Le caratteristiche del monopolio naturale
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- Armando Ferrario
- 7 anni fa
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1 Monopolio naturale
2 Le caratteristiche del monopolio naturale Si ha un monopolio naturale quando sono le caratteristiche del mercato a rendere più efficiente la produzione di un bene o servizio da parte di un solo soggetto (il monopolista) Esempio tipico sono i servizi la cui distribuzione ai consumatori richiede la predisposizione di reti: elettricità, gas, telefonia. In questo caso non è economicamente efficiente che vengano realizzate tante reti, è preferibile che ce ne sia una sola. Se non distinguiamo la distribuzione del servizio dalla sua erogazione ai consumatori finali, i servizi a rete sono quindi dei monopoli naturali.
3 Le caratteristiche del monopolio naturale Il monopolio naturale ha una precisa struttura di costi di breve e di lungo periodo. I costi medi nel monopolio naturale sono decrescenti, cioè diminuiscono all aumentare della quantità prodotta. Nell esempio dei servizi a rete la ragione è semplice: le reti comportano costi fissi, all aumentare del numero degli utilizzatori diminuisce la quota di costo per ciascun utilizzatore (il costo medio). I costi marginali possono avere la classica forma ad U oppure essere costanti.
4 Le caratteristiche del monopolio naturale Esempio di una struttura di costi del monopolio: CT= CM x Q + CF dove CM=costo marginale CF=costi fissi. Ne segue che il costo medio CT/Q=CME=CM+CF/Q: quando si produce poco (Q bassa), il costo medio è elevato perché i costi fissi incidono molto; all aumentare della produzione (Q alta), l incidenza dei costi fissi si riduce e il costo medio tende a coincidere con CM. MA CME>CM
5 Rappresentazione grafica CME=CM+CF/Q CME CM
6 Monopolio naturale e regolamentazione Tre possibilità: Si lascia operare il monopolista naturale: monopolio naturale non regolato Interviene lo Stato e crea un impresa pubblica per la gestione del monopolio: produzione pubblica del servizio (in perdita o non in perdita). Interviene lo Stato ed introduce dei meccanismi di regolamentazione del comportamento del monopolista e/o del mercato.
7 Il monopolio naturale non regolato Se il monopolista naturale viene lasciato liberamente operare massimizzerà il proprio profitto a scapito dei consumatori. La quantità prodotta verrà scelta in modo che Ricavo marginale=costo marginale RM=CM e sarà richiesto ai consumatori il prezzo che sono disponibili a pagare per quella quantità. Il monopolista massimizza il proprio profitto, mentre il surplus dei consumatori viene ridotto.
8 Il monopolio naturale non regolato Il profitto (o extraprofitto) del monopolista è pari a Π=RT-CT dove RT= ricavi totali CT=costi totali ovvero a Π=(RME-CME) X Qm dove RME= ricavi medi CME=costi medi
9 Il monopolio naturale non regolato: rappresentazione grafica Pm M=EQUILIBRIO DI MONOPOLIO NON REGOLATO RM D CME CM Qm
10 Il monopolio naturale non regolato: rappresentazione grafica SURPLUS CONSUMATORI Pm M RM D CME CM Qm
11 Il monopolio naturale non regolato: rappresentazione grafica Pm M PROFITTO PER IL MONOPOLISTA NON REGOLATO RM D CME CM Qm
12 Il monopolio naturale non regolato: esempio Immaginiamo che per la produzione di un servizio a rete si sostengano costi pari a TC=100+20Q (costi totali) CM=20 (costi marginali costanti) La domanda (inversa) dei consumatori è data da P=100-(1/2)Q e quindi il ricavo marginale è pari a RM=100-Q Se lasciamo che il monopolista operi secondo i propri interessi, quali saranno prezzo e quantità? Quale sarà il profitto del monopolista? Quale sarà il surplus dei consumatori?
13 Il monopolio naturale non regolato: esempio Il monopolista sceglie la quantità in modo che costi marginali e ricavi marginali siano uguali RM=CM 100-Q=20 Q=80 Il prezzo è quello che i consumatori sono disponibili a pagare 100-(1/2) x 80=60 Il profitto del monopolista è dato da RT-CT (60 x 80)-(100+20x80)= =3100
14 Il monopolio naturale non regolato: esempio Il profitto del monopolista può essere calcolato anche nel modo seguente (RME-CME) x Qm (P-CT/Qm) x Qm ( /80) x 80 (60-21,25) x 80 37,75 x 80=3100 Il surplus dei consumatori è dato da (100-60)x80/2=1600
15 Produzione pubblica in perdita In questo caso il servizio viene gestito da un impresa pubblica. Ai manager di questa impresa viene dato l obiettivo di massimizzare il benessere dei consumatori. Data la domanda dei consumatori, l impresa deve praticare un prezzo tale che P=CM. In questo caso, tuttavia, lo Stato deve intervenire per coprire le perdite dell impresa pubblica. Infatti, dato che in monopolio naturale si ha CM<CME se P=CM si avrà anche RME=P<CME e quindi l impresa sarebbe in perdita
16 Il monopolio naturale in perdita: rappresentazione grafica EQUILIBRIO IMPRESA PUBBLICA IN PERDITA Pe D CME CM Qe
17 Il monopolio naturale in perdita: rappresentazione grafica SURPLUS PER I CONSUMATORI Pe D CME CM Qe
18 Il monopolio naturale in perdita: rappresentazione grafica PERDITA PER L IMPRESA PUBBLICA Pe D CME CM Qe
19 Produzione pubblica in perdita: un esempio Immaginiamo che per la produzione di un servizio a rete si sostengano costi pari a TC=100+20Q (costi totali) CM=20 (costi marginali costanti) CME=20+100/Q La domanda (inversa) dei consumatori è data da P=100-(1/2)Q Se all impresa viene imposto di praticare un prezzo pari al costo marginale, quale sarà la quantità consumata? e il surplus per i consumatori? e quale sarà la perdita per l impresa?
20 Produzione pubblica in perdita: un esempio Quantità 100-(1/2)Q=20 (1/2)Q=100-20=80 Q=2 x 80=160 Surplus per i consumatori (100-20) x 160/2=6400 Rispetto all equilibrio di monopolio, la quantità aumenta, il prezzo diminuisce e il surplus per i consumatori aumenta.
21 Produzione pubblica in perdita: un esempio Perdita per l impresa CT-RT= ( x 160)- 20 x 160=100 Perdita per l impresa (CME-RME) x Qe= [( /160)-20] x 160= 0,625 x 160=100
22 Produzione pubblica in perdita:i problemi La soluzione della produzione pubblica in perdita è problematica perché la perdita dell impresa deve essere in qualche modo coperta dallo Stato. Se lo Stato utilizza il gettito delle imposte si genereranno sia problemi di efficienza sia problemi di equità. Le imposte possono distorcere le scelte dei consumatori e delle imprese e quindi determinare delle inefficienze (ved. Infra). Potrebbe non essere equo che per finanziare un servizio consumato da alcuni vengano tassati tutti i cittadini o tutte le imprese.
23 Produzione pubblica senza perdite Anche in questo caso il servizio viene gestito da un impresa pubblica. Tuttavia, l impresa viene vincolata a non creare perdite (e quindi a non richiedere un gettito fiscale). Una soluzione possibile è quella di selezionare una quantità tale per cui il prezzo è pari al costo medio di produzione di quella quantità: P=CME. In questo caso non ci sono perdite. Il surplus dei consumatori del bene o servizio, tuttavia, viene ridotto.
24 Il monopolio naturale senza perdite: rappresentazione grafica EQUILIBRIO IMPRESA PUBBLICA SENZA PERDITE Pe D CME CM Qe
25 Regolamentazione dell impresa privata Ci sono diverse ipotesi di regolamentazione di prezzo: Impresa privata e P=CME. Tariffa a due parti: i consumatori pagano una parte di tariffa fissa per coprire i costi fissi ed una parte di tariffa variabile legata ai consumi. Peak-load pricing: la tariffa cambia a seconda dell ora della giornata in cui si utilizza il servizio e la copertura dei costi fissi grava soprattutto sui consumatori che utilizzano la rete nelle ore in cui è usata molto anche da altri.
26 Regolamentazione del mercato In alcuni casi lo Stato può adottare una politica di dis-integrazione verticale: la proprietà e la gestione della rete vengono date ad una società che però non è necessariamente l unica che fornisce il servizio. Vengono inoltre garantiti: accesso alla rete per tutti gli operatori che pagano una tariffa d accesso (o di interconnessione); concorrenza tra gli operatori che hanno accesso alla rete.
27 Oligopolio
28 Caratteristiche Poche imprese che pongono in essere interazioni strategiche Il risultato economico di un impresa dipende anche dalla condotta tenuta dai rivali Esistono barriere all entrata L entità delle barriere è diversa da settore a settore Il prodotto può essere omogeneo o differenziato.
29 Tipi di oligopolio Collusione (oligopolio collusivo): le imprese si accordano in modo da ridurre il grado di concorrenza, attraverso il controllo dei prezzi e delle quantità. Due tipi: collusione tacita; collusione esplicita. Competizione (oligopolio non collusivo)
30 Tipi di oligopolio In linea generale, a due (o più) imprese che possono sfruttare barriere all entrata, conviene colludere per massimizzare il profitto. Tuttavia, la collusione può non essere sostenibile: ciascuna delle imprese può temere la deviazione dall accordo collusivo da parte delle altre. Applicazione del dilemma del prigioniero.
31 Oligopolio collusivo esplicito In questo caso si dice che esiste un cartello di imprese che concordano prezzi e quantità (ad esempio OPEC) in modo da comportarsi, nel loro insieme, come se fossero un monopolista. Più facile quando imprese sono simili e prodotto è omogeneo. Ma contrasta con legislazione antitrust a livello nazionale e internazionale.
32 Oligopolio collusivo implicito Un modo per attuarlo consiste nel riconoscimento di un potere di leadership ad un impresa leader, distinta dalle altre (imprese follower). L impresa leader fissa il prezzo tenendo in considerazione la sua domanda di mercato, come se fosse monopolista sulla sua quota. Le imprese followers si adeguano al suo prezzo e si dividono la quota residuale del mercato Le imprese followers non hanno interesse a cambiare la loro strategia (es. vendere di più) per paura di ritorsioni.
33 Oligopolio non collusivo In questo caso è possibile che le imprese si facciano competizione: di quantità; di prezzo. In generale, questo tipo di competizione genera una riduzione del prezzo e del profitto e un aumento delle quantità prodotte rispetto al monopolio.
34 Oligopolio non collusivo Tuttavia, è possibile che anche in assenza di collusione i prezzi dell oligopolio rimangano elevati nel tempo. Una spiegazione è fornita dal cosiddetto modello della domanda spezzata (o a gomito ). Immaginiamo che inizialmente venga praticato un certo prezzo da tutti: se un oligopolista riduce il prezzo, gli altri si sentiranno costretti a fare altrettanto, per non perdere clienti: in questo tratto la domanda è molto rigida; se invece un oligopolista aumenta il prezzo, gli altri non lo seguiranno: in questo tratto la domanda è elastica.
35 Oligopolio non collusivo Domanda spezzata per ciascun oligopolista P p e
36 Concorrenza monopolistica
37 Caratteristiche Molte imprese ma ciascuna dotata di un certo potere su un mercato limitato ( nicchia ). Non ci sono barriere all entrata su questi mercati. Tuttavia, ci sono posizioni di vantaggio che possono derivare da vantaggi di marchio, di immagine, di pubblicità, di brevetto, ecc.
38 Equilibri Nel breve periodo, ciascuna impresa si crea una nicchia nella quale opera come un monopolista e quindi l equilibrio avverrà ad una quantità inferiore e ad un prezzo superiore rispetto a quello di concorrenza perfetta. Si verifica quindi un eccesso di capacità produttiva e una produzione sub-ottimale.
39 Equilibri Nel lungo periodo, poiché sono assenti le barriere all entrata, il profitto di ciascun mercato si azzera e le imprese della nicchia praticano un prezzo pari al CMELP. Tuttavia, se sussistono alcune condizioni questo prezzo sarà comunque superiore (e la quantità inferiore) rispetto a quello che si stabilirebbe in lungo periodo in concorrenza perfetta.
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