. È stata proposta, sull esempio tedesco, l introduzione di un apposita assicurazione previdenziale di scopo volta a sostenere i bisogni di cure e assistenza sociosanitaria di pensionati non autosufficienti. (Cfr. Dario Rei Sociologia e welfare Ed. Ellissi Gruppo Editoriale Esselibri Simone 2004). Sugli anziani si gioca dunque la validità delle future strategie di welfare, in particolare per quanto riguarda la non autosufficienza che si delinea in maniera sempre più marcata quale la grande emergenza delle società post moderne. A tal proposito il numero degli anziani non autosufficienti nel territorio dell Area Vasta di Taranto è di circa di cui circa sono gli anziani affetti da patologie quali il morbo di Alzheimer ed altre forme di demenza. Si precisa che il numero di posti disponibili in RSA nella Provincia di Taranto è di Infanzia e adolescenza Nel territorio di Area Vasta i minori sono complessivamente per una percentuale sulla popolazione residente del 18,76%. La fascia di età più rappresentativa è quella tra i 6 e i 10 anni (5,06% della popolazione residente in tutto il territorio); il 4,60% sono nella fascia anni, il 3,61 tra i 15 e i 17 anni, mentre le percentuali più basse riguardano la fascia d età 3 5 anni (2,78%) e la fascia 0 2 anni (2,71%) a testimonianza di un sensibile calo delle nascite che ha interessato l area negli ultimi anni. Il grafico di seguito indicato illustra la situazione dell infanzia e dell adolescenza nel territorio interessato. pag. 38 di 193

39 (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) L infanzia e l adolescenza nei singoli comuni Considerando le cinque fasce di età sopra individuate, il grafico seguente descrive la loro distribuzione nei comuni dell area interessata mentre la tabella successiva indica la classifica dei comuni in base all ampiezza delle cinque fasce d età considerate. pag. 39 di 193

40 Torricella Statte Sava S. Marzano S. Giorgio Roccaf. Pulsano Palagiano Palagianello Mottola Monteparano Montemesola Monteiasi Massafra Maruggio Manduria Lizzano anni anni 6-10 anni 3-5 anni 0-2 anni Leporano Laterza Grottaglie Ginosa Fragagnano Faggiano Crispiano Castellaneta Carosino Avetrana Taranto (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) pag. 40 di 193

41 Comune 0 2 anni % 3 5 anni % 6 10 anni % anni % anni % Tot.% 1 San Marzano 3,22 4,18 5,73 5,03 3,83 21,99 2 Palagiano 3,26 3,23 6,02 5,18 3,82 21,51 3 Palagianello 3,27 3,13 5,58 5,52 3,90 21,40 4 Laterza 3,24 3,06 5,82 5,07 4,09 21,28 5 Lizzano 3,15 3,11 5,53 5,12 4,23 21,15 6 San Giorgio J 3,34 3,15 6,16 4,64 3,60 20,88 7 Statte 3,40 3,24 5,38 4,83 3,64 20,48 8 Grottaglie 2,88 3,26 5,46 4,86 3,92 20,38 9 Ginosa 3,15 2,89 5,43 5,01 3,83 20,31 10 Carosino 2,94 3,15 5,71 5,00 3,42 20,22 11 Massafra 2,88 3,12 5,47 4,96 3,74 20,17 12 Roccaforzata 2,55 2,21 5,62 5,05 4,20 19,64 13 Castellaneta 2,79 2,85 4,80 5,18 3,26 18,87 14 Mottola 2,76 2,87 5,19 4,33 3,60 18,75 15 Sava 2,79 2,86 5,06 4,20 3,61 18,52 16 Pulsano 2,79 3,03 4,87 4,00 3,54 18,23 17 Crispiano 3,00 2,94 4,97 4,03 3,26 18,21 18 Manduria 2,75 2,75 4,82 4,25 3,61 18,19 19 Fragagnano 2,51 2,87 4,89 4,22 3,59 18,07 20 Leporano 3,14 3,05 4,76 3,94 3,17 18,07 21 Torricella 2,93 2,71 4,82 4,32 3,26 18,03 22 Avetrana 2,63 2,60 4,72 4,13 3,80 17,88 23 Monteiasi 3,18 2,65 4,77 3,91 3,32 17,83 24 Faggiano 2,85 2,62 4,39 4,11 3,79 17,77 25 Montemesola 2,05 2,29 4,69 4,90 3,56 17,49 26 Taranto 2,31 2,38 4,70 4,48 3,50 17,37 27 Monteparano 2,13 2,68 4,21 4,00 3,91 16,93 28 Maruggio 2,13 2,68 4,36 3,94 3,19 16,30 (Fonte: ISTAT 1 gennaio 2006) pag. 41 di 193

42 Per quanto riguarda i minori, l intervento sociale non è chiamato a contrastare solo le forme di disagio esplicito (abuso, maltrattamento), ma le forme di disagio sommerso, occultate fra la noncuranza affettiva e la scarsità di risorse di socializzazione, specie in ambiente urbano. In un contesto nazionale di risposte di welfare comunque scarse a sostegno delle responsabilità famigliari ordinarie (L. 328/00, art. 16), si segnalano le pratiche più recenti: l assegno per il terzo figlio di famiglie povere, che contrasta la riproduzione intra famigliare della povertà; la conciliazione fra tempo di lavoro e tempo di cura. La legge 53/2000 prevede l ampliamento al di là delle tradizionali astensioni obbligatorie per maternità dei congedi parentali anche per i padri e fino ali otto anni di vita del bambino; la concessione dell assegno una tantum per ogni nato dopo il primo; la diversificazione nell offerta di servizi per la prima infanzia 0 3 anni): asili nido pubblici (comunali), micronidi sperimentali, attuati a seguito della L. 285/97, nidi aziendali all interno dei posti di lavoro (legge finanziaria per il 2003); attività di care e badanza, fornite da imprese no profit e commerciali, esperienze a base associativa e cooperativistica, forme miste che combinano l attivazione sociale con supporti professionali forniti dall organizzazione pubblica. Riorientare in direzione dei bambini e degli adolescenti le strutture di un welfare che è venuto invecchiando insieme con le generazioni che ne hanno promosso il consolidamento, appare compito non agevole ma necessario. (Cfr. Dario Rei Sociologia e welfare Ed. Ellissi Gruppo Editoriale Esselibri Simone 2004) Tra l altro non vanno sottaciute le molteplici insidie che attentano alla salute e alla serenità dei ragazzi e dei bambini. Basti pensare all abuso di nuove sostanze in primis l alcool che vede coinvolti ragazzi sempre più piccoli o il coinvolgimento in fenomeni socialmente patologici (bullismo, teppismo, percorsi devianti). Nell area della pianificazione strategica di Area Vasta di Taranto sono 191 i soggetti segnalati dall Autorità Giudiziaria presi in carico dal Servizio Sociale per i Minorenni di Taranto. Grottaglie (23 casi), Ginosa (19 casi) e Manduria (17 casi), sono i comuni maggiormente coinvolti nel problema. Un problema da risolvere il prima possibile è la dispersione scolastica. Dai dati dell Ufficio Scolastico Provinciale risalenti all anno scolastico , emerge che il fenomeno si verifica già alle scuole elementari. Infatti, considerando gli abbandoni, le frequenze irregolari e i ritiri come area a rischio di dispersione, nella scuola elementare tale area interessa 454 soggetti per una percentuale sugli iscritti dell 1,56%. Nelle scuole medie si verifica un aumento del fenomeno con un area a rischio di 906 unità per una percentuale sugli iscritti del 4,35%. Esplode il fenomeno negli istituti superiori dove l area a rischio si estende a soggetti con una percentuale dell 11,03%. In particolare il problema si manifesta nei primi due anni degli istituti professionali. Molto elevato il livello di dispersione nell Istituto Archimede di Taranto con 212 abbandoni e 265 frequenze irregolari per una percentuale complessiva di area a rischio del 56,22%, preoccupante anche la situazione dell Istituto d Istruzione Superiore Giovanni Falcone di Sava con 123 abbandoni ed un area a rischio di 127 unità con una percentuale sugli iscritti del 17,23%. pag. 42 di 193

43 2.1.3 Disabilità Le persone con disabilità nel territorio di area Vasta Tarantina sono circa Nella tabella seguente è riportata una suddivisione per tipologia di disabilità: Tipologie di disabilità Numero disabili % Disabilità motorie % Disabilità intellettive % Disabilità visive 447 2% Disabilità uditive e della parola 670 3% Disabilità relazionali % TOTALE Dati ASL TA 2005 I disabili gravi e gravissimi sono circa 270. Di questi, circa 100 sono ricoverati nel centro OSMAIRM di Laterza, un altro centinaio nei Centri di Divina Provvidenza di Risceglie e Foggia. Circa persone con disabilità grave sono ricoverate in strutture provinciali ed extraprovinciali. Nelle pagine successive sono riportati i dati dell Uffcio Scolastico Provinciale dei bambini e ragazzi con disabilità psichiche, visive, uditive e della parola che frequentano le scuole di ogni ordine e grado della provincia. I dati sono relativi all anno scolastico in corso, pag. 43 di 193

44 Scuola dell infanzia Comuni Disabilità psichica visiva uditiva Totale Taranto Carosino Avetrana Castellaneta Crispiano Faggiano Fragagnano Ginosa Grottaglie Laterza Leporano Lizzano Manduria Maruggio Massafra Monteiasi Montemesola Monteparano Mottola Palagianello Palagiano Pulsano Roccaforzata San Giorgio J San Marzano Sava Statte Torricella TOTALE (Fonte: USP anno scolastico ) pag. 44 di 193

45 Scuola primaria Comuni Disabilità psichica visiva uditiva Totale Taranto Avetrana Carosino Castellaneta Crispiano Faggiano Fragagnano Ginosa Grottaglie Laterza Leporano Lizzano Manduria Maruggio Massafra Monteiasi Montemesola Monteparano Mottola Palagianello Palagiano Pulsano Roccaforzata San Giorgio J San Marzano Sava Statte Torricella TOTALE (Fonte: USP anno scolastico ) pag. 45 di 193

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