Vivete abbandonati nel seno del celeste Padre, in silenzio sacro di fede, di speranza, d amore (II, 26).

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1 CAMMINO DI SANTITA 1. ABBANDONO IN DIO * Affida al Signore la tua attività e i tuoi progetti riusciranno (Proverbi 16,3) * Confida nel Signore e fa il bene; abita la terra e vivi con fede (Salmo 37,3) * Non affannatevi dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Matteo 6,31-33) Abbandonatevi totalmente alla santissima volontà di Dio, che saprà trovar la via per condurre a termine ogni cosa per la sua gloria (III, 362). Non pensate al domani ma lasciate di tutto la cura a Dio. Intanto che si pensa a queste miserie, si perde di vista il sommo Bene (I, 441 ). Vivete abbandonati nel seno del celeste Padre, in silenzio sacro di fede, di speranza, d amore (II, 26). Il vero abbandono di tutto se stesso nelle mani del sommo Bene abbraccia una perfetta rassegnazione alla divina volontà in tutti gli eventi che ci accadono (I, 49). Bisogna in tutto adorare le divine disposizioni, e unirsi strettamente alla santissima volontà di Dio in tutti gli eventi (III, 114). La volontà di Dio si fa più nel patire che nel godere, perché nel godimento sempre vi s appicca la nostra volontà, (I, 617). Procurate sempre più di staccarvi da tutto e da tutti, compiacendovi solamente di far la volontà di Dio in un nudo penare, senza cercare consolazione da nessuno (III, 36). Ricevete tutto il vostro patire tanto di corpo che di spirito dalla mano amorosissima di Dio con silente pazienza ed alta rassegnazione, stando sulla croce, con totale abban-

2 dono al divino beneplacito (Il, 736). I disegni del Signore sono altissimi e profondissimi, ma occulti: lasciamoci guidare da lui come bambini (I, 610). Non badate al diavolo che vi disturba; fidatevi di Dio e abbandonatevi in lui come un bambino nel seno di sua madre (I, 400). Non pensate al futuro, cioè pene, guai ed altri eventi che vi pone avanti la fantasia, ma fateli morire nella volontà di Dio, lasciando a Sua Divina Maestà, la cura di tutto, e standovene abbandonati nelle mani del Padre celeste, come un bambino, senza pensare al domani (II, 584). Ricordatevi che il Gesù disse che il suo cibo era di fare la volontà del Padre celeste (II, 737). Abbandonarsi in tutto nelle braccia della divina misericordia, è un mezzo efficacissimo per star sempre contenti in Dio (IV, 54). Nell uniformità alla volontà di Dio si trova ogni pace, e sparisce ogni inquietudine (II, 615). Iddio tutto dispone per nostro maggior bene, e sa consolarci quando meno vi pensiamo (II, 580). Tutto va a modo mio, perché tutto va come vuole Iddio (II, 263). L infinita bontà del nostro caro Dio ricolma di grandi benedizioni e di innumerevoli grazie quelle anime che vivono abbandonate al suo divino beneplacito (I, 62). Abbandonarsi in tutto alla volontà di Sua Divina Maestà, è la cosa più perfetta che possa farsi (II, 642). La miglior via per farsi santi è di vivere abbandonati alla divina volontà tanto nelle cose prospere che nelle avverse, prendendo tutto dalle mani di Dio (I, 647). State costanti in confidare in Dio, ritenendo tutto che egli dispone come ottimo (III, 75). Scacciate via come peste le tentazioni di diffidenza (I, 509; II, 265). Riposate nel seno di Dio come un bambino nel seno di sua madre, con somma confidenza (I, 417). Se cadete in difetti non solamente sette volte, ma dieci e cento, non per questo dovete perdere la vostra confidenza in Dio, ma umiliarvi con dolore amoroso e amore dolo-

3 roso (III, 482). 2. L AMORE DI DIO * Una sola è la cosa di cui c è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta (Luca 10,42). * Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e primo dei comandamenti (Matteo 12,37-39). * Chi dice: - Lo conosco - e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l amore di Dio è veramente perfetto (Giovanni 2,4-5). La regina delle virtù è la santa carità e unione con Dio (II, 321).La manna nascosta che Dio dà a chi vince è il cibo dolcissimo del santo amore (I, 9).Gesù che è la nostra via, verità e vita, sia sempre l unico oggetto del nostro amore (II, 365). Una, sola cosa è necessaria; e quale? Pensare a Dio, amare Dio, e fare tutto quello che si può per dargli gusto (I 32). L amor di Dio è geloso: un granello di affetto non ordinato alle creature basta a rovinar tutto (I, 222). L amore è virtù unitiva e fa sue le pene dell amato Bene (I, 489). Il vero contrassegno del santo amore è il patire grandi cose per l amato Bene (II, 312). Chi veramente ama Dio, desidera di patire e di fare grandi cose per lui, e quanto fa e quanto patisce tutto gli par poco (I, 129). Se vi pare di patir molto è segno che poco, pochissimo amate il Signore (II, 312). L amore non cerca il proprio profitto ma solo la gloria del sommo bene (I, 12). L amore lascia parlar poco e s esprime più col silenzio (III, 367). Si deve cavar l amor di Dio da tutte le creature, ma per farlo bisogna, esser distaccati anzi morti alle medesime (I, 110). Passeggiando fuori solitari, ascoltate la predica che vi faranno i fiori, le erbe, il ciel e tutto il creato, e sentirete che vi faranno una predica tutta, d amor di Dio (I, 418). Per mantenere acceso il fuoco del santo amore sull altare del vostro cuore, dovete far frequenti atti d umiltà, tenere sveglio il vostro cuore con orazioni giaculatorie, fare

4 frequenti visite al SS. Sacramento, e fare la comunione spirituale frequentissima (III, 340). L anima amante si conosce se è fedele nel patire volentieri con pace e rassegnazione (III, 46). Chi ama Gesù altro non desidera che il patire (I, 24). Per giungere a una grande unione con Dio per mezzo della santa carità, bisogna passare per grandi prove (II, 448). Quelli che Sua Divina Maestà, fa passare per la via del puro, retto e santo amore, è necessario che passino per la trafila d un puro penare, affinché l anima ben purgata, e netta da tutti quei nei di imperfezione che sono impercettibili ai nostri occhi, voli in alto e si riposi in Dio tutto amore e carità (III, 827). Esser crocifissi con Cristo è il mezzo più efficace per giungere alla perfezione del puro, santo e retto amore di Dio (III, 758). Amate, figlioli miei; amate, patite e tacete (II, 451). Nella santa. meditazione delle santissime pene dell amore Crocifisso, l anima, come ape ingegnosa, succhia l ineffabile dolcezza del santo amore (II, 364). 3. AMARE IL PROSSIMO * Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso (Galati 5,14). * Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno; gareggiate nello stimarvi a vicenda (Romani 12,10). * La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1Corinti 13,4-8). Amatevi, amatevi, perché in questo si conosce la carità di Dio (I, 57). Ricordatevi che giammai piacerete a Dio se non v amerete scambievolmente (1, 56). Vi prego di aver sempre in memoria questo santissimo precetto d amore che Gesù diede ai suoi apostoli, prima, d andare alla morte: «Miei cari apostoli, vi do un nuovo precetto, che v amiate fra voi come v ho amato io». (II, 132).

5 Guardate il prossimo nel Costato di Gesù: così l amerete con amor puro e santo (I, 437). Amiamo il prossimo in Dio e amiamo Dio nel prossimo (I, 327). Carità, con tutti; confidenza con nessuno (II, 7). Siate caritatevoli egualmente con tutti; ma vivete distaccati da ogni creatura (III, 312). Date il primo posto all anima: così richiede la carità ben ordinata (II, 649). Pensate bene di tutti, guardandoli con grande carità, in Dio, e riconoscendo voi soli per cattivi, duri e imperfetti (I, 309). Abbiate buon concetto di tutti e pessimo soltanto di voi stessi (III, 392). Attendete a voi stessi e non mirate alla condotta degli altri se non per edificarvi (IV, 28) La peste delle comunità religiose è il voler giudicare le azioni degli altri, perdendo di vista le proprie (IV, 227). Per conservare e aumentare la santa carità, si deve parlar sempre bene di tutti (IV, 209). Oh che gran gusto si dà a Dio, e che merito grande si acquista per se stessi col guardarsi dalle parole incaute, pungitive e mortificanti! (II, 65). Servite volentieri gli altri: esercitate la carità per tutti, che Dio vi tiene preparati grandi tesori (I 490). Siate pieghevoli, servitevi gli uni gli altri, consolatevi insieme (I, 57). Oh quanto godo che si eserciti la carità con i poveri infermi! Quanta ricchezza spirituale ve ne darà Iddio! (I, 484). E grande grazia del Signore poter esercitare grande carità verso le persone contrarie, riguardandole come strumenti nobilissimi di cui si serve Iddio per arricchire l anima vostra di virtù (II, 26). Scacciate dolcemente le avversioni, con mostrarvi cordiali, facendo nel tempo stesso qualche atto interno di carità (I, 107). La vera carità esclude il risentimento, ed include il nostro profitto nel nostro disprezzo (II, 65).

6 Lo spirito dei servi dell Altissimo è sempre stato l essere discretamente rigorosi con se stessi, ma al sommo caritativi e dolci col prossimo (I, 650). Le correzioni si devono fare a tempo e luogo (I, 633). Nelle correzioni deve sempre risplendere cordialità e dolcezza; aliter[1] in cambio di medicare una piaga se ne fanno dieci (III, 440). 4. ARIDITÀ E DESOLAZIONI * Volgiti a me Signore e abbi misericordia, perché sono solo ed infelice. Allevia le angosce del mio cuore, liberami dagli affanni (Salmo 25,16-17). * Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Matteo 27,46). * Mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte (2 Corinzi 12,10). Pretende il Signore per mezzo delle aridità e desolazioni purificavi lo spirito al quale sempre si attacca della ruggine, del fango e della polvere senza che noi ce ne avvediamo (II, 819). Le aridità e desolazioni di spirito sono doni della divina pietà per esercitarvi nella santa rassegnazione al divin beneplacito e staccarvi da ogni sensibile contento (I, 514). Le desolazioni e abbandoni arricchiscono lo spirito e lo preparano a ricevere grazie e doni inestimabili (III, 302). V assicuro che in questi interni travagli v è nascosto un gran tesoro, perché con questo mezzo Dio prepara l anima vostra a ricevere i doni più sublimi del cielo (I, 476). Vi dico che quando Dio avrà provata la vostra fedeltà vi riempirà di celeste fuoco di carità che farà sparire tutte le aridità e desolazioni (I, 34) Pretende il Signore per mezzo delle aridità e desolazioni prepararvi l anima a un più alto grado di orazione e unione con Sua Divina Maestà, per dar così l ultima mano alla statua e collocarla nella celeste galleria del paradiso (III, 819). Dio vi vuol santi e perciò vi prova con pene ed angustie (II, 26). La siccità di spirito con le aridità e desolazioni e altre avversità sono doni della divina pietà per staccarvi da ogni sensibile, contento e farvi camminare in pura fede e povertà di spirito nella via della santa perfezione (I, 514).

7 I travagli di spirito sono i primi gradini di quella santissima ed altissima scala per la quale salgono le anime generose e grandi (I, 135). La volontà di Dio si adempie meglio nelle aridità e desolazioni che nelle consolazioni (II, 295). Le aridità e desolazioni sono necessarie per arrivare alla cognizione sperimentale del proprio vero niente (II, 298). E grande provvidenza di Dio che vi ritroviate nelle oscurità e battaglie, perché in questa maniera farete più profitto nell umiltà e nella cognizione di voi stessi (II, 731). Il sacro martirio delle pene interiori produce nell anima due mirabili effetti: uno è di purificarla d ogni neo d imperfezione come fa il fuoco del purgatorio; l altro è d arricchirla di virtù, massime di pazienza, di mansuetudine e di alta rassegnazione alla divina volontà (III, 816). Suole Iddio privare ad tempus[2] i suoi servi delle consolazioni perché imparino a servirlo per puro amore (II, 115). Il martirio delle pene interne è un tesoro che scaturisce dal fonte del santo amore, ed è una grazia stragrande di Dio benedetto (III, 816). Dio benedetto non permette che uno resti affogato dalle angustie; ma quando ciò avvenisse, che bel morire sarebbe in un nudo penare sulla croce di Gesù, cantando: Fiat voluntas tua[3]! (I, 706). In cielo si ama e si gode, in terra si ama si pena; emulate i Santi; e siccome essi in cielo amano e godono, voi quaggiù amate e patite. O sorte felice! O grazia stupenda! (II, 450). Tutte le pene interne devono stritolarsi con la pazienza e il silenzio; poi ne fa una pillola, impastata col balsamo della santissima Passione di Gesù Cristo, l inghiotte con la fede e con l amore e si digerisce col calore della santa carità (II, 584). Negli abbandoni, desolazioni ed angustie dovete patire e tacere, standovene in pace sulla croce del dolce Gesù, in sacro silenzio di fede e d amore (II, 378). State ben rassegnati alla divina volontà nei vostri travagli interni, e siate sicurissimi che dopo la tempesta verrà grande tranquillità e pace (I, 523). Nei patimenti interni state rassegnati e taciti, prendendo tutto da Dio e baciando la mano amorosa del gran Padre che vi percuote con sferza ricca d amore (I, 695). Credetemi, meritate di più e date più gusto al Signore quando nelle aridità e oscurità siete rassegnati e contenti del gusto di Dio, che se aveste tutte le più alte consolazioni

8 celesti (III, 367). Rimirate con ravvivamento di fede le vostre pene e desolazioni, credendo che Dio s è compiaciuto fin dall eternità di farvi camminare per questa via e di farvi assomigliare a Gesù Cristo (I, 671). Nelle desolazioni e aridità, bisogna amare la volontà di Dio che vuol così, e godere di star sulla croce con Gesù Cristo (I, 420). Nelle aridità svegliate dolcemente lo spirito con atti amorosi, e poi riposate in Dio senza goderlo e senza sentirlo, ché allora l anima si mostra più fedele (I, 108). 5. BUONI DESIDERI E ISPIRAZIONI * Lo zelo senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi inciampa (Proverbi 19,2). * Prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo (Filippesi 1,19-10). * Dio infatti che suscita in voi il volere e l operare secondo i suoi benevoli disegni (Filippesi 2,13). I buoni desideri sono parto dell amore divino (I, 673). Dobbiamo far gran conto dei buoni desideri, perché son dono dello sposo celeste (III, 480). I lumi di Dio vengono sempre accompagnati da profondissima umiltà (I, 539). I lumi che portano con sé amor di Dio e contrizione dei peccati vengono sempre da Dio (I, 514). Il massimo dei desideri é amar Dio secondo il proprio stato (I, 665). Non tutti i movimenti del cuore e i lumi della mente nascono dalla grazia, ma spesso vi s interpone il diavolo e la natura (I, 226). Tenete per sospetti quei lumi che non lasciano grande umiltà, cognizione di se stesso, e maggior desiderio di piacere al Signore (I, 689). I lumi dell intelletto che infiammano la volontà, ma poi gonfiano, sono sospetti (I, 538). E massima dei Santi non fidarsi dei propri lumi, poiché molti nascono dalla propria

9 inclinazione di natura, e moltissimi dal demonio (I, 668). Conferite il vostro interno col confessore e non gli nascondete nulla, se non volete essere ingannati dl demonio (III, 592). Se sarete ben umili non vi mancheranno mai i lumi per camminare per la via del paradiso (I, 546). Dio benedetto vi darà lumi abbondanti per ben regolarvi, se continuerete nell esercizio della santa orazione (II, 40). I lumi e le impressioni divine devono riceversi con profondissima, obbedienza alle attrattive dello Spirito Santo (III, 159). I desideri di perfezione sono ottimi, ma si devono eseguire solo quelli che riguardano il nostro stato (I, 207). Dio ci fa desiderare delle cose che pare le voglia, ma poi non è così: questo lo fa per prova, e perché impariamo a rassegnarci alla sua santissima volontà (I, 224). Molte volte il Signore dà delle gagliarde ispirazioni di far gran cose ai servi suoi, per provare la loro fedeltà, ma poi non ne vuole l effetto, dandogli però il premio, come fosse sortito (III, 114). I santi desideri si devono porre in un angolo del cuore, per ben custodirli ed eseguirli poi quando piacerà al sommo Bene (III 480). I santi desideri devono custodirsi con pacifico riposo in Dio, senza la minima ansietà di vederli eseguiti, se non quando vorrà il Signore (I, 647). Alle volte ci pare d intendere che Dio voglia, una cosa, ma poi non la vuole come pensiamo noi o come piace a noi (I, 293). 6. LA CASTITÀ * Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro (Salmo 24,3-4). * Il signore ama chi é puro di cuore (Proverbi 22,11). * Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Matteo 5,27-28). Con le tentazioni impure Dio pretende che impariamo a conoscere sperimentalmente

10 il nostro vero niente e ad umiliarci in tutto (II, 504). Dio permette che siate molestati da cattivi pensieri, acciò diventiate umili di cuore, e non vi fidiate di voi stessi (III, 361). Dio permette le tentazioni contro la purezza per sempre più purificarci (I, 495). Ricordatevi che i gigli divengono più bianchi e più odorosi piantati fra le spine che nel suolo libero: voglio dire che la santa verginità si fa più pura, più candida e più odorosa innanzi a Dio fra le spine dei combattimenti e delle tentazioni più orribili (III, 478). Dio vi ama, e perché vi ama vi prova; ma sappiate che in mezzo alla tempesta delle tentazioni, il buon Dio tiene l anima vostra ben stretta tra le braccia della sua misericordia (II, 505). Dopo la vittoria di tali tempeste, oh che tesori di grazia il Signore concede all anima fedele (I, 524). Vi raccomando tanto la modestia di giorno e di notte, tanto in compagnia quanto soli, perché sempre si sta alla presenza di Dio (III, 391). Nelle tentazioni esclamate al Signore chiedendo il suo aiuto, e non lasciate mai l orazione e la santa Comunione (III, 618). Custodite con gran gelosia gli occhi: non li alzate in faccia ad oggetti pericolosi (III, 361). Un vero servo di Dio quando cammina mira soltanto tanta terra quanto basta per seppellirlo, e va sempre raccolto in Dio in compagnia di Gesù (I, 355). Non state mai in ozio: lavorate in silenzio facendo conto d aver a lato Gesù (III, 353). Più vincerete tali tentazioni con dolcemente umiliarvi dinanzi a Dio, che col mettervi a combattere a petto a petto col nemico (III, 486). Non fate caso dei pensieri cattivi: discacciateli subito, disprezzateli (III, 361). Nelle battaglie contro la castità non si vince che col fuggire (I, 739). Non dovete far caso delle tentazioni impure: combattete fedelmente protestandovi di voler prima morire che acconsentire (II, 448). Non trattate con persone di sesso diverso, se non per qualche necessità, e allora fatelo con cautela, modestia e brevità (II, 505). Nel trattare con persone anche congiunte, per spirituali che siano, ci vuole grande

11 cautela, altrimenti si cade nella rete (I, 580). Non prendete mai confidenza con nessuno, anche sotto pretesto di pietà; e notate bene questo punto che è molto importante (III, 350). Conferite col vostro confessore lo stato delle tentazioni, con brevità cautela e modestia, e ponete in pratica i consigli che vi saranno dati (IV, 43). 7. LA PROPRIA CROCE * Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua (Luca 9,23). * Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi (Romani 8,18). * Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare (1Pietro 4,13). Quanto più patirete, tanto più vi assomiglierete al nostro caro Gesù (I, 25). Gesù in tutta la sua vita non ha fatto altro che patire (I, 13). Bisogna molto benedire e ringraziare il Signore che vi fa camminare per la via della santa croce, che è quella per cui camminò il suo divin Figlio (II, 704). La croce è il più gran dono che faccia il Signore ai servi suoi (II, 592). Quanto più uno s approfitta nel servizio di Dio, tanto più cresce il patire. Questa fu la vita di Cristo e questa è la vita dei suoi veri servi. Abbracciate dunque di buon cuore la santa croce (I, 110). Chi vuol servire Dio alla grande, bisogna che patisca prove e travagli grandi (I, 416). Le croci mantengono l anima in umiltà, fanno sì che si abbia più ricorso a Dio e si esercitino le più belle virtù (IV, 170). Quando la croce è più afflittiva e penetrante, va meglio; quando il patire è più privo di conforto, è più puro; quando le creature ci sono più contrarie, ci avviciniamo più al Creatore (I, 298). Desidero che vi facciate gran santi, ma della santità segreta della croce (III, 346). Chi sapesse il gran tesoro che è il patire non desidererebbe altro che croci (II, 104).

12 Oh che gran tesoro racchiude il nudo patire senza conforto né dal cielo né dalla terra! Fatene grande stima, e siate grati al Signore offrendovi spesso vittima a Sua Divina Maestà sull altare della croce (II, 306). Avete molto motivo di benedire e ringraziare il Signore, che per sua infinita misericordia vi fa passare per la via regia della santa croce (I, 704). Al paradiso ci si va con la croce (IV, 147). Se qui saranno croci, saranno poi corone in paradiso (I, 24). Quei che patiscono croci per amor di Dio, aiutano Gesù a portar la croce e saranno partecipi della sua gloria nel cielo (I, 94). Breve e momentaneo è qui il patire, ma eterno sarà il godere (II, 550). Ringraziate Dio e soffrite con pazienza, perché presto finirà il patire ed eterno sarà il godere (II, 556). Credetemi che le croci in questa vita non mancheranno mai (I, 110). Fuggendo una croce se ne troveranno dieci (III, 475). Il patire è un balsamo così prezioso e spiritoso che, se non si tura e serra bene il vaso, col sigillo della vera umiltà, silenzio di fede e di carità, svapora subito e se ne va in aria per il canale della vanagloria (I, 667). Statevene abbracciati alla santa croce prendendo tutti i travagli dalla mano amorosa di Dio, e dicendo spesso: Signore sia sempre fatta la vostra santissima volontà (II, 627). Portando la croce con tranquillità si trova la vera pace (III, 475). Il merito e la perfezione consiste nel portare la croce che Dio vuole, non quella che vorremmo noi (III, 218). Patite, tacete, cantate in ispirito: Io non mi glorio in altro che nella croce del mio Salvatore (II, 719). Cari patimenti, v abbraccio, vi stringo al mio cuore; siete le gioie che mi manda il mio Signore (l, 54). 8. IL DIAVOLO * Il diavolo è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è

13 verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna (Giovanni 8, 44). * Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede (1Pietro 5,8-9). * Rivestitevi dell armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (Efesini 6,11-12). Il diavolo sa fare la scimmia e sa altresì trasfigurarsi in angelo di luce, in pigliare figura di Maria SS.ma, dei Santi, anzi di Gesù Cristo stesso, e sa ancora causare falsa pace e false consolazioni; e perciò non bisogna fidarsi (I, 198). Il demonio non ha fretta, purché venga al suo intento; e perciò stia in guardia (I, 313). Il diavolo é un gran furbo e sta sempre vigilante per tirarci nella sua rete (I, 328). Il diavolo alle volte muove certi fervori falsi che fan fare degli eccessi: i frutti fanno conoscere il tutto (I, 222). Anche questo mostro ha le sue consolazioni false, estasi false, ecc.; il buono si conosce se cammina con umiltà, mortificazione ed ubbidienza, aliter [4] tutto é inganno (II, 259). Si rida del diavolo che ha rabbia che noi preghiamo... Oh che rabbia ha con noi la bestiaccia! Fidiamoci di Dio che vinceremo (I, 239). Il diavolo ha una gran rabbia che lei voglia essere tutta di Dio e che tratti spesso con S. D. M.[5] con la santa orazione. Oh quanto scotta al demonio la santa orazione! (I, 442). Non vi é cosa che più piaccia a Dio quanto l annichilirsi ed abissarsi nel nulla e questo spaventa il diavolo e lo fa fuggire (I, 150). La tentazione si vince coll umiltà e santo timor di Dio. Il diavolo teme e fugge dagli umili, diffidenti di sé e timorati (I, 208). Non abbandonare mai l orazione che é un arma potentissima per abbattere tutta la rabbia dell inferno. I diavoli sono cani legati alla catena, possono abbaiare, ma non mordere, se non vogliamo da noi stessi farci mordere (I, 319). Le opere del diavolo pare che al principio portano qualche pace di devozione, ma non

14 dura, e segnatamente generano una segreta presunzione e stima di essere qualche cosa; portano poi, se non subito, almeno fra qualche tempo, turbazione di spirito e sollevazione delle passioni, durezza di mente e proprio sapere, da cui ne nasce il non far stima del prossimo ed essere amica del proprio parere; questi ed altri effetti cagionano le opere del diavolo (I, 443). Il diavolo suole anch esso tentare d indiscreto fervore e procura che si lasci il cibo giusto e necessario e il sonno, affinché infermandosi e indebolendosi la natura, non si possa perseverare nella vita intrapresa (I, 777). Non faccia la minima penitenza senza la licenza del suo confessore, altrimenti sarà ingannata dal diavolo (II, 259). Avvertite di non lasciare la S. Comunione; la maggior sollecitudine del diavolo é d allontanarvi dalla Mensa degli Angeli, dal ricevere questo cibo di vita eterna, dove l anima diventa terribile ai demoni (II, 444). Se lei si priva dei Santi Sacramenti non vede che sempre più il demonio piglia forza a tentarla e lei diventa più debole a resistere senza l aiuto dei Santi Sacramenti e dell orazione? Mi dirà che teme di fare sacrilegi e non confessioni e comunioni e qui é l inganno del demonio da cui lei si lascia vincere. (IV, 151). Avverta a non lasciarsi perturbare ed inquietare, perché il diavolo fa la sua pesca nell acqua turbata. Qualunque travaglio ed anche qualunque difetto, mai deve inquietare, ma bensì umiliare e poi continuare avanti con più fervore di prima (II, 487). Il diavolo non vorrebbe che gli scappassero le anime dalle mani (II, 155). Scotta molto al demonio che lei mi scriva. Lei può conoscere chiaro il perché tanto si arrabbia, senza che io glielo dica (III, 468). Anche lei faccia dei precetti al diavolo, massime quando più vuole disturbarla. Gli dica così: «Maledetto diavolo, io povera creatura, serva e sposa del Sovrano Re della Gloria, ti comando in nome di Gesù Cristo, vero Dio, che t allontani da me, né abbia ardire di molestarmi e disturbarmi dalla santa orazione. Pàrtiti maledetto, con tutti i tuoi compagni, pàrtiti in nome della SS.ma Trinità, Padre Figliolo e Spirito Santo». Faccia questo precetto con fede e con imperio in Gesù Cristo (III, 460). 9. LA DIREZIONE SPIRITUALE * Il sacerdote Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto Samuele. Eli gli disse: Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta (1Samuele 3,8-9). * Ascolta il consiglio e accetta la correzione, per essere saggio in avvenire (Proverbi 19,20).

15 * In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni (Galati 1,18). Piace a Dio che si cammini con direzione: Vai da Anania [6], disse a S. Paolo il gran Maestro divino (III, 704). Scopra tutto il suo cuore al suo Padre spirituale, gli conferisca lo stato dell orazione e tutto il resto con fedeltà e schiettezza da bambina (III, 355). Chieda in grazia al Signore che le provveda un S. Direttore, acciò lei possa camminare con più libertà di spirito, serena e senza timori (II, 497). Vorrei aver le doti e doni necessari che ben volentieri la servirei da P. Spirituale, ma sono in inferno inferiori.[7].. Quando il Signore elesse per Direttore di S. Teresa il P. Alvarez, una sera passeggiando per la camera gli comunicò il dono di altissima orazione, acciò potesse intendere la Santa (II, 497). Gli insegnamenti che Dio mi fa dare a voi sono secondo la vostra condotta e sarebbe errore servirsene per chi non cammina per tale strada. Bisogna dare il cibo a ciascuno secondo il suo stomaco (II, 472). Non é bene guidarsi secondo lo spirito proprio, anzi, é un errore; e perciò lei si procuri un soggetto dotto e pio e si consigli sempre (I, 740). Gli avvisi dati per il di lei interno non devono servire di regola per far camminare gli altri così, perché alius sic, alius autem sic[8] (I, 581). Il dire le cose di orazione con chicchessia è pericoloso, anzi, non si deve; ma il consigliarsi con persone dotte e sante é cosa ottima (I, 608). Non conferire niente con queste (persone) devote... con tutto ciò siano tutte buone: Dio e il Padre Spirituale e poi tacere (I, 128). Dio si serve per ordinario dei suoi sacerdoti per dirigere le anime (I, 130). Lasciamo la direzione a sacerdoti santi e mi creda, che è un opera tanto alta la direzione e tanto difficile, che se io potessi me n esenterei, perché non sono abile a tale ministero (I, 551). Io conosco sempre più che lei ha bisogno di un uomo sperimentato, dotto e prudente e perciò io le consiglio a procurare di trattare con qualche servo di Dio (I, 167). Io amo tutte le anime e con modo speciale quelle che Dio mi ha confidate per la santa direzione (I, 149). Se mi fossi accorto di avere un minimo attacco alle anime che dirigo mai più l avrei sentite per non essere ladro dell amore che si deve tutto a Dio; e creda che sto vigi-

16 lantissimo in questo, perché altro non cerco se non che l anima ami purissimamente il Sommo Bene, con un altissima nudità di tutto il creato (I, 149). Io sono tutto dedicato al servizio spirituale dell anima sua e credo che non cerco altro se non che lei ami Dio; ed ho sempre avuto questa massima di non essere ladro di quel S. Amore che si deve al Sommo Bene (I, 306). Oh se sapesse quanto Iddio mi fa pensare all anima sua per cooperare alla sua maggiore perfezione! (I, 114). Voglio che in questo tempo scriva di giorno in giorno ciò che passa in orazione, e se non é ogni giorno, almeno i raccoglimenti più profondi, acciò io li possa esaminare come suo padre spirituale per vedere se vi é inganno o no... Dica i desideri che Dio le dà, dica le ispirazioni, le cognizioni e le intelligenze che le dà Dio in orazione, come se stesse ai miei piedi in Confessionale (I, 121). Oh quanto avrei caro che lei trattasse con qualche uomo dotto, illuminato, ch io son cieco. Ma lei non mi sente ed io ubbidisco alla volontà di Dio (I, 162). Lei esamini il fine per cui la consiglio a conferire il suo spirito con altri e vedrà che é buono e nasce da puro zelo del suo maggior profitto. Così han fatto le anime sante: hanno procurato trattare con uomini dotti e santi (I, 168). Io ho dato tante ripulse per la sua direzione perché non mi fido di me... Il direttore deve essere un gran dotto, un grand uomo di orazione e di grande esperienza; questo tutto mi manca e perciò ricuso di dirigere... Ma quando Dio lo vuole per quanto rifiuti non posso (fare) a meno di seguitare ad assistere alle anime che Dio mi ha confidate (I, ). Bisogna che lei faccia assai orazione acciò Dio le provveda, perché di me non bisogna farne caso... ; e questo non lo dico perché non abbia caro di servire all anima sua e di faticare per lei, ma perché conosco certo certo che non sono abile per dirigere nemmeno una formica (I, 147). Scotta molto al demonio che lei mi scriva. Lei può conoscere chiaro il perchè tanto si arrabbia, senza che io glielo dica (III, 468). 10. DISTACCO O SANTA INDIFFERENZA * Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità (Qoèlet 1,2). * Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1 Giovanni 2,15-17).

17 * Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perchè passa la scena di questo mondo! (1 Corinti 7, 29-31). Fortunata quell anima che si stacca dal suo proprio godere, dal proprio sentire, dal proprio intendere! altissima lezione é questa; Dio gliela farà imparare se lei metterà il suo contento nella croce di Gesù Cristo, nel morire a tutto quello che non é Dio, su la croce del Salvatore (I, 107). Chi é più semplice e chi più si spoglia del proprio intendere, del proprio godere e del proprio sentire, più l indovina (I, 617). Spogliamento di tutto, morta a tutto, annichilata sotto tutti. (I, 219). Se mi fossi accorto di avere un minimo attacco alle anime che dirigo mai più l avrei sentite per non essere ladro dell amore che si deve tutto a Dio, e creda che sto vigilantissimo in questo, perché altro non cerco se non che l anima ami purissimamente il Sommo Bene, con un altissima nudità di tutto il creato (I, 149). Io sono tutto dedicato al servizio spirituale dell anima sua e credo che non cerco altro se non che lei ami Dio; ed ho sempre avuto questa massima di non essere ladro di quel S. Amore che si deve al Sommo Bene (I, 306). Oh quanto godo che il nostro buon Dio la spogli del contento delle creature! (I, 306). Desidero sempre più perfezione e santità all anima sua e vorrei vederla una volta morta davvero a tutto per vivere solamente in Dio (I, 249). Se scrivo o dico qualche parola dura bisogna pigliare tutto in buona parte. Io vorrei sempre tenere un ferro tagliente in mano, per sradicare e distruggere affatto le erbe cattive che nascono nel giardino. Lei m intenderà: voglio dire che procuro di tenere l anima spogliata di tutto ciò che non é Dio (I, 249). Procuri di starsene più sola che può per conservare la solitudine interna, pregandola di essere sempre più fedele a Dio e custodire il suo cuore staccato da tutto ciò che non é Dio e riposando sempre il suo spirito nel Seno del Sommo Bene, senza prendersi fastidio né pena di qualunque cosa che accada, ma faccia morir tutto nella volontà di Dio (II, 30). Creda pure che V. S. acquista più ora che non ha consolazioni che prima. Onde procuri sempre più di staccarsi da ogni contento interno ed esterno e di appoggiarsi solamente alla volontà di Dio con alto spogliamento da tutte le creature in pura e nuda fede (III, 66).

18 Stia attentissima di non lasciar attaccare il suo spirito a cosa veruna creata, e procuri sempre più di staccarsi da tutti e da tutto compiacendosi solamente di fare la volontà di Dio in un nudo penare senza cercare conforto da nessuno (III, 365). Amatissimi figli... come morti a tutto ciò che non é Dio tenetevi in altissima astrazione da tutto il creato, in vera povertà e nudità di spirito, con alto staccamento da ogni sensibile consolazione, in cui troppo si mischia la nostra guasta natura e diviene ladra dei doni di Dio, cosa al sommo perniciosa e pericolosa (IV, 226). 11. L EUCARISTIA * Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore (Salmo 116,12-13). * Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi (Luca 22,19-20). * Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me (Giovanni 6,56-57). La santissima Comunione è il mezzo più efficace che si possa trovare per unirsi a Dio (III, 391). Non v è esercizio di pietà che più unisca a Dio della S. Comunione (III, 375). La santa Comunione è la fonte dell amore e della santità (III, 32). Non lasciate mai di celebrare, ma procurate di far prima la vostra preparazione con fervore (III, 655). Avanti di celebrare vestitevi delle pene di Gesù Cristo, in un colloquio fatto placidamente anche in mezzo alla siccità (III, 189). Avvezzatevi a celebrare con somma riverenza e osservanza esatta delle rubriche (III, 188). Celebrate sempre come fosse l ultima volta, e comunicatevi ogni mattina come fosse per Viatico (III, 717). Portate all altare i bisogni di tutto il mondo, e specialmente quelli della Congregazio-

19 ne (III, l89). Quando avete celebrata la essa vi siete cibati di Gesù, è vero? Or perché dopo la Messa non lasciate che Gesù si cibi di voi e vi trasformi in sé, ardendovi di quell amore che arde nel suo Cuore? (III, 190). Il frutto della S. Messa consiste in essere tutto vestito di Gesù Cristo, imparando e praticando le sue virtù (III, 192). I Sacerdoti sono obbligati a maggiore perfezione e a esser veri imitatori di Gesù Cristo, imparando dal celebrare ogni giorno i costumi santissimi di Gesù, massime l umiltà e la perfetta carità con Dio e col prossimo (III, 716). Gesù ha gusto che le anime umili e ben disposte lo ricevano spesso nel Santissimo Sacramento (II, 259). Quanto alla S. Comunione vorrei che la faceste ogni mattina, sena lasciarla mai per bere nel fonte della santità le acque d eterna vita (III, 809). Avvertite di non lasciar la S. Comunione per non darla vinta al diavolo (I, 441). La maggior sollecitudine del diavolo è d allontallarvi dalla mensa degli Angeli, dal ricevere questo cibo d eterna vita (II, 444). State sempre preparati per la divina mensa, tenendo il cuore ben purificato, e la lingua ben custodita, giacché è la prima a toccare il SS. Sacramento (III, 312). Dopo aver fatto il dovuto ringraziamento per mezz ora, portatevi a casa, e fate che il vostro cuore sia un vivo tabernacolo del dolce Gesù Sacramentato (III, 392). Il gusto di Gesù Sacramentato non si sente con la bocca, ma col palato della fede e dell amore (I, 140). Con questo cibo d eterna vita l anima diventa terribile ai demoni (II, 444). Vi supplico di far frequenti visite al SS. Sacramento: insinuatelo anche agli altri (I, 25). Deve l anima amante offrirsi vittima a Gesù Sacramentato, amarlo, adorarlo e visitarlo spesso, per quelli che lo maltrattano, massime in cert ore in cui non v è chi gli faccia core (I, 473). Oh che bella, conversazione, andarsene a stare in compagnia degli angeli avanti al nostro Sacramentato Sposo! (I, 26). Fate frequenti comunioni spirituali, stando in casa, lavorando ecc. (III, 357).

20 Uno slancio amoroso verso Gesù Sacramentato e un vivo desiderio d averlo nel cuore, basta per fare la comunione spirituale (III, 212). Fate che il vostro cuore sia un vivo tabernacolo del dolce Gesù Sacramentato: visitatelo spesso dentro di voi, facendogli tutte le adorazioni, affetti e ringraziamenti che v insegnerà il santo amore (III, 392) 12. LA FAMIGLIA * Per questo l uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (Efesini 5, 31-32). * E ugualmente voi mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere (1Pietro 3,7). * Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perchè non si scoraggino (Colossesi 3,18-21). Un po d orazione non bisogna lasciarla mai e tenere il cuore raccolto sempre... con lo stare alla sua divina presenza senza però lasciare mai la sollecita e diligente cura della sua famiglia e dei suoi interessi, perché così comporta il suo stato e così vuole Dio (V, 48). Attenda agli obblighi del suo stato, all educazione della sua famiglia e a tenere tutta la casa in una imperturbabile pace. Questa é la grande opera che Dio vuole ora da lei (V, 51). Specialmente abbia gran cura della sua casa e massime della figlia, con certa speranza che Dio la provvederà in tutti i suoi bisogni; porti la sua croce volentieri e per essere più forte in portarla non lasci mai la s. orazione e meditazione della SS.ma Passione di G. Cristo con la devota frequenza dei ss. mi Sacramenti (V, 205). Spero che lei continuerà a far del bene secondo il suo stato, mantenendo il cuore rivolto verso il cielo e soprattutto con soddisfare agli obblighi di persona accasata, con starsene ben attento alla cura della sua famiglia, in pace con la moglie, scacciando via le tentazioni in contrario (V, 52). Attenda a farsi santo secondo il suo stato. S abbracci alla croce di Gesù, soffra volentieri i travagli (V, 53).

21 Sia sempre più fedele a Dio ed esatto in soddisfare gli obblighi del suo stato con custodire e vigilare agli affari domestici. Certo che nel secolo s incontrano dei grandi scogli; ma é certissimo che non urterà in essi chi teme Dio e con profondissima umiltà di cuore e diffidenza di se stesso, accompagnata da alta confidenza in Dio, fugge tutte le occasioni di offendere la divina Bontà (V, 53). La prego di essere cauto e prudente nel parlare con chicchessìa e con bizzoche nihil[9]: lasciarne la cura ai loro Padri spirituali. Mi creda che questo é un gran consiglio (V, 54). Onori e rispetti con ogni ossequio la sua Sig. Madre e dipenda da quella, come é dovere di ogni buon figliolo. Attenda alla casa e alle sue faccende e non perda tempo. Soprattutto prenda Gesù per suo padre e lo tema e l ami con tutto il cuore (V, 184). Abbiate gran rispetto e riverenza al padre ed alla madre, obbediteli alla cieca, voglio dire senza parlare, sopra a ciò che vi comandano. Ricordatevi che il padre e la madre come nostri superiori tengono il luogo di Dio: or pensate con quanta esattezza bisogna obbedirli, rispettarli e riverirli. Parlategli con gran rispetto; avvertite per amore di Dio a rispondegli e massime parole improprie; Assisteteli con grande amore, consolateli con gran carità nei loro travagli, serviteli in ogni loro bisogno, malattia... (I, 55). La volontà di Dio é che lei pratichi la virtù secondo lo stato che ha preso, né deve pensare di mutarlo con separarsi ed andare in religione per tirarvi poi la moglie e la figlia; questi sono spropositi e tentazioni (I, 725). Di suo figlio non ha da rendere conto a Dio suo cognato ma lei stesso e perciò pensi bene a ciò che fa (I, 725). Dia un santo latte di educazione alle sue buone figlie... Non dubiti che il santo seme dell educazione, della divina parola farà gran frutto mentre S.D.M. ha dato gran virtù ed efficacia alle sante parole che dicono i genitori ai loro figlioli. Sicché seguiti; le prenda con le buone, gli parli della Passione di Gesù Cristo, dei dolori di Maria SS.ma, delle vite dei Santi, della morte, dell inferno, della bruttezza del peccato (I, 556). In ordine all orazione mentale per i suoi figli e figlie fa bene d andar con discrezione acciò non s attedino: mezz ora per le figlie basta e per i maschi un quarto basta. Sono piccoli. Se s infervoreranno più l allungheranno da sé... Sia discreto, dolce, né pretenda troppo rigore dai figli, ma dia luogo alla grazia (I, 560). La piissima sua casa la rimiro nel Costato SS.mo di Gesù. Credo che il nostro buon Dio la voglia fare una casa di santi, principiando dai genitori (I, 590). Faccia fare un po di orazione a tutti in comune ogni giorno, prescriva atti di virtù secondo lo stato e capacità dei grandi e dei piccoli figlioli, prescriva orazioni giaculatorie (I, 590).

22 Uno dei principali obblighi é di stare con somma pace con la compagna che le ha dato Iddio... Secondariamente, anzi con modo specialissimo, deve attendere a dare una santa educazione ai suoi figlioli maschi e femmine procurando d imprimergli una devozione soda, stabile e perseverante con occhio interiore attento di guidarli per quella via che li vuole il Signore, il che si conosce dai loro andamenti ed inclinazioni esteriori (I, 650). In ordine all elezione dello stato, bisogna lasciare i figli nella loro libertà, poiché la vocazione deve venire da Dio e se non sono chiamati alla religione[10], bisogna adorare le divine disposizioni (I, 651). Le figlie poi, oh quanto le ho raccomandato di lasciargli prendere quello stato a cui sono chiamate! Lei ha un buon desiderio di volerle monache, ma se Dio non le chiama che farà? E se la Provvidenza del Signore le volesse maritate, perchè non si ha da condiscendere? E che forse non potranno essere sante maritate? (I, 661). E vero che Dio comanda che si ubbidisca ai genitori ma nelle cose giuste e che non impediscano il nostro maggior bene e la nostra perfezione; e se ci volessero impedire di mettere in esecuzione una ispirazione di Dio, come é di andare alla santa religione per farci santi, non siamo obbligati ad ubbidirli, fuorché il padre e la madre non fossero in una grande necessità per il loro mantenimento e non vi fosse altro mezzo per darglielo che l assistenza del figlio. In tal caso il figlio é obbligato a stare con loro, (fin) tanto che cessi tal necessità (I, 400). Circa la continenza, lei sa che sempre e sempre più costantemente le ho insinuato a starsene nella santa libertà che seco porta il matrimonio, tam in petendo tam in reddendo[11], e questo é obbligo preciso di coscienza; sicché si regoli così (I, 737). Si guardi di non dar ombra di tentazione di gelosia alla buona compagna poiché anche le colombe, sebbene tento innocenti e semplici, sono gelosissime del compagno... Lei non gliene dia occasione; le mostri ogni affetto santo coniugale, la disinganni verbo et opere[12]; in tal forma conserverà perpetua pace e carità (I, 737). Continui con diligenza il governo spirituale e temporale della sua casa a cui deve accudire con ogni accuratezza, essendo questo atto di giustizia (I, 657). Procuri che la sua casa sia un santuario; sia dolce e caritatevole nel correggere le figlie grandi... Le correzioni si devono fare a tempo e a luogo, dolci e brevi e non essere importuno. Se poi vedesse che deviassero a via veritatis[13] dovrebbe anche servirsi delle minacce e di un paterno castigo (I, 633). A lei tocca insegnargli (ai figli) l orazione, la dottrina cristiana, secondo la loro età, fargli baciare spesso le piaghe santissime di Gesù, raccontargli la vita dei santi ed instillargli una gran devozione a Maria SS.ma; così facendo li alleverà santi (I, 670). Ringrazi S.D.M. della grazia e dell onore che le fa col renderla feconda di molti figli;

23 questa é una grazia grande assai (III, 670). Procuri che i suoi figli vivano col timore di Dio e siano a lei obbedienti, che si confessino spesso e divotissimamente si comunichino, che assistano alla S. Messa ogni giorno quando possono e siano devotissimi della SS.ma Passione di Gesù Cristo e dei dolori di Maria SS.ma e faccia recitare ogni sera da tutti il SS.mo Rosario; e lei li stimoli alla devozione col suo esempio (III, 736). 13. LA FEDE * Ecco, soccombe colui che non ha l animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede (Abacuc 2, 4). * Gesù disse a Tommaso: Perchè mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno! (Giovanni 20,29). * Voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime (1Pietro 1, 8-9). La maggiore consolazione che io possa avere in questa vita é di non sapere né potere comprendere le meraviglie dei divini misteri che mi scopre la santa fede, e me ne rallegro con Dio e Gli dico che Egli non sarebbe il mio Dio e quell immenso Bene Infinito che Egli é se io, vilissimo vermicciolo, potessi capire le sue meraviglie e mi rallegro che Egli solo le comprenda. Così m acquieto e sono molto contento di credere all oscuro della santa fede, sebbene é una oscurità più chiara del sole (I, 199). Quando le verranno tali intelligenze lei dica: io sono una povera goffa ignorantissima; credo tutto quello che crede e tiene la mia Santa Madre, la Chiesa cattolica: credo che il Padre é Dio, il Figliolo é Dio, lo Spirito Santo é Dio, e non sono tre Dei ma un solo Dio in tre Divine Persone. Il Padre non ha principio, né é generato da alcuno. Il Figliolo é generato eternamente dal Padre, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliolo. Eterno é il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo. E un solo eterno Iddio in tre Persone Divine Eterne. Crediamo ed adoriamo in semplicità di santa fede che così andremo bene (I, 199). Dio é purissimo Spirito e non può essere compreso da noi perchè é incomprensibile: bisogna adorarlo in spirito e verità; ed abissarsi in lui con semplicità, umiltà e amore in viva fede, senza immagine e figura (I, 211). Beati quelli che non hanno veduto e creduto, disse Gesù a S. Tommaso. Gesù é Dio uno col Padre e con lo Spirito Santo. Ringraziamo S.D.M. del lume che ci ha dato della s. Fede (I, 211). Lo stare in orazione in pura fede, abissata in Dio senza figure o viste ecc., é la via più

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