Gennaio 2006 LO SPECCHIO DEL DIAVOLO. Di Giorgio Ruffolo

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1 Gennaio 2006 LO SPECCHIO DEL DIAVOLO Di Giorgio Ruffolo 1

2 Parte Prima L economia al servizio dell uomo o l uomo al servizio dell economia ECONOMISTA - Partiamo dalla premessa che l economia ci interessi? Il che non è affatto detto. ECONOMISTA - Il Premio Nobel dell economia Paul Samuelson ci ricorda che Sherlock Holmes non aveva alcun interesse alla conoscenza del sistema solare, ritenendo che, essendo il cervello uno spazio limitato, quella conoscenza gli impedisse di acquisire altre nozioni più importanti per un detective, come, ad esempio, le caratteristiche del lobo dell orecchio delle taccheggiatrici. ECONOMISTA - Sherlock Holmes esprimeva così un concetto squisitamente economico: quello della scelta tra alternative limitate. CLIENTE - Noi abbiamo, di solito, meno ragioni di approfondire la conoscenza del lobo delle orecchie che di saperne un po di più di questioni che ci assalgono ogni mattina: CLIENTE - le previsioni sull andamento della produzione, - i tassi, le tasse, la bilancia dei pagamenti, l occupazione, i prezzi. ECONOMISTA - Però non abbiamo affatto l intenzione di svolgere un corso su questi aspetti ostici. 2

3 ECONOMISTA - Solo quella di sorvolare, ad altissima quota, il continente dell economia, da un punto di vista molto ingenuo: a che cosa serve l economia? ECONOMISTA - E in particolare: è l economia che serve agli uomini o gli uomini all economia? ECONOMISTA - Non è un gioco di parole. INSERVIENTE - Nel primo quadro si contempla il modo in cui l uomo usa le risorse del suo ambiente: il rapporto tra economia, tecnologia, ecologia. Nel secondo il modo in cui si svolgono gli scambi, all interno dell economia: in particolare, il mercato e il ruolo della moneta. Nel terzo i rapporti tra l economia e la politica; ECONOMISTA - L economia non insegna a produrre. Quello è il compito della tecnica. ECONOMISTA - L economia insegna a scegliere. Scegliere tra le cose da produrre e tra i metodi della produzione. cose utili. DIRETTORE SUPERMERCATO - Produrre ECONOMISTA - Utili, per l economista, significa solo che sono richieste da qualcuno, per qualunque ragione. DIRETTORE SUPERMERCATO - Qualcuno che è disposto a pagare qualche cosa per averle. ECONOMISTA - Si chiamano beni. 3

4 LAVORATORE -Anche quando, moralmente parlando, sono mali. po cinico. CLIENTE - Perciò l economista è un tipo un ECONOMISTA - Lui direbbe: un realista. ECONOMISTA - Produrre usando risorse.sono risorse solo le cose che si possono usare per produrre cose utili. ECONOMISTA - Quel si possono deve essere inteso, naturalmente, in senso tecnico. Ma anche in senso giuridico, religioso e morale. ECONOMISTA - Una cosa può essere una risorsa in un certo tempo e in un certo paese. E non in altri. CLIENTE - Le mucche, in India, non sono risorse, non le si può usare, sono animali sacri. LAVORATORE - Gli uomini e le donne, nelle società schiaviste, possono essere risorse, da usare a piacere. CLIENTE ELEGANTE - Ci sono cose strane, a prima vista, nel mondo dell economia. COMMESSO ELEGANTE - Per esempio, il noto paradosso del diamante e dell acqua fresca. CLIENTE ELEGANTE - Nessuno può negare che un diamante è meno utile dell acqua. 4

5 COMMESSO ELEGANTE - Però costa molto di più. E ciò dipende dal fatto che è molto più raro: CLIENTE ELEGANTE - chi lo desidera è disposto a pagarlo caro, mentre l acqua, di solito, è ampiamente disponibile. COMMESSO ELEGANTE - Di solito: perché un assetato nel deserto farebbe follie per un bicchiere. CLIENTE - Elementare! ABATE GALIANI - E però ci è voluto un po di tempo, qualche millennio, per spiegare una cosa così evidente. La spiegò, nell Italia del Settecento, l abate Galiani: un topo, disse, è schifissima cosa: ma nell assedio di Tolentino uno ne fu venduto duecento fiorini; e non fu caro, poiché colui che il vendè morìo di fame e l altro scampò. ECONOMISTA - Un altro paradosso è che le società pare si interessino alle teorie economiche solo quando diventano ricche. Per dieci o dodici mila anni la specie umana è stata sull orlo della sopravvivenza. Ma l economia è diventata una scienza solo molto tardi, quando la sopravvivenza era già da molto tempo assicurata. Non si trattava più della povertà, ma della ricchezza delle nazioni. Inoltre (ancora una volta): l economia è la scienza delle scelte. E si sceglie solo quando le scelte non sono obbligate, quando ci sono delle alternative. Quando le scelte sono obbligate, insomma quando non sono scelte, l economista è inutile. Eppure l economia, la scienza delle scelte, è presente anche quando non appare. Anche nelle società primitive. 5

6 E sotto traccia. Vediamo un po che succedeva nel Paleolitico. EDWARD - Tutti, tranne i creazionisti irriducibili, sono ormai d accordo su un punto. Per molto tempo, l Uomo è stato un animale come gli altri. Per molto tempo è stato immerso nel grembo della Natura. CLIENTE - Come un grande giardino dell Eden? EDWARD - Questa è una visione un po romantica e nostalgica. CLIENTE - Cerchiamo di metterla più a fuoco. CLIENTE - Anzitutto, quale Uomo? MOGLIE EDWARD - (s intende, nella sua polarità di maschio e femmina). EDWARD - Non si è ancora riusciti, a determinare il confine tra le specie autenticamente umane e, le prove d orchestra di quelle, tante, che le hanno precedute e accompagnate nell affollatissima strada dell evoluzione. Possiamo affermare con qualche affidamento che i primati antropomorfi (i Pongidi) comparvero circa MOGLIE EDWARD - 25 milioni EDWARD 25 milioni di anni fa. MOGLIE EDWARD - Che dalle loro ramificazioni genetiche si snodarono i veri e propri ominidi, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa. E tra i sei e i cinquecentomila anni fa i neanderthaliani 6

7 DIO - Ciò che più conta, non sappiamo in quale momento (i momenti della preistoria si misurano alla scala dei millenni) si è verificato il decollo dell umanità: quello in cui l Uomo ha smesso di vivere dei frutti della natura e si è presentato alla Natura stessa con la pretesa di un socio, se non ancora di un dominatore. CLIENTE - Quando decisero di scendere dagli alberi, stando in piedi e correndo per la savana? CLIENTE - Quando si accorsero di potere, grazie al pollice opponibile, afferrare un bastone e fabbricare una lancia? CLIENTE - O spaccare una pietra lungo le faglie delle sue schegge? EDWARD - O quando, momento fatidico, sfidarono la marea terrificante del fuoco, impadronendosi del suo segreto? DIO - Non possiamo saperlo. Ma possiamo immaginarlo. LA LETTRICE - Proprio questo ha fatto, con grande ironia, Roy Lewis in quello che è stato definito uno dei libri più divertenti degli ultimi cinquantamila anni (Terry Prachett, in R.L., Il più grande Uomo Scimmia del Pleistocene) EDWARD - facendoci incontrare una famigliola di australopitechi proprio nella Rif Valley, tra i ghiacciai del Kilimangiaro e del Ruwenzori, in pieno Pleistocene, al termine di una glaciazione, quando il ritiro dei ghiacci e il 7

8 riscaldamento del clima stavano trasformando la foresta tropicale in una savana arida costellata da oasi. Il capo famiglia, Edwards, è un tipo progressista, di larghe vedute.ha persuaso donne, figli e nipoti a scendere dagli alberi. E, come se non bastasse, ha scoperto il modo di utilizzare il fuoco senza farsene distruggere. VANIA- Il fratello Giovanni, affettuosamente chiamato dai ragazzi zio Vania è, invece, un irriducibile reazionario. Di tanto in tanto, volteggiando tra i rami, piomba da un albero, in visita a sorpresa, per recriminare. MOGLIE EDWARD - Il primo litigio a cui ricordo di avere assistito racconta uno dei nipoti riguardava l opportunità, in generale, di avere un fuoco nelle notti fredde EDWARD - Litigavano spesso, Edward e zio Vania. Vania stava a destra, Edward a sinistra dell imbocco della caverna. Talvolta si scambiavano il posto. VANIA - Un giorno, dopo una lunga assenza (ero stato in Congo a raccogliere frutta che non cresceva più dalle nostre parti per via della siccità) zio Vania piombò inferocito. Aveva visto lì davanti un bel fuoco scoppiettante. EDWARD - Edwards l aveva portato su un ramo, con grande fatica e pericolo, dalla cima del vulcano Ruwenzori. E con grande cura lo alimentava. VANIA - Stavolta, lo disse zio Vania, l hai fatta proprio grossa. Hai passato il segno. Rubare il fuoco agli dei! Farsi un vulcano privato! E tu ti trastulli con questo spaventoso diavolaccio! 8

9 MOGLIE EDWARD - Intanto Edward continuava ad alimentarlo, il demonio, con dei rametti, pazientemente. Le donne, lì intorno, si spidocchiavano chiacchierando. EDWARD - Vania, vieni a scaldarti VANIA - Ma ti rendi conto, continuava a urlare. Strappare ricchezze alla natura, distruggerle per godertele mentre le tue donne si spidocchiano, invece di lavorare! EDWARD - Ma lo fai anche tu, rubi anche tu le cose alla natura: non usi le selci? VANIA - Certo. Di selci ce ne sono quante se ne vuole. Anche senza andare nel Congo. E poi, entro certi limiti utensili e manufatti non infrangono l ordine naturale. Stanno lì. Prendi il ragno, con la sua rete. Non ti dico neppure da dove se la cava. E gli uccelli fanno certi nidi che tu te li sogni con la robaccia che trovano in giro. E le scimmie, non scagliano noci di cocco che sono cresciute spontaneamente? Devono avertene tirata qualcuna sulla testa? Non sono un reazionario! Questa roba, invece, l hai fabbricata tu! E si vendicherà. È terrificante. Ti dico io che cosa succederà. Un giorno, per qualche ragione, uscirà di controllo, innescherà una reazione a catena, incendierà e distruggerà la foresta. E io, io, dove vado, che mi mangio? EDWARD - Vania, non nego che questa cosa miracolosa bisogna trattarla con cautela. Lo vedi? Ma non sai quante cose ci si possono fare. Riscaldare le notti fredde, tener lontani gli orsi, illuminare, cuocere quelle atroci bistecche fredde cucinate da Evita,. I rischi, ci sono, ma li controlleremo. VANIA - Proprio in quel momento Aahaugh! Vania cacciò un urlo selvaggio. 9

10 EDWARD - Aveva messo un piede nella brace. VANIA - Accidenti a te! Lo controlleremo un accidente! EDWARD - E fuggì barcollando su un piede solo, continuando a urlare: VANIA - avete passato il segno, i limiti del vostro dannato sviluppo. Farete la fine del brontosauro. Io torno sugli alberi. Accidenti a voi! EDWARD E Durante il periodo finale dell età della pietra che si compie una accelerazione preistorica nell evoluzione della specie. Un primo salto qualitativo. L effetto combinato delle innovazioni che il curioso e astuto Edwards aveva introdotto cambiarono radicalmente il modo di porsi dell Uomo rispetto alla Natura. ECONOMISTA - Insomma, non era più un parassita della Natura. Era un Attore. E uno Stratega. Ma Il suo controllo sull ambiente era ancora esile. La maggior parte delle forze e delle energie naturali gli sfuggiva. Sapeva sfruttare. Non sapeva ancora produrre. ADAMO E proprio su questo punto, che si compie il grande distacco tra uomo e natura. Con la scoperta EVA Ma non è pittosto un invenzione? ADAMO Dell agricoltura. Consideriamo il mito della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. DIO - Nel Genesi esso ha un preciso significato: distacco dell uomo dalla natura. La natura è il grembo 10

11 materno dell umanità. Una volta fuori di quello, l uomo non vi potrà più tornare. Dio ha posto all ingresso del Paradiso due angeli con la spada fiammeggiante. Gettato nel mondo non potrà più contare su ciò che la natura gli fornisce gratuitamente. ADAMO - Dovrà procurarsi il cibo con il lavoro. tecnica. EVA - Dovrà manipolare la natura con la DIO - Il Genesi è un grande racconto affascinante. Anzi, due. Perché di Genesi ce ne sono almeno due e molto diverse tra loro. Nella prima Dio, non si dice né dove né quando CLIENTE - (coerentemente, dato che non c era ancora né lo spazio né il tempo, in principio c era il nulla ) DIO - Dio dunque impiegò sei giorni CLIENTE - ( e qui c è una contraddizione, dunque c erano i giorni!) DIO - a creare il cielo e la terra, gli animali e infine l uomo e la donna CLIENTE - (notare, la donna e l uomo, insieme, con pari dignità, a immagine di Dio stesso). DIO - Nel settimo, che definì sabato, si riposò. Punto e basta. ADAMO - Adamo? EVA - Eva? 11

12 DIO - Non se ne parla. La seconda, invece, è ambientata nel giardino dell Eden. Dio crea la terra e poi il cielo e poi, con un pugno di fango, l uomo, poi ancora i vegetali e gli altri animali. CLIENTE - E una versione circostanziata, ma anche nettamente tendenziosa, maschilista. DIO - Perché Adamo, l uomo, da solo si sente triste. E allora Dio lo addormenta (la prima anestesia) e gli leva una costola dalla quale plasma Eva, e gliela regala. La sua donna. CLIENTE - La sola? Una versione ebraica non autorizzata dice di no, ci sarebbe stata una certa Lilith, fatta di terra anche lei, ma molto meno remissiva, non intende riconoscere ad Adamo il privilegio della posizione superiore, e Dio la caccia. Chi sa dove. DIO - Ma Dio non era solo maschilista. Era anche irascibile. Aveva proibito alla coppia di gustare i frutti di due alberi dell Eden (non di uno solo: quello della sapienza e quello della immortalità). EVA - Quando Eva e Adamo, in combutta con il serpente, violarono il primo dei due divieti, li cacciò dall Eden. ADAMO - I maligni affermano: nel timore che mangiassero anche il secondo, rendendosi eguali (non solo simili) a lui. VESCOVO USSHER - Questo, secondo il vescovo irlandese James Ussher, vissuto a cavallo tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo, avvenne il 23 ottobre del 4004 avanti Cristo, di primo mattino. Questa 12

13 datazione di un mondo ancora inesistente fu presa sul serio e riportata in numerose edizioni della Bibbia. EVA - Qui comincia la rivoluzione agricola. ADAMO - In un solo giorno, quel fatidico 23 di ottobre, il Genesi riassume due milioni di anni di preistoria, giungendo immediatamente alle soglie del neolitico, a dodicimila anni fa. EVA - Se non vogliamo dare tutte le responsabilità di quella cacciata a Dio, e vogliamo assumerci le nostre, dobbiamo chiederci: perché abbiamo inventato, o scoperto, l agricoltura? ADAMO - Se Adamo ed Eva avessero ragionato freddamente, da economisti, avrebbero potuto pesare i pro e i contro. Come vedremo infatti, ci furono dei grossi vantaggi. EVA - Ma anche dei grossi inconvenienti. ADAMO - Coltivare la terra comporta un tremendo aumento della fatica. DIO - Non si può dire che Dio non li avesse avvertiti. Dovrai guadagnarti il pane col sudore della tua fronte, aveva sentenziato il Grande Economista. ECONOMISTA - E qui ci sono almeno tre teorie. C è chi pensa, come Darwin, che, semplicemente, gli uomini si accorsero, razionalmente, che conveniva coltivare i semi perché se ne ricavava più cibo 13

14 ADAMO - (ma il costo?). ECONOMISTA - C è chi è convinto, come Gordon Childe, che un cambiamento di clima scombinò l ambiente rendendo caccia e raccolta più difficili stati tanti!). EVA - (ma di cambiamenti climatici ce n erano ECONOMISTA - E c è chi, probabilmente con più ragione, pensa che, a un certo punto, si sia verificata una rottura demografica che alterò l equilibrio tra territorio e popolazione raggiunto all epoca della caccia-raccolta. Si calcola che le tecniche di caccia e raccolta consentissero la sostenibilità di una popolazione mondiale di non più di 4 milioni di persone, qual era quella di anni fa. EVA - Quell equilibrio era garantito da un controllo delle nascite brutale: l infanticidio, che assicurava a una popolazione nomade di non addossare a una donna il peso di più di un figlio alla volta. Forse a causa di interruzioni del nomadismo più lunghe, in qualche tempo e in qualche luogo, quel controllo venne meno. ADAMO - Fatto sta che l aumento della popolazione provocò un aumento della pressione sulle risorse. E ciò indusse gli uomini ad adottare tecniche più faticose, come la coltivazione, EVA - ma molto più produttive. ECONOMISTA - Dove ebbe inizio tutto ciò? Forse in cinque, forse in tre punti del globo: Cina, Mesoamerica, Mesopotamia. 14

15 ADAMO - Mesopotamia significa tra i due fiumi, l Eufrate e il Tigri, appunto. EVA - Non si può proprio dire che fosse un Eden (sebbene proprio qui le Scritture abbiano collocato il paradiso terrestre). Un paesaggio malinconico di inverno, torrido d estate : acqua, paludi, fango durante le inondazioni rovinose, siccità e deserto ai bordi. ADAMO - Ma era straordinariamente fertile, purchè le paludi fossero drenate, e le acque canalizzate. E questa fu l enorme fatica collettiva, organizzata, delle popolazioni locali. EVA. Ci sono stagni e boscaglie. E tra quelle si aprono radure di bassa vegetazione, fitta di rovi: ma anche di piante verdi che ingialliscono in primavera. Cereali selvatici: grano e orzo, con spighe dai chicchi più o meno grossi. Le donne hanno imparato a distinguerli. Quelli più grossi li pestano in mole di pietra, per farne focacce. Hanno anche osservato che al posto dei semi caduti a terra germogliano, col tempo, nuove spighe. Era naturale, era ovvio che, col tempo - qualche milione di anni - venisse in mente a qualcuna di coltivare quei semi, inserendoli nei solchi del terreno rimosso con un bastone. L agricoltura deve essere incominciata così, alla buona, con la domesticazione di piante selvatiche. ADAMO - Gli uomini, di mattina presto, o talvolta durante la notte, escono in fila per raggiungere le postazioni della caccia. Per milioni di anni: con le loro lance, con le loro fionde. Con le loro fiaccole. E naturale che, talvolta, col tempo, sia capitato a qualcuno di catturare qualche giovane animale non fuggito in tempo: un cucciolo, un capretto, un agnello; e di portarlo al villaggio, 15

16 risparmiandolo, per giocarci coi bambini. Forse è nato così, alla buona, l allevamento. EVA - Allevamento e coltivazione, così, alla buona, accendono il razzo della rivoluzione agricola. ECONOMISTA - E la rivoluzione agricola è la forza propulsiva di quella che è stata chiamata la prima grande transizione, o anche, la prima ondata dello sviluppo dell economia. ADAMO - Un elemento centrale era la differenziazione sociale. Anzitutto, la differenziazione sessuale. La caccia ai maschi, la raccolta alle femmine. EVA - Non in tutte le specie, com è noto, si è affermata la prevalenza del maschio. ADAMO - Nelle società umane primitive, come abbiamo visto, quella prevalenza si era già nettamente profilata. EVA - Ma la differenziazione delle funzioni assegnava alle donne compiti economici fondamentali, non collegati con la forza fisica. Furono soprattutto le donne a scoprire le possibilità della coltivazione; e in alcune comunità la posizione sociale delle donne era pari a quella degli uomini. La rivoluzione agricola accentuò di molto il divario.e ciò fu dovuto all importanza che nella coltivazione assumeva la forza fisica. ADAMO - Ricordiamolo. Gli uomini sono in media 11,6 centimetri più alti delle donne. 16

17 EVA - Le donne hanno ossa più sottili, maggiori riserve di grasso e pertanto pesano di meno rispetto alla loro altezza (il grasso è più leggero dei muscoli) ADAMO - La forza delle donne equivale dai tre quarti ai due terzi di quella degli uomini. Non stupisce che le performance fisiche siano diverse. Nel tiro con l arco, il record femminile sulla distanza è inferiore a quello maschile del 15%; nel lancio del giavellotto del 20%. Di circa il 10% nella corsa. E quindi, non stupisce che, una volta scesi dagli alberi EVA - (Eva non avrebbe dovuto mai farlo, forse fu questo il suo vero errore) ADAMO - i due sessi si siano differenziati per specializzazioni: i maschi nella caccia ai grandi animali, le femmine nella raccolta dei frutti. EVA - Di per sé, però, queste differenze non comportavano necessariamente una posizione di superiorità maschile: tanto è vero che in molte società primitive si era imposto un regime matriarcale. ADAMO - Nelle società agricole le cose cambiarono. La forza fisica, nella coltivazione, acquistò un importanza decisiva. Un economista neolitico, osservando il primo paio di buoi aggiogato al primo aratro, avrebbe calcolato che un aratro pesa più o meno 20 chili e una coppia di buoi esercita una trazione di circa 85 chili. Se è disposto a lavorare per tutto il giorno, un maschio adulto di statura normale che usa l aratro può guidare il suo pesante attrezzo avanti e dietro nel campo per circa 30 chilometri, mantenendo il solco diritto e una profondità massima uniforme. Una donna non ce la fa. 17

18 EVA - Dopo poche ore l aratro comincia a traballare e a uscire dal terreno e il solco diventa irregolare. ADAMO - L economista neolitico avrebbe sancito che a una più alta produttività del maschio dovesse corrispondere una più elevata remunerazione, la sera, a tavola. EVA - Ma avrebbe anche constatato che le donne erano più efficienti degli uomini in altre attività economiche: come la conservazione e la cottura dei cibi o certe coltivazioni dove l aratro non si usa, come quella del riso (non è un caso che a Ceylon, nell Asia Orientale e nell Indonesia, paesi del riso, le donne abbiano goduto nel passato così dicono gli antropologi di un elevato grado di libertà e di potere). L economista avrebbe quindi consigliato di spostare le donne nelle produzioni nelle quali erano più efficienti, assicurando loro, almeno a tavola, una par condicio. ADAMO - E così avrebbe sanzionato una differenziazione funzionale, non una superiorità sociale. EVA -. L inferiorità sociale della donna rispetto all uomo non dipende da un fatto economico di produttività, ma da un fatto sociale di monopolio. Il monopolio delle armi. ADAMO - Una volta acquisito quello, i maschi non lo hanno mollato più. E quando lo hanno definitivamente istituzionalizzato, lo hanno esercitato con il terrore. LA LETTRICE - Lo racconta bene Harris nel suo libro, La nostra specie 18

19 ECONOMISTA - Abbiamo puntato l obiettivo sulla Mesopotamia. A quei tempi, e da quelle parti, non c erano né i Verdi né la Lega Ambiente. Se ci fossero stati, non avrebbero mancato di rilevare, verso la metà del terzo millennio, come le cose non si mettessero affatto bene per l agricoltura: e per il suo ambiente. ADAMO - Il poderoso sforzo compiuto, nella regolazione e nell irrigazione del grande Delta mesopotamico, aveva certo dato i suoi frutti, in senso letterale. LAVORATORE- Una agricoltura fiorente aveva trasformato la pianura paludosa in un vero e proprio Eden, dall Uomo. DIO - non creato da Dio, ma fatto a mano, EVA - Campi coltivati a perdita d occhio, colori smaglianti, boschi, radure, laghi e canali, frutteti, armenti, buoi aggiogati agli aratri, una densa popolazione di contadini nelle loro vesti di lino. ECONOMISTA - Ma la quantità si muta in qualità solo entro certe misure. Passate quelle, la direzione s inverte. La crescita della produzione di cibo ha provocato la crescita della popolazione. Questa, a sua volta, richiede una produzione in continuo aumento. DIRETTORE SUPERMERCATO - Ed anche una crescita del surplus, che serve ad alimentare i lavoratori non adibiti alla produzione di cibo: ECONOMISTA - Per produrre sempre di più occorre irrigare sempre di più, attraverso nuove potenti opere di canalizzazione. Ora, aggiungere grandi quantità di 19

20 acqua a un terreno povero può consentire all agricoltore di realizzare le colture che preferisce, ma può avere effetti catastrofici a più lungo termine. L acqua in sovrappiù defluisce nella falda freatica e.ne determina l aumento dei livelli fino a quando il suolo si satura. Inoltre, altera il contenuto minerale del terreno: aumenta la quantità di sale che rende impossibile l agricoltura. ECONOMISTA - Di fatto, proprio questo avvenne sia pur gradatamente, a partire dalla metà circa del terzo millennio. ECONOMISTA - Tra il 2400 e il 2100 le rese agricole scesero del 24%. Attorno al 1700 erano scese del 65%. La recessione strisciante ridusse le possibilità di finanziamento del surplus. Quindi, diminuì la potenza della burocrazia e dell esercito. In pochi secoli l Eden era ridiventato una zona paludosa e desertica. Non c è cosa più sorprendente della storia. Tra il settimo e l ottavo secolo dopo Cristo i califfi arabi di Bagdad riuscirono a ristabilire proprio in quella zona l Eden dei Sumeri. Il terreno aveva avuto circa duemila anni per riposarsi (un maggese più simile a un letargo), le falde di ritirarsi nel profondo. Un nuovo sistema di irrigazione permise di ripopolare la zona, fino a un milione e mezzo di persone, e di trasformare il deserto in un giardino. Ma i califfi ripeterono l errore dei loro predecessori. Si saturarono le falde freatiche, si estese la salinizzazione, quella che un poeta sumero aveva chiamato il grande vento bianco. Il quadro più vivido di uno di quei disastri ce lo offre Platone, nel Crizia. Quel che resta oggi del nostro paese, rispetto a quel che c era allora, è simile alle ossa di un corpo malato; tutta la terra soffice e grassa è defluita, ed è rimasto 20

21 solamente lo scheletro nudo della regione C era un gran numero di alberi di alto fusto pascoli a non finire per il bestiame (ma proprio quello era il guaio) l acqua piovana che Zeus mandava ogni anno non andava sprecata, come invece succede oggi che si perde scorrendo sulla nuda terra verso il mare Talvolta la storia si ripete. CLIENTE - Dunque. I disastri ecologici non sono solo cosa nostra, del nostro tempo. ECONOMISTA - Le civiltà antiche sono state, al loro livello tecnologico, ovviamente, altrettanto dissennate e distruttive dell ambiente delle nostre. Il fatto è che esse disponevano di energie molto più deboli e di freni demografici molto più forti. LAVORATORE - Energie molto più deboli. Il lavoro umano, anzitutto: per gran parte, fornito dagli schiavi. DIO- Ci resta da rispondere a una domanda cruciale. Quale è stato il senso di quella che avete chiamato la rivoluzione agricola? ECONOMISTA - La maggior parte degli storici, interrogati da un questionario, risponderebbero forse: la scoperta della tecnologia. Noi saremmo tentati di rispondere: la scoperta della morte. EVA - Quel che Adamo ed Eva hanno perduto, una volta cacciati dal Paradiso terrestre, è stata l occasione di mangiare il frutto del secondo albero proibito dell Eden: quello dell immortalità, ADAMO - o, comunque, la inconsapevolezza della morte, comune a tutte le altre specie. 21

22 EVA - Il senso della perdita dell innocenza insito nella cacciata è questo. ADAMO - Ed è questo che nel distacco dalla natura, con la rivoluzione agricola, è emerso con chiarezza. L Uomo è l unico animale che sa di dover morire. E un caso se proprio nel pieno di quella rivoluzione emerga, insieme all invenzione della scrittura, dell aratro, delle tecniche di coltivazione e di domesticazione, anche l invenzione degli Dei? EVA - Non è questa la risposta profondamente umana all angoscia esistenziale della morte? ECONOMISTA - Senza quella risposta, forse, non ci sarebbe stata Storia DIRETTORE SUPERMERCATO - Cinquemila anni fa la grande rivoluzione agricola poteva dirsi conclusa. Ne era scaturito un modello di società basato sull agricoltura. Nelle sue linee essenziali quel modello è durato fino a trecento anni fa su tutto il pianeta. Verso la fine del diciottesimo secolo della nostra era esso cominciò a sfasciarsi, in Europa, e particolarmente in Inghilterra, economicamente e socialmente, sotto l impeto di una seconda grande ondata : la rivoluzione industriale. CLIENTE- Misurato con il metro della nostra vita media, il periodo compreso tra le due rivoluzioni, quella agricola e quella industriale, ci sembra lunghissimo. Misurato con il metro geologico, è un impercettibile battito di ciglia. 22

23 CLIENTE - La prima ondata è durata all incirca cinque milioni di anni, per poi stabilizzarsi nei cinque successivi. La seconda ondata è cominciata trecento anni fa, e dura tuttora, CLIENTE - non si è affatto stabilizzata in una nuova orbita. CLIENTE - Sembra una spirale lanciata verso dove non si sa. Noi ci viviamo dentro. CLIENTE - Come è stato possibile, per la specie umana, strapparsi definitivamente dal grembo della Natura, per innescare un processo di crescita economica permanente? LAVORATORE Il salto si compie con la mercificazione del lavoro. L operaio non vende il suo prodotto, dal quale viene separato. LAVORATORE - Vende la sua forza di lavoro che viene utilizzata secondo precise prescrizioni e per un tempo determinato dal padrone, LAVORATORE - e remunerata secondo la legge della domanda e dell offerta, come ogni altra merce. LAVORATORE - E nato il proletariato. DIRETTORE SUPERMERCATO - E nata l industria moderna. Questa massa di lavoratori, concentrata e diretta razionalmente con la finalità di produrre in vista del profitto, genera di per sé stessa un energia incomparabilmente più efficace dei processi lavorativi tradizionali. 23

24 LAVORATORE - Ecco la formula della rivoluzione industriale: mercato e produzione di massa; operai concentrati e diretti da un autorità militaresca; materie tradotte in energia da convertitori meccanici. LAVORATORE - La mercificazione della terra e del lavoro: questo è il segreto del capitalismo maturo. LAVORATORE - Questa mutazione è veramente un passaggio epocale nel rapporto tra la specie umana e la Natura. LAVORATORE - E il passaggio dall epoca delle energie rinnovabili, nella quale l uomo agisce sempre nell ambito dei cicli naturali, a quella delle energie non rinnovabili LAVORATORE - che costituiscono un patrimonio di cui si appropria e che usa a suo piacimento. DIRETTORE SUPERMERCATO - L Uomo fruga nella storia intima della Vita naturale. LAVORATORE - I giacimenti cui mette mano sono miriadi di esistenze remote: le foreste che hanno ricoperto la terra primigenia, fossilizzate in miniere di carbone; LAVORATORE - lo sterminato brulicare del plancton, dissolto negli accumuli di petrolio e di gas. LAVORATORE- Il cerchio entro il quale si svolgeva la sua vicenda è spezzato. Quella vicenda, ormai, si stacca da un orbita, per filare lungo una deriva di direzione ignota. Tutto ciò che si conosce, di questa nuova 24

25 storia, non è il suo senso, ma la sua dinamica: che si sostiene a una sola condizione: di crescere, continuamente. LAVORATORE - La legge implicita dell economia capitalistica è una corsa senza traguardo, sostenuta dalla sua stessa propulsione. ROEGEN - La sua irrazionalità, propriamente economica, è che essa si fonda, non sull uso degli interessi, ma sul consumo del capitale. ROEGEN - Nel febbraio del 1948 un giovane professore romeno e sua moglie stavano nascosti tra le casse per agrumi di una nave da carico turca partita da Costanza e diretta a Istambul: per tre giorni e tre notti, in uno spazio più piccolo di una normale scrivania. Si trattava del professor Nicolas Georgescu Rogen, matematico e statistico, in fuga dal suo paese e dalla spietata dittatura comunista di Anna Pauker e della sua banda di delinquenti. MOGLIE ROEGEN- A poco più di quarant anni di età, il professor Rogen aveva sulle spalle quattro dittature: due romene, una nazista e una comunista. ROEGEN - Di famiglia modestissima, aveva passato un infanzia dura e una giovinezza di studi severi. Sempre brillantissimo, si era pagato la scuola, dalle elementari all Università, con i premi conquistati. Diplomato col massimo dei voti, foarte bine si dice in romeno, aveva ottenuto una borsa di studio, prima a Parigi alla Sorbona, poi a Londra, alla London School, per tornare a Bucarest nel 1932, all Università: questa volta in cattedra, di Statistica. Invitato negli Stati Uniti, vi aveva passato due anni, durante i quali, sotto l influenza del grande Schumpeter, era diventato, senza volerlo, un brillante economista. Tornato in patria nel 1937, ci ho passato, 25

26 dodici anni di ibernazione intellettuale. Non certo di ozio, però. Ne ho viste e passate, di avventure. La Romania era in una disgraziata posizione all incrocio delle zone di influenza di due imperi, quello nazista e quello comunista. Era caduta, prima sotto il dominio di Hitler, che l aveva smembrata a vantaggio dell alleata Ungheria, e costretta a partecipare all aggressione contro l Unione Sovietica; poi, distrutte le armate naziste, sotto quello di Stalin e dei suoi lacchè. Diviso tra l insegnamento e il servizio pubblico, ho ricoperto incarichi importanti e assunto rischi politici, per lealtà verso il mio paese, come esperto nelle trattative economiche e commerciali, con i tedeschi prima e con i russi poi. Alla vigilia del mio arresto, svegliato nel cuore della notte da una voce sconosciuta ( vada via da casa, subito, non aspetti ) sono riuscito a organizzare la mia rocambolesca fuga. In Turchia, senza un soldo, ho ricevuto da un provvidenziale amico un prestito senza scadenza e senza interessi, che mi ha permesso di raggiungere per nave l Italia. Napoli, dove ero sbarcato, era praticamente distrutta dai bombardamenti. Nel porto distrutto non vi erano luci e neppure taxi, ma vi erano parecchi giovani napoletani disponibili a trasportare i nostri bagagli su carretti a due ruote. Durante il percorso Rogen si chiese se il suo amico napoletano non sarebbe fuggito nell oscurità con tutti i suoi averi. Non lo fece; e nessun altro italiano mi ha mai truffato o derubato di alcunché durante i miei lunghi soggiorni in questo paese. Anzi, molto piacevolmente, il mio buon amico continuò a cantare canzoni popolari lungo tutto il tragitto. In Italia feci anche incontri più seri, con statistici di fama mondiale, come Corrado Gini, uscendone anche da lì indenne. E finalmente, ottenuti i visti necessari, raggiunsi ancora e per tutto il resto della mia vita il paese della luna, gli Stati Uniti d America. 26

27 Qui, a Harvard e poi a Nashville in Tennessee, diventai il lo dice il premio Nobel Paul Samuelson - il Principe degli economisti. Uno strano Principe, però, senza Corte. Perché, dopo aver pubblicato contributi originali, e accademicamente ineccepibili, come uno divenuto famoso, sulla teoria del comportamento del consumatore, osai affrontare le fondamenta epistemologiche dell economia politica. Questo mi costò certamente il meritatissimo Nobel; e una circospetta cortina di silenzio attorno alla mia opera. Si trattava, infatti, di un impresa eretica. Cerchiamo di rappresentarla in poche parole. Georgescu Rogen parte da un paradosso: proprio mentre il dogma meccanicistico perdeva la sua supremazia, i fondatori della scuola economica neoclassica, divenuta l ortodossia dell economia politica, l hanno preso a base del loro modello : una meccanica dell utilità e dell interesse privato. Quel modello è un cerchio chiuso, uno schema circolare che corre tra produzione e consumo. Di quel che c è prima della produzione (le risorse primarie della biosfera) e di ciò che c è dopo il consumo (le utilità e le disutilità che se ne traggono)quel modello non si interessa. Ciò equivale a considerare inesauribili le risorse naturali e le utilità che ne derivano. L inesauribilità delle risorse si basa sul teorema della loro infinita sostituibilità. Detto in soldoni: quando si esaurisce il legno, si sostituisce con gli idrocarburi; quando si esauriscono quelli (carbone e petrolio) si sostituiscono con l energia nucleare. Eccetera. E questione di tecniche da inventare; e di prezzi da pagare. Rogen denuncia l assurdità di questo teorema. La tecnologia può sostituire una risorsa con un altra, Non può creare nuove risorse: l ammontare totale delle risorse (energia e materia) è costante. Nulla si crea e nulla si 27

28 distrugge. Questa è la prima legge della termodinamica. Dunque, le risorse sono limitate. Che cos è la produzione? E trasformazione (non creazione) di risorse utili in risorse inutili, di beni in rifiuti. (In termini scientifici rigorosi, e quindi più oscuri, si deve dire, di bassa entropia in alta entropia: o,che è lo stesso, di ordine in disordine) E la seconda legge della termodinamica. Vogliamo dirlo in modo un po più divertente? Georgescu Rogen lo fa con una filastrocca. Il prode Duca di York Aveva dieci mila uomini a Cork Li guidò in cima alla collina E di nuovo fino in fondo in cantina Quando in alto eran in alto eran Quando in basso eran in basso eran Quando eran a mezzo passo Non eran né in alto né in basso. Sempre diecimila erano (prima legge della TD) ma una volta scesi in basso non potevano più risalire (seconda legge della TD). Il Duca di York non poteva farci niente. Il processo economico dal punto di vista termodinamico è la discesa del Duca di York. Quando materia ed energia sono state dissipate nella produzione, non si possono più utilizzare. Allo stesso modo, l acqua della cascata non può risalire. I frantumi della tazza caduta a terra non si ricompongono. La nostra è una clessidra che giunta alla fine non si può ribaltare. Funziona in un senso solo. E la tecnologia non può creare altra polvere. Può solo accelerarne lo scorrimento. Può fare prodigi. Non può fare miracoli. 28

29 Tutto ciò porta a una conclusione. Non è vero che più si produce più si crea benessere. Infatti, da una parte si distruggono risorse. E dall altra si distruggono utilità. E allora, che senso umano ha il nostro PIL (prodotto interno lordo)? E una somma dei beni che si producono. Ma anche dei mali. La buona condotta economica non consiste nell aumentare continuamente il PIL (se si è d accordo con Oscar Morgestern, che lo definiva la più stupida delle misure inventate dagli economisti, bisognerebbe chiamarlo PIRL). La buona condotta economica consiste nel raggiungere una scala di produzione, non massima, ma ottimale. La realizzazione di questa formula è una sfida alla terza rivoluzione economica, dopo quella agricola e quella industriale. Comporta quattro strategie. LAVORATORE _ La prima è la stabilizzazione della popolazione dei paesi poveri. Si dice: prima che raggiunga livelli insostenibili. Ma per un terzo del mondo li ha già raggiunti e superati. Il terzo che muore di fame. Il terzo che muore di strage dei suoi bambini. E inaudito che ci si opponga, al tempo stesso, rimbalzandosi le reciproche responsabilità, al controllo delle nascite, ma è più corretto dire delle morti, per motivi religiosi, e alla redistribuzione del minimo delle risorse vitali tra ricchi e poveri (un centesimo delle risorse dei ricchi consentirebbe di assicurare il minimo vitale dei poveri) per motivi di egoismo economico. Questo dovrebbe essere il primo impegno assoluto di un governo mondiale. CLIENTE - La seconda strategia riguarda il riorientamento energetico. Il ritorno entro il ciclo delle energie rinnovabili, rotto circa duecentocinquanta anni fa. 29

30 Oggi facciamo una cosa incredibile dal punto di vista di una economia ecologica. Pensate che tutto lo stock di risorse della terra equivale a poche settimane, c è chi dice, pochi giorni, di flusso energetico solare. Ora, noi fondiamo la prosperità della nostra civiltà su quelle poche settimane equivalenti di energia solare. Distruggiamo in pochi decenni depositi di energia non rinnovabile che la natura ha impiegato milioni di anni ad accumulare. Il rientro nel ciclo rinnovabile comporta un accelerazione drammatica di nuove tecnologie (il sole come fonte, l idrogeno come vettore) teoricamente disponibili. LAVORATORE - La terza strategia è quella della smaterializzazione dei processi produttivi. Il progresso tecnico, questa volta, va proprio. storicamente, in questo senso. Toynbee ricorda che esso evolve dalla pesantezza alla leggerezza; dal macro al micro. Dalle valvole termoioniche ai chips e ai microchips. Insomma, dall energia all informazione. Qui si tratta di accelerare le innovazioni, anche quando vanno temporaneamente a scapito dei profitti. CLIENTE - La quarta strategia riguarda il riorientamento dal consumismo distruttivo, di risorse, di spazio, di tempo, di intelligenza, alle attività costruttive. CLIENTE - Ci sono due tipi di attività umane che comportano quantità modeste di energia fisica e intense soddisfazioni di livello elevato (che non è possibile e non occorre affatto misurare): quelle solidaristiche e quelle culturali. CLIENTE - Prendiamo una attività che è al tempo stesso solidale e culturale: CLIENTE - un quartetto d archi. 30

31 CLIENTE - Ecco un modello di uso del tempo che comporta spesa minima in termini fisici e arricchimento culturale e psichico. Certo, meglio della corsa dei cani appresso a una lepre finta, spettacolo che potrebbe essere preso a modello dei comportamenti competitivi esasperati in onore nelle società capitalistiche avanzate del nostro tempo. ECONOMISTA - E allora, concludiamo. Proiettando il macroscopio nel futuro possiamo immaginare due soluzioni estreme al problema del rapporto economico tra tecnica e natura. La prima è quella del fondamentalismo tecnologico. La descrisse il compianto futurologo Hermann Kahn (quello che calcolava per conto della CIA le perdite umane di una guerra nucleare, in unità di megamorti, un milione di morti): una umanità che non pone limiti alla crescita e alla corsa competitiva. Kahn prevedeva, megamorti a parte, per il 2200 un mondo di 260 miliardi di uomini con un PIL di 500 quadrilioni di dollari. ROEGEN - Era convinto che ce lo possiamo permettere : come se fosse un grande ideale. ECONOMISTA - In questa sua visione era però superato dal professor Cesare Marchetti, un fisico italiano dello IIASA di Vienna, convinto che la Terra può ospitare una produzione di energia pari a circa 1250 volte quella attuale e che sul pianeta possono trovare posto mille miliardi di persone. E ciò, entro il ROEGEN - Certo, se si stesse un po stretti, si potrebbe sempre migrare verso altri pianeti. CLIENTE - L altra visione, alternativa, è quella di una specie pacificata, che rinuncia a turbare l universo, 31

32 per rivolgersi al compimento di sé stessa: proprio come un quartetto d archi. CLIENTE - Certo, il macroscopio, puntato verso il futuro, potrebbe non darci alcuna immagine. CLIENTE - Uno spettro nero. Per la Terra, che ci ospita da pochi milioni di anni, e che ne ha quattro miliardi, non sarebbe poi una gran perdita. moneta Parte seconda. L economia e la ECONOMISTA - S è mai visto, domandava Adam Smith, un cane scambiare un osso con un altro cane? Non sembra: lo scambio è una istituzione specificamente umana, non un fenomeno naturale. ECONOMISTA - Nelle sue forme originarie, lo scambio assume la forma del baratto: di cose, che diventano merci: e cioè, non oggetti di consumo immediato, ma, appunto, strumenti di scambio. E questo per decine di millenni. Poi, gradatamente, una di queste merci diventa l oggetto di scambio universale: la moneta. ECONOMISTA - Ci sono state società primitive senza moneta, in America meridionale, in Australia e in Polinesia (come le cosiddette culture del boomerang e del totem). Sono, in pratica, società prive di mercato. 32

33 Quelle che hanno adottato una merce come moneta hanno fatto, in una prima lunghissima fase, le scelte più svariate Merci ornamentali, come conchiglie, perle, denti di cane; merci ad uso di vestiario, come pelli e stoffe; merci alimentari: sale, cacao, thè,mais, tabacco; E anche grandi animali: tra le società storiche i pastori latini adottarono il bestiame, pecus, da cui pecora e pecunia. ECONOMISTA - Alla fine, però, tutte le società convergono verso un tipo di merce particolarmente indicata per svolgere la funzione di strumento di scambio. Per mille e una ragioni, quella funzione è stata attribuita ai metalli preziosi: in ordine decrescente di prestigio e crescente di uso corrente, il rame, l argento e l oro. RISPARMIATORE - Dapprima in libbre o in verghe. Poi fusi in pezzi tondi, piccoli, standardizzati e con sopra il nome o l effigie del regale fonditore da una parte, e quello di una bestia, per esempio un elefante, dall altra. ECONOMISTA - Insomma, coniata. RISPARMIATORE - Secondo Erodoto, a inventare il conio furono i Lidi con il loro re, Creso, ECONOMISTA - che diede il primo nome all economia politica, crestomazia, RISPARMIATORE - ma non fece una bella fine. 33

34 RISPARMIATORE - Tra i Lidi, sempre secondo Erodoto, la moneta era associata alla prostituzione ECONOMISTA - (sacra, ovviamente), RISPARMIATORE - signore specializzate. cioè al pagamento di RISPARMIATORE - E Policrate di Samo ci informa che, appena inventata, cominciò ad essere contraffatta e alterata. ECONOMISTA - Il che, più di una volta nella storia, indusse gli uomini a rifonderla e a tornare alla moneta pesata: libbre e verghe. ECONOMISTA - Ma pian piano la moneta coniata si impose. Per lungo tempo, il suo prestigio è stato legato all oro, il metallo nobile per antonomasia, una specie di Nume monetario: ECONOMISTA - Quando però il bisogno di moneta, con l espansione del prodotto e degli scambi, si fece pressante, si sentì il bisogno di qualche cosa di più leggero e maneggevole da far circolare e da portare in saccoccia, in rappresentanza dell oro. E con grande scandalo iniziale, si inventò la carta-moneta. ECONOMISTA - E quindi, si può dire che, nel corso della storia, la moneta abbia subito un processo di smaterializzazione democratica. 34

35 Merci grezze, per lo più pesanti, come le pecore romane, e poi metalli preziosi, prima pesati, poi coniati, e infine carta, semplice vile carta. Per finire, nel nostro tempo, con semplici impulsi elettronici. ABATE DI TOURNAI - In fatto di monete, le cose sono molto oscure, diceva Gilles de Muisis, abate di Tournai, nel quattordicesimo secolo. Esse crescono e diminuiscono di valore, e non si sa che cosa fare. Quando si pensa di guadagnare si trova il contrario. ECONOMISTA - Invece, la moneta era sorta per semplificare, non per complicare le cose all ignaro abate. Bastava tenere a mente tre cose- Brevissima lezione di economia monetaria ECONOMISTA - La prima è la relazione tra la quantità di moneta e le merci, i beni scambiati. La moneta è una merce tra le altre. Solo che è scelta convenzionalmente come misura di tutte le altre. Quella misura è il prezzo delle merci: che si stabilisce attraverso gli scambi. E un equilibrio tra quantità della merce-moneta e delle altre merci: un equilibrio che il mercato degli scambi trova da sé, se le contrattazioni sono numerose trasparenti e libere. Quell equilibrio spontaneo può essere turbato da interventi esterni, che modificano la quantità di moneta rispetto a quella delle merci. Se quella aumenta, c è inflazione (molta moneta a caccia di poche merci). Se diminuisce, c è deflazione (il contrario). RISPARMIATORE - Quando c è inflazione i prezzi aumentano e sono favoriti i debitori 35

36 IMPRENDITORE - (esempio, gli imprenditori che hanno contratto debiti per investire, a un valore che sarà ridotto dall aumento dei prezzi). RISPARMIATORE - Quando c è deflazione i prezzi diminuiscono e sono favoriti i risparmiatori, che ricevono a rimborso somme di valore reale più alto. ECONOMISTA- La seconda cosa da tenere a mente è il prezzo della moneta. Come tutte le merci anche la moneta ha un prezzo. Si chiama tasso d interesse. Lo si paga a chi la vende, meglio, la presta a credito, i risparmiatori, di solito attraverso le banche, da parte di chi la prende in prestito, di solito sempre attraverso le banche, gli imprenditori, per investirla e ricavarne un profitto. Anche il prezzo della moneta risulta dalla contrattazione, tra venditori (risparmiatori) e compratori (imprenditori). Se l offerta di moneta eccede la domanda, il suo prezzo scende e sono favoriti gli investitori. Se sale, i risparmiatori. ECONOMISTA - La terza cosa è la regolazione della moneta. Per la sua funzione centrale nell economia, conviene a tutti che un autorità esterna al mercato lo Stato si assuma la responsabilità di regolarne la quantità totale. Anche i liberisti più ortodossi hanno riconosciuto questa esigenza di intervento pubblico. Lo Stato assume, quindi, funzione di regolatore supremo della quantità e del prezzo della moneta. Questa funzione si chiama politica monetaria. Fine della lezione. BANCHIERE - la regolazione della moneta, la politica monetaria, non è però una cosa semplice. Il rapporto tra monetaed economia è stato esposto continuamente a grandi turbolenze. Ed eccoci alle famose 36

37 bolle. La moneta non è solo quella coniata dallo Stato. C è anche la moneta di credito, prodotta dalle banche. IMPRENDITORE - Nella antichità e nell alto medioevo, il credito era rivolto al consumo. Era pura e semplice usura. Nei tempi moderni, si rivolge alla produzione. IMPRENDITORE - Lo sviluppo del capitalismo, come spiega Schumpeter, è dovuto all irrompere sulla scena sociale degli imprenditori-innovatori (tipo antropologico sconosciuto all antichità): BANCHIERE - i quali non potrebbero intraprendere e innovare niente se non vi fossero dei banchieri disposti a finanziarli. ECONOMISTA - Qui si innesta il ruolo rivoluzionario della carta moneta che agevola enormemente la circolazione dei capitali, introducendo nell economia un fattore di sviluppo poderoso: la fiducia. BANCHIERE - Ma anche esplosivo. E infatti all origine delle grandi bolle della speculazione finanziaria. ECONOMISTA - Nel diciottesimo secolo fa la sua comparsa, per la prima volta in Europa, la moneta di carta. RISPARMIATORE - L avevano già inventata, come tante altre cose, i cinesi? ECONOMISTA - Chi lo sa! Fatto sta che, come tante altre cose, non hanno saputo, o voluto, utilizzarla. 37

38 BANCHIERE - Questo nuovo strumento, che rivoluzionerà l economia moderna, entra nell arena come un toro infuriato. Con effetti distruttivi. RISPARMIATORE - Dove? BANCHIERE - In Francia e in Inghilterra. Una tempesta monetaria e finanziaria che investì, a metà del secolo, entrambi i paesi. ECONOMISTA- Le origini di quella tempesta devono essere individuate in una vera e propria fame di denaro, causata soprattutto dalle esigenze crescenti, militari e amministrative, dello Stato, che gravano la finanza pubblica di enormi debiti; IMPRENDITORE- ma anche da quelle di una borghesia emancipata e intraprendente, desiderosa di finanziare le occasioni di traffico offerte dai nuovi mercati. ECONOMISTA - La fame di denaro spiega la fioritura di una nuova specie di avventurieri della finanza, ciascuno con le sue ricette, più o meno miracolose. Fra tutti si distingue lo scozzese John Law (noto tra i francesi, che storpiano sempre i nomi stranieri, come John Lass). Il 700 ECONOMISTA- La qualifica di avventuriero di grande formato, tipica del suo secolo, gli sta benissimo. Ma sarà anche un grande economista. PADRE JOHN LAW- Era figlio di un orefice di Edinburgo 38

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