VALORIZZAZIONE TURISTICO-RICREATIVA DELLA RETE ESCURSIONISTICA DELL ECOMUSEO LA STRADA VERDE DELLE OROBIE

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTA DI AGRARIA VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL AMBIENTE DEL TERRITORIO MONTANO VALORIZZAZIONE TURISTICO-RICREATIVA DELLA RETE ESCURSIONISTICA DELL ECOMUSEO LA STRADA VERDE DELLE OROBIE PROPOSTA DI RECUPERO DEI SENTIERI MINERARI DEL DOSSO MEDEL NEL PARCO GEOMINERARIO DELLA VALLE ALLIONE Relatore: Chiar.mo Prof. TOCCOLINI ALESSANDRO Correlatore: Dott. DONATI CHRISTIAN Elaborato finale di laurea di: BERA IVANO Matricola: ANNO ACCADEMICO 2012/2013

2 2 Dedicato ai miei genitori e a mio fratello

3 INDICE 1. Premessa Il territorio La Valle Allione La morfologia Il clima e l idrografia Precipitazioni Temperatura Idrografia Il sistema viabilistico Analisi socio-economiche e punti di interesse Indagine demografica Attività produttive ed accessibilità Consorzio Forestale e Minerario Valle Allione Strutture ed offerta turistico-ricreativa La ricettività Giardino Botanico Alpino Vivione Castagneto Didattico e Strada della Castagna Mirtilleto sperimentale Ecomuseo Strada Verde delle Orobie Parco Geominerario della Valle Allione Inquadramento storico-culturale Aspetti storici La risorsa acqua Le centrali idroelettriche I complessi minerari del Parco Geominerario della Valle Allione Il paesaggio e l ambiente

4 5.1. I boschi I pascoli e gli alpeggi La fauna delle Alpi Orobie Le greenways La mobilità sostenibile e significato di greenway Un esempio di greenways europee Un esempio di greenway italiana La Strada Verde delle Orobie nella Valle Allione La progettazione e la manutenzione dei sentieri I sentieri in montagna Aspetti tecnici e progettuali L ingegneria naturalistica per la manutenzione dei sentieri La manutenzione, il ripristino e l apertura dei sentieri Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Il ripristino dei sentieri L apertura dei sentieri Il legno e la pietra per gli arredi Esempi di arredi in legno Segnaletica Il prezziario dei lavori forestali in Lombardia Rilievo dei sentieri minerari - Materiali e metodi Cartografia tematica e GIS Ricevitore GPS La scheda di rilievo e la legenda I rilievi in campo Il database e la cartografia La scheda di censimento strutture minerarie Scheda utenti

5 9. Risultati e proposte Schede di rilievo Database dei sentieri Schede censimento delle strutture minerarie Schede utenti Cartografia Gli interventi e i costi di manutenzione Proposte di utilizzo della base dati per la fruizione turistica Il QR code Conclusioni Bibliografia Allegati

6 1 PREMESSA La valorizzazione ambientale e turistico-ricreativa della rete escursionistica dell Ecomuseo La Strada Verde delle Orobie passa anche attraverso la proposta di recupero dei sentieri minerari del Dosso Medel, in Comune di Paisco-Loveno (BS), nel cuore del Parco Geominerario della Valle Allione. Il complesso minerario del Dosso Medel è un interessante area estrattiva dismessa: è posta tra i ed i metri s.l.m. in sinistra idrografica del torrente Allione. La pecceta montana nasconde un articolato sistema minerario dedicato all estrazione della siderite ed in attività fino alla fine del XIX secolo. Sono stati eseguiti solo dei rilievi parziali ad opera di alcuni storici e geologi camuni per la redazione del libro La sorgente dei metalli, stampato nel Grazie a questa pubblicazione, da cui sono stati tratti notevoli spunti, ed alla volontà del Consorzio Forestale e Minerario Valle Allione è stato possibile iniziare le ricerche su una superficie iniziale di circa 50 ettari allo scopo di ritrovare tutte le possibili tracce delle attività estrattive. Miniere, legrane, aree carbonili, piccoli fabbricati, epigrafi su roccia sono gli elementi che sono stati ricercati minuziosamente in bosco. Obiettivo della tesi è formulare una proposta di recupero dei sentieri minerari e degli elementi legati all archeologia industriale, attraverso la realizzazione di una carta dei sentieri da abbinare ad un database: strumento pratico per gestire i principali interventi di riqualificazione attraverso tecniche di ingegneria naturalistica con i relativi costi di realizzazione. Progetto che potrà essere poi inserito in un preciso pacchetto turistico della greenway La Strada Verde delle Orobie allo scopo di essere offerto per un target giovane legato al turismo verde, idea innovativa ed ambiziosa da candidare, come Parco Geominerario, alla Regione Lombardia per l EXPO

7 2 IL TERRITORIO 2.1 LA VALLE ALLIONE Nella parte settentrionale della Provincia di Brescia, lungo il corso di tre fiumi, corrispondono le relative valli: la Valle Camonica, lungo il fiume Oglio, la Val Trompia, lungo il fiume Mella e la Val Sabbia, lungo il fiume Chiese. La Valle Camonica è una delle vallate alpine più estese della Lombardia essendo lunga circa 90 km: inizia dal Passo del Tonale e termina a sud alla Corna Trentapassi che domina il lago d Iseo, presso Pisogne; è racchiusa tra i monti del gruppo dell'adamello-brenta a est e tra quelli delle Prealpi Orobiche a ovest. La Valle Camonica si articola in diverse vallate laterali, tra cui le più rilevanti sono la Val di Corteno, la Valle Allione, la Valle di Saviore, la Val Grigna e la Valle di Scalve, quest ultima appartiene amministrativamente alla Provincia di Bergamo. La Valle Allione interessa diversi Comuni: Berzo Demo, Capo di Ponte, Cerveno, Ono San Pietro, Malonno, Paisco-Loveno e Sellero, in Provincia di Brescia, mentre Schilpario in Provincia di Bergamo. E una vallata alpina dall andamento Est-Ovest, posta nella media Valle Camonica, in destra idrografica del fiume Oglio. È percorsa dall impetuoso torrente Allione, che nasce a quota metri s.l.m. in corrispondenza del Passo del Vivione, e si immette nell Oglio in località Forno Allione a 466 metri s.l.m (Figura 2.1). Solo il Comune di Paisco-Loveno possiede in valle il proprio centro urbano. Diverse sono le frazioni tutte localizzate in sinistra idrografica dell Allione: risalendo la Strada Provinciale 294 del Passo del Vivione si incontra la sede comunale nell abitato di Paisco (860 m s.l.m.) e l agglomerato di Loveno (1.270 m s.l.m.), che fu Comune fino all epoca fascista. A Paisco-Loveno appartengono 7 Valle Allione Figura 2.1 La valle Allione nel territorio della Provincia di Brescia

8 anche i piccoli nuclei urbani di Grumello, Ardinghelli, Perdonico, Case del Bornia e del Lungo, con una superficie complessiva di 35,5 km 2 ed un altitudine che varia da 478 m s.l.m. a m s.l.m. è uno dei Comuni montani più estesi con bassissima densità: solo 5,4 abitanti al km 2. La Valle Allione è circondata da numerose cime, le principali, procedendo in senso orario dal fondo valle, sono: Monte Elto (2.147 m s.l.m.), Cima di Tanerle (2.194 m s.l.m.), Cima Sfandita (2.095 m s.l.m.), Monte Cuel (2.191 m s.l.m.), Monte Giovo (1.964 m s.l.m.), Monte Pertecata (2.263 m s.l.m.), Monte Sellerino (2.507 m s.l.m.), Monte Venerocolo (2.589 m s.l.m.), Monte Sellero (2.733 m s.l.m.), Monte Culvegla (2.614 m s.l.m.), il Monte Gaviera (2.289 m s.l.m.), il Monte Torsoleto (2.706 m s.l.m.), il Monte dei Matti (2.323 m s.l.m.), il Monte Palone del Torsolazzo (2.670 m s.l.m.), la Cima di Mezzo (2.388 m s.l.m.) e il Monte Pilone (2.171 m s.l.m.). 2.2 LA MORFOLOGIA La morfologia della Valle Allione è influenzata sia dalle attività glaciali del Quaternario, sia dall attività erosiva delle acque meteoriche. L antica presenza dei ghiacciai è testimoniata dai circhi glaciali nelle testate della Val Largone e della Val di Scala: questi ghiacciai si congiungevano alla lingua principale proveniente dal Passo del Vivione. L origine glaciale dell area è confermata dalla presenza lungo la Valle del Sellero delle cascate, impostate su gradini morfologici, dai cordoni morenici e dalle rocce levigate. Con il ritiro dei ghiacciai sono venuti a mancare i sostegni laterali ai depositi, favorendo l instaurarsi di fenomeni di scivolamento dei versanti e dei conoidi. Nella parte terminale della Valle Allione, l attività erosiva del torrente Allione sulle rocce e sui depositi ha originato le forme aspre e sinuose del fondovalle con la formazione di forre e marmitte dei giganti. 2.3 IL CLIMA E L IDROGRAFIA Nel Comune di Paisco-Loveno vi era fino al 1972 una stazione meteorologica di Enel, a servizio degli impianti idroelettrici presenti. E stato necessario richiedere i dati climatici all Enel, che possiede un efficiente stazione meteorologica a Edolo, in 8

9 linea d aria distante circa 12 km dal capoluogo comunale. I dati raccolti fanno riferimento quindi al periodo , arco di tempo utile per consentire un analisi delle condizioni meteo sulla media dei valori riscontrati negli ultimi anni, anche se una indagine meteo significativa richiede serie storiche di almeno 30 anni PRECIPITAZIONI A proposito dei regimi pluviometrici, il bacino dell Allione è caratterizzato da una piovosità media annua elevata. Le precipitazioni sono concentrate soprattutto nel periodo estivo-autunnale (figura 2.2). Le precipitazioni medie annuali dedotte dalla Carta Pluviometrica provinciale evidenziano valori che toccano i mm/anno. Precipitazioni molto elevate che testimoniano la transizione dal clima suboceanico a quello continentale, tipico delle vallate alpine più interne. Si riscontra quindi un buon andamento idrico a favore dello sviluppo vegetativo sia per la qualità sia per la distribuzione delle precipitazioni mm gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Figura 2.2 Precipitazioni medie mensili nel periodo (Dati Enel) TEMPERATURA Il clima temperato-freddo è caratterizzato da temperature minime al di sotto dello zero termico solamente da dicembre a febbraio, in quanto, a dispetto dell altitudine 9

10 media, l esposizione favorevole dei versanti (SE e SO) e la lieve azione regolatrice del Lago d Iseo tendono a mitigare marginalmente le temperature (Figura 2.3).!"#$"!"#$"!!"#$" Figura 2.3 Media delle temperature massime, minime e medie mensili nel periodo (dati Enel) IDROGRAFIA Nel torrente Allione confluiscono gli affluenti che hanno modellato i versanti nei secoli, andando a costruire delle suggestive gole e salti di roccia. La Valle Allione è caratterizzata da un sistema di numerose vallate trasversali. Procedendo dal fondo valle, in senso orario, dalla destra idrografica incontriamo le valli e gli omonimi torrenti: Plaberta, Manna, Garzeto, Torta, Cornazzo, Erbigno e Gardena; nel versante opposto troviamo le valli: Lovaia, Pagn, Sparsinica, Molini, Sant Antonio, Scala, Largone e Sellero. L abbondanza dell acqua ha permesso di sfruttare la sua forza cinetica per ricavarne energia: sono state realizzate, a partire dal 1923, le centrali Enel di Forno Allione e di Paisco, che utilizzano l acqua proveniente dalla Valle del Sellero, attraverso una condotta gran parte interrata e due bacini di raccolta posti in mezza costa. Un altra piccola centralina privata è stata costruita sull Allione agli inizi degli anni 90 del secolo scorso. 2.4 IL SISTEMA VIABILISTICO Sono presenti, un poco come in tutte le vallate alpine, diversi sistemi di viabilità: le strade provinciali e comunali; 10

11 le strade silvo-pastorali; le piste forestali; le mulattiere; i sentieri. La Valle Allione, con il suo omonimo Parco geominerario, è caratterizzata nel fondovalle dalla SP 294 del Passo del Vivione, strada asfaltata che fu costruita dal Regio Esercito Italiano nel 1917, andando a sostituire l antica mulattiera, recentemente recuperata, e denominata Strada della Castagna. Sono presenti alcune strade comunali asfaltate, che collegano le frazioni al capoluogo di Paisco: sono immerse nei boschi di latifoglie e di conifere e costeggiano piccole baite alpine, prati e maggenghi. Un fitto sistema di strade silvo-pastorali dal caratteristico fondo a prevalenza naturale, con larghezza variabile da 2 a 3 m e pendenze anche del 15%, serve il versante sinistro orografico della valle; possiede molteplici funzionalità come quella turistico-ricreativa, difesa e presidio del territorio e via di esbosco del legname. Le piste forestali si distinguono per dimensioni inferiori e dal fondo esclusivamente in terra battuta. Sono le vie di penetrazione dalle strade silvo-pastorali nel bosco. L unica funzione è quella di facilitare le attività selvicolturali. Queste ultime due tipologie sono strade chiuse al traffico ordinario: serve infatti idonea autorizzazione per l accesso. La Regione Lombardia ha invitato tutti i Comuni a regolamentare il transito sulle proprie strade silvopastorali (Regolamento VASP, acronimo di viabilità agro-silvo-pastorale ), il cui permesso può essere rilasciato a fronte di un esborso economico (75 euro all anno o 5 euro al giorno), oppure svolgendo due giornate di volontariato per la manutenzione delle stesse. Figura 1.4 Mulattiera militare Per le mulattiere abbiamo due tipologie, quelle militari e quelle agroforestali. Le prime, delle quali sono andate perse quasi tutte le tracce, collegano il fondovalle, con la stazione ferroviaria di Forno Allione, e il crinale delle Alpi Orobiche 11

12 orientali. Infatti, oltre quota metri s.l.m. è presente la quarta linea difensiva della Grande Guerra, che si sviluppa dai Comuni di Malonno e Paisco-Loveno (BS) fino a Colico (LC), nei pressi del Lago di Como. La seconda tipologia, strutturalmente meno funzionale per la qualità del materiale lapideo, per i cambi di pendenza e per i raggi di curvatura dei tornanti, si sviluppa dal fondovalle per raggiungere le principali località agricole, oggi abbandonate. La larghezza è variabile da 1,50 a 1,70 m, con pendenze costanti; tipiche sono le pietre guida laterali che delimitano la carreggiata, normalmente costituita da ciottoli o altre pietre posate a secco (Figura 2.4). I sentieri, con larghezza inferiore a 1,20 metri, pendenze variabili e fondo naturale, si distinguono in percorsi CAI (Club Alpino Italiano) ed altri sentieri forestali. Quelli CAI riportano lungo il percorso i tipici segnavia bianco-rossi e nei bivi i cartelli segnaletici verticali con i tempi di percorrenza. Sono tracciati ascensionali, che conducono dai centri abitati fino agli alpeggi e ai rifugi. I sentieri forestali, invece, sono quasi sempre disposti orizzontalmente nel versante seguendo le linee di livello; non sono provvisti di alcuna segnaletica. Da questa breve analisi della viabilità si evince una complessa rete di collegamenti tra le varie località agricole, centri abitati e punti di interesse storico-culturale ed ambientale, che fanno della Valle Allione un interessante luogo per sviluppare idee legate al turismo verde ed alla mobilità sostenibile. 12

13 3 ANALISI SOCIO-ECONOMICHE E PUNTI DI INTERESSE 3.1 INDAGINE DEMOGRAFICA Dagli anni sessanta ad oggi il Comune di Paisco-Loveno ha subito, a seguito di una serie di concause, un sensibile calo demografico dovuto ad una fisiologica emigrazione verso il fondovalle in cerca di lavoro legato all industria ed al terziario. Al 30 giugno del 2013 nel Comune sono censiti 192 abitanti: di questi circa un 10% abita nei paesi di fondovalle. A titolo esemplificativo, negli anni 50, i residenti erano oltre mille. Oggi la maggior parte degli abitanti vive a Paisco, sede comunale, mentre un esigua quota, risiede ancora nelle piccole frazioni nella porzione più interna della Valle Allione. Durante il periodo estivo, grazie alla presenza sul territorio di numerose seconde case, la popolazione aumenta notevolmente, soprattutto nelle frazioni, raddoppiando i residenti. Come risulta dall ultimo censimento ISTAT, gli abitanti più demograficamente rappresentati sono quelli appartenenti alle classi d età comprese tra i 35 e i 55 anni. Si può notare anche la maggiore longevità femminile nelle classi oltre i 65 anni (Figura 3.1) Età 0-5 <5 6\9 10\14 15\24 25\34 35\44 45\54 55\64 65\74 >75 Maschi Femmine Classi di età Figura 3.1 Popolazione residente divisa per classi di età e sesso (ISTAT 2011) 3.2 ATTIVITA PRODUTTIVE ED ACCESSIBILITA Nel Comune di Paisco- Loveno, a seguito dell emigrazione, il tempo non ha portato via soltanto i suoi abitanti ma anche la vita commerciale che animava le vie del 13

14 paese. Oggi rimangono soltanto tre esercizi commerciali: un negozio di generi alimentari, due bar-trattoria di cui uno stagionale. Esistono poi un artigiano del legno, un azienda agricola con vocazione agrituristica e due coltivatori diretti. Queste poche attività garantiscono comunque un reddito ad alcune famiglie nonché un importante servizio alla popolazione ed ai turisti. Molti giovani ed i capi famiglia si spostano giornalmente in fondovalle per lavoro nei vicini paesi. Risultano disoccupate 12 unità pari al 6,25% del totale dei residenti. Dalla Strada Statale 42 del Tonale, in località Forno Allione, è possibile imboccare la Strada Provinciale 294 del Vivione, importante arteria alpina di collegamento con la Valle di Scalve e la Provincia di Bergamo, che spesso è meta del Giro d Italia. Sempre in località Foro Allione è presente la stazione ferroviaria omonima: la ferrovia Brescia-Iseo-Edolo è stata inaugurata nei primi anni del 900 e risulta essere di importanza strategica per uno sviluppo turistico legato alla mobilità sostenibile in funzione dell EXPO Un sevizio di linea regionale garantisce solo due corse giornaliere da Paisco verso Malonno e Cedegolo, primi paesi nel fondovalle. 3.3 CONSORZIO FORESTALE E MINERARIO VALLE ALLIONE Il Consorzio Forestale nasce nel 1996 come risposta concreta alla gestione del patrimonio silvo-pastorale attraverso azioni concrete come la manutenzione di strade e sentieri, il miglioramento dei boschi ed i tagli selvicolturali, nonché interventi di sistemazione idraulica forestale dei torrenti e dei versanti, la ristrutturazione di fabbricati d alpeggio, la valorizzazione dei prodotti del bosco e l educazione ambientale. Soci del Consorzio sono i Comuni di Capo di Ponte, Cerveno, Malonno, Ono San Pietro, Paisco-Loveno, Sellero e la Comunità Montana di Valle Camonica, per una superficie agro-silvo-pastorale di ha. L ente, considerato il braccio operativo dei Comuni in campo ambientale e forestale, impiega 28 fra operai e tecnici per le diverse esigenze di progettazione, direzione lavori ed esecuzione di interventi finalizzati al presidio, alla difesa e valorizzazione del territorio montano e delle sue risorse: ambientali, forestali, turistico-ricreative e storico-culturali. 14

15 Il Consorzio ha realizzato in questi ultimi il Giardino Botanico Alpino Vivione, il Castagneto didattico, il Mirtilleto sperimentale ed il Parco Geominerio della Valle Allione. 3.4 STRUTTURE ED OFFERTA TURISTICO-RICREATIVA Da alcuni anni, l Amministrazione comunale sta cercando di offrire dei servizi qualificati ad un certo target di turisti amanti del verde e della natura. Nonostante le difficoltà economiche congiunturali del periodo, diverse sono le iniziative che negli ultimi 14 anni hanno consentito di riqualificare dal punto di vista turistico-ricretivo ed ambientale il territorio della Valle Allione LA RICETTIVITA Non esistono alberghi: occorre spostarsi nei vicini paesi di Malonno e Capo di Ponte. Sono presenti però due rifugi alpini: il Torsoleto (2390 m s.l.m.) con circa 50 posti letto ed il Vivione (1.828 m s.l.m.) con 20 posti letto. Grazie allo sforzo economico del piccolo Comune, è presente dalla primavera 2012 anche la Foresteria Giardino (920 m s.l.m.), un piccolo rifugio escursionistico nei pressi dell abitato di Paisco in grado di ospitare 26 persone in 4 comode stanze con bagno. L ascensore garantisce l accesso ai disabili. Energeticamente la struttura è quasi autosufficiente grazie a 3 kw di pannelli solari elettrici ed a una centrale a cippato di bosco per la produzione di acqua calda uso sanitario e per il riscaldamento. Un servizio di affittacamere è svolto dalla Proloco comunale in un ottica di albergo diffuso GIARDINO BOTANICO ALPINO VIVIONE Nato nel 2001, ospita oltre 400 specie vegetali dell arco Alpino. Le essenze arboree, arbustive e floreali sono suddivise in 16 settori tematici che riproducono in piccolo i diversi habitat della montagna. In pochi metri è possibile passare dai prati di fondovalle, attraverso i prati terrazzati coltivati a frutteto e piccoli frutti, al laghetto alpino con la sua torbiera lungo il sentiero del bosco e quello delle genziane. Caratteristici sono i gigli di montagna, alcune piante carnivore, i garofani e naturalmente la stella alpina. Aperto dal primo di aprile a metà ottobre ospita 15

16 annualmente oltre 600 visitatori: essenzialmente scuole, gruppi e famiglie che provengono anche da fuori Provincia di Brescia. Curiosa è una collezione di oltre 60 legni diversi di specie arboree ed arbustive delle Alpi. Laboratori didattici a tema sono offerti dall Associazione Naturalistica Il Rododendro, che dal 2006 gestisce le viste guidate e tutte le attività di educazione ambientale CASTAGNETO DIDATTICO E STRADA DELLA CASTAGNA Grazie al recupero produttivo di 14 ettari di castagneto da frutto abbandonato negli anni 70 del secolo scorso, dal 2008 è fruibile didatticamente una area attrezzata con sentieri, bacheche illustrative tematiche, una casetta in tronchi di legno con il tetto in erba adibita ad infopoint del bosco. Sono oltre 400 i castagni secolari che sono stati potati per la produzione delle castagne. Salendo lungo l antica mulattiera selciata, chiamata la Strada della Castagna, è possibile osservare alcuni maestosi soggetti che possiedono oltre 200 anni. Dalla stazione ferroviaria di Forno Allione, gestita dalla società Trenord, è possibile risalire la valle fino a Paisco senza dover utilizzare l auto. Questa modalità d accesso è molto utilizzata dalle scuole in visita al Giardino Botanico MIRTILLETO SPERIMENTALE Realizzato a Paisco nel 2009, nei pressi del Giardino Botanico, ospita oltre piante di mirtillo americano in vaso su una superficie di circa m 2. Dotato di impianto di fertirrigazione, consente di integrare il reddito di casalinghe ed inoccupati nel periodo estivo oltre che ospitare scuole per lo svolgimento di attività didattiche. E in fase di costruzione un fabbricato rurale al margine del bosco, da adibire a centro visite ed ospitalità rurale per famiglie e piccole comitive. 3.5 ECOMUSEO STRADA VERDE DELLE OROBIE E stato riconosciuto nel 2008 dalla Regione Lombardia come uno dei 18 Ecomusei per la particolare valenza ambientale e storica-culturale, la Strada Verde delle Orobie è un area ricca di tracce dell uomo come miniere, mulini, mulattiere e resti 16

17 dei trinceramenti della Grande Guerra. I pascoli alpini, i boschi e l acqua completano le caratteristiche naturali e paesaggistiche. Si sviluppa per 60 km lungo tutta la Strada Provinciale 294 del Passo Vivione tra le Province di Brescia e Bergamo nel cuore delle Alpi Orobie orientali. La SP 294 essendo una strada militare della Prima Guerra Mondiale le pendenze sono sempre accettabili tanto è vero che è spesso utilizzata da ciclisti e cavalieri che amano solcare soprattutto la Valle Allione per le sue caratteristiche di selvaggia area naturale. 3.6 PARCO GEOMINERARIO DELLA VALLE ALLIONE La Regione Lombardia, seconda Regione italiana dopo la Valle d Aosta, ha approvato con propria L.R. n.28 del 10 dicembre 2009 l istituzione dei parchi geominerari come strumento operativo per il recupero del patrimonio archeologicoindustriale dismesso. Nell ottica della valorizzazione delle risorse ambientali, storiche e culturali sono riconosciuti ai soggetti promotori, abilitati dalla Regione, la possibilità di redigere il programma pluriennale condiviso con gli enti competenti in uno specifico accordo di programma. In questo ambito nasce nel 2008 il Parco Geominerario della Valle Allione, territorio dalle particolari peculiarità geologiche, che ricalca gli ambiti amministrativi del Consorzio Forestale e Minerario, soggetto promotore impegnato nel recupero dei siti e del territorio montano inteso come pertinenza dell attività estrattiva di un recente passato. La Valle Allione possiede un significativo patrimonio minerario dismesso sia come miniere di siderite (carbonato ferroso) e barite (solfato di bario), sia come cave di pietre per le coperture dei tetti (piöde) o per la produzione di calce per l edilizia (calcina) o l agricoltura (calciocianammide). I resti delle attività estrattive, alcune delle quali rimangono purtroppo solo poche tracce, sono distribuite per fasce altimetriche sia in destra che sinistra idrografica. Spesso le coltivazioni minerarie sono situate ai margini della fascia arborea con i pascoli. Le miniere sono organizzate in complessi che prendono il nome dal monte che li sovrasta (Garzeto, Cuel, Campione, Giovo, Sellero, Gaviera, Traversagna, 17

18 Medel). Le principali strutture o pertinenze minerarie sono: i forni di prima fusione, chiamati anche legrane, che avevano lo scopo di cuocere il minerale per scinderlo grossolanamente dalle scorie o inerti di coltivazione; depositi attrezzi; abitazioni; teleferiche con cabine, basamenti e tracciati; mulattiere. Scendendo di quota fino al fondovalle troviamo, oltre alle mulattiere ed alcune miniere, anche le aree carbonili, per la produzione del carbone di legna da impiegare nelle legrane per la cottura del minerale, i forni di seconda fusione, sempre localizzati nei pressi dell acqua ed i depositi dei minerali. Sul torrente Allione esistevano ben tre centri di lavorazione del minerale: Forno Allione, Paisco e Forni di Loveno. La toponomastica spesso corre in aiuto alle ricerche storiche. Attualmente il Consorzio Forestale sta realizzando un censimento di tutte le strutture minerarie da connettere attraverso una rete di sentieri lungo la grennways La Strada Verde delle Orobie. 18

19 4. INQUADRAMENTO STORICO-CULTURALE 4.1. ASPETTI STORICI Le prime testimonianze umane in Valle Camonica risalgono al termine dell ultima glaciazione, la Würmiana, coincidente in parte col Paleolitico superiore: all epoca gruppi semi-nomadi vivevano di caccia e raccolti occasionali, si muovevano nel territorio seguendo gli spostamenti degli animali selvatici. Nel Neolitico, con l arrivo di nuove popolazioni originarie del Vicino Oriente e grazie ad un clima più favorevole si diffuse la civiltà agricola e stanziale basata sull allevamento e sull agricoltura. Con il trascorrere dei secoli vi fu un graduale aumento del tenore di vita, con un conseguente aumento demografico, grazie all avvento di nuove tecnologie come l aratro, la produzione casearia, la tessitura, la ruota e la lavorazione dei metalli. Significativa per i camuni fu quest ultima attività: la valle, possedendo numerose miniere di siderite, aumentò la propria importanza strategica e commerciale. All Età del Ferro risale il massimo sviluppo di incisioni rupestri, in parte influenzate dall alfabeto etrusco, cosa che evidenzia un certa importanza mercantile raggiunta dai camuni. Nel a.c. la campagna di conquista romana portata da Augusto assoggettò i popoli retici e alpini, tra cui i Camuni, ma dopo pochi anni di semi-sudditanza a loro fu concessa la cittadinanza romana ed una certa autonomia. Dall età medievale, la Valle Camonica fu dominata da un susseguirsi di diversi domini: da quello longobardo a quello carolingio. Nel XIV e nei primi decenni del XV secolo la Valle fu contesa e smembrata da lotte tra le fazioni dei ghibellini e dei guelfi, fino al 1428 quando l egida della Serenissima Repubblica di Venezia si impose sul Ducato di Milano. La Valle Allione a sua volta, data l importanza mineraria e la posizione di confine con la Val di Scalve, la Val di Corteno e la Valtellina, fu soggetta a numerosi passaggi di potere tra diverse famiglie dalla Serenissima, all Impero Austro-Ungarico fino al Regno d Italia. Per secoli nella valle l attività estrattiva dei minerali, la fusione in forni e la successiva lavorazione in fucine dei metalli ha caratterizzato l economia valligiana. Nel periodo a cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, l attività mineraria raggiunse il suo picco grazie alla richiesta di materie prime per l industria 19

20 bellica. Al termine dell ultimo conflitto mondiale la domanda di ferro diminuì drasticamente, soprattutto anche a causa dei sempre maggiori costi estrattivi, così l attività mineraria cessò completamente negli anni 60 del secolo scorso. La chiusura definitiva dei complessi minerari di barite dei monti Giovo e Tanerle è stata sancita solo all inizio degli anni 90: l estrazione del solfato di bario, impiegato prevalentemente per le perforazioni petrolifere non era più economica, furono quindi dismesse anche le pertinenze minerarie come fabbricati, strade e teleferiche La chiusura delle miniere ed il boom economico del dopoguerra causarono l inevitabile migrazione della risorsa uomo nel fondovalle o nei grandi centri urbani. Il calo demografico e la disoccupazione sono tutt oggi un importante problema per le vallate alpine. Per rimediare in parte alla necessità di lavoro e con lo scopo di valorizzare e difendere il territorio montano, è stato istituito nel 1996 il Consorzio Forestale e Minerario Valle Allione, che impiega circa 30 dipendenti stagionali. 4.2 LA RISORSA ACQUA La Valle Allione, grazie alla sua conformazione orografica di origine glaciale, presenta abbondanti corsi d acqua che affluiscono nell omonimo torrente. L acqua ha svolto nei secoli uno dei principali motori economici della valle, soprattutto per il funzionamento di molteplici opifici quali mulini, raseghe, frantoi; questi edifici erano spesso di proprietà comune agli abitanti, in quanto garantivano ad ognuno la sussistenza. Sotto la dominazione veneta, allo scopo di garantirsi le tasse sui prodotti lavorati, i governanti eseguirono dei censimenti delle strutture presenti in Valle Camonica. Il primo censimento risale al 1476: negli allora Comuni di Loveno e Paisco fu censito un solo forno da ferro, anche se con molta probabilità vi erano altre costruzioni non rilevate dai registri in quanto furono resi illeggibili da un incendio. La successiva carta del 1573 fu più affidabile: contò 2 mulini, una rasega, un forno da ferro e una fucina a Paisco e un mulino a Loveno. Nel 1609 furono censiti un mulino, una rasega e un forno da ferro a Paisco e un mulino a Loveno. Nel 1652 a Paisco vi erano 2 mulini, una rasega, un forno da ferro e una fucina e a Loveno 20

21 sempre un mulino. Nel 1770 furono censiti un mulino, una rasega, un forno da ferro e 2 torchi da olio, a Loveno un mulino e un forno da ferro. Gli impianti attivi nel 1784 erano un forno e due mulini a Paisco e un forno e un mulino a Loveno. Attualmente esistono solo i ruderi di queste strutture: l ultimo mulino cessò di funzionare agli inizi degli anni 80, mentre il Comune ha ristrutturato la segheria comunale di Paisco solo nel Nel XX secolo si sfruttò in un modo nuovo la risorsa acqua, creando impianti per la produzione di energia idroelettrica LE CENTRALI IDROELETTRICHE Lo sfruttamento delle risorse idriche della Valle Allione per la produzione di energia idroelettrica fu preso in interesse a partire dai primi anni del 900. Dal 1906 infatti partono le prime domande di concessione delle derivazioni idriche: la prima fu della Società Elettrica Industriale di Valle Camonica, l anno successivo fu la SEB, poi ancora nel 1916 fu la società Franchi-Gregorini; quest ultima due anni dopo ebbe la vittoria ottenendo la concessione per la derivazione idroelettrica. Il progetto interessò lo sfruttamento del bacino dell Allione e delle due valli limitrofe della Brandet e Campovecchio: era un opera ambiziosa, che prevedeva il completo sfruttamento delle potenzialità dell area. I lavori non proseguirono oltre la prima fase con la realizzazione della centrale di Forno Allione e la prima vasca di carico di m 3. Una seconda condotta forzata, ma che non sarà ultimata, avrebbe collegato le seconda centrale di Paisco. Finita la Grande Guerra, la Franchi-Gregorini non ebbe più l interesse economico a completare le opere richieste, quindi i diritti e le strutture furono cedute alla Società Idroelettrica dell Allione del gruppo Edison. Furono così vanificate le attese per l autoproduzione di energia elettrica a scapito del settore industriale camuno. Furono quindi ultimati i lavori nel 1924 con la realizzazione del secondo bacino di m 3 sopra Paisco e la condotta forzata di collegamento con le due prese del torrente Sellero e le derivazioni dei torrenti Largone, Scala e Molini. Nel 1932 questa società fu incorporata nella Società Generale Elettrica dell Adamello per poi, l anno successivo a seguito della grande depressione, essere accorpata nella Società Generale Elettrica Cisalpina. Nel 1942 fu accorpata direttamente alla Edison. 21

22 Attualmente l impianto della Valle Allione è di proprietà della società ENEL Green Power S.p.A., che nel 2006 e nel 2012 ha potenziato le condotte forzate ed eseguito lavori di ristrutturazione straordinaria con la sostituzione delle turbine con macchine più efficienti. 4.3 I COMPLESSI MINERARI DEL PARCO GEOMINERARIO DELLA VALLE ALLIONE Orograficamente delimitato dal bacino idrografico della Valle Allione, di cui troviamo i riferimenti geografici al capitolo 2, il Parco Geominerario è formato da 6 importanti complessi: Le miniere di siderite di Carona nel Comune di Sellero; Le miniere di siderite di Garzeto nel Comune di Capo di Ponte; Le miniere di barite di Tanerle nel Comune di Ono San Pietro; Le miniere di barite di Campione-Giovo nel Comune di Cerveno; Le miniere di siderite di Gaviera-Traversagna in Paisco-Loveno; Le miniere di siderite di Medel nel Comune di Paisco-Loveno. Alla fine del XIX secolo esistevano tre grandi centri di seconda lavorazione del minerale ferroso: Forno Allione, posto in fondovalle nel Comune di Berzo Demo; Forni di Paisco, posto sotto l abitato omonimo; Forni di Loveno, posto sotto la frazione Loveno. Altri forni sono citati nei libri storici, anche se sono andate perse ogni traccia, come quello di Gardena, Grumello e Plassa. A servizio delle miniere, sempre poste in quota, vi erano le teleferiche che facilitavano il trasporto del materiale in fondovalle e l approvvigionamento dei rifornimenti. Esistevano tre importanti linee aeree: Teleferica di Garzeto - Sparsinica, lunga circa 1,5 km e composta solamente dalla stazione di partenza e di arrivo; fu distrutta alla fine della Seconda Guerra Mondiale ad opera dei tedeschi in ritirata; 22

23 Teleferica di Gaviera Loveno Paisco - Forno Allione, lunga circa 7 km e composta da 4 stazioni intermedia oltre a quella di partenza ed arrivo; fu abbandonata negli anni 30 del secolo scorso; Teleferica dei Duil Scianica, lunga circa 4 km e composta da due stazioni, quella di partenza e quella d arrivo; fu smantellata alla fine del Le attività legate all utilizzo del sottosuolo riguardano altri settori come le cave a cielo aperto legate alla lavorazione della calce per la produzione della calcina per l edilizia e la calciocianammide come fertilizzante in agricoltura. In questo caso si fa riferimento alle calchere, termine dialettale per identificare i forni di cottura della calce per l edilizia: una sorta di igloo sotterraneo nel quale si produceva calore a fiamma controllata per cuocere lentamente la dolomia. Fino alla fine del 1970 operava a Sellero un grosso centro industriale per la lavorazione della calce con trasformazione del bicarbonato doppio di calcio e magnesio in calciocianammide. Le cave a cielo aperto utilizzavano le concessioni del gruppo montuoso della Concarena nei Comuni di Cerveno, Ono San Pietro e Capo di Ponte. In questo ultimo Comune esistevano i piodari, tipiche cave di piode, lastre di roccia sedimentaria che venivano impiegate per le coperture dei tetti o per i lastricati delle strade. Il Parco Geominerario, caratterizzato da una molteplicità di risorse storiche, archeologiche ed ambientali, è gestito dal Consorzio Forestale e Minerario della Valle Allione. Il Consorzio sta realizzando una mappatura dei siti minerari ed una rete di connessione attrezzata per sviluppare un turismo verde legato allo sviluppo sostenibile del territorio montano. 23

24 5. IL PAESAGGIO E L AMBIENTE 5.1 I BOSCHI Le caratteristiche vegetazionali del territorio della Valle Allione possono essere inquadrate secondo la classificazione operata dal Prof. Susmel, in occasione del Piano Generale di Bonifica dell alto bacino del fiume Oglio eseguito nel 1967, riassunte e schematizzate quindi nella Carta delle Zone Fitoclimatiche determinate secondo i criteri di classificazione del Prof. Pavari. L area in oggetto di studio comprende le diverse fasce vegetazionali, che si susseguono in senso altimetrico dalla zona del fondovalle al piano nivale. piano basale, zona fitoclimatica del Castanetum (sottozona calda in transizione verso quella fredda), dall incrocio della Val Lovaia (610 m.s.l.m.) con la SP 294 fino al limite inferiore dell areale del faggio (900 m.s.l.m.), comprendente tutto il comparto ceduo all altezza della località Orbidolo e Sparsinica, alla sinistra orografica e Cornadei alla destra; zona fitoclimatica del Fagetum, costituita dalla fascia boscata che si sviluppa dai 900 ai m.s.l.m. e che si estende dalla località Orbidolo orizzontalmente fino ai centri abitati di Loveno e di Grumello; fascia fitoclimatica del Picetum: si sviluppa parallela alla precedente, m,a più in quota; prosegue fino al limite della vegetazione arborea ( m.s.l.m.), zona fitoclimatica dell Alpinetum: aree pascolive e i consorzi rupicoli delle quote più elevate; dai monti di Paisco, alla valle del Sellero e dalla malga Garzeto al passo del Vivione. Frequenti sono le formazioni ad alneto (alnus viridis) e Rhodoro-vaccinieto cresciute su suoli ex-pascolivi, oggi in via di lenta e graduale ricostituzione a bosco rado di alta quota, riconducibile ad un lariceto subalpino. Lo studio dell ordinamento vegetazionale fornisce non solo una classificazione fitosociologia dei diversi tipi di consorzi forestali presenti, ma offre anche preziose indicazioni di carattere tecnico e colturale. Per ogni formazione sono presenti delle caratteristiche vegetazionali ed evolutive che tengono in considerazione l origine, lo stato attuale ed il possibile sviluppo della componente arborea. Le superfici forestali sono tutte pianificate dai rispettivi Piani di Assestamento Forestale delle proprietà 24

25 silvo-pastorali dei Comuni di Capo di Ponte, Cerveno, Malonno, Ono San Pietro, Paisco-Loveno e Sellero. 5.2 I PASCOLI E GLI ALPEGGI Il patrimonio pastorale della Valle Allione è molto importante per l economia dei piccoli Comuni montani: apprezzati sono gli alpeggi, recentemente messi a norma dal punto di vista igienico-sanitario, sia per le disponibilità foraggere sia per l abbondanza di acqua e la presenza di una sufficiente viabilità interna. I principali alpeggi sono così denominati e caratterizzati:. Comune di Paisco-Loveno: Val di Scala ( m.s.l.m.): sono i pascoli della vallata omonima ed il comparto di Camposecco (altro importante centro minerario dismesso). Costituiscono il comparto pascolivo con maggiori potenzialità occupando ben 195,86 ettari. Nell ultimo quindicennio è avvenuto un importante incremento del carico zootecnico soprattutto bovino. Sono tre le stazioni d alpe: Malga Val di Scala Inferiore (1.742 m.s.l.m.), Malga Val di Scala Superiore (2.002 m.s.l.m.) e Malga Camposecco (1.896). Sono tutte strutture ristrutturate recentemente ed in grado di ospitare piccole comitive per le ascensioni al Rifugio Torsoleto (2.390 m.s.l.m.). Pian dell Uomo: si estende sui pascoli dell omonima località per una superficie complessiva di 18,28 ha. Nonostante la mancanza di un centro d alpe è presente un piccolo bivacco. Manca una fonte idrica. Il pascolo è magro e sporadicamente monticato. Alpe posta ai piedi del complesso minerario Gaviera-Traversagna. Monti di Paisco: pascoli che occupano il versante che sovrasta l abitato di Paisco; la superficie è di 84,11 ha ed è regolarmente monticata però con un ridotto carico animale a prevalenza di bovini e caprini. Comune di Capo di Ponte: Malga Gardena ( m.s.l.m.): costituita dai comparti pascolivi di Gardena e Gardenina, attualmente poco utilizzata con le superfici pascolive che manifestano una progressiva ricolonizzazione delle specie forestali. Sono presenti due ruderi una volta adibiti a stalla e abitazione. La superficie 25

26 pascoliva totale è di 7.22 ha. E presente un importante sentiero che collega il fondovalle con la conca dei Campelli. Insieme di piccoli appezzamenti pascolivi sparsi della zona di Plaberta- Campelli-Cornasetto ( m.s.l.m.): sono diverse superfici anticamente monticate, per un totale di 3,60 ha, ed oggi in completo abbandono. Comune di Cerveno: Erbigno ( m.s.l.m.): alpe sprovvista di fabbricati e ricoveri per il bestiame, il pascolo è contenuto a 32,40 ha con una forte ricolonizzazione da parte delle specie forestali. Un importante sentiero connette il fondovalle con lo spartiacque della cresta calcarea del Monte Erbigno. Comune di Malonno: Campolungo ( m.s.l.m.): l alpe è costituita da due fabbricati, recentemente ristrutturati, ed adibiti sia per l attività casearia sia per quella ricettiva. La ridotta superficie, solo 7,55 ha e non molto produttiva, non distoglie dall importanza che possiede ai fini turistici in quanto stazione di passaggio per l importante complesso minerario di Gaviera e Traversagna. Comune di Ono San Pietro Sellero ( m.s.l.m.): pascoli molto produttivi nella vallata omonima. E il comparto pascolivo dalle maggiori potenzialità assieme all alpe Val di Scala, ed occupa 190,04 ettari. Nell ultimo ventennio è caricata regolarmente con un importante carico zootecnico soprattutto ovino. Interessanti sono i resti di insediamenti preistorici di pastori, sono state ritrovate anche piccole steli segnavia. Caratteristiche sono la presenza di laghetti alpini. Il lago di Valbona, posto a quota m.s.l.m., ospita nel suo basso fondale un larice di circa 50 di diametro. Alcune miniere di ferro sono presenti ai piedi delle cime al confine con i monti Largone e Gaviera. Comune di Sellero: Malga Tambione (1.350 m.s.l.m.): costituita da un ridotto pascolo pianeggiante del Dosso di Tambione; si estende su csoli 7,10 ha. Il 26

27 fabbricato, ristrutturato nel 2009, è una struttura ricettiva per comitive e gruppi. Malga Piana di Paghera (1.430 m.sl.m.): ancora più piccolo del pascolo precedente, occupa 5,20 ha ed il fabbricato d alpe è stato ristrutturato nel 2006 ed adeguato alle normative igieniche sanitarie. Il progressivo declino dell attività pascoliva, poco remunerativa, ha contribuito alla forte ricolonizzazione delle specie del Rhodoro-vaccineto con il conseguente abbandono delle stazioni più scomode. Attualmente è in programma lo sviluppo di un progetto Life Natura per mantenere gli spazi aperti alpini, indispensabili per la biodiversità e per la conservazione dell habitat ideale soprattutto per l avifauna e per gli ungulati. 5.3 LA FAUNA DELLE ALPI OROBIE Le Alpi Orobie godono di una ricchezza faunistica straordinaria, grazie all integrità e alla varietà ambientale dei suoi habitat. Di seguito si riportano per macroclassi i principali animali alpini Mammiferi: nel fondovalle e nei boschi di latifoglie e conifere vivono alcuni tra i più noti rappresentanti della famiglia dei Mustelidi: il tasso (Meles meles), elusivo carnivoro dalle abitudini notturne, che predilige ambienti boscosi, soleggiati e cespugliati a margine dei coltivi; la faina (Martes foina), diffusa in prossimità dei coltivi e degli incolti; la martora (Martes martes), specie arboricola legata alla foresta; lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), che predilige i boschi di latifoglie e conifere dai 500 ai metri di quota. Fra i roditori arboricoli troviamo il ghiro (Glis glis), seppur legato alle foreste mature di caducifoglie, può essere avvistato anche in prossimità di fienili e baite. La volpe (Vulpes vulpes), predilige ambienti selvaggi ricchi di copertura vegetale, anfratti cespugliati e rocce che le permettono di stabilirvi le tane, dai 500 fino ai metri di quota. Tra i 500 e i metri, in ampie radure al margine delle foreste miste di latifoglie e conifere vive il cervo (Cervus elaphus), regale ungulato appartenente alla famiglia dei cervidi. Lo stesso habitat, seppure provvisto di un ricco sottobosco cespugliato, è occupato invece dal capriolo (Capreolus capreolus), aggraziato cervide dalle abitudini elusive. Tra i Lagomorfi, la lepre comune (Lepus europaeus) è distribuita uniformemente tra i 27

28 fondovalle ed i metri di quota, in prossimità degli incolti e dei boschi di latifoglie ricchi di radure. Oltre il limite della vegetazione arborea è possibile osservare il camoscio (Rupicapra rupicapra) e lo stambecco (Capra ibex), appartenenti alla famiglia dei Bovidi, che prediligono le rocce più impervie e scoscese. Il camoscio, animale dalle abitudini gregarie, si differenzia dallo stambecco oltre che per le dimensioni ridotte, anche per la presenza, in entrambi i sessi, di piccole corna ripiegate ad uncino per la sua maggiore elusività. Avifauna: caratteristici dei boschi dell'orizzonte montano sono i picidi quali il picchio verde (Picus viridis), il picchio rosso maggiore (Picoides major) ed il raro picchio nero (Drycopus martius);. nei boschi misti con ricco sottobosco è presente il francolino di monte (Bonasia bonasia), mentre il gallo forcello (Lyrurus tetrix) predilige il lariceto e gli arbusteti tra i e i m di quota. Nei boschi di conifere, a quote comprese i ed i m, troviamo comunemente tra i rapaci il gufo (Asio otus) e la poiana (Buteo buteo). Sui dirupi rocciosi degli orizzonti nivali nidifica l'aquila (Aquila chrysaëtos) ed il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus). Rettili e anfibi: sono animali a sangue freddo, che per vivere hanno bisogno di una fonte di calore esterna, la loro vita alle alte quote è influenzata dalla rigidità del clima e dalla brevità della stagione estiva. I rettili più importanti sono la lucertola muraiola (Podarcis muralis), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), il biacco (Coluber viridiflavus) e due specie di serpenti velenosi: la vipera comune (vipera aspis) e il marasso (Vipera berus). Gli anfibi hanno la necessità di vivere nelle vicinanze dell' acqua per riprodursi; è possibile incontrare in boschi umidi oppure, nei pressi di stagni e ruscelli la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), la rana temporaria (Rana temporaria), il rospo comune (Bufo bufo) o il raro tritone crestato (Triturus carnifex). Insetti: la formica rossa (Formica rufa) è l insetto dalla straordinaria importanza per l'ecosistema boschivo. Svolge un'intensa attività di predazione degli insetti nocivi, ripulisce il bosco dai piccoli animali morti e contribuisce alla diffusione dei semi. La diffusione di questo formicide nel bosco è garanzia di equilibrio e salute dell'habitat caratterizzato da grossi nidi (acervi). 28

29 6. LE GREENWAYS 6.1 LA MOBILITÀ SOSTENIBILE E SIGNIFICATO DI GREENWAY Il termine greenway, di origine anglosassone, deriva dall unione dei termini greenbelt (letteralmente cintura verde) e parkway (letteralmente strada parco). Parkway è un termine utilizzato da Frederick Law Olmsted per indicare un percorso viario per diverse tipologie di traffico con la presenza strutturale del verde, con funzione sia di divisione dei flussi veicolari, sia di protezione e fruizione ambientale. Il termine greenbelt fu utilizzato per la prima volta da Ebenezer Howard per indicare una cintura di spazi verdi posti attorno ad una città. La parola green individua non solo l aspetto vegetale ma anche tutto quello che è apprezzabile dal punto di vista naturalistico ed ambientale nonché storico e culturale; la parola way, oltre che indicare fisicamente le vie esistenti di comunicazione (strade, sentieri, fiumi, ferrovie, ecc.), rimanda ad un'idea di movimento e di comunicazione. (Fig 6.1) Non essendo stata formulata una definizione universalmente valida di greenway, occorre richiamare le principali accezioni assunte in senso più generale. In particolare, secondo lo statuto dell'associazione Italiana Greenways, "il termine Greenway può essere interpretato come un sistema di territori lineari tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale". In un ottica di mobilità, le Greenways possono costituire un sistema di percorsi dedicati a una circolazione non motorizzata in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali) e con i "centri di vita" degli insediamenti urbanistici, sia nelle città sia nelle aree rurali." Secondo T. Turner nella sua pubblicazione dal titolo Greenways, blueways, skyways and other ways to a better London Landscape and Urban Planning, la greenway è un percorso piacevole dal punto di vista ambientale. Mentre secondo l Associazione Italiana Greenways, che ha riassunto i lavori di C. Little (1990) e di J. Fabos (1995), la green way è un sistema di territori lineari tra 29 Figura 6.1 Segnale che indica la presenza di una greenway

30 loro connessi, che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale. Da tutte queste definizioni è possibile inquadrare due tra le principali caratteristiche che sono state approfondite da A. Toccolini (2002) nel libro Progettare i percorsi verdi. Manuale per la realizzazione di greenways. In particolare le greenways si caratterizzano innanzitutto per il loro tipo di configurazione spaziale (fondamentalmente di tipo lineare) e per il concetto di movimento a loro intrinseco. Inoltre, le greenways svolgono la funzione di connessione (tra le aree verdi, tra la città e la campagna, tra la residenza e i centri di vita, ecc.), realizzando una sinergia tra le risorse territoriali esistenti; ed ancora le greenways nascono con l obiettivo di svolgere più funzioni (in particolare ecologica, ricreativa, storicoculturale, educativa), anche se all interno di una greenway può esistere una funzione prevalente e caratterizzante, in ragione sia della disponibilità di risorse sia di eventuali obiettivi che pianificatori e progettisti si sono posti. Tuttavia, nonostante si possano delineare con relativa omogeneità le principali caratteristiche che descrivono il concetto di greenway, esistono comunque due differenti visioni: quella americana e quella europea. L approccio americano intende le greenways sia come ampi corridoi (costituiti a loro volta da più percorsi lineari) sia come singoli percorsi lineari; i corridoi possono essere composti non solo da percorsi antropici, ma anche da corsi d acqua e territori naturali. Il valore ambientale è predominante, dando importanza a corridoi ecologici, che non necessariamente debbano essere fruiti dall uomo, come può accadere in casi in cui è prioritaria la funzione protettiva dell area. Questa metodologia presenta quindi una visione più estesa e olistica di greenways, sia in senso fisico (il percorso), sia concettuale (l ambiente). Invece, l approccio europeo, a causa delle differenze geografiche, culturali, economico-sociali e urbanistiche, identifica il termine greenway con il singolo percorso lineare. E riservato ad una circolazione non motorizzata, in grado di connettere diverse tipologie di fruitori (pedoni, escursionisti o ciclisti) con le risorse del territorio, le aree rurali ed i centri urbani. La greenway deve avere facile accessibilità a strade o mezzi pubblici nonché un agevole percorribilità; le pendenze 30

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