Atti delle Giornate di approfondimento per animatori musicali settembre Celebriamo cantando

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1 VI Le memorie mariane Schemi pag Madonna di Lourdes - 11 febbraio memoria facoltativa 2- Madonna di Fatima 13 maggio memoria 3- Cuore Immacolato di Maria Sabato dopo la II domenica di Pentecoste memoria 4- Madonna del Carmine 16 luglio memoria facoltativa 5- Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore 5 agosto memoria facoltativa 6- Maria regina 22 agosto memoria 7- SS. Nome di Maria 12 settembre memoria facoltativa 8- Vergine addolorata 15 settembre memoria 9- Madonna del Rosario 7 ottobre memoria 10- Presentazione di Maria al tempio 21 novembre memoria Atti delle Giornate di approfondimento per animatori musicali settembre 2012 Celebriamo cantando Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria nel Tempo Ordinario Approfondimenti 1- Le Antifone mariane maggiori pag La Vergine addolorata e lo Stabat Mater pag La devozione del Rosario pag Il repertorio mariano pag L Ave Maria. Origine e formazione della preghiera pag. 81 Gianmartino Maria Durighello Editrice Suore Figlie della Chiesa Promanuscripto - Roma 2013 romadomusaurea@figliedellachiesa.org www-figliedellachiesa.org Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma Centro di Spiritualità Figlie della Chiesa Casa di Preghiera - Domus Aurea

2 Indice I - Preludio pag alla scuola del Vangelo 2- alla scuola dei Padri 3- alla scuola del Concilio Vaticano II 4- non un culto a Maria, ma la memoria di Maria nella celebrazione del mistero di Cristo II Alle origini della venerazione e memoria di Maria nella celebrazione dell Anno liturgico pag Prima del Concilio di Efeso 2- Il Concilio di Efeso (431) e la proclamazione di Maria «Madre di Dio» 3- Il Concilio Vaticano II III Maria nella nostra giornata, nella settimana, nell anno, nella vita pag Nella vita (nella Liturgia e nella Devozione) 2- Nel giorno (L Ave Maria e l Angelus; il Magnificat; le Antifone mariane) 3- Nella settimana (la memoria di Maria in sabato) 4- Nell anno (solennità, feste, memorie; i mesi mariani) IV - La solennità dell Assunzione pag La liturgia bizantina e l icona della Dormizione 2- Repertorio Messa della Vigilia e Messa del Giorno I presenti Atti sono stati ricavati dalle registrazioni audio effettuate durante le giornate del Convegno. 2 V Le due feste mariane: Natività di Maria e Visitazione pag Natività di Maria 2- Visitazione 3- La liturgia bizantina e l icona della Natività di Maria Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

3 Nello stesso secolo di Bernardino questa formula entra in alcuni Breviari. Nel secolo successivo, in un Breviario francescano del 1525, appare la formula adesso e nell ora della nostra morte, subito adottata nel Breviario di Pio V del L Ave Maria è entrata nella Liturgia della Chiesa universale. In tempi più recenti, nel corso del XIX sec, a peccatori la pietà popolare aggiunge poveri, aggiunta che rimane assente nel testo latino. Altre diversità di traduzione caratterizzano nel tempo le diverse traduzioni della preghiera. Ad esempio ventre è stato purtroppo sostituito nella versione italiana con seno. Il testo latino conserva invece ventris tui. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen. I - Preludio 1 alla scuola del Vangelo Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. [Gv 19,25-27] * Madre di Dio e Madre nostra. Vogliamo partire da qui. Dal contemplare Maria «Madre di Dio» e «Madre nostra». Maria, nel compimento del mistero pasquale, è chiamata dal suo Figlio Gesù (vero Dio e vero Uomo) ad essere madre nostra. Contempliamo questo legame profondo, inscindibile, del mistero mariano col mistero pasquale. Legame di Maria con la Pasqua, con la Pasqua del Figlio, ma anche con la nostra Pasqua. 2- alla scuola dei Padri: Omelia sulla Pasqua di Melitone di Sardi (II sec) Egli venne dal cielo sulla terra in favore di colui che soffriva; rivestì questo stesso nel grembo della Vergine e apparve come uomo [ ] Questi è Colui che si incarnò nella Vergine, che fu appeso al legno [ ] Questi è l Agnello senza voce, Questi è l Agnello trucidato. Questi è Colui che fu partorito da Maria, la buona Agnella. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

4 * Maria, la buona Agnella. Questa di Melitone di Sardi è la prima testimonianza di omelia in cui viene citata Maria. Il suo contenuto è molto forte e molto importante: Gesù è l Agnello, e Maria sua madre è la buona Agnella! Maria non è esente dal fatto che il figlio del suo grembo è l Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Non ne è esente. Maria è chiamata ad essere partecipe del mistero del Figlio. È chiamata ad essere congiunta in modo intimo, indissolubile con la sua missione, col suo mistero pasquale, con il suo essere Agnello: ella è la buona Agnella. 3- alla scuola della Chiesa: La costituzione «Sacrosanctum Concilium» sulla Liturgia, del Concilio Vaticano II Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con speciale amore la beata Maria Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l opera salvifica del Figlio suo; in Maria ammira il frutto più eccelso della redenzione e contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere. [SC 103] * Maria modello e profezia della Chiesa. Dai Padri dei primi secoli ai pastori di oggi sempre viva è questa visione di Maria la quale, congiunta indissolubilmente con l opera salvifica del Figlio, diviene modello e profezia della Chiesa. Modello e profezia della Chiesa innanzitutto perché ella è il punto di arrivo, il culmine del cammino della storia e delle attese dei profeti. Nello stesso tempo ella è profezia di ciò che noi speriamo e desideriamo essere, e quindi diviene il modello per questo nostro cammino. Da qui nasce una stretta congiunzione tra Maria e Chiesa così che gli attributi che veneriamo nella prima passano spontaneamente alla seconda. Ne è testimonianza la ricchezza della nostra Liturgia nelle sue espressioni. Ne è testimonianza tutta l arte sacra nelle sue simbologie. Guardando a Maria e pregando Maria noi guardiamo 4 La prima parte dell Ave Maria è costituita dalle parole dell Angelo alla Vergine e dalla risposta di Elisabetta alla visita della cugina. (Lc 1,28.42). Importante per la formazione della preghiera deve essere stata l omiletica soprattutto delle celebrazioni nelle vicinanze del santo Natale (IV secolo). Ricordiamo che omelia significa ridizione, ripetizione del testo. Da parte del celebrante, ma anche di tutto il popolo coinvolto dal celebrante. Nell omiletica dei giorni vicini al Natale, quindi, celebrante e popolo riprendono le parole dell angelo alla Vergine e di Elisabetta alla Vergine, come ci testimonia Gregorio di Nissa: Diciamo ad alta voce secondo le parole dell angelo: Rallegrati, ripiena di grazia, il Signore è con te. Sì, tu sei benedetta fra le donne, perché tra tutte le genti sei stata scelta ( ) [Gregorio di Nissa] La seconda parte dell Ave Maria viene a formarsi attorno al VII secolo, probabilmente come estrapolazione e sviluppo dalle Litanie dei Santi. Ricordiamo come alcune formule litaniche, precedute dalla triplice invocazione Kyrie, erano presenti nella liturgia eucaristica proprio all Offertorio. Ulteriore appoggio della tradizione che trova nell Offertorio luogo privilegiato per l Ave Maria. Qualche secolo dopo, Bernardino da Siena (XV sec) ci testimonia la possibilità di aggiungere l estratto litanico Santa Maria alla prima parte dell Ave Maria, formata dalle parole dell angelo e di Elisabetta alla Vergine: A questa benedizione con cui termina l Ave: Tu sei benedetta fra le donne, noi possiamo aggiungere: Santa Maria, prega per noi peccatori. [Bernardino da Siena, Sermone sulla Passione] Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

5 Dello stesso III secolo è il papiro ritrovato nel deserto egiziano contenente Sotto la tua protezione. (Papiro n.470 della John Ryland Library, Manchester) Il testo, in greco, è la più antica testimonianza di preghiera a Maria: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Questa preghiera è inserita oggi nel Breviario tra le antifone da recitarsi al termine delle Ore. Il suo testo è di fondamentale importanza, in quanto ci testimonia come prima del Concilio di Efeso, prima cioè della proclamazione del dogma, Maria è già venerata con l appellativo di Madre di Dio: Maria è chiamata la Theotokos, la Madre di Dio! anche alla Chiesa, preghiamo la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa. Perché noi siamo chiamati (e lo vogliamo con tutto il nostro cuore) ad essere ciò che Maria è, in profezia e modello. 4- Non un culto a Maria, ma la memoria di Maria nella celebrazione del mistero di Cristo Al centro quindi della riflessione teologica sul mistero di Maria celebrato nella Liturgia della Chiesa è - il suo legame con il mistero ed i misteri di Cristo, - la sua esemplarità verso la Chiesa; come conseguenza, la speciale venerazione e memoria della Vergine in quanto nella Liturgia - si celebra l opera della redenzione e Maria ne è il frutto più eccelso; - si attende la realizzazione delle promesse di Cristo, - e nella Vergine si contempla ormai l icona escatologica della Chiesa. [p. J.Castellano Cervera, L Anno Liturgico] Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

6 II Alle origini della venerazione e memoria di Maria nella celebrazione dell Anno Liturgico 1. Prima del Concilio di Efeso - Omelia di Melitone di Sardi sulla Pasqua (prima testimonianza del riferimento a Maria in una celebrazione) - Odi di Salomone (con i più antichi inni mariani) - Ippolito, Traditio Apostolica (nella Professione di fede dei Battezzati e in una anafora eucaristica) Andando alla ricerca delle origini della preghiera a Maria nel corso dell anno liturgico, oltre all omelia di Melitone da Sardi (II sec), occorre ricordare le Odi di Salomone, nelle quali troviamo uno tra i più antichi inni mariani, e la Traditio apostolica. Odi di Salomone (I sec d.c. - Siria) - Ode XIX 1 Una coppa di latte mi fu porta e l ho bevuta per la dolce cortesia del Signore. 2 Il Figlio è la coppa e chi fu munto è il Padre e chi lo munse lo Spirito santo. 3 Poiché le sue poppe eran piene né era conveniente che il suo latte fosse gettato via senza motivo. 4 Lo Spirito santo aprì il suo seno ed ha mescolato il latte delle due poppe del Padre L Ave Maria origine e formazione della preghiera La preghiera dell Ave Maria così come oggi la conosciamo è il frutto di ha una formazione lenta e progressiva. Fin dal secondo secolo i Cristiani celebrano la memoria del Dies Natalis dei santi martiri, i testimoni della fede che hanno prolungato nel proprio corpo il sacrificio di Cristo. Il culto si sviluppa prima in forma privata, e poi pubblica. Nella memoria dei santi martiri è sempre stata associata la Vergine Maria. Quando troviamo però il primo Rallegrati (Ave, Kaire) nella preghiera cristiana? Il primo Kaire che ci è documentato lo troviamo in un graffito del III secolo in una casa di Nazareth che sarà venerata come la casa dell Annunciazione. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

7 preghiera liturgica dell Ave Maria, non un altro testo o parafrasi ). Resta da capire perché devo invece cantare Santa Maria del cammino * Il Magnificat e il canto di ringraziamento dopo la comunione Se il luogo proprio dell Ave Maria è l Offertorio, il luogo tipico del Magnificat è il canto di ringraziamento dopo la comunione. Ricordiamo che alla Comunione sono possibili due tipologie di canto. Il canto processionale (Canto di Comunione) che inizia quando il celebrante si comunica e si protrae durante la distribuzione del sacramento ai fedeli fermandosi in modo da garantire un momento di silenzio se è previsto anche un inno di ringraziamento dopo la comunione; quindi l inno o canto di ringraziamento dopo la comunione. Il Magnificat può quindi collocarsi ottimamente quale canto di ringraziamento dopo la comunione. Se il Magnificat esprime la spiritualità di Maria, nulla più di questa spiritualità ci aiuta a vivere il Mistero eucaristico. L Eucaristia ci è data perché la nostra vita, come quella di Maria, sia tutta un Magnificat. [Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia] * dal rito alla vita, la questio del canto al congedo La rubrica non prevede un canto al congedo: la Messa termina con il gesto dell invio, dal rito alla vita, dalla mensa liturgica alla quotidianità. Ma la tradizione della Chiesa ama accompagnare questo andare con un canto o con suono d organo. Se si sceglie un canto, ancora una volta un canto devozionale mariano bene può offrirsi ad accompagnare questo gesto, ad accompagnarci cioè dal rito alla vita. 5 Benché non lo sapessero, diede la miscela al mondo. Chi ne riceve, è nella perfezione della destra. 6 Il seno della Vergine ha afferrato, ha concepito e partorito. 7 E madre divenne la Vergine per grande favore; divenne gravida, generò un figlio, ma non sentì dolore, 8 Ché ciò accadde non senza motivo. 9 Ella levatrice non ha voluto, perché lui la vita le diede. 10 Come uomo ella generò, col volere; generò con apparenza e possedette con grande forza. 11 Amò con la redenzione, custodì con cortesia e mostrò con grandezza. Alleluia. Ippolito (?) - Traditio Apostolica (215 d.c.) La Traditio apostolica testimonia ancora come l ingresso di Maria nella Liturgia abbia un profondo legame con il contesto pasquale, con la Pasqua annuale e con la Pasqua settimanale. Troviamo infatti due espliciti riferimenti a Maria: - in una delle interrogazioni ai catecumeni nella Veglia pasquale (Pasqua annuale); - e in un anafora 1, al cuore della liturgia eucaristica, nella Liturgia domenicale (Pasqua settimanale). Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma Anafora: nel rito romano la parte centrale della Liturgia eucaristica o Preghiera eucaristica. 7

8 Dall anafora: [.] Ti ringraziamo, o Dio, per mezzo del tuo diletto Figlio Gesù Cristo [..] che hai mandato dal cielo nel seno di una Vergine ed è stato concepito, si è incarnato e manifestato come Figlio tuo, nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine. Dalla Liturgia battesimale nella Notte santa (Interrogazioni): Credi in Gesù Cristo, Figlio di Dio che è nato per mezzo dello Spirito Santo dalla Vergine Maria, è morto e risorto il terzo giorno? Nella Chiesa antica, quindi, la memoria-venerazione di Maria si colloca in un contesto strettamente cristologico ed ecclesiale, nel mistero pasquale celebrato - nell eucaristia domenicale - e nel sacramento del Battesimo. Nel corso dei secoli III e IV troviamo riferimenti a Maria nell omiletica ai passi evangelici dell Annunciazione e della Natività. Non ci sono vere proprie feste mariane, ma è viva la presenza di Maria nella celebrazione delle feste del Signore. Oltre alla Annunciazione e alla Natività, la domenica prima del Natale con la proclamazione ancora del vangelo della Annunciazione, quindi l Epifania e la Presentazione di Gesù al tempio. 8 In molti luoghi si è passati dall esclusione dell Ave Maria di Schubert all esclusione di ogni Ave Maria!? Dell Ave Maria in quanto tale!? Chiarito l equivoco che la preghiera dell Ave Maria è preghiera liturgica, possiamo riflettere su quali versioni melodiche possano essere impiegate, o sia preferibile che non lo siano, per la loro origine non liturgica. Anche qui occorre fare un chiarimento. Dovessimo escludere tutti i testi non liturgici dovremmo escludere la maggior parte dei canti mariani in uso nelle nostre comunità. Così certi canti di un tempo nati devozionali, quando il testo liturgico era quello latino (pensiamo alle Laudi di Cortona) dovremmo escluderli dalla celebrazione? Giungiamo così all assurdo che cantiamo Santa Maria del cammino, testo non liturgico e anche banale, e rinunciamo a canti della devozione (come il Laudario di Cortona) o liturgici (!) quali l Ave Maria. È evidente l assurdità. Più complesso è il tema dell interscambio di melodie tra sacro e profano che storicamente è sempre esistito, anche se ha sempre richiesto e sempre richiederà estrema attenzione. Personalmente credo che molto dipenda da quanto la melodia ricorda il testo originale. Veniamo al caso dell Ave Maria di Schubert. Chiarisco che se il parroco mi dice di non suonarla, io non la suono. Obbedisco, ma nelle sedi opportune faccio presente il mio disaccordo. Per due motivi: innanzitutto, e il discorso vale anche per le marce nuziali di Mendelssohn e di Wagner, la musica è un elemento vivo e vive nel tempo. Ciò che oggi mi richiama l ascolto della marcia di Wagner è l abito bianco della sposa, non l opera Tannhauser. Sull origine poi dell Ave Maria di Schubert si sono diffuse voci false, che era un testo blasfemo, pornografico Macché! Il testo originario tedesco era, badiamo bene, una preghiera!!! (per i curiosi, su internet addirittura, si trova tutto ). Per questi motivi, perché nata come preghiera e perché richiamante contesti di preghiera, personalmente non trovo niente in contrario a cantare tale Ave Maria (ovviamente dev essere la Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

9 Purtroppo l attuale rito del matrimonio colloca dopo la celebrazione il rito delle firme, che nel precedente rito avveniva all Offertorio. Nel rito della maggior parte delle professioni religiose la petizione firmata del novizio viene consegnata immediatamente prima dell Offertorio al superiore che la depone sull altare. La petizione è quindi strettamente congiunta al gesto dell Offertorio: io offro la mia vita! Due sposi che celebrano il loro matrimonio offrono la loro vita come sacerdozio vivente, che mostra a tutti come l amore di Dio per l uomo è un amore sponsale. Non cantare l Ave Maria a un matrimonio significa perdere qualcosa di grande. Mi è accaduto in una riunione della Commissione per la Liturgia di una Diocesi sentir dire da un prelato, sant uomo e figura di importante prestigio nel territorio: L Ave Maria non è liturgica. Altri la vorrebbero dopo la benedizione, come se fosse qualcosa di scandaloso, di profano Un altro carissimo amico sacerdote musicista componendo un Ave Maria ha indicato il testo come tradizionale. Davvero siamo incappati in un grosso tranello. Occorre rieducarci a comprendere in primo luogo che l Ave Maria è una preghiera liturgica! E quindi in secondo luogo che in alcune celebrazioni è la più irrinunciabile preghiera, che ci aiuta a vivere la nostra vita assieme a Colei che dell Offerta ha fatto lo scopo della sua esistenza. 2- Il Concilio di Efeso (431) e la proclamazione di Maria «Madre di Dio» Nella storia della venerazione e del culto a Maria un momento fondamentale è costituito dal Concilio di Efeso. Già in precedenza si trovano testimonianze di Maria invocata come «Madre di Dio», ma con il Concilio di Efeso la maternità di Dio è proclamata quale dogma della fede della Chiesa. Maria è «Madre di Dio» - Théotokos (gr) Deipara (lat): Madre di Dio [...] non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne. [Concilio di Efeso] Con il Concilio di Efeso si apre la strada ad una fioritura e sviluppo di feste e tradizioni dapprima in Oriente e progressivamente anche in Occidente quali l Assunzione, l Annunciazione del Signore, la Presentazione di Gesù al tempio, la Natività di Maria, l Immacolata concezione, la Visitazione ). Una precisazione. Sotto questa fobia sta un grosso equivoco. Alcuni anni fa il Magistero era intervenuto ancora una volta mettendo in guardia dall utilizzo di melodie di origine profana. In particolare si era fatto riferimento all Ave Maria di Schubert impiegata nei matrimoni, oltreché le marce di Mendelssohn e Wagner, tratte da opere teatrali. La cosa ha preso una piega ampia e deviante, la lettura dell intervento e la sua applicazione è stata parziale e deviata. Occorre fare chiarezza. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

10 3- il Concilio Vaticano II Lasciando scorrere nel nostro cuore i secoli di storia e di venerazione a Maria, qui giungiamo direttamente a considerare la riflessione del Concilio Vaticano II. Cosa è accaduto in particolare con il Concilio Vaticano II rispetto alla tradizione che si era formata nei secoli? In particolare - l assegnazione di alcune feste mariane come feste del Signore (Annunciazione, Presentazione, già Purificazione della Vergine): si è voluto ritornare, come era all origine, a una sottolineatura cristologica di queste feste; - soppressione di alcune memorie minori; - sottolineatura di alcune feste principali (S.Maria Madre di Dio); - arricchimento di formulari del Comune della B.V.M.; - aggiunta di una Messa votiva della Vergine Madre della Chiesa; - aggiornamento formulari delle Messe; - proposta della Collectio Missarum B.M.V. (Giovanni Paolo II) Lezionario mariano 1988; 10 mondo, nel tempo, nel grembo della Vergine. E per questo alcuni portali rappresentano proprio il momento dell Annunciazione. Ricordiamo che nella memoria della Dedicazione della basilica di santa Maria Maggiore il canto d Introito è l Ave Maria! Personalmente però, fatta eccezione ovviamente per le messe in festività mariane, non sottolineerei questo gesto con un canto mariano. * L Ave Maria e l Offertorio L Offertorio All Offertorio invece sì. Perché l Offertorio è proprio il momento in cui, guardando a Maria, impariamo a realizzare il gesto dell Offertorio, a offrire cioè tutto noi stessi, la nostra vita sull altare nei simboli del pane e del vino. Cosa di meglio in questo momento se non cantare insieme a Colei che ha fatto della sua vita un canto di Offertorio? Tutto un Sì all incarnazione del Verbo? E qui davvero ci conforta e aiuta contemplare quanti altari recano bassirilievi raffiguranti proprio l Annunciazione. L offertorio è il tempo dell Annunciazione, che canta l Incarnazione. Quindi il canto dell Ave Maria (non solo a mio avviso, ma secondo la tradizione liturgica della Chiesa) trova un posto privilegiato proprio all Offertorio. ( ) Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l incarnazione del Verbo di Dio. L Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con l Incarnazione. [Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia] Secondo la tradizione della Chiesa, l Ave Maria trova importante la sua collocazione più propria all Offertorio, e soprattutto in celebrazioni nelle quali viene amministrato un sacramento (Matrimonio, Ordine, Comunione) oppure nelle quali si svolge il rito di una professione religiosa Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

11 Una riflessione: il canto mariano nella Messa. Cosa e quando? 9 Ma come utilizzare il repertorio mariano nelle domeniche del tempo ordinario, o in particolari celebrazioni di sacramenti, come il matrimonio, le prime comunioni, o professioni religiose? * dal rischio dell abuso al rischio del silenzio L essere umano tende a vivere gli eccessi. C è stato un tempo in cui forse si esagerava scegliendo un canto mariano indifferentemente nei vari momenti della Messa, all introito, all offertorio, alla comunione e alla fine. Poi c è stato, soprattutto da parte del clero, un freno, un porre in guardia da questo eccesso. Nel farlo però si è giunti spesso a un eccesso opposto. Non è raro sentir dire che il canto a Maria e soprattutto quello dell Ave Maria deve essere cantato fuori della Messa. Ahimé! Cerchiamo di fare un po d ordine. * Maria «donna eucaristica» Innanzitutto Maria è donna eucaristica e tutta la sua esperienza è esperienza eucaristica. Profondamente radicata nel mistero eucaristico del suo Figlio, al suo Figlio porta. Cerchiamo di individuare in particolare i momenti della Messa più indicati per la scelta di un canto mariano, e contemplare questo nesso tra Maria donna eucaristica e i vari momenti della celebrazione. * Maria e il canto d Introito Teologicamente Maria ha molto a che vedere anche con l Introito. Proprio perché l Introito è la celebrazione dell ingresso di Cristo nel 9 Qui parliamo ovviamente dell inserimento di un canto mariano in messe del Tempo Ordinario, o in particolari circostanze (matrimoni, altri sacramenti ) giacché nelle solennità, feste e memorie mariane il problema non si pone. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma III Maria nella nostra giornata, nella settimana, nell anno, nella vita Abbiamo contemplato come Maria è indissolubilmente legata al mistero pasquale del Figlio. Abbiamo considerato ancora come la preghiera mariana non porti a Maria, ma con Maria e attraverso Maria al suo Figlio Gesù. La preghiera a Maria nella nostra giornata, nella nostra settimana, nell anno, nella vita accompagna questa nostra esistenza come cammino pasquale incontro al Figlio. 1. Nella vita - dalla nascita (Battesimo) alla morte (Transito) 2. Nel giorno - le campane di mattino, mezzogiorno e sera - l ora del Vespro e il canto del Magnificat - le Antifone mariane alla fine dell Ufficio 3. Nella settimana - la memoria di Maria in giorno di sabato 4. Nell anno - solennità, feste, memorie - i mesi mariani 1- Nella vita (nella Liturgia e nella Devozione) Dalla Nascita alla Morte, dal Battesimo al Transito. Molte devozioni ci accompagnano dalla Nascita alla Morte Penso alla catenina che alcune mamme ci regalano il giorno del battesimo, la consacrazione a Maria il quadretto di Maria appeso nella nostra cameretta Un segno fondamentale è quel suono di campane che chiamiamo Ave Maria. 11

12 La campanella che chiama l assemblea a gioire per la nascita di una nuova creatura. La campana che annuncia anche la morte di un nostro fratello. Anche se più propriamente questa campana dovrebbe essere detta la campana del Transito, la devozione popolare la chiama ancora Ave Maria. Maria è con noi dalla nascita alla morte, e in questo cammino la sua costante materna presenza non ha altro scopo che quello di portarci al suo Figlio. Nel canto devozionale Odo suonar, la squilla è la campana della sera. Nella seconda strofa c è una bella metafora che ci aiuta a vivere la sera del giorno come figura e preparazione della sera della vita: All appressar dell ultima mia sera fa che ridire possa la preghiera che è tanto dolce al cuor e all alma mia: Ave Maria, ave Maria. 12 Oggi assistiamo ad un rinnovato fervore per Maria. Se ne sente davvero il bisogno. E anche se non lo facessimo, ci penserebbe lei. Ecco come abbiamo letto in Maria Oliva Bonaldo gli esempi di Lourdes, di Fatima Il repertorio. Innanzitutto il repertorio liturgico. Il primo nostro impegno è come sempre accogliere il dono che la Chiesa ci fa nei testi della Liturgia. Il canto popolare religioso mariano. Sorto in un tempo in cui la liturgia ufficiale era in lingua latina, andava a vivificare soprattutto le devozioni (Processioni, Fioretti ). Oggi con i nuovi ritmi della civiltà il tempo per le devozioni è ridotto rispetto al passato. Molti di questi canti trovano di fatto posto nella Liturgia eucaristica. Ma quali di questi canti, come e quando è opportuno accoglierli davvero nella Liturgia eucaristica? Il repertorio non è omogeneo. Credo sia importante essere attenti, e valutare caso per caso onde non perdere la ricchezze di questo repertorio tanto amato, e nello stesso tempo scegliere gli esempi migliori, per aderenza ai temi della Liturgia e della teologia mariana, e per il valore stesso della composizione. I canti in lingua viva del repertorio post-conciliare. Molto diversa è la genesi di questi canti rispetto ai precedenti. Generalmente infatti non nascono all interno di una devozione popolare. Sono inoltre molto eterogenei per destinazione, forma e contenuto: a) testi di ispirazione biblica b) testi idiotici di contenuto spirituale, teologico c) di ispirazione socio-antropologica (es. Santa Maria del cammino). Questo filone si è sviluppato particolarmente negli 70. d) di tema in linea con la tradizione Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

13 [Luigi Maria Grignion de Monfort, Trattato della vera devozione a Maria] L orgoglio razionalistico ( ) irrompeva nelle più disparate concezioni di collettività che portarono fatalmente le masse all apostasia. La Rivelazione fu confinata nei seminari, l Apostolato chiuso nei conventi, il Catechismo disertato, la Liturgia negletta. La pietà popolare si ridusse nella forma che oggi scorgiamo nei più: esteriore ed egoista quando non è superstiziosa. Urgeva agire direttamente sulla società e la Chiesa intervenne con le Encicliche sociali e con l Azione Cattolica. Ma all orgoglio non bastò. Allora venne Maria! I richiami cattolici da Lourdes, da Fatima, da Banneux per il tramite di piccolini, sono la rivelazione dell Amore di Dio che per salvarci ci chiama attorno alla Mamma di cui ci ha fatto incomparabile dono, e ci costringe a ridiventare bambini. L orgogliosa indipendenza dei «senza Dio», dei senza Gesù, dei senza Chiesa, non può essere vinta che dall umile riconoscimento della nostra totale dipendenza da Maria, e ai piccolissimi che nel suo mistico Seno respirano amore, pace, gioia, bontà, benignità, fedeltà è affidata la restaurazione sociale del Regno di Dio, perché «il Regno di Dio è proprio di loro». [M.O. Bonaldo, Respiriamo Maria] Quando c è un oblio di Maria, una sua messa a parte, possiamo essere certi che si nasconde sempre l antico monotono e sempre uguale a se stesso tranello del tentatore. Quando fatichiamo a comprendere e vivere la preghiera mariana, dobbiamo sempre stare attenti ed interrogarci: che non ci sia qualche tranello sotto? Potrebbe nascondere una mia difficoltà a vivere nella fede, in famiglia, in comunità Perché? Perché la preghiera con Maria ci obbliga a farci umili e piccoli, e questo non è sempre facile per il nostro io. La tentazione viene sempre da colui che non sa essere umile, non sa essere piccolo. E quando il mondo dà spazio all orgoglio e al razionalismo tende a mettere da parte Maria. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma Questo canto è una testimonianza di come nella semplicità della devozione popolare sia molto radicato il percepire la vita come un cammino pasquale e il cantare a Maria come alla nostra compagna materna e fedele in questo cammino. Maria ci accompagna ogni giorno dal mattino alla sera. La campana della sera precede (o precedeva) la campana del De profundis, e ci ricorda la sera della vita, quando ancora diremo: Ave Maria. Maria sarà presente accanto a noi e noi potremo invocarla ancora, come ogni giorno. Non dobbiamo guardare con sufficienza a questo repertorio devozionale, Questa devozione è profondamente radicata in una sana teologia mariana. Qui è cantato il congiungimento di Maria con il mistero pasquale, del Figlio e nostro. Coltivare questa devozione ci aiuta a vivere ogni nostra giornata in una prospettiva pasquale, così che ogni nostra sera è cammino che prepara all ultima sera. Veniamo ad un altro esempio tratto dal repertorio devozionale mariano: Quando nell ombra. Quando nell ombra cade la sera È questa o Madre la mia preghiera: fa pura e santa l anima mia, Ave Maria, ave Maria. Abbiamo contemplato la campana che ritma la nostra giornata, mattino, mezzogiorno e sera. Nella seconda strofa di questo canto è evocata la squilla del mattino. E quando l alba annuncia il giorno All ara tua faccio ritorno Dicendo sempre con voce pia Ave Maria, ave Maria. 13

14 particolari giorni dell Anno liturgico, appropriate sostituzioni di misteri, che consentano di armonizzare ulteriormente il pio esercizio con il momento liturgico» (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell Anno mariano, 62). Così, ad esempio, agiscono correttamente i fedeli che il 6 gennaio, solennità dell Epifania, recitano i misteri gaudiosi e quale «quinto mistero» contemplano l adorazione dei Magi anziché il ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme. Ovviamente queste sostituzioni vanno operate con ponderazione, con aderenza alla Sacra Scrittura e con proprietà liturgica (la clausola). Per favorire la contemplazione e perché la mente concordi con la voce, è stato più volte suggerito dai Pastori e dagli studiosi di ripristinare l uso della clausola, un antica struttura rosariana peraltro mai completamente scomparsa. La clausola, che si armonizza bene con l indole ripetitiva e meditativa del Rosario, consiste in una proposizione relativa che segue il nome di Gesù e richiama il mistero enunciato. Una clausola corretta, fissa per ogni decina, breve nell enunciato, aderente alla Scrittura e alla Liturgia, può costituire un valido aiuto per una recita meditativa del santo Rosario [omissis] 4. Il repertorio mariano dalla fobia mariologica al rinnovato fervore per Maria Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti. ( ) Gesù Cristo, oggi come sempre, è frutto di Maria. 14 Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

15 197. Il Rosario o Salterio della Vergine è una delle più eccellenti preghiere alla Madre del Signore. Perciò «i Sommi Pontefici hanno esortato ripetutamente i fedeli alla recita frequente del santo Rosario, preghiera di impronta biblica, incentrata sulla contemplazione degli eventi salvifici della vita di Cristo, cui fu strettamente associata la Vergine Madre. E sono anche numerose le testimonianze di Pastori e di uomini di santa vita sul valore e sull efficacia di tale preghiera» (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell Anno mariano, 62). Il Rosario è una preghiera essenzialmente contemplativa, la cui recita «esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso che favoriscano all orante la meditazione dei misteri della vita del Signore» (Paolo VI, Esortazione apostolica Marialis cultu, 47). È espressamente raccomandato nella formazione e nella vita spirituale dei chierici e dei religiosi La Benedizione delle corone del Rosario [omissis] 199. (Suggerimenti per la recita). Vengono qui dati alcuni suggerimenti che, salvaguardando la natura propria del Rosario, possono renderne più proficua la recita. In alcune occasioni la recita del Rosario potrà assumere un tono celebrativo: «mediante la proclamazione dei passi biblici relativi a ciascun mistero, l esecuzione in canto di alcune parti, una saggia distribuzione dei vari ruoli, la solennizzazione dei momenti di apertura e di chiusura della preghiera». (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell Anno mariano, 62) (La contemplazione dei misteri). ( ) Questa distribuzione, se rigidamente osservata, può talvolta dar luogo a un contrasto tra il contenuto dei misteri e il contenuto liturgico del giorno: si pensi alla recitazione dei misteri dolorosi in un Natale che cada di venerdì. In questi casi si può ritenere che «la caratterizzazione liturgica di un determinato giorno prevalga sulla sua collocazione nella settimana; come pure che non sia estraneo alla natura del Rosario compiere, in Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma La terza strofa ci invita a cantare Ave Maria nei giorni lieti. Ma la quarta ci dice ancora: Giunto al fin del viver mio Prima di rendere l animo a Dio Ti dirò ancora nell agonia Ave Maria, ave Maria. 2- Nel giorno (nella Liturgia e nella Devozione) Tu quando sorge, e quando cade il die, e quando il sole a mezzocorso il parte, saluta il bronzo, che le turbe pie invita ad onorarte. [dall inno Il Nome di Maria di Alessandro Manzoni, entrato nella liturgia come inno dei Primi Vespri del Comune della Beata Vergine Maria]. * L Ave Maria la campana del mattino / mezzogiorno (Angelus-Regina caeli) / sera * Magnificat all ora del Vespro * Antifona Dopo Compieta (o al termine delle celebrazioni) L Ave Maria L Angelus. Abbiamo considerato la squilla della sera e la squilla del mattino. Eccoci allora alla campana del mezzogiorno, la campana dell Angelus, così amata e raccomandata nella civiltà contadina. Al suono dell Angelus il contadino si fermava dal lavoro nei campi e ritto in piedi si segnava col segno della croce e poi cominciava: Angelus Domini nuntiavit Mariae Il Magnificat. La stessa Liturgia ci aiuta a scandire la giornata con Maria. Oltre all Ave Maria, pensiamo al Magnificat, il cantico che innalziamo ogni giorno ai Vespri. Il Magnificat diventa il canto di rendimento di grazie nell ora della sera, nell ora in cui il sole volge al tramonto. 15

16 Le antifone mariane. Ricordiamo ancora come, per antica consuetudine, la Chiesa, al termine delle ore, intona una Antifona Mariana. Prassi indicata dalla rubrica all ora di Compieta, ma possibile ad ogni ora come testimoniato dalla tradizione. Nell attuale Breviario vengono riportate delle antifone senza alcun riferimento a un tempo liturgico, fatta eccezione per il Regina caeli indicato per il Tempo pasquale. Nel Breviario di Pio V, consuetudine che può felicemente essere continuata tutt oggi, viene assegnata una precisa destinazione di queste quattro antifone dette Maggiori in riferimento ai tempi liturgici: - Alma Redemptoris Mater (O santa madre del Redentore) dalla prima domenica di Avvento al 2 Febbraio - Ave Regina Caelorum (Ave Regina dei cieli) dal 2 febbraio al Mercoledì della settimana santa - Regina caeli (Regina dei cieli) Tempo pasquale, dal sabato santo all ottava di Pentecoste - Salve Regina (Salve Regina) Dalla festa della S. Trinità all Avvento Oggi IGLH prescrive semplicemente: Si conclude con un antifona della beata Vergine Maria, sciegliendola nelle due serie, in lingua italiana e latina, riportate qui di seguito. Le antifone sono Alma redemptoris Mater, Ave Regina caelorum, Ave Maria gratia plena, Sub tuum praesidium, Salve Regina, Inviolata, Virgo parens Christi. Le ultime due solo in latino. Come abbiamo detto, solo per il Tempo pasquale è indicata esplicitamente l antifona Regina caeli. Nel repertorio gregoriano troviamo due melodie per le quattro Antifone maggiori. Una, solenne, è antica, mentre l altra, più semplice, è molto più recente 2. 2 Vedi Approgondimenti, pag La seconda parte dello Stabat si apre con le strofe che sviluppano questo anelito, rendendolo sempre più esplicito (fac me tecum... crocifixo condolere) fino a farsi presente con Maria presso la croce: juxta crucem tecum stare! 11. Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas, cordi meo valide. 12. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. 13. Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero. 14. Juxta crucem tecum stare, et me tibi sociare in planctu desidero. 15. Virgo virginum praeclara, mihi jam non sis amara: fac me tecum plangere. Le ultime strofe cantano i 4 Novissimi: la morte, il giudizio, l inferno e il paradiso. Dall anelito di conformazione in questa vita (donec ego vixero, cf strofa 13) all anelito alla conformazione piena nella vita eterna. Il cambio di vocativo nella s. 19 (Christe) rivela il senso profondo della devozione mariana: il destinatario della preghiera non è Maria, ma per Matrem (attraverso la Madre), Cristo. 3. La devozione del Rosario Dal Direttorio su Pietà popolare e Liturgia Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

17 Ciò che emerge con forza ed efficacia nello Stabat Mater è il tema della compartecipazione. Dopo il quadro introduttivo contemplante Maria dolorosa ai piedi della croce, le strofe 5-7 costituiscono il cuore teologico e la chiave di lettura del testo. Ci sentiamo coinvolti in una duplice domanda: 5. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? 6- Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio? La lettura in latino ci aiuta a cogliere come sia importante la dimensione del «Con»: Con tristari. Con-templari Cum filio. Maria è la con-forme al Figlio. E la partecipazione dell uomo al dolore di Maria per il Figlio porta l uomo a configurarsi alla passione di Cristo, riconoscendo nel proprio peccato la causa di questo patire Nella settimana (nella Liturgia e nella Devozione) la memoria di Maria in Sabato. Fin dal Medioevo, prima in ambito monastico, poi in tutta la Chiesa, il sabato è celebrato con un particolare riferimento a Maria: - come il Sabato precede e porta alla Domenica, giorno del Signore così la memoria di Maria in sabato precede e accompagna la celebrazione della Pasqua settimanale di Cristo. Pensiamo davvero al sabato santo, secondo giorno del Triduo. Il sabato è il giorno del sepolcro, il giorno del silenzio, il giorno in cui la Chiesa non celebra riti, perché il Cristo riposa nel grembo della terra. È l ora della Madre. Noi settimanalmente viviamo la Pasqua nella domenica. Ma la Pasqua è sempre un triduo. Non è mai solo risurrezione. Il sabato ci aiuta a vivere la Pasqua nella sua pienezza. Maria ci aiuta a vivere la Pasqua nella sua pienezza. 9. Eja, Mater, fons amoris me sentire vim doloris, fac ut tecum lugeam. 10. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. Nelle strofe 9-10 l uomo si rivolge a Maria: fac... fac nel desiderio di patire con Maria per com-piacere a Cristo. Lo stato del cuore ( ardeat cor meum ) è l amore: Maria è invocata come fons amoris, affinché anche il cuore dell uomo possa ardere come il suo in amando Christum Deum. Gianmartino Maria Durighello Dispense Roma

18 4- Nell anno * solennità, feste, memorie - SCHEMI SOLENNITÀ del Signore con dimensione mariale * Annunciazione del Signore 25 marzo (9 mesi prima del S. Natale) * Presentazione del Signore 2 febbraio (a 40 gg. dal S. Natale) SOLENNITÀ mariane * Immacolata concezione 8 dicembre * Santa Maria Madre di Dio 1 gennaio (nell Ottava del S. Natale) * Assunzione 15 agosto FESTE Mariane * Natività di Maria 8 settembre * Visitazione 31 maggio MEMORIE mariane * Madonna di Lourdes 11 febbraio memoria fac. * Madonna di Fatima 13 maggio memoria fac. * Cuore Immacolato di Maria sabato dopo la II domenica dopo Pentecoste memoria * Madonna del Carmelo 16 luglio memoria fac. * Dedicazione della basilica di S. Maria Maggiore 5 agosto memoria fac. * Maria Regina 22 agosto memoria (nell Ottava dell Assunta) * SS. Nome di Maria 12 settembre memoria fac Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas, cordi meo valide. 12. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. 13. Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero. 14. Juxta crucem tecum stare, et me tibi sociare in planctu desidero. 15. Virgo virginum praeclara, mihi jam non sis amara: fac me tecum plangere. 16. Fac ut portem Christi mortem, passionis fac consortem, et plagas recolere. 17. Fac me plagis vulnerari, fac me cruce inebriari, et cruore Filii. 18. Flammis ne urar succensus, per te, Virgo, sim defensus in die judicii. 19. Christe, cum sit hinc exire, da per Matrem me venire ad palmam victoriae. 20. Quando corpus morietur, fac ut animae donetur Paradisi gloria. Amen Santa Madre, questo fa, imprimi le piaghe del crocifisso fortemente nel mio cuore. 12. Del tuo figlio vulnerato, che tanto si è degnato di patire per me, dividi le pene con me. 13. Fa che io con te piemente pianga, con il crocifisso possa condolere, finché vivrò. 14. Presso la croce stare con te, e associarmi a te in pianto desidero. 15. Illustre Vergine delle vergini, ora non essermi amara: fa che con te io pianga. 16. Fa che io porti la morte di Cristo, fammi consorte della passione e mediti le piaghe. 17. Fa che io sia vulnerato dalle piaghe, fa che mi inebri della croce, e del sangue del Figlio. 18. Che non arda bruciato dalle fiamme, per te, Vergine, sia difeso nel giorno del giudizio. 19. Cristo, quando starò per uscire da qui, concedi attraverso la Madre che io venga alla palma della vittoria. 20. Quando il corpo morirà, fa che all anima sia donata la gloria del Paradiso. Così sia. [nostra traduzione

19 Stabat Mater 1. Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. 2. Cujus animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. 3. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti! 4. Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat Nati poenas inclyti. 5. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? 6- Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio? 7. Pro peccatis suae gentis, vidit Jesum in tormentis, et flagellis subditum. 8. Vidit suum dulcem natum, moriendum desolatum, dum emisit spiritum. 9. Eja, Mater, fons amoris me sentire vim doloris, fac ut tecum lugeam. 10. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. 1. Stava la Madre dolorosa lacrimosa presso la croce, mentre pendeva il Figlio. 2. La cui anima gemente contristata e dolente trafisse una spada. 3. O quanto triste ed afflitta fu quella gloriosa benedetta Madre dell Unigenito! 4. Che piangeva e si doleva, la pia Madre, mentre vedeva le pene del nobile Figlio. 5. Chi è quell uomo che non piangerebbe, al vedere la Madre di Cristo in così grande supplizio? 6. Chi potrebbe non contristarsi nel contemplare la Madre di Cristo dolente con il Figlio? 7. Per i peccati della sua gente, vide Gesù nei tormenti, e sottoposto ai flagelli. 8. Vide il suo dolce figlio, morire desolato, mentre emise lo spirito. 9. Orsù, Madre, fonte dell amore fa che io senta la forza del dolore, fa che con te io pianga. 10. Fa che arda il mio cuore nell amare Cristo Dio, affinché a Lui io possa compiacere. * Vergine Addolorata 15 settembre - (il giorno dopo l Esaltazione della S. Croce) memoria * Madonna del Rosario 7 ottobre memoria * Presentazione di Maria al Tempio 21 novembre memoria * memoria di Maria in sabato facoltativa - i mesi mariani La genesi della devozione dei mesi mariani nella nostra tradizione occidentale (maggio e ottobre), a differenza di quanto accade nella tradizione delle chiese d Oriente, non è legata al ciclo dell anno liturgico, quanto a particolari eventi. Da un punto di vista teologico e liturgico, il primo e fondamentale mese mariano è il tempo di Avvento. Riportiamo, per maggiore chiarezza e completezza, l Istruzione della Congregazione per il Culto divino: La pratica di un «mese mariano» è diffusa in varie Chiese sia dell Oriente sia dell Occidente. Ma, - mentre in Oriente il «mese della Vergine» è in stretta connessione con la liturgia, - in Occidente i mesi dedicati alla Madonna, sorti in un epoca in cui si faceva scarso riferimento alla liturgia come a forma normativa del culto cristiano, si sono sviluppati indipendentemente dal ciclo liturgico. Ciò ha posto e pone tuttora alcuni problemi di indole liturgico-pastorale che non possono essere ignorati. Limitatamente alla consuetudine occidentale di celebrare un «mese mariano» in maggio (in novembre, in alcuni paesi dell emisfero australe), in ottobre e, secondariamente, in settembre, sarà opportuno tenere presente quanto segue: 19

20 a) tenendo conto delle esigenze della liturgia, delle attese dei fedeli, della loro maturazione nella fede, la problematica posta dai «mesi mariani» dovrebbe essere studiata nell ambito della «pastorale d insieme» della Chiesa locale; si eviterebbero in tal modo situazioni di contrasto pastorale che disorientano i fedeli, come accadrebbe, ad esempio, se ci si limitasse ad abolire il «mese di maggio»; b) in molti casi la soluzione più opportuna sarà quella di armonizzare i contenuti del «mese mariano» con il concomitante tempo dell Anno liturgico. Così, ad esempio, durante il mese di maggio i pii esercizi dovranno mettere in luce soprattutto la partecipazione della Vergine al mistero pasquale e all evento pentecostale che inaugura il cammino della Chiesa; c) in ogni caso dovrà essere diligentemente seguita la direttiva della costituzione Sacrosanctum Concilium sulla necessità che «l animo dei fedeli sia indirizzato prima di tutto verso le feste del Signore, nelle quali, durante il corso dell anno, si celebrano i misteri della salvezza»; d) un opportuna catechesi convincerà i fedeli che la domenica, memoria ebdomadaria della Pasqua, è «il giorno di festa primordiale», per cui la celebrazione della domenica esula da qualunque computo relativo ai «mesi mariani» e nessun elemento celebrativo del Giorno del Signore può essere subordinato alle esigenze devozionali dei mesi dedicati alla beata Vergine; e) si dovrà mostrare ai fedeli che la liturgia romana ha già un suo «mese della Vergine», armonicamente inserito nello svolgimento dell Anno liturgico: il tempo di Avvento. Tale informazione tuttavia non dovrà limitarsi a creare un convincimento teorico, ma dovrà essere tradotta in celebrazioni liturgiche che, tenendo conto della sensibilità dei fedeli, valorizzino effettivamente i numerosi riferimenti a santa Maria nel tempo di Avvento. [Congregazione per il Culto divino, Istruzione 1987] Stabat Mater VI modo inno strofico i 7 dolori della beata Vergine Maria 1- profezia dell anziano Simeone a Maria nel tempio E anche a te una spada trafiggerà l anima (Lc 2,35) 2- la fuga in Egitto della sacra famiglia Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua Madre nella notte e fuggì in Egitto (Mt 2,14) 3- il ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2,48) 4- Maria segue Gesù sulla via del Calvario 5- Maria ai piedi della croce Stavano presso la croce di Gesù sua madre... (Gv 19,25-27) 6- Maria alla deposizione di Gesù (la Pietà) 7. Maria vede seppellire Gesù 20 65

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