provincia NU superstrada, con uscita porto Abbazia strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico ferrovia, con stazione grotta

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2 provincia NU NUORO LA PROVINCIA DI NUORO superficie ettari, comuni 52, abitanti Presidente Roberto Deriu sede: Piazza Italia, Nuoro tel Aritzo Atzara Austis Belvì Birori Bitti Bolotana Borore Bortigali Desulo Dorgali Dualchi Fonni Gadoni Galtellì Gavoi Irgoli Lei Loculi Lodè Lodine Lula Macomer Mamoiada Meana Sardo Noragugume Nuoro Oliena LEGENDA LEGENDE LEGEND Ollolai Olzai Onanì Onifai Oniferi Orani Orgosolo Orosei Orotelli Ortueri Orune Osidda Ottana Ovodda Posada Sarule Silanus Sindia Siniscola Sorgono Teti Tiana Tonara Torpè superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 79

3 I T I N E R A R I Testo e foto di Guido Boi I l territorio sardo è dotato di un notevole patrimonio di monumenti naturali, creazioni della natura che si contraddistinguono per la propria singolarità e vanno per questo tutelati e inclusi fra le aree naturali protette. Alcuni di essi, di eccezionale interesse paesaggistico e naturalistico, rendono la Sardegna una delle regioni italiane con la più grande varietà di ambienti naturali, un vero museo geologico all aperto, come è stata numerose volte definita. Tra tutte queste attrattive, una in particolare si distingue per la primordiale bellezza e selvaggia maestosità: la dolina di Su Sercone, situata nella regione più isolata e impervia del Supramonte di Orgosolo. Questo straordinario territorio vanta aspetti naturali, paesaggistici e archeologici di assoluto rilievo: la lecceta primaria della foresta di Sas Baddes, tra le poche ancora esistenti nel continente europeo, grandiosi fenomeni carsici come la gola di Gorroppu e la voragine di Su Disterru, gli svettanti Nuraghe Mereu e Gorroppu che si affacciano sull omonima gola, endemismi vegetali di notevole importanza e una componente faunistica tra le più ricche dell isola. Per raggiungere la dolina di Su Sercone esistono diverse possibilità, noi scegliamo di passare dal versante nordest tramite Scala e Surtana in territorio di Dorgali, che nonostante la sua lunghezza e il ragguardevole dislivello, permette di godere di magnifici panorami e di soffermarsi a visitare alcuni storici ovili della zona. Dall abitato di Dorgali scendiamo in direzione della regione Oddoene seguendo le indicazioni per raggiungere il villaggio di Tiscali, la strada comunale prosegue fino a raggiungere il ponte di S Abba Arva, sul letto del Rio Flumineddu, attualmente crollato dopo l'alluvione del Siamo nella vallata di Oddoene, in territorio di Dorgali, ma i confini con i comuni di Oliena e Orgosolo sono molto vicini; da qui, vero e proprio crocevia per gli amanti dell escursionismo, partono i sentieri che conducono verso le due mete forse più cono- Nella pagina accanto: tipico paesaggio del Supramonte. Serpenteggiando tra antichi lecci e filliree raggiungiamo il fondo della dolina. La stazione dei tassi secolari vista dall alto. TREKKING A CAMPO DOINANIGORO SU SERCONE VISITA AL MONUMENTO NATURALE PIÙ SELVAGGIO DELL ISOLA. 80

4 I t i n e r a r i L inghiottitoio franoso situato sul lato nord della dolina. sciute in Sardegna: la selvaggia gola di Gorropu, che si snoda lungo il confine tra Urzulei e Orgosolo e il villaggio nuragico di Tiscali, sempre in territorio di Dorgali. Noi scegliamo quest ultimo percorso, che seguiremo in parte. Imbocchiamo difatti la ripida salita di Scala de Surtana (scala o Iscala in lingua sarda sta solitamente a identificare un passaggio ripido che permette di valicare la montagna) e superiamo abbastanza rapidamente la gola omonima posta tra il Monte Tundu a nord e il Monte Oddeu a sud, raggiungendo in breve la zona di Doloverre. Iniziamo quindi la salita che conduce a un bivio indicato da due cartelli in legno: a destra per raggiungere il Monte Tiscali e quindi il villaggio nuragico, a sinistra per Doinanigoro e Su Sercone. Tralasciamo la biforcazione per Tiscali e proseguiamo lungo la mulattiera fino a incrociare il bivio per gli ovili di Su Praicarzu, questi, facilmente visitabili proseguendo nella deviazione, sono stati le dimore di una comunità di pastori che attorno agli anni 20 del secolo scorso viveva qui per buona parte dell anno con le proprie famiglie allevando capre e coltivando la terra. Sono ancora vive e indelebili le testimonianze di chi visse qui la propria adolescenza e ci racconta che nonostante il duro lavoro che occupava buona parte della giornata, vive ancora struggente il ricordo delle domeniche trascorse con le altre famiglie della comunità: Oggi è domenica e andiamo tutti insieme a giocare a tombola. Eravamo parecchie persone e dai cuiles vicini venivano in tanti a farci visita; per noi piccoli era una gioia immensa. Mi ricordo che la sera recitavamo le orazioni serali e il rosario; anche gli uomini non erano esenti da questo 1 racconta Zia Michela Mandoi di Dorgali. Abbandonata la zona di Su Praicarzu percorriamo un ultimo tratto in salita per poi scendere nella gola di Bàdde Doronè. Da qui parte il sentiero che, indicato da segnavia bianco-rossi e dai millones (mucchietti di pietre lasciate dai pastori del Supramonte) risale ripidamente in direzione Sud fino a raggiungere, a quota 850 mt, il Campu Doinanigoro in territorio di Orgosolo. Questo è un vasto altopiano carsico quasi perfettamente pianeggiante, della superficie di circa 3 km quadrati, che per le dimensioni e la genesi che lo contraddistingue viene chiama dai geologi polje. Esso assorbe le acque meteoriche che vanno a incalanarsi negli strati calcarei e infine ad alimentare il bacino del rio Flumineddu a Dorgali e in parte nella valle di Lanaittu a Oliena. Campu Doinanigoro è una delle poche zone del Supramonte dove pascolano anche i bovini, ed essi pare che ci osservino quasi con stupore e perplessità mentre avvicinandoci ci accingiamo ad attraversarlo. Il silenzio che ci avvolge mentre lo percorriamo unito a una leggera brezza che soffia verso di noi mentre il sole tramonta sembra quasi riportarci indietro nel tempo, e la nostra mente ripercorre quasi come un film le tristi vicende che videro testimone questo luogo che, a causa dei suoi incerti confini comunali e dei suoi fertili pascoli (qui ricade il confine tra il territorio di Orgosolo e La notte in Supramonte è un esperienza fuori dal comune Dorgali) fu teatro di violenti contese e litigi spesso finiti in maniera tragica fra i pastori che si contendevano la zona. A pochi passi dal pianoro di Doinanigoro, su una collinetta panoramica, troviamo il cuile Ziu Rafaele o cuile Pedde Crua, bruciato alcuni anni fa e poi ricostruito completamente nel 2003 da alcuni volontari; all interno troveremo un confortevole alloggio disposti intorno al foghile, che ci farà compagnia fino all alba in questa incantevole notte di luna. La notte in Supramonte è un esperienza fuori dal comune, si è avvolti da un profondo silenzio interrotto solo dai bizzarri e malinconici versi di uccelli notturni, attorno le cupe ombre delle montagne e del bosco circostante e le sinistre forme ritorte dei ginepri scheletrici che ti appaiono come surreali guardiani del luogo, un esperienza magica e primordiale che ci fa sentire piccoli e vulnerabili. Ci risvegliamo che è ormai l alba avanzata, una veloce colazione e siamo pronti a partire. Abbandoniamo l ovile di Ziu Rafaele e riattraversiamo il Campu Doinanigoro in direzione sud-ovest fino a rilevare alla nostra destra l evidente imbocco di un sentiero anch'esso indicato dai caratteristici omini in pietra. Proseguiamo senza alcuna difficoltà di orientamento finchè usciamo dal bosco e dopo una cinquantina di metri raggiungiamo il ciglio della dolina. Ai nostri occhi appare uno scenario grandioso: una sorta di enorme cratere di oltre 400 metri di diametro e due km di circonferenza quasi perfettamente elissoidale, con pareti che strapiombano per 200 metri e un bosco di tassi e lecci antichissimi che vegetano al suo interno. Si tratta in realtà di una dolina (probabilmente la più grande d Europa) di crollo, ovvero originatasi dal crollo della volta di un enorme cavità carsica e con un conseguente accumulo di detriti dovuto alla dissoluzione del calcare che in alcuni punti hanno L architrave di Su Nuragheddu, insieme ad alcune capanne in rovina è ciò che rimane del villaggio nuragico. La cengia naturale che permette di raggiungere il fondo. L ovile di Ziu Rafaele, posto in cima ad una collina panoramica da cui si domina buona parte del Supramonte.

5 I t i n e r a r i La valle di Oddoene a Dorgali. Al centro della foto l alveo asciutto del Flumineddu, sullo sfondo il paese di Dorgali. L altopiano di Campu Doinanigoro, teatro di conflitti fra i pastori di Orgosolo e Dorgali a causa dei suoi incerti confini. reso meno ripide le pareti. E proprio in uno di questi punti, e precisamente nel versante sud-est dell abisso, laddove si è originata una cengia naturale, che cerchiamo di scendere per visitarne il fondo. Abbandoniamo gli zaini su un punto riparato e immersi in un silenzio innaturale lentamente cominciamo a scendere serpeggiando tra giganteschi lecci e filliree, ci guardiamo attorno rapiti ed estasiati, girando su noi stessi quasi per osservare meglio le pareti a strapiombo che ci attorniano e rimaniamo quasi increduli dell atmosfera che ci circonda. Raggiungiamo in breve la stazione di tassi secolari all interno della dolina, e notiamo esemplari antichissimi che raggiungono fino a 20 metri di altezza, proseguendo giungiamo innanzi a un sinistro inghiottitoio franoso profondo più di 30 metri e dal diametro di 10 metri che raccoglie le acque meteoriche e che verosimilmente comunica col vasto sistema carsico sotterraneo. Negli anni 70 vennero qui rinvenuti dei resti scheletrici umani e dei cocci di recipienti in terracotta insieme a dei residui di focolari rituali risalenti all epoca nuragica. Si trattava probabilmente del luogo di sepoltura di alcuni individui del vicino villaggio situato nell estremità sud-ovest del campo Doinanigoro e di cui sono ancora ben visibili i ruderi di un nuraghe (Nuragheddu) e di alcune capanne. Mentre abbandoniamo soddisfatti la dolina e ci apprestiamo a intraprendere la via del ritorno decidiamo di modificare il percorso compiuto all andata; facciamo una breve visita alla sorgente sotterranea di Funtana S arga (l unica fonte di approvvigionamento dei pastori della zona) e risalendo verso la Punta Filos D ortu scendiamo poi ripidamente nella zona di Mesattas. Qui avvistiamo un bel branco di mufloni che accortosi della nostra presenza ci osserva con curiosità e diffidenza per poi ripiegare risoluto verso la zona di Su Praicarzu. Scendendo velocemente di quota in direzione nord raggiungiamo il passo di Scala e Cucuttos e da qui imbocchiamo il sentiero che a tornanti scende ripido direttamente nella gola di Surtana ricongiungendosi col percorso seguito all andata e concludendo nel migliore dei modi questo straordinario trekking ad anello. 1 Leo Fancello, Cuiles: gli insediamenti pastorali del Supramonte, storia, racconti e tradizioni ed. ampliata e riveduta. - Dorgali: [s.n.],