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1 SUPPLEMENTO Volume - Numero 9 Supplemento - ISSN 9-9 DEL dell Istituto Superiore di Sanità dell Istituto Superiore di Sanità AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL DICEMBRE Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 7% - DCB Roma Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV Sorveglianza dei casi di AIDS Punti chiave

2 SOMMARIO Premessa... Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV... Sorveglianza dei casi di AIDS... Punti chiave.... Sezione Tabelle Sezione Figure.... Appendice Appendice.... Appendice.... Appendice.... RIASSUNTO - Dal i dati sulla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sono disponibili per tutte le regioni italiane. Nel periodo 9-, sono state riportate.9 nuove diagnosi di infezione da HIV. L incidenza delle nuove diagnosi ha visto un picco di segnalazioni nel 97, per poi diminuire fino al 99 e stabilizzarsi successivamente. Nel sono state segnalate. nuove diagnosi pari a una incidenza di, nuovi casi per. residenti. Negli anni si osserva un aumento dell età mediana alla diagnosi, nonché un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di tossicodipendenti ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale. Nel sono stati segnalati al COA 7 casi di AIDS diagnosticati nel, e 9 casi diagnosticati negli anni precedenti. Parole chiave: sorveglianza; HIV; AIDS; Italia SUMMARY (HIV/AIDS infection in Italy) - From, data on HIV new diagnoses are available for all the Italian Regions. In the period 9-, a total of,9 new diagnoses were reported. The incidence of new diagnoses peaked in 97; it then decreased until 99 and afterwards it remained stable. In,, new diagnoses were reported equivalent to an incidence of. per, residents. Over the years, there has been a progressive increase of the median age at diagnosis, as well as changes in the exposure categories (i.e., a decrease in the proportion of injecting drug users and an increase in the proportion of infections transmitted through sexual contacts). In, 7 AIDS cases diagnosed in, and 9 cases diagnosed in previous years were reported. Key words: surveillance; HIV; AIDS; Italy coa@iss.it L Istituto Superiore di Sanità è il principale ente di ricerca italiano per la tutela della salute pubblica. è organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale e svolge attività di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. Dipartimenti Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Biologia Cellulare e Neuroscienze Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare Farmaco Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Tecnologie e Salute Centri nazionali AIDS per la Patogenesi e Vaccini contro HIV/AIDS Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Malattie Rare Organismo Notificato per i Dispositivi Medici e la Valutazione dei Cosmetici Ricerca e Valutazione dei Prodotti Immunobiologici Sostanze Chimiche Sangue Trapianti Servizi tecnico-scientifici Servizio Biologico e per la Gestione della Sperimentazione Animale Servizio Informatico, Documentazione, Biblioteca ed Attività Editoriali Presidente dell Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Fabrizio Oleari Redattore capo: Paola De Castro Redazione: Anna Maria Rossi, Giovanna Morini Progetto grafico: Alessandro Spurio Impaginazione e grafici: Giovanna Morini Distribuzione: Patrizia Mochi La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. Redazione del Notiziario Settore Attività Editoriali Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena, 99 - Roma Tel: Fax pubblicazioni@iss.it Iscritto al n. 7/ del settembre 9. Registro Stampa Tribunale di Roma Istituto Superiore di Sanità Numero chiuso in redazione il novembre Stampato in proprio

3 AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL DICEMBRE A cura di Laura Camoni, Stefano Boros, Vincenza Regine, Maurizio Ferri, Mariano Santaquilani, Lucia Pugliese e Barbara Suligoi Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, ISS Settore Informatico, Documentazione, Biblioteca ed Attività Editoriali, ISS PREMESSA Il Sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV e il Sistema di sorveglianza dei casi di AIDS costituiscono due basi di dati che vengono permanentemente aggiornate dall afflusso continuo delle segnalazioni inviate al Centro Operativo AIDS (COA) dell Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo consente di avere un quadro sempre attuale della frequenza e della distribuzione dei casi sottolineando l aspetto dinamico di tali sistemi di sorveglianza. L aggiornamento dei dati prevede non soltanto l aggiunta dei nuovi casi diagnosticati nel periodo più recente, ma anche: l aggiunta di casi diagnosticati negli anni precedenti che non sono stati inviati al COA in tempo debito dagli organi locali; la correzione di eventuali doppie segnalazioni dello stesso caso, in accordo con le singole regioni; la correzione di casi che riportano dati incongruenti o il completamento delle schede che riportano dati incompleti in seguito a verifica puntuale con le singole regioni/ospedali/medici segnalatori. Questi fattori spiegano le eventuali variazioni nei dati che si possono verificare all interno di ciascuna delle due basi di dati di sorveglianza a distanza anche di pochi mesi o nel confronto di tali dati con le basi dati regionali. Le variazioni, ad esempio, possono interessare il numero dei casi riportati in un determinato anno rispetto a quanto riportato per lo stesso anno in un fascicolo del Notiziario dell Istituto Superiore di Sanità precedente, oppure il numero di casi in una classe di età o modalità di trasmissione quando vengono corrette o integrate le informazioni mancanti, o ancora il numero di casi residenti in una regione rispetto a quanto la stessa regione può registrare in base alle segnalazioni locali, poiché il COA può aggiungere a ogni regione i casi residenti in quella regione ma segnalati da altre regioni. A conferma di ciò, è stato verificato che i dati del Sistema di sorveglianza dei casi di AIDS possono considerarsi consolidati al 99% solo a distanza di anni dopo l anno di segnalazione. Per quanto riguarda invece la sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, sarà necessario attendere anni di segnalazioni a copertura nazionale per poter effettuare delle stime robuste sul ritardo di notifica e sul consolidamento dei dati. I dati presentati in questo Notiziario possono presentare piccole discrepanze rispetto al Report ECDC Surveillance Report - HIV/AIDS surveillance in Europe per aggiornamenti effettuati successivamente all invio dei dati all European Centre for Diseases Prevention and Control (ECDC). SORVEGLIANZA DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV In seguito alla pubblicazione del Decreto del Ministero della Salute del marzo (Gazzetta Uffi ciale n. 7 del luglio ) (), sono disponibili in Italia i dati nazionali sulla diffusione, non più unicamente dell AIDS, ma anche delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che sono così diventate a notifica obbligatoria. Dopo la pubblicazione di tale DM, molte regioni italiane hanno istituito un sistema di sorveglianza di questa infezione, unendosi ad altre regioni e province che già da vari anni si erano organizzate in modo autonomo e avevano iniziato a raccogliere i dati. Inoltre, per ottenere un immagine più accurata dell epidemia da HIV, alcune regioni hanno deciso di recuperare informazioni relative agli anni precedenti al, anno dell avvio ufficiale Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7

4 del Sistema di sorveglianza. Pertanto, sono disponibili i dati delle seguenti regioni a partire dall anno indicato tra parentesi: Friuli-Venezia Giulia (9), Lazio (9), Veneto (9), Piemonte (999), Liguria (), Emilia- Romagna (), Abruzzo (), Marche (7), Puglia (7), Valle d Aosta (), Campania (), Lombardia (9), Umbria (9), Calabria (9), Sicilia (9), Toscana (9), Molise (), Basilicata (), Sardegna () e Province Autonome di Trento (9) e di Bolzano (9). Nel DM viene affidato al COA/ISS il compito di raccogliere le segnalazioni, gestire e analizzare i dati e assicurare il ritorno delle informazioni al Ministero della Salute. I metodi e gli strumenti per la raccolta dati sono già stati descritti in precedenza (, ). Essenzialmente, al Sistema di sorveglianza vengono notificati i casi in cui viene posta per la prima volta la diagnosi di infezione da HIV, a prescindere dalla presenza di sintomi AIDS-correlati (). I dati vengono raccolti dalle regioni, che a loro volta li inviano al COA. Questo fascicolo presenta i dati nazionali delle nuove diagnosi di infezione da HIV aggiornati al dicembre. Copertura del Sistema di sorveglianza Dal 9 la copertura geografica del Sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è andata aumentando nel tempo, in concomitanza con la progressiva istituzione di Sistemi locali di sorveglianza HIV da parte delle regioni e province. Dal la copertura è aumentata in modo molto rapido perché il DM del prevedeva il recupero dei dati a partire da tale anno al fine di avere una visione più estesa dell epidemia da HIV in Italia (Tabella ). Nel tutte le regioni italiane hanno attivato un Sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, ottenendo una copertura del Sistema di sorveglianza del %. Calcolo dell incidenza Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 Dal l incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV viene calcolata sui residenti, sia al numeratore (numero di persone con nuova diagnosi di infezione da HIV residenti in una certa area) che al denominatore (numero di abitanti residenti nella stessa area). Il numero di abitanti residenti nelle singole regioni è riportato annualmente dall Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e disponibile online (). Per calcolare l incidenza HIV per nazionalità, sono state prese in considerazione le nuove diagnosi di infezione da HIV riportate in persone straniere residenti in Italia al numeratore e il numero degli stranieri residenti in Italia riportato dall ISTAT al denominatore. Distribuzione temporale, geografica e caratteristiche demografiche delle nuove diagnosi di infezione da HIV Nel periodo 9- sono state segnalate.9 nuove diagnosi di infezione da HIV (Tabella ); di queste, il 7,% erano in maschi e il,% in persone di nazionalità straniera. L età mediana alla diagnosi di infezione da HIV, calcolata solo tra gli adulti ( anni) era di anni (range interquartile (IQR): - anni) per i maschi e di anni (IQR: - anni) per le femmine. Dal al sono state segnalate, rispettivamente,.9,.7 e. nuove diagnosi di infezione da HIV. La Tabella riporta il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV per regione di segnalazione e per regione di residenza nel, e. La differenza tra il numero dei casi residenti e quello dei casi segnalati fornisce informazioni utili sulla mobilità degli individui e sull offerta assistenziale di alcune regioni: nel, le regioni che hanno avuto un numero di casi residenti maggiore rispetto ai casi segnalati (Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Marche, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna) hanno esportato casi in termini assistenziali; viceversa, quelle con più casi segnalati rispetto ai casi residenti (Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania) ne hanno importati da altre regioni. Nel, più della metà delle segnalazioni sono pervenute da tre regioni: Lombardia (7,%), Lazio (,%) ed Emilia-Romagna (,%).

5 Età alla diagnosi di HIV Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Dal 9, escludendo le persone di età inferiore ai anni diagnosticate con HIV, si osserva un aumento costante dell età mediana al momento della diagnosi di infezione da HIV, che è passata da anni per i maschi e anni per le femmine nel 9 a, rispettivamente, e anni nel (Figura ). La Tabella mostra la distribuzione delle nuove diagnosi di infezione da HIV per classe di età e genere. Nel la classe di età più rappresentata è stata quella -9 anni (,%). La Figura mostra la distribuzione dei casi delle nuove diagnosi di infezione da HIV in adulti per classi di età decennali nel. La classe di età più rappresentata è quella di - anni (,% dei casi totali), con un incidenza di 7, per. persone residenti. Rapporto maschi/femmine (M/F) La proporzione di femmine è aumentata all inizio degli anni, ma negli ultimi anni sta ridiminuendo: il rapporto M/F è passato da, ( M/7 F) nel 9, a nel (9 M/ F); successivamente, si è osservato un cambiamento di tendenza e il rapporto M/F è aumentato di nuovo fino a, nel (. M/ F). Modalità di trasmissione La modalità di trasmissione viene attribuita secondo un ordine gerarchico, che risponde a criteri definiti a livello internazionale (). Ogni caso è classificato in un solo gruppo. I soggetti che presentano più di una modalità di esposizione vengono classificati nel gruppo con rischio di trasmissione più elevato (in ordine decrescente di rischio: consumatori di sostanze per via iniettiva - Injecting Drug User (IDU), Maschi che fanno Sesso con Maschi (MSM), eterosessuali). Dalla metà degli anni a oggi la distribuzione dei casi per modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento: la proporzione di IDU è diminuita dal 7,% nel 9 al,% nel, mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale. In particolare, i casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono aumentati dall,7% nel 9 al,7% nel e i casi attribuibili a trasmissione tra MSM nello stesso periodo sono aumentati dal,% al 7,9% (Figura ). La modalità altro nel è stata riportata nell,7% delle segnalazioni (7 casi). Per questa modalità di trasmissione la scheda di sorveglianza prevede che venga specificata la modalità precisa. Tuttavia, solamente in casi è stata precisata la modalità di trasmissione, come segue: proveniente da zona endemica in casi, rapporti sessuali tra femmine (femmine che fanno sesso con femmine) in casi; intervento chirurgico in casi, esposizione accidentale in caso. Per i restanti 7 casi non è stata riportata alcuna modalità specifica. Nel la modalità trasmissione verticale ha contribuito per lo,% del totale dei casi segnalati e quella sangue e/o derivati per lo,%. Per l,% delle persone diagnosticate con una nuova diagnosi di infezione da HIV nel non è stato possibile stabilire la modalità di trasmissione (riportato come non determinato nelle figure). La Figura mostra il numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV per modalità di trasmissione dal al, triennio per il quale sono disponibili dati a copertura nazionale. Il numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV in MSM è cresciuto del,7% tra il e il, mentre è diminuito il numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV in maschi eterosessuali del 7%, in femmine eterosessuali del,7% e in IDU del,9%, nello stesso periodo. Incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV L incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV ha visto un picco nel 97, per poi diminuire rapidamente fino al 99 e stabilizzarsi successivamente. Dal 7 l incidenza è stabile (Figura ). Nel l incidenza era pari a, nuovi casi per. residenti; l incidenza più bassa è stata osservata in Calabria e quella più alta in Lombardia (Figura ). Nella maggior parte delle regioni l incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sembra avere un andamento stabile, in altre (Lombardia, Umbria) sembra essere in aumento e in altre (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Calabria) si osserva un andamento in diminuzione (Appendice ).

6 È opportuno considerare che, soprattutto nelle regioni che hanno iniziato da pochi anni a raccogliere i dati sulle nuove diagnosi di infezione da HIV, il numero delle segnalazioni potrebbe subire delle variazioni dovute al recupero di diagnosi di anni precedenti e pertanto una valutazione sull andamento dei casi necessiterà, in queste regioni, ancora di alcuni anni di osservazione. Numero di linfociti CD alla prima diagnosi di infezione da HIV Adeguandoci a quanto richiesto dall ECDC (7), nella scheda di sorveglianza allegata al DM del è stata inserita anche l informazione sul valore dei CD alla diagnosi di infezione da HIV. Dal sono disponibili i dati sul numero dei linfociti CD riportati alla prima diagnosi di infezione da HIV. Nel solamente il Lazio non ha raccolto e inviato i dati relativi al numero di linfociti CD alla prima diagnosi di infezione da HIV. Tuttavia, la completezza di questa variabile è diversa tra le regioni e nel varia dal 7,9% del Veneto al % della Valle d Aosta, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria. In totale, nel per il 79,% dei casi segnalati è stato riportato il numero dei CD alla diagnosi (Tabella ). Nel la proporzione delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV diagnosticate con un numero di linfociti CD inferiore a cell/μl era del 7,%, mentre quella di coloro che avevano un numero di CD inferiore a cell/μl era del,%. Nel la proporzione delle persone con meno di linfociti CD alla diagnosi era,% tra i maschi eterosessuali,,% tra i maschi stranieri,,% tra gli IDU,,% tra le femmine straniere, 9,% tra le femmine italiane, 9,% tra le femmine eterosessuali,,% tra i maschi italiani, 7,% tra gli MSM. In termini assoluti, il numero più elevato di persone con CD < cell/μl alla diagnosi è stato osservato tra i maschi italiani (Figura 7). Late Presenter e non-late Presenter Nel 9, una Consensus Conference europea () ha definito come Late Presenter (LP) le persone che al momento della prima diagnosi di sieropositività hanno un numero di CD < cell/μl o hanno una patologia indicativa di AIDS indipendentemente dal numero di CD, e come Presenter with Advanced HIV Disease (AHD) le persone che si presentano alla prima diagnosi di sieropositività con un numero di CD < cell/μl o con una patologia indicativa di AIDS. Nel gli LP erano il,% (di cui 7,% in AIDS) e gli AHD 9,9%. Nel l età mediana degli LP era anni (IQR -9), ¾ erano maschi e,9% erano stranieri. Tra gli eterosessuali il,% era LP, tra gli IDU il,% e tra gli MSM il,%. Il % degli LP ha effettuato il test HIV perché presentava sintomi HIV-correlati. Nel l età mediana dei non-lp era anni (IQR -),,% erano maschi e il 9,% erano stranieri. Tra gli eterosessuali il,9% era non-lp, tra gli IDU il 9,% e tra gli MSM il,%. Il 7,% dei non-lp ha effettuato il test HIV in seguito a un comportamento a rischio non specificato. Caratteristiche della popolazione straniera con nuova diagnosi d infezione da HIV La proporzione di stranieri tra le nuove diagnosi di infezione da HIV è aumentata dall % nel 99 a un massimo di,9% nel ; nel era del,7% (Figura ), con un numero assoluto di casi inferiore rispetto al (Tabella ). Nel la distribuzione per area geografica di provenienza mostra che il 7,% di stranieri con una nuova diagnosi di infezione da HIV proveniva dall Africa, il,% dai Paesi dell Europea centrale e orientale, il,% dall America meridionale, il,% dall Asia. Nel, il 9,9% dei casi in stranieri era costituito da maschi e la classe di età più rappresentata era - anni per i maschi (7,%) e -9 anni per le femmine (,%). Nel, tra gli stranieri, i rapporti eterosessuali rappresentavano la modalità di trasmissione più frequente: il 9,7% erano maschi eterosessuali e il,% erano femmine eterosessuali. Gli MSM rappresentavano il,% e gli IDU il,% del totale delle nuove diagnosi di infezione da HIV in stranieri (Tabella ). Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7

7 Incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV nella popolazione straniera Nel, l incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era di, nuovi casi per. stranieri residenti rispetto a un incidenza tra italiani residenti di, nuovi casi per. (Tabella ). L incidenza HIV è distribuita diversamente sul territorio italiano tra gli italiani rispetto agli stranieri (Figura 9): nel si osservano incidenze elevate tra gli stranieri nelle regioni del Centro-Sud Italia (Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia), mentre tra gli italiani le incidenze più alte vengono registrate al Centro-Nord (Lombardia: 9, nuovi casi per. italiani residenti). Motivo di effettuazione del test HIV La scheda di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV allegata al DM del prevede anche la raccolta del motivo di esecuzione del test HIV, informazione utile per identificare i contesti che riescono a intercettare in modo efficace le persone a rischio. Questa variabile è l unica in cui è prevista una risposta aperta, in cui il medico compilatore può liberamente riportare il motivo riferito dal paziente. Tuttavia, su suggerimento del COA (), molte regioni hanno adottato una scheda dettagliata, nella quale il motivo del test è specificato in modalità a risposta chiusa. Per le regioni che non hanno accolto questa proposta, le risposte aperte presenti nei database inviati da tali regioni sono state riclassificate secondo le modalità previste dalla scheda dettagliata suggerita dal COA. Nel, il,% dei casi ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati; il,% in seguito a un comportamento a rischio non specificato; il,% ha eseguito il test in occasione di accertamenti per un altra patologia o per un intervento chirurgico; il,7% in seguito a rapporti sessuali non protetti con un partner il cui sierostato HIV non era noto; il,7% durante controlli di routine; il,9% in seguito alla diagnosi di un infezione sessualmente trasmessa; il,9% durante controlli ginecologici in gravidanza/parto/interruzione volontaria di gravidanza; il,7% in seguito a rapporti sessuali non protetti con un partner HIV positivo; il,% dei casi ha eseguito il test durante i controlli routinari in comunità o nei SerT; il,% ha eseguito il test nell ambito dello screening pre-donazione di sangue; il,7% per altri motivi; per il 9,% dei casi il dato era mancante (Figura ). Nuove diagnosi di infezione da HIV in persone di età anni Nel sono state segnalate nuove diagnosi di infezione da HIV in persone minori di anni di età. In particolare, sono state segnalate diagnosi in bambini anni di età dalle seguenti regioni: Toscana, Campania, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento. Tra questi, il,% erano maschi e il,% di nazionalità straniera. L infezione da HIV in età pediatrica deriva quasi esclusivamente dalla trasmissione madre-figlio (trasmissione verticale); altre vie di contagio, ad esempio tramite trasfusioni di sangue e/o derivati, sono oggi rarissime. È opportuno precisare che, per quanto riguarda le diagnosi in bambini di età minore di anni, potrebbero essere state segnalate positività non correttamente accertate. Tali dati potrebbero, pertanto, subire delle modifiche in seguito alle verifiche più accurate che verranno effettuate insieme alle singole regioni. Infezioni recenti Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Il Sistema di sorveglianza HIV è basato sulla notifica delle nuove diagnosi di infezione da HIV e non sulle infezioni recenti, come peraltro si evince dall elevata proporzione di soggetti segnalati in fase avanzata di malattia (Late Presenter). Nelle nuove diagnosi di infezione da HIV possono, infatti, essere incluse sia persone che si sono infettate di recente, sia persone che si sono infettate anni fa. Alcune regioni italiane hanno iniziato a effettuare il test di avidità anticorpale (AI) alle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV (9). Tale test permette di identificare le infezioni acquisite nell ultimo semestre prima della diagnosi (infezione recente): questa informazione permette di giungere a una stima più precisa dell incidenza HIV. Nel il Piemonte, l Umbria e la Provincia Autonoma di Trento hanno effettuato in modo quasi sistematico il test AI: in particolare, il test è stato eseguito sul 7,% delle nuove diagnosi notificate in queste tre regioni e, dei testati per AI, il,% presentava un infezione recente. Le persone con infezione recente, rispetto alle persone con infezione più vecchia, 7

8 Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 erano più giovani (età media, anni vs, anni), erano più frequentemente maschi (9,% vs 7,%) e MSM (9,% vs,%). Questi risultati possono essere influenzati da alcuni fattori, quali l offerta del test HIV nel territorio, le campagne di sensibilizzazione o la percezione del rischio del singolo individuo. Ritardo di notifica Data la recente istituzione della Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV in molte regioni italiane, è utile ribadire quanto già detto in Premessa: i dati presentati in questo numero del Notiziario potrebbero essere incompleti o sottostimati e potrebbero, quindi, subire delle modifiche in futuro, in seguito alle verifiche effettuate dalle singole regioni, al ritardato arrivo di alcune schede presso il Centro di coordinamento regionale, e ai controlli di qualità, congruità e completezza dei dati effettuati dal COA. Al fine di stimare il ritardo di notifica al Sistema, il COA utilizzerà un metodo stabilito dall ECDC, che si potrà applicare nei prossimi anni, dopo avere raccolto almeno anni di dati a copertura nazionale. Limiti dei dati I dati riportati in questo numero del Notiziario, relativamente agli ultimi tre anni, sono da considerarsi provvisori perché soggetti a continui aggiornamenti (ad esempio, rilevazione e cancellazione di casi duplicati, inclusione di nuove informazioni sui casi già inviati, ritardo di notifica, ecc.). Inoltre, per alcune variabili è stata rilevata un elevata proporzione di dati mancanti, in particolare per: data dell ultimo test HIV negativo (,%), stadio clinico (,%) e carica virale (7,%). SORVEGLIANZA DEI CASI DI AIDS In Italia, la raccolta sistematica dei dati sui casi di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) è iniziata nel 9 e, nel giugno 9 è stata formalizzata in un Sistema di sorveglianza nazionale attraverso il quale vengono segnalati i casi di malattia diagnosticati dalle strutture cliniche del Paese. Con il DM n. del novembre 9 l AIDS è divenuta in Italia una malattia infettiva a notifica obbligatoria. Dal 97, il Sistema di sorveglianza è gestito dal COA. In collaborazione con le regioni, il COA provvede alla raccolta e all archiviazione nel Registro Nazionale AIDS (RNAIDS), all analisi periodica dei dati e alla pubblicazione e diffusione di un rapporto annuale. I criteri di diagnosi di AIDS adottati sono stati, fino al 99, quelli della definizione di caso della World Health Organization (WHO)/Centers for Disease Control and Prevention (CDC) del 97 (). A partire dal luglio 99, la definizione di caso adottata in Italia si attiene alle indicazioni del Centro Europeo della WHO. Quest ultima aggiunge altre tre patologie indicative di AIDS: la tubercolosi polmonare, la polmonite ricorrente e il carcinoma invasivo della cervice uterina (). Distribuzione temporale dei casi di AIDS Dal 9, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al dicembre sono stati notificati al COA.9 casi di AIDS. Di questi,.7 (77,%) erano maschi, 7 (,%) in età pediatrica (< anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio, e. (,7%) erano stranieri. L età mediana alla diagnosi di AIDS, calcolata solo tra gli adulti ( anni), era di anni (IQR: -7 anni) per i maschi e di anni (IQR: - anni) per le femmine. Nel sono stati notificati al COA 7 (7,%) casi di AIDS diagnosticati nel, e 9 casi diagnosticati negli anni precedenti. Infatti alcuni casi, pur essendo stati diagnosticati in un determinato anno, vengono notificati negli anni successivi: ad esempio, un caso può essere stato diagnosticato nel ma essere stato notificato nel. La Figura mostra l andamento del numero dei casi di AIDS segnalati all RNAIDS, corretti per ritardo di notifica. Nella stessa Figura è riportato l andamento dell incidenza di AIDS per anno di diagnosi: si evidenzia un incremento dell incidenza dall inizio dell epidemia sino al 99, seguito da una rapida diminuzione dal 99 fino al e da una successiva costante lieve diminuzione dell incidenza fino a oggi.

9 Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Ritardo di notifica La distribuzione temporale dei casi è influenzata dal ritardo di notifica, cioè dal tempo che intercorre dalla data della diagnosi del caso al momento in cui la notifica perviene al COA. Ciò determina una sottostima nel numero di nuovi casi, particolarmente evidente nell ultimo anno di diagnosi. Il numero dei casi viene, pertanto, corretto attraverso il metodo di correzione messo a disposizione dal Centro Europeo di Sorveglianza Epidemiologica (). Dati di mortalità AIDS La segnalazione di decesso per AIDS non è obbligatoria. Per questo motivo, dal il COA, in collaborazione con l ISTAT e con l IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, ha avviato uno studio per aggiornare lo stato in vita di tutte le persone incluse nell RNAIDS. I dati delle persone con AIDS diagnosticate tra il 999 e il sono stati incrociati, attraverso una procedura automatizzata e anonima di record linkage, con quelli registrati nel database della mortalità generale dell ISTAT. Pertanto, i dati sulla mortalità per AIDS sono stati validati fino al, ultimo anno disponibile nel database di mortalità dell ISTAT. I dati di mortalità successivi al verranno aggiornati appena saranno disponibili i dati ISTAT, ma al momento attuale sono sottostimati perché basati unicamente sulle segnalazioni di decesso inviate volontariamente dai medici al COA. La Tabella 7 riporta il numero dei casi di AIDS e dei deceduti per anno di diagnosi, per anno di decesso e il relativo tasso di letalità. In totale,.99 pazienti (,%) risultano deceduti al dicembre. La Tabella 7 riporta anche il numero annuale di nuovi casi corretto per ritardo di notifica e la stima dei casi cumulativi (viventi e deceduti) di AIDS al dicembre (.7 casi). Casi prevalenti di AIDS I casi prevalenti in un determinato anno sono tutti i casi diagnosticati negli anni precedenti, più quelli diagnosticati nello stesso anno e vivi (anche per un solo giorno dell anno considerato). Rappresenta il numero dei casi ancora viventi nell anno considerato. Il numero dei casi prevalenti di AIDS per regione di residenza e anno di diagnosi viene mostrato in Tabella. Il numero dei casi prevalenti riportato per gli anni più recenti (dopo il ) va valutato con cautela, poiché non è stato corretto per i decessi avvenuti in tali anni attraverso il database di mortalità dell ISTAT (vedi sezione Dati di mortalità AIDS ). La distribuzione geografica La Tabella 9 mostra il numero dei casi di AIDS per regione di residenza e anno di diagnosi (dati non corretti per ritardo di notifica). La Figura mostra l incidenza di AIDS per regione di residenza, calcolata in base ai casi notificati nel, e permette il confronto tra aree geografiche a diversa densità di popolazione. Come si osserva, le regioni più colpite sono nell ordine: Liguria, Veneto, Lombardia, Toscana, Sardegna. È evidente la persistenza di un gradiente Nord-Sud nella diffusione della malattia nel nostro Paese, come risulta dall incidenza che è mediamente più bassa nelle regioni meridionali. La Tabella riporta la distribuzione dei casi cumulativi segnalati dall inizio dell epidemia, per provincia di segnalazione e di residenza. Come denominatori sono stati utilizzati i dati ISTAT () relativi ai residenti per provincia. Le province che hanno un numero di casi residenti maggiore dei casi segnalati hanno esportato casi in termini assistenziali; viceversa, quelle con più casi segnalati ne hanno importati. L incidenza (per. abitanti) per provincia è calcolata sul numero di notifiche pervenute al COA negli ultimi mesi. Tassi di incidenza particolarmente elevati, relativi all anno di notifica, si riscontrano a Genova, Pavia, Savona, Olbia-Tempio, Parma e Prato. Dal momento che non è possibile escludere la presenza di fattori logistici (ad esempio, una riorganizzazione a livello locale della modalità di invio delle schede) in grado di determinare fluttuazioni significative dell incidenza nel breve periodo, si raccomanda di interpretare con cautela il valore dell incidenza per provincia. 9

10 Le caratteristiche demografiche: età e genere Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 La Tabella mostra la distribuzione dei casi per classe d età e genere negli anni 99,, e nel totale dei casi notificati dall inizio dell epidemia. Il,% del totale dei casi si concentra nella classe d età -9 anni. In particolare, rispetto al 99, è aumentata in modo rilevante la quota di casi di età anni: per i maschi dal 7,% nel 99 al,% nel, e per le femmine dal 9,% nel 99 al,% nel. L età mediana alla diagnosi dei casi adulti di AIDS mostra un aumento nel tempo, sia tra i maschi che tra le femmine. Infatti, se nel 99 la mediana era di anni per i maschi e di 9 per le femmine, nel le mediane sono salite rispettivamente a e anni (Figura ). Nell ultimo decennio la proporzione di casi di AIDS di sesso femminile tra i casi adulti è rimasta sostanzialmente stabile intorno al -% (dati non mostrati). Modalità di trasmissione Anche per i casi di AIDS, come per le nuove diagnosi di infezione da HIV, le modalità di trasmissione vengono attribuite a ogni singolo caso secondo un ordine gerarchico che risponde ai criteri del Sistema di sorveglianza europeo dell AIDS (). La distribuzione dei casi adulti per modalità di trasmissione e periodo di diagnosi (Tabella ) evidenzia come il,7% del totale dei casi segnalati tra il 9 e il sia attribuibile alle pratiche associate all uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva (IDU e IDU + MSM). La distribuzione nel tempo mostra un aumento della proporzione dei casi attribuibili ai rapporti sessuali (MSM ed eterosessuali), rappresentando la modalità di trasmissione più frequente nell ultimo biennio, con una corrispondente diminuzione dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione. Particolare cautela è necessaria nell interpretare l andamento crescente dei casi appartenenti alla modalità altro/non determinato. In una specifica indagine condotta dal COA () (effettuata mediante l uso di un modello matematico che calcolava la probabilità di appartenere a una modalità di trasmissione in base al genere e all anno di diagnosi) si è osservato che la quasi totalità dei casi con fattore di rischio altro/non determinato è da attribuire a trasmissione sessuale o a uso iniettivo di droghe. La distribuzione dei casi di AIDS attribuibili a rapporti eterosessuali (. casi), ulteriormente suddivisa in base all origine del soggetto o al tipo di partner e al genere, è presentata in Tabella. Sono stati inclusi nel gruppo partner promiscuo i partner di prostituta e le prostitute. Si osserva che in un decennio è diminuita la proporzione degli eterosessuali che hanno un partner IDU (dal,% nel - allo,% nel - per i maschi, e dal 9,% nel - al 9,% nel - per le femmine) mentre aumenta la quota degli eterosessuali con partner promiscuo (dal 9,% nel - al 9,% nel - per i maschi, e dal 7,7% nel - all,% nel - per le femmine). Casi di AIDS pediatrici Fra i.9 casi di AIDS segnalati fino al dicembre, 7 (,%) sono casi pediatrici, cioè pazienti con età inferiore ai anni al momento della diagnosi di AIDS, o con età superiore ai anni, ma che avevano acquisito l infezione per via verticale ( casi,,9% dei casi pediatrici); complessivamente, dall inizio dell epidemia a oggi, sono stati riportati 7 (9,%) casi a trasmissione verticale, 7 (,%) casi attribuibili a sangue e/o derivati e (,%) ad altro/non determinato. Il numero di casi pediatrici si è drasticamente ridotto nell ultimo decennio. Il maggior numero di casi cumulativi si è registrato in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, ricalcando la distribuzione geografica dell epidemia tra gli adulti (dati non mostrati). La cospicua diminuzione dei casi di AIDS pediatrici, osservata a partire dal 997, può considerarsi l effetto combinato dell applicazione delle linee guida relative al trattamento antiretrovirale delle donne in gravidanza per ridurre la trasmissione verticale e della terapia antiretrovirale somministrata ai bambini infetti, che ritarda la comparsa dell AIDS conclamato (, ). Dei 7 casi pediatrici a trasmissione verticale, (9,%) sono figli di madre IDU, mentre (7,%) sono figli di donne che hanno acquisito l infezione per via sessuale (Tabella ).

11 Patologie indicative di AIDS La Tabella riporta la distribuzione delle patologie che fanno porre diagnosi di AIDS in adulti, per anno di diagnosi. I dati relativi alla distribuzione delle patologie indicative di AIDS fanno riferimento ai quadri clinici presenti all esordio della malattia e non a tutte le patologie diagnosticate durante l intero decorso clinico. Se l esordio è caratterizzato da più di una patologia, ne vengono considerate un massimo di sei, diagnosticate entro giorni dalla prima. Per ogni caso può essere indicata più di una patologia indicativa di AIDS; pertanto, il numero di patologie riportate in un anno può essere superiore al numero di casi segnalati nello stesso anno. Rispetto agli anni precedenti al, si osserva negli ultimi anni una riduzione della proporzione di diagnosi di candidosi e di tubercolosi polmonare. Viceversa, è aumentata la quota di diagnosi di sarcoma di Kaposi e di linfomi. Le tre nuove patologie incluse nella definizione di caso del 99 (carcinoma della cervice uterina, polmonite ricorrente, tubercolosi polmonare) hanno contribuito per il,% del totale delle patologie indicative di AIDS segnalate nel biennio -. Trattamenti precedenti alla diagnosi di AIDS Dal gennaio 999 la scheda di notifica AIDS raccoglie anche alcune informazioni sul test HIV, carica virale e trattamento (ultimo test HIV negativo, viremia plasmatica alla diagnosi di AIDS, terapia antiretrovirale effettuata prima della diagnosi di AIDS, profilassi delle infezioni opportunistiche effettuata prima della diagnosi di AIDS). La Figura mostra che il,9% dei casi diagnosticati nel aveva ricevuto un trattamento antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS, mentre nel tale proporzione è stata solo del,7%. Inoltre, nel - solo il,% dei pazienti con modalità di trasmissione sessuale (cioè con contatti eterosessuali o MSM) ha effettuato una terapia antiretrovirale, rispetto a oltre il % dei soggetti che facevano uso iniettivo di droghe (Figura ). Il quadro delle patologie di esordio è differente tra trattati e non trattati. In particolare, si evidenzia tra i trattati una proporzione minore di polmonite da Pneumocystis carinii, infezioni da Cytomegalovirus, sarcoma di Kaposi e toxoplasmosi cerebrale, e una percentuale più elevata di candidosi, Wasting Syndrome, encefalopatia da HIV, linfomi, carcinoma cervicale invasivo e polmoniti ricorrenti (Tabella ). La principale patologia indicativa di AIDS per gli MSM è la polmonite da Pneumocystis carinii, per gli IDU la candidosi esofagea e per gli eterosessuali la polmonite da Pneumocystis carinii (Figura ). La Figura 7 mostra l andamento dal 99 al della patologie indicative di AIDS suddivise in gruppi: tumori (linfomi Burkitt, immunoblastico e cerebrale, sarcoma di Kaposi e carcinoma cervicale invasivo), infezioni batteriche (micobatteriosi disseminata o extrapolmonare, sepsi da salmonella ricorrente, tubercolosi polmonare e infezioni batteriche ricorrenti), infezioni parassitarie (criptosporidiosi intestinale cronica, isosporidiosi intestinale cronica, polmonite da Pneumocystis carinii e toxoplasmosi cerebrale), infezioni virali (malattia sistemica da Cytomegalovirus inclusa retinite, infezione grave da Herpes simplex, leucoencefalopatia multifocale progressiva e polmonite interstiziale linfoide), infezioni fungine (candidosi polmonare ed esofagea, criptococcosi extrapolmonare, coccidioidomicosi disseminata, istoplasmosi disseminata) e altro (encefalopatia da HIV, Wasting Syndrome e polmonite ricorrente). Si osserva che le infezioni parassitarie costituiscono il gruppo più frequente in tutto il periodo considerato. Nel tempo si rileva una diminuzione delle infezioni fungine e un aumento delle infezioni virali mentre i tumori, le infezioni batteriche, le infezioni parassitarie e le altre patologie sono rimaste sostanzialmente stabili. Diagnosi tardive di AIDS Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività. In tabella 7 sono riportate le caratteristiche dei pazienti suddivisi secondo il tempo intercorso tra il primo test HIV positivo e la diagnosi di AIDS (informazione che viene raccolta dal 99). Si osserva che la proporzione di pazienti con una diagnosi di sieropositività vicina (meno di mesi) alla diagnosi di AIDS è aumentata dal 99 al, ed è più elevata tra coloro che hanno come modalità di trasmissione i rapporti sessuali, e tra gli stranieri; questi dati indicano che molti soggetti arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività.

12 Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 PUNTI CHIAVE La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che riporta i dati relativi alle persone che risultano positive per la prima volta al test HIV, è stata attivata in tutte le regioni italiane. I dati riportati da questo Sistema di sorveglianza indicano che nel sono state segnalate. nuove diagnosi di infezione da HIV, di cui il 79,% sono maschi. Nel, sono stati diagnosticati, nuovi casi di HIV positività ogni. residenti, senza variazioni significative rispetto agli anni precedenti. Le regioni con l incidenza più alta sono state Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Lazio. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel hanno un età mediana di anni per i maschi e di anni per le femmine. Nel, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali,7%; MSM,%). Nel, il % delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. L incidenza dell infezione da HIV è distribuita diversamente sul territorio italiano tra gli italiani rispetto agli stranieri. Nel, l incidenza per. è di, nuovi casi tra italiani residenti e di, nuovi casi tra stranieri residenti. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Lazio, Campania e Abruzzo. Nel, il 7,% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD inferiore a cell/μl e il,% con un numero inferiore a cell/μl. In Piemonte, Umbria e Provincia Autonoma di Trento l esecuzione del test di avidità anticorpale ha evidenziato che, nel, il,% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha acquisito l infezione nei mesi precedenti il primo test HIV positivo. Nel, poco meno di un quarto delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il,% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il,% in seguito a rapporti sessuali non protetti. La sorveglianza dei casi di AIDS riporta i dati delle persone con una diagnosi di AIDS conclamato. Dall inizio dell epidemia, nel 9, a oggi sono stati segnalati quasi. casi di AIDS, di cui circa. deceduti. Nel, l incidenza di AIDS è stata,7 per. residenti. L incidenza di AIDS e il numero di decessi per anno continuano a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 99). È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presentano un infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti che presenta un infezione virale. Nel, poco più di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività: tra il e il è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività. Nel questa proporzione è stata del 7,9%. Dichiarazione di conflitto di interessi Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni, che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro. I dati sulla sorveglianza dell infezione da HIV e dell AIDS sono disponibili online all indirizzo Domande sull infezione da HIV e sull AIDS possono essere rivolte al Telefono Verde AIDS dell Istituto Superiore di Sanità. Personale specializzato risponde gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle ore. alle ore..

13 Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Riferimenti bibliografici. Italia, Decreto Ministeriale marzo. Istituzione del sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV. Gazzetta Ufficiale n. 7, luglio.. Suligoi B, Boros S, Camoni L, et al. Aggiornamento dei casi di AIDS notificati in Italia e delle nuove diagnosi di infezione da HIV al dicembre. Not Ist Super Sanità ;() Suppl.. Camoni L, D Amato S, Pasqualini C, et al. La sorveglianza dell infezione da HIV: proposta per una scheda di raccolta dati più dettagliata. Not Ist Super Sanità 9;():-.. Camoni L, Suligoi B e il gruppo SORVIH. Lo studio delle nuove diagnosi di HIV in Italia attraverso i sistemi di sorveglianza regionali: caratteristiche operative e valutazione. Ann Ist Super Sanità ;():-.. Istituto Nazionale di Statistica - ISTAT. Popolazione residente ( Centers for Disease Control and Prevention - CDC. Antiretroviral postexposure prophylaxis after sexual, injection-drug use, or other nonoccupational exposure to HIV in the United States. MMWR ;(RR):-. 7. European Centers for Disease and Control Prevention/WHO Regional Office for Europe. HIV/AIDS surveillance in Europe. Stockholm: ECDC;.. Antinori A, Coen T, Costagiola D, et al. Late presentation of HIV infection: a consensus definition. HIV Medicine ;():-. 9. Suligoi B, Massi M, Galli C, et al. Identifying recent HIV infections using the avidity index and an automated enzyme immunoassay. J Acquir Immune Defic Syndr ;():-.. Centers for Disease Control and Prevention - CDC. Revision of the CDC surveillance case definition for acquired immunodeficiency syndrome. MMWR 97;(Suppl. ):-.. Ancelle Park RA. Expanded European AIDS cases definition (letter). Lancet 99;-.. Heisterkamp SH, Jager JC, Ruitenberg EJ, et al. Correcting reported AIDS incidence: a statistical approach. Stat Med 99;:9-7.. Centro Operativo AIDS. Aggiornamento dei casi di AIDS notificati in Italia al settembre 997. Not Ist Super Sanità 99;()Suppl... The Italian Register for Human Immunodeficiency Virus Infection in Children. Determinants of mother-to-infant human immunodeficiency virus transmission before and after the introduction of zidovudine prophylaxis. Arch Pediatr Adolesc Med ;(9):9-.. De Martino M, Tovo PA, Balducci M, et al. Reduction in mortality with availability of antiretroviral therapy for children with perinatal HIV- infection. Italian Register for HIV Infection in Children and the Italian National AIDS Registry. JAMA ;():9-7.

14 Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 Tabella - Numero di nuove diagnosi di infezione da HIV, per regione di segnalazione e percentuale di copertura del Sistema di sorveglianza (9-) Anno inizio < 7 9 Regione raccolta dati Totale Piemonte Valle d Aosta 7 9 Liguria 7 9. Lombardia Provincia Autonoma di Trento 9.. Provincia Autonoma di Bolzano Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana 9 7. Umbria 9 7 Marche Lazio Abruzzo Molise 7 Campania Puglia 7 7 Basilicata 7 Calabria 9 Sicilia Sardegna 7 7 Totale Percentuale di copertura,,, 9, 97, 97, del Sistema di sorveglianza (%)

15 Aggiornamento nuove diagnosi di infezione HIV e dei casi di AIDS Tabella - Numero di nuove diagnosi di infezione da HIV, per regione di segnalazione e per regione di residenza (-) Segnalati Residenti Segnalati Residenti Segnalati % Residenti % Regione sul totale sul totale Piemonte 7,,7 Valle d Aosta 9,, Liguria 9 9,, Lombardia ,., Provincia Autonoma di Trento,, Provincia Autonoma di Bolzano 7,, Veneto 9 7,7 7, Friuli-Venezia Giulia 7 7,, Emilia-Romagna , 9, Toscana 9 7,,7 Umbria 7, 7,9 Marche ,7 9, Lazio 9 9,, Abruzzo 9, 9, Molise 7,, Campania 7 9 9, 7, Puglia 9,, Basilicata 7,, Calabria 7,, Sicilia 7 9 7, 9, Sardegna - - 7,, Residenza estera Residenza non nota Totale , Tabella - Numero di nuove diagnosi di infezione da HIV, per classe di età e genere () Maschi Femmine Non determinato Totale n. % n. % n. n. % -,,, -,,, -9, 9 7, 9, - 7,7 7, 7 7, ,,7, ,,.9, -9 9,,.7 7, -9 7,,, -9,,9, 7 9, 9,, Totale. 79,,.,

16 Not Ist Super Sanità ;(9, Suppl. ):-7 Tabella - Numero di nuove diagnosi di infezione da HIV per numero di linfociti CD alla diagnosi, per regione di segnalazione () Anno Numero di casi Completezza del dato CD (< ) CD (< ) con CD riportati (% sul totale casi) n. % n. % Piemonte 9,,, Valle d Aosta,, 7, Liguria 9, 9,7 7 7, Lombardia 99, 7,7 7, Provincia Autonoma di Trento 7, 7,, Provincia Autonoma di Bolzano 7,,7 9, Veneto 7,9, 9, Friuli-Venezia Giulia 9, 9,, Emilia-Romagna 9 9,7,, Toscana 9,7,, Umbria,,, Marche 9,,, Lazio,,, Abruzzo,,9, Molise,,, Campania 9, 9,, Puglia 7 99,, 7, Basilicata,,7 7, Calabria,,, Sicilia 9,9 9,, Sardegna 9,9,, Totale.7 79,. 7,.7, Tabella - Proporzione delle nuove diagnosi di infezione da HIV per nazionalità e modalità di trasmissione (-) Italiani Stranieri Non determinato Italiani Stranieri Non determinato n. % n. % n. n. % n. % n. Genere Maschi.,,9., 9 9,9 Femmine,,, 97, Totale Modalità di trasmissione Eterosessuale, maschi 99,9 7, 9, 9 9,7 Eterosessuale, femmine, 9, 9, 7, MSM.,,.77,9, Non determinata 9,,,, IDU,, 7,, Altro 7,,,, Trasmissione verticale,,7,, Sangue e/o derivati,,,, Totale.,.,., 99,

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