Alpe di Siusi Magazine

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1 Estate 2015 ALPE Alpe di Siusi Magazine CASTELROTTO SIUSI ALLO SCILIAR FIÈ ALLO SCILIAR ALPE DI SIUSI TIRES AL CATINACCIO Luis Zöggeler Pastore dello Sciliar per passione Associazioni di alpinisti In ottima compagnia tra le Alpi Tessuti dei costumi folcloristici Loden, lino, velluto e seta Sommer ALPE 1

2 Alto Adige. È bello sentirsi arrivati. Un viaggio in Alto Adige/Südtirol è sempre l inizio di un esperienza unica che ti offre emozioni autentiche. E la meravigliosa sensazione di essere nel posto giusto. 2 ALPE Sommer

3 Editoriale & Sommario Foto: Helmuth Rier Cari ospiti! Trascorrere l estate nell area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una natura incontaminata, dove l avventura fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare, qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità. Il fulcro di quest edizione è la figura del pastore dello Sciliar Luis Zöggeler, che durante i mesi estivi si occupa di ca. 350 bovini e che, insieme alla madre Rosl e al giovane apprendista Tobias, avverte a queste altitudini un indescrivibile sensazione di libertà. Dalla montagna simbolo dell Alto Adige, la vista spazia sul regno di Re Laurino, il Catinaccio: nessuno conosce i suoi tour così bene come le associazioni alpine Bergler e Tschamintaler. Chi invece preferisce mantenersi a bassa quota, può imboccare l antico sentiero lastricato da Castelrotto a S. Osvaldo, dove potrà esplorare un luogo particolare: le buche di ghiaccio. Nella rubrica Loden, lino, velluto e seta, vi presentiamo i tessuti di cui sono costituiti i costumi locali che, un tempo, richiedevano un impegnativo lavoro artigianale e con cui venivano realizzati gli abiti delle feste. Proprio i lavori manuali, il disegno, la pittura e il faida-te sono la passione dei tre fratelli Gasser che, con creatività e occhio esperto, danno vita a personaggi dei libri per bambini, eroi storici e coltelli artistici. Da consueto pasto quotidiano, a specialità altoatesina: la mosa di grano saraceno, un tempo servita anche a colazione, ancora oggi viene consumata in compagnia, direttamente dalla padella. La nostra ricetta vi svelerà come preparare questa pietanza a casa vostra. Ma accanto ai piaceri gastronomici non mancheranno quelli musicali: lo Schlern International Music Festival di Fiè allo Sciliar offre uno spettacolo pirotecnico di improvvisazioni e sorprendenti combinazioni di suoni. ALPE vorrebbe anche essere un utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell altopiano e dintorni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili. Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all insegna di benessere e relax. Eduard Tröbinger Scherlin Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio. Pagina 4 Castel Prösels Pagina 6 Il regno del pastore dello Sciliar Pagina 12 Associazioni alpine ai piedi del Catinaccio Pagina 17 Il mito delle Dolomiti Pagina 18 Un escursione a Sant Osvaldo Pagina 24 Evi, Jochen e Armin Gasser: un trio artistico di fratelli Pagina 30 Loden, lino, velluto e seta Pagina 36 Schlern International Music Festival Pagina 40 Tutto sulla Muas Pagina 42 Mosa di grano saraceno Pagina 44 I 10 consigli dell area vacanze Alpe di Siusi Pagina 46 Anteprima estate 15 Pagina 48 Anteprima inverno 15/16 Pagina 50 Visto & sentito Sommer Estate ALPE 3

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5 Foto: Helmuth Rier Castel Prösels Costruito su una soleggiata collina dai Signori di Fiè, Castel Prösels svolse per secoli la funzione di residenza principale e luogo di ritiro. L erede più importante di questa famiglia, Leonhard von Völs-Colonna ( ), Capitano all Adige e di Burgraviato del Tirolo, ne ampliò la struttura, trasformandolo in un maniero in stile tardo gotico e rinascimentale. Una delle mete culturali più significative dell Alto Adige, Castel Prösels può essere ammirato tutti i giorni (eccetto il sabato) nel corso di visite guidate. In estate, eventi culturali d alta caratura attirano un pubblico vicino e lontano all interno delle sue magnifiche mura storiche. Estate ALPE 5

6 Libertà a 360 : Rosl e Luis Zöggeler sono impegnati sullo Sciliar da giugno a settembre. Pastori a cavallo in una pace celestiale Le greggi di Fiè trascorrono l estate sui verdi pascoli dello Sciliar, accudite dal pastore Luis Zöggeler, mamma Rosl e dal giovane apprendista Tobias, che ogni anno vivono emozionanti avventure sull altipiano. Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier Al Moarboden la stagione più incantevole è l autunno, quando la nebbia aleggia sulle valli e il sole immerge nella sua calda luce i pascoli dello Sciliar e le cime dolomitiche che li circondano: Rosl lo adora. Verso sera, dal sentiero proviene il respiro affannoso degli ultimi escursionisti che salgono al Rifugio Bolzano, per trascorrervi la notte, mentre a Malga Moarboden si sono raccolti un paio di cacciatori che, il mattino seguente, desiderano mettersi in cammino il prima possibile con cane, fucili e munizioni. Intorno a un tavolo gli uomini giocano a carte (a Watt n), sperando di vincere, Rosl prepara altri canederli per deliziare i suoi ospiti e Luis e Tobias sono ancora alla ricerca di un vitello ribelle. Presto, però, concluderanno insieme la serata in piacevole compagnia, prima di addormentarsi stanchi ma felici. Da tempi immemorabili, al Moarboden sorge il rifugio del pastore dello Sciliar: ricostruito nel 2012, oggi Malga Moarboden accoglie Luis Zöggeler, mamma Rosl Kompatscher Zöggeler e il nipote Tobias, che in estate offre la sua preziosa collaborazione come apprendista pastore. Luis e Rosl hanno ricevuto questo incarico dal comi-» 6 ALPE Estate

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9 Un posto di lavoro idilliaco: da tempi immemorabili, il Moarboden è la dimora del pastore dello Sciliar. tato dell Alpe (Almkomitee), un unione di agricoltori del Comune di Fiè allo Sciliar, e dal 2006 trascorrono qui ogni estate. Nei 20 anni precedenti, abbiamo vigilato sull intera Val Duron che unisce l Alpe di Siusi alla Val di Fassa, racconta Rosl. Suo figlio Luis, con lei fin da piccolo, oggi ha 33 anni e il mestiere nel sangue! Il regno del pastore dello Sciliar comprende 560 ettari di pascolo. Sotto la sua custodia ci sono 350 bovini (vitelli, vitelle gravide, buoi e mucche non più in grado di produrre latte) e 20 cavalli. Su Moni, il suo Avelignese, Luis cavalca ogni giorno per questi sconfinati pascoli o meglio viaggia, come dice lui: l essenziale, infatti, è la mobilità. I suoi predecessori si spostavano a piedi e, così, inizialmente gli agricoltori diffidarono di Luis, pieno di temperamento e di vita, nonché il primo pastore dello Sciliar a cavallo. Il timore che spaventasse gli animali non trovò riscontro nella realtà e ora sono tutti contenti della sua impeccabile assistenza. Luis conosce ogni singolo animale affidatogli, che a sua volta riconosce il pastore. Ogni giorno, conta il suo gregge sparpagliato per il pascolo, per poi cercare gli amici mancanti fino a trovarli. Gli animali vengono portati sullo Sciliar per lo più a metà giugno, attraversando l omonima gola lungo il Sentiero dei tronchi, dopo aver lasciato la stalla al termine dell inverno e aver pascolato per un mese sui prati a valle di Fiè, Umes, Presule e Aica di Fiè. Sugli ampi pascoli dello Sciliar, poi, si suddividono, pur restando per lo più in gruppo, ad esempio su Monte Castello (cocuzzolo a m che porta a Punta Santner e luogo di culto dell epoca preistorica). In qualche modo, tutti trovano il loro posto preferito, spiega Luis. Se in estate nevica, e sullo Sciliar non è certo un caso eccezionale, animali e pastore si trovano in difficoltà e, così, gli agricoltori di Fiè si affrettano a salire, per aiutare a riunire il bestiame, evitando che precipiti in qualche dirupo oppure muoia di freddo o di fame. Quando, magari a causa della neve o di un temporale, un animale cade da una parete dello Sciliar o da Monte Castello, Luis fa il possibile per trovarlo, raggiungerlo e togliergli il marchio che porta sull orecchio. Questo lo restituisco poi all agricoltore, per fare in modo che l assicurazione gli risarcisca i danni, precisa. Mediamente, ogni estate muoiono quattro/cinque animali, eccetto in caso di un forte fulmine, quando le perdite possono essere maggiori. La giornata lavorativa al Moarboden ha inizio poco dopo le sei. Luis, Rosl e Tobias trascorrono l estate qui con Moni e Bessy (due cavalli), il cane Bubi, galline, conigli e tre mucche. Dopo aver munto le pecore, il latte viene scremato, per ricavarne il burro. Al termine della colazione, Luis e Tobias salgono a cavallo fino al Rifugio Bolzano, dove ripartiscono il sale, trasportato da valle con l apposita teleferica, nelle mangiatoie degli animali. Durante il loro giro di perlustrazione, il pastore e l apprendista controllano anche gli abbeveratoi, in modo che i loro protetti non patiscano la sete. Se» Estate ALPE 9

10 Sugli ampi pascoli verdi dello Sciliar, la neve può sorprendere le greggi anche in piena estate. si presenta l occasione, Luis e Tobias si concedono un breve allenamento sui verdi pascoli con i loro destrieri, per prepararsi e mantenersi in forma per le gare di galoppo, gli eventi cavallereschi come la Cavalcata di Oswald von Wolkenstein e lo Skijöring invernale. Gli Zöggeler, infatti, sono molto famosi nei circoli degli Avelignesi. Nel frattempo, mamma Rosl difende il fortino. A Malga Moarboden è possibile offrire da bere e mangiare a chi desidera concedersi una sosta: gli agricoltori che vanno a vedere i loro animali o gli escursionisti che nella mezz ora di cammino che li separa dal Rifugio Bolzano vogliono fare una pausa. Rosl propone succo, vino e birra, ma anche il tagliere dello Sciliar con speck, salsicce e formaggio o una deliziosa Kaiserschmarrn (omelette dolce servita con marmellata di mirtilli rossi) e, nel periodo della sagra dello Sciliar ad agosto, anche lo Schöpsernes (agnello, patate e verdure) e qualche acquavite distillata in casa. Durante il fine settimana, quando anche numerosi abitanti locali si dirigono al Rifugio Bolzano, Rosl li ammalia con i freschi e dolci Krapfen di Fiè. Dopo aver svolto il lavoro sui pascoli, Luis e Tobias le danno una mano con gli ospiti, ma il momento più speciale è la sera Gli ultimi escursionisti sono ormai lontani e al Moarboden regna una pace celestiale: Quando ci accomodiamo davanti al rifugio, osservando marmotte, caprioli, camosci e il Catinaccio che risplende davanti a noi, avvertiamo un indescrivibile sensazione di libertà, rivela Rosl, una bellezza allo stato puro. Quassù, in montagna, non manca proprio niente! A metà settembre, a seconda delle condizioni meteorologiche, l intera carovana fa ritorno a valle e la transumanza è accompagnata da un atmosfera festosa: pastori e agricoltori sono felici che il bestiame abbia trascorso una piacevole estate e che ora sia nuovamente a casa sano e salvo. Luis e Rosl fanno ritorno a Maso Kompatscher (grande tenuta ereditaria del 16 secolo), a Santa Caterina, dove in inverno aiutano il giovane agricoltore Peter con 30 Avelignesi, 70 mucche, 20 capre e 20 pecore. Nell antica Stube e nel corridoio, innumerevoli trofei e campane testimoniano il successo in occasione di mostre di grigio alpina, eventi riguardanti l allevamento dei cavalli e concorsi di equitazione. Così, nemmeno in inverno Luis e Rosl si annoiano mai e l estate successiva arriverà presto: arrivederci Sciliar! n 10 ALPE Estate

11 Lo Sciliar, il simbolo dell Alto Adige Una silhouette inconfondibile di oltre m d altitudine e visibile da lontano: la cima dello Sciliar è il lucente simbolo dell Alto Adige. Qui, l orogenesi delle Dolomiti, note in tutto il mondo e dichiarate nel 2009 dall UNESCO patrimonio dell umanità, è più viva che mai. Lo Sciliar è una barriera corallina pietrificata, le cui forme così contrastanti ebbero origine dall accostamento diretto di barriere in grado di formare rocce e potenti getti vulcanici sotto la superficie del grande mare primordiale. Da secoli, lo Sciliar affascina l uomo: ritrovamenti preistorici, infatti, dimostrano che viene scalato da sempre, e le persone, che vivono alle falde di questo imponente massiccio, hanno con lui una relazione pragmatica. L alta quota dello Sciliar non fu conquistata solo dai pionieri alpini del 19 secolo, sebbene fu a quel tempo che ebbe inizio il turismo. Inoltre, era ed è un importante sorgente d acqua e un pascolo per gli animali. Nel 1885, sullo Sciliar fu inaugurato il Rifugio Bolzano (2.457 m s.l.m.), il terzo più antico delle Dolomiti. I rifugi dello Sciliar divennero il punto di cristallizzazione della tradizione del club alpino altoatesino e ancora oggi godono di grande popolarità. Inoltre, da metà giugno a inizio ottobre, sono il ritrovo degli amanti della montagna provenienti da tutto il mondo. In presenza di bel tempo, il panorama dal Pez (2.563 m) diffonde emozioni indimenticabili, spaziando fino al Gruppo dell Ortles-Cevedale e a lontani massicci dolomitici come quelli di Pelmo e Civetta. Particolare attenzione merita anche la vegetazione delle regioni in quota e artiche, che cresce sui prati dello Sciliar: garofani alpini (streghe dello Sciliar), primule, stelle alpine, il papavero alpino retico e diverse specie di genziana. In estate, l aria salubre e l erba sana sono particolarmente apprezzate dalle greggi, che possono godersi una dieta molto nutriente. Il popolo suole dire: Un cesto pieno a valle si riduce a un cappello a monte, per soddisfare le necessità degli animali. Ma dal momento che i pascoli sullo Sciliar sono molto ampi e non recintati, è grande il pericolo che i capi di bestiame cadano, soprattutto verso la fine della transumanza, quando osano spingersi fino ai margini esterni più ricchi di cibo. Intorno al 1797, Maria Kritzinger di Maso Deiml fece costruire a Umes la cappella di San Cassiano, consacrata al santo e alla Madonna, in segno di riconoscimento per il salvataggio delle greggi sullo Sciliar. Il 13 agosto, San Cassiano (Kaschestog in altoatesino), regna un allegra atmosfera e, in occasione della sagra (solitamente il sabato vicino al 13), dopo la gioiosa Santa Messa, si festeggia davanti alla cappella presso il Rifugio Bolzano. n Il famoso Sciliar, patrimonio dell umanità, è un richiamo in confondibile per gli amanti delle escursioni e della natura. Estate ALPE 11

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13 A destra, la Torre Delago (una delle tre Torri del Vajolet). A sinistra, la Torre Est e la Nord. In ottima compagnia tra le Alpi I Bergler e i Tschamintaler, che si dedicano all alpinismo e all arrampicata, conoscono ogni singola pietra dell area del Catinaccio e Tires rappresenta, per entrambe le associazioni, la porta delle Dolomiti e il punto di partenza di numerosi tour. Quando un anziano signore con una giacca a vento sportiva e il viso abbronzato entrò nel ristorante a Bolzano in cui ci eravamo dati appuntamento, non ebbi alcun dubbio: era il mio interlocutore Rochus Oehler, poiché gli alpinisti si riconoscono facilmente e non solo grazie al fatto che trascorrono molto tempo all aperto! Rochus Oehler è il presidente dei Bergler, un associazione alpina di Bolzano, i cui membri si attribuiscono oltre 100 prime ascensioni solo nell area di Sciliar-Catinaccio, nonché il successore di Otto Eisenstecken, noto alpinista altoatesino deceduto nel 2004, che fu alla presidenza dal 1967 al La storia dell alpinismo. Risalendo alle origini, verso la fine del Medioevo erano quasi esclusivamente gli eruditi e gli scienziati a provare interesse o divertimento nello scalare basse cime. Un tempo, ci si recava in montagna solo per cacciare o attraversare i passi e non spinti dalla passione per fauna, flora, geologia o l alpinismo stesso. An-» Testo: Katja Sanin Foto: Helmuth Rier Estate ALPE 13

14 Dal 1923, la baita Bergler è il loro punto di partenza per le ferrate. che nel 1786, in occasione della prima ascensione della cima più elevata delle Alpi, il Monte Bianco, al centro dell interesse figuravano ancora questioni di natura scientifica, piuttosto che obiettivi sportivi, ma ciò segnò comunque l inizio della sfida alle vette. Come epoca d oro dell alpinismo si indica il periodo intorno alla metà del 19 secolo, quando vennero scalate per la prima volta le più importanti montagne delle Alpi occidentali e a cui risale anche la fondazione delle prime associazioni di alpinisti. A quel tempo, il regno di questo sport era la Svizzera: questo piccolo Stato nel cuore delle Alpi divenne, infatti, la meta più amata d Europa e scoprire le montagne era il desiderio della società benestante straniera. Le cime dolomitiche, invece, erano troppo basse e quindi di scarso interesse: lo sfruttamento delle Alpi orientali e l alpinismo nelle Dolomiti ebbero inizio solo alla fine del 19 secolo con la prima ascensione di Monte Pelmo (3.168 m d altitudine) nelle Dolomiti d Ampezzo. L idea di semplificare agli alpinisti l accesso al mondo dolomitico tramite una strada percorribile in auto fu dei club alpini tedeschi e austriaci. Dal 1860 era già presente la strada della Val d Ega e dal 1896 quella di Passo di Costalunga, ma per gli attraversamenti più in quota erano disponibili solo percorsi sterrati e mulattiere. Il promotore della strada delle Dolomiti fu Theodor Christomannos, appassionato alpinista e pioniere, con cui ebbe inizio il turismo nelle valli dolomitiche. Nel lontano 1811 fu costruita l antica strada fino a Tires, paese che svolse un importante ruolo nella storia alpinistica delle montagne altoatesine, in quanto porta delle Dolomiti. Alla fine del 19 secolo, furono edificati i primi rifugi (Bergamo, Vajolet e Fronza alle Coronelle), che ben presto risultarono troppo piccoli e così, prima ancora della Grande Guerra, vennero ampliati e portati alle dimensioni odierne. Il Rifugio Bergamo fu il primo a essere co- Nel regno di Re Laurino Sul Catinaccio aleggiano numerose storie, miti e leggende. Un tempo, il re dei nani Laurino lanciò una maledizione sul suo regno. Tra le grigie rocce in quota del Catinaccio, oggi ricoperte da un ghiaione deserto (la gola del Gartl), in passato s estendeva il suo giardino di rose (Rosengarten in tedesco, Catinaccio in italiano), ma dopo il rapimento di Similde, la figlia del re, Laurino fu imprigionato dai fedeli compagni del sovrano e gridò: Queste rose mi hanno tradito e non fioriranno mai più, né di giorno né di notte!. Tuttavia, preso dalla furia della maledizione, dimenticò il crepuscolo, momento in cui il Catinaccio mostra tutto lo splendore delle sue fiammeggianti rose rosse. Questa cima, che ebbe origine da una barriera corallina, quando l acqua ricopriva ancora la superficie terrestre, oggi è un gioiello della natura, dichiarato dall UNESCO patrimonio dell umanità nel 2009 insieme a gran parte delle Dolomiti. 14 ALPE Estate

15 Il registro della baita Bergler. struito nell area del Catinaccio (nel 1887), per volontà di Johann Santner della sezione di Lipsia del club alpino tedesco (Deutscher Alpenverein); da qui, in due ore era possibile raggiungere il Catinaccio d Antermoia, la cima più elevata (3.004 m). Nel 1888/1889, Johann Santner fondò insieme ad alcuni alpinisti bolzanini e stranieri l associazione dei Tschamintaler. Alcuni scalatori esperti di Tires, che ruotavano intorno ai fratelli Johann e Alois Villgrattner, sfruttarono il momento favorevole di fine secolo per creare un associazione di guide alpine. Fu Alois Villgrattner con Johann Santner a inaugurare Passo Santner (che gli deve il nome) il 19 giugno 1878, rendendo così accessibile il Catinaccio dal versante di Tires. Dal momento che all epoca erano soprattutto i borghesi benestanti delle città a recarsi in montagna, le guide alpine e i portatori vissero un periodo d oro: un tour da Tires alla cima del Catinaccio, ad esempio, costava da 14 a 16 fiorini; per un rapido confronto, un artigiano guadagnava quasi mezzo fiorino al giorno. Tuttavia, solo le migliori guide alpine potevano vivere esclusivamente della loro professione, come ad esempio Franz Schroffenegger e Franz Wenter. Quest ultimo era anche membro del club alpino dei Bergler, fondato nel 1914, come il leggendario Otto Eisenstecken, il cui nome è indissolubilmente legato all alpinismo nelle Dolomiti. Prima della Prima Guerra Mondiale, Schroffenegger e Wenter intrapresero numerosi e impegnativi tour nell area del Catinaccio, quali la prima scalata sulla parete nord-ovest della Torre Delago, sulla parete nordovest e sul versante est di Monte Sella, sulla parete est della Roda di Vaèl e il difficile percorso settentrionale sulla parete della Croda di Re Laurino. Catinaccio, il paradiso degli alpinisti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alla fine degli Anni 40, fu Otto Eisenstecken a dare inizio alla nuova epoca dell alpinismo con le sue prime scalate sulla Roda di Vaèl, la parete ovest della Croda di Re Laurino, la torre principale del Vajolet e molte altre, mi spiega Rochus Oehler, raccontandomi che fu Eisenstecken a far rinascere al termine della guerra l attività pubblica dei Bergler dopo il divieto della libertà di associazione imposto dai fascisti negli Anni 20 e i disordini bellici. Ancora oggi, c incontriamo ogni giovedì intorno al nostro tavolo dell Hotel Hanny, riferisce Rochus Oehler, dalla cui voce trapelano gioia e orgoglio per la loro tradizione centenaria. Quella del giorno non fu una scelta casuale: all epoca non esistevano ancora gli smartphone, per potersi dare appuntamento tramite SMS o Whats- App. I Bergler predilessero, quindi, il giovedì per organizzare i tour dell imminente fine settimana. Tuttavia, la Prima Guerra Mondiale frenò l intraprendenza degli alpinisti, gettando un ombra sulla storia e sullo sviluppo dell Europa. Il club alpino dei Tschamintaler, invece, in quel periodo si sciolse, per poi essere rifondato nel 1959 da cinque alpi-» Estate ALPE 15

16 nisti di Tires: Markus Villgrattner, Toni Trompedeller, Sepp Robatscher, Albert Robatscher e Günther Pattis. Oggi, quest associazione di scalatori annovera 17 membri e vanta anche un giovane aspirante che, al compimento della maggiore età, sarà il piccolo del gruppo. Entrambi i club alpini sono strettamente legati al Catinaccio e svolgono una vivace attività che oggi va molto oltre questa cima e i confini altoatesini. Il Catinaccio è la montagna dei Tschamintaler, mentre per i Bergler di Bolzano svetta davanti a casa e, in passato, arrivavano in treno a Prato Isarco e poi in bicicletta fino a Tires, dove dormivano nei fienili, prima di affrontare i loro tour al mattino presto. Si narra che una volta furono allontanati piuttosto La baita privata dei Bergler con vista sulla valle di Bolzano. bruscamente da un agricoltore e, così, durante la discesa attraverso i camini di Wenter decisero di costruire un rifugio alle falde della parete della Croda di Re Laurino. La realizzazione della baita Bergler durò dal 1921 al 1923 e durante il fascismo, quando la cultura tedesca in Alto Adige era proibita, divenne la sede segreta dell associazione, dove si sfuggiva alle vessazioni del regime e s intonavano canzoni tedesche senza essere scoperti per l intera durata del divieto della libertà di associazione, ovvero fino al I Tschamintaler non s incontrano ogni giovedì, bensì, a prescindere dall attività associativa, una volta all anno in occasione dell assemblea generale, organizzata anche dai Bergler. In qualità di moglie di uno dei 17 membri dei Tschamintaler ebbi l onore di partecipare all evento di quest anno, a cui erano invitate anche le donne. Ci incontrammo vicino alla baita Bergler: alcuni arrivavano dall arrampicata su ghiaccio, mentre altri salivano fino alla malga Haniger Schwaige. Quando eravamo tutti seduti a tavola, passai ai presenti un foglio di carta e una penna, affinché scrivessero il loro tour preferito per un arrampicata nell area del Catinaccio e da assoluta profana scoprii che qui, oltre alle note ferrate adatte a tutti gli alpinisti allenati (Catinaccio d Antermoia, Laurenzi, Masaré e Passo Santner), ci sono infiniti percorsi riservati ai più esperti. Il bello fu che ciascuno indicò un itinerario differente: l unico tour menzionato due volte, fu proprio quello nominato anche da Rochus Oehler alla fine della nostra intervista: la ferrata Eisenstecken, inaugurato il 2 settembre 1946 da Otto Eisenstecken sulla parete ovest di IV grado e diretto alla gola del Gartl. n 16 ALPE Estate

17 Foto: SAM/Laurin Moser Il mito delle Dolomiti L affascinante mondo delle Dolomiti seduce soprattutto per le bizzarre formazioni di roccia e l inconfondibile colorazione. Dal 2009 sono Patrimonio dell Umanità secondo l UNESCO, per l alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono le montagne più belle del mondo e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza estiva: l ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti. Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti monti pallidi nel 2009 sono stati inclusi dall UNESCO nel Patrimonio dell Umanità. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo. Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell Alto Adige è stato istituito nel L area protetta, grande ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d Antermoia, raggiunge i metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «Dolomiti Patrimonio dell Umanità UNESCO 1 Pelmo, Croda da Lago Madonna di Campiglio Meran Merano Südtirol Brixen Bressanone Seis am Schlern Siusi allo Sciliar Völs am Schlern Fiè allo Sciliar Bozen Tiers/Tires Bolzano 8 Cavalese St. Ulrich Kastelruth Ortisei Castelrotto 7 Seiser Alm Alpe di Siusi Canazei 6 Bruneck Brunico St. Vigil S. Vigilio Corvara Alleghe 1 Agordo Toblach Dobbiaco Cortina d Ampezzo Zoldo Longarone Auronzo Pieve di Cadore Cimolais 4 Lienz Ampezzo Pordenone 2 Marmolada 3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine 4 Dolomiti Friulane e d Oltre Piave 9 Trentino Trento Fiera di Primiero Feltre Belluno Belluno Pordenone Udine 5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle 7 Sciliar-Catinaccio, Latemar» 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta Estate ALPE 17

18 Rigogliosa vegetazione in fiore lungo il sentiero escursionistico nº 16. Cosa sono le buche di ghiaccio? È giunto il momento di scoprire cosa sono, nel corso di un escursione da Castelrotto a Sant Osvaldo, passando per il colle Puntschakofel. Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier Calzature adeguate, zaino, acqua sufficiente per un escursione di circa due ore e tanta curiosità e passione per la natura: ecco gli ingredienti essenziali di un emozionante giornata lontano dai sentieri affollati. Da Castelrotto ci dirigiamo verso la valle, percorrendo per circa dieci minuti la strada asfaltata e oltrepassando i Vigili del Fuoco in direzione di Ponte Gardena. Al primo tornante pronunciato svoltiamo su una stretta stradina asfaltata, al di sopra della quale sorgono gli edifici amministrativi di Maso Pilgram, il maso successivo (con la grande insegna Rundschuh sul tetto del fienile) si trova al di sotto della strada, mentre la nostra meta intermedia è il Maso Puntschu. Qui, ha inizio il sentiero escursionistico nº 16, che scende dolcemente attraverso un prato, per poi sfociare in un ripido sentiero lastricato. Sentiero escursionistico nº 16. Per un po, non possiamo più bearci del magnifico panorama circostante, poiché il terreno irregolare dovuto alle pietre logore per i secoli in cui vi hanno transitato i carri richiede tutta la nostra attenzione. Quante cose avrebbero da raccontare... Storie di stanchi ca-» 18 ALPE Estate

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21 Buche di ghiaccio, un raro fenomeno naturale. valli e buoi, che dalla Valle Isarco trainavano pesanti botti di vino o sacchi di cereali sul ripido sentiero attraverso il Puntschakofel fino a Castelrotto, prima della costruzione della strada dalla stazione dei treni di Ponte Gardena all altipiano alle falde dello Sciliar alla fine del 19 secolo. Aneddoti delle numerose persone che al mattino presto scendevano frettolose lungo il sentiero fino alla stazione di Castelrotto, la fermata a valle del treno, per raggiungere Bolzano o Bressanone e poi risalire ogni sera verso casa lungo la ripida strada carrozzabile. All ombra di faggi e querce, seguendo le pietre porfiriche ricoperte di muschio lungo il margine del sentiero, saliamo sempre di più. Il percorso diventa un sentiero ben tenuto e assicurato con le corde (in perfetta sintonia con la natura), mentre con ginocchia affaticate raggiungiamo i primi masi di Sant Osvaldo. Seguiamo il nº 16 in direzione di questo paese, lasciando subito la strada asfaltata, per immergerci nella frescura di un bosco misto sulla sinistra. Qui, il soffice terreno attutisce i nostri passi, mentre un capriolo spaventato fugge attraverso il prato. Le buche di ghiaccio di Sant Osvaldo. Un prato recintato in mezzo alla foresta? Il cartello, che ora seguiamo, indica Buche di ghiaccio e sul limitare del bosco, infatti, scorgiamo una fenditura nella roccia da cui fuoriesce dell aria fredda che crea un clima davvero particolare nell ambiente circostante, contraddistinto da una vegetazione altrettanto peculiare. Si tratta di un fenomeno naturale estremamente raro, da osservare in prima persona! Sul prato Madrunglfuchsboden soffia regolarmente aria fredda: ecco perché qui, a 700 m s.l.m., crescono piante che normalmente si trovano solo a partire dai m. Ci aggiriamo per la frana di massi porfirici alla ricerca di altre buche di ghiaccio, notando che da numerose fenditure fuorie-» Estate ALPE 21

22 sce aria fredda. Com è possibile? Una bacheca informativa illustra che: Tra le macerie rocciose all interno delle spaccature è presente una corrente d aria. Quella calda entra nelle fessure, viene raffreddata e fuoriesce ghiacciata. Nell area inferiore, quindi, si crea una temperatura compresa tra 0 e 5 gradi Celsius. Pertanto, non dobbiamo meravigliarci di trovare del ghiaccio in alcune buche! Sant Osvaldo. Avvertiamo un certo languorino, sapendo che ormai Sant Osvaldo è vicino. Questo piccolo borgo, casa di Norbert Rier (cantante dei Kastelruther Spatzen), ha conservato tutto il suo fascino, grazie alla consapevolezza con cui la popolazione vive le sue tradizioni e all imperdibile museo contadino nel fienile dell Albergo Zu Tschötsch, la cui terrazza o l antica Stube sono ideali per fare il pieno di nuove energie. Infine, per fare ritorno a Castelrotto, si presentano numerose possibilità: direttamente lungo il sentiero nº 16 oppure lungo i sentieri nº 7 e 5 attraverso la valle Böstal fino a Telfen e alla meta; lungo il nº 7A fino a Maso Pfleger con il suo giardino delle spezie e al mulino Malenger (due perle da visitare), per poi raggiungere Siusi e arrivare al punto di partenza in autobus; con l autobus di linea da Sant Osvaldo a Siusi e poi a Castelrotto (partenza ogni 1½ ora circa; ultima corsa alle 18.30). n In estate, faggi e querce dispensano ombre particolarmente apprezzate. 22 ALPE Estate

23 Armin Profanter Profanter immobiliare La Vostra agenzia immobiliare sull Altipiano dello Sciliar Scoprite le nostre offerte immobiliari su PROFANTER immobiliare CASTELROTTO - via Panider, 5 Tel Mobil Fax info@agentur-profanter.com ORARI D UFFICIO: lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle e dalle ore alle 17.00

24 Jochen, Evi e Armin Gasser: tre personaggi interessanti. I fratelli Evi, Armin e Jochen Gasser esprimono il loro talento artistico disegnando, dipingendo, illustrando e creando. Evi e Jochen sono noti illustratori di libri, mentre Armin realizza coltelli unici fatti a mano: insieme sono un trio di successo. Qualche anno fa, i fratelli Gasser hanno ereditato da una prozia una bella casa antica nel centro di Castelrotto. Cresciuti in un paesino presso Bressanone, Evi, la maggiore, e Armin vivono e lavorano a Castelrotto, mentre Jochen, il più giovane, abita ancora nella casa della loro infanzia, sebbene piuttosto sporadicamente dal momento che viaggia spesso. Evi Gasser mi accoglie nel grazioso appartamento, in cui lavora e vive con il suo compagno e due bambini piccoli. In passato, questa grafica diplomata avviò con un amica uno studio nel paese limitrofo di Siusi allo Sciliar, dopo una pluriennale esperienza presso il famoso settimanale altoatesino ff. Quando le chiedo se riesce a combinare il ruolo di mamma con il successo professionale, risponde: Meravigliosamente! I miei figli disegnano e colorano con me. Nel 2005, ha illustrato il primo volume per bambini, di cui ricorda: Fu il mio debutto in una nuova dimensione artistica: l illustrazione dei libri. Ed è andato così bene che, da quel momento, non ha smesso di ricevere ri-» Creatività Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier 24 ALPE Estate

25 alla terza Estate ALPE 25

26 Evi e Jochen: eccezionali e creativi. Il mio Alto Adige Una fonte di scoperte per tutta la famiglia L ultima pubblicazione di Evi Gasser, illustratrice di libri, e dell autrice Karin Gschleier è una lettura facile, divertente e ricca di sfaccettature, che racconta l Alto Adige da una prospettiva nuova. Marie e Alex, due bambini altoatesini che vivono rispettivamente in un maso e a Bolzano, viaggiano tra città e campagne alla scoperta di cultura e arte, ma anche di natura, stili di vita e tradizioni popolari. Sulle ali di un aquila volano nel passato, dove osservano con sommo stupore le numerose vicissitudini storiche che hanno portato all evoluzione di questa regione alpina, dall età della pietra a oggi. Questo libro avvicina in maniera divertente i bambini all eclettico Alto Adige, offrendo anche agli adulti la possibilità di scoprire qualche curiosità. L edizione rilegata (109 pagine) della casa editrice Weger Verlag di Bressanone, da luglio 2015 è disponibile presso tutte le librerie altoatesine. chieste, che hanno portato all illustrazione di dieci libri per bambini e due dozzine di opere minori, tra cui numerosi volumi di leggende e saggi per adulti. Oltre a quest attività, trova ancora il tempo per disegnare manifesti per esposizioni e rappresentazioni teatrali. Finora si è sempre trattato di lavori su commissione, ma adesso ho pubblicato insieme a un autrice il mio primo libro, la cui idea e il concetto sono mie creature, rivela Evi. Tre anni fa ha cominciato questo progetto che sta già registrando ottime vendite: Il mio Alto Adige. Una fonte di scoperte per tutta la famiglia. Evi racconta di aver realizzato sul suo blocco oltre 500 disegni a matita, per poi curare il layout al PC, impaginando testo e illustrazioni, e scannerizzare la versione finale ottimizzata con la china e colorata con Photoshop. Un lavoro davvero impegnativo Mi sono anche divertita molto, racconta. Inoltre, con il pennello trasforma i suoi schizzi preferiti in un acrilico su tela: una magia che le consente di svagarsi e dare gioia alla sua famiglia. Nel frattempo si unisce a noi Jochen Gasser, un moderno hippy di 33 anni con i capelli ossigenati e un abbigliamento casual, in grado di sentirsi a suo agio sia in una grande città sia in un rifugio in alpeggio. Jochen è molto famoso in Alto Adige come entertainer, nonché come spiritoso e divertente illustratore del libro di successo Andreas Hofer Eine illustrierte Geschichte (Una storia illustrata), di cui è già stata pubblicata la quarta edizione (oltre copie vendute finora). Questo volume viene acquistato dalle scuole per le lezioni di storia e spesso mi invitano a presentarlo, racconta Jochen. Ovviamente, studiare con un simile materiale è più divertente, anche se Andreas Hofer, combattente per la libertà ed eroe nazionale della coscienza storica altoatesina, ci rimette qualche penna. Se i testi dell autore e storico Norbert Parschalk si sono attenuti ai fatti reali con neutralità e precisione, Jochen Gasser ha rivendicato la libertà artistica, gettando luce sul lato umano di quest eroe con malizia e sottile ironia. Il successo non è arrivato per caso: Jochen disegna e pittura da sempre e all Istituto tecnico per grafica di Bressanone meravigliava compagni e docenti con la sua abilità nel realizzare in pochi secondi strisce a fumetti o trasporre idee su carta. Dopo l esame di maturità, ha lavorato presso un architetto d interni, per poi dedicarsi interamente al suo talento. Inoltre, è anche designer di una linea di abbigliamento e accompagna il famoso cantautore altoatesino Doggi Dorfmann in tournée, dando vita insieme a uno spettacolo teatrale innovativo. Si dice in giro che sia un connubio di sagaci canzoni e caricature che fanno da sfondo a un impeccabile show in grado di intrattenere il pubblico per due ore. Infine, è già stato pubblicato il nuovo libro che ha illustrato per Norbert Parschalk: Michael Gaismair. Eine illustrierte Geschichte che segue il modello del precedente, dando un volto e una voce a un altro tradizionale personaggio tirolese. Gaismair, vissuto nel 16 secolo, è passato alla storia come ribelle, capo degli agricoltori e ideologo di un mondo più giusto. Infine, completa il trio Armin Gasser che mi accompagna nel suo regno a piano terra. Questo ex maestro di sci nei mesi estivi lavora nel parco naturale, di cui realizza anche le originali recinzioni che costeggiano il sentiero e le panche in legno, mentre in inverno si dedica alla sua officina. A differenza dei fratelli, il qualificato meccanico, che per un certo periodo ha svolto la» 26 ALPE Estate

27 Estate ALPE 27

28 professione di lattoniere, mette il suo talento artistico al servizio dell artigianato. Armin, infatti, è creatore di coltelli per passione, come ama definirsi. Non produce modelli qualunque, bensì quelli per gli abiti folcloristici maschili e posate da viaggio, tipici di Baviera e Tirolo. Il bricolage mi appassiona fin da bambino, quando realizzavo da solo i miei giocattoli, racconta. Mentre i fratelli disegnavano e dipingevano, lui subiva I coltelli creati da Armin sono pezzi unici. il fascino della manualità, avvertiva il desiderio di creare qualcosa con le proprie mani, trasformando idee in oggetti unici. Dieci anni fa, quando ereditò dal nonno, un artigiano specializzato in accessori artistici per la casa e i costumi folcloristici, i ferri del mestiere, decise di portare avanti la tradizione. Dal prozio apprese una speciale tecnica di incisione e l arte del ricamo con le costole delle penne, oltre a visitare numerosi musei storici, per conoscere i dettagli di coltelli antichi fatti a mano. Poi, passo dopo passo, ho imparato i segreti di quest arte senza arrendermi mai, nonostante gli insuccessi, racconta. E infine ha trionfato: dal 2007, infatti, è un artigiano professionale che crea coltelli per abiti folcloristici e posate da viaggio nello stile del 18 e 19 secolo, così come coltelli da speck e da caccia. Nel 2010, l elevata qualità dei suoi modelli unici è stata onorata dal conferimento del Premio altoatesino per l artigianato. Armin rivela di rivolgere particolare attenzione alle decorazioni, mostrandomi alcune impugnature in alpacca e lame fatte a mano con meravigliose incisioni, anche di motti. Come rivestimento o intarsio del manico utilizza preferibilmente il corno di mucca, che taglia, pressa e leviga egli stesso; sempre a mano vengono prodotti anche i foderi in pelle, piuttosto difficili da lavorare. Questo processo, naturalmente, richiede tempo. Per un set di posate composto da due pezzi ci vogliono circa 40 ore di lavoro, stima approssimativamente. I clienti devono essere pazienti: l attesa per una creazione Armin Gasser dalla prima bozza, discussa insieme, al prodotto finito può durare anche un anno. In cambio, ognuno avrà il coltello dei suoi sogni, unico al mondo e fatto a mano, conclude l artigiano. n 28 ALPE Estate

29 senza auto-mobile Comodamente e in modo conveniente nel paradiso escursionistico con la Combi Card oppure la Seiser Alm Card Gold Seiser Alm Card Gold Valido 7 giorni (dalla prima vidimazione) > ,00 Euro > utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi e dell Alpe di Siusi Express (linea 10) > utilizzo illimitato del servizio bus navetta (linee 2, 3, 4, 5 e 13) dei dintorni dell Alpe di Siusi, dell Almbus (linea 11) e del Nightliner nella zona Sciliar tra Passo Pinei e Fiè allo Sciliar > utilizzo illimitato della telecabina Bullaccia, delle seggiovie Spitzbühl, Panorama, Florian (Alpe di Siusi) e Marinzen (Castelrotto) Seiser Alm Card Gold ohne auto-mobil - senza auto-mobile Gültigkeitszeitraum: 7 Tage ab Erstentwertung. Periodo di validità: 7 giorni dalla prima vidimazione. Value period: 7 days after first use. Your Name & Surname. Card not trasferable. Sig. Giuseppe Rossei Senior - 82,00 Euro Karte Nummer: Juli :58 Uhr Combi Card ohne auto-mobil - senza auto-mobile Your Name & Surname. Card not trasferable. Signora Giuseppina Rossi Senior - 37,00 Euro Carta Numero: luglio :23 Uhr Foto: Helmuth Rier Combi Card 3 in 7 37,00 Euro Durante 7 giorni (dalla prima vidimazione) > 3 volte sull Alpe di Siusi e ritorno con un mezzo a scelta: Cabinovia Alpe di Siusi o Alpe di Siusi Express (linea 10) > utilizzo illimitato del servizio bus navetta (linee 2, 3, 4, 5 e 13) dei dintorni dell Alpe di Siusi, dell Almbus (linea 11) e del Nightliner nella zona Sciliar tra Passo Pinei e Fiè allo Sciliar Combi Card 7 49,00 Euro Valido 7 giorni (dalla prima vidimazione) > utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi e dell Alpe di Siusi Express (linea 10) > utilizzo illimitato del servizio bus navetta (linee 2, 3, 4, 5 e 13) dei dintorni dell Alpe di Siusi, dell Almbus (linea 11) e del Nightliner nella zona Sciliar tra Passo Pinei e Fiè allo Sciliar Combi Card 14 72,00 Euro Valido 14 giorni (dalla prima vidimazione) > utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi e dell Alpe di Siusi Express (linea 10) > utilizzo illimitato del servizio bus navetta (linee 2, 3, 4, 5 e 13) dei dintorni dell Alpe di Siusi, dell Almbus (linea 11) e del Nightliner nella zona Sciliar tra Passo Pinei e Fiè allo Sciliar La Combi Card e la Seiser Alm Card Gold non sono trasferibili! Bambini (0-7 anni) e portatori di handicap su sedia a rotelle gratis.juniors (8-15 anni) a metà prezzo. * Con l Area vacanze Alpe di Siusi Live Card, che non è acquistabile e viene rilasciata gratuitamente ad ogni ospite dal proprio affittacamere o albergatore convenzionato, è prevista una riduzione del prezzo sulla Combi Card e la Seiser Alm Card Gold. Funivia Siusi-Alpe di Siusi SpA Siusi allo Sciliar via Sciliar, 39 Tel Fax info@seiseralmbahn.it

30 30 ALPE Estate

31 I molteplici tessuti dei costumi folcloristici spaziano dal loden alla seta. Loden, lino, velluto e seta L abbigliamento è sempre stato un segno distintivo dello status sociale e originariamente i tessuti e le decorazioni dei costumi folcloristici dovevano sottolineare proprio queste differenze. La società medievale europea era suddivisa in numerosi ceti chiaramente separati tra loro da norme giuridiche e, in molti luoghi (Tirolo compreso), si tentava di definire la differenza tra agricoltori, borghesi, nobili ed ecclesiastici con regole per l abbigliamento. I contadini, ad esempio, dovevano limitarsi a indossare i tessuti che producevano loro stessi, ovvero prevalentemente loden, lino e lana. All epoca di Carlo Magno, quindi, al ceto inferiore erano interdetti gli abiti costosi e al massimo gli era concessa una giacca in loden, mentre materiali preziosi come seta e broccato erano riservati ai ricchi. Solo nella seconda metà del 18 secolo, durante il regno di Maria Teresa, queste norme non furono più rinnovate e così ebbe inizio l evoluzione dei costumi folcloristici degli agricoltori che non volevano più presentarsi con i cupi colori della lana (marrone, grigio e nero), bensì emulare i nobili e adornarsi di accessori glamour e raffinati. Finalmente, potevano liberare la loro fantasia, da cui ebbe origine l attuale molteplicità di abiti folcloristici. Tessuti naturali. Oggi, osservando attentamente i costumi folcloristici, notiamo un connubio di materiali differenti: giaccone in lana, giacca in loden, fazzolettino in seta, corsetto in velluto, nastri in broccato, merletti in cotone, cintura in pelle e numerosi ornamenti in piume e paillettes. Tale varietà rappresenta anche il principale problema dei sarti specializzati che devono realizzare a mano la maggior parte dei lavori di cucito. Dove trovano i» Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier Estate ALPE 31

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33 Camicia in lino, gilet in velluto e pantaloni in loden per il semplice abito folcloristico maschile. tradizionali tessuti naturali e gli accessori, senza inserti sintetici, per rammendare o modificare i capi antichi oppure per confezionarne di nuovi? Negli ultimi secoli, la produzione di tessuti è notevolmente cambiata. Nel Medioevo, ad esempio, esisteva la corporazione degli artigiani del loden, che produceva questo tessuto, oggi realizzato in gran parte nelle fabbriche. Loden. Originariamente, per trasformare la lana in loden era necessario un dispendioso processo manuale. Gli agricoltori cardavano la lana con due assi ricoperte di chiodi e nelle lunghe sere invernali le donne (contadine e domestiche) sedevano all arcolaio, per filarla, ricavandone gomitoli resistenti. Un tessitore, che si spostava da un maso all altro, tesseva poi il morbido materiale che gli agricoltori portavano al follatore. Il tessuto veniva energicamente follato in acqua calda e compresso. In seguito a questa fase la lana s infeltriva, diventando più spessa e restringendosi del 40% circa, tanto da rendere il loden impermeabile e resistente al vento. Ancora oggi la follatura avviene in parte secondo questo antico metodo, poiché, nonostante l evoluzione tecnologica, per produrre un loden raffinato, sono ancora necessarie numerose fasi di lavorazione. Dopo la follatura, il tessuto viene colorato, stirato da bagnato e fatto asciugare delicatamente all aria fresca, come vuole la tradizione. La lucentezza, acquisita dalla stoffa con lo stiramento finale, viene perfezionata con la decatizzatrice. Lino. In passato e fino all inizio del 20 secolo, anche il lino veniva coltivato e impiegato nei nostri masi. Prima che il cotone conquistasse il mercato europeo, quasi tutto ciò che serviva per l abbigliamento e in casa era realizzato con questo materiale (camicie, bluse, grembiuli, lenzuola e asciugamani). La fibra di lino viene ricavata dai fusti dell omonima pianta ed è annoverata tra le fibre della rafia. Subito dopo essere stati raccolti, gli steli venivano legati insieme, suddivisi per lunghezza, spessore e livello di maturazione, e fatti seccare sui campi falciati.» Museo e laboratorio dei costumi folcloristici Nel centro di Castelrotto è stato progettato il Museo dei costumi folcloristici locali, la cui multifunzionalità dovrebbe essere presentata in una cornice storica. Per favorire la conservazione e la cura degli abiti antichi, viene allestito anche un laboratorio specializzato nella riparazione dei capi e nella confezione di nuovi modelli su misura. Estate ALPE 33

34 Il costume folcloristico della banda musicale di Castelrotto è impreziosito da straordinari ornamenti. Prima di essere indossato, il lino deve passare per 72 mani, dicevano un tempo gli agricoltori. Pettinare gli steli con un pettine in ferro era un duro lavoro e la rafia, così ottenuta, doveva poi essere bollita in acqua calda per numerosi giorni. Una volta asciutta, avveniva la maciullatura, ovvero la rimozione del midollo dagli steli. Infine, con un sottile pettine in ferro, il lino veniva scomposto in singole fibre, rimuovendo le ultime particelle di legno. Questo materiale puro, ora, poteva essere filato e avvolto sull aspo, per ottenere il tessuto grezzo (iuta), mentre per le varietà più raffinate le donne intrecciavano le matasse, più volte pettinate, e le bollivano nella liscivia di cenere di legno che poi risciacquavano nell acqua del ruscello. Ora, il tessitore poteva recarsi a casa con il telaio e lavorare il filato, trasformandolo in tessuto. Velluto e seta erano e sono ancora oggi tessuti preziosi, rimasti per secoli al di fuori della portata della gente semplice: indossarli era appannaggio di ricchi e potenti. Non c è da stupirsi, se si pensa che la seta viene ricavata dai bozzoli dei bachi (larva del ragno della seta, una specie di farfalla) e per un kg di filo ne sono necessari oltre Inoltre, è molto dispendiosa anche la lavorazione successiva. Il velluto, all epoca solo di seta, veniva confezionato già a partire dal 14 secolo, principalmente nel nord Italia. Le città di Rovereto e Ala nella vicina Provincia di Trento, ad esempio, sono state centri di produzione di seta e velluto fino al 19 secolo, prima che una malattia paralizzasse l allevamento dei bachi in Europa. Intorno al 1770, quando fu inaugurata la prima fabbrica di velluto di cotone a Manchester, questo sostituì ampiamente quello di seta. Il velluto, divenuto così accessibile a tutti, fece il suo ingresso nei costumi folcloristici, ad esempio nei corsetti di quelli femminili per gli eventi festosi e le sfilate, così come nel corsetto a fiori di quelli maschili di Castelrotto e Fiè. La seta, invece, viene impiegata per i preziosi costumi locali da donna: tra gli accessori particolarmente originali figurano le variopinte e sgargianti fettucce dei grembiuli, gli scialli ornati da frange e i meravigliosi e nobili grembiuli in seta moiré. Gli uomini, invece, si limitano a un piccolo foulard in seta infilato in un anello d oro. n 34 ALPE Estate

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