Dop, Igp e tradizionali i tesori di Toscana

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1 8 Rapporto economia agricola e rurale della Toscana Le produzioni tipiche e tradizionali e la filiera corta Dop, Igp e tradizionali i tesori di Toscana Due oli (Toscano Igp e Terre di Siena Dop) e il Pecorino romano Dop ai primi posti nell export fra le denominazioni Il paniere delle Denominazioni di Origine ed Indicazioni Geografiche Protette in Toscana comprende 13 prodotti con areale che ricade interamente all interno della regione e 6 prodotti che riguardano anche altre regioni; in Toscana dunque si contano 9 IGP e 10, che rappresentano circa il 12% del totale di denominazioni geografiche in Italia, ammontanti a 155 prodotti (al marzo 2006). Tra le e le IGP in Toscana si trovano attualmente 4 preparazioni di carni, 6 prodotti ortofrutticoli/cereali, 4 oli extra vergine d oliva, 2 formaggi, 1 carne e 2 prodotti di altra natura - il Miele della Lunigiana e lo Zafferano di San Gimignano, la cui, concessa con il Reg. CE N. 205/2005 (G.U.U.E. L 33/6 del 5 febbraio 2005), è la più recente.

2 Prodotti Dop e Igp già riconosciuti Prodotti e IGP con areale interamente toscano: Castagna del Monte Amiata IGP Fagiolo di Sorana IGP Farina di neccio della Garfagnana Farro della Garfagnana IGP Lardo di Colonnata IGP Marrone del Mugello IGP Miele della Lunigiana Olio Extravergine di oliva "Lucca" Olio Extravergine di oliva "Toscano" IGP Olio Extravergine di oliva Chianti Classico Olio Extravergine di oliva Terre di Siena Prosciutto Toscano Zafferano di San Gimignano Prodotti e IGP con areale comprendente altre regioni: Fungo di Borgotaro IGP Mortadella di Bologna IGP Pecorino Romano Pecorino Toscano Salamini italiani alla cacciatora Vitellone bianco dell Appennino Centrale IGP Fonte: ARSIA Prodotti Dop e Igp in fase di riconoscimento Prodotti e IGP con areale interamente toscano: Agrumi ornamentali della Toscana IGP Farina di castagne della Lunigiana Farina dolce di castagne della Montagna Pistoiese IGP Finocchiona Toscana IGP Marrone di Caprese Michelangelo Olio extravergine di oliva Colli Aretini Olio extravergine di oliva Colline di Firenze Olio extravergine di oliva Colline di Pisa Olio extravergine di oliva Seggiano Pane toscano Panforte di Siena IGP Pecorino Terre di Siena Pecorino a latte crudo delle Montagne e Valli pistoiesi Ricciarelli di Siena IGP Salame Toscano IGP Suino Cinto Toscano Zafferano delle Colline Fiorentine Miele toscano IGP Prodotti e IGP con areale comprendente altre regioni: Gran Suino padano Vitellone della Maremma Tra le denominazioni geografiche della Toscana vi sono alcune produzioni particolarmente vocate all export. Secondo uno studio effettuato da Nomisma e INDICOD ECR sulla promozione e tutela dell agro-alimentare di qualità italiano sui mercati esteri, l Olio Toscano IGP, il Pecorino Romano e l Olio Terre di Siena hanno infatti rappresentato nel 2003, in termini di produzione, i primi tre prodotti italiani Dop e Igp esportati nei mercati esteri, europei ed extra europei. L Olio Toscano Igp nel corso del 2003 ha destinato ben il 66,7% della propria produzione certificata ai mercati esteri, seguito dal Pecorino Romano Dop con il 58,9% della produzione totale Dop e dall Olio Terre di Siena (55,6%): è evidente che, soprattutto nel caso degli oli d oliva, la provenienza del prodotto da territori ad alta vocazione turistica come la Toscana rappresenta un forte ed efficace elemento di traino all esportazione. Vi

3 sono inoltre 20 prodotti di origine toscana che hanno richiesto la tutela comunitaria, due dei quali con areale riguardante anche altre regioni. I primi cinque prodotti e IGP italiani per vocazione all export 2003 e IGP Export t exp/prod UE Extra-UE Olio Toscano IGP t 66,7% 40% 60% Pecorino Romano t 58,9% 37% 63% Olio Terre di Siena 20 t 55,6% 70% 30% Olio Garda 70 t 46,7% 75% 25% Aceto Balsamico Tradizionale di Modena 4 t 45,4% 57% 43% Fonte: Osservatorio Prodotti Tipici - Nomisma I prodotti tradizionali in Toscana L Elenco dei Prodotti Tradizionali, censiti annualmente per la Toscana dall Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione in Agricoltura dal 1999 (a seguito del D. Lgs. 173/98) annovera attualmente 451 specialità, 11 in più rispetto alle 440 dello scorso anno. Durante il 2006, l Arsia ha ricevuto 12 nuove richieste di inserimento, mentre è stato cancellato dall elenco dei prodotti censiti lo Zafferano di Siena, a seguito del riconoscimento della Dop per lo Zafferano di San Gimignano. E grazie alla collaborazione tra associazioni di produttori e consumatori ed istituzioni come la Regione Toscana, Arsia ed Enti Locali, alcuni prodotti tradizionali sono oggetto di particolare studio per verificare la sostenibilità di percorsi di valorizzazione e tutela che spaziano dalla richiesta di certificazione comunitaria, alla costituzione di marchi collettivi geografici, all inserimento in percorsi eno-gastronomici. Resta tuttavia aperta la questione inerente l effettiva opportunità rappresentata da Dop o Igp per quelle aziende di ridotte dimensioni o che producono una massa critica di prodotto tipico spesso insufficiente a garantire un adeguata offerta sul mercato. Non sempre infatti la certificazione comunitaria rappresenta un idoneo strumento di valorizzazione per tutti i prodotti: studi recentemente conclusi come il progetto, finanziato da Arsia e Regione Toscana, Prodotti tipici, percezioni di qualità lungo la filiera e possibilità di sviluppo del mercato, tramite l analisi di casi di prodotti tipici di natura eterogenea, valutano anche l opportunità di utilizzo di strumenti di protezione/valorizzazione diversi da o IGP come marchi geografici o promozioni in altri circuiti commerciali di tipo breve, da parte di imprese con diverse caratteristiche secondo dimensione, contesto socio - economico di sviluppo, caratteristiche pedo climatiche del territorio, tutti fattori che influenzano fortemente l effettiva riuscita del processo di valorizzazione. Nuovi prodotti inseriti nell Elenco dei Prodotti Tradizionali 2006 Cantucci di San Miniato Carne di razza Calvana Cioccolato artigianale toscano Cucchiaroli Fossa del Greppo Gallina Mugellese Gemma d abeto Granturco nano di Luco Maccheroni della Garfagnana Pisello mugellano Torta di marroni di Marradi Zuccherini del Mugello

4 Fonte: ARSIA Produzioni locali: la filiera corta ne esalta le potenzialità Dalla filiera lunga, frutto di processi di modernizzazione e globalizzazione, a recenti esperienze di filiera corta, corredate da iniziative volte a ricondurre il prodotto al suo luogo di origine e a ridare visibilità ai produttori. Nei processi di rilocalizzazione dei circuiti di produzione e di consumo convergono obiettivi ed interessi di soggetti sociali diversi: dal consumatore, che sempre più cerca prodotti che si caratterizzano per qualità organolettica, sicurezza, naturalità, valenza culturale, ai produttori e le comunità rurali per i quali la rilocalizzazione è vista come un opportunità per difendersi dagli effetti negativi della globalizzazione; non ultime, le politiche pubbliche per le quali la rilocalizzazione rappresenta una via verso condizioni di sostenibilità delle produzioni agroalimentari e un importante strumento nei processi di sviluppo rurale, sia come marketing territoriale che come strategia per aumentare la competitività dell industria alimentare sui mercati internazionali. La Toscana si inserisce perfettamente in queste dinamiche: le strategie politiche e di molte imprese puntano infatti ad esaltare il connubio fra innovazione, sostenibilità, eccellenza qualitativa e identità territoriale attraverso numerose iniziative di rilocalizzazione da parte dei principali attori coinvolti. Le imprese agroalimentari, da un lato, possono svolgere un ruolo fondamentale attraverso gli approvvigionamenti su scala locale e nella creazione/mantenimento di filiere regionali; le aziende agricole, dall altro, vedono nascere dall evoluzione della domanda l opportunità di attivare e gestire direttamente circuiti brevi di produzione-consumo, basati su un rapporto stretto con i consumatori. L approvvigionamento locale dell industria alimentare La scelta di rafforzare o reintrodurre la logica del legame con il territorio nelle scelte di approvvigionamento dell industria alimentare consente di fornire un notevole sostegno alla vitalità del tessuto agricolo regionale e anche di cogliere i segnali che vengono dalla domanda, rispondendo alle esigenze di trasparenza e di qualità dei processi produttivi e dei prodotti. I marchi Dop e Igp hanno contribuito all organizzazione e diffusione su base territoriale dei rapporti tra gli operatori e l identità dei prodotti. Esempio di tale integrazione, in termini di rafforzamento di legame con il territorio, può essere la riqualificazione dell olio toscano (sia attraverso la Dop che le Igp) o la riscoperta dei pecorini e dei cereali tradizionali. Negli ultimi anni, poi, anche prodotti che tradizionalemente circolavano su fileire lunghe sono stati oggetto di rilocalizzazione: basti pensare alla zootecnia e, in particolare, al caso del latte bovino per il consumo fresco, per il quale l industria di confezionamento operante in Toscana (in primis la Centrale del latte di Firenze, Pistoia, Livorno) si approvvigiona quasi interamente sul territorio regionale, dando vita anche a linee di prodotto strettamente collegate al territorio di origine (come il latte Mugello ). Un altro settore in cui questi processi mostrano grandi potenzialità è quello cerealicolo. La riforma della PAC e l accentuazione dell instabilità dei prezzi del grano hanno creato nuovi scenari, nei quali la costituzione di circuiti brevi e locali di collegamento tra produzione, trasformazione e consumo ha iniziato a rappresentare un opportunità. Ne è derivata la filiera cerealicola Agriqualità (L.R.25/99) che ha portato ad integrare in un circuito regionale le produzioni di cereali, la loro molitura fino alla produzione di pane (Pane Toscano) e pasta di qualità (La Tosca), valorizzando così il patrimonio di conoscenze tecniche e il tessuto di piccole e medie imprese agricole e artigianali presenti sul territorio. E nuove opportunità, in questo senso, verranno dall istituzione della Dop per il Pane Toscano. I mercati dei produttori e i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) In Toscana si possono individuare circa una decina di mercati di produttori, che vanno da oltre 50 produttori a quindici-venti: la Fierucola di Firenze, il Mercatale di Montevarchi, Il pagliaio di Greve in Chianti, la Fierucola di Prato, il mercato contadino di Pisa, la Zucca Barucca di Pistoia, il mercato di

5 Cecina, il mercato di Scandicci, si va da mercati con oltre 50 produttori a mercati Questi mercati sono nati per la volontà dei piccoli produttori di trovare una forma di vendita diretta per i propri prodotti e che, in alcuni casi, hanno dato vità a collaborazioni con amministrazioni provinciali e comunali, organizzazioni professionali, Arsia e Slow Food. Alla fine degli anni novanta sono nati in Toscana i Gruppi di Acquisto Solidale, costituiti da singoli o famiglie che si organizzano per acquistare collettivamente prodotti, alimentari e non, da produttori locali, con la specifica volontà comune di applicare il principio della solidarietà nelle pratiche di acquisto/consumo. Attualmente in Toscana se ne contano circa una cinquantina, dislocati in tutta la regione. Più numerosi nelle aree urbane (a Firenze sono oltre dieci, mentre a Pisa se ne contano cinque), sono invece più rari nelle aree rurali (praticamente assenti, ad esempio, nell area di Grosseto) e questo è dovuto probabilmente all intensità del legame della popolazione con l attività agricola, integrata con il livello di cultura alimentare. Per lo più si tratta di giovani, ma vi partecipano anche persone di mezza età con livello di istruzione e di reddito medio-alto, sensibili alle tematiche ambientali, della salute e salubrità alimentare, del rispetto dei lavoratori. Generalmente la scelta dei produttori si orienta verso piccoli produttori locali, che hanno l azienda in zone limitrofe. Fondamentale poi è l impiego di pratiche di agricoltura biologica o biodinamica, mentre risulta essenziale il rapporto di fiducia con il produttore, così come la sua disponibilità a fornire agli acquirenti informazioni sul cibo e sui processi produttivi. In particolare vengono acquistati formaggi, prodotti ortofrutticoli, pane, uova, pasta, olio, ecc. Attualmente i GAS toscani si presentano fortemente integrati al loro interno e verso l esterno e rappresenta una realtà in forte evoluzione. Per alcuni piccoli produttori, inoltre, questi gruppi rappresentano quasi l unico sbocco commerciale e il possibile scioglimento di un gruppo costituisce un grosso rischio. In diverse aree si sta cercando di creare un coordinamento tra i produttori, in modo tale da poter garantire un approvvigionamento continuativo ai GAS ma anche, in prospettiva, organizzare forme di fornitura diretta a dettaglianti e ristoratori locali. Firenze, 7 luglio 2006 c.s.n. 48 (IV VIII Rapporto economia agricola e rurale della Toscana)

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