Dall accoglienza all inserimento in classe: aspetti burocratici e non solo

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1 MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA 2 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE M. SENECI Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di 1 grado Via Partigiani, LUMEZZANE S.S. BS Tel: 030/ fax:030/ Commissione Intercultura Dall accoglienza all inserimento in classe: aspetti burocratici e non solo ANNO SCOLASTICO ISCRIZIONE 1

2 Il Decreto Legislativo n. 76/2005 relativo al diritto-dovere all istruzione e alla formazione, nel riprendere ed ampliare il concetto di obbligo formativo (art. 68 Legge 144/99), individua i destinatari in tutti, ivi compresi i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato (comma 6 dell art. 1). L obbligo scolastico, integrato nel più ampio concetto di diritto-dovere all istruzione e alla formazione (art. 68 della Legge 17 maggio 1999, n. 144, ripreso nell art. 2 della Legge n. 53/2003 e nell art..1 del Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76 relativi al diritto-dovere all istruzione e alla formazione) concerne evidentemente anche i minori stranieri che abbiano tra i 15 e i 18 anni indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia (art. 38 del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286; art. 45 del D.P.R. n. 394/99). Le iscrizioni, pertanto, possono essere richieste in qualsiasi momento dell anno scolastico (D.P.R. n. 394/99, art. 45; C.M. del 23 marzo 2000, n. 87; C.M. del 5 gennaio 2001, n. 3; C.M. del 28 marzo 2002, n. 87; C.M. del 23 dicembre 2005, n. 93). Gli alunni privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità, vengono iscritti con riserva in attesa della regolarizzazione. L'iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. (art. 45 del D.P.R. n. 394/99). L iscrizione scolastica con riserva non costituisce un requisito per la regolarizzazione della presenza sul territorio italiano, né per il minore, né per i genitori. E necessario, sin dall iscrizione, una chiara ricognizione del pregresso scolastico dell alunno per interventi specifici e la stretta collaborazione della famiglia per la definizione del suo percorso formativo. Il lavoro interculturale coinvolge in prima persona tutta la scuola, dal capo d istituto al personale ausiliario, che deve riconoscersi e confrontarsi con l accogliere. L accoglienza quindi riguarda tutti, ognuno al suo livello, perché è un termine e un concetto plurale che si riferisce, al tempo stesso, alle procedure, agli aspetti burocratici, alla normativa, alle emozioni e agli affetti, alle relazioni, agli atteggiamenti e ai messaggi. L allievo migrante deve sapere e sentire che è l intero contesto che si occupa di lui, della sua presenza, della sua realtà e della sua storia, spesso al centro di pregiudizi, di superficialità, di razzismo. Gli insegnanti e gli operatori della scuola devono perciò attrezzarsi a riconoscere pienamente il rilievo di questa problematica, perché ad essa venga dato adeguato riconoscimento nelle pratiche quotidiane. 2

3 Al momento dell iscrizione, il personale della segreteria compilerà la documentazione predisposta e informerà il genitore che, nei giorni successivi all iscrizione, dovrà presentarsi con l alunno neo iscritto presso la scuola interessata, dove incontrerà il referente per l intercultura del plesso; a tale riguardo i referenti dei diversi plessi, ad inizio anno scolastico hanno messo a disposizione dell Istituto una fascia oraria settimanale per la reperibilità nei casi di neo arrivi; il giorno e la data dell incontro verranno riportati sul modulo che l Istituto ha predisposto, che verrà consegnato al genitore. La segreteria informerà immediatamente la funzione strumentale, la quale contatterà il mediatore linguistico culturale, e il referente interessato, il quale predisporrà il materiale necessario per l incontro: il Piano di Studi Personalizzato e le prime prove di ingresso, Durante l incontro il referente, coadiuvato dal mediatore, che avrà un ruolo facilitatore nei confronti dell allievo e della famiglia, compilerà la parte iniziale del Piano di Studi Personalizzato (il profilo dell apprendente) e cercherà di raccogliere il maggior numero possibile di notizie sul bambino; poi verranno proposte le prove di ingresso al minore. Alla fine dell incontro verrà comunicata al genitore la data di inizio delle attività scolastiche, ricordando che l inserimento del nuovo alunno necessita di un adeguata preparazione e sensibilizzazione da parte degli insegnanti nei confronti dei compagni, e non può, quindi, avvenire da un giorno all altro. Accertate le competenze e i livelli di preparazione, il referente proporrà al dirigente, alla funzione strumentale e ai colleghi interessati, la classe nella quale verrà inserito l alunno. INSERIMENTO NELLA CLASSE I criteri per la scelta della classe e della sezione di inserimento sono gli stessi definiti dal protocollo di comportamento, stipulato col Distretto, per l'iscrizione, l'assegnazione definiti dal protocollo di comportamento, stipulato col Distretto, per l'iscrizione, l'assegnazione alla classe e la frequenza scolastica dell'alunno straniero: L'art. 45 comma 2 del D.P.R. 394/99 regola l'iscrizione alla classe dell'alunno straniero. L'alunno va assegnato di norma alla classe corrispondente all'età anagrafica. La competenza dell'assegnazione spetta al Collegio Docenti; l'inserimento in una determinata sezione spetta al Capo d'istituto. Stante l'impossibilità per limiti contrattuali di convocare il C.D. ogni volta che viene iscritto un alunno straniero, diventa necessaria la delega. Questa viene esercitata in prima istanza dal membro della commissione del plesso interessato all'inserimento ed eventualmente da uno o 3

4 più docenti fra quelli delle classi coinvolte, avente lo scopo di valutare l'iscrizione alla classe corrispondente all'età anagrafica, tenendo conto globalmente dei seguenti criteri: 1. Priorità alla norma che Indica l'iscrizione alla classe secondo l'età anagrafica, per non creare una discriminazione degli alunni stranieri a causa delle loro difficoltà iniziali d'integrazione linguistica e culturale. 2. Attenta valutazione dei risultati delle prove oggettive utilizzate al fine di verificare la sussistenza o meno di carenze personali dell'alunno che si assommino a quelle contingenti dell'inserimento in un paese straniero. 3. Considerazione della migliore integrazione possibile in rapporto allo sviluppo psico-fisico e socio-affettivo dell'alunno. 4. Considerazione delle risorse interne ed esterne alla scuola. 5. Coinvolgimento della famiglia Nel caso in cui la Commissione proponga l'iscrizione ad una classe diversa, immediatamente inferiore o superiore, il Dirigente convoca la Commissione competente del Collegio Docenti, la quale, in quanto organo operativo dello stesso C.D., valuterà e deciderà in merito. DISSEMINAZIONE NELLE CLASSI Regola generale: il collegio docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi, evitando comunque la costituzione di classi in cui la presenza straniera sia predominante ( art. 45, comma 3, D.P.R. 394/99). Nel momento dell accoglienza è necessario porre le basi per un graduale e positivo inserimento e per un autentica integrazione; è l inizio di un percorso comune di crescita sia per il bambino/ragazzo che viene da lontano, sia per il gruppo-classe, che lo incontra e scopre le sue ansie, le sue paure, le sue attese e le sue potenzialità. In questa delicata fase la presenza di un mediatore linguistico culturale può costituire per l alunno neo arrivato un sicuro sostegno e può facilitare una curiosa attesa e una sincera accoglienza nei confronti del nuovo alunno, presentando alcune tradizioni, usi e costumi del paese d origine e facendo memorizzare semplici parole per una prima comunicazione. I compagni stessi saranno coinvolti nell allestimento dell aula con cartelli di benvenuto nella lingua madre e altri segni di ospitalità. Il nuovo alunno sentirà quindi di essere atteso, aspettato, realmente accolto. Un accoglienza amichevole potrebbe anche concretizzarsi 4

5 nell individuazione per ogni nuovo alunno straniero di un ragazzo italiano che svolga la funzione di tutor, di compagno di viaggio specialmente nei primi tempi. Sarà utile pure organizzare momenti di gioco e attività in piccolo gruppo per facilitare la conoscenza reciproca e la socializzazione. ADATTAMENTO DEI PROGRAMMI Regola generale: il collegio docenti definisce il necessario adattamento dei programmi di insegnamento in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri ( art. 45, comma 4, D.P.R. 394/99 ). Per facilitare l'inserimento di ciascun alunno vengono attivate le strategie organizzative o didattiche che gli insegnanti ritengono più opportune. Rispetto alla strutturazione dei gruppi di apprendimento non è possibile pensare ad una soluzione che sia definita una volta per tutte perché questo aspetto è strettamente correlato alla tipologia delle risorse presenti nella scuola. INSEGNAMENTO DELL ITALIANO SECONDA LINGUA Principio: l effettività del diritto allo studio del minore straniero è garantita anche mediante l attivazione di appositi corsi ed iniziative per l apprendimento della lingua italiana ( art. 38, comma 2, D.L.vo 286/98 ). Nella fase iniziale d'inserimento nella scuola, si prevedono percorsi laboratoriali di lingua italiana L2; è possibile ricorrere ad ore di insegnamento aggiuntivo, svolte da insegnanti dichiaratisi disponibili, realizzando anche scambi professionali tra scuola primaria e secondaria di primo grado, oppure all insegnante alfabetizzatrice esterna, ins. Rivetta Marisa. L'insegnamento aggiuntivo si rivolge agli alunni stranieri di nuovo inserimento, a quelli che ancora non hanno acquisito le strumentalità di base oppure a quelli di un livello superiore che devono acquisire la lingua italiana dello studio L'insegnamento della lingua italiana, come L2, è inizialmente graduale, può essere condotto fuori e/o dentro la classe. Si realizza individualmente o a piccoli gruppi ed è definito con adeguato progetto steso dal team docente. Per organizzare l attività di insegnamento della seconda lingua, ogni scuola ha individuato il laboratorio interculturale, uno spazio che possa funzionare come luogo di accoglienza e di apprendimento, un ambiente, quindi, confortevole, nel quale gli alunni neo-arrivati possano 5

6 sentirsi a loro agio, accolti e nel quale possano riconoscersi e lasciare tracce visibili della loro storia e dei loro progressi. Per l allestimento del laboratorio di L2 si utilizzano: carta geografica dei paesi di provenienza e fotografie di città e luoghi di origine; fotografie e disegni degli alunni; cartelli e scritte di benvenuto in varie lingue; vocabolari di base in lingua italiana illustrati, glossari in varie lingue; videoregistratore, macchine fotografiche; testi didattici e schede per l insegnamento dell italiano L2 (di livelli diversi); cartelloni, alfabetieri, anche prodotti dagli alunni; oggetti di uso quotidiano e immagini per creare situazioni e contesti comunicativi; giochi linguistici (tombola, domino, gioco dell oca...). RELAZIONE CON LE FAMIGLIE Principio: il collegio docenti formula proposte in ordine ai criteri e alle modalità per la comunicazione tra la scuola e le famiglie degli alunni stranieri ( art. 45, comma 5, D.P.R. 394/99). Si allega il progetto Conosciamoci EDUCAZIONE INTERCULTURALE Principio: le scuole sono tenute ad organizzare iniziative di educazione interculturale, anche in assenza di alunni stranieri. L educazione interculturale è valore fondamentale della scuola e dunque criterio fondamentale per la programmazione scolastica; è un percorso formativo interdisciplinare per tutti, con carattere di ordinarietà, da attivarsi per superare particolarismi, stereotipi e pregiudizi, visioni etnocentriche e settarie, per preparare menti aperte al confronto, alla solidarietà, alla cooperazione, alla pace, valori su cui fondare una società multietnica (art. 45, comma 7, D.P.R. 394/99 e CC.MM. 205/90 e 73/94). Lumezzane, settembre 2010 La Funzione Strumentale per l Intercultura 6

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