Comunicare al pubblico. Giancarlo Sturloni, Master in Comunicazione della Scienza, SISSA Trieste, 8 novembre 2010
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- Flaviano Cappelletti
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1 Comunicare al pubblico Giancarlo Sturloni, Master in Comunicazione della Scienza, SISSA Trieste, 8 novembre 2010
2 Premessa
3 A cosa serve comunicare al pubblico?
4 Comunicare non è un optional, è una necessità Perché condividere le conoscenze è un dovere etico della scienza. Per informare i colleghi superando le barriere disciplinari. Per costruire il consenso sociale attorno alle proprie attività (accountability), anche al fine di ottenere finanziamenti. Per partecipare al dibattito pubblico tra scienza e società. Perché anche non comunicare è (il peggior modo di) comunicare. In caso di rischi per la salute, per salvare vite umane.
5 Public Understanding of Science
6 Il modello deficitario Il nostro messaggio più urgente è diretto agli scienziati: imparate a comunicare con il pubblico, siate disposti a farlo e considerate vostro dovere farlo. (Royal Society Report on the Public Understanding of Science, 1985) SCIENZA PUBBLICO DIVULGAZIONE La scienza è dispensatrice di conoscenze pure, certe, oggettive. All origine delle controversie c è l ignoranza del pubblico. È la società a dover comprendere la scienza. Maggiore alfabetizzazione scientifica = maggiore consenso.
7 È il Sole che gira intorno alla Terra, o è la Terra che gira intorno al Sole?
8 È vero che i normali pomodori non contengono geni a differenza dei pomodori geneticamente modificati?
9 I dati mostrano che il pubblico europeo non è per nulla tecnofobo e non esiste alcuna deriva oscurantista o antiscientifica : l 87% ritiene che scienza e tecnologia abbiano migliorato la qualità della vita; il 77% è sicuro che migliorerà anche quella delle generazioni future; gli italiani non si discostano dalla media europea. ( Social values, Science and Technology, Special Eurobarometer 225, 63.1, Commissione Europea, Bruxelles 2005 )
10 maggiore alfabetizzazione scientifica maggiore consenso
11 Il modello lineare
12 Modello di trasmissione lineare delle informazioni MESSAGGIO EMITTENTE RICEVENTE SEGNALE/RUMORE Modello unidirezionale top-down. Non tiene conto del contesto in cui avviene la comunicazione. Prevede un ricevente omogeneo e passivo (teoria del proiettile magico). Ignora gli aspetti relazionali della comunicazione. In definitiva, funziona bene solo in ambito educativo.
13 Aspetti relazionali
14 Comunicazione = Messaggio + Relazione Le comunicazione non avviene in astratto bensì all interno di una relazione fra chi parla e chi ascolta. La fiducia reciproca (e il rispetto dell interlocutore) sono condizioni necessarie affinché la comunicazione possa avere successo. Una comunicazione dialogica e trasparente è il presupposto per costruire una relazione di fiducia.
15 Dall alfabetizzazione al dialogo Nelle moderne società democratiche, se la scienza ignora atteggiamenti e valori dei cittadini lo fa, come ogni altro attore sulla scena pubblica, a suo rischio e pericolo. (House of Lords Report on Science and Society, 2000) Il dialogo è un processo aperto di scambio e condivisione di conoscenze, idee, valori, atteggiamenti e credenze fra i diversi portatori di interesse o stakeholder che prendono parte al dibattito pubblico nelle società democratiche moderne. Il dialogo è uno strumento per favorire la governance e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.
16 Progettare la comunicazione
17 Occorre conoscere il pubblico cui la comunicazione è rivolta (anche con sofisticate indagini di mercato). Occorre definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Occorre scegliere il messaggio più opportuno (e i mezzi più adatti per diffonderlo).
18 I pubblici
19 I pubblici si differenziano per sesso, età, livello socioeconomico, interessi, bisogni, valori, conoscenze pregresse, capacità cognitive. Per ogni segmento di pubblico occorre scegliere messaggi, mezzi di comunicazione e linguaggi ad hoc. Parlare a tutti è molto difficile, e non sempre necessario; occorre chiedersi: a chi ho più bisogno di rivolgermi?
20 Obiettivi della comunicazione
21 persuasione educazione informazione dialogo
22 La scelta del messaggio
23 Il messaggio è l estrema sintesi di ciò che si vuole comunicare. Deve essere breve, chiaro e univoco, ma non generico. Deve tenere contro degli obiettivi della comunicazione e del profilo del pubblico a cui è rivolto.
24 Comunicazione pubblica vs comunicazione specialistica
25 Comunicare al pubblico non significa tradurre Linguaggio specialistico vs linguaggio comune. Stile neutro e impersonale vs stile narrativo. Dalle premesse ai risultati vs dai risultati al contesto Evitare le ambiguità vs offrire diversi punti di vista Rivolgersi ai pari (già interessati) vs competere per l attenzione.
26 L abc di una comunicazione efficace
27 La comunicazione non si improvvisa, si pianifica: occorre conoscere il proprio pubblico, avere un obiettivo chiaro, scegliere il messaggio giusto e i mezzi più adatti per diffonderlo. Se il pubblico non comprende il messaggio, la colpa è di chi lo ha formulato. Il contenuto informativo deve potersi ancorare alle conoscenze pregresse del pubblico e, al tempo stesso, svelare qualcosa di nuovo. Le informazioni destano più interesse se creano aspettative o se riguardano la vita quotidiana delle persone. Per farsi ascoltare è necessario saper ascoltare. In caso di controversie, meglio essere trasparenti e non peccare di omissione.
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