Economia Politica. a.a prof. Luca Corazzini (parte di Microeconomia)

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1 Economia Politica a.a prof. Luca Corazzini (parte di Microeconomia)

2 SCELTA DEL CONSUMATORE PROBLEMA: i desideri degli individui sono infiniti mentre le loro risorse sono limitate. La teoria della scelta si propone di spiegare come ciascun individuo prende SCELTE RAZIONALI in SITUAZIONI DI SCARSITA. COMMENTI: DECISIONI RAZIONALI: gli economisti non sono interessati ai risultati di una determinata scelta (la felicità che essa arreca all individuo ad esempio) ma al modo in cui si è arrivato ad assumerla (pensavo fosse quella che massimizzava la mia felicità). Oggetto della scelta: CONSUMO DI BENI. Un bene è una qualsiasi entità che, una volta consumata, migliora il livello di soddisfazione dell individuo.

3 I PASSAGGI LOGICI DI UN MODELLO DI SCELTE INDIVIDUALI:

4 PRIMO PASSAGGIO: SPAZIO DEI DESIDERI. Come rappresentare le preferenze degli individui? Quali sono i criteri che gli individui seguono per scegliere tra panieri alternativi? TRE ASSUNTI GENERALI : ASSIOMA DI COMPLETEZZA: un individuo è sempre in grado di scegliere tra due panieri di beni al più li può considerare equivalenti e sceglierne uno qualsiasi. ASSIOMA DI TRANSITIVITA : Se A f B e B f C allora A f C ASSIOMA DI NON SAZIETA : di più è meglio. UN ASSUNTO PER SEMPLIFICARE L ANALISI: Ci riferiamo esclusivamente a scelte tra due beni alternativi.

5 Grazie a queste ipotesi, possiamo iniziare ad ordinare differenti panieri di beni sulla base delle preferenze degli individui. Problema: come ordinare il paniere i?

6 Per costruire un ordinamento completo, procediamo per gradi: a) ESISTE UNA FUNZIONE DI UTILITA. DEF. La FU è una relazione che indica il livello di utilità associata a ciascun paniere di beni. Per semplicità ipotizziamo che l utilità di un individuo dipenda da due beni. DEF. UTILITA MARGINALE DI X: variazione di utilità derivante dal consumo di una unità aggiuntiva di x. Le ipotesi sulla funzione di utilità sono: E crescente in ciascun argomento (più consumo e meglio sto); Al crescere delle quantità dei beni consumati, l utilità cresce meno che proporzionalmente (l utilità marginale delle prime unità consumate è maggiore di quella delle ultime se ho sete, il primo bicchiere d acqua mi soddisfa di più del terzo). RELAZIONE ORDINALE (E NON CARDINALE).

7 b) Grazie alla funzione di utilità possiamo rappresentare le preferenze individuali utilizzando le CURVE DI INDIFFERENZA. Una CURVA D INDIFFERENZA è l insieme di tutte le combinazioni di due beni alternativi considerate equivalenti dall individuo. La si costruisce fissando un livello di utilità ed esprimendo la quantità consumata di un bene come funzione della quantità dell altro bene alternativo;

8 L insieme di tutte le curve di indifferenze di un individuo associate a ciascun livello di utilità descrivono LA MAPPA DELLE CURVE DI INDIFFERENZA DELL INDIVIDUO Date le ipotesi sulla funzione di utilità è chiaro che curve di indifferenza più elevate sono associate a livelli di utilità più elevati.

9 COMMENTI SULLE CURVE D INDIFFERENZA: Le CDI sono strettamente convesse. DEF. SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (MRS): rapporto in cui un individuo, date le sue preferenze sostituisce due beni alternativi. Graficamente è il valore assoluto dell inclinazione della curva di indifferenza. CDI strettamente convesse implicano MRS decrescente. [L intuizione: un saggio marginale decrescente indica che l utilità marginale associata all ultima unità di bene consumata decresce al crescere della quantità stessa]

10 Non possono mai intersecarsi;

11 ALTRE CURVE DI INDIFFERENZA PARTICOLARI : 1) BENI PERFETTI SOSTITUTI: Saggio marginale di sostituzione è costante lungo la curva.

12 2) BENI PERFETTI COMPLEMENTI: Il rapporto di complementarietà tra i due beni è dato dalla pendenza della retta inclinata positivamente.

13 SECONDO PASSAGGIO: SPAZIO DELLE POSSIBILITA Operiamo in un contesto il cui il consumatore non fa il prezzo (nel senso che un singolo consumatore non è in grado di influire sul prezzo con la sua scelta). DEF. VINCOLO DI BILANCIO: curva che rappresenta le combinazioni di beni tra cui un individuo può scegliere dato il suo reddito ed i prezzi dei beni. Passaggi per rappresentare tutti i panieri a disposizione dell individuo: a) si rappresenta l insieme dei panieri che hanno valore pari al reddito individuale (I) I = p x x + p y y Esplicitando ad esempio per y: y = I p y p p x y x

14 DEF. Il valore assoluto della pendenza della curva rappresenta il PREZZO RELATIVO ossia il rapporto in cui il mercato consente al consumatore di sostituire un bene con un altro. Il prezzo relativo di un bene è anche il suo COSTO OPPORTUNITA (quantità di un bene a cui devo rinunciare per consumare un unità aggiuntiva dell altro bene). b) L area al di sotto della curva identificata in a) rappresenta l insieme dei panieri che hanno valore inferiore al reddito individuale (ossia l insieme dei panieri ammissibili). NB. Le intercette rappresentano la massima quantità di un bene che possiamo acquistare se non consumiamo alcuna quantità del bene alternativo.

15 VARIAZIONE DEI PREZZI E DEL REDDITO: EFFETTO SUL VINCOLO DI BILANCIO. y = I p y p p x y x Se I aumenta, il vincolo trasla verso l alto e le possibilità di consumo aumentano.

16 Se P x aumenta, l intercetta sull asse x si riduce e le possibilità di consumo si riducono. NB se i prezzi di entrambi i beni aumentano nella stessa proporzione, l effetto è identico a quello di una riduzione del reddito.

17 TERZO PASSAGGIO: EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE EQUILIBRIO: punto e In equilibrio devono valere due condizioni: a. Il saggio marginale di sostituzione deve essere uguale al prezzo relativo; MRS y,x = p x /p y b. Tra le infinite CDI che presentano la caratteristica a. scegliamo quella più alta sul vincolo di bilancio.

18 NB. Il punto a è preferibile a quello che descrive l equilibrio, tuttavia non è ammissibile (è al di fuori della portata economica del soggetto). NB. Nel punto c: Rispetto alla CDI: il consumatore è disposto a rinunciare ad un hamburger per un panino in più; Rispetto al vincolo di bilancio: il mercato permette di sostituire un hamburger con due panini. I pratica all individuo converrebbe aumentare il consumo di panini e ridurre il consumo di hamburger.

19 L EQUILIBRIO MEDIANTE UTILITA MARGINALI y a y x b U 0 Lo spostamento dal punto a al punto b comporta una riduzione di y ed un aumento di x. Come varia l utilità? Per la riduzione di y, l utilità si riduce di MU y y mentre per l aumento di x, l utilità aumenta di MU x x. Sappiamo inoltre che la somma di questi due effetti deve essere nulla dato il fatto che entrambi a e b si trovano sulla medesima CDI. Da cui: x MU y y + MU x x = 0 Ossia: y = x MU MU x y

20 Il lato di sinistra è MRS y,x mentre il lato di destra è il rapporto delle utilità marginali. Possiamo quindi riscrivere l condizione di equilibrio come: MRS y,x = MU MU x y = p x /p y

21 STATICA COMPARATA E CURVA DI DOMANDA STATICA COMPARATA metodo che consiste nel mettere a confronto due situazioni di equilibrio. L analisi si sviluppa in tre passaggi: a. Stabilire la situazione di equilibrio prima del cambiamento; b. Individuare l equilibrio dopo il cambiamento; c. Mettere a confronto i due panieri. Consideriamo tre casi: 1) Variazione della domanda di un bene come conseguenza della variazione del prezzo del suo prezzo; 2) Variazione della domanda di un bene come conseguenza della variazione del prezzo del bene alternativo; 3) Variazione della domanda di un bene come conseguenza della variazione del reddito dell individuo.

22 1) VARIAZIONE DEL PREZZO DEL BENE IN ESAME. Nota che il nuovo equilibrio viene identificato da una nuova CDI. CIO NON SIGNIFICA CHE LE PREFERENZE SONO CAMBIATE La nuova CDI appartiene alla stessa mappa di CDI iniziale.

23 Ripetiamo lo stesso ragionamento per diverse variazioni del prezzo del bene in esame.

24 Tramite il grafico A individuiamo la CURVA PREZZO CONSUMO: insieme dei panieri di equilibrio individuati facendo variare il prezzo di un bene e mantenendo costante tutto il resto (reddito, preferenze, ecc.). Tramite il grafico B individuiamo la CURVA DI DOMANDA: relazione che indica la quantità di bene domandata al variare del suo prezzo e mantenendo costante tutto il resto (reddito, preferenze, ecc.).

25 2) VARIAZIONE DEL PREZZO DEL BENE ALTERNATIVO. Possiamo avere due casi: a. BENI SOSTITUTI: all aumentare del prezzo di un bene, aumenta la quantità domandata del bene alternativo. Il prezzo dell eroina è aumentato, la quantità domandata di metadone è aumentata.

26 Cosa accade alla curva di domanda del bene alternativo? [variazione della scheda di domanda] All aumentare del prezzo di un bene, la curva di domanda del bene sostituto si sposta verso destra.

27 b. BENI COMPLEMENTI: all aumentare del prezzo di un bene, diminuisce la quantità domandata del bene alternativo. Il prezzo del diserbante è aumentato, la quantità domandata di fertilizzante si è ridotta.

28 Cosa accade alla curva di domanda del bene alternativo? [variazione della scheda di domanda] All aumentare del prezzo di un bene, la curva di domanda del bene complemento si sposta verso sinistra.

29 3) VARIAZIONE DEL REDDITO Possiamo avere due casi: a. BENE NORMALE: un bene la cui quantità domandata, a parità di altre condizioni, cresce con l aumentare del reddito. In questo esempio entrambi i beni sono normali.

30 Cosa accade alla curva di domanda di un bene normale al crescere del reddito? [variazione della scheda di domanda] Al crescere del reddito, la curva di domanda di un bene normale si sposta verso destra.

31 b. BENE INFERIORE: un bene la cui quantità domandata, a parità di altre condizioni, si riduce con l aumentare del reddito. La bistecca è un bene normale mentre la pastasciutta è un bene inferiore. [se divento più ricco consumo beni più preziosi e riduco il consumo di beni più umili pensa ad esempio alle autovetture!]

32 Cosa accade alla curva di domanda di un bene inferiore al crescere del reddito? [variazione della scheda di domanda] p x d 1 d 0 Al crescere del reddito, la curva di domanda di un bene inferiore si sposta verso sinistra. x

33 Come abbiamo evidenziato in 1), anche in questo caso possiamo costruire una curva che descrive la quantità di bene domandata al variare del reddito dell individuo. y A curva reddito- consumo I x1 x x 2 3 B curva di Engel x I 3 I 2 I 1 x x 1 x 3 2 x

34 Tramite il grafico A individuiamo la CURVA REDDITO CONSUMO: insieme dei panieri di equilibrio individuati facendo variare il reddito del consumatore e mantenendo costante tutto il resto. Tramite il grafico B individuiamo la CURVA DI ENGEL: relazione che indica la quantità di bene domandata al variare del reddito del consumatore e mantenendo costante tutto il resto.

35 DOMANDA DI MERCATO. La curva di domanda individuale varia da individuo ad individuo in quanto dipende dalle sue preferenze. Possiamo costruire la CURVE DI DOMANDA DI MERCATO semplicemente sommando orizzontalmente le curve di domanda individuali.

36 SURPLUS E CURVA DI DOMANDA. Il valore attribuito al consumo di un certo numero di unità di un bene, si ottiene sommando il valore marginale di ogni singola unità (graficamente è l area al di sotto della curva di domanda).

37 SURPLUS DEL CONSUMATORE: differenza tra quanto il consumatore è disposto a pagare per una determinata quantità di bene e quanto effettivamente paga. Se il prezzo del bene si riduce, il sovrappiù aumenta!

38 Cosa fanno le imprese? L ipotesi più semplice è che tutte le scelte assunte dalle imprese (riguardanti fattori produttivi, quantità da produrre, tecnologie da adottare ecc.) possono essere immediatamente ricondotte alla logica della massimizzazione del profitto. MAX PROFITTI = RICAVI COSTI Rispetto Q Sotto il vincolo TECNOLOGIA In particolare il problema sopramenzionato include un ulteriore problema di scelta: quale COMBINAZIONE DI FATTORI PRODUTTIVI consente di massimizzare il problema? COMMENTI E DEFINIZIONI: Sia il ricavo totale che il costo totale sono funzione della quantità prodotta. RICAVO TOTALE: somma complessiva ottenuta dall impresa per la vendita dei prodotti. COSTO TOTALE: spesa complessiva che un impresa sostiene per acquistare i fattori produttivi impiegati nella produzione. Tale spesa è misurata in termini di COSTO OPPORTUNITA.

39 ANALISI GRAFICA. CURVA DI RICAVO TOTALE: scheda che indica i RICAVI TOTALI per ciascuna quantità prodotta e venduta. Nota: la curva dipende dalla forma della curva di domanda.

40 CURVA DI COSTO TOTALE: scheda che indica i COSTI TOTALI per ciascuna quantità prodotta. Nota: la curva dipende da: Costo dei fattori (che assumiamo fissi); Tecnologia. Nota che abbiamo supposto di non avere costi fissi. Nel primo tratto della curva i costi crescono sempre più lentamente all aumentare della quantità prodotta ( Learning by Doing ) Dopo Q = 6 i costi crescono più velocemente (PRODUZIONE INEFFICIENTEMENTE TROPPO ELEVATA).

41 METTENDO INSIEME LE DUE CURVE, POSSIAMO EVIDENZIARE LE DUE REGOLE SEGUITE DA UN IMPRESA: 1) REGOLA DEL PRODOTTO MARGINALE. La quantità di equilibrio è Q* = 6. In corrispondenza di Q* abbiamo la distanza massima tra la curva dei ricavi totali e quella dei costi totali. Inoltre, per Q* = 6 le due curve hanno la stessa pendenza. La pendenza della curva dei ricavi totali identifica il RICAVO MARGINALE (MR) ossia la variazione del ricavo totale conseguente alla vendita di una un unità aggiuntiva di prodotto.

42 La pendenza della curva dei costi totali identifica il COSTO MARGINALE (MC) ossia la variazione del costo totale conseguente alla produzione di una un unità aggiuntiva di prodotto. Date le curve di ricavi e costi totali, possiamo semplicemente rappresentare graficamente MC ed MR: Il punto di intersezione tra queste due curve corrisponde a Q* = 6 che avevamo precedentemente ricavato.

43 [supponiamo di trovarci in Q = 4. Se l impresa aumentasse di una unità la sua produzione, aumenterebbe i suoi profitti in quanto in Q = 5, MR > MC. Tale ragionamento vale fino a Q = 6 oltre il quale MR < MC]

44 2) REGOLA DELLA CESSAZIONE DELL ATTIVITA. Se in corrispondenza della quantità di equilibrio identificata tramite la regola del prodotto marginale, l impresa subisce perdite (ossia profitti negativi) allora all impresa converrebbe cessare la sua attività produttiva. Questo ad esempio può avvenire se i COSTI FISSI sono elevati: R( Q), C( Q) C(Q) R(Q) Q R ( Q*) C( Q*) > 0 dividendo per Q*, esprimiamo la precedente condizione in termini di RICAVI MEDI e di COSTI MEDI: AR AC > 0

45 NOTA: AR si leggono sulla curva di domanda; La curva AC viene ottenuta dividendo i costi totali per la corrispondente quantità prodotta. Graficamente:

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47 L IMPRESA CHE NON FA IL PREZZO. E un impresa che decide sapendo di non poter influire sul prezzo del prodotto che vende o sui prezzi dei fattori che utilizza. MKT BENI: L impresa fronteggia una curva di domanda infinitamente elastica.

48 COMMENTI: Se l impresa aumenta il prezzo, perde interamente la sua quota di mercato; Domanda orizzontale AR = MR = P.

49 L IMPRESA COME VENDITRICE Cosa deve fare l impresa che non fa il prezzo? Regola del prodotto marginale: q* tale che MC = MR = P Regola della cessazione dell attività: q* tale che AC AR = P

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52 HP FONDAMENTALI. MERCATI CONCORRENZIALI 1) VENDITORI NON FANNO IL PREZZO; 2) VENDITORI NON ADOTTANO COMPORTAMENTI STRATEGICI; 3) NON ESISTONO OSTACOLI ALL INGRESSO DI NUOVI VENDITORI; 4) ACQUIRENTI NON FANNO IL PREZZO. STRUTTURA DI MERCATO. a) ELEVATO NUMERO DI PICCOLI COMPRATORI; b) ELEVATO NUMERO DI PICCOLI VENDITORI; [la curva di domanda fronteggiata da ciascun venditori è infinitamente elastica] c) BENI OMOGENEI: i beni prodotti dai diversi venditori sono perfetti sostituti; d) GLI ACQUIRENTI HANNO PERFETTA INFORMAZIONE; e) NON ESISTONO BARRIERE ALL INGRESSO DI NUOVI VENDITORI.

53 EQUILIBRIO. a. BREVE Schema logico:

54 OFFERTA DI MERCATO: Somma orizzontale di tutte le curve di offerta delle imprese che operano sul mercato

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57 ANALISI NORMATIVA DELLA CONCORRENZA PERFETTA. SOVRAPPIU COMPLESSIVO = SOVRAPPIU DEL PRODUTTORE (area B) + SOVRAPPIU DEL CONSUMATORE (area A) [NB. Nel lungo periodo il sovrappiù totale coincide con quello del consumatore]

58 IN EQUILIBRIO MASSIMIZZIAMO IL SOVRAPPIU COMPLESSIVO. Se la quantità iniziale è X a, allora se la produzione aumenta fino a X 1, il sovrappiù aumenta in misura pari all area G. Se la quantità iniziale è X h, allora se la produzione si riduce fino a X 1, il surplus complessivo aumenta in misura pari all area J.

59 HP FONDAMENTALI. MONOPOLIO 1) VENDITORI FANNO IL PREZZO; 2) VENDITORI NON ADOTTANO COMPORTAMENTI STRATEGICI; 3) ACCESSO AL MERCATO COMPLETAMENTE BLOCCATO; 4) ACQUIRENTI NON FANNO IL PREZZO. STRUTTURA DI MERCATO. a) ELEVATO NUMERO DI PICCOLI COMPRATORI; b) UN UNICO VENDITORE; [il monopolista fronteggia l intera domanda di mercato] c) Il prodotto offerto dal monopolista non presenta validi sostituti; d) GLI ACQUIRENTI HANNO PERFETTA INFORMAZIONE; e) ESISTONO BARRIERE ALL INGRESSO DI NUOVI VENDITORI.

60 EQUILIBRIO [Analisi di breve e di lungo periodo sostanzialmente coincidono (ad eccezione delle curve di costo su cui l imprenditore basa le sue scelte)] L imprenditore monopolista: a) fronteggia l intera curva di domanda; b) continua ad utilizzare le due regole: PRODOTTO MARGINALE e CESSAZIONE D ATTIVITA. Come sono fatte le curve su cui il monopolista basa le sue scelte? AC, MC: sono praticamente le stesse analizzate precedentemente; AR = P da ciò deriva che la curva di domanda esprime il ricavo medio del monopolista in corrispondenza di ciascun volume di produzione; MR: se AR è decrescente, allora MR deve essere sempre al di sotto della curva di Domanda.

61 L analisi si basa sulle UNITA INFRAMARGINALI: unità di prodotto che l impresa avrebbe potuto vendere al vecchio prezzo e che invece deve vendere al prezzo corrente, più basso, che prevale nel mercato quando l impresa aumenta la quantità prodotta. B rappresenta la riduzione di ricavi subita dall impresa quando aumenta la quantità prodotta e resa disponibile sul mercato; A rappresenta l aumento di ricavo dovuto alla vendita delle unità inframarginali.

62 E chiaro che dato il grafico precedente, esisterà un punto in cui il ricavo marginale risulterà essere negativo [in particolare quando A < B]. Rappresentiamo su un grafico il MR:

63 Analizziamo ora le regole seguite dal monopolista: 1) REGOLA DEL PRODOTTO MARGINALE: attraverso tale regola il monopolista identifica la quantità di prodotto che massimizza il suo profitto ed il prezzo a cui deve venderlo: X 1 P 1 MR = MC prezzo letto sulla curva di domanda in corrispondenza della quantità X 1.

64 2) REGOLA DELLA CESSAZIONE DELL ATTIVITA : i profitti sono positivi? PROFITTI = [P 1 AC]X 1 Se profitti < 0 l imprenditore dovrebbe cessare la sua attività.

65 ANALISI NORMATIVA DEL MONOPOLIO. Come viene ripartito il surplus in un mercato monopolistico? MR = MC implica: perdita netta del monopolio rispetto alla situazione di concorrenza: E + F. Se la quantità aumenta fino a X 1 il surplus complessivo aumenta di E + F. SURPLUS CONSUMATORE e SURPLUS PRODUTTORE

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