ISTITUTO COMPRENSIVO BERTO BARBARANI SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI MINERBE

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO BERTO BARBARANI SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI MINERBE CAMPANE E CAMPANILI

2 Indice Introduzione La chiesa e il campanile di Santa Lucia La chiesa e il campanile di Santo Stefano e di Anson Il campanile di San Zenone Chiesa, campanile e campane di Minerbe Campanili e campane Le campane nella vita quotidiana Interviste in Parrocchia Interviste in famiglia Suono antico di campane Ringraziamenti 2

3 Introduzione Campane e campanili sono il nuovo soggetto del presente lavoro della scuola. Soggetti e suoni particolari, presenti nello sfondo e nel sottofondo quotidiano di tutti noi, ma di cui non sempre si ha adeguata consapevolezza. Eppure parlare di campane e campanili significa parlare di persone, di vita umana e quindi d identità culturale. I campanili e le loro campane se ne stanno alti sopra la scacchiera dei nostri movimenti giornalieri, del nostro continuo correre ed indaffararci, ma il loro cuore non si gela mai. Offrono a tutti le loro armonie senza riserve di sorta. Il loro suono ritma il cammino dell uomo nel succedersi delle varie generazioni: nascita, crescita, morte, con richiami a volte gioiosi, a volte funesti. Il loro linguaggio supera la dimensione sacra, si proclama alla collettività, diventa suono pubblico, compreso da tutti. Le campane sembrano oggi aver esaurito il loro compito di scandire il tempo con il suono delle ore; sembrano superate anche come riferimento per orientarci o per segnalare incendi o temporali imminenti o pericoli pubblici. Eppure le campane, oggi, proprio perché più inutili, possono acquistare maggior valore e significato di prima. Nel mondo di rumori in cui viviamo, incapaci spesso di ascolto delle parole è per il nostro correre affannato, è per il nostro tempo, che le campane possono suonare, così che possiamo dare un diverso senso e un significato più profondo al nostro fare e al nostro continuo andare. Campane e campanili dunque quali soggetti per un ulteriore avventura conoscitiva da parte della scuola con cui evidenziare caratteristiche culturali, avvicinarsi alla storia locale, far riemergere particolari circostanze e scoprire nuovi personaggi : campanari, parroci, fedeli, gente comune,.con tutto il loro patrimonio di fatti, idee, ricordi e sentimenti. 3

4 TRA CAMPANE E CAMPANILI, INIZIA IL VIAGGIO: LA CHIESETTA DI SANTA LUCIA SANTA LUZIA Santa Luzia col castaldo l è tri giorni che la viaja a la vien dal Monte Baldo par dormir su de la paja; e l è cargapòra dona de zugatoli e de puti parchè i fioi se goda tuti. El so muso a testa bassa con le rece in pingolòn, so la gobaelgà na cassa che a portar l è poco bon. E s inzegna la bestiola a portar e fadigar, come uno che se consola ad un spettacolo amirar. Per paese e per cità l è na sagra, l è na festa co i banchetti sul marcà. E l è lù e la so veceta che à fato sta alegria par far godar la doneta co so fioi in compagnia. Poesia imparata alle elementari dalla signora Luciana, classe 1923, ospite della casa di riposo di Legnago. 4

5 La poesia racconta il viaggio che Santa Lucia compie ogni anno per portare dolci e giochi ai bambini e renderli così felici. Il viaggio è l elemento che accomuna la poesia con la chiesa di Santa Lucia a Minerbe. La chiesa di Santa Lucia, situata in fondo al paese sulla strada che porta a Santo Stefano, si trova in prossimità di un incrocio, in un luogo di grande passaggio, come lo era fin dall antichità. Originariamente la chiesa era intitolata a Santa Maria dell Ospitale, in quanto vi era annesso un ospedale per i poveri e gli indigenti, o forse un lazzaretto poiché si veneravano i Santi Rocco e Bastiano, invocati in caso di pestilenze, ma anche un ricovero per i pellegrini che si trovavano a passare per quei luoghi. Pur non avendo notizie certe, la chiesa risale al tardo Medioevo, come si può evincere dalla struttura e dalla presenza di affreschi risalenti al XIV secolo, che, tuttavia, coprono un altro strato di pitture antecedenti. Vergine col Bambino e Santa Caterina d Alessandria Martirio di San Sebastiano 5

6 Figura 1 e 2 Pale sovrastanti l altare maggiore 6

7 CHIESETTA DI SANTA LUCIA Nulla si sa sul campanile adiacente la chiesa. Quasi certamente è coevo ad essa, ma non si è riusciti a trovare alcun documento che attesti questa supposizione. Il campanile poggia sull attuale struttura adibita a Casa Famiglia, pertanto si ha accesso ad esso solo tramite questo edificio. Le campane presenti sono tre: la maggiore è nota SOL e diametro 44 cm; la mezzana è nota LA e diametro 37 cm; la piccola è nota SI e diametro 34 cm. Si evince che esse sono in scala tonale e potrebbero formare un concerto suonabile di campane se ne venissero aggiunte altre due o tre. Da una delibera comunale datata 24/02/1989, tra i vari interventi realizzati per la salvaguardia della chiesetta, si legge anche: ripristino della meccanica delle campane sul campanile della chiesa mediante apposizione di: 3 ceppi in acciaio per inceppature campane, completi di perni, supporti, cuscinetti, tiranti, guarnizioni e ruote; 3 battagli in ferro forgiato completi di cinghie in cuoio e ganascia serracuoio; 1 castelletto in ferro con basi di appoggio alla parte inferiore autoportante e senza appoggi sulla muratura. Verniciato con pittura tipo Marina. 7

8 Classe III B Minerbe 8

9 Intervista alla signora Zanon Lorena, restauratrice della chiesetta di S. Lucia. Giornalisti: Buongiorno! Siamo gli allievi della scuola secondaria di Minerbe. Con la nostra professoressa di educazione artistica abbiamo approfondito la storia della Chiesetta di Santa Lucia, una delle costruzioni più antiche del nostro paese. siamo venuti a conoscenza che Lei ha contribuito molto al suo restauro per cui le saremo grati se vorrà rispondere alle nostre domande. Signora Lorena iniziamo con le domande: 1. A quale epoca risalgono queste pitture ad affresco? Cosa raccontano? 2. Si conosce il nome dell autore o la Scuola di appartenenza di questi affreschi? 3. Ci saprebbe spiegare come si esegue un affresco? 4. In questi affreschi ci sono parti incompiute in cui sono visibili i disegni preparatori? 5. Quando è stato deciso il restauro? L umidità che generalmente colpisce gli intonaci è stata la motivazione principale? 6. Entriamo ora in una domanda di tipo finanziario. Gli interventi di restauro da chi sono stati elargiti? La Sopraintendenza Provinciale segnalando la situazione d urgenza al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali oppure vi hanno contribuito anche gruppi finanziari ed imprenditoriali locali (sponsor)? 7. Ci saprebbe spiegare cosa si indica con il termine restauro? 8. Come si definisce un restauratore? Che tipo di formazione professionale si deve avere per eseguire un restauro? 9. In questi affreschi, oltre a raccogliere nella fase preliminare all intervento vero e proprio notizie storiche e stilistiche, quali indagini sono state eseguite sulle caratteristiche chimico-fisiche dell oggetto. Siamo sicuri che le sue risposte ci saranno molto preziose e contribuiranno non solo a farci conoscere questa nostra importante chiesetta, ma soprattutto ad amarla e ad impegnarci per la sua salvaguardia quale eredità preziosa del nostro passato. Grazie molte. Intervistata: Cari ragazzi, rispondo molto volentieri alle vostre alle domande anche perché mi permettono di farvi conoscere questa chiesetta che io amo molto: 1. I dipinti murali situati nella chiesa di S. Lucia sono stati eseguiti in diversi momenti e risalgono all incirca al secolo XV. I dipinti (24mq) sono collocati sulla parete di sinistra e sono suddivisi in 6 riquadri raffiguranti: Madonna in trono con bambino e a lato S. Giuseppe, Santo con il simbolo del Santissimo, Madonna in trono col bambino e a lato S. Caterina d Alessandria, altri Santi e una scritta latina. 2. L attribuzione e la datazione dei dipinti è resa difficile date le condizioni frammentarie e lacunose delle pitture. Inoltre non esistono documentazioni storiche relative alla chiesetta. 3. I dipinti rinvenuti in S. Lucia sono eseguiti con tecnica a tempera di calce ed è questo uno dei motivi per cui sono giunti a noi così compromessi. Solo il 4 riquadro risulta eseguito ad affresco. Il dipinto ad affresco è una tecnica pittorica antichissima dove i colori minerali (terre) sciolti in acqua vengono applicati all intonaco ancora fresco. 9

10 Al termine dell asciugatura, e quindi della fase di carbonatazione, i pigmenti risultano inglobati alla muratura e resistenti agli agenti atmosferici garantendone la durata nel tempo. 4. Non ricordo disegni preparatori o sinopie visibili poiché il degrado, l azione disgregante dell umidità, i forti dilavamenti e i vari strati di scialbo sovrastanti la pellicola pittorica avevano irrimediabilmente compromesso l aspetto e la struttura originaria. 5. Il restauro è stato deciso nel lontano 1987 dato che il degrado della chiesa era notevole. Sicuramente l umidità di risalita e dal tetto, ma anche i successivi interventi di demolizione e ampliamento, hanno trasformato l originaria cappella votiva romanica in quella attuale più grande in stile neoclassico. 6. Il lavoro di restauro è iniziato nella primavera del 1989 ed è terminato l anno successivo. Il restauro è stato effettuato dal Laboratorio Indaco di Zanon Lorena, vale a dire la presente, in collaborazione con Portinari Giovanna e sotto la direzione della Sovrintendenza ai beni artistici di Verona; il patrocinio è stato dato dal Comune di Minerbe, in quanto questa chiesetta è di sua proprietà. 7. Col termine restauro si intende l insieme di interventi tecnici e scientifici eseguiti sull opera d arte per conservarla, valorizzarla e permetterle di durare nel tempo rispettandone le caratteristiche e l autenticità storica. 8. Il restauratore è l esecutore tecnico del recupero di un opera d arte alla quale devono concorrere un insieme di competenze sia di natura scientifica che storica, il tutto coadiuvato dalla Sovrintendenza ai beni artistici-storici del territorio competente. Si diviene restauratore al termine di un iter scolastico che prevede il conseguimento della Laurea in Conservazione dei beni artistici o frequentando l Istituto Superiore di restauro di Roma o Firenze. 9. In fase di restauro non abbiamo incontrato problematiche tali da richiedere studi o esami specifici, inoltre il materiale pittorico era molto limitato e lacunoso. Ricordo in particolare la difficoltà di pulitura dei sali carbonati che avevano formato sulla pellicola pittorica un velo bianco molto resistente. Questo è stato rimosso con fatica mediante impacchi e azione meccanica con bisturi. Sono comunque molto contenta di aver riportato questa chiesetta a poter di nuovo essere goduta da voi e dagli abitanti di questo paese: una soddisfazione che mi ripaga di molto lavoro. 10

11 IL VIAGGIO CONTINUA: LE CHIESE E I CAMPANILI DI MINERBE, SANTO STEFANO ED ANSON Abbiamo raggiunto piazza IV novembre con lo scopo di incontrare Alessandro Fante ed entrare nel campanile di Minerbe per provare a suonare la campana maggiore, esperienza divertente ed emozionante. Un alunno racconta Visita al campanile di Minerbe. Mercoledì 5 ottobre ci siamo incamminati per il quartiere dietro la scuola. Era un pomeriggio molto caldo e per raggiungere via Roma abbiamo percorso molte vie. Arrivati, ci siamo incamminati per il marciapiedi diretti verso la piazza IV Novembre. Proprio lì davanti al campanile c era Alessandro Fante che ci aspettava. Entrati abbiamo visto subito una lunga e spessa corda che Alessandro aveva calato apposta per noi per non farci salire i gradini. Ci ha spiegato che il campanile è alto 50 metri e la corda 20, ci ha anche detto che non è direttamente la corda che muove la campana e che all estremità c è agganciato un filo d acciaio. Ci ha fatto vedere un quadro con scritto il peso delle sei campane; quello della campana maggiore è di una tonnellata. Alessandro ci ha fatto vedere i battagli della campana che sono stati sostituiti perché rovinati dal tempo. Ci ha spiegato che quando muore una donna suonano due volte la campana seconda, per la morte di un uomo la quarta tre volte. Ci ha fatto poi provare a suonare la campana maggiore, io sono stato il primo a tirare la corda. Successivamente lui ha continuato a suonare e noi di corsa siamo usciti a guardare la campana che ruotava di novanta e anche centottanta gradi. Siamo rientrati nel campanile e tutti hanno provato a tirare la corda. Abbiamo capito che ci vuole molta forza a suonare le campane e siccome sono molto pesanti la corda ci sollevava da terra facendoci divertire molto, ma per fortuna c era Alessandro a tenerci. Siamo ritornati a scuola e durante il tragitto abbiamo visto il capitello della Madonna in via degli Alpini; in via dei Bersaglieri abbiamo visto piante di melograni, di nespole e di giuggiole. Questa visita al campanile è stata bellissima ed emozionante. 11

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13 Il poeta Giovanni Pascoli in questi versi tratti dalla poesia La mia sera, rappresenta il suono delle campane che si diffonde nell aria della sera con ritmo cullante. Don Don E mi dicono, Dormi! Mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi! là voci di tenebra azzurra Mi sembrano canti di culla, che fanno ch io torni com era sentivo mia madre poi nulla sul far della sera. ( da Canti di Castelvecchio) La seconda tappa ci porta alle LE CHIESE DI SANTO STEFANO E ANSON. Un alunna racconta Da Santo Stefano ad Anson La mattina del 14 ottobre, sono arrivata a scuola molto agitata: era stata organizzata una piccola gita per andare a vedere la chiesa di Santo Stefano di Minerbe e la chiesa di Anson Siamo partiti con il pullman e dopo poco siamo arrivati alla chiesa di Santo Stefano. Il signor Gabriele Zuccari ci ha aperto la porta e ha iniziato a raccontare che all interno della chiesa c è un dipinto che raffigura la lapidazione di Santo Stefano; nel dipinto è raffigurato San Paolo mentre scaglia delle pietre al Santo provocandone la morte. San Paolo, dispiaciuto per quello che aveva fatto, si pentì e si convertì al Cristianesimo. In una nicchia sul muro della chiesa c è una statua in legno raffigura San Valeriano. che Chiesetta di Santo Stefano 13

14 Il signor Zuccari ci ha raccontato la storia: San Valeriano si era innamorato di Santa Cecilia, però lei era cristiana e a quei tempi, chi era cristiano veniva ucciso. Perciò appena San Valeriano scoprì che volevano uccidere Santa Cecilia, facendola sbranare dai leoni, si fece sbranare nell arena insieme a lei. La storia è molto commovente: spiega di un uomo che muore per amore. In un altra nicchia vi è una statua in legno di Maria Ausiliatrice regalata dai reduci della seconda Guerra Mondiale. Il signor Gabriele si è ricordato un fatto che lui ha chiamato miracolo : una volta un bambino, mentre giocava a nascondino, in dialetto cusati, attraversò la strada e fu investito da un furgone; ed ecco il miracolo: il bambino non si fece nulla. Molti anni fa, per restaurare la chiesa rovinata dal tempo, gli abitanti del paese fecero una questua scambiando le uova delle loro galline con dei soldi, che servirono a comprare delle bellissime pietre di color bianco. Le pietre, trasportate dai cavalli, arrivarono a Santo Stefano da Sossano, un paese in provincia di Vicenza. Nel campanile c è un unica campana fatta di bronzo che richiama i fedeli alla messa. Il Parroco di Minerbe celebra qui la funzione ogni quindici giorni. Pare che questa campana sia la più antica del paese. La scritta infatti lascia supporre che sia del XVII secolo. 14

15 Alla fine di questa visita siamo risaliti sul pullman e ci siamo avviati verso la chiesa di Anson. Appena arrivati il signor Carlo Zordan ci ha accompagnati verso l entrata della chiesa che sorge sui resti di un antico capitello del Dietro all altare si vede un affresco che rappresenta l Ultima Cena. Rannicchiato tra i piedi degli apostoli si intravede un gattino nero. Nella piccola sacrestia si vede un quadro che raffigura la Madonna con il Bambino. Si pensa che potrebbe essere stato dipinto da un artista vissuto nel Nel 1930 fu costruito il campanile, mentre le quattro campane, una più grande e tre più piccole, furono sistemate solo dopo cinque anni. Le campane suonano grazie ad un meccanismo elettronico azionato a volte dalla moglie del Signor Zordan. Le campane suonano per la messa del sabato e in caso di grandine o forte vento. Nel 1994 è caduto il tetto della chiesa fatto di rele e alcuni volontari, tra cui lo stesso signor Zordan, hanno contribuito alla restaurazione della chiesa. Il signor Carlo ci ha raccontato che, mentre ristrutturavano il tetto, i volontari ascoltavano alla radio la cronaca della partita Verona-Milan. Quando il Verona segnava lavoravano molto veloci, quando perdeva lavoravano molto lenti come se fossero stanchi e affaticati, ma in realtà erano solo tristi. La ristrutturazione durò quasi un anno e alla fine il tetto tornò come nuovo. Risaliti in pullman abbiamo ancora chiacchierato sulle due chiese e i loro dipinti, i campanili e le campane. Ritornati a scuola abbiamo ricordato tutti insieme i particolari di questa giornata, per poi raccontarli con le nostre parole e i nostri disegni. 15

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17 Chiesetta si Santo Stefano 17

18 INTERVISTE A SCUOLA. Il signor Luigi Zuccari, invitato nelle nostre classi quarte, ci racconta che da piccolo giocava proprio davanti al campanile di Santo Stefano. Era uno di quei ragazzini che finito il rosario giocava a cusati, con lo scianco e a marmore, mentre le ragazzine preferivano il gioco della carampana. Racconta che la chiesetta è sorta sulla terra di un piccolo capitello, la campana un tempo suonava solo una volta alla settimana, ma quando la suonavano era un momento gioioso per tutta la contrada. Ricorda che nel 1985 la campana suonò per comunicare la terribile tempesta che fece notevoli danni ovunque e ruppe persino le vetrate della chiesa. I nonni del signor Luigi gli raccontarono che anche loro contribuirono alla costruzione della chiesa andando a prendere le pietre con carri e buoi a Sossano, nel vicentino. Questa piccola comunità è riuscita con sacrifici a vedere costruita la propria chiesa la cui campana, molto antica, ha un suono veramente particolare. Questo è il nostro augurio È una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. e poi ciascuno di noi porta in sé una campana molto sensibile. Questo cuore suona, suona e mi auguro sempre che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie; melodie di riconoscenza, di ringraziamento al Signore, e che superi sempre le melodie cattive di odio, di violenza e di tutto ciò che produce il male nel mondo. Giovanni Paolo II 18

19 IL VIAGGIO ALLE CAMPANE E AL CAMPANILE DI SAN ZENONE Il nuovo campanile vicino alla chiesa antica con la facciata del XIX secolo OGGI: I BAMBINI OSSERVANO E DESCRIVONO Il campanile di San Zenone In una piazzetta vicino alla chiesa sorge il campanile di San Zenone. Ha già diciassette anni, è molto alto e io l ho osservato bene. In basso ho notato il basamento con dei piccoli scalini. C era anche la porta che aveva le chiusure con due catenacci e i lucchetti. Un po più in alto c era il timpano che decorava anche la porta della chiesa. Sempre più in alto c era il cornicione e la lapide con scritti vari nomi: chi l ha fatto, chi l ha regalato e il Vescovo che l ha benedetto. Ancora più in alto c è la finestrella a feritoia con sopra la lapide che porta la scritta come in cielo così in terra, e ancora sopra un altra finestrella. Ho osservato che l orologio aveva i numeri romani. Osservando sempre più in alto c era il cornicione e la cella campanaria con dentro cinque campane. Sopra la cella campanaria c era il tetto a otto lati con sopra una grossa palla di pietra e la croce. Siamo andati dentro a quella porta chiusa da due robusti catenacci. Ogni due rampe di scale, attaccate al muro e protette dalla ringhiera, c era la soletta di cemento. Salendo sopra per primo ho visto una scaletta di ferro collegata a una botola e abbiamo visitato la cella campanaria. Ho visto delle grosse campane e vicino c erano dei megafoni molto grandi. La struttura era molto bella ma si vedeva che non era una recente costruzione. La campana più grossa era molto grande e aveva il batacchio molto alto, mentre le due campane più piccole erano installate nelle stesso lato, dalla parte della chiesa. Questa visita alla chiesa di San Zenone e al campanile è stata molto bella, e ho scoperto delle cose molto interessanti. Francesco 19

20 ...VISITANO Visita al campanile di San Zenone Qualche tempo fa siamo andati a visitare il campanile di San Zenone. Nella piazzetta di fianco alla chiesa ci siamo messi in cerchio per conoscerci e abbiamo detto i nostri nomi a Don Luciano. Più tardi siamo andati in chiesa e il parroco ci ha spiegato tante cose interessanti sul campanile e le campane. Intanto i bambini alzavano la mano per fare delle domande. Marina Don Luciano ci ha spiegato che sotto la chiesa c era un tempio pagano dedicato alla dea Minerva. C era anche la mamma di Silvia che ci ha letto due poesie sul campanile di San Zenone che aveva composto col papà durante la costruzione. Edoardo Più tardi siamo usciti e il parroco ci ha invitati ad aprire la porta del campanile. Siamo andati su, su fino in cima dove ci sono le campane. Era bellissimo stare lassù perché si può vedere tutto dalle finestre a feritoia. C era poco spazio perché c erano le campane grosse. Marina Abbiamo salito le rampe una ad una, c era sempre una soletta di cemento tra una stanza e l altra. Sopra c era una botola con una specie di scala a gradini di ferro: io sono andato nella cella campanaria. Beh, c erano dei megafoni che credo fossero quelli che erano sopra alla chiesa quando il campanile non c era ancora. Le campane erano gigantesche, erano cinque. Edoardo Intanto arrivava mezzogiorno e dovevamo scendere in fretta. Prima di andare via ci siamo fermati a vedere le campane, ma abbiamo aspettato, aspettato e aspettato finché siamo riusciti a vedere e a sentire le campane che suonavano il mezzogiorno. È stata bellissima la visita, mi sono divertita a stare lassù e non volevo più scendere. Marina 20

21 DISEGNANO 21

22 Bambini in visita al campanile e alla chiesa di San Zenone 22

23 INTERVISTANO: DON LUCIANO, PARROCO DI SAN ZENONE Cari ragazzi, vi presento la chiesa di San Zenone: se guardate l affresco sul soffitto vedete San Zeno, Vescovo di Verona. Il 21 maggio dell 807 il suo corpo venne traslato a Verona dai Santi Benigno e Caro dei quali vedete le statue nella facciata della chiesa. Vi trovate in un luogo di culto che comprende opere storiche molto interessanti e belle: una lapide romana, il fonte battesimale, una Madonna del Quanti anni ha questa chiesa? È frutto di tanti rifacimenti, ma com è attualmente risale al diciannovesimo secolo. L ultima sistemazione è del 1932 quando il parroco Don Carlo Ballarotto già al suo ingresso aveva visto la necessità di allungare la chiesa, girandola e completandola con la facciata secondo lo stile che vediamo, molto bello, possente. Gli abitanti ottant anni fa erano milleottocento qui a San Zenone e duemiladuecento a Minerbe, mentre adesso la frazione di San Zenone conta millecento abitanti. Si è un po spopolata a vantaggio del capoluogo. Com era la facciata precedente? C era il campanile? Abbiamo qualche disegno fatto da persone del posto e niente di più. Il campanile era più basso di quello attuale e l hanno demolito dopo la costruzione della facciata perché pericolante. Come mai si sono costruiti i campanili? Il campanile ha un valore civile perché segna e suona l orario. Un tempo la gente che non aveva l orologio e che lavorava nei campi sapeva l ora contando i rintocchi. Ma il campanile ha soprattutto un valore religioso perché ricorda all uomo Colui che sta in cielo, perché la campana rimanda al Signore, a Colui che è il creatore del cielo e della terra; la campana ricorda agli uomini che ci sono cose più importanti di quelle terrene. Quando suonano le campane a San Zenone? Suonano per renderci in comunione con Dio ed ecco allora, come avete ricordato voi, suonano quando uno nasce e viene battezzato. Quando una persona muore si avvisano i fedeli che qualcuno ci ha lasciato. Suonano quando il Vescovo viene a visitare la sua gente, quando i bambini fanno la Prima Comunione, la Cresima; suonano a festa quando due giovani si sposano. Mettono dunque in risalto tutti gli avvenimenti gioiosi e luttuosi di una Comunità. Inoltre ricordano, suonando mezz ora prima, gli orari delle funzioni religiose. Inoltre si mettono in azione tre volte al giorno: alle 7.30 per avvisare la gente di pregare il Signore all inizio della giornata; a mezzogiorno per l Angelus, invitando a pregare la Vergine Maria che ha ricevuto dall angelo l annuncio che sarebbe diventata la mamma del Salvatore; alla sera le campane suonano per ricordare di ringraziare il Signore prima della notte. Dunque suonano tre volte con tre motivi un po diversi. C è un periodo liturgico in cui devono fare silenzio? Sono tre giorni in un anno: la sera del giovedì Santo, in cui ricordiamo l istituzione dell Eucarestia; tutto il venerdì Santo per ricordare la morte sulla Croce di Gesù e anche il sabato Santo. Suonano poi quando si celebra la Pasqua per annunciare la Resurrezione. Pensate alla coincidenza: chi ha regalato le campane, Inerio Ambrosi, è morto durante la settimana santa del Il figlio ha voluto che i funerali fossero celebrati il venerdì santo, così non sono state suonate le campane per colui che le aveva donate. Secondo lei perché Inerio Ambrosi ha fatto questo grande regalo? Perché voleva bene al suo paese, gli dispiaceva che fosse senza campanile: è stato un gesto di generosità, di fede e di grande apertura. Come piccolo segno di riconoscenza la Parrocchia paga la corrente elettrica della lampada votiva sulla sua tomba. 23

24 Sentiamo dei rintocchi... Sono le ore 11 e sentirete le campane risuonare undici volte. Alla mezz ora sentirete un solo rintocco. L orologio è indipendente dalle campane, suona secondo un suo automatismo elettrico. Vi mostro e spiego il quadro elettronico e manuale che regola l insieme delle campane e dell orologio: infatti vengono comandate da impulsi elettrici e non mosse da funi che non sono state previste dal progetto. IERI: LA STORIA DI UNA COSTRUZIONE INSOLITA, UN CAMPANILE INTERVISTA: ROSSI GIOVANNI CI FA CONOSCERE INERIO AMBROSI, IL BENEFATTORE Il Vescovo, Inerio Ambrosi e Don Samuele il giorno dell inaugurazione A detta di tutti lei è il depositario di tante notizie circa il campanile di San Zenone e la persona che lo ha reso possibile. Ci interessa l uomo Ambrosi Inerio, quello che ha fatto è noto a tutti. Io conoscevo bene Inerio Ambrosi fin da bambino. Da qualche generazione la famiglia abitava a San Zenone in via Amedeo di Savoia all incrocio con via San Feliciano. Inerio, nato nel 1909, conosceva bene mio papà perché anche noi abitavamo nella stessa via; egli passava davanti alla mia casa per andare a insegnare a Bevilacqua, credo al Collegio Salesiano. Il mio anziano papà Angelo era allora in carrozzina, e lui lo salutava con un caloroso ciao, confermando la salda amicizia. Poi ha cambiato ruoli nella scuola, ha assunto la funzione di Direttore Didattico a Legnago, poi a Padova dove ha abitato fino alla morte. I dati parlano esattamente di Montegrotto Terme, nel Padovano. Conosceva anche la moglie? La moglie era della zona, si chiamava Calearo Olga ed era maestra, ha insegnato anche a San Zenone. Dagli archivi scolastici risultano gli anni e Un suo alunno di classe seconda, Gianfranco, la ricorda, bella e dolce, che non negava esperienze agli alunni, ma li accompagnava nelle loro nuove scoperte quando davanti alla scuola di San Zenone c era una siepe con lunghe spine da esplorare Io ero soprannominato il moretto come mio papà. Credo di essere stato io a ricevere, dal compaesano che si era trasferito, la prima telefonata che annunciava la novità. Mi disse che conosceva bene la storia di San Zenone e di essere andato più volte a suonare le campane al vecchio campanile. Fino agli anni 40 infatti il paese aveva il suo vecchio campanile ed egli si dilettava come campanaro. Memore della mia giovinezza e con la disponibilità economica raggiunta negli anni con fruttuosi investimenti - disse - vorrei regalare al mio paese natio il campanile, sapendo che Don Ballarotto sognava un mecenate a questo scopo. 24

25 Don Ballarotto, parroco per molti anni a San Zenone, alla fine dei lavori di ristrutturazione che comprendevano la facciata nuova, scrisse un libretto illustrativo della chiesa rinnovata affermando a pagina dieci a proposito del campanile: esso non presenta alcun pregio e non risponde più all importanza della chiesa e della nuova facciata. Esso è destinato a scomparire e facciamo voti che sorga presto il mecenate che dia mano anche a quest opera. Ambrosi conosceva molto bene tutto questo, perciò aggiunse: - Mi fido di te, fatti interprete dei miei desideri, trova l ingegnere per il progetto e tutto il resto. Sei d accordo? Quale fu la sua reazione? Rimasi senza parole tanto che Ambrosi chiese se ero ancora al telefono. Ricevuta la conferma che era la verità cominciai a darmi da fare. Pensai che il mio sindaco di allora, l ingegnere Tullio Ferrari, fosse la persona giusta quale progettista perché le procedure potevano essere più semplici. Per l impresa edile scelsi per comodità una del posto. E quando la notizia si diffuse? Si dovette vincere la comprensibile e animosa esitazione di una parte dei parrocchiani per i quali era inopportuno tale investimento, ravvisavano altre priorità. Feci un assemblea parrocchiale (il 29 novembre 91) riproponendo la storia e i motivi a favore; piano piano gli animi si sono smorzati e sono cominciati i depositi nelle banche locali per dare avvio ai lavori. Cercavo di velocizzare i tempi per il timore che i progetti, per qualche motivo, andassero in fumo. Il campanile era un valore religioso, anche attraverso il suono un richiamo alla fede, un arricchimento. Nessun problema dunque Nacque il primo intoppo circa il luogo dove costruirlo. Si scontrarono vari pareri: in ognuno c erano problematiche come il rispetto delle distanze e la solidità della Chiesa. Io ho fatto da mediatore, ma l avevo sempre immaginato dove è adesso. Ci ha dato una mano Don Sergio Fratucello che aveva conoscenze influenti: era nato di fronte alla chiesa ed era figlio di Giulio, il campanaro. Gli Enti preposti hanno visionato per dare l assenso. Il progetto è stato votato dal Consiglio Comunale quasi all unanimità. Si ebbero i permessi dovuti, alla fine avevamo l appoggio di tutti. E il campanile un po alla volta sale Tutti andavano a vedere i lavori. E le campane? Erano pronte prima della fine dei lavori in muratura. Ambrosi era impaziente e diceva: - Non diventeranno vecchie, vero? Davvero imprevisto il danno per caduta alla campana più grande. Avevo proposto di usare la vecchie campane, ma Ambrosi fu irremovibile e ci propose di regalarle come poi è avvenuto. Che tipo di contatti aveva? Lo tenevo informato soprattutto per telefono. Talvolta andavo a Padova e fungevo da consigliere, sempre attento agli aspetti economici. Si fidava ciecamente di me, il moretto. Il libro di Don Carlo Ballarotto del 1938 Tutti si improvvisarono campanari 25

26 E l uomo Ambrosi? Era una persona squisita. Era eccezionale, con spirito altruistico. Aveva due figli: un maschio, ingegnere, lavora e vive a Milano, la figlia vive a Padova. Quali motivi vede in questo gesto? Vedo ragioni affettive e un omaggio al paese natio, non aveva mania di protagonismo. È tornato, dopo la morte, al suo paese? Nel 2004, quando è mancato, ai funerali nella chiesa di San Zenone ho terminato il mio intervento con queste parole: dopo 50 anni si verificò il miracolo, venne il mecenate che fece dono del campanile. Questo mecenate ora è qui per accogliere la benedizione del Signore ed il nostro grazie sincero e corale per quanto ci ha lasciato. L opera rimarrà nei secoli ad imperitura memoria, a testimoniare la fede e la generosità di un nostro concittadino. Preoccupato che la sua tomba fosse dignitosa ottenne da mia sorella la promessa di cure e fiori freschi; così fa puntualmente. Estate 1994: le cinque campane, fuse dalla ditta Colbachini di Padova, attendono di essere collocate nel nuovo campanile. 4 settembre 94: da sinistra un poeta locale, TullioFerrari, Giovanni Rossi e Inerio Ambrosi INTERVISTA A FERRARI TULLIO, IL PROGETTISTA Lei nei primi anni 90 era Sindaco di Minerbe: era felice che San Zenone avesse il suo campanile? Certo, ne ero felice appena avuta la notizia del finanziatore. Penso che, soprattutto per le persone vicine alla chiesa, sia stato un giorno di grande felicità perché finalmente avevano il loro campanile. Lei l ha ideato: è soddisfatto del suo lavoro? Credo di aver fatto un buon lavoro: si trattava di armonizzare le parti e mi pare che l insieme sia riuscito tanto più ora che il campanile ha perso l aspetto di nuovo perché la pietra invecchia, dato che le muffe la rendono un po scura. È frutto del suo studio di ingegneria civile: l ha aiutata qualcuno? Avevo una valida collaboratrice. I disegni del progetto sono stati fatti con penna a china e riga, non come oggi che si fanno con il computer. Parte del progetto esposto in chiesa prima dei lavori 26

27 E l orologio? Era scontato inserirlo. Il meccanismo elettrico è regolato dal quadro comandi generale e i rintocchi sono procurati da un martelletto, proprio come battono i mori in Piazza San Marco a Venezia. La ringraziamo perché possiamo osservare i vari disegni del progetto. Qual era la realtà in cui si inseriva la nuova costruzione? Fino al 23 la chiesa aveva la facciata dall altra parte, verso il campo sportivo, perché tutti i templi antichi avevano questo orientamento; la strada passava dietro, non era una cosa buona. Il parroco di allora ha voluto un progetto in cui la facciata era verso oriente e l altare maggiore, con l ampliamento della chiesa, è stato portato in fondo costruendo anche l abside. Il vecchio campanile era addossato alla facciata nuova e, si dice, instabile, per cui è stato demolito conservandone le campane. Quindi la chiesa di San Zenone non aveva campanile. Il campanile aggrega; un paese senza campanile era considerato di meno valore perché proprio dal campanile si sente rappresentato nei confronti degli altri paesi, dato che di solito è alto. Infatti, all orizzonte della nostra pianura, di un paese per prima cosa si vede il campanile. È stato facile avviare i lavori? Per niente, c era bisogno di una precisa documentazione. Bisognava chiedere i permessi alla Curia Vescovile che è quell ente che sovraintende a tutta l arte sacra. Ha dato parere favorevole, ma precisava di armonizzare la nuova costruzione ai fabbricati esistenti. È stato richiesto il parere anche alla Provincia perché un campanile è una costruzione inusuale. Lo scoglio più grande è stato la Sovraintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici perché questo ente dà un giudizio estetico sulle varie soluzioni presentate. Per ultimo è stata chiesta al Comune la Concessione edilizia con esito felice, dato che gli altri enti avevano espresso parere favorevole. C è stato bisogno di deroghe? Certo, perché il Comune aveva un Piano Regolatore che prevede per ogni zona i fabbricati possibili, ma non aveva previsto un posto dove mettere un campanile! In una comunicazione del Comune conservata dal signor Rossi e indirizzata ai Consiglieri si legge infatti che, in accordo con la Giunta, il Consiglio comunale dell 8 maggio 92 è stato presieduto dal Sostituto del Sindaco, dato che veniva discussa la deroga al P.G.R a proposito del campanile di S. Zenone. Il sindaco Ferrari ne era il progettista per cui era implicito che ne delegasse il compito. C è stato qualche problema nella progettazione? Il problema principale era di ordine statico perché il campanile è una costruzione che pesa parecchio e insiste su una base piccola. È inevitabile che dove viene costruito il suolo si abbassi un po e in questo caso avrebbe influito sulle fondazioni della chiesa vicina che ne sarebbe stata danneggiata. Si sono fatte delle indagini geognostiche per valutare la consistenza del terreno: si è trovato che a 20 metri di profondità c è del terreno solido perché, come voi sapete, la nostra pianura di terreno alluvionale, costituita da fanghi depositati durante le alluvioni, non è compatta e sicura. Così con trivelle speciali si sono fatti dei buchi profondi riempiti poi di cemento armato che hanno formato pali sui quali grava in profondità il peso del campanile. Parte del progetto: sezioni La foto ritrae da sinistra Tullio Ferrari, Sergio Peretta, titolare dell impresa edile costruttrice, e Inerio Ambrosi il giorno dei festeggiamenti per l inaugurazione. 27

28 Qualche curiosità? All esterno sembra un campanile di mattoni, ma voi che l avete visto dentro potete testimoniare che è una moderna costruzione di cemento che è stato ricoperto alla base di pietra di Vicenza. Negli angoli è decorato di mattoni per armonizzarlo con la chiesa. Ho progettato cinque stanze separate da un ballatoio con delle scale per poter salire. Al momento di situare le campane sembrava tutto facile invece la caduta della più grossa ha provocato il concerto d inaugurazione incompleto. La data era fissata e i tempi di rifare una campana sono lunghi. Il raffreddamento non deve essere rapido, ma lento e controllato per non compromettere la buona riuscita dell opera. Quanto tempo avete impiegato? Per la costruzione circa sette, otto mesi, un tempo abbastanza rapido. I tempi lunghi hanno riguardato i preliminari: i permessi indispensabili, i calcoli per i cementi armati, i disegni precisi per le parti in pietra. Lavori in corso Dipinto da Ferruccio Cattan: il vecchio complesso La campana più grossa ritorna alla fonderia 28

29 IL NUOVO CAMPANILE NELLA STORIA DELLA PARROCCHIA Innanzitutto si possono ricordare i nomi dei sacerdoti riportati nella nuova opera: se la campana più grande è intitolata a Don Giovanni Morandini, dato che il 24 ottobre 93 fu sostituito, è Don Samuele Lollato il nome inciso nella lapide sul fronte del campanile, è lui il parroco che seguì i lavori e organizzò l inaugurazione alla presenza del Vescovo. Nei primi anni novanta la Parrocchia diffondeva tra i fedeli un giornalino di alcune pagine che si intitolava Riflesso. Scritto e redatto da spiriti senz altro giovani, qualche copia conservata è oggi una fonte preziosa di dati circa il campanile costruito proprio nel Seguiamo i lavori di costruzione leggendo nel numero ventotto del 6 novembre 93 un brillante articolo, a cura di Roberto, intitolato Din don: il campanile : L inizio dei lavori per la costruzione del campanile hanno coinciso con la Festa della partenza tenutasi domenica 26 settembre. Che si voleva fare sul serio lo si è capito dalla rapidità in cui venne smontato lo stand usato per la suddetta festa. Il lunedì mattina di buon ora i soliti volontari del G.P.I. si sono dati da fare ancora una volta, hanno lasciato libero il piazzale della chiesa dall ingombro dello stand per far posto alla recinzione della zona di lavoro per le solite normative di sicurezza. Il giorno dopo entrava in cantiere un enorme gru cingolata, attrezzata di trivella per dare inizio alla perforazione delle fondamenta. I lavori sono proseguiti in maniera regolare e dopo alcune settimane si potevano già vedere i primi risultati. Qualcuno avrà pensato di poter vedere giorno dopo giorno salire il campanile verso l alto, ma questa volta sarà rimasto deluso perché il campanile si è visto scendere giù. È solamente un gioco di parole, in realtà si sono scavate le fondamenta ad una profondità di circa la metà dell altezza finale del campanile. Si sono fatti enormi buchi, otto per l esattezza, di diametro 60 cm, per poi prendervi posto delle gabbie di ferro circolari per tutta la profondità ed infine riempire di cemento; complimenti alla ditta: un bel lavoraccio. Ora sono terminati i lavori di fondamenta e forse, finalmente, si potranno vedere i primi mattoni salire verso il cielo. Nel numero ventinove, sempre Roberto, titola E sale, sale, il campanile : I lavori per la realizzazione del nostro campanile proseguono ininterrottamente. E sta destando parecchio interesse, il campanile, tanto da essere presente nelle pagine di parecchi giornali locali. Ecco anche da parte nostra alcune righe.. nonostante il freddo di questi giorni, i lavori proseguono a buon ritmo. Previsioni sul termine dei lavori è ancora prematuro farne, certo è che più si scrive e più il campanile sale, sale. Penso che tutti avrete notato, passando per la piazza o recandovi a messa alla domenica che il campanile ha già raggiunto un altezza pari a quella della Chiesa. E direttamente dal cantiere alcune note tecniche: in questo momento si sta lavorando sulla costruzione dei quattro pilastri in calcestruzzo che costituiscono la sede del campanile: ogni quattro metri vengono legati tra loro da una soletta ed un cordolo, anch essi in calcestruzzo armato di quintali di ferro. Si proseguirà in questa maniera fino ad arrivare alla cuspide superiore. Per il momento è tutto, buon lavoro. Ma davvero divertente è l improbabile annuncio nella rubrica di fondo del numero ventotto intitolata Pazzar : I lavori appena iniziati di costruzione del nostro campanile si sono per un breve periodo, misteriosamente bloccati. Perché!?!? Si pensava le cause fossero molteplici, ma la verità è una sola: mancano i quarei! Chiunque avesse qualche muro di casa abbastanza diroccato e con animo generoso volesse donare i quarei per il proseguimento dei lavori Si vede che i quarei sono stati donati se il foglio delle informazioni settimanali della parrocchia dal 29 agosto al 4 settembre riporta un box che annuncia l inaugurazione del campanile! Don Samuele, confermando la presenza del Vescovo Mons. Attilio Nicora, così commenta l evento: Vuol dire che come Comunità cristiana, come paese, vogliamo incontrarci per rinnovare gli atteggiamenti di accoglienza, di apertura agli altri, di solidarietà, di comprensione, di dialogo, di accettazione dei pensieri diversi senza bisticciare, di amicizia, di disponibilità al servizio senza ripiegamenti su se stessi Lapide ricordo sul fronte del campanile 29

30 I programmi dei festeggiamenti comprendevano tre giorni di festa con esibizione di cori, lettura di poesie, musica jazzistica; alla domenica ci furono la Santa Messa quindi i discorsi celebrativi e lo scoprimento della lapide. Non è mancato il pranzo allo stand e l incendio del campanile ad opera della ditta di artificieri Sardella di Rovigo. Oggi il parroco Don Luciano, felice della presenza di tale segno della fede che invita a guardare verso l alto ascoltando i rintocchi dei bronzi, riferisce che amici campanari premono per avere la possibilità, anche nel campanile di San Zenone, di esercitare l arte campanaria con il sistema manuale accanto a quello automatico. All offertorio un pane a forma di campanile Mons. Attilio Nicora e Inerio Ambrosi Tutti allo Stand per i festeggiamenti Quadro in canonica: bandierine per l inaugurazione 30

31 INTERVISTA A LARA, UNA TESTIMONE Don Luciano non è stato testimone della costruzione del campanile, dato che allora operava in un altra parrocchia; sapeva della novità, ma afferma di non essere neanche venuto all inaugurazione. La signora Lara Ongarelli invece lo ha visto nascere e crescere; risponde volentieri ai bambini tra i quali c è sua figlia Silvia. Dove abitava in quegli anni? Dove abito ora, in via Vegarola, ma allora lavoravo al bar in via Amedeo di Savoia, vicino alla piazza dove si costruiva il campanile. Ci racconta cosa ha visto in quel periodo? Lo abbiamo visto crescere dall inizio alla fine. Una cosa ricordo bene, quando hanno messo sopra la punta quella palla di pietra: guardandola da sotto sembra piccolina, ma era enorme. È stata necessaria una gru, ma era molto difficile dato che era rotonda. Ho visto proprio quando l hanno appoggiata sulla punta del campanile con sopra la croce che, mi pare, dovrebbe essere anche un parafulmine. Come hanno fatto a tenere la palla con la gru? Hanno impiegato un bel po di tempo, dondolava, ma piano piano gli esperti l hanno installata. Il campanile era una costruzione particolare, così alto e sottile ha causato non pochi problemi alla ditta costruttrice. Chi c era in piazza? C erano tanti paesani che hanno battuto le mani. In effetti lì c era sempre gente, è stato un fatto eccezionale, una cosa molto bella e sentita. Tanti hanno parecchie foto, filmati Come hanno fatto a costruire il tetto? Piano piano i muratori sono arrivati fino in cima. Anche mio fratello ha contribuito, allora Alle prese con la palla di pietra dal diametro di un metro. lavorava nell impresa edile di Sergio Peretta. Il progettista pone ai ragazzi curiosi il problema: se la In un pomeriggio di luglio, mentre pietra pesa 2500 Kg al mc, quanto peso c era da sollevare? c erano i bambini che frequentavano il Grest nel retrostante campo sportivo, si è sentito un tonfo Al bar l hanno raccontato? Quello è stato un momento di gran dispiacere e di paura. La campana più grande era caduta e si era incrinata. Come potete immaginare non si può aggiustare una campana rotta. Ha dovuto essere rifusa, ma per fortuna non ci sono stati danni alle persone. Sappiamo che lei a quel tempo ha scritto delle poesie insieme al papà il signor Igino Ongarelli. Vi cimentavate di poesia? È nato tutto per scherzo, ma al bar arrivavano i curiosi della piazza a raccontare le novità. Da qui è nata l idea.alla sera infatti spesso si festeggiava: bastavano pan biscotto, salame e un bicchiere di vino. La costruzione del campanile è stata un motivo civile, religioso, ma anche occasione sociale, d unione tra le persone. Ora quando vediamo il campanile svettare diciamo - Là è San Zenone. È anche piacevole sentire le campane, le prime volte stavamo in silenzio per ascoltarle. Prima c era un disco con due altoparlanti, ma il suono del bronzo è ben diverso da una registrazione. 31

32 Ci legge la poesia? Devo precisare che lo scopo era solo rallegrare, la nostra era una poesia di simpatia! Dopo coalche discussion/ gh è rivà el campanile a S. Zenon. El paese on poco l è cambià/ e le so campane, ogni tanto, le va sonà/ par messe e funzion/ e altre ocasion./ Noaltri parochiani le sentemo/ e col core se le godemo/ e le feste de pì sentemo. Tanto ringraziemo el sior Inerio/ che el campanile el ne g à regalà/ e on par de giorni de festa se fa. Ti campanile, te si alto, magro e gran belo,/ par coasi che te tochi el celo. Sona le to campane a festa/ e anca le ore/ e grazie anca al to benefatore. Applaudiamo volentieri, la poesia è bella e divertente! LE VECCHIE CAMPANE Lara ha fotografato il campanile appena finito Su una piccola altura lungo il margine meridionale dei colli Euganei, i fedeli di Rivadolmo nel 96 hanno riedificato con passione e cuore la chiesa in stile moderno. Così dice il sito internet della Parrocchia e si legge che nella cella campanaria di acciaio del moderno campanile di cemento armato sono state collocate le cinque campane donate dalla parrocchia di San Zenone di Minerbe. Don Luciano conferma che le campane di San Zenone erano rimaste in parrocchia per circa cinquant anni, sotto un portico. Poi ci fu l edificazione del campanile con le nuove campane donate da Inerio Ambrosi. Così, durante un assemblea, duecento parrocchiani hanno espresso parere favorevole di farne dono e trentatré invece preferivano che rimanessero come un ricordo storico, come memoria della parrocchia. Nei fogli della domenica il parroco del tempo, Don Samuele, ne riporta notizia più volte per rendere noto all inizio di settembre che finalmente era arrivato il permesso della Sopraintendenza alle Belle Arti per la cessione delle campane, evidentemente un parere obbligato. All inizio di dicembre del 97 il parroco di San Zenone annuncia che la Comunità di Rivadolmo invita i donatori per i festeggiamenti. Si legge che c erano a disposizione pullman con una settantina di posti e un pranzo offerto dopo la S. Messa, il 7 dicembre. Il parroco lo giudica un momento bello di condivisione, ed esorta le famiglie a partecipare perché il generoso gesto del dono rappresentava un momento di apertura agli altri nel periodo liturgico dell Avvento. Esprime inoltre il desiderio che i due cori della Parrocchia di San Zenone preparino dei canti per animare la celebrazione. Scrive: Questo come segno di amicizia per le campane che abbiamo donato. A memoria si ricorda che così è stato, ma poi sembra che il legame tra le due Comunità costituto dai vecchi bronzi si sia affievolito. Dal sito della parrocchia padovana: chiesa e campanile di Rivadolmo 32

33 PER CAPIRE : INCONTRO CON I GIOVANI CAMPANARI MINERBESI LETTERINE Minerbe, 7 novembre 2011 Caro Alessandro, il giorno che siamo venuti al campanile di Minerbe era il giorno 3 novembre. Alessandro, sai che sei gentile e sei bravo? Grazie che ci hai dedicato due ore del tuo tempo prezioso. Ci hai fatto provare a suonare le campane ed è stato bellissimo. Sai che io non ho mai suonato le campane? Ci hai fatto vedere le lancette dell orologio: la più grande pesava molto e la più piccola pesava di meno. Ci hai fatto provare a tenerla in mano per rendersi conto se era vero. Poi ci hai spiegato come si fa a tirare la corda che si tira e si lascia, si tira e si lascia Sul muro c era scritto quante volte si dovevano suonare le campane per le varie occasioni. Ce ne stavamo andando e ci hai salutato dalla finestra del campanile. Alessandro, ti auguro buona fortuna da campanaro. Irina e Mariassunta Minerbe, 7 novembre 2011 Caro Alessandro, siamo venuti fin davanti alla chiesa tutti per mano in fila per due. Mentre la classe terza B era dentro il campanile noi lo stavamo ammirando dal basso all alto. Poi la maestra ci ha fatto una foto per ricordare quel momento. Finalmente siamo entrati al pianoterra del campanile. Eravamo tutti curiosi e ci siamo messi stretti stretti, alcuni bambini si sono sistemati sulla scala a chiocciola. Mentre ci spiegavi quanto pesava la campana più grossa uno di noi ti aveva domandato a cosa servivano i numeri scritti nel muro fatto di mattoni. Tu ce l hai spiegato gentilmente e ci avevi detto che quando si suona la campana bisogna mollare la fune sennò si andava a sbattere la testa in alto trascinati dal peso! Sei stato generoso a farci tirare la fune e sei stato super mitico quando hai aperto la finestra a feritoia e ci hai salutato a modo tuo suonando la campana mentre la maestra ci faceva la foto. Mi è piaciuto molto! So che conosci bene mio zio Elia, io sono suo nipote. Ciao Alessandro 33

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