La progettazione didattica nella Scuola dell autonomia.

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1 La progettazione didattica nella Scuola dell autonomia. Norma di riferimento: DPR 275/99 Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche emanato in applicazione dell art. 21 dela legge-delega 59/97 (Bassanini) Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa.

2 Il DPR 275/99 Affida al ministero della PI la definizione degli obiettivi educativi generali (art. 8); Concede alle IISS di integrare il curricolo obbligatorio con discipline di propria scelta (fino al 15%, art. 12); Consente alle IISS di ampliare l offerta formativa con percorsi facoltativi (art. 9). OSS.1 Regolamento in materia di autonomia : attenzione a non entrare in contraddizione OSS.2 Di quanto si discostano i programmi scolastici realmente svolti rispetto a quelli ministeriali?

3 IL POF Il Piano dell Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa ; Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti professionalità. OSS. 3 Ha senso parlare di identità culturale nelle IISS pubbliche, a cui si accede per concorso o per trasferimento? OSS. 4 Qualcuno è a conoscenza di un POF in cui sono presenti diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari?

4 La libertà progettuale delle IISS Può muoversi in diverse direzioni: 1.Subordinazione al mercato del lavoro; 2.Subordinazione alle aspettative delle famiglie (talvolta indotte inconsciamente); 3.Analisi ed interpretazione dei bisogni formativi del territorio. Se l IS si muove nella terza direzione, procede a censire ed interpretare i bisogni, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa (da non fare: premettere generiche dichiarazioni di inadeguatezza dell esistente ); individuare delle priorità e formulare degli obiettivi; predisporre risorse e strategie per raggiungere gli obiettivi; scegliere parametri e descrittori per verificare gli esiti attesi.

5 e la libertà d insegnamento? Nella dimensione collegiale del lavoro docente, essa può andare in due direzioni: un restringimento: il singolo docente è assoggettato alla volontà del Collegio; un allargamento: il singolo docente pubblica nel Collegio le proprie convinzioni in materia metodologico-didatticodisciplinare, esce dalla dimensione dell autosufficienza e dell insindacabilità dell agire soggettivo, è disponibile a sottoporre al vaglio critico dei colleghi il proprio operato, e così facendo si rafforza professionalmente; le buone pratiche possono diffondersi e la qualità complessiva del sistema aumentare. Il POF è un documento dinamico, che si basa sulla metodologia della Ricerca-Azione; essa richiede una costante valutazione.

6 Gli aspetti organizzativi Opportunità: ampliare il curricolo obbligatorio; inserire percorsi opzionali. Possibili modi di utilizzarle: spontaneismo (voler fare qualcosa di diverso ), fuga dalle discipline, sostituzione di attività culturali con attività socializzanti; creare gruppi di ricerca metodologico-disciplinare e di analisi dei bisogni formativi del territorio (applicare l art.6).

7 Possibilità offerte e alcuni problemi connessi: Opportunità considerare per ogni disciplina, un monte ore annuale invece che settimanale, distribuito con flessibilità definire unità d insegnamento diverse da quella oraria classi aperte lavorare per ambiti disciplinari invece che per singole materie Problemi connessi vincoli nell orario di insegnamento dei docenti intensificazione del carico di lavoro dei docenti? consigli di classe? Valutazioni? Scrutini? Classi di abilitazione? Competenza dei docenti? OSS. 4 Tutte le strategie organizzative sono mezzi e non fini per il miglioramento della qualità della vita scolastica.

8 Progettazione modulare dell insegnamento. Introdotta in Italia da Giuseppe Domenici 1. E un evoluzione del Mastery Learning 2 Compare nel DM (Progetto 92 Istituti Professionali) Manuale dell orientamento e della didattica modulare, Laterza, Bari Principale artefice: Bloom. Sostiene la possibilità di condurre ad un successo scolastico generalizzato tenendo sotto stretto controllo le variabili che influiscono sul processo (programmazione minuziosa, differenziazione intervento didattico).

9 Che cosa differenzia la didattica modulare dal mastery learning: un maggiore riconoscimento della complessità dei processi intellettivi; l importanza della mappa mentale presente nell allievo prima dell intervento didattico; la necessità di considerare unità di apprendimento più complesse delle unità didattiche.... viene abbandonata una visione riduzionista del processo di insegnamento-apprendimento. Per progettare un modulo occorre individuare un nucleo tematico fondamentale di una disciplina.

10 Problemi: Che cosa è? I nuclei fondanti delle discipline sono nuclei fondanti anche della loro struttura didattica? (Es. in matematica: strutture algebriche; insiemi numerici). I nuclei fondanti della (o di una) struttura didattica disciplinare sono intrinseci alla disciplina o dipendono da altre variabili? Opportunità: Vi è spazio (e necessità) per una ricerca metodologicodisciplinare da parte degli insegnanti (vedi art.6 DPR 275/99).

11 Progettare un modulo didattico. FASI: 1. Obiettivi: occorre usare verbi operativi, riferiti all allievo e non all insegnante, che indicano azioni in uscita; non conoscere (non è un azione in uscita), ma saper enunciare, definire, utilizzare,... ; non favorire, che è esortazione per l insegnante; non conoscere il concetto di..., perché il termine concetto non ha un significato univoco: occorre pensare che significa per noi conoscere il concetto ed esplicitare la prestazione attesa.

12 2. Prerequisiti: occorre evitare la tendenza a sovradimensionarli (esprime una propria insicurezza); conviene verificare la loro congruenza col percorso (effettiva necessità; aggiunta di alcuni che emergono nello sviluppo successivo...); non bisogna trattarli in modo ragioneristico (recupero immediato di chi non sembra possederli...), sono solo un punto di riferimento per l insegnante; 3. Scelta di un problema : non un esercizio ; una situazione problematica, che coinvolga intellettualmente ed affettivamente (conflitto cognitivo).

13 4. verifica dei prerequisiti: in una situazione di continuità, è già contenuta nella verifica in uscita di unità o moduli precedenti; può essere effettuata, oltre che da una prova oggettiva o semistrutturata, da una intervista diagnostica all intera classe. Occorre tener presente che il risultato di una singola prova è soggetto ad un alto grado di aleatorietà. 5. (eventuale) recupero dei prerequisiti: in genere non viene richiesto in fase progettuale; se il percorso didattico è stato realmente svolto, e la verifica dei prerequisiti ha delineato carenze di una certa gravità, si può riportare una breve memoria del lavoro effettivamente svolto.

14 6. articolazione dei contenuti: deve essere sufficientemente dettagliata da mostrare le scelte operate, ma non tanto da dover essere un manuale di studio (esempio: scelta di certi teoremi, ma senza dimostrazione) per gli studenti. 7. eventuali connessioni: possono essere all interno della disciplina o interdisciplinari; 8. eventuale recupero: vale quanto detto al punto 5; 9. verifica di uscita del modulo: esplicitare le modalità, i contenuti, i criteri per la sua misurazione, indicando anche la coerenza con gli obiettivi del modulo.

15 Per le unità didattiche si può applicare lo stesso schema, più semplificato (valutare personalmente caso per caso quali fasi appaiono non necessarie).

16 Vantaggi e rischi di questo metodo di lavoro: vantaggi Consapevolezza dei dettagli del processo Documentazione del percorso Esplicitazione di obiettivi Analisi della prestazione Rischi Eccessiva parcellizzazione del sapere Burocratizzazione Banalizzazione di obiettivi Affermazione di una cultura della prestazione (performativity) Problemi aperti: La didattica modulare è funzionale al sistema dei crediti, che è importato da un paese con tradizioni giuridiche diverse dalle nostre, e nel quale il titolo di studio non ha valore legale.

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