Piano Regionale Agricoltura 2009 / 2010

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1 giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATO A Dgr n del pag. 1/8 Piano Regionale Agricoltura 2009 / Analisi strutturata del problema 1.1 L agricoltura nel Veneto Nel Veneto, secondo i dati dell annuario statistico Italiano del 2008, sono presenti aziende, di cui , con un unica unità di lavoro ULA (in agricoltura una unità di lavoro è posta pari a 280 giornate lavorate nell azienda e quindi il dato si riferisce alla presenza di un solo addetto). Il mondo agricolo presenta le seguenti peculiarità: - Il numero complessivo di addetti, comprensivo dei familiari, dei dipendenti e degli avventizi, è pari a : i primi rappresentano oltre il 90% degli addetti, la manodopera dipendente è inferiore al 2%, mentre quella avventizia è circa il 6%. C è quindi un gran numero di piccole imprese condotte e gestite autonomamente dalla famiglia del conduttore; le donne rappresentano il 36% del numero complessivo degli addetti. - rilevante aumento della meccanizzazione che riguarda ormai oltre il 90% delle aziende agricole. Riguardo al titolo di utilizzazione prevalgono, in linea di massima, la proprietà e il contoterzismo passivo (mezzi forniti da terzi); - Il Veneto è la regione tra le più interessate dal consumo di fertilizzanti ( q) e di fitofarmaci ( q) a livello nazionale a seguire dell Emilia Romagna e la Sicilia. - nella maggior parte delle aziende agricole, l ambiente di lavoro coincide con l abitazione del nucleo familiare, con contiguità dei rischi anche per la popolazione non lavorativa. 1.2 Il fenomeno infortunistico Il numero degli infortuni avvenuti nel settore Agricoltura e denunciati all Inail nel Veneto, presenta un andamento decrescente (vedi tab. 1): tale riduzione va di pari passo con il calo degli occupati più accentuato per i dipendenti che per gli autonomi. Nel 2007 si registrano infortuni di cui 7 mortali e i permanenti definiti nel 2006 sono 75 in rendita e 291 in capitale. L indice di frequenza degli infortuni in agricoltura risultava a livello nazionale per il 2007 pari a 52,5 infortuni ogni addetti contro i 30,8 infortuni ogni addetti dell industria. Il numero di infortuni che riconosce come agente materiale: dispositivi, motori, utensili, macchine, attrezzature e veicoli è percentualmente molto elevato il 48%. Il trattore è da solo responsabile del 10% degli infortuni e del 35% di quelli mortali (il 50% di questi ultimi si verifica per trauma cranico). Per quanto riguarda la modalità di accadimento, pur non esistendo statistiche significative in merito, è possibile affermare che i rischi più gravi a cui è esposto l operatore alla guida del trattore sono sicuramente rappresentati dai ribaltamenti trasversali e/o longitudinali per sovraccarico del trattore (ad es. attrezzature collegate), per sforzo eccessivo di traino, per manovre brusche, per eccessiva pendenza del terreno. La distribuzione del fenomeno per provincia nel Veneto, evidenzia come Verona si mantenga al primo posto per numero di infortuni, seguita da Treviso, Vicenza, Padova. E da sottolineare che il fenomeno è comunque sottostimato in quanto una quota rilevante di infortuni in ambito agricolo non viene rilevata dalle statistiche INAIL (sono esclusi dall assicurazione obbligatoria i lavoratori autonomi per i quali l attività agricola non sia prevalente ai sensi della L. 243 del 19 luglio 1993), tanto da portare a ritenere che l entità complessiva degli infortuni mortali sia quasi il doppio del dato INAIL.

2 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 2/8 Tabella 1 Infortuni in AGRICOLTURA ripartiti per provincia del Veneto (dati INAIL) Provincia Tipo Denunciati Definiti positivamente Belluno Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Padova Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Rovigo Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Treviso Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Venezia Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Vicenza Esclusi casi in itinere di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Verona Esclusi casi in itinere Totale Regione Veneto di cui mortali Denunciati Definiti positivamente Esclusi casi in itinere di cui mortali Le malattie professionali L analisi dell andamento, dai dati Inail, evidenzia che le malattie professionali nel settore dell Agricoltura in Italia rappresentano, in termini numerici, un problema di salute almeno apparentemente meno rilevante

3 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 3/8 rispetto agli infortuni; la cadenza è di circa 500 malattie professionali denunciate all anno, meno di 30 casi nel Veneto negli ultimi 5 anni. Si nota una chiara tendenza alla flessione del numero delle malattie tabellate a tutto vantaggio del complesso delle non tabellate: queste ultime esprimono ormai numeri praticamente doppi rispetto alle tabellate e rappresentano addirittura oltre i 2/3 del totale delle richieste di riconoscimento all Inail. Negli ultimi anni le ipoacusie, l asma bronchiale e le alveoliti allergiche rappresentano le patologie più frequenti, seguite dalle malattie osteoarticolari (sindrome del tunnel carpale, artrosi, tendinite, affezioni ai dischi intervertebrali). Sono inoltre riportati casi di tumore professionale: 28 casi dal 2003 al L Istituto Superiore di sanità inoltre ha rilevato nel 2005, 520 casi di intossicazioni accidentali di cui 218 in ambito lavorativo, 153 in ambito domestico e 40 da inquinamento ambientale. 2- Soluzioni proposte Il Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro recepito con il DPCM , richiedeva la programmazione di azioni su tutto il territorio nazionale con particolare urgenza, in base ai dati ad oggi disponibili, nel comparto dell agricoltura-selvicoltura. In tale ambito il il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro ha approvato il Piano Nazionale di prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura 2009/2011 che individua livelli di intervento omogenei per tutte le regioni. Il Piano prevede azioni coordinate di vigilanza, informazione, formazione ed assistenza. Per l attività di vigilanza, sulla base di quattro parametri - aziende agricole presenti, infortuni gravi e mortali, addetti al comparto - ad ogni Regione è stata assegnata una quota di aziende agricole da ispezionare ogni anno, al fine di raggiungere l obiettivo di aziende/anno sul territorio nazionale. In parallelo all azione di vigilanza, il Piano Nazionale Agricoltura promuove la formazione nel modo agricolo e la diffusione di materiali divulgativi e manuali anche attraverso la costruzione di un sito web per la sicurezza e la salute in agricoltura. 3 Criticità La criticità maggiore per il raggiungimento degli obiettivi dettati dal Piano è rappresentata da un pregresso storico di attività di vigilanza nel settore agricolo frammentata e disomogenea sul territorio e concentrata soprattutto nelle indagini per infortuni gravi e mortali e nelle attività di formazione ed informazione. La difficoltà di applicazione della normativa di sicurezza alle imprese familiari, ai coltivatori diretti e ai collaboratori familiari ha frenato l attività di prevenzione con riguardo sia alla sicurezza delle macchine e delle attrezzature che agli aspetti sanitari e di formazione. Il Decreto Lgs. 81/2008 pur ampliando il campo di applicazione della normativa di tutela anche ai lavoratori autonomi e ai collaboratori familiari per gli aspetti tecnici di sicurezza macchine ed attrezzature e per l uso di dispositivi personali di protezione non impone ma lascia facoltativo l accesso ai programmi di formazione e la sorveglianza sanitaria. Questa possibilità, di fatto si traduce in esclusione e assume carattere di grande rilevanza sanitaria in termini di cultura professionale emarginata e di mancata sorveglianza sanitaria di questa popolazione che si estende anche i lavoratori occasionali e stagionali. Infatti il basso numero di malattie professionali evidenziate documenta una probabile sottostima del fenomeno con ricadute di disuguaglianza sociale e sanitaria dovute al mancato indennizzo delle patologie. 4. Fattibilità La politica regionale di prevenzione utilizza dal 1999 lo strumento programmatorio per l individuazione dei settori prioritari di intervento e l omogeneizzazione dell attività degli SPISAL. In quest ambito tutti i Piani regionali già approvati comprendono progetti dedicati al settore agricolo pur prevedendo una partecipazione degli SPISAL limitata e diversificata sulle diverse province. La Regione Veneto ha recepito gli obiettivi del Piano Nazionale Agricoltura inserendoli nel progetto di attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione presentato per il biennio e nel progetto presentato al Centro Nazionale di Prevenzione e Controllo delle Malattie (CCM) per il In ambito regionale il 24 ottobre 2008 è stato sottoscritto uno specifico protocollo di intesa tra Regione Veneto, INAIL, Veneto Agricoltura, Provincia di Treviso ed EBAT di Treviso, con l unificazione delle

4 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 4/8 iniziative per la promozione della cultura della sicurezza in agricoltura, con l implementazione di percorsi di studio e di sperimentazione nella formazione di ogni operatore del mondo agricolo. Tale collaborazione ha prodotto materiale formativo standard per corsi RSPP, disponibili per le agenzie formative e già adottati in alcune province. Il prosieguo di questa molteplice alleanza permetterà di sviluppare iniziative formative comuni, potenziando di fatto le forze e garantendo una maggiore e capillare diffusione della cultura della prevenzione sul lavoro, in questo settore di difficile impatto culturale. La pianificazione regionale con gli altri Enti di vigilanza, nell ambito del Comitato Regionale di Coordinamento ai sensi dell art. 7 del D.Lgs. 81/08, prevede per l anno 2009 il controllo di 400 U.L., di cui una parte in collaborazione con le Direzioni Provinciali del Lavoro per unire al controllo della sicurezza anche il controllo della regolarità dei rapporti di lavoro. La ripartizione delle aziende agricole da ispezionare per singola ULSS è stata effettuata in funzione della numerosità delle aziende e del numero degli infortuni gravi e mortali accaduti sul territorio. OBIETTIVO GENERALE Supportare gli SPISAL nello svolgimento dell attività di vigilanza e promozione della salute nel comparto agricoltura al fine di raggiungere gli obiettivi definiti dal Piano Nazionale Agricoltura. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Elaborare una procedura per il controllo delle aziende agricole, dei costruttori e dei rivenditori di macchine agricole per la riduzione degli infortuni gravi e mortali OBIETTIVO SPECIFICO 2 Promuovere la cultura della sicurezza nel mondo agricolo OBIETTIVO SPECIFICO 3 Elaborare un piano di fattibilità per la sorveglianza sanitaria per i lavoratori autonomi, collaboratori familiari e lavoratori a tempo definito. OBIETTIVO SPECIFICO 4 Partecipare all attività interregionale sulla sicurezza in agricoltura OBIETTIVO SPECIFICO 1 Elaborare una procedura per il controllo delle aziende agricole, dei costruttori e dei rivenditori di macchine agricole per la riduzione degli infortuni gravi e mortali Azioni Indicatore/i di 1 Costituzione di un gruppo di lavoro Gruppo costituito Standard di Tutte le province rappresentate all interno del gruppo Tempi (mesi dall avvio del progetto) 1 mese 2 Partecipazione ai corsi di formazione previsti nel Piano nazionale di prevenzione in agricoltura Partecipazione al corso di formazione nazionale Tutti i componenti del gruppo di lavoro partecipano al corso di formazione nazionale 3 mesi 3 Predisposizione di procedure Procedure operative Documenti 6 mesi

5 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 5/8 operative regionali per il monitoraggio e il controllo delle aziende agricole, controllo a vista dei trattori e controllo dei costruttori e rivenditori di macchine agricole, in coordinamento con DPL 4 Apertura di un confronto con ANCI al fine del coinvolgimento della Polizia Locale in applicazione dell art. 106 del codice della strada. 5 Formazione del personale SPISAL congiuntamente al personale ispettivo DPL sulle procedure operative approvate. predisposte con definizione delle modalità di controllo per aziende agricole e dei costruttori e rivenditori di macchine agricole Confronto aperto Formazione per 1 tecnico e 1 dirigente per provincia predisposti e condivisi con DRL Discussione portata in Comitato Regionale di Coordinamento Almeno 1 dirigente e 1 tecnico per SPISAL formato Almeno un operatore DPL per provincia formato 8 mesi 6 Monitoraggio delle prescrizioni di sicurezza impartite e definizione di un modello di verbale standard 7 Comunicazione ed informazione alle associazioni e ai rivenditori costruttori di macchine attrezzature agricole con lettere, incontri e sul sito della prevenzione locale e regionale 8 Monitoraggio sull attività di vigilanza sulle aziende agricole, rivenditori e costruttori di macchine agricole Prescrizioni raccolte e verbale definito Lettera standard per associazioni e rivenditori e costruttori per informazione sul piano di vigilanza Incontri con le Associazioni Numero di aziende controllate Modello di verbale standard definito Numero di lettere trasmesse Almeno 2 incontri con le associazioni in ogni provincia Numero controllate obiettivi fissati aziende pari ad regionali 8 mesi 3 mesi (Dicembre 2009) 15 mesi (Dicembre 2010) OBIETTIVO SPECIFICO 2 Promuovere la cultura della sicurezza nel mondo agricolo Azioni Indicatore/i di 9 Costituzione di un gruppo di lavoro di esperti in agricoltura per lo sviluppo delle azioni Gruppo di lavoro costituito Standard di Gruppo di esperti individuati nell ambito degli Spisal e delle parti sociali Tempi (mesi dall avvio del progetto) 1 mese 10 Aggiornamento e revisione del materiale didattico già realizzato per la formazione RSPP con Veneto Agricoltura. Aggiornamento del materiale didattico per RSPP Attuazione del progetto attuativo del protocollo di intesa del mesi

6 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 6/8 11 Analisi e approvazione delle schede in-formative per i lavoratori già realizzate da Veneto Agricoltura 12 Diffusione del materiale didattico per RSPP e delle schede informative schede approvate Materiale diffuso schede diffuse in-formative didattico in-formative Schede informative approvate dal gruppo di lavoro completate Coinvolgimento della Direzione regionale formazione per la diffusione alle agenzie formative accreditate Diffusione al 100% delle Associazioni degli agricoltori 13 Aggiornamento check-list per datori di lavoro e consulenti per l auto-valutazione dei rischi 14 Diffusione check list in corso di controllo aziendale Check-list aggiornata Check-list approvata da gruppo di lavoro Check list diffuse Diffusione al 100% delle Associazioni degli agricoltori 8 mesi 15 Revisione ed aggiornamento del manuale lavoro sicuro in agricoltura per l utilizzo nei corsi di formazione per RSPP, per datori di lavoro e per le Associazioni e scuole Manuale aggiornato Diffusione al 100% delle aziende sottoposte a interventi di controllo da parte degli SPISAL Manuale aggiornato secondo la normativa vigente 16 Diffusione manuale aggiornato Manuale diffuso Coinvolgimento della Direzione regionale formazione per la diffusione alle agenzie formative accreditate In parallelo all attività di vigilanza 15 mesi Diffusione al 100% delle Associazioni degli agricoltori 17 Creazione di un collegamento con la rete delle scuole agrarie per l inserimento nei POF (piani offerta formativa) di moduli formativi sulla sicurezza e salute sul lavoro Collegamento con la Rete delle scuole agrarie Sperimentazione di un modulo formativo almeno in una provincia

7 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 7/8 18 Supporto agli sportelli informativi SPISAL sui temi dell agricoltura Sportelli supportati informativi Almeno 1 operatore per provincia per fornire assistenza agli altri SPISAL 8 mesi 19 Trasmissione ai siti web delle Ulss e della Direzione Regionale del materiale elaborato Materiale informativo inserito nei siti 100 % del materiale prodotto In parallelo con lo sviluppo delle azioni OBIETTIVO SPECIFICO 3 Elaborare un piano di fattibilità per la sorveglianza sanitaria per i lavoratori autonomi, collaboratori familiari e lavoratori a tempo definito. Azioni Indicatore/i di 20 Costituzione di un gruppo di lavoro di medici spisal Gruppo di lavoro costituito Standard di Tutte le province rappresentate Tempi (mesi dall avvio del progetto) 1 mese 21 Predisposizione di un piano di fattibilità per la sorveglianza sanitaria Piano di fattibilità predisposto Valutazione dei vincoli normativi ed organizzativi esistenti 15 mesi OBIETTIVO SPECIFICO 4 Partecipare all attività interregionale sulla sicurezza in agricoltura Azioni Indicatore/i di 22 Partecipazione all attività del gruppo interregionale 23 Supportare il recepimento a livello regionale delle decisioni tecniche approvate dal comitato tecnico Attività del gruppo partecipate Standard di Tutte le riunioni del gruppo partecipate Supporto garantito 100% decisioni tecniche approvate Tempi (mesi dall avvio del progetto) In parallelo con il calendario del gruppo In parallelo con le attività interregionali

8 ALLEGATO A Dgr n del 29 SETT 2009 pag. 8/8 CRONOGRAMMA Azione X 2 X 3 X 4 X 5 X 6 X 7 X 8 X X 9 X 10 X 11 X 12 X 13 X 14 X 15 X 16 X 17 X 18 X 19 X X X 20 X 21 X 22 X X X X X X X X X X X X X X X 23 X X X X X X X X X X X X X X X RESPONSABILITA Referente Responsabile del progetto: dr.ssa Manuela Peruzzi SPISAL AULSS n. 20 Compiti Coordina lo sviluppo operativo del progetto e gestisce le risorse assegnate PIANO FINANZIARIO Risorse Totale Dotazioni organiche Contratto a progetto Formazione Formazione operatori Altre spese Rimborsi spese per partecipazione ai gruppi di lavoro regionali e nazionali Totale

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