SOCIETA DELLA SALUTE DELLA VALDERA

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1 SOCIETA DELLA SALUTE DELLA VALDERA Pontedera - Provincia di Pisa ORIGINALE VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA Delibera Numero 25 del 07/10/2005 OGGETTO : ADOZIONE DEL PROFILO E DELL IMMAGINE DI SALUTE DELLA ZONA VALDERA L anno duemilacinque il giorno sette del mese di ottobre alle ore 15:30 presso la sede del Comune di Pontedera, a seguito di apposita convocazione diramata dal Presidente, ai sensi dell art. 15 dello Statuto, si è riunita la Giunta della Società della Salute della Valdera. All appello risultano presenti i Signori : Marconcini Paolo Sindaco del comune di Pontedera, Presidente della seduta Tremolanti Monica Assessore alle Politiche Sociali del comune di Buti Zega Mario Assessore alle Politiche Sociali del comune di Calcinaia Filippo Fatticcioni Sindaco del comune di Capannoli Biasci Francesco Sindaco comune di Casciana Terme Mancini Francesca Sindaco comune di Chianni Virgili Francesco Assessore alle Politiche Sociali del comune di Crespina Tedeschi Fabio Sindaco del comune di Lajatico Falchi Alberto Sindaco del comune di Palaia Mariancini Giorgio Assessore alle Politiche Sociali del comune di Peccioli Cicarelli Alessandro Sindaco del comune di Ponsacco Guerrini Alessandro Sindaco comune di Terricciola Maria Teresa De Lauretis Direttore Generale dell Azienda USL 5 Risultano invece assenti: Braccini Marco Mencacci Ivan Turini David Sindaco del comune di Bientina Sindaco del comune di Lari Sindaco comune di S. Maria a Monte Assume le funzioni di segretario verbalizzante della seduta della Giunta il Dr. Giovanni Forte, Direttore della Società della Salute della Valdera Presiede il Sig. PAOLO MARCONCINI, Presidente della SdS Valdera. Essendo legale il numero degli intervenuti, il Presidente dichiara aperta la seduta per la trattazione dell oggetto sopra indicato.

2 LA GIUNTA DELLA SOCIETA DELLA SALUTE Vista la propria deliberazione n. 5 in data 8 marzo 2005 ad oggetto Atto di indirizzo relativo per la formazione del Piano Integrato di Salute relativo all anno 2006, nell ambito della quale sono state emanate disposizioni metodologiche e procedurali in ordine alla elaborazione del profilo e dell Immagine di Salute della Valdera, sulla base delle indicazioni di cui alla deliberazione della Giunta Regionale n. 682 in data Linee guida per la realizzazione dei Piani Integrati di Salute ; Vista la deliberazione della Giunta Regionale n. 827 in data , in cui vengono individuati, tra gli elementi necessari del Piano Integrato di Salute (sostitutivo del Piano Sociale di Zona e del Programma annuale del PAL), un primo Profilo di Salute e l individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità del territorio, attraverso gli strumenti della partecipazione (ovvero l Immagine di Salute); Preso atto del percorso svolto dalla Segreteria Tecnica della SdS Valdera per la costruzione integrata del Profilo e dell Immagine, che ha visto coinvolti oltre 150 attori di diversa provenienza del sistema di welfare territoriale grazie all impiego di una metodologia partecipativa; Osservato che, oltre alla partecipazione individuale suddetta, l Immagine di Salute è stata ulteriormente sottoposta alla valutazione delle rappresentanze dei diversi stakeholders della SdS Valdera e quindi alle Organizzazioni Sindacali Confederali, Medici di medicina generale, Consulta del Terzo Settore e Comitato di Partecipazione; Ritenuto che le osservazioni principali formulate da ciascuna rappresentanza possano essere sinteticamente riepilogate nello schema sottoriportato, fermo restando che i pareri integrali sono allegati alla presente deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale Sintesi dei pareri sul documento Immagine di Salute della Valdera Organismo Consulta del Terzo Settore Sintesi del Parere La metodologia sperimentale adottata per la discussione delle diverse problematiche è risultata efficace, diffusamente partecipata e interdisciplinare. Il risultato raggiunto è complessivamente soddisfacente in quanto le aree di intervento sono state ampiamente affrontate e discusse. Ad una lettura più attenta l aspetto che andrebbe maggiormente sviluppato è quello dell attività di prevenzione intesa nella sua accezione più ampia e trasversale. La Consulta ritiene difficile elencare le priorità d intervento in quanto non dispone al momento dei dati necessari ad esprimere un parere equilibrato e significativo. In particolare mancano i parametri di riferimento sulla domanda di servizi espressa dai cittadini, la misura di soddisfacimento di tale richiesta, nonché lo standard qualitativo dei servizi erogati. Ciò viene ritenuto importante è l impegno comune ad esaminare la gestione di ciascun servizio in modo da individuare eventuali sprechi, recuperare economie di gestione da investire nel potenziamento e nella qualità dei servizi esistenti. Viene inoltre indicato come necessario 2

3 Comitato di Partecipazione Organizzazioni Sindacali potenziare l'aspetto informativo e l'integrazione dei servizi in una prospettiva di rete che potrebbe essere oggetto di uno specifico progetto. Si riconosce l impegno profuso dalle diverse componenti (professionali e non) all interno dei gruppi tecnici di lavoro, che hanno costituito di per se un esperienza estremamente positiva, in quanto hanno funzionato come luogo di utile informazione reciproca, di approfondito confronto e discussione, ben al di là di quanto risulti dalle schede elaborate. Sarebbe importante per il futuro - poter definire più complete forme di documentazione del lavoro svolto. Si individua la necessità di dedicare maggior impegno ed attenzione in sede di elaborazione del Profilo di salute, per la raccolta e la comunicazione di dati completi, appropriati e specifici: in alcune aree di lavoro (es. immigrazione) emergono alcune carenze. Vengono avanzate e dettagliatamente sviluppate alcune considerazioni generali trasversali alle diverse aree tematiche, per indicare bisogni - magari sottesi al lavoro dei gruppi tecnici - che meritano di essere sottolineate: 1. Bisogno di una maggiore umanizzazione del rapporto con il cittadino-utente 2. Bisogno di una maggiore trasparenza nell accesso ai servizi 3. Bisogno di una maggiore facilità di accesso ai dati e alle informazioni. 4. Bisogno di una maggiore attenzione alla prevenzione. 4. Bisogno di rafforzare la rete degli assistenti sociali. 6. Bisogno di un maggiore intervento/supporto psicologico e psichiatrico. 7. Bisogno di una maggior integrazione e coordinamento dei servizi e delle risorse. Si apprezza l aver riconosiuto la zona distretto come strumento organizzativo ed operativo della sanità e del sociale nel territorio. Delle problematiche affrontate nell Immagine di Salute si sottolineano le seguenti necessità: 1. una migliore informazione e accessibilità dei servizi per il cittadino, 2. una maggiore integrazione dei MMG e PLS con l assistenza domiciliare sociale e sanitaria 3. più chiara indicazione del luogo di presa in carico, degli operatori e delle procedure condivise dei percorsi assistenziali 4. definizione di un Piano Individuale di Assistenza, di un responsabile del PIA, di una unità di valutazione multiprofessionale, che consideri lo stato iniziale della persona in carico, i suoi progressi e che attesti l efficacia dell intervento Si evidenzia inoltre 5. la delicatezza della questione buoni servizio, (manca una lettura critica delle sperimentazioni fatte e, non ci sono 3

4 elementi di comparazione sulla spesa storica della zona della Valdera, sulla qualità dell offerta dei servizi erogati) 6. che la gestione delle dimissioni precoci, non solo di anziani, debba avere come punto ordinatore il distretto e si debba realizzare con uno stretto collegamento fra medico specialista dell ospedale, il medico del distretto ed il MMG. 7. l opportunità per il problema abitazione (emergenza sfratti, caro affitti), che il PIS apra ad una gestione comune del problema, per tutta la zona socio-sanitaria 8. la necessità di coordinare e condurre ad unicità di intervento le competenze istituzionali diverse sul materno infantile e disabilità 9. fra gli interventi già previsti per il parto, particolare attenzione andrebbe rivolta alla depressione post-partum 10. la questione materno-infantile va affrontata, anche in prospettiva, con l offerta di servizi capaci di accompagnare i genitori in un percorso di opportunità, a partire dalle problematiche del lavoro 11. i problemi dell inserimento lavorativo di disabili fisici e psichici, tossicodipendenti, adolescenti a rischio etc.., richiedono la formalizzazione di accordi specifici con le istituzioni preposte, la messa in comune di risorse, servizi, opportunità di formazione e lavoro, attraverso la costituzione di un punto unico di informazione e di intervento tra i servizi sociali ed il centro per l impiego nelle loro articolazioni territoriali. 12. un rilievo particolare alla parte relativa alla prevenzione, ed in particolare alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L ambito della formazione alla salute ed alla sicurezza ha una priorità fondamentale negli interventi verso i lavoratori extracomunitari e i lavoratori con contratti precari e/o temporanei La consolidata attività di prevenzione contro le malattie oncologiche impone la continuità dell intervento, un raccordo con l Azienda Ospedaliera e le altre iniziative presenti nelle altre zone socio-sanitarie, e inoltre la sperimentazione di percorsi di educazione alla salute per prevenire le malattie cardiovascolari e circolatorie, che dai dati forniti nel Profilo di Salute, hanno un incidenza elevata. Medici di Medicina Generale (FIMMG Valdera) Si esprime soddisfazione per la considerazione dei MMG che emerge in diversi punti del documento. Si evidenzia la possibilità che il MMG svolga un ruolo di coordinamento e di comunicazione nella sanità territoriale e che le nascenti UTAP o forme sperimentali di medicina integrata territoriale siano un inizio reale di valorizzazione e di utilizzo del MMG Preso atto altresì che è stato richiesto il parere di rappresentanze informali degli utenti (giovani, anziani, etc.) delle quali non sono però ancora giunte le rispettive valutazioni, che saranno quindi acquisite in un momento successivo; 4

5 Rilevato che, trattandosi di un atto ricognitivo e di valutazione tecnica multidisciplinare, che concorre a determinare gli indirizzi della programmazione consortile ma al quale non sono direttamente connessi atti impegnativi verso l esterno, non occorra il parere tecnico previsto dal comma 1 dall art. 49 comma del Decreto Legislativo n. 267; Viste le leggi regionali n. 40 e 41 in data ; Visto il Piano Sanitario Regionale ; Visto l art. 31 del D.Lgs , n.267; Con votazione favorevole unanime espressa in forma palese; D E L I B E R A 1. di approvare le premesse del presente atto quale parte sostanziale del provvedimento; 2. di adottare il Profilo e l Immagine di Salute della zona Valdera depositati agli atti della sede legale del Consorzio, corrispondente alla copia inviata a tutti i membri della Giunta; 3. di trasmettere il presente atto agli organismi deputati allo sviluppo della programmazione perché possano essere considerati, oltre le indicazioni già presenti nell Immagine di Salute, le valutazioni effettuate con appositi pareri dai diversi stakeholders della SdS Valdera; 4. di disporre la pubblicazione del Profilo e dell Immagine di Salute della zona Valdera sia in formato elettronico, sul sito del Consorzio, che cartaceo, attraverso la stampa di 1000 volumi da distribuire tra gli enti consorziati, ai partecipanti ai gruppi di lavoro e in occasione di incontri tematici di approfondimento; 5. di incaricare l Ufficio Comune della Valdera, secondo quanto previsto dal contratto di servizio n. rep in data , di provvedere alla stampa dei volumi; 6. di dare atto che il presente provvedimento non richiede il parere di regolarità tecnica di cui al comma 1 dall art. 49 comma del Decreto Legislativo n. 267; 7. Di dare atto che il presente provvedimento sarà reso pubblico mediante affissione all albo pretorio del comune di Pontedera, comune in cui ha sede il consorzio, per 15 giorni consecutivi, secondo quanto disposto dall art. 124, comma 2, del D.Lgs , n.267. Il presente atto è immediatamente eseguibile ai sensi dell art. 17, comma 6, dello Statuto e secondo le previsioni dell art.134, comma 4 del Decreto Legislativo 18/08/2000 n.267, al fine rendere più incisiva l economicità e l efficacia dell azione amministrativa a mezzo di una accelerazione del procedimento. Letto e sottoscritto IL PRESIDENTE Paolo Marconcini IL SEGRETARIO VERBALIZZANTE Giovanni Forte 5

6 Parere sull Immagine di Salute della SdS Valdera CGIL, CISL e UIL di Pisa Prendiamo atto delle informazioni che ci sono state fornite, durante l incontro del 21 di giugno a Pontedera, sui metodi utilizzati per produrre il Profilo di Salute e la Sintesi del lavoro dei Gruppi Tecnici per l Immagine di Salute. Diamo qui di seguito alcune valutazioni che dovrebbero essere assunte nell Immagine e nelle linee di programmazione del Piano Integrato di Salute della Valdera; il Piano comunque, dovrà tenere conto della legislazione regionale esistente, della prossima formalizzazione del PISR, dei livelli essenziali di assistenza sociale e delle regole dell appalto nell affidamento dei servizi in Toscana. La sperimentazione della SdS, come si può rilevare dall atto di indirizzo e dal PSR , riconosce come strumento organizzativo ed operativo della sanità e del sociale nel territorio, la zona distretto. I documenti fanno emergere una rappresentazione condivisibile delle problematiche di ordine socio-sanitario ed assistenziale della Valdera, a partire dall individuazione ed elencazione degli ambiti di intervento delle politiche per l integrazione socio-sanitaria, per una migliore informazione e accessibilità dei servizi per il cittadino, per l integrazione dei MMG e PLS con l assistenza domiciliare sociale e sanitaria. Il lavoro del previsto tavolo di confronto specifico sull integrazione sociale con il sistema dell assistenza sanitaria territoriale (capitolo Integrazione dei servizi Immagine di Salute), non potrà prescindere dalla riaffermazione del ruolo del distretto socio-sanitario. Ciò, sarà propedeutico agli interventi di programmazione per i diversi ambiti, tenuto conto che la organizzazione funzionale del territorio e le risorse che, nella suddivisione del PSR, vengono affidate al distretto, saranno fondamentali per inquadrare figure professionali, operatori, specialistiche, responsabilità, riferimenti, in grado di interfacciarsi con il Terzo Settore. Nei diversi ambiti, descritti nell Immagine di Salute, si individuano le esigenze e le problematiche di integrazione socio-sanitaria, noi riteniamo sia necessario indicare il luogo di presa in carico, gli operatori e le procedure condivise dei percorsi assistenziali. Per le problematiche legate a disabilità, salute mentale, tossicodipendenze, neuropsichiatria infantile, Alzheimer, dimissioni precoci, anziani non-autosufficienti (del.402/2004), assistenza domiciliare, sociale, integrata, etc, è essenziale la definizione di un Piano Individuale di Assistenza, di un responsabile del PIA, di una unità di valutazione multiprofessionale, che consideri lo stato iniziale della persona in carico, i suoi progressi e che attesti l efficacia dell intervento. Nel piano individuale saranno proposte all assistito le varie possibilità di erogazione (diretta e indiretta) per i servizi socio assistenziali, avendo però fatto chiarezza su quali siano i livelli essenziali di assistenza nella carta di cittadinanza, cioè, quanto è diritto esigibile e quanto a compartecipazione. Delicato ci sembra il punto sull erogazione dei buoni servizio, sulla loro erogazione nell assistenza indiretta, manca una lettura critica delle sperimentazioni fatte e, non 6

7 avendo elementi di comparazione sulla spesa storica della zona della Valdera, sulla qualità dell offerta dei servizi erogati. E problematico valutare obbiettivamente quanto l erogazione dei bonus abbia corrisposto a criteri di efficienza, efficacia, qualità, ampliamento della platea degli assistiti. Sarà opportuno che il previsto tavolo per l integrazione socio-sanitaria affronti anche un eventuale regolamento normativo sui Buoni servizio, sui criteri per la certificazione dei soggetti accreditati, come fornitori dei servizi ai cittadini, sull aggiornamento della carta di cittadinanza sociale, con la definizione dei livelli essenziali di assistenza sociale, separando, da questi, i servizi che saranno a compartecipazione; fatto questo, il bonus diventa una libera scelta dell assistito, non l unica. La zona di Pontedera rispetto alla altre zone dell ASL 5 si presenta con un alto indice di dimissioni precoci, consistenti liste di attesa per le specialistiche (riabilitazione di logopedia, ortopedia, neuropsichiatria infantile ), riteniamo che la gestione delle dimissioni precoci, non solo di anziani, dovrà avere come punto ordinatore il distretto e realizzarsi con uno stretto collegamento fra medico specialista dell ospedale, il medico del distretto ed il MMG (esperienza La Rosa). L entità notevole di giorni di ricoveri di anziani e molto anziani nella struttura ospedaliera potrebbe essere ridotta, avendo a disposizione una struttura intermedia, come l ospedale di comunità ed una assistenza domiciliare integrata adeguata. Per il problema abitazione (emergenza sfratti, caro affitti), il PIS deve aprire ad una gestione comune del problema, per tutta la zona socio-sanitaria, ed anche per quanto riguarda il Contributo per gli affitti, bisognerebbe definire, con la gradualità necessaria, un regolamento il più possibile omogeneo per l erogazione dei contributi nell area. Ci sembra importante coordinare e condurre ad unicità di intervento competenze istituzionali diverse sul materno infantile e disabilità, sulla segnalazione precoce al distretto socio-sanitario della nascita di un bambino con dei problemi, che permetta, nel pieno rispetto della privacy e della volontà dei genitori, di approntare un piano di intervento, di supporto adeguato, e di avere una rappresentazione dell utenza potenziale sempre aggiornata. Fra gli interventi già previsti per il parto, particolare attenzione secondo noi, andrebbe rivolta alla depressione post-partum, con operatori formati in grado di intervenire durante la gravidanza, dopo il parto, coinvolgendo entrambi i genitori e mettendo a disposizione anche un eventuale luogo di accoglienza della madre in difficoltà. La questione materno-infantile va affrontata, anche in prospettiva, con l offerta di servizi capaci di accompagnare i genitori in un percorso di opportunità, a partire dalle problematiche del lavoro nella comune convinzione che risolvere problemi dell adulto significa di riflesso migliorare le condizioni dei minori. Per affrontare con una qualche speranza di successo in più i problemi dell inserimento lavorativo di disabili fisici e psichici, tossicodipendenti, adolescenti a rischio etc..,ci sembra essenziale formalizzare, con accordi specifici con le istituzioni preposte, la messa in comune di risorse, servizi, opportunità di formazione e lavoro, nelle competenze diverse, che ancora permangono nel territorio, costituendo un punto unico di informazione e di intervento tra i servizi sociali ed il centro per l impiego nelle loro articolazioni territoriali. Condividiamo quanto descritto nella scheda prima infanzia e responsabilità familiari sui punti deboli e le problematiche rilevate, in special modo, per quanto riguarda 7

8 le difficoltà da voi evidenziate a reperire posti negli asili nido per l inserimento di bambini disabili. Riteniamo fondamentale, come precedentemente sostenuto, definire protocolli di intesa e relazione tra servizi sanitari (ospedale/distretto), istituzioni diverse, in modo da rendere efficace ed efficiente l intervento, ampliare l offerta di posti in asili nido, che non può essere surrogata dall erogazione dei buoni servizio, poiché l asilo nido è il primo elemento del sistema educativo, non è un luogo di semplice custodia, e proprio nel rispetto di quanto disposto dalla L.R.32/2001, bisognerà attuare la riserva dei posti per bimbi disabili ed il piano pedagogico educativo degli asili comunali. Infine, un rilievo sulla parte relativa alla prevenzione, ed in particolare alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel Profilo di salute sono riportati i dati relativi a malattie professionali ed incidenti sul lavoro, c è da rilevare che da dati in nostro possesso, avuti fuori della SdS della Valdera, il 5% previsto dal PSR come spesa per la prevenzione non è stato raggiunto neanche in Valdera (3,86%), sappiamo che il 5% è relativo a tutta la prevenzione, comprese ad esempio le vaccinazioni, ci piacerebbe avere i dati scomposti, capire la situazione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in termini di risorse investite, personale occupato e risultati ottenuti. L ambito della formazione alla salute ed alla sicurezza ha una priorità fondamentale negli interventi verso i lavoratori extracomunitari e i lavoratori con contratti precari e/o temporanei. La consolidata attività di prevenzione contro le malattie oncologiche ci impone la continuità dell intervento, un raccordo con l Azienda Ospedaliera e le altre iniziative presenti nelle altre zone socio-sanitarie, inoltre di sperimentare percorsi di educazione alla salute per prevenire le malattie cardiovascolari e circolatorie, che dai dati forniti nel Profilo di Salute, hanno un incidenza elevata. L immagine di salute rappresenta uno strumento utile da cui partire per la programmazione socio-sanitaria, ma si dovrà costruire sul rafforzamento delle strutture territoriali, che dovranno rappresentare sempre di più la prima risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Pisa 4 luglio 2005 CGIL Pisa CISL Pisa UIL Pisa 8

9 FIMMG Valdera Documento di risposta al documento con la sintesi del lavoro dei Gruppi tecnici per l'immagine di Salute. Leggendo il documento siamo soddisfatti della considerazione data ai MMG come emerge ed è sottolineato in diversi punti. Infatti, si evidenzia la possibilità che il MMG svolga un ruolo di coordinamento e di comunicazione nella sanità territoriale. Anche noi crediamo che dal punto di vista di una nuova organizzazione sanitaria e di una reale valorizzazione della sanità territoriale in Valdera, il MMG sia la figura professionale che ha la potenzialità di incrementare il suo rendimento in termini di coordinamento e sviluppo di comunicazione. Infatti, il MMG non ha mai fatto, in Valdera, un lavoro sinergico con gli altri MMG e con le altre figure della sanità territoriale ed ospedaliera. In sostanza pensiamo che le nascenti UTAP o forme sperimentali di medicina integrata territoriale siano un inizio reale di valorizzazione e di utilizzo del MMG. 20 Agosto 2005 Egr. Sig. Presidente Giunta Società della Salute SEDE Il Comitato di Partecipazione, recentemente nominato e riunitosi per la prima volta il 30.8 u.s., dopo aver esaminata la bozza del documento di sintesi del lavoro dei gruppi tecnici per l immagine della salute osserva sinteticamente quanto segue, riservandosi ogni approfondimento e più ampia considerazione in sede valutazione degli atti di programmazione, così come previsto dall art. 46 dello Statuto. Sulla prima fase procedurale di elaborazione del PIS Preliminarmente, in ordine alla prima fase di elaborazione del Pis che ha condotto al documento di cui si tratta, il Comitato riconosce l impegno profuso dalle diverse componenti (professionali e non) all interno dei gruppi tecnici, che hanno costituito di per se un esperienza estremamente positiva, favorita dalla sensibilità dimostrata dai coordinatori della segreteria tecnica. I gruppi tecnici hanno funzionato come luogo di utile informazione reciproca, di approfondito confronto e discussione, ben al di là di quanto risulti dalle schede elaborate. Proprio in ragione di ciò, pur comprendendo le esigenze di sintesi funzionali all elaborazione del Pis, sarebbe opportuno per il futuro da un lato definire più complete forme di documentazione del lavoro svolto, dall altro individuare modalità per dare un carattere permanente ai gruppi tecnici. 9

10 Sempre per utilizzare al meglio le potenzialità dei gruppi tecnici, occorre altresì che maggior impegno ed attenzione vengano profusi dalla componente pubblica in sede di elaborazione del Profilo di salute, per la raccolta e la comunicazione di dati completi, appropriati e specifici: in alcune aree di lavoro (es. immigrazione) sono infatti emerse alcune carenze. Si rileva inoltre l esigenza di definire, soprattutto a livello statutario, regole più precise circa la composizione ed il funzionamento dello stesso Comitato di Partecipazione, per garantirne la rappresentatività e l efficienza, in considerazione delle delicate competenze affidate dallo Statuto. Su tale questione, sin da ora, il Comitato si rende disponibile ad un incontro. Sui contenuti della bozza del documento di immagine della salute In ordine al profilo contenutistico del documento in oggetto, il Comitato si limita in questa fase a fare alcune brevi considerazioni generali trasversali alle diverse aree tematiche, per indicare bisogni - magari sottesi al lavoro dei gruppi tecnici - ma che meritano di essere sottolineate affinché la Giunta ne tenga conto nella fase di programmazione. 1. Bisogno di una maggiore umanizzazione del rapporto con il cittadino-utente. Tale affermazione, che parrebbe porsi su un piano esclusivamente di principio, è invece di seria e quotidiana concretezza. In una fase di esasperata aziendalizzazione (budget, produttività, efficientismo, ecc.), il rispetto e la centralità della persona scivolano talvolta in secondo piano. Tale principio, nelle sue diverse accezioni, deve invece improntare ogni attività e prestazione erogata. Occorre, ad esempio, che il cittadino sia adeguatamente informato, in modo semplice e chiaro, sul tipo di prestazione che riceve. In ambito strettamente ospedaliero, ciò si traduce non solo nel c.d. consenso informato - che comunque viene visto ancora come frettoloso adempimento burocratico - ma anche in orari certi per parlare con medici e primari (a causa della limitazione del periodo di ricovero, non è raro che il paziente parli con il medico solo dopo l intervento). Occorre altresì che si organizzino gli spazi e le modalità di erogazione non solo in funzione della economicità della prestazione ma anche della persona che ne ha bisogno (basti pensare alle condizioni di certi ambulatori di day hospital). Occorre inoltre promuovere una più attenta cultura civica degli operatori Occorre, in buona sostanza, fare quanto possibile affinché la malattia non indebolisca anche i diritti. 2. Bisogno di una maggiore trasparenza nell accesso ai servizi. La questione della trasparenza assume sempre maggiore rilievo sia con riferimento alle liste di attesa per le prestazioni sanitarie (es. quelle diagnostiche) sia per l accesso a delicati servizi sociali, quali ad esempio le residenze per anziani. L accesso ai servizi viene infatti percepito dalla popolazione come poco chiaro e poco verificabile. 3. Bisogno di una maggiore facilità di accesso ai dati e alle informazioni. In primo luogo, occorre che sia facilitato l accesso a tutte quelle informazioni riguardanti la sfera sanitaria e sociale: dati epidemiologici (diffusione malattie tumorali, tipo di patologie presenti e specifiche del territorio), risorse economiche utilizzate, risultati raggiunti. Sarebbe opportuno arrivare ad un vero e proprio bilancio partecipato della sanità. Il soddisfacimento di questo bisogno, peraltro, è il presupposto per realizzare una concreta ed effettiva partecipazione dei cittadini al governo della salute. 10

11 Tale bisogno, inoltre, va visto e soddisfatto anche in un altra accezione: i cittadini devono avere la possibilità di accedere facilmente a chiare informazioni relative ai servizi di cui hanno bisogno. 4. Bisogno di una maggiore attenzione alla prevenzione. E evidente che la prevenzione sanitaria produce salute e fa risparmiare risorse utilizzabili in altri settori. Tale principio va di pari passo con una attenta e costante analisi delle esigenze e delle patologie presenti sul territorio: in questa prospettiva occorre maggiormente utilizzare la rete dei medici di famiglia e coordinare i flussi di informazione tra i diversi soggetti. La politica di prevenzione va intesa sia come potenziamento delle azioni di educazione alla salute sia come incremento dei programmi di screening. All educazione alla salute deve attribuirsi un significato più ampio, che va dalla promozione di adeguati stili di vita, alla tutela della maternità e della procreazione responsabile, per arrivare alla sensibilizzazione del territorio con riferimento ad un nuovo concetto di famiglia aperta e solidale, in grado di dare accoglienza a quei bambini in stato di momentaneo bisogno, allontanati dalle famiglie di origine (affidi familiari). 5. Bisogno di rafforzare la rete degli assistenti sociali. E fuori di dubbio l importanza di una adeguata rete di assistenti sociali per fare emergere, monitorare e dare una risposta ai bisogni socio- sanitari del territorio. La situazione non appare soddisfacente quanto a numero di professionisti, reperibilità (ad es. nelle ore pomeridiane, nei prefestivi e festivi) e appropriatezza degli interventi. 6. Bisogno di un maggiore intervento/supporto psicologico e psichiatrico. Stesso discorso deve farsi nei confronti del servizio psichiatrico e psicologico, come emerge chiaramente dalle schede dei gruppi tecnici: la percezione è che tali servizi non riescano in alcun modo a rispondere alle richieste che provengono dal territorio, sia quantitativamente che qualitativamente. Questo a fronte di un preoccupante allargamento delle aree di disagio in Valdera (minori border line, diffusione nuove dipendenze, ecc.). Tra le numerose carenze, si rileva che addirittura per i bambini trapiantati non vi sono adeguati supporti psicologici che accompagnino il rientro in famiglia e al quotidiano. 7. Bisogno di una maggior integrazione e coordinamento dei servizi e delle risorse. Tale aspetto è emerso dal lavoro dei gruppi tecnici ma merita di essere sottolineato con forza, per evitare - anche a livello delle stesse associazioni di volontariato - duplicazioni e spreco di risorse. A disposizione per eventuali chiarimenti porgiamo cordiali saluti. Il Comitato di Partecipazione 11

12 DOCUMENTO IMMAGINE DI SALUTE: PARERE DELLA CONSULTA DEL 3 SETTORE Premessa La Consulta è stata chiamata ad esprimere un parere in merito al documento di Immagine di Salute in Valdera elaborato in maniera partecipata da tutti i soggetti del territorio coinvolti a vario titolo nel benessere della società. Esaminato in modo approfondito il documento sono emerse le seguenti valutazioni: La metodologia sperimentale adottata per la discussione delle diverse problematiche è risultata efficace, diffusamente partecipata e interdisciplinare, producendo una condivisione dei bisogni prioritari del nostro territorio. L approccio infatti adottato ha permesso l incontro di letture diverse intorno a specifiche aree di lavoro sulle quali si è raggiunta una unità di accordo. Riteniamo il risultato raggiunto complessivamente soddisfacente in quanto le aree di intervento sono state ampiamente affrontate e discusse. Ne emerge un quadro complesso relativo ai bisogni e ai servizi esistenti sul territorio oltre che ai problemi ancora da affrontare in maniera trasversale in tutti gli ambiti. Tuttavia da una lettura più attenta riteniamo che andrebbe maggiormente sviluppato l aspetto dell attività di prevenzione intesa nella sua accezione più ampia e trasversale. Nello specifico ci riferiamo alla sicurezza sui luoghi di lavoro, all igiene, produzione, distribuzione degli alimenti, alla sanità e salubrità degli ambienti. La Consulta ritiene difficile elencare le priorità d intervento in quanto non dispone al momento dei dati necessari ad esprimere un parere equilibrato e significativo. In particolare mancano i parametri di riferimento sulla domanda di servizi espressa dai cittadini, la misura di soddisfacimento di tale richiesta, nonché lo standard qualitativo dei servizi erogati. Ciò che riteniamo inoltre importante è l impegno comune ad esaminare la gestione di ciascun servizio in modo da individuare eventuali sprechi, recuperare economie di gestione da investire nel potenziamento e nella qualità dei servizi esistenti. Riteniamo altresì necessario potenziare l'aspetto informativo e l'integrazione dei servizi in una prospettiva di rete che, a nostro parere, potrebbe essere oggetto di uno specifico progetto. La Consulta del 3 settore rinnova il proprio impeg no nell apporto di un significativo contributo all interno del sistema della Società della Salute e dell obiettivo comune di promozione del benessere della società. 12

13 CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE (Art. 124 D. Lgs , n. 267) Il sottoscritto CERTIFICA che, giusta relazione del Messo Comunale, la suestesa deliberazione è stata affissa in copia all Albo Pretorio del Comune il 11/10/2005. IL SEGRETARIO VERBALIZZANTE Giovanni Forte 13

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