RISCHIO SISMICO PREFETTURA PROVINCIA DI AREZZO DI AREZZO. Rischio Sismico Rev. 3.0 VIGILI DEL FUOCO PIANO PROVINCIALE DI PROTEZIONE CIVILE
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1 RISCHIO SISMICO 1
2 1. QUADRO GENERALE LA SITUAZIONE NEL TERRITORIO LE CARTOGRAFIA...6 ALLEGATO 1 CONSIDERAZIONI SULLA MODALITA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO...7 ALLEGATO 2 LINEE DI PREVISIONE E PREVENZIONE SISTEMI DI MONITORAGGIO E PREVISIONE CRITERI DI PREVENZIONE
3 1. QUADRO GENERALE Il rischio sismico e determinato dalla probabilita che alcune porzioni di territorio siano interessate da terremoti, di tale intensita da far ipotizzare danni agli elementi di fragilita considerati (vite umane, infrastrutture, costruzioni, etc.). Il problema del e' culturalmente collegato con un concetto di ineluttabilita' e di imprevedibilita' che, almeno in linea di principio, rende inevitabile l'evento. Rimane tuttavia il fatto che le tecniche edilizie poste in essere in un paese notoriamente sismico, come l Italia, si sono spesso dimostrate inadeguate a questo tipo di rischio. Non a caso, la scala di valutazione sismica denominata Mercalli, per lungo periodo in auge, misurava gli eventi sismici in termini di danni agli edifici, legando gli effetti dei sismi alla qualita delle opere edili. Ne emerge con chiarezza il fatto che il fattore sul quale agire, per la prevenzione del rischio sismico e quello gia definito W o fragilita, non essendo possibile agire sul pericolo P. 2. LA SITUAZIONE NEL TERRITORIO LE Sulla base del catalogo dei terremoti avvenuti e sulla base delle caratteristiche geologiche del substrato roccioso, il territorio della provincia di Arezzo e' ritenuto a media pericolosita' sismica di base. Infatti, secondo la classificazione vigente, la Provincia di Arezzo rientra in 2a e 3a categoria sismica (Figura 3.4.1). Fig. 1.1 Servizio Sismico Nazionale - Classificazione sismica attualmente vigente 3
4 Si e' fatto riferimento alla Classificazione Sismica 2003 del territorio italiano ad opera del Servizio Sismico Nazionale, riportata nella seguente tabella 1. Zona Anghiari 2 Arezzo 2 Badia Tedalda 2 Bibbiena 2 Bucine 3 Capolona 2 Caprese Michelangelo 2 Castel Focognano 2 Castelfranco di Sopra 2 Castel San Niccolò 2 Castiglion Fibocchi 3 Castiglion Fiorentino 2 Cavriglia 2 Chitignano 2 Chiusi della Verna 2 Civitella in Val di Chiana 3 Cortona 2 Foiano della Chiana 3 Laterina 3 Loro Ciuffenna 3 Lucignano 3 Marciano della Chiana 3 Montemignaio 2 Monterchi 2 Monte San Savino 3 Montevarchi 3 Ortignano Raggiolo 2 Pergine Valdarno 3 Pian di Sco 2 Pieve Santo Stefano 2 Poppi 2 Pratovecchio 2 San Giovanni Valdarno 2 Sansepolcro ssn.protezionecivile.it 4
5 Sestino 2 Stia 2 Subbiano 2 Talla 3 Terranuova Bracciolini 3 Un ulteriore metodo di classificazione dal punto di vista sismico del territorio nazionale si basa sull indicazione delle massime intensità macroscopiche osservate, classificazione che porta ad una valutazione di massima riguardante il grado di sensibilità di un dato ambito. Di seguito si riporta la cartografia corrispondente. Fig. 1.2 Servizio Sismico Nazionale - Massime intensita macrosismiche osservate nei comuni italiani 5
6 3. CARTOGRAFIA Sulla base di tutte queste considerazioni si è elaborata una mappatura del rischio sismico della Provincia di Arezzo che si discosta poco dalla classificazione nazionale in quanto, oltre ad essere effettivamente l unica istituzionalmente approvata, non ci sono dati sufficienti provenienti dai progetti sopracitati per elaborare una cartografia omogenea per tutto il territorio provinciale. Si è ritenuto opportuno però inserire la mappatura degli epicentri sismici rilevati dalle strumentazioni sismografiche (epicentri strumentali, appunto) in modo tale da mettere in evidenza le aree maggiormente colpite nel passato e quindi aree sensibili in materia di rischio sismico; risulta chiaro che gli epicentri di futuri terremoti non possano essere i medesimi evidenziati in mappa, essendo i tempi di ritorno decisamente elevati, soprattutto in caso di eventi di una certa consistenza e gravità. È però altrettanto evidente che la concentrazione epicentrale di alcune zone mostri una particolare caratteristica dell area stessa, e cioè quella di essere inequivocabilmente interessata a fenomeni sismici. Le ricerche che si stanno facendo in ambito geologico e geomorfologico possono dare sviluppo alla ricerca sui cosiddetti effetti di sito che consentano di riprodurre una mappatura più dettagliata della sensibilità locale del territorio, andando oltre i confini amministrativi comunali. In questo modo, e cioè andando a definire le zone e le aree che per le loro caratteristiche fisico-geologiche sono più sensibili, sarà possibile dettagliare maggiormente il rischio sismico sul territorio provinciale e quindi determinare quali aree siano da sottoporre ad una maggiore attenzione in fase progettuale. 6
7 ALLEGATO 1 CONSIDERAZIONI SULLA MODALITA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il limite fondamentale della classificazione nazionale vigente è rappresentato dall utilizzo dei confini comunali quali linee di demarcazione di aree appartenenti a classi differenti, provocando situazioni di difficile interpretazione e soprattutto non del tutto corrispondenti alla realtà. A questo proposito la Regione Toscana ha promosso e realizzato il programma regionale di Valutazione degli Effetti Locali (VEL), il quale si colloca nell'ambito della L.R N. 56 interventi sperimentali per la riduzione del rischio sismico. La fase sperimentale del progetto ha interessato i principali centri urbani della Lunigiana e Garfagnana. In queste zone è stata messa a punto la metodologia operativa che sarà adottata anche in altre zone classificate sismiche della Toscana quali il Mugello, la Valtiberina, l Amiata. L'obiettivo è di caratterizzare all'interno di ambiti territoriali a scala subcomunale (frazioni e centri), le aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta sismica locale in corrispondenza di un terremoto atteso, e definire i possibili effetti sui principali centri urbani, sulle reti di servizio e sulle infrastrutture di comunicazione e fornire agli enti locali informazioni e parametri utili alla progettazione edilizia e pianificazione urbanistica. In questa fase sperimentale sono disponibili sul sito Web le stratigrafie dei sondaggi geotecnici con le relative prove down-hole per alcuni comuni della Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino, Valtiberina e Amiata. I dati geologici, geotecnici e geofisici ad oggi acquisiti hanno permesso di: verificare e approfondire le conoscenze geologiche del sottosuolo (con cartografie, sezioni geologiche, logs stratigrafici, sezioni sismostratigrafiche); caratterizzare per i siti investigati le unità geologiche in termini di velocità delle onde sismiche di taglio (Vsh) e il coefficiente di Poisson dinamico; determinare per le unità geologiche campionabili i parametri geotecnici dinamici (curva di decadimento del modulo di taglio, l'incremento dello smorzamento a crescere della deformazione, il coefficiente di Poisson dinamico). Tali parametri permetteranno la caratterizzazione sismica dei terreni secondo quanto previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 el 20 marzo Verificata l'efficienza di tale sistema saranno disponibili in seguito anche la cartografia geologica e geomorfologica ed i risultati di altre indagini geofisiche e geotecniche. 7
8 ALLEGATO 2 LINEE DI PREVISIONE E PREVENZIONE - SISTEMI DI MONITORAGGIO E PREVISIONE Il Servizio Sismico Nazionale ha ricevuto la responsabilità di riorganizzare la RAN, ovvero la Rete Accelerometrica Nazionale, attualmente costituita da 283 stazioni di misura, di cui 233 analogiche e 50 digitali, distribuite sul territorio nazionale. La nuova RAN sarà costituita da più di 500 postazioni distribuite sull'intero territorio nazionale, mediante l'installazione di nuova strumentazione digitale che verrà dotata di un sistema di controllo e scarico dati in teletrasmissione nei comuni a più elevato rischio sismico dell'intero territorio nazionale. L'ubicazione di ogni postazione è stata scelta in base ad una analisi statistica dei terremoti storici con intensità superiore al VI MM (scala Mercalli modificata). Tale logica consentirà di ottenere entro pochi minuti dall'evento una mappa della distribuzione dei picchi di accelerazione in tutta l'area epicentrale. Elenco dei comuni nei quali è prevista l'installazione delle stazioni accelerometriche Comune Latitudine Longitudine 1 Arezzo Aulla Badia Tedalda Bagni di Lucca Barberino sul Mugello Bibbiena Borgo San Lorenzo Camaiore Carrara Castelnuovo Garfagnana Civitella Paganico Cortona Dicomano Figline Valdarno Firenze Firenzuola Fivizzano
9 18 Livorno Marradi Massa Piancastagnaio Piazza al Serchio Pistoia Pontremoli Poggibonsi San Casciano dei Bagni San Marcello Pistoiese Sansepolcro Siena Una specifica convenzione stipulata tra la Regione Toscana e il Dipartimento di Scienze della Terra dell'università di Siena, inoltre, prevede l'installazione di una rete geodetica composta da 7 stazioni GPS (Global Positioning System) permanenti, localizzate a cavallo delle principali fosse tettoniche dell'appennino settentrionale: le valli della Lunigiana e Garfagnana, i bacini di Pistoia, Firenze e del Mugello e la valle Tiberina. Ogni stazione è costituita da un ricevitore GPS con relativa antenna. Ciascun ricevitore consente di captare i segnali trasmessi da una rete di satelliti in orbita attorno alla terra, la cui analisi combinata permette di determinare la posizione esatta di ciascuna stazione, con precisione dell'ordine di qualche millimetro. Queste misurazioni, effettuate giornalmente e analizzate in connessione con le altre informazioni fornite dalle altre stazioni GPS permanenti attualmente operanti nel territorio italiano, forniscono un quadro continuo delle deformazioni in atto nel territorio preso in esame. Nell immagine qui sotto sono riportate le località interessate dalla rete geodetica in Toscana. 9
10 Queste informazioni, opportunamente analizzate assieme alle informazioni di natura geofisica e geologica, permettono di migliorare la conoscenza della pericolosità sismica. Inoltre, in caso di forti terremoti, tale strumentazione consentirà una preziosa ricostruzione dei movimenti e delle deformazioni associate alle scosse avvenute, favorendo un significativo avanzamento delle conoscenze dei processi tettonici responsabili dell'attività sismica. La figura illustra le stazioni che sono attualmente in via di installazione. - CRITERI DI PREVENZIONE Linee generali di prevenzione Come più volte accennato, il problema del e' legato al concetto di imprevedibilita' che, almeno in linea di principio, rende inevitabile l'evento. Le tecniche edilizie utilizzate in Italia, poi, spesso si sono dimostrate inadeguate a questo tipo di rischio; da qui emerge con chiarezza il fatto che l elemento sul quale agire per la prevenzione del rischio sismico e quello gia definito W o fragilita, non essendo possibile agire sul pericolo P. Potrebbe quindi essere utile prevedere la possibilita di dare corso a programmi di controllo (e revisione) del patrimonio edilizio e delle infrastrutture, valutando nel contempo la predisposizione di piani e procedure di sicurezza specifici, basati sulle situazioni e sulle caratteristiche degli edifici e delle infrastrutture interessati E opportuno che cio venga realizzato in connessione sistematica con le organizzazioni professionali, didattiche e di categoria, al fine di consentire un corretto ed integrale sviluppo dell azione preventiva. E altresi conveniente che i responsabili delle Amministrazioni Comunali prendano in considerazione la necessita di procedere alla individuazione ed al mantenimento di adeguate aree di insediamento idonee e predisposte per una rapida installazione di unita abitative di emergenza prefabbricate. Linee di comportamento a breve termine Nel breve termine e' possibile procedere secondo due linee direttive: Dare corso a programmi di controllo del patrimonio edilizio. Predisporre, con altri Comuni interessati, Piani e procedure di sicurezza specifici, basati sulle situazioni e sulle caratteristiche dei territori interessati. 10
11 Linee di comportamento a medio e lungo termine In termini di comportamento a lungo termine e' possibile realizzare un Piano organico di revisione delle strutture edilizie. Cio deve essere realizzato in connessione sistematica con le organizzazioni professionali, didattiche e di categoria, al fine di consentire un corretto ed integrale sviluppo dell azione preventiva. Si sottolinea infine l opportunita della realizzazione, in Val Tiberina, dei due eliporti a Pieve Santo Stefano ed a Sestino, e dell area di Ammassamento a Sansepolcro, centro strategico per lo smistamento dei soccorsi in tutta un area che, data la forte sismicita puo trarre un notevole beneficio dalla presenza delle suddette infrastrutture. 11
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