Plusvalore, occupazione, sfruttamento della forza lavoro

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1 CAPITOLO IX Plusvalore, occupazione, sfruttamento della forza lavoro 48. Rappresentazioni matematiche della relazione tra massa e saggio del plusvalore. In questo paragrafo vengono esposte le formule matematiche individuate da Marx, per rappresentare in particolare le relazioni che esistono tra massa del plusvalore, grado di sfruttamento della forza lavorativa e livello dell occupazione operaia. Posto: P = Massa del plusvalore; p = Plusvalore prodotto in media giornaliera da una forza lavorativa; v = Capitale variabile giornaliero per una forza lavorativa; V = L intera somma del capitale variabile; f = Valore di una forza lavorativa in media; a 1 = Pluslavoro; a = Lavoro necessario; a 1 a = grado di sfruttamento della forza lavorativa in media; n = numero degli operai occupati. Si ha: P = (p v) V f (a 1 a) n 74

2 Si noti subito che il rapporto p v rappresenta il saggio del plusvalore. Analizziamo la prima formula: (p v) V. Se il plusvalore giornaliero mediamente prodotto da una unità lavorativa è 100 e il capitale variabile mediamente anticipato per una forza lavorativa è 100, avremo il seguente rapporto: p v = 100%. Questo significa che se V è 300 (= il capitale variabile anticipato in totale, cioè per tutte le unità lavorativa impiegate contemporaneamente giornalmente), la massa del plusvalore è data dal 100% di 300, vale a dire da 300. Conseguentemente, posta una giornata lavorativa di 12 ore, 6 ore rappresentano lavoro necessario e 6 ore pluslavoro (= 100% del lavoro necessario). Analizziamo ora la seconda formula: P = f (a 1 a) n La massa del plusvalore è uguale al valore medio prodotto da una unità lavorativa per il grado di sfruttamento medio di una unità lavorativa per il numero di unità lavorative occupate. In pratica, dato il saggio di sfruttamento unitario esso si moltiplica per il numero degli occupati e dunque la massa del plusvalore aumenta con l aumento della massa lavorativa sfruttata. Marx individuò in particolare tre leggi che regolano il livello della massa del plusvalore, con riferimento ai fattori che lo determinano. 49. Prima legge: la espressione generale per la determinazione della massa del plusvalore. La relazione P = (p v) V indica che la massa del plusvalore è uguale al capitale variabile anticipato moltiplicato per il saggio del plusvalore. Quindi, dato il capitale variabile, il plusvalore aumenterà in conseguenza dell aumento del saggio del plusvalore cioè del grado di sfruttamento della forza lavorativa. Lo stesso fenomeno possiamo rappresentarlo nella seconda relazione esposta da Marx : P = f (a 1 a) n, il che ci consente di raggiungere lo stesso risultato ma da una angolazione diversa. 75

3 Riprendendo l esempio precedente e posto che il numero degli occupati sia 100, avremo conseguentemente: il valore medio della unità lavorativa f pari a 3 (= ); il grado di sfruttamento (a 1 a) pari a 6 6 (cioè 1 o 100%). Quindi: P = 3 (6 6) 100 = 300 Si noti come potrebbe generarsi un aumento della massa del plusvalore se vi fosse l aumento ad esempio da 100 a 150 delle unità occupate oppure aumentando il saggio di sfruttamento col prolungamento della giornata lavorativa (o meglio con l aumento delle ore di pluslavoro) ad esempio da 12 a 15 ore. Il grafico che precede mostra come a parità di occupazione operaia (linea viola costante) e di massa salariale (linea rossa costante), solo la variazione del saggio di sfruttamento (linea verde ascendente) determina l aumento della massa del plusvalore (linea azzurra ascendente). 76

4 Il grafico sopra riportato presenta una linea retta ed ascendente; essa rappresenta la relazione crescente che esiste tra il saggio di sfruttamento della forza lavoro e la massa del plusvalore, per cui man mano che cresce il primo valore (asse verticale, saggio di sfruttamento) cresce anche il secondo valore (asse orizzontale, massa del plusvalore) 50. Seconda legge: aumento del grado di sfruttamento e diminuzione degli operai occupati. L aumento della massa del plusvalore può generarsi con l aumento degli operai occupati, o con l aumento del grado di sfruttamento. Le variazioni in senso inverso dei suddetti fattori (numero degli occupati, saggio di sfruttamento) comportano naturalmente una riduzione della massa del plusvalore. «Nella produzione di una data massa di plusvalore, il diminuire di un fattore può venire compensato dall aumentare di un altro» 1. La seconda legge che ne deriva è che si rende possibile per il capitalista mantenere lo stesso livello di plusvalore anche quando diminuisce il numero degli operai occupati, compensando tale diminuzione con un prolungamento della giornata lavorativa. Se si prolunga la giornata lavorativa aumenta di conseguenza il saggio di sfruttamento della forza lavorativa (in quanto si eleva il rapporto pluslavoro/lavoro necessario), la diminuzione del capitale variabile ne risulta così compensata. In pratica rimangono al lavoro meno operai, ma la forza lavoro di ciascuno di essi è più spremuta, più sfruttata. Si ripropone l esempio precedente: P = 3 (6 6) 100 = 300 Vale a dire: con 100 occupati, 12 ore di giornata lavorativa, con salario medio per operaio pari a 3, con saggio di sfruttamento pari al 100% (6 ore di pluslavoro su 6 ore di lavoro necessario) viene fuori un plusvalore pari a 300. Se il capitalista decidesse di licenziare 30 operai, fermi restando gli altri fattori, la massa del plusvalore che otterrebbe dal processo produttivo non sarebbe più pari a 300 ma a 210, infatti: P = 3 (6 6) 70 = 210 E evidente che se il capitalista volesse mantenere la stessa massa di plusvalore dovrebbe agire sul saggio di sfruttamento, incrementandolo. 1 Marx, Il Capitale, Libro primo, Sez. III, cap. IX. 77

5 Ripartendo dal precedente esempio, tale nuovo e superiore saggio di sfruttamento è così stabilito: 3 (a 1 6) 70 = 300 dove: a 1 = 8,5 Ciò significa che per ottenere la stessa massa del plusvalore pari a 300, utilizzando 70 operai anziché 100, il capitalista deve aumentare il saggio di sfruttamento della forza lavorativa dal 100% al 142%, cioè deve aumentare le ore del pluslavoro da 6 a 8,5 e quindi allungare la giornata lavorativa da 12 ore a 14,5 ore in media per operaio. Il grafico esprime tale relazione: per una costante massa di pluvalore (linea azzurra costante orizzontale) in ogni punto dove si riduce l occupazione operaia (linea verde decrescente) si ha un maggior saggio di sfruttamento medio dei singoli operai occupati (linea rossa crescente). 78

6 Quest altro grafico esprime in modo più diretto la relazione inversa che esiste tra il numero degli operai occupati (valori asse verticale) ed il saggio di sfruttamento (valori asse orizzontale) a parità di massa del pluvalore: la curva è infatti discendente. Essa, nell esempio, indica che, data una massa di plusvalore da mantenere costante, al decrescere del numero degli operai occupati da 20 a 5 (asse verticale), cresce il saggio di sfruttamento dal 15% al 30%. Viceversa, man mano che cresce il numero di occupati da 5 a 20, il saggio di sfruttamento necessario a produrre la stessa massa di plusvalore diminuisce dal 30% al 15%. Dunque lo stesso livello di plusvalore si può ottenere aumentando il livello di occupazione e diminuendo il saggio di sfruttamento. Ma non è questa la tendenza del capitale. Il perché lo si potrà vedere compiutamente solo dopo aver affrontato lo studio sulla legge della caduta tendenziale del saggio del profitto. Da quanto sopra deriva ad ogni modo che la quantità di lavoro estorta risulta indipendente dalla offerta di lavoro, poiché il capitalista può allungare la giornata lavorativa. Si verifica l ipotesi per cui il capitale impone di lavorare in numero sempre minore di unità, ma in quantità pro capite sempre maggiore o più intensa. Successivamente si analizzerà come lo stesso risultato si può ottenere utilizzando il progresso tecnico a favore del capitale e non a favore dei lavoratori, del progresso sociale e civile. E evidente che la seconda legge de qua è fondamentale per comprendere il contrasto tra la tendenza del capitale a ridurre gli operai occupati e l altra che mira a produrre quanto più plusvalore possibile. Qui inizia ad emergere una delle importanti contraddizioni del sistema capitalistico: da un lato l aumento della forza lavoro impiegata consentirebbe al capitalista di aumentare 79

7 la massa del plusvalore a parità di saggio di sfruttamento; dall altro lo stesso sistema del capitale come vedremo meglio successivamente tende in ultima analisi verso la riduzione del numero degli occupati e deve perciò continuamente ricorrere all aumento del saggio di sfruttamento della forza lavoro, per mantenere la stessa massa di plusvalore, se non per aumentarla quando deve evitare la caduta del saggio di profitto a fronte di un maggior capitale anticipato, a seguito dell ampliarsi della scala di produzione e del progresso tecnico. La tendenza del capitale alla riduzione dei livelli occupazionali, accompagnata dall aumento dello sfruttamento per singola unità lavorativa è assai ricorrente soprattutto negli ultimi trent anni ed in questa fase di acutizzarsi della crisi, dove vengono scatenate ad arte le più becere campagne sotto le bandiere della flessibilità e della competitività. A parte le azioni sulla riduzione del salario persino nominale (le cui ripercussioni saranno analizzate separatamente). Dall altro lato il movimento dei lavoratori ha l esigenza e la possibilità di lottare per resistere al capitale su tale fronte, di rovesciarne le regole con la opposta parola d ordine della scala mobile dell orario di lavoro, nel senso della riduzione dell orario sino all assorbimento totale della disoccupazione. 51. Terza legge: l aumento della massa del plusvalore originato dall aumento dell occupazione operaia. «Le masse di valore e di plusvalore prodotte da capitali diversi, essendone dato il valore ed essendo uguale il grado di sfruttamento della forza lavorativa, variano in maniera direttamente proporzionale al variare delle grandezze delle parti variabili di questi capitali, delle loro parti convertite in forza lavorativa». 2 Vediamo di analizzare questa legge nei termini più elementari e popolari possibili. Dato il saggio del plusvalore (quindi il rapporto tra pluslavoro e lavoro necessario) e il valore della forza lavoro, la massa del plusvalore varia in modo direttamente proporzionale alla grandezza del capitale variabile anticipato. In tal caso più forza lavoro è impiegata maggiore è la massa di plusvalore ottenuta. Infatti si ricorda che: P = p/v V 2 Marx, Il Capitale, Libro primo, Sez. III, cap. IX 80

8 Pertanto, se il valore medio della forza lavoro è 3, il saggio di sfruttamento è pari al 100% e il capitalista anticipa un capitale variabile pari a 300 (cioè sfrutta 100 operai), avremo una massa di plusvalore P = 300. Si analizzino allo scopo una serie di dati con la tabella che segue. capitale costante capitale variabile saggio del plusvalore massa del plusvalore % % % % % 300 Si nota subito che, qualunque sia il rapporto tra capitale costante e capitale variabile (3:3, 4:3 ecc.) la massa del plusvalore rimane costante. Infatti in tutte le ipotesi rimangono fermi i valori della forza lavorativa, del capitale variabile e del saggio di sfruttamento. L aumento del capitale costante come si è già visto nei precedenti capitali entra nel valore del prodotto finale (ammortamenti, materia prime consumate ecc.) ma non incide sul plusvalore che dipende solo dal capitale variabile impiegato e dal suo grado di sfruttamento. In altri termini questa è la situazione ove i diversi livelli di impiego del capitale costante non hanno nessuna conseguenza sulla produttività e quindi sul valore della forza lavorativa e sul saggio del plusvalore. In tale situazione o nella misura in cui essa si verifica, da ogni operaio il capitalista trae sempre la stessa massa di plusvalore, indipendentemente dalla grandezza del capitale costante impiegato, per cui la massa di plusvalore può variare solo variando il numero degli operai occupati cioè la grandezza del capitale variabile. La massa del plusvalore varia solo perché varia il capitale e nella misura proporzionale in cui varia il capitale variabile, come emerge dall esempio che segue: 81

9 capitale costante capitale variabile saggio del plusvalore massa del plusvalore % % % % % 600 Per ribadire il concetto: fissata la durata della giornata lavorativa e date le condizioni tecniche, per l intera società, la massa del plusvalore può aumentare solo si aumenta il numero degli operai (cioè la «popolazione operaia», per usare l espressione di Marx). «L aumento della popolazione costituisce qui il limite matematico della produzione di plusvalore da parte dell intero capitale sociale. Al contrario, essendo dato l ammontare della popolazione, tale limite è costituito dal possibile prolungamento della giornata lavorativa». 3. assoluto. Si tenga conto che questa conclusione è riferibile solo alla forma di plusvalore 3 Marx, Il Capitale, Libro primo, Sez. III, cap. IX. 82

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