Basi del metodo comportamentale e cognitivista. Dr. A Matteo Bruscella

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1 Associazione Lucana di Psicologia e Terapia Cognitivo Comportamentale info@alptcc.it Basi del metodo comportamentale e cognitivista Dr. A Matteo Bruscella

2 Premesse 1. Il cambiamento è possibile? Se si 2. Qual è il nostro modello di cambiamento? DR. A.Matteo Bruscella

3 Quali sono le abilità e le 3. competenze che un operatore deve possedere? 3.

4 Premesse Il percorso sarà realizzato attraverso l utilizzo di una metodologia mutuata dall approccio Cognitivo Comportamentale che ci offre strumenti operativi utili ad affrontare i quesiti precedenti Non si tratta di un approccio che pretende di svelare alcuna VERITA È una visione del mondo, non necessariamente quella VERA, ma ci offre delle metodiche specifiche gestire le relazioni professionali in ambito educativo

5 Apprendimento: è possibile cambiare? Condizionamento Classico Condizionamento Operante Apprendimento per Imitazione

6 Che cos è oggetto di apprendimento Situazioni Pensieri Emozioni Comportamenti

7 Cenni di analisi funzionale Ogni comportamento ha una funzione : L analisi funzionale è un procedimento per individuare la funzione di un comportamento. Nell analisi funzionale si è soliti ricercare il ruolo delle condizioni antecedenti (A Antecedenti ) sul comportamento e il ruolo degli effetti prodotti (Cconseguenze) dal comportamento (B- Behavior Comprtamento). Confrontando sistematicamente queste due categorie di informazioni, raccolte attraverso numerose osservazioni qualitative, si potrà formulare un ipotesi delle funzioni svolte da quel comportamento.

8 A-Antecedenti Il ruolo delle condizioni antecedenti. Il comportamento è sempre preceduto da un «qualcosa» e, soprattutto, si colloca all interno di un contesto. Le condizioni antecedenti influenzano e in qualche modo «facilitano» l emissione del comportamento. Le condizioni antecedenti : condizioni dello stato fisico del soggetto; condizioni dello stato affettivo-emotivo del soggetto; condizioni dello stato cognitivo del soggetto; condizioni delle relazioni con gli altri significativi presenti; condizioni delle relazioni più allargate (di gruppo) ; condizioni del contesto (fisico, delle attività e delle relazioni in senso globale)..

9 C-Conseguenze Per individuare e valutare gli effetti in riferimento alle funzioni svolte è utile riferirsi alla classificazione seguente che riprende le dimensioni utilizzate per l osservazione e la valutazione delle dimensioni antecedenti : effetti prodotti automaticamente sullo stato fisico del soggetto (sensazioni particolari, stimolazioni prodotte, cessate o evitate, rilascio di sostanze neurochimiche); effetti prodotti sullo stato affettivo-emotivo del soggetto (riduzione di stati negativi o produzione di stati positivi) effetti prodotti sullo stato cognitivo del soggetto (soddisfazione per la riuscita di qualcosa, senso di forza di autoefficacia, di potere, di controllo sugli eventi di aver previsto che..ecc.) effetti prodotti sulla relazione più allargata (di gruppo) attualmente in corso (compagni che ridono, che ammirano, che imitano,) effetti prodotti a livello di contesto (materiale e fisico, rispetto alle attività e delle relazioni in senso globale).

10 Funzioni dei comportamenti Le funzioni più frequenti del comportamento problema rispondono principalmente a un fine comunicativo: controllare il comportamento di altri, in modo da ottenere effetti di tipo rinforzante, positivo e negativo. Questi effetti devono essere mediati dall intervento di altre persone, che ricevono la comunicazione e vi rispondono. funzione comunicativa di rinforzamento positivo funzione comunicativa di rinforzamento negativo funzione autoregolatoria positiva funzione autoregolatoria negativa.

11 Il condizionamento classico. Comunemente viene considerato padre del condizionamento classico Pavlov che espose le sue ricerche nel libro I riflessi condizionati, pubblicato nel In esso si esplorano, verificandole sperimentalmente, le relazioni fra diverse categorie di stimoli, in funzione dell'apprendimento

12 Nella teoria si distinguono: stimoli incondizionati, che provocano nell'individuo una specifica risposta, detta incondizionata, senza un precedente apprendimento (un fascio di luce causa un restringimento della pupilla, un colpo di martelletto sulla rotula l'estensione della gamba, eccetera)

13 stimoli neutri, che di per sé non elicitano una risposta specifica, ma che associati ad uno stimolo incondizionato, possono dar luogo a una risposta detta condizionata, molto simile alla risposta incondizionata. In conseguenza di questa associazione gli stimoli neutri si trasformano in stimoli condizionati.

14 Esempio Condizionamento Questo processo può risultare più chiaro attraverso qualche esemplificazione. La più nota è quella che riguarda l'ormai famoso cane di Pavlov, addestrato a salivare in presenza di stimoli neutri quali il suono di una campanella o l'accensione di una lampadina. La vista di una ciotola di carne per un cane è uno stimolo incondizionato, che provoca una risposta incondizionata di più abbondante salivazione. Quindi se si presenta uno stimolo incondizionato (la carne) si ottiene automaticamente una risposta incondizionata (la salivazione). Il suono è uno stimolo neutro poiché se presentato al cane, questi non saliva. Se associamo il suono (immediatamente prima) più volte alla carne, questo, presentato poi da solo è in grado di determinare un aumento di produzione di saliva simile a quello prodotto dalla vista della carne. In questo caso il suono diventa uno stimolo condizionato e la salivazione la risposta condizionata. Il cane ha appreso ad emettere delle risposte di fronte ad uno stimolo condizionato il quale precedentemente era per lui privo di significato o neutro.

15 Lo stimolo così condizionato può diventare il punto di partenza, per una successiva associazione con uno stimolo neutro, creando una catena di condizionamenti con un processo che viene chiamato generalizzazione.

16 Esempio Generalizzazione Una dimostrazione di come, secondo questi principi, le paure possono essere condizionate, viene fornito da Watson, psicologo americano, uno tra i precursori della psicologia comportamentale, con un esperimento detto del piccolo Albert.

17 Albert era un bambino che non aveva paura dei topolini bianchi, anzi giocava con loro ed era spaventato, come tutti i bambini, dei rumori forti di improvvisi. Ogni qualvolta Albert si avvicinava al topolino veniva provocato un forte rumore con un gong (stimolo incondizionato che elicitava una risposta incondizionata di paura). Dopo poco tempo la sola vista del topo (stimolo condizionato) provocava in Albert paura (risposta condizionata), che in seguito si generalizzò a tutti gli animali che avevano peli, la pelliccia della mamma, all'ovatta, eccetera. In questo esempio ci fermiamo alla paura della cavia, ma in realtà la catena delle paure, la catena del condizionamento si può allungare molto perché facilmente si estende di anello in anello rendendo sempre più complesso l'eventuale successivo processo di decondizionamento.

18 Controcondizionamento Qual è il procedimento alla rovescia di questo processo di condizionamento? E il processo di controcondizionamento, che utilizza la presentazione di stimoli piacevoli nelle diverse situazioni avversive.

19 Esempio Controcondizionamento Un'allieva di Watson, ha utilizzato un altro bambino che aveva paura degli animali, associando la vista di un coniglio, molto distante, in un angolino della stanza, la possibilità di mangiare qualcosa che al bambino piaceva molto, per esempio dei dolci. Naturalmente il piacere del comportamento alimentare è superiore alla paura, che rimane debole perché il coniglio è molto lontano. Forse se il coniglio fosse stato più vicino, la paura avrebbe superato il desiderio del mangiare. Poi il coniglio viene sempre più avvicinato fino a che con tutte le presentazioni, e i ripetuti abbinamenti (animale più dolce), la fobia del coniglio fu superata.

20 Estinzione Un'altra possibilità per far cessare un comportamento che corrisponde ad una risposta condizionata, è quella di estinguerlo. L'estinzione si verifica allorché la risposta condizionata non si manifesta più, in quanto viene ripetutamente presentato lo stimolo condizionato senza l'associazione con quello incondizionato.

21 Il condizionamento operante. Il condizionamento operante come tecnologia è un processo di apprendimento introdotto da Skinner nel 1938 nel libro intitolato Il comportamento degli organismi Da questo processo sorgono due comportamenti principali che Skinner definì rispondente ed operante.

22 Il comportamento rispondente è spontaneo e riflesso (quasi un automatismo rispetto allo stimolo), il comportamento operante è volontario, ed è praticamente il consolidamento di una risposta tramite un rinforzo. Il significato di operante indica che gli effetti del comportamento operano, agiscono sull'ambiente nella direzione voluta dalla risposta rinforzata, perciò il comportamento operante si chiama anche strumentale.

23 Esempio di condizionamento operante L'esempio guida che Skinner propone per spiegare il processo è il seguente: un topo affamato viene messo in una scatola (scatola di Skinner) dove vi sono: 1. una leva sporgente 2.un contenitore di cibo (in basso) 3.una piccola lampada (in alto)

24 Il topo muovendosi preme la leva (livello operante anteriore al condizionamento): quest'azione provoca la comparsa di un boccone di cibo nel contenitore (rinforzo). Il cibo quindi è un rinforzatore di un'azione, la pressione della leva, che diventa il comportamento operante (viene determinato dalla frequenza con cui il topo abbassa la leva). Se in seguito alla pressione della leva viene tolto il cibo, si verifica il fenomeno dell'estinzione, perché viene meno il rinforzo. Se il cibo compare solo quando la luce è accesa, il topo abbasserà la leva solo in questa circostanza: si verifica in tal caso un comportamento di discriminazione.

25 Rinforzatore I rinforzi possono essere ricevuti in modo continuo (ogni volta che il topo preme la leva, cade la pallina di cibo) o intermittente cioè saltuariamente (ad intervalli fissi o variabili). Se il rinforzo continuo è indispensabile per insegnare il nuovo comportamento, il rinforzo intermittente si rivela molto potente ai fini del mantenimento di un comportamento, per non perdere la motivazione ad esso. Basti pensare con quale accanimento ed ostinazione gli appassionati giochino al Totocalcio o alle slot-machine nella speranza di vincere.

26 La generalizzazione Il rinforzo secondario è un rinforzo che associato ad uno primario può sostituirsi a quest'ultimo. Ad esempio si è insegnato ad uno scimpanzé ad ottenere i gettoni - rinforzo secondario - per poi con questi prendere il cibo (rinforzo primario) da un distributore automatico (detto cimpomat).

27 Il rinforzo Abbiamo visto che il condizionamento operante è essenzialmente basato su un rinforzo; questo concetto necessita di un ulteriore approfondimento. Il rinforzo di qualsiasi evento nelle stesse situazioni aumenta la probabilità di comparsa della risposta che lo ha provocato e dalla quale esso dipende. I rinforzi sono di vario tipo in natura.

28 Skinner parla di rinforzi positivi e negativi: per i primi l'effetto rinforzante è costituito dalla loro erogazione, per i secondi dalla loro cessazione. È da notare che il rinforzo negativo non è la punizione che consiste nella presentazione di un nuovo stimolo avversivo o nella sottrazione di un rinforzo positivo. La punizione peraltro non porta all'estinzione ma ad una remissione temporanea del comportamento.

29 Rinforzi primari e secondari: gli uni soddisfano i bisogni fondamentali dell'uomo (cibo, acqua, eccetera); gli altri sono stimoli neutri abbinati ad un rinforzo primario finché sono in grado di ottenere le stesse risposte. Rinforzi tangibili (non primari) sia di tipo commestibile (caramelle, biscotti, gelati, torte) sia non commestibili (giocattoli, giornalini, vestiti, gioielli, automobili). Rinforzi dinamici: sono costituiti da iniziative, attività di vario genere: fare una gita, andare a parlare

30 Rinforzi simbolici: sono rappresentati da qualsiasi oggetto che si associ a rinforzi primari e secondari, a rinforzi tangibili, a rinforzi dinamici. Il più conosciuto è il denaro. Rinforzi sociali: sono rinforzi (secondari) che si riferiscono in particolar modo ai rapporti interpersonali. Fanno parte di questi rinforzi i segni di attenzione, approvazione ed affetto. Rinforzi informazionali: sono costituiti dai feedback che la persona riceve sulla qualità e l'efficacia dei suoi comportamenti.

31 L'apprendimento per imitazione. Quasi tutti i fenomeni dell'apprendimento che derivano dall'esperienza diretta, possono verificarsi su una base vicaria e attraverso l'osservazione del comportamento di altre persone e delle conseguenze che questo comportamento ha per loro. Anche la sperimentazione animale supporta questo dato: un topo che vede un altro topo percorrere un labirinto per raggiungere l'obiettivo, e cioè la scodella del cibo, imparerà a raggiungere lo stesso obiettivo in un numero di prove molto inferiore rispetto all'ipotesi di una sua immissione diretta nel labirinto stesso.

32 Per l uomo questa legge è ancora più evidente: l'analisi e l osservazione funzionale dei comportamenti di altri porta ad una facilitazione degli apprendimenti sia in termini di qualità che di tempo. Secondo Bandura si acquisiscono risposte comportamentali complesse osservando le performance di appropriati modelli: 1. risposte di paura o di evitamento possono estinguersi in modo vicario, vedendo modelli di comportamento di avvicinamento agli stimoli (persone, cose, situazioni) temibili, senza che ne derivino conseguenze negative; 2. risposte emozionali possono essere condizionate dall'essere testimoni di reazioni affettive, di dolore di piacere, che altri provano; 3. comportamenti già appresi vengono emessi più facilmente ed in un maggior numero alla presenza di modelli che attuino queste risposte.

33 Da questo processo derivano delle procedure, dette di modeling che sono eseguite appunto per ottenere diversi risultati, come l'eliminazione di deficit comportamentali, la riduzione di eccessive paure o inibizioni, la facilitazione sociale di tipi di comportamenti. In quest'ultimo caso il comportamento degli altri diventa uno stimolo discriminativo per il manifestarsi del nostro. Non è però sufficiente osservare: per ottenere dei comportamenti adeguati, occorrono la prova e l'esercizio. L'apprendimento per imitazione prevede infatti due fasi: 1. l'esposizione del modello, sufficiente solo quando la persona possiede già delle buone capacità riguardo al comportamento osservato; 2. l'esecuzione della prestazione, indispensabile per costruire nuove abilità o vincere gravi inibizioni.

34 Le caratteristiche del modello che possono influenzare positivamente l'apprendimento sono lo status, il prestigio oppure la somiglianza, se tra modello ed osservatore vi sono molte affinità od analogie (esempio un bambino che ha paura dei cani troverà più facile imitare i gesti di un altro bambino che gioca con un cane, che quelli di un adulto nella stessa situazione). Un'altra facilitazione dell'apprendimento può essere rappresentata dal fatto che il modello riceva rinforzi per il suo comportamento, ne abbia delle conseguenze (positive). Tuttavia un effetto di apprendimento si ottiene anche dalla semplice esposizione all'azione di un modello, indipendentemente dalla presenza di ricompense.

35 A questo proposito occorre sottolineare nuovamente come con l imitazione si possono facilitare, disinibire o acquisire risposte comportamentali ed emozionali adeguate, ma anche comportamenti ed emozioni disadattive (paura, aggressività, eccetera).

36 Due considerazioni sull apprendimento vicario Ogni individuo può ricoprire molti ruoli nella vita: in famiglia, nel lavoro, in ogni rapporto affettivo e sociale è in ciascuno di essi può rappresentare, anche inconsapevolmente, un modello per qualcuno ad essere determinante nella sua storia di apprendimenti e nell'acquisizione di uno stile di comportamenti. Le procedure di modeling, così come adeguate contingenze di rinforzo, possono essere un potente strumento per ottenere cambiamenti che modificano positivamente le competenze e le qualità della vita sociale degli individui, dei gruppi e, più in generale della comunità.

37 Tecniche Dalle basi psicologiche sopra delineate derivano una serie di tecniche utilizzate dall approccio cognitivo comportamentale.

38 Il modeling L'attività di modeling serve ad illustrare agli allievi, in modo chiaro ed inequivocabile, i passi comportamentali da compiere per completare una certa abilità. Dovrebbero essere semplificati (o modellati), nella giusta sequenza, tutti passi che compongono l'abilità.

39 Il role playng Si richiede all allievo di replicare quanto osservato dal modello

40 Il feedback Ad ogni role playing un feedback. Ciò ha la funzione di aiutare l allievo a capire se ha saputo mettere in pratica i passi comportamentali previsti stimolandolo ad impiegare quella stessa abilità anche nelle situazioni di vita concreta. Rinforzo

41 Generalizzazione Ripetizione delle abilità apprese : 1. Con persone diverse 2. In ambienti e contesti diversi 3. In situazioni diverse

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