Dispensa di: Fotografia digitale. Introduzione al trattamento delle immagini digitali

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1 Dispensa di: Fotografia digitale Introduzione al trattamento delle immagini digitali

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3 Le immagini digitali Nozioni generali Introduzione Considerata l importanza assunta dall immagine nella comunicazione, il presente lavoro si propone di fornire i concetti di base relativi al trattamento delle immagini digitali. Oltre a descrivere le principali caratteristiche delle immagini destinate alla stampa, si intendono illustrare alcune nozioni chiave per chi si appresta ad operare nella multimedialità (ci si riferisce all ottimizzazione delle immagini destinate al Web, a presentazioni video, cd interattivi,...). Parte del merito della diffusione del World Wide Web è attribuibile alla presenza di effetti fotografici; immaginiamoci un sito Web di solo testo... Classificazione degli originali Per ottenere una riproduzione digitale di qualità, è importante disporre di un originale che presenti determinate caratteristiche. Tra di esse essenziali sono il contrasto, il bilanciamento corretto dei colori e le dimensioni dell originale rispetto al formato di stampa. Le tecnologie attuali offrono software che permettono di apportare miglioramenti alle immagini, anche di notevole entità; in ogni modo, un buon originale evita problemi di rielaborazione e conseguenti perdite di tempo. Adottando vari criteri, gli originali si classificano in: originali trasparenti, ossia diapositive o dianegativi, che trasmettono la luce; originali opachi, come le fotografie, i disegni o le stampe, che riflettono la luce. originali al tratto, che presentano solo zone bianche o nere; originali a tono continuo, nei quali appaiono gradazioni di grigio o di colori originali retinati, in bianco e nero o a colori, che presentano il tipico retino utilizzato nella stampa tradizionale. Gli originali trasparenti sono in grado di dare i risultati migliori; essi consentono, utilizzando uno scanner ad alte prestazioni, di acquisire i Nozioni generali 3

4 dettagli dell immagine molto in profondità, avendo la pellicola una superficie assai meno ruvida di quella della carta, fotografica e non. Inoltre, si tenga presente che una diapositiva, rispetto ad una fotografia, non ha subìto la perdita di qualità nella fase di stampa dal negativo. Per quanto riguarda la cromia, è importante sottolineare come ci siano differenze, anche marcate, tra il comportamento di una pellicola di una determinata marca e quello di una marca diversa. Le pellicole Kodak, ad esempio, presentano generalmente colori più caldi rispetto alle pellicole Fuji o Agfa (anch esse comunque differenti tra di loro). La conoscenza di queste diversità consente di impostare il software di acquisizione in modo tale da controbilanciare le dominanti non volute sin dalla fase di scansione. Gli originali per riflessione a tono continuo, invece, non presentano nessuna difficoltà specifica, mentre quelli stampati con il sistema tradizionale (offset) devono essere deretinati attraverso una sfocatura, al fine di evitare l effetto moiré. L impostazione della sfocatura deve essere precisa, limitata il più possibile, ma allo stesso tempo sufficiente ad eliminare il retino. Scarsi risultati si ottengono tentando di deretinare l immagine in una fase successiva, facendo uso di filtri che inevitabilmente causano perdite di dettaglio. Più semplici le operazioni sugli originali al tratto, siano essi opachi o trasparenti, per i quali basta stabilire a priori la risoluzione desiderata e il livello di soglia (considerato come il punto oltre il quale i pixel da bianchi diventano neri). Gli originali al tratto sono costituiti per lo più da scritte, loghi e disegni che comunque non contengono gradazioni di grigio. Le immagini digitali Le immagini digitali si possono classificare principalmente in due categorie: immagini vettoriali e immagini bitmap. Comprendere la differenza tra questi due tipi di immagini risulta particolarmente importante, per creare immagini digitali e modificarle nel migliore dei modi. Immagini vettoriali I software di grafica vettoriale, quali Adobe Illustrator, Macromedia Freehand, Corel Draw, consentono di creare immagini utilizzando, per la loro rappresentazione, istruzioni matematiche di tipo vettoriale. I principali vantaggi rispetto al sistema bitmap, sono un notevole risparmio di memoria e una maggiore velocità in lettura e scrittura; inoltre, le immagini vettoriali sono indipendenti dalla risoluzione, ov- 4 Le immagini digitali

5 vero, scalate a qualsiasi dimensione e stampate su una qualsiasi periferica di output a diversa risoluzione, esse non perdono precisione e chiarezza. Ne risulta che le immagini vettoriali sono la scelta migliore per la realizzazione di illustrazioni tecniche o grafiche e per immagini come marchi e logo, che richiedono linee nitide rappresentabili in scale di diverse dimensioni. Per fare un esempio, nella rappresentazione raster di un cerchio colorato, si deve tener conto di ogni singolo pixel dell immagine, mentre in quella vettoriale è sufficiente memorizzare poche informazioni, come le coordinate del centro, il raggio ed il colore. Supponendo di dover realizzare un ingrandimento, nel primo caso si dovranno ricalcolare le coordinate e il colore di ogni pixel, mentre nel secondo caso sarà sufficiente modificare il solo parametro che indica il raggio. È evidente, inoltre, che realizzare un immagine ricca di particolari e sfumature, come la fotografia di un paesaggio, con il sistema vettoriale, comporterebbe una notevole perdita di precisione cromatica e pesantezza nella rappresentazione, dato il gran numero di elementi geometrici che comporrebbero la figura. Tuttavia, poiché i monitor dei computer rappresentano le immagini visualizzandole su una griglia, anche quelle vettoriali vengono rappresentate a video come pixel. Illustazione vettoriale. Ingrandendo un particolare non vi è perdita di qualità. Immagini bitmap Le immagini a mappa di bit utilizzano una griglia di piccoli quadrati, detti pixel, per la rappresentazione (pixel è l acronimo di Picture Element e rappresenta la più piccola area che può essere analizzata da un calcolatore); a ciascun pixel vengono assegnati una posizione specifica e un valore cromatico. Sono chiamate anche immagini raster in quanto il computer analizza la griglia di pixel, dall alto verso il basso, in un processo chiamato scansione raster. Nozioni generali 5

6 La qualità delle immagini bitmap dipende dalla loro risoluzione, ossia dal numero di pixel contenuti in esse; pertanto, se ingrandiamo eccessivamente sullo schermo o se stampiamo con una scarsa risoluzione un immagine bitmap, si incorre inevitabilmente in una perdita di dettaglio con effetto dentellato. Le immagini bitmap sono quelle che meglio riproducono sfumature sottili di ombre e colori (immagini a tono continuo), ad esempio su fotografie o dipinti. Immagine bitmap e particolare ingrandito che mostra l effetto dentellato dovuto ad un insufficiente risoluzione. Per il trattamento di tali immagini (inteso come insieme di operazioni atte a migliorare la riproduzione, tra le quali la correzione cromatica, il fotomontaggio, l ottimizzazione per il Web, ), dobbiamo utilizzare un software di fotoritocco. La concorrenza sul mercato dei prodotti informatici è forte, ed offre una vasta gamma di software: Adobe Photoshop, il grande progenitore, è molto diffuso soprattutto nelle aziende di grafica tradizionale, in quanto molto affidabile e in grado di supportare funzioni altamente professionali. Adobe ImageReady e Macromedia Fireworks, permettono di ottimizzare rapidamente le immagini destinate ad Internet ed implementano funzioni tipiche per il Web, come effetti di rollover (ovvero ciò che succede quando il mouse passa sopra un determinato oggetto) o effetti di bevel (in gergo la smussatura) predefiniti per creare pulsanti. 6 Le immagini digitali

7 Dimensione e risoluzione delle immagini bitmap La dimensione di un immagine indica il numero di pixel lungo la larghezza e l altezza della stessa (essa può essere misurata anche in cm, pollici,...). Se, invece, si considera la dimensione digitale del file, essa è misurata in kilobyte (KB), megabyte (MB), gigabyte (GB), ed è proporzionale al numero totale di pixel contenuti nell immagine. Strettamente collegata alla dimensione è la risoluzione, che indica il numero di pixel visualizzato per unità di lunghezza in un immagine; solitamente essa è misurata in pixel per inch (ppi) o dot per inch (dpi). (Si consideri, comunque, che nella teoria quando si parla di pixel ci si riferisce ai punti di un monitor, mentre i dot indicano i punti che definiscono un immagine o la risoluzione di una periferica). Un immagine ad alta risoluzione contiene più pixel, che sono di conseguenza più piccoli, rispetto ad un immagine delle stesse dimensioni di stampa con una risoluzione inferiore. Ad esempio, un immagine di 1 pollice per 1 pollice con una risoluzione di 72 dpi contiene complessivamente 5184 pixel (72 pixel di larghezza x 72 pixel di altezza). La stessa immagine di 1 pollice per 1 pollice a 300 dpi contiene pixel. Poiché le immagini a risoluzione elevata usano un numero maggiore di pixel per unità di superficie, in stampa esse possono riprodurre particolari e transizioni di colore più dettagliati rispetto alle immagini a risoluzione più bassa; di conseguenza creano file più voluminosi. Risoluzione standard per la comunicazione multimediale Se si deve creare un immagine da visualizzare on-line, è sufficiente che la sua risoluzione corrisponda a quella tipica del monitor (solitamente dai 72 ai 90 ppi). Se si impiega una risoluzione troppo bassa Nozioni generali 7 Immagini bitmap con diverse risoluzioni a confronto: 304 dpi, 150 dpi e 72 dpi.

8 per visualizzare l immagine, questa presenterà un effetto dentellato, la presenza cioè di pixel grandi e grossolani; l uso di una risoluzione troppo elevata, invece, aumenta la dimensione del file e, di conseguenza, ne rallenta il trasferimento. Nel caso di una presentazione video, le dimensioni per un immagine a tutto schermo devono essere 640x480 pixel, al fine di rendere possibile la corretta visualizzazione su tutte le periferiche di output. Risoluzioni tipiche per la stampa Se il lavoro è destinato al settore grafico tradizionale, occorre calcolare la risoluzione dell immagine in base alla risoluzione di stampa. La risoluzione di una macchina da stampa si misura in linee per pollice (lpi), che indicano la retinatura o frequenza di retino; la risoluzione della scansione (misurata in dpi) è direttamente collegata alla frequenza di retino. Il calcolo della risoluzione corretta per la scansione si riduce spesso al semplice raddoppio della frequenza di retino: ad esempio, se la stampante utilizzata richiede 150 lpi, la scansione delle immagini potrà avvenire a 300 dpi. Per migliorare la qualità ed ottimizzare le lavorazioni, quando si progetta un lavoro destinato alla stampa, è importante conoscere il processo di stampa (offset, serigrafia, flessografia, rotocalco, ) e il tipo di carta che saranno utilizzati. In genere i giornali vengono stampati a 70/85 lpi; la maggior parte delle riviste vengono stampate in offset a 133/150 lpi; alcuni libri d arte vengono stampati su carta patinata a 175/200 lpi. Se si sta effettuando una scansione di immagini al tratto, per ottenere buoni risultati la risoluzione deve essere impostata a un valore superiore rispetto a quando si lavora con il tono continuo ; in tali immagini, infatti, le gradazioni dei colori e dei grigi possono nascondere i contorni e far sì che un immagine sfumi nello sfondo. Nelle immagini al tratto, invece, il forte contrasto tra il bianco e il nero attira l attenzione sui contorni; si suggerisce perciò di effettuare la scansione a una risoluzione pari a quella del dispositivo di output (es: per la stampa attraverso una fotounità si richiedono circa 1200 dpi). La profondità di bit (o profondità del colore) Come già detto, le immagini a mappa di bit vengono descritte pixel per pixel; il colore di ogni pixel viene registrato nella memoria del computer usando uno o più bit dello stesso. Il numero di bit usati per memorizzare le informazioni per un solo pixel viene definito 8 Le immagini digitali

9 profondità di bit del file. Aumentando il numero di bit usati, cresce il numero di colori diversi che può avere un pixel. Un bit di informazioni può descrivere uno solo tra due valori, 0 per off e 1 per on. Quindi in un immagine ad 1 bit, ciascun pixel è off o on e non esistono livelli intermedi; con questa profondità si rappresentano le immagini al tratto. Aumentando la profondità a 2 bit, il numero di valori validi per ciascun pixel raddoppia, per cui si è in grado di ottenere fino a quattro livelli; si possono quindi aggiungere due tonalità di grigio al nero e al bianco. La maggior parte degli scanner DeskTop a colori usa una profondità di 24 bit, ovvero 8 bit per ognuno dei tre canali Rosso, Verde e Blu. In questo modo, ogni colore primario può essere una delle 256 (28) combinazioni possibili, e ciò fornisce uno spazio cromatico RGB contenente circa 16,8 milioni di colori. Tanto maggiore è la profondità dei bit, tanto più realistica risulterà l immagine; a 24 bit per pixel, i file digitali sono in grado di rappresentare le immagini in modo fotograficamente realistico. I file dei colori separati in CMYK distinti usano 32 bit (8 bit per ciascun canale Cyan, Magenta, Giallo e Nero). Alcuni scanner e software per l elaborazione dell immagine, supportano colori a 48 e 64 bit, consentendo una straordinaria fedeltà del colore, ma creano anche file estremamente pesanti con grandi difficoltà nella loro gestione. La profondità del colore in funzione del numero di bit Opzioni di ricampionamento È importante stabilire in fase di progettazione la dimensione, la risoluzione e la profondità dei bit della nostra immagine. Si ipotizzi di digitalizzare un immagine per pubblicarla nel Web: essa risponderà a I software di elaborazione delle immagini bitmap permettono di modificare la dimensione e la risoluzione dell immagine con diverse interpolazioni. Nozioni generali 9

10 requisiti qualitativi nettamente inferiori rispetto a quelli della stampa offset, e avrà l esigenza di essere ridotta al minimo in dimensione, al fine di velocizzarne, come già detto, il trasferimento sulla rete. Ora, se la stessa immagine deve apparire su uno stampato commerciale, saranno necessarie molte più informazioni. Se non si dispone dell originale, si è costretti a ricampionare (o rimappare) l immagine digitale, aggiungendo i pixel mancanti attraverso il processo d interpolazione. Durante questo calcolo, il software utilizzato cerca di ridurre la differenza tra i pixel di partenza e quelli che aggiunge, dando comunque, come risultato, un immagine sfocata che necessita dell applicazione di filtri correttivi. 10 Le immagini digitali

11 Le immagini digitali Formati e compressione dei dati Introduzione Nell attuale panorama informatico, a cui il DeskTop Publishing è inscindibilmente legato, non esiste uno standard universale per il salvataggio di file grafici. Rispetto a qualche anno fa la situazione è notevolmente migliorata; infatti, la maggior parte dei software grafici, usavano dei formati proprietari, costringendo l utente a laboriose e costose conversioni di immagini. Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi tentativi di standardizzazione dei formati grafici: l ANSI, per esempio, nel 1993 definì il NAPLPS (North American Presentation Layer Protocol Syntax), che codificava le immagini attraverso semplici forme geometriche. Era uno standard sufficiente solo per illustrazioni e non supportava il colore; ebbe pertanto scarso successo. Anche il fattore economico gioca un ruolo determinante: dietro ai formati più diffusi e conosciuti come, ad esempio, GIF e TIFF, esistono degli interessi che, di fatto, impediscono il prevalere dell uno sull altro. L unica soluzione diventa, quindi, la conoscenza delle caratteristiche principali di tutti i formati più diffusi, tenendo presente anche gli eventuali algoritmi di compressione. In questo modo si è in grado di scegliere per ogni situazione il formato ottimale; nel caso si collabori con service esterni, prima di iniziare il lavoro è opportuno verificare le esigenze specifiche e i formati ottimali richiesti. I formati grafici: concetti informatici di base La struttura di un generico file grafico La struttura di un file bitmap, di qualsiasi formato esso sia, è quasi sempre la stessa. Una prima parte, denominata Header, contiene l identificatore del formato, che il più delle volte è un insieme di caratteri che ne indicano il nome, seguito dalle caratteristiche principali dell immagine (dimensione, profondità dei bit,...), e dalle informazioni che indicano la collocazione del file. Può succedere, però, che a causa di cattive o incomplete implementazioni, alcuni software in- Formati e compressione dei dati 11

12 contrino difficoltà nel leggere determinati formati, pur supportandoli. È il caso di molti programmi che girano in ambiente Windows e che prima di procedere all interpretazione dell Header, portano a termine un test sull estensione del file (per estensione si intendono le tre lettere del nome del file che seguono il punto), la quale va modificata se non è corrispondente a quanto espresso dal formato. Il corpo del file, invece, è una sequenza ordinata di dati e determina la dimensione vera e propria del file; risoluzione e numero di colori sono i parametri fondamentali che, se sottovalutati, determinano lo spiacevole inconveniente di dover manipolare, trasportare e gestire file di grossissime dimensioni, spesso senza averne un evidente vantaggio dal punto di vista visivo. Si può affermare che, digitalizzando un immagine in RGB a 24 bit di profondità, il risultato sarà difficilmente distinguibile dall originale. Per tutti quegli usi in cui non è richiesta una qualità cromatica elevata, è consigliabile utilizzare una palette di colori inferiore ed una risoluzione che garantisca un compromesso accettabile tra impiego di memoria e qualità dell immagine. La compressione Come si è accennato, un grosso problema per chi si occupa di grafica digitale, è l elevato spazio richiesto per la memorizzazione delle immagini, rendendo in alcuni casi difficile la loro gestione. Se poi si prendono in considerazione le animazioni o il video digitale, si scopre che proprio le dimensioni eccessive dei file impediscono la riproduzione fluida delle immagini. In un certo senso la compressione digitale delle immagini è simile alla compressione dei file di dati: entrambe consentono di risparmiare spazio e all occorrenza, effettuando la decompressione, di riutilizzare senza, o con minime perdite, le informazioni salvate. Focalizzando la nostra attenzione sugli algoritmi di compressione utilizzati per le immagini, è bene fare una precisazione. Esistono degli algoritmi non distruttivi, lossless, grazie ai quali le informazioni non vengono in alcun modo perse o alterate, e algoritmi distruttivi, lossy, i quali, operando a vantaggio di una maggiore compressione, comportano piccole o grandi perdite ed alterazioni delle informazioni originali. Alla prima categoria appartengono i metodi più datati che basano il loro funzionamento su un principio abbastanza semplice: è inutile memorizzare molte volte la stessa informazione, è più conveniente memorizzare la stessa e il numero di volte che questa si ripete. Questi metodi sono definiti sequenziali (i più noti ed usati sono LZW e 12 Le immagini digitali

13 RLE), e garantiscono un rapporto di compressione non molto alto ed inversamente proporzionale alla complessità dell immagine. Ai lossy appartengono quasi tutti quei metodi sviluppati da un apposito gruppo, il Joint Photographics Experts Group, che si è occupato di definire due standard di compressione, con perdita di informazioni sia per le immagini fisse (JPEG), sia per le immagini in movimento (MPEG). Il grado di compressione raggiungibile può essere estremamente elevato ed utilizza come tecnica uno schema che può essere sintetizzato in tre successivi passaggi. Nella prima fase vengono eliminati i pixel il cui colore differisce di poco rispetto ad un valore medio predefinito. Successivamente, vengono eliminate le informazioni meno importanti relative alla percezione visiva delle immagini, come, ad esempio, zone simili che differiscono solo per il contrasto e la luminosità. Infine, si ricorre ancora ai metodi sequenziali per un ulteriore compressione dell immagine. Principali formati di compressione RLE (Run Length Encoding) Compressione senza perdita supportata da alcuni formati di file Windows. LZW (Lemple-Zif-Welch) Compressione senza perdita supportata dai formati TIFF, PDF, GIF e dal linguaggio PostScript; particolarmente utile per le immagini con ampie aree di un solo colore. JPEG (Joint Photographic Experts Group) Compressione con perdita supportata dai formati JPEG, TIFF, PDF e dal linguaggio PostScript; consigliata per le immagini a tono continuo come le fotografie. CCITT Famiglia di tecniche di compressione senza perdita per immagini in bianco e nero (ad 1 bit), supportata dai formati PDF e PostScript. (CCITT deriva dal francese e sta per comitato consultivo internazionale per la telefonia e la telegrafia.) ZIP Compressione senza perdita supportata dai formati PDF e TIFF. Come per LZW, anche la compressione ZIP è particolarmente efficace per immagini contenenti ampie aree di un unico colore. Formati e compressione dei dati 13

14 Principali formati della fotografia digitale PSD (Photoshop) È il formato di file predefinito per le immagini create in Adobe Photoshop, ed è l unico che supporta tutte le funzionalità di Photoshop, tra cui i metodi di immagine disponibili (Bitmap, Scala di grigio, Due tonalità, Scala di colore, RGB, CMYK, Lab e Multicanale), le guide, i canali alfa, i canali di tinte piatte e i livelli (compresi i livelli regolazione, i livelli testo e gli effetti di livello), le informazioni vettoriali,... Si consiglia di mantenere sempre una copia del file in formato PSD in modo da permettere facilmente eventuali modifiche; successivamente procedere al salvataggio utilizzando dei formati standard (descritti in seguito) compatibili con i programmi di impaginazione comuni. Alcune nuove versioni di prodotti Adobe, ad esempio InDesign e GoLive, permettono l importazione direttamente dei file PSD con una notevole ottimizzazione del flusso di lavoro. Le opzioni del formato TIF TIFF (Tagged Image File Format) Sviluppato da Aldus Corporation, il formato TIFF è nato per le applicazioni di DeskTop Publishing e per l acquisizione tramite scanner. È un formato di immagine bitmap flessibile supportato da quasi tutte le applicazioni di tipo paint, di ritocco immagine e di impaginazione. È possibile codificare immagini con una risoluzione cromatica da un minimo di 1 bit ad un massimo di 32 bit, con valori cromatici memorizzati secondo gli standard RGB e CMYK. Le immagini in Scala di grigio e quelle al Tratto, ossia ad un solo bit, se salvate in formato TIFF possono essere modificate, per quanto riguarda il colore, anche fuori dai programmi di fotoritocco; in Freehand, ad esempio, selezionando un immagine al Tratto si può attivare la trasparenza (palette Ispezione Oggetto) e modificare il colore (palette Ispezione Riempimento). Compressione Specifica un metodo per la compressione dei dati immagine compositi (LZW, ZIP e JPEG). Ordine byte Photoshop e le applicazioni più recenti sono in grado di leggere i file usando un ordine di byte. Tuttavia, se non si sa in quale programma verrà poi aperto il file, selezionare la piattaforma a cui è destinato. Salva piramide immagine Mantiene le informazioni sulla risoluzione multipla. Photoshop non 14 Le immagini digitali

15 offre opzioni per l apertura di file a risoluzione multipla e l immagine viene aperta alla risoluzione più alta usata nel file. L apertura di file a risoluzione multipla è invece supportata da Adobe InDesign e alcuni server di immagini. Salva trasparenza Mantiene la trasparenza come canale alfa aggiuntivo quando il file viene aperto in un altra applicazione. Compressione livelli Specifica un metodo di compressione per i dati dei pixel nei livelli. Molte applicazioni non possono leggere i dati dei livelli di un file TIFF, come fa invece Photoshop. È consigliabile salvare il lavoro come un solo file TIFF con dati di livello (sebbene il file risulti di dimensioni maggiori), anziché salvare e gestire un file PSD a parte che li contenga. Per unire i livelli, scegliere Elimina livelli e salvare una copia. EPS (Encapsulated PostScript) Tra i formati vettoriali, l unico che si configura a carattere di standardizzazione, è il formato EPS. Sviluppato da Adobe, unisce in un unico file, sia le informazioni PostScript di descrizione della pagina, sia una rappresentazione raster dell immagine. Viene usato come interscambio di dati tra applicativi raster e vettoriali e per garantire un ottima qualità di stampa su dispositivi PostScript. Tale conversione è obbligatoria se il lavoro comprende, ad esempio, immagini raster, testo impaginato ed elementi grafici vettoriali. Tra le opzioni del formato EPS, si può scegliere tra la codifica binaria, come metodo più rapido e ottimale in ambiente Mac OS, oppure quella più generica ASCII; la codifica JPEG comprime il file eliminando alcuni dati di immagine, riducendo quindi la qualità di stampa; per ottenere i migliori risultati in stampa, utilizzare una compressione con massima qualità, tenendo presente che in fase di separazione in CMYK non tutti i RIP interpretano correttamente la codifica JPEG. In un file EPS, inoltre, viene generato un preview raster a bassa risoluzione, per un immediata verifica del file in un programma di impaginazione. Le opzioni del formato EPS Anteprima Crea un immagine a bassa risoluzione da visualizzare nell applicazione di destinazione. Scegliere TIFF per file EPS da usare su sistemi sia Windows che Mac OS. Un anteprima a 8 bit ha una qualità superiore ma genera un file di dimensione maggiore rispetto all anteprima a 1 bit. Formati e compressione dei dati 15

16 Codifica Determina il modo in cui l immagine viene trasmessa a una periferica di output PostScript: Scegliere ASCII preferibilmente se si stampa da un sistema Windows e nel caso la codifica binaria provochi errori. Binaria produce un file di dimensione ridotta e lascia intatti i dati originali. Scegliete la codifica Binaria per stampare da Mac OS. Tuttavia, alcune applicazioni di impaginazione, di spool di stampa e per la stampa in rete potrebbero non supportare i file binari in formato Photoshop EPS. JPEG comprime il file eliminando alcuni dati immagine. I file con codifica JPEG possono essere stampati solo su stampanti PostScript Level 2 (o successivo) e potrebbero non venire stampati correttamente in selezione colore. Bianchi trasparenti Visualizza le area bianche come trasparenti. Questa opzione è disponibile solo per immagini in metodo Bitmap. Includi dati vettoriali Mantiene nel file eventuali elementi di grafica vettoriale, quali forme o testo. Tuttavia, i dati vettoriali dei file EPS e DCS sono disponibili solo per altre applicazioni: se si riapre il file in Photoshop vengono rasterizzati. Le opzioni del formato PDF PDF (Portable Document Format) Creato da Adobe Systems, è ormai diventato uno standard nella comunicazione on-line in quanto è in grado di supportare sia informazioni vettoriali che bitmap, include funzionalità ipertestuali per la navigazione, comprime i file e soprattutto è indipendente dall applicazione che lo ha generato e dalla piattaforma sulla quale è stato creato. L ultima versione del formato PDF, la 1.4, ha numerose caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per i moderni flussi di lavoro di prestampa e stampa. Adobe Acrobat è un pacchetto di software per la creazione, modifica, visualizzazione e stampa dei file PDF. Altri software di terze parti, ad esempio Enfocus PitStop, permettono modifiche complesse direttamente sul file PDF (come la sovrastampa, il trapping, il colore,...). Salva trasparenza Mantiene la trasparenza quando il file viene aperto in un altra applicazione. Questa opzione non è disponibile se il file contiene un canale di tinte piatte. 16 Le immagini digitali

17 Protezione PDF Specifica le opzioni di protezione, quali password e accesso limitato, per il contenuto dei file. Scegliete la crittografia RC4 a 40 o 128 bit per un livello di protezione inferiore o maggiore. Per ulteriori informazioni sulla protezione PDF, consultate l Aiuto di Acrobat. Includi dati vettoriali Mantiene eventuali elementi di grafica vettoriale, quali forme o testo, come oggetti indipendenti da risoluzione, per un output migliore. Se questa opzione è attivata, potete selezionare le seguenti opzioni: Incorpora font, affinché tutti i font usati nel file vengano visualizzati o stampati anche su computer in cui non sono installati. Non è possibile incorporare i font Bitmap, i font che non consentono l incorporamento in PDF, i font di sostituzione, il testo in grassetto simulato e il testo alterato. L incorporazione dei font aumenta le dimensioni del file. Usa contorni per testo, per salvare il testo come tracciati. Selezionare questa opzione se l incorporazione dei font genera un file troppo grande, se si intende aprire il file in un applicazione che non legge i file PDF con font incorporati o in caso di problemi di visualizzazione o stampa dei font. Il testo salvato come contorni non viene rilevato nelle ricerche testuali né può essere selezionato in un visualizzatore di PDF. Alla riapertura del file PDF in Photoshop il testo può comunque essere modificato. Immagine bitmap salvata il formato TIF, GIF e JPEG. GIF (Graphic Interchange Format) Il formato GIF (si pronuncia gif ma anche ghif ) è stato sviluppato nel 1987 dalla Compuserve, per risolvere i problemi di trasmissione delle immagini su reti telematiche. È in grado di memorizzare immagini RGB con un massimo di pixel e 256 colori prelevati da una palette di 16,7 milioni; tali caratteristiche lo rendono inutilizzabile dove sono necessarie molte transizioni di colore; ottimi risultati si ottengono invece salvando in GIF immagini al tratto, sia in bianco e nero che a colori, come fumetti o logo. Il GIF permette la compressione con un algoritmo di tipo LZW (Lempel-Ziv-Welch). GIF interlacciato: significa che l immagine sarà visualizzata gradualmente mano a mano che viene scaricata da un browser web, usando una serie di scansioni che mostrano versioni sempre più dettagliate finché non sono stati scaricati tutti i dati. GIF animato: è una sequenza di diverse immagini fisse GIF, contenute in un unico file, che visualizzate in successione creano un effetto animato. Formati e compressione dei dati 17

18 GIF trasparente: quando si desidera che alcuni pixel dell immagine non vengano visualizzati ma lascino posto allo sfondo, o all oggetto in secondo piano, è sufficiente assegnare ad un determinato colore (diverso da ogni altro colore dell immagine) la trasparenza. Esistono due tipi di formato GIF con caratteristiche differenti: GIF87a supporta l interlacciamento e l animazione. GIF89a supporta l interlacciamento, l animazione e la trasparenza. Le opzioni del formato JPEG. JPEG (Joint Photographics Experts Group) JPEG è un formato standard di compressione dei file grafici bitmap. Il comitato che scrisse questo standard, il Joint Photographics Experts Group, si era posto l obbiettivo di ottenere una forte riduzione della quantità di dati, e questo è possibile solo avvalendosi di tecniche di compressione lossy, che degradano la qualità dell immagine in proporzione al valore di compressione assegnato. È un formato comunemente usato per l output sul Web e per le presentazioni video, soprattutto quando le immagini contengono molte transizioni di colore. L algoritmo di compressione si basa su dei principi che cercano di mantenere inalterate le componenti della luminosità piuttosto che quelle del colore, essendo l occhio umano estremamente più sensibile alle prime. La decompressione avviene automaticamente all apertura del file, ma bisogna tenere presente che ogni volta che si ricomprime lo stesso file, utilizzando un software diverso o modificando i valori di compressione, la qualità dell immagine sarà sempre peggiore. Oltre che come formato indipendente, viene integrato anche in altri formati grafici, come per esempio nell EPS, nel TIFF (TIFF6), nel PICT (quest ultimo generato da QuickTime e non direttamente compatibile con alcune applicazioni). Opzioni immagine Per specificare la qualità dell immagine, scegliere un opzione dal menu Qualità, trascinare il cursore a comparsa o immettete un valore da 0 a 12 nella casella Qualità. Opzioni formato Selezionare Linea di base (Standard) per usare un formato supportato dalla maggior parte dei browser Web; Linea di base ottimizzata, per ottenere colori ottimizzati e un file di dimensione inferiore; Progressione ottimizzata, per visualizzare immagini sempre più dettagliate (specificandone il numero) durante il caricamento dell immagine. Le opzioni Linea di base ottimizzata e Progressione ottimizzata non sono supportate da tutti i browser Web. 18 Le immagini digitali

19 Le immagini digitali Nozioni di colorimetria Introduzione Il trattamento del colore, soprattutto con l avvento del DeskTop Publishing, ha attirato le attenzioni di studiosi ed esperti del settore, portando nella realtà aziendale continue innovazioni tecnologiche. A cosa si deve tutto ciò? Si immagini di scattare una bella fotografia in un giorno di sole; una volta stampata dal fotografo, si noterà come l aspetto del colore sia, più o meno, mutato rispetto alla realtà. Ora, se si acquisisce tramite scanner la stessa fotografia per elaborarla, la si visualizza su un monitor e poi la si stampa, il risultato sarà ancora differente. Entrano difatti in gioco una serie di variabili, che influenzano nell intero trattamento la gestione delle immagini; una di tali variabili, ad esempio, è il fatto che il monitor visualizza un immagine attraverso il metodo RGB, mentre la stampante utilizza inchiostri CMYK. Si consideri inoltre che due monitor, anche del medesimo modello, difficilmente visualizzano i colori allo stesso modo. Per evitare questo, tante aziende specializzate nel trattamento del colore, utilizzano attrezzature specifiche (e costose ) che permettono di linearizzare e calibrare il sistema; possono cioè verificare, durante tutto il ciclo di lavoro, la qualità delle immagini, mantenendo sotto controllo il colore. Ma anche le aziende meno specializzate hanno il desiderio di ottenere buoni risultati nel trattamento delle immagini, dall acquisizione alla stampa delle stesse. Ecco perché, prima di dedicarsi al fotoritocco delle immagini a colori, è opportuno affrontare, in maniera molto semplice, alcuni argomenti inerenti il colore. In questo modo, diventerà più facile comprendere le varie funzioni dei software che ci si appresta ad utilizzare, con i relativi accorgimenti per ottimizzarne l uso ed ottenere dei buoni risultati. Nozioni di colorimetria 19

20 Che cos è il colore? I fattori che determinano la percezione del colore sono essenzialmente tre: una fonte luminosa, la materia e un apparato sensore. Lo spettro delle onde elettromagnetiche Con fonte luminosa si intende una qualsiasi sorgente che dà origine ad un fenomeno di visione. Nel 1700 Isaac Newton dimostrò, per mezzo di un prisma, che la luce neutra del sole è composta da diverse luci colorate, i 7colori dell iride. Oggi siamo a conoscenza che la luce è un onda elettromagnetica caratterizzata da una frequenza e da una lunghezza d onda. L occhio umano è sensibile solo ad un piccolo intervallo di lunghezze d onda, compreso approssimativamente tra i 380 ed i 770 nanometri (1 nanometro è un milionesimo di millimetro). Tra tutte le luci dello spettro visibile distinguiamo tre luci primarie: rosso (R), verde (G) e blu (B). Sovrapponendo le luci primarie si ottengono le luci secondarie secondo le seguenti regole: R + G = Y (Giallo), B + R = M (Magenta), B + G = C (Cyan). La materia interagisce, attraverso i pigmenti in essa contenuti, con l energia radiante della fonte luminosa, modulandola in base alle proprie caratteristiche. Quando la luce colpisce un qualsiasi materiale, l interazione avviene tramite due fondamentali processi: trasmissione e riflessione. Con apparato sensore si intende il sistema visivo umano, in grado di reagire all eccitazione prodotta dall energia emessa e modulata dalla materia. In termini generali, il processo della visione inizia nell occhio, la cui struttura fisica influenza enormemente il processo visivo: l occhio opera sostanzialmente come una macchina fotografica, che convoglia la luce tramite un percorso ottico (cornea, cristallino) su uno strato sensore (retina), sul quale viene formata l immagine. La retina è costituita da un sottile strato di cellule fotoricettrici, i coni e i bastoncelli, che traducono l impulso luminoso convogliato, in un segnale elettrochimico che viene inviato, tramite il nervo ottico, al cervello. In 20 Le immagini digitali

21 condizioni di buio relativo, entrano in funzione i bastoncelli, che, essendo di un solo tipo, danno luogo alla percezione monocromatica; i coni iniziano invece ad operare di giorno, e sono di tre tipi, con sensibilità rispettivamente alle luci primarie rosse, verdi e blu. Modelli per la rappresentazione del colore Il modello di colore RGB Il sistema per creare i colori sul monitor di un computer si basa sulle stesse proprietà fondamentali delle luci che si osservano in natura: è possibile creare i colori partendo dal rosso, dal verde e dal blu. Questa è la base del modello di colore RGB, definita sintesi additiva. Il monitor crea i colori emettendo tre fasci di luce con intensità diverse, illuminando le sostanze fluorescenti rosse, verdi e blu, che ricoprono l interno dello schermo. Quando un rosso appare sul monitor, quest ultimo ha acceso il proprio raggio rosso, che eccita i fosfori rossi, illuminando un pixel rosso dello schermo. Utilizzando il modello di colori RGB in un software per l elaborazione delle immagini è possibile cambiare i colori dei pixel combinando i vari valori di rosso, verde e blu. Ognuno di essi ha una gamma di valori compresi tra 0 e 255: se si combinano i 256 valori possibili di rosso, i 256 valori di verde e i 256 valori di blu, il numero complessivo delle combinazioni possibili è all incirca 16,8 milioni. Si potrebbe pensare che questi colori sono moltissimi, ma è bene ricordare che sono solo una parte dei colori visibili in natura. Tuttavia, 16,8 milioni di colori sono sufficienti per riprodurre in modo nitido Il modello di colore RGB Nozioni di colorimetria 21

22 immagini digitalizzate su un monitor collegato ad un computer dotato di scheda grafica a 24 bit. Il modello di colore CMYK Il modello di colore CMYK non si basa sull aggiunta di luce, ma sulla sua sottrazione. Ecco perché viene anche definito sintesi sottrattiva. Una pagina stampata non emette luce, ma la assorbe e la riflette; quindi, quando si vogliono trasferire i colori del monitor sulla carta, è necessario per forza utilizzare il modello CMYK, che è la base della stampa in quadricromia ed è utilizzato principalmente per stampare immagini a tono continuo (come le fotografie digitalizzate) su una macchina da stampa. Nella riproduzione in quadricromia i colori vengono riprodotti su una macchina da stampa utilizzando quattro diverse lastre di stampa: C (cyan), M (magenta), Y (giallo, dall inglese yellow) e K (nero; il nero è indicato dalla lettera K, in inglese black, in quanto la lettera B potrebbe creare confusione con il blu). Dal momento che la pagina stampata non può emettere luce, una macchina da stampa non può utilizzare i colori RGB per stampare e quindi impiega inchiostri che sono in grado di assorbire specifiche lunghezze d onda della luce e di rifletterne altre. Combinando gli inchiostri cyan, magenta e giallo, si può riprodurre gran parte dello spettro visibile dei colori. In teoria, combinando 100% di cyan, 100% di magenta e 100% di giallo, si dovrebbe produrre il nero; tuttavia, a causa dell impurità degli inchiostri, si ottiene un marrone scuro e non il nero. Si aggiunge un inchiostro nero per produrre le parti più scure e le parti grigie dell immagine. Il modello di colore CMYK 22 Le immagini digitali

23 Lo spazio colore Lo spazio colore rappresenta la gamma di colori che può essere riprodotta da una data unità di riproduzione, quale uno scanner, un monitor, una stampante desktop, una macchina da stampa,... Poiché tali dispositivi presentano componenti fisici ed elettronici diversi, non ce ne sono due in grado di riprodurre i colori in modo perfettamente identico. Ad esempio, le proprietà chimiche degli inchiostri da stampa e quelle fisiche dei colori sottrattivi limitano lo spazio colore riproducibile in quadricromia. I colori delle stampanti desktop a sublimazione o a trasferimento termico possiedono caratteristiche diverse; gli inchiostri personalizzati come quelli forniti da Toyo o Pantone (colori spot) altre ancora. Le nuove tecniche di separazione in esacromia, che utilizzano sei colori (come il cyan, magenta, giallo, verde, arancio e nero) permettono di ottenere migliori risultati riproducendo più colori. Lo spazio colore di un monitor, che usa la sintesi additiva, anche se molto ampio non è mai uguale all intero spazio cromatico che percepisce l occhio umano. Considerando tali caratteristiche diventa fondamentale stabilire fin dall inizio del lavoro quale sarà l output finale, in modo da rendere ottimale il risultato. Lo spazio colore varia in base all apparecchiatura utilizzata per riprodurlo. Nozioni di colorimetria 23

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