Infortuni sul lavoro e malattie professionali I dati al femminile

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1 Infortuni sul lavoro e malattie professionali I dati al femminile Il contesto attuale in Italia e in Europa Denunce anno Sono circa 246mila le denunce di infortunio pervenute all Inail che hanno riguardato le donne nel 2013: per le tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, Dipendenti conto Stato) e 33 casi del settore Navigazione. A queste si aggiungono le denunce per le studentesse delle scuole pubbliche statali e le circa 900 della gestione autonoma casalinghe. Casi mortali anno sono le denunce con esito mortale, 69 i casi riconosciuti positivi (avvenuti nel 2013 in ambito professionale e di tutela assicurativa); circa il 40% ha avuto esito negativo, cioè il decesso non è stato riconosciuto infortunio sul lavoro. Donne e lavoro. In Italia le donne rappresentano il 52% della popolazione in età lavorativa (oltre i 15 anni) e il 41,6% del totale occupati, concentrate prevalentemente nel Centro-Nord. Dopo un costante e continuo aumento registrato nell ultimo decennio (tranne che nel 2009), nel 2013 le lavoratrici sono diminuite di 128mila unità rispetto al 2012 (-1,4%) e quantificate dall Istat in 9,3 milioni. In Europa. Sono i paesi nordici, Islanda e Scandinavia in primis, ad adottare politiche a tutela dei diritti femminili, questo è quanto osserva l annuale rapporto del Word Economic Forum. L Italia risulta essere in netto peggioramento per partecipazione economica e opportunità (passando dal 97esimo posto del 2013 al 114esimo del 2014 sul totale di 142 Paesi), per disuguaglianza salariale a parità di lavoro svolto (129esimo posto), per maggior ricorso al lavoro part-time (per le note difficoltà di conciliare lavoro e famiglia). Le differenze di genere migliorano, invece, per quanto riguarda salute e durata della vita e per pari opportunità in ambito politico (37esimo posto del 2014 contro il 72esimo del 2006). L Istat ci ricorda che le donne, sono oltre la metà della popolazione in età lavorativa, ma se si considerano gli occupati la quota delle femmine è come detto sopra, di poco superiore al 40% di tutti i lavoratori. Vedi Tavole 1, 7 e 11

2 L andamento degli infortuni per le tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, Dipendenti conto Stato). Periodo Le tre gestioni principali. Ammontano a quasi 207mila gli infortuni sul lavoro denunciati all Inail che, nel 2013, hanno visto coinvolte le donne, pari a poco più di un terzo (34,1%) del totale (606mila). Il 2013 ha registrato, rispetto al 2012, un calo infortunistico in complesso (-7,8%) che ha interessato sia i lavoratori (- 8,9%) che, in minor misura, le lavoratrici (-5,6%). Sono 69 i casi mortali denunciati all Inail per le donne (nb: il dato si riferisce ad eventi avvenuti nel 2013 in ambito professionale e di tutela assicurativa per le tre gestioni principali), pari al 9,2% del totale (746); rispetto al 2012, si contano due casi in più (erano stati 67 i decessi per la componente femminile) contro una diminuzione del 15,2% di quella maschile (121 casi in meno). Vedi Tavola 2 Gli infortuni in itinere (tragitto casa-lavoro-casa). Rispetto al numero complessivo degli infortuni - in occasione di lavoro e in itinere - per ciascun genere ( donne, uomini), la quota degli infortuni in itinere per le donne (36.995) è decisamente più elevata di quella degli uomini (32.383): 17,9% contro 8,1%, arrivando per quelli mortali addirittura al 49,3% (per le donne, quindi, un decesso su due è avvenuto in itinere) contro il 22,5%. Questo probabilmente perché le donne sono principalmente occupate (per oltre il 50%) nel ramo dei Servizi, in attività, normalmente, meno pericolose di quelle industriali ma comunque soggette al rischio che si corre negli spostamenti casaluoghi di lavoro (anche molto frequenti e ripetuti in attività come personale domestico, sanità e servizi sociali). I dati mostrano inoltre che gli infortuni in itinere (complessivamente ) si dividono in termini assoluti quasi equamente tra i sessi ( per le donne contro per gli uomini) mentre, se considerati in senso relativo, per le lavoratrici ogni sei denunce una riguarda il tragitto casa-lavoro-casa, per gli uomini tale rapporto si dilata ad una ogni dodici e si allontana ulteriormente per le denunce mortali (rispettivamente una su due per le donne, come già detto, contro una su cinque per gli uomini). Vedi Tavola 4

3 Il confronto con il Gli infortuni femminili nel 2013 hanno registrato, in complesso, un maggiore calo in Agricoltura (-7,9%, passando da del 2012 a del 2013) mentre i casi mortali sono rimasti 4. Nelle gestioni Industria e servizi e Dipendenti conto Stato il calo è stato rispettivamente del 6,1% e dello 0,1% per gli infortuni in complesso (da casi a per la prima e da a per la seconda); le morti risultano in diminuzione nell Industria e servizi (da 60 a 57 casi) mentre per i Dipendenti statali quasi triplicano passando da 3 a 8 casi con aumenti dei casi sia in occasione di lavoro che in itinere, riallineandosi comunque sui valori degli anni precedenti al Vedi Tavole 2, 4 e 10 Medio periodo ( ) Infortuni in rosa. Sono calati dai del 2009 ai del 2013 (- 15,5%) a fronte di una diminuzione, nello stesso periodo, dell occupazione femminile limitata all 1%; peraltro, nello stesso quinquennio è aumentata costantemente l incidenza femminile sul totale degli infortuni (da 30,9% a 34,1%, oltre 3 punti percentuali in più). Il calo infortunistico femminile è stato molto più contenuto rispetto a quello dei colleghi uomini (-26,9% sempre tra il 2009 e il 2013), più concentrati delle donne in settori colpiti dalla crisi economica e occupazionale. La diminuzione degli infortuni per entrambi i sessi è stata per lo stesso quinquennio pari al 23,4% (da del 2009 a casi del 2013). Casi mortali. Sono passati da 71 nel 2009 a 69 nel 2013 (-2,8%) con un calo nettamente inferiore rispetto a quello maschile (-30,8%) e quindi anche al complessivo per entrambi i sessi (-29,0%). Ramo di attività. La riduzione degli incidenti femminili, nel quinquennio , è stata più rilevante in Agricoltura (-29,4%) che nell Industria e servizi (- 15,6%) e tra i Dipendenti conto Stato (-7,4%). Vedi Tavola 14 Gli infortuni nel 2013 Dimensione del fenomeno Numerosità degli infortuni e presenza nel mercato del lavoro. La differenza di genere presente sul fronte lavorativo emerge anche dalla lettura dei dati infortunistici che rappresentano una delle risultanti dell esposizione lavorativa e che confermano in termini di numerosità delle denunce la preponderanza maschile sul mercato del lavoro e la presenza delle donne solo in certi ambiti.

4 È nelle attività dei servizi (compresi i dipendenti statali), infatti, che si concentra la maggiore quota di infortuni femminili (84% di tutti gli infortuni femminili contro il 46% per i maschi); nell industria si concentra solo il 12% degli infortuni femminili (contro il 46% degli uomini) e nell agricoltura rispettivamente il 4% contro l 8%. Settori di attività economica. La graduatoria dei settori con maggiore incidenza infortunistica femminile vede al primo posto il personale domestico (88,2%), a seguire la sanità e i servizi sociali (73,1%) e il confezionamento di articoli di abbigliamento (72,3%). Nei settori più rischiosi dell'industria, si scende addirittura al 2,5% di incidenza infortunistica femminile nelle costruzioni e al 3,3% nella metallurgia. Per gli infortuni dei dipendenti statali si registra una prevalente incidenza infortunistica femminile (74,5%) sicuramente per la maggiore presenza delle donne nelle Amministrazioni Pubbliche (ministeri, scuole, ecc.). Vedi Tavola 8 Età delle infortunate. Tutte le fasce di età hanno registrato nel 2013 un decremento infortunistico. La fascia ( casi) risulta la più colpita in valore assoluto rappresentando il 43% di tutti gli infortuni rosa ; all interno di questa classe gli infortuni delle donne costituiscono il 33,9% del totale, anche se è quella da 50 a 64 anni (65.742) ad avere la quota percentuale rosa più elevata (39,9%). Anche per gli infortuni mortali il maggior numero di casi riguarda la classe (32 decessi). Vedi Tavola 3 Analisi territoriale. Gli infortuni femminili si concentrano per oltre la metà al Nord (59,7%), seguito dal Centro (22,0%) e dal Mezzogiorno (18,3%); per i casi mortali, le percentuali si attestano sul 47,8% al Nord, sul 24,6% al Centro e 27,6% al Mezzogiorno. Il 2013 ha segnato rispetto al 2012 un calo infortunistico femminile in tutta Italia (-5,6%) da a casi; in particolare -6,5% nel Nord-ovest, -5,3% nel Nord-est, -5,3% al Centro, -4,3% nel Mezzogiorno. I casi mortali femminili, come già detto, sono invece aumentati di due unità (da 67 a 69) con variazioni però molto diverse sul territorio: un calo al Nord (-17,5%) dove si è passati dai 40 casi del 2012 ai 33 del 2013 e, viceversa, un aumento al Centro e al Mezzogiorno dove si è avuto un incremento rispettivamente del 30,8% e del 35,8%. Vedi Tavola 6

5 Lavoratrici straniere. Sempre nel 2013, sono stati gli infortuni pari al 13% del totale delle donne infortunate: le più colpite sono state le romene con casi, le marocchine con e le albanesi con casi. I casi mortali sono stati 15 sui 69 complessivi (21,8%). Romania, Cina, Albania sono i Paesi di nascita col maggior numero di decessi. Vedi Tavola 9 Le cause e le circostanze degli infortuni In occasione di lavoro indennizzati Ponendo l attenzione sui soli eventi occorsi nel 2013 durante lo svolgimento dell attività lavorativa (escludendo quindi i casi in itinere) con conseguenze tali da far accedere l infortunato alle prestazioni ( gli indennizzi in complesso, di cui il 29%, 98mila, a lavoratrici), l indennizzo in temporanea prevale per entrambi i sessi (94% per le donne e 91% per gli uomini), ma presenta durate medie d infortunio che si differenziano in misura significativa nella gestione Agricoltura (36,2 giorni contro 30,2) mentre si attestano sullo stesso ordine di grandezza per l Industria e Servizi (23,7 e 24,2 giorni). Sede della lesione. Maggiormente interessata dagli infortuni indennizzati e occorsi in occasione di lavoro resta la mano, anche se per le donne presenta un incidenza inferiore rispetto agli uomini (20% dei casi codificati contro 28,5%), dovuta al maggior peso assunto dalle altre sedi principali, quali la colonna vertebrale (14% contro 10%), la caviglia (11% contro 7%) e il ginocchio (10% contro 8%). Natura delle lesioni. Più rilevanti risultano, come per gli uomini, contusione e lussazione, ma questa volta con pesi relativi maggiori per le donne (rispettivamente 36,8% contro 28% degli uomini e 30,7% contro 25%). Causa degli infortuni. La caduta dell infortunato è la prima causa d infortunio per le donne (33% sul totale dei soli casi codificati) e seconda per gli uomini (22,2%), seguita dalla perdita di controllo di macchine e utensili (rispettivamente 20% e 35,3%). Vedi Tavole 15, 16 e 17 Gli infortuni del settore navigazione Nel 2013 si sono registrate 891 denunce di infortunio, con un calo del 15,5% rispetto al 2012 (1.055 casi); solo il 3,7% delle denunce del 2013 ha interessato

6 le donne (33 casi, contro i 55 del 2012). Tra le denunce anche alcune per casi mortali: 5 nel 2013 (contro i 4 del 2012) ma nessuna, come per gli anni precedenti, ha riguardato il genere femminile. Vedi Tavole 5 e 11 Gli infortuni nelle scuole Nel 2013 sono stati denunciati oltre 13mila infortuni occorsi a insegnanti e maestri delle scuole pubbliche e private: ben l 86% dei casi ha riguardato il genere femminile coerentemente all alta presenza femminile nella categoria. Circa il 43% degli oltre 93mila infortuni occorsi nel 2013 agli studenti delle scuole pubbliche e private ha interessato studentesse. Gli infortuni in ambito domestico e Casalinghe/i Dalle indagini multiscopo sugli "Aspetti della vita quotidiana" effettuate dall Istat negli scorsi anni, si stima che siano circa 3 milioni l anno le persone infortunatesi in ambiente domestico, 1/4 di queste casalinghe. Sempre l Istat quantifica, per il 2013, in 7,6 milioni il numero di casalinghe/i, di cui 4,6 milioni di età compresa tra 15 e 64 anni. Lo Stato italiano, con la Legge 3 dicembre 1999 n. 493, ha istituito una polizza assicurativa obbligatoria contro gli infortuni domestici per chi lavori, con età anni, in maniera abituale, esclusiva e gratuita, nell ambito domestico: sostanzialmente una polizza grandi rischi dal costo molto contenuto (in alcuni casi gratuita) che tutela casalinghe (e casalinghi) dagli incidenti di una certa gravità. Le denunce di infortunio nel 2013 sono state la maggior parte (863, il 97%) ha riguardato, come atteso, le donne - con un calo rispetto alle denunce 2012 (1.036 di cui femminili) del 15%. Per l anno evento 2013 sono stati indennizzati, al momento, 44 casi in menomazione permanente e 2 mortali. Vedi Tavola 18 Gli infortuni in Europa Gli ultimi dati diffusi da Eurostat (anno 2012) relativi ai tassi standardizzati di incidenza infortunistica, mostrano senza distinzione di genere per l Italia un valore pari a infortuni per occupati (2.362 nel 2008 e nel 2009), al di sotto di quello rilevato per Spagna (2.953), Francia (2.695) e Germania (2.630) - infortuni con assenza dal lavoro di almeno 4 giorni, esclusi infortuni in itinere. Il calo più significativo si osserva però per i casi mortali, dove l indice passa (dal 2007 al 2012) da 2,5 a 1,3 decessi per occupati (in linea con quello

7 dell UE-27 pari a 1,4 del 2012), segnando una riduzione del 48,4% rispetto al L incidenza infortunistica delle donne lavoratrici è decisamente inferiore a quella maschile in tutti i Paesi europei. L Italia presenta un valore pari a per le donne, quasi la metà di quello degli uomini (2.046), più contenuto di Francia (1.715), Spagna (1.656) e Germania (1.364). Per gli infortuni mortali i tassi relativi alla componente femminile sono sensibilmente inferiori ai corrispondenti valori degli uomini, a dimostrazione che le donne sono comunque occupate in lavorazioni meno rischiose. Il valore per il nostro Paese si attesta a 0,1 infortuni per occupati (contro 2,0 per i maschi) in linea con quello medio europeo - infortuni indennizzati esclusi infortuni in itinere e quelli dovuti a incidenti stradali e a bordo di qualsiasi mezzo di trasporto nel corso del lavoro) L andamento delle malattie professionali Sono state quasi 15mila le denunce presentate dalle lavoratrici per malattie professionali che si sono manifestate nel 2013, pari al 29,1% sul totale delle denunce, un valore che non si discosta troppo dall incidenza femminile sul fenomeno infortunistico (34,1%) e resta in linea con i dati dell ultimo quinquennio osservato. A differenza degli infortuni che sono numericamente diminuiti anche nel 2013 (confermando il trend decrescente degli ultimi anni), le malattie professionali nel 2013 sono aumentate senza purtroppo confermare la battuta d arresto fatta registrare nel 2012, facendo registrare, anzi, nuovi record: si passa dalle del 2012 alle denunce del 2013 (+11,3%). Le denunce provenienti da lavoratrici donne sono aumentate in 5 anni di ben il 55% (per gli uomini l aumento è stato del 44%), passando dalle del 2009 alle del 2013 (+8% rispetto alle denunce del 2012). Analisi territoriale. L incidenza femminile tra le denunce di malattia professionale è più alta al Nord-est (36% del totale) e al Centro (34%), la più bassa si rileva nelle Isole (14%). Tipologia di malattia. Il confronto di genere sul tipo di malattia rivela che anche nel 2013, per entrambi i sessi, a colpire i lavoratori sono soprattutto le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee (in particolare tendiniti, affezioni dei dischi intervertebrali e sindromi del tunnel carpale) ma con una differenza ben marcata tra uomini e donne: se tali patologie rappresentano il 63% delle denunce maschili, questa percentuale sale addirittura all 87% per le donne (ben 13mila delle loro 15mila denunce). In particolare, la sindrome del tunnel carpale viene denunciata più dalle donne che dagli uomini (3.031 contro 2.717), così come i disturbi dell adattamento cronico e post-traumatico da stress cronico (il

8 cosiddetto mobbing ) che ammontano a 117 casi per le donne contro i 112 per gli uomini. Per le donne risultano contenute (numericamente dai 100 ai 300 casi per ogni tipologia) le segnalazioni di ipoacusie, patologie respiratorie, tumori e malattie cutanee. Settori di attività economica. Le quasi 15mila denunce femminili di malattia professionale del 2013, si concentrano, come per gli uomini, nell Industria e servizi (in misura del 74,2% del loro totale, contro l 82,8% dei maschi), quasi 1/4 in Agricoltura e il restante 2,5% tra i dipendenti statali che detengono però il primato di incidenza percentuale femminile (381 casi sui 633 del 2013 pari al 60%). Vedi Tavole 19, 20, 21 e 22

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