Lezione 3: Pranayama
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- Italo Santoro
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1 Francesca Proia Açmagarbha Corso di hatha yoga Lezione 3: Pranayama VIDEO E DOWNLOAD: PASSWORD: ehynpj3zmvbkjdec
2 Senza Hatha Yoga non si dà Raja Yoga, e senza Raja Yoga, l Hatha Yoga non porta alcun frutto. (Hatha Yoga Pradipika, 2.76) L hatha yoga si compone di tecniche di diversa natura. Le asana costituiscono le tecniche di base, ovvero una base d appoggio su cui si innestano, progressivamente, determinati gesti e azioni che permettono di andare più in profondità nel rapporto tra corpo e svelamento dell intensità interiore. L apprendimento dell hatha yoga dovrebbe espandersi gradualmente attraverso l introduzione simultanea di questi strumenti diversi. In altre parole, lo studio delle asana dovrebbe accompagnarsi, fin dall inizio, all assimilazione delle tecniche più sottili e misteriose, introducendole poco a poco, allo scopo di integrare subito la pratica della giusta sensazione di profondità. Sono convinta che il momento giusto per cominciare a studiare le tecniche sottili sia l inizio, quando ancora la pratica delle asana è fragile, e aperta, e non è intervenuta quella certezza muscolare che allontana le asana dal loro scopo, che è quello di fare da sostegno alla comprensione sottile del messaggio yogico. Per questo motivo questa lezione è dedicata alla presentazione elementare di un aspetto che, a questo punto, è già possibile integrare alla pratica delle asana: l acquisizione della consapevolezza del respiro, che condurrà progressivamente allo studio del pranayama, che qui più sotto ti introduco. Da ora in avanti, a partire da questa lezione, come intrecciando un tessuto, si alterneranno lezioni di asana, di pranayama, di mudra, con un criterio di complessità crescente. Così come un corpo si forma, nel ventre materno, in tutte le sue parti, allo stesso modo l hatha yoga è un oggetto che richiede lo studio, contemporaneo, di tutte le sue parti. Questo è quanto sottende l Hatha Yoga Pradipika, dove le indicazione delle asana sono accompagnate da istruzioni di natura più sottile e misteriosa, che all inizio possono apparire incomprensibili. A titolo di esempio, ecco la descrizione di bhadrasana: Portate i talloni verso il perineo sotto ai testicoli; il tallone destro a destra e il sinistro a sinistra. Tenete fermamente i piedi con le mani. Questa posizione si chiama bhadrasana, distruttrice di ogni malattia. I siddha e gli yogin la chiamano Goraksasana. Quest asana permette di dissipare la fatica causata dalla pratica delle asana e dei bandha. Una volta presa la postura, si porterà l attenzione sulla purificazione delle nadi, quindi sulla manipolazione del soffio per mezzo delle mudra. 1 Proponendomi di chiarirti poco alla volta ciò che potrebbe apparire nebuloso, introduco per il momento quello che è il primo strumento che integra la pratica delle asana: il pranayama. Parola composta da prana (soffio vitale) e ayama (contenimento), il pranayama è un corpo di tecniche che induce la sensazione peculiare del contenimento del proprio soffio vitale, ovvero accende, attraverso le tecniche che propone, la sensazione tangibile di essere custodi del proprio soffio vitale. 1 Hatha Yoga Pradipika, da 1.53 a
3 Tutti gli esercizi del pranayama presentano un doppio aspetto: percettivo e filosofico. Infatti, il magma di sensazioni che scaturisce dalla loro pratica si ripercuote continuamente sull impulso intuitivo, dando luogo a un apprendistato che non è dettato dall esterno, bensì dallo stato corporeo. L oggetto di questo apprendimento è, in maniera specifica, il nostro essere vivi, e tutto ciò che questo comporta a livello percettivo, emotivo e immaginativo. Il prana è allora definibile come la percezione del nostro essere vivi, e il pranayama è l insieme delle tecniche che svegliano questa consapevolezza. Il punto di partenza è l espressione concreta del soffio vitale sul piano fisico: il respiro. Il pranayama è, dunque, un insieme di tecniche che manipolano il respiro in quanto specchio del soffio vitale, del pneuma. Una costante pratica di osservazione del respiro induce la percezione del proprio stato vitale contingente, ovvero, non si tratta di afferrare un concetto, ma di realizzare pienamente la sensazione di essere vivi in un dato momento. La vita scorre in noi, ma percepirla in modo isolato, distinto, chiaro, come un canto, non è affatto scontato. Coltivando le tecniche del pranayama, il pneuma si chiarifica, tornando limpido. Potremmo dire che il pranayama fa allo spirito ciò che le asana fanno al corpo: porta sollievo all anima, purificandola dagli eccessi di agitazione o inerzia. Se ti è mai capitato di tenere tra le mani un uccellino caduto dal nido, ricorderai la sensazione di calore pulsante, l inconfondibile sensazione di toccare qualcosa di estremamente vitale. Similmente, le particolari manipolazioni del respiro che il pranayama propone, hanno un effetto rassicurante, rigenerante, in quanto ci rendono nettamente percepibile la nostra stessa forza vitale, come se la tenessimo in mano. E un contatto commovente e fortificante. Può essere interessante notare che con il pranayama si crea un azione depurativa che riguarda un aspetto peculiare dell essere, ovvero il suo stato vitale. Sappiamo quanto questo influisca sullo stato di salute generale, e lo ribadiamo istintivamente ogni volta che diciamo a qualcuno Su con lo spirito!. Sappiamo bene quanto l agitazione mentale impoverisca lo stato vitale, così come la depressione. Studieremo tutte le tecniche di pranayama indicate nell Hatha Yoga Pradipika, alle quali è dedicato il secondo capitolo. 2
4 Ujjayi pranayama Questa è una lezione elementare di pranayama. Studieremo una tecnica chiamata ujjayi. Con la bocca chiusa, si inspira l aria lentamente attraverso le due narici, in modo che produca uno sfregamento dalla gola fino al petto producendo un suono. (Hatha Yoga Pradipika) Ujjayi è una tecnica respiratoria che si realizza attraverso una leggera attivazione dell area della glottide. Questa attivazione si mantiene in essere sia durante l inspirazione che l espirazione. E facile controllare da sé se si sta eseguendo correttamente la tecnica, in quanto il suono che si produce è molto caratteristico: può somigliare a un vento leggero che soffia dentro la testa, oppure alle onde che avanzano e si ritirano sulla battigia. Prova a voler riprodurre il soffiare del vento, tenendo però la bocca chiusa e lasciando che sia l aria, che sfrega nel palato, a generare il suono. Questo aspetto particolare, legato al suono, è tutt altro che secondario: infatti, attraverso la sua udibilità, il respiro diviene chiaramente percepibile, e quindi presente, in modo costante, alla nostra attenzione. Siamo introdotti alla consapevolezza del respiro attraverso la scoperta della possibilità di un ascolto costante del suo scorrere nel tempo. Allo stesso modo, si comincia a comprendere che è possibile operare un controllo sul flusso dell aria respirata, proprio variando l apertura della glottide: più si restringe questo passaggio, più l aria dovrà passare attraverso un condotto più stretto. Il sibilo prodotto, in questo caso, sarà ben udibile, perché l attrito sarà più intenso. Viceversa, esercitando un controllo minimo sulla glottide, attivandola il minimo possibile, si produrrà un suono quasi inudibile, e una pressione più leggera sul respiro. Non c è, di conseguenza, un unico modo di praticare ujjayi pranayama: è possibile piuttosto modulare l apertura della glottide modificando in tal modo l essenza e i frutti della tecnica stessa. In linea generale, quanto più viene eseguito in modo sonoro, con la glottide quasi chiusa, tanto più diviene una respirazione intensa e profonda, che riscalda il corpo, che aumenta il fuoco corporale 2. In effetti, l attrito che si crea tra le pareti della gola e l aria avvia un processo di riscaldamento di quest ultima, e quindi del corpo in generale. Ujjayi pranayama, però, può essere eseguito anche in modo minimale, ovvero attivando la glottide il minimo possibile. Il suono prodotto sarà quasi inudibile, e tuttavia sufficiente a creare uno stato di concentrazione stabile sul respiro. Come vedrai nella lezione video, ujjayi pranayama è una tecnica respiratoria particolare perché può, oltre che essere eseguita da sola, accompagnare e sostenere la pratica delle asana, aumentando la loro portata purificante. 2 Hatha Yoga Pradipika,
5 Tuttavia, occorre tempo prima di acquisire realmente la piena comprensione lo strumento ujjayi, ovvero per ottenere la capacità di lasciarlo sorgere, spontaneamente, quando è il momento giusto: per accrescere l intensità di un asana, o come coronamento di concentrazione attorno a una pratica meditativa. Sii certo che accadrà, perché ujjayi ha una base istintiva, e quindi è possibile avvertire il desiderio della sua presenza. Quest ultimo si manifesta, spontaneamente, al di là di un esecuzione puramente meccanica. Per il momento, una volta che avrai imparato la tecnica, utilizza ujjayi pranayama quando senti che ti fa piacere utilizzarlo, qua e là, durante la pratica e la tenuta delle asana: in linea generale, quando ti viene in mente, significa che è il momento giusto per utilizzarlo. Talvolta ti darò io indicazione di eseguirlo, se un esercizio lo richiede. Non farne però un aspetto forzatamente costante della pratica delle asana, o un elemento affaticante. Con l esperienza imparerai inoltre a modularne istintivamente l intensità, così come ho accennato prima: in certi momenti divenendo più sonora e intensa per accentuare l effetto purificante di determinate asana; in altri più leggera, fin quasi impercettibile, come tecnica elementare per richiamare uno stato di concentrazione sul presente e accompagnare le asana più rilassanti. Infine, da un punto di vista anatomico, la tecnica ujjayi induce a un uso pieno della muscolatura respiratoria, rafforzando e purificando l apparato respiratorio. Elenco degli esercizi della lezione 3 (con promemoria visivo): Pratica di introduzione a ujjayi n.1: pratica di ujjayi in pawanmuktasana (la seconda foto mostra la posizione che è possibile prendere in sostituzione, o alternandola di tanto in tanto a pawanmuktasana): 4
6 Pratica di introduzione a ujjayi n.2: respirazione ujjayi con visualizzazione: inspirando, percorro mentalmente il corpo, dai piedi fino alla testa; espirando, immagino di espirare attraverso l ombelico. Dodici cicli: Pratica di introduzione a ujjayi n.3: esempio di sequenza dinamica di asana con ujjayi mantenuto come respirazione di base: 5
7 Yoga Nidra in Savasana; rilassamento completo guidato, nella posizione del cadavere: 6
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