La storia e il ruolo della tv in Italia Marco Gui

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1 Marco Gui La storia e il ruolo della tv in Italia Marco Gui

2 Parte prima CONCETTI GENERALI

3 Alcune caratteristiche della tv (tradizionale) di rilevanza sociologica Rapporto di quasi-interazione mediata (vedi Thompson) Linguaggio audiovisivo di facile apprendimento (non necessita di formazione specifica, come invece la scrittura o i nuovi media ) Produttori professionisti; dietro a loro emittenti e istituzioni organizzate Pubblico indistinto, soprattutto nella prima fase ( broadcast = seminare, spargere) Unificazione nel consumo degli stessi contenuti di segmenti sociali separati omogeneizzazione, coesione sociale Visione casalinga/familiare, ristrutturazione del tempo in famiglia

4 I rapporti comunicativi nei media (Fonte: Bordewijk,B. e Van Kaam, B., Towards A New Classification of Tele-information Services ) Mentre nei media di massa (quindi anche nella tv tradizionale) i rapporti mediali erano confinati nella sfera della allocuzione, i nuovi media li estendono su ciascuno degli altri tre quadranti. Vedi anche Van Dijk, pag

5 Tre periodi nella storia della tv italiana Periodo del monopolio pubblico - Monopolio pubblico - Controllo governativo - Concentrazione delle audience su pochi canali e tipi di programma - Separazione dal circuito economico (con l eccezione di Carosello, format peraltro regolatissimo) - Target omogeneo - Connotazione educativa anni 80 Periodo della nascita delle tv private - Avvento delle tv private commercializzazione dei contenuti - Cristallizzazione del duopolio Rai-Fininvest - Controllo parlamentare ( e non più governativo) della tv pubblica lottizzazione - Diffusione del telecomando e del videoregistratore anni 90- anni 2000 Periodo dell avvento del digitale - Estremizzazione della commercializzazione dei contenuti - Rivoluzione digitale tv digitale - Avvento dei contenuti a pagamento - Internet e nuovi media fanno concorrenza alla tv

6 I tre fenomeni che analizzeremo nel lavoro di gruppo Come fenomeno rappresentativo del primo periodo (anni 50-70) Carosello Come fenomeno rappresentativo del primo periodo (anni 70-80) Auditel Come fenomeno rappresentativo del primo periodo (anni ) Tv digitale terrestre

7 L evoluzione dei modelli di business televisivi dalla paleotelevisione (I periodo) alla neotelevisione (dal II periodo in poi) Prodotto Cliente Fattori di produzione Paleotele visione Palinsesto Stato/Cittadini Neotelev isione Audience Inserzionisti pubblicitari Palinsesto Pay TV Palinsesto Spettatore/consu matore SMS-TV Audience + Flusso SMS Inserzionisti + Operatore telefonico Palinsesto + interazione SMS

8 Parte seconda LA NASCITA DELLE TV COMMERCIALI

9 Le ragioni costituzionali del monopolio RAI nel primo periodo «A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.» (Art 43 Costituzione)

10 Fonti principali della seconda parte: Monteleone F. (2005), Storia della radio e della televisione in Italia, Marsilio, Venezia (per quanto riguarda i contenuti audiovideo presentati in aula)

11 Il clima culturale per il superamento del monopolio (primi anni 70) - Ritorno al privato, cambiamento nei consumi - Innovazioni tecnologiche per ciò che riguarda i canali di diffusione e di distribuzione del segnale televisivo - Ideologia dell impresa, anche nel mondo della comunicazione - Spinta a sottrarre la comunicazione via etere alla sfera del potere esecutivo, derivante anche dai movimenti del 68 e dal dibattito innescato da intellettuali come Pasolini. Anche gli operatori privati, pur per altre ragioni, spingono nello stesso senso. D altra parte anche lo spirito della Costituzione va in questa direzione (Art. 21). - Scalfari inizia su l Espresso una campagna di stampa a favore della concorrenza pubblico/privato.

12 Date importanti 1972 Compaiono le prime televisioni private via cavo (la più importante è TeleBiella) sfruttando un vuoto giuridico: il cavo non era previsto come tecnologia dalla legislazione La Corte Costituzionale, che precedentemente legittimava il monopolio (a patto che rispettasse i fini di utilità generale) ne dichiara invece l illegittimità nel settore delle tv via cavo locali. L etere resta però allo Stato Nasce dopo la sentenza la tv via cavo TeleMilanocavo, poi acquistata dalla EdilNord. Diventerà poi TeleMilano, poi TeleMilano 58, poi Canale Legge di riforma della RAI (legge 103 Aprile 1975). Il controllo dell azienda pubblica passa dal Governo al Parlamento. Resta il monopolio di Stato nella tv via etere La Corte Costituzionale dichiara incostituzionale una parte della legge 103 dell anno prima in cui si vietano le trasmissioni via etere anche locali. La politica, che aveva ragionato sempre sul presupposto del monopolio è spiazzata. Le ultime due date, in grassetto, sanciscono anche formalmente il superamento del periodo monopolistico e il passaggio al secondo periodo.

13 Le nuove reti commerciali Nella fase dal 1976 al 1980, dopo l importante sentenza della Corte del 1976, nascono tante nuove reti private, tra le quali le più importanti: - Rizzoli/Corriere della Sera TeleAlto milanese - Fininvest TeleMilano, Canale 5 - Rusconi AntennaNord, Italia 1 - Mondadori Retequattro Nella fase dal 1980 al 1984 si impone invece un solo gruppo : Fininvest (nel 1982 Rusconi vende Italia 1 alla Fininvest; nel 1984 Mondadori vende Rete4 a Fininvest) Nel 1984 nasce Auditel!

14 L oscuramento di Fininvest e lo sdoganamento finale delle tv commerciali Le nuove reti in particolare quelle di Fininvest non potendo formalmente trasmettere su scala nazionale, si connettono tramite interconnessione funzionale : mandano cioè in onda nello stesso momento lo stesso materiale registrato. In questo modo aggirano la legge che vieta alle tv commerciali di trasmettere a livello nazionale. Ottobre pretori oscurano le reti Fininvest in Lazio, Piemonte e Abruzzo sulla base dell illegittimità della interconnessione funzionale. Era la mattina del 16 ottobre 1984 quando nuclei della Polizia postale e della Guardia di Finanza, in esecuzione dei decreti penali firmati dai pretori di Torino, Roma e Pescara, disattivarono gli impianti per le interconnessioni televisive oltre l ambito locale...i telespettatori del Piemonte, del Lazio, dell Abruzzo e di una parte delle Marche, sintonizzandosi quel pomeriggio sulle reti del Biscione, trovarono sul video soltanto nebbia, nevischio o sabbia. Molti pensarono subito a un guasto dell apparecchio o dell antenna, ma i canali della Rai e delle tv locali si vedevano perfettamente. Finché, alle 20,20, sui monoscopi della Fininvest apparve in quelle regioni un cartello: "Per ordine del pretore di Roma è vietata la trasmissione in questa città dei programmi di Retequattro regolarmente in onda nel resto d Italia"... GIOVANNI VALENTINI, La Repubblica, 20 dicembre 2003 Interviene quindi la Legge 10, 1985 (detta Decreto Berlusconi ) che sancisce la legittimità della trasmissione anche con interconnessione funzionale. La legge rimanda a una successiva legge generale sul sistema radiotelevisivo La Legge Mammì legittima la trasmissione su scala nazionale anche delle tv private. Mediaset può così passare dalla interconnessione funzionale alla interconnessione tecnica : può trasmettere lo stesso programma anche in diretta e non più solo lo stesso programma pre-registrato. Quindi può fare informazione (nasce il TG5)

15 Copertina di Tv Sorrisi e Canzoni nel periodo dell oscuramento di Finivest da parte dei pretori.

16 Le leggi successive 1994 La Corte Costituzionale dichiara incostituzionale l art. 15 comma 4 della Mammì laddove si permette ad un solo operatore di detenere tre reti. La Corte fa riferimento alla legge sulla stampa che aveva limiti minori e ritiene non esserci motivo di una maggiore generosità dello Stato nel campo della tv La legge Maccanico dichiara che le concessioni non possono superare il 20 per cento delle reti pianificate (quindi non più di 2); le reti che eccedono tale limite hanno una deroga, stabilita dall'agcom, per trasferirsi successivamente su cavo o satellite In base alla legge Maccanico viene organizzata una gara per l assegnazione delle frequenze. Vince Canale 5, Italia 1 ma non Retequattro che supera il limite del 20%. Al suo posto vince invece Europa7. Tuttavia questa assegnazione non diventa esecutiva. La Corte Costituzionale (sentenza n. 466/2002) giudica incostituzionale la mancata fissazione di un termine preciso per l occupazione effettiva delle frequenze assegnate e lo stabilisce al 31 dicembre Oltre quella data i canali senza assegnazione (in particolare Retequattro) dovranno trasferirsi sul satellite. Il decreto legge n. 352/2003 e la successiva Legge Gasparri 2004 legittimano invece la situazione tuttora esistente. Al fine di agevolare la conversione del sistema dalla tecnica analogica alla tecnica digitale la diffusione dei programmi radiotelevisivi prosegue con l esercizio degli impianti legittimamente in funzione alla data di entrata in vigore della presente legge. Il repertorio dei siti di cui al piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la diffusione radiotelevisiva resta utilizzabile ai fini della riallocazione degli impianti che superano o concorrono a superare in modo ricorrente i limiti e i valori stabiliti in attuazione dell articolo 1, comma 6, lettera a), numero 15), della legge 31 luglio 1997, n. 249 (legge Gasparri)

17 La legge Gasparri e il digitale terrestre La legge introduce il SIC (Sistema integrato delle comunicazioni), che comprende stampa quotidiana e periodica; editoria (...) anche per il tramite di Internet; radio e televisione; cinema; pubblicità. I singoli soggetti non possono conseguire ricavi superiori al 20 % dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni (non si parla più, come nelle precedenti leggi, del 20% delle reti televisive analogiche e dei programmi televisivi in ambito nazionale). Parte un piano di diffusione e promozione della tv digitale terrestre. La data dello switch-off viene fissata al 31 dicembre 2006 (poi è stata posticipata al 2012) Viene congelata la situazione della tv analogica. La questione del pluralismo viene affrontata invece guardando alla nuova tv digitale che avrebbe portato molti canali in più e permesso l entrata di nuovi soggetti.

18 Parte terza LA DIGITALIZZAZIONE E I SUOI EFFETTI

19 La Digitalizzazione La digitalizzazione è il processo di conversione di grandezze analogiche in grandezze discrete. (digit = cifra) ( Dalsito: ) Una trasmissione analogica si serve della variazione di grandezze fisiche analoghe a quelle reali (ad es. la pressione esercitata dall emissione orale sulla membrana del telefono). Lo standard digitale trascrive invece numericamente i segnali che vengono ritradotti in grandezze analogiche una volta arrivati a destinazione.

20 La Digitalizzazione/2 Informazione come insieme di unità discrete

21 La Digitalizzazione/3

22 La Digitalizzazione/

23 La Digitalizzazione/4 a, b, c

24 Le conseguenze della digitalizzazione/ La Convergenza la capacità di differenti piattaforme di rete di gestire servizi di tipo fondamentalmente simile l'unificazione di apparecchiature di largo consumo (ad esempio telefono, televisione e computer) (Libro verde sulla convergenza Commissione Europea, 1997)

25 Le conseguenze della digitalizzazione/ La Convergenza_2 Skype: Esempio della I definizione: con Skype posso telefonare da un computer a un telefono tradizionale. Questo perché differenti piattaforme di rete (quella telefonica e quella di Internet) comunicano tra loro. Fastweb: Esempio della II definizione: con Fastweb posso vedere la tv sul computer. Questo perché le apparecchiature di largo consumo si stanno unificando. Ora posso usare un solo strumento anziché due.

26 Le conseguenze della digitalizzazione/ La Convergenza_3 Media di massa INTERNET Telecomunicazioni Reti informatiche Prof. Van Dijk, slide da lezione 1 del corso ICT Society and Policy, University of Twente, Marzo 2005

27 Cos è diventata la tv dopo la digitalizzazione Elementi fondamentali per una classificazione: 1. Gli standard di trasmissione 2. Le reti di trasmissione 3. I livelli di interattività

28 1. Gli standard di trasmissione Analogico Digitale

29 2. Le resti di trasmissione Satellitare Terrestre, (Umts) Via cavo

30 3. I livelli di interattività Tradizionale: flusso one way tradizionale Enhanced tv (etv): flusso one way in cui, oltre alla normale programmazione, vengono trasmesse altre informazioni integrative (es. biografia di un cantante, foto, ecc ). L utente può interagire scegliendo tra le informazioni comunque trasmesse. Interactive tv (itv): esiste un canale di ritorno (di solito un collegamento del televisore alla rete Internet) tramite il quale l utente può interagire direttamente con l emittente. Può ad es. richiedere dei contenuti oppure interagire con il programma facendo domande.

31 Mappa della tv italiana Terrestre Satellitare Cavo Umts/Wifi Analogico Rai, Mediaset, La7/Mtv, AllMusic, Sportitalia + locale Canali in chiaro: es. BBC World (Tele+ all inizio) (Tv via cavo americana, Tv via cavo italiane anni 70) Digitale Rai, Mediaset, La7/Mtv + altri canali gratuiti + altri a pagamento + alcune locali Sky + altri Fastweb, Alice Tre, wi-fi City TV Il livello di interattività più avanzato (Interactive TV vedi slide precedente) è possibile solo nella tv digitale (sia terrestre che diffusa su altre reti) ma è necessario che vi sia un canale di ritorno.

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