Modelli di impresa e Corporate Governance Parte prima 3.3 I caratteri strutturali delle imprese italiane e la loro evoluzione
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- Maurizio Riccardi
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1 Parte prima 3.3 I caratteri strutturali delle italiane e la loro evoluzione Numerosità, dimensioni e composizione settoriale Le italiane nel quadro europeo Primi dati sulla crisi: natalità e mortalità delle Il sistema economico italiano: tra nanismo e famiglia 1
2 1. Numerosità, dimensioni e composizione settoriale Elevata vitalità del sistema economico italiano Tra 2001 e 2008: le italiane attive nell industria e nei servizi sono aumentate del 10,9%, raggiungendo i 4,5 milioni. gli addetti delle italiane sono aumentati del 13,9%, raggiungendo i 17,9 milioni. Il sistema è fondato sulla piccola dimensione Il 95% delle italiane ha meno di 9 addetti Il 67% degli addetti è occupato in con meno di 49 addetti 2
3 Modelli di impresa e Corporate Governance Numerosità e addetti: variazioni dal 2001 al 2008 Tipo d'impresa per classi di addetti N 2001 N 2008 Variazione % N addetti 2001 N addetti 2008 Variazione % 1-9 Micro ,6% ,5% Piccole Medie > 250 Grandi ,8% ,9% ,1% ,2% ,3% ,3% Totale ,9% ,9% Fonte: Elaborazione da archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), Anno Vi è stato un generale aumento del numero delle Non vi è una tendenza definita: incrementano tanto le piccole che le grandi Si riscontra un incremento proporzionale anche nel numero di addetti per tutte le dimensioni d impresa 3
4 Numerosità delle italiane (2008) Tipo d'impresa per classi di addetti N % 1-9 Micro 4,274, % Piccole 212, % Medie 23, % > 250 Grandi 3, % Totale 4,514, % Fonte: Elaborazione da archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), Anno Il 95% delle italiane ha meno di 9 addetti; il 99% meno di 49. Tra le micro, più della metà sono individuali, senza alcun dipendente. Le grandi sono estremamente poco numerose (0,1%!!!) 4
5 Distribuzione degli addetti nelle italiane (2008) Tipo d'impresa per classi di addetti N addetti % addetti 1-9 Micro 8,263, % Piccole 3,789, % Medie 2,228, % > 250 Grandi 3,593, % Totale 17,875, % Ruolo centrale delle micro e piccole per la costituzione di posti di lavoro Le grandi hanno alti livelli occupazionali, pur essendo poche Rilevante presenza di lavoratori autonomi: 3 volte maggiore della media Europea 5
6 Forma giuridica delle italiane Forma giuridica Tipo d'impresa per classi di addetti Imprenditori individuali Società di persone Società di capitali Società cooperative Altre tipologie 1-9 micro 67% 18% 13% 1% 1% piccole medie 9% 22% 60% 6% 3% 0% 3% 80% 14% 3% > 250 grandi 0% 0% 85% 13% 2% Fonte: Elaborazione da archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), Anno La forma di società di capitale è d uso estremamente diffuso non solo nelle grandi, ma anche nelle piccole e medie (soprattutto S.r.l.) Le micro sono generalmente rette da imprenditori individuali, ma per il 18% hanno forma di società di persone. E diffusa la forma di società cooperative soprattutto per medie e grandi. 6
7 In sintesi E un sistema sbilanciato verso la piccola dimensione: le grandi sono molto poche. Le italiane occupano circa il 47% di addetti in di ridotte dimensioni. Le senza dipendenti sono quasi 3 milioni. E un sistema che cresce: aumento del numero delle e degli addetti A livello giuridico, sono molti gli imprenditori individuali. Numerose le di piccole dimensioni in forma di società di capitali Il sistema economico italiano è caratterizzato da una rilevante presenza di piccole e medie, la cui quasi totalità è familiare e da poche grandi, molte delle quali sempre controllate da una famiglia 7
8 Modelli di impresa e Corporate Governance Composizione settoriale per (2008) Il 24,5% delle italiane appartiene al settore secondario (27% nel 2001) Il 75,5% delle italiane appartiene al settore terziario (73% nel 2001) Distribuzione per settore economico 38,9% 24,5% Industria Commercio, trasporti, alberghi 36,5% Altri servizi Nel sistema italiano le attività terziarie hanno sempre maggiore importanza, sostituendosi al settore secondario, le cui si riducono Fonte: Elaborazione da Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), Anno
9 Modelli di impresa e Corporate Governance Composizione settoriale per addetti (2008) Il 37,5% degli addetti è occupato nel settore secondario (42,6% nel 2001) Il 62,5% degli addetti lavora nel settore terziario (57,4% nel 2001) Distribuzione addetti per settore economico 29,2% 37,5% Industria Commercio, trasporti, alberghi I livelli occupazionali dei due settori confermano la maggior importanza raggiunta dal settore terziario anche in termini occupazionali 33,3% Altri servizi Fonte: Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), Anno
10 Numero d per settore economico Più in dettaglio Settore d'attività Tipo d'impresa per classi di addetti Industria % Commercio, trasporti, alberghi % Altri servizi % 1-9 micro piccole medie > 250 grandi ,8% ,6% ,6% ,9% ,0% ,0% ,1% ,3% ,3% ,1% 903 0,1% ,1% Totale ,0% ,0% ,0% 10
11 Numero di addetti per settore economico Più in dettaglio Settore d'attività Industria % Commercio, Tipo d'impresa per trasporti, alberghi classi di addetti % Altri servizi % 1-9 micro piccole medie > 250 grandi % % % % % % % % % % % % Totale % % % 11
12 In sintesi Le industriali presentano una dimensione leggermente maggiore rispetto al terziario: solo l 89% delle industriali ha meno di 9 addetti Ci si sta avviando alla terziarizzazione: dal 2001 calo di e di addetti nel settore secondario Il settore terziario cresce in e addetti, ma con classi dimensionali ridotte: il 96% delle ha meno di 9 dipendenti e il 53% degli addetti del terziario lavora in una micro impresa. Il sistema italiano dà sempre maggiore importanza al terziario, ma secondo sistemi tradizionali, fondati sulla piccola dimensione. Il settore secondario vede anch esso la prevalenza della piccola dimensione per la presenza di di fase o di distretto. 12
13 Servizi Industria Modelli di impresa e Corporate Governance Settore di attività 2. Le italiane nel quadro europeo Distribuzione addetti per macrosettore e dimensione Tipologia d'impresa Italia Germania Francia Regno Unito Spagna 1-9 micro 15,6% 4,8% 8,2% 4,9% 10,8% piccole medie > 250 grandi 12,7% 8,1% 8,3% 5,4% 13,6% 7,4% 9,6% 6,9% 5,9% 7,9% 7,6% 19,3% 14,4% 10,4% 7,3% 1-9 micro 31,3% 14,6% 16,5% 16,6% 26,9% piccole medie > 250 grandi Fonte: Elaborazione da Istat Anno ,9% 13,7% 12,5% 12,5% 11,9% 5,1% 9,8% 9,3% 9,4% 6,9% 11,4% 20,1% 23,9% 34,9% 14,7% 13
14 In sintesi La dimensione delle italiane è inferiore in entrambi i settori. L Italia ha una vocazione industriale: il settore secondario è marcatamente più sviluppato che nelle altre economie europee Per dimensioni d impresa l Italia è simile alla Spagna. Per composizione settoriale è simile alla Germania: importanza della manifattura Ridotta presenza di grandi, rispetto all Europa. I servizi sono meno sviluppati e fondati sulla piccola dimensione. Nell industria prevalenza di di piccole e medie dimensioni. 14
15 3. Primi dati sulla crisi: natalità e mortalità delle Natalità e mortalità delle italiane Natalità e mortalità Anno Imprese nate Tassi di natalità Imprese cessate Tassi di mortalità Turnover ,2% ,4% -0,2% ,7% ,3% 0,4% ,8% ,5% 0,2% ,1% ,7% -0,6% ,4% ,5% 0,9% ,1% ,5% -0,4% Fonte: Elaborazione da Istat La demografia d impresa ( ). Il turnover ci indica la dinamica demografica complessiva delle. I tassi di natalità sono variabili tra 2003 e 2008 (ed inferiori ad altri Paesi) Il tasso di mortalità si mantiene costante: è ancora stimato 15
16 Natalità delle italiane per classi di addetti 16
17 Mortalità delle italiane per classi di addetti 17
18 In sintesi Il fenomeno della natalità ha una maggior variabilità nei 5 anni, con incrementi tra 2006 e 2007 e decrementi tra 2007 e 2008, contestualmente alla crisi internazionale Il tasso di mortalità del 2008 è stimato: dati futuri potrebbero mettere in luce un incremento della mortalità, con effetto diretto sul turnover Il turnover del 2008 (seppur stimato) mette in luce che sono nate meno. Il dato di mortalità effettivo 2008 potrebbe indicare un ulteriore peggioramento del turnover. Per comprendere gli effetti della crisi internazionale, è necessario attendere anche i dati del
19 4. Il sistema economico italiano tra nanismo e famiglia Cenni storici Anni 20 periodo di crescita rapida e intensa in tutta Europa affermazione delle di grandi dimensioni prime connivenze tra politica e economia Anni 40 crisi delle grandi a partecipazione pubblica per riconversione le piccole trovano ampi spazi di sviluppo si crea forte dicotomia tra grandi e piccole in tutti i settori Anni 60 cresce la domanda interna, anni del miracolo economico italiano la grande impresa consolida le posizioni le PMI crescono in numerosità e anche in dimensione (casi di successo). 19
20 Anni la domanda si riduce, l impresa piccola e familiare entra in difficoltà; cause: scarsi capitali, passaggi generazionali, ridotto dinamismo; soluzioni: nuovi modelli organizzativi: distretti, network, gruppi. Anni 90 dismissione di grandi pubbliche in diffcioltà; incapacità delle piccole di affermarsi sul mercato estero; resiste il successo del distretto. Ad oggi nuove tecnologie, globalizzazione e consolidamento dei settori; la competizione straniera ha messo in difficoltà le (soprattutto le PMI); si fa strada l esigenza di rinnovare i modelli di business tradizionali. 20
21 Le di piccola e media dimensione Il concetto di dimensione è relativo e può avere diverse accezioni: dimensione quantitativa dimensione qualitativa dimensione spaziale dimensione temporale Per praticità si predilige una distinzione a base quantitativa: a livello normativo a livello statistico Ma tale distinzione è limitante poiché non considera: le caratteristiche di governo il tipo di gestione l ambito competitivo in cui l impresa è inserita 21
22 I parametri della dimensione quantitativa Dal punto di vista normativo, la definizione di micro, piccole e medie è quella adottata dalla Commissione Europea con la raccomandazione del 6/5/2003, in vigore dall 1/1/2005: Vincoli: il capitale non deve essere detenuto per più del 25% da aziende che non rispondano a questi requisiti. Limiti: il limite relativo al personale deve essere sempre rispettato, insieme ad almeno uno dei due limiti finanziari. 22
23 Alcune concezioni della dimensione qualitativa Dal punto di vista qualitativo, in letteratura le piccole e medie vengono identificate anche attraverso alcune caratteristiche qualitative: Stretto legame famiglia-impresa, con reciproco condizionamento tra la continuità dell impresa e l evoluzione della famiglia. Spiccato accentramento della gestione Presenza in ambiti competitivi ristretti 23
24 Il legame famiglia-impresa Lo stretto legame non riguarda però solo le PMI Sono familiari anche le maggiori italiane (Fam. Agnelli in Fiat; Fam. Pirelli in Pirelli e C.) Non c è coincidenza tra PMI e familiari Imprese familiari PMI familiari PMI 24
25 Le numerose concezioni di impresa familiare Necessità di identificare le caratteristiche che rendono un impresa familiare oppure no Esistono diverse categorie di parametri per caratterizzare l impresa familiare: 1. La proprietà è familiare 2. I voti di controllo sono detenuti dalla famiglia 3. La famiglia è coinvolta nel governo dell impresa 4. I membri della famiglia lavorano nell impresa 5. La proprietà e il governo sono detenuti dalla famiglia 6. Il problema della successione e del passaggio generazionale 7. La reciproca influenza tra il sistema impresa e il sistema famiglia Non sono comunque sufficienti ad identificare un concetto univoco di impresa familiare 25
26 Le numerose concezioni di impresa familiare La caratteristica fondamentale dell impresa familiare è: Il reciproco e marcato collegamento tra: la funzionalità duratura dell impresa e l evoluzione del nucleo familiare le decisioni stabilite all interno di tale nucleo. Problemi di misurazione di un collegamento marcato Esistono diverse modalità di collegamento tra famiglia e impresa I gradi di influenza della famiglia sull impresa sono diversi Il concetto di impresa familiare è un problema ancora aperto 26
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