Storia dell arte. 1.Neoclassicismo: Il Neoclassicismo è un movimento artistico che si sviluppa in Europa a metà BY SDRILLOS

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1 BY SDRILLOS Storia dell arte 1.Neoclassicismo: Il Neoclassicismo è un movimento artistico che si sviluppa in Europa a metà del Settecento per esaurirsi nei premi decenni dell Ottocento. È animato da una forte volontà di rottura con la cultura tradizionale e vede nel passato i modelli da seguire, poiché appartenenti ad un mondo puro e incorrotto. Fondamentale tappa di questo movimento furono le nuove scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei venute alla luce in quegli anni e che diedero nuova enfasi agli artisti neoclassicisti. Il più importante teorico del neoclassicismo fu Winckelmann che esaltò l arte greca per la calma olimpica delle sue manifestazioni. Enorme impatto sugli artisti dell epoca fu anche la scoperta dell arte fidiaca grazie al trasferimento di alcuni marmi del Partenone a Londra. In pittura vennero aboliti gli effetti del chiaroscuro in favore di larghe stesure di colore piatte, senza ombre e con contorni fermi. I soggetti principali veniva presi o dalla storia o dalla mitologia. Sul piano urbanistico, sempre di maggiore importanza in conseguenza alla crescita delle città causata dalla rivoluzione industriale, si proponeva per gli edifici, pubblici e privati, l abolizione degli apparati decorativi e l adozione di schemi semplici. Antonio Canova: (Possagno, Treviso 1757 Venezia 1822). Compì il proprio apprendistato tra Asolo e Venezia. Nel 1779 si trasferì a Roma dove poté entrare a contatto con l arte antica. Nel 1802 fu chiamato a Parigi per l esecuzione del ritratto di Bonaparte. Successivamente ricevette numerosi incarichi per ritratti e opere destinati alla famiglia imperiale. Negli ultimi anni si dedicò alla progettazione del Tempio di Possagno. - Amore e Psiche: In quest opera Canova s ispira alle vicende narrate da Apuleio nelle Metamorfosi. La scultura ritrae i due mentre si scambiano gesti d amore. Il dio, che sta sopra Psiche, l abbraccia, mentre lei si aggrappa con le mani ai suoi ricci dorati. - Monumento funerario di Maria Cristina d Austria: In quest opera l artista offre un altissima ed emblematica interpretazione del tema della morte e del sepolcro, così ricorrente nella poetica neoclassica e tanto più nella produzione canoviana. Al sepolcro lo scultore conferisce una forma di piramide (il più antico monumento funerario); essa reca, nella parte più alta, l effige della defunta entro un medaglione sostenuto da un genio femminile. Verso la porta buia che in essa si apre, lentamente incede un mesto corteo di figure, che si succedono, salendo, a intervalli regolare ma ritmici; un tappeto lieve come un velo d acqua si distende sui gradini, collegando le figure e l esterno all interno della tomba. - Teseo sul Minotauro: Teseo nella mitologia greca è colui che uccise il Minotauro. Atene, dopo aver perso la guerra con Creta, doveva mandare ogni anno sette fanciulli e sette ragazzi ad essere divorati da tale mostro. Ma quando tocco a Teseo, con l aiuto di Arianna, che con il suo filo lo aiutò ad uscire dal labirinto, riuscì ad porre fine a questo terribile pagamento. Canova, nella sua opera, non rappresenta il momento della lotta, bensì cogli l eroe nel momento di riposo che segue l azione: Teseo è seduto sul Minotauro ormai deceduto. È il simbolo della vittoria dell intelligenza e del coraggio dell uomo sulla bestialità.

2 Jacques Louis David: (Parigi 1748 Bruxelles 1825). Frequentò i corsi dell Accademia e ottenne il Prix de Rome nel 1775, in seguito al quale partì per l Italia. Finì in carcere durante la reazione termidoriana. Ammiratore di Bonaparte dipinse Bonaparte valica il Gran San Bernardo. - Il giuramento degli Orazi: David, per dipingere questa tela, s ispira alle vicende narrate da Livio. Roma e Alba hanno concordato che le sorti della guerra verranno decise dallo scontro dei loro tre campioni, rispettivamente gli Orazi e i Curiazi. Alla fine gli ultimi tre verranno uccisi dall unico Orazio superstite. Ma David, abbandonando la versione di Livio, decise di dipingere il solenne momento, che non trova riscontro nelle fonti, in cui gli Orazi prestano giuramento davanti al padre, sacrificando la loro vita per la patria. Il centro della scena è rappresentato dalla convergenza delle tre mani degli Orazi con le tre spade che gli sta porgendo il padre. Due dei tre fratelli prestano giuramento con la mano sinistra. Tale comportamento del tutto inusuale, sembra voler far presagire la loro morte. Infatti solo uno dei tre riuscirà a salvarsi. Distaccate completamente dalla scena ci sono le due mogli piangenti e la madre degli Orazi che compre due bambini. Il distacco è sottolineato anche dalla tonicità della muscolatura dei tre eroi in antitesi con la morbidezza delle forme femminili. Sullo sfondo si possono ammirare massicce colonne doriche, prive di base, e i tre archi a tutto sesto. - La morte di Marat: Il dipinto La morte di Marat fu commissionato a David il giorno dopo la morte del giacobino Marat, ucciso nella vasca da bagno dalla nobile Carlotta Corday. Il pittore era amico dell Amico del popolo (così era chiamato il martire della rivoluzione) e dipinse la scena subito dopo il delitto. Marat, con il corpo ancora immerso nella vasca, è morto assassinato da una donna che rappresenta la controrivoluzione. Ha il capo ancora coperto da un turbante, simile a quello di un sacerdote. Marat ha ancora in mano la lettera con cui la Corday gli chiedeva udienza, e affianco a lui c è lo scrittoio dove David scrive la dedica al suo amico À MARAT DAVID. Francisco Goya: (Fuendetodos, Saragozza 1746 Bordeaux 1828). Nella pittura di Goya emergono con violenza sempre maggiore la forza visionaria dell inconscio, il rifiuto di modelli assoluti di bellezza, una passione sfrenata per il colore e l ombra, una costante carica dissacrante verso regole e ideali astratti. Egli orienta il proprio linguaggio polemico in senso drammatico e corrosivo. Nel 1792 divenne sordo. - La fucilazione: Nel 1814, con la caduta del governo presieduto da Giuseppe Bonaparte e il ritorno dei Borboni, l artista dipinse due famosi quadri che raffiguravano la resistenza madrilena contro i francesi. Il più famoso è 3 maggio 1808 (La fucilazione) in cui vi è raffigurata l esecuzione di alcuni uomini che rappresentano il popolo madrileno. Il centro della scena è rappresentato dall uomo inginocchiato con le braccia aperte, illuminato dalla luce della lanterna. Davanti al plotone di soldati a cui è stato dato il compito di fucilare i rivoltosi, pone un gruppo di uomini, che in attesa della morte, reagisce in svariati modi: c è chi batte i pugni, chi si copre il volto e c è anche un prete che dice una preghiera. Importante è la scansione temporale della scena. Goya vi rappresenta tutti e tre i tempi dell azione: per terra giace chi è già stato ucciso; davanti al plotone di soldati c è il presente; infine alla destra del quadro c è un gruppo di uomini che attende di morire il loro stato d animo è ben evidenziato dal personaggio che è davanti a tutti che si copre il volto. Sullo sfondo si può vedere la sagoma della chiesa, chiaro riferimento alla cristianità, che però non è più in grado di proteggere il suo popolo. Giuseppe Valadier: (Roma ). Nato a Roma da un oriundo francese, appena diciannovenne Valadier fu nominato architetto dei Sacri Palazzi. Dopo i primi interventi realizzati in diverse città, la sua attività raggiunse una grande intensità negli anni dell amministrazione francese, allorché fu preposto alla direzione dei lavori di risanamento urbano.

3 - Piazza del popolo: Nel progetto definitivo di Valadier, Piazza del popolo presentava una planimetria trapezoidale. I lunghi edifici porticati erano stati sostituiti da due trasparenti diaframmi di cancellate, oltre le quali si stendevano aree verdi sistemate a giardino pubblico: l una che saliva verso il Pincio e l altra che scendeva sino al Tevere. Con un ulteriore modifica la piazza venne dilatata lateralmente tramite due ampi emicicli; sul fianco del Pincio si sarebbe innalzata una serie di rampe a gradoni, mentre il lato semicircolare verso il fiume sarebbe stato definito da una cancellata, oltre la quale si stendeva il parco, fino al Tevere. 2. L architettura a Roma fra il 700 e l 800: A Roma le vicende architettoniche tra Settecento e Ottocento risentirono fortemente dei mutamenti politici che sconvolsero l intera penisola e che, per quanto riguarda la città, culminarono con l occupazione francese (1798). Con Clemente XIII, quindi con Clemente XIV e poi con Pio VI, era parso che Roma potesse rinnovare i fasti passati: sembravano appartenere allo stesso ambizioso programma la ristrutturazione di ampie parti del Vaticano e la creazione di un museo. Ma le travagliate vicende storiche della città, dal dissidio fra la Chiesa e i francesi dopo la ricostituzione del governo pontificio all annessione dello Stato della Chiesa al Regno d Italia, fino al definitivo ristabilimento del governo papale, determinarono, in ambito architettonico e urbanistico, un continuo alternarsi di spinte costruttive e ristagni. In questo contesto emerge la figura dell architetto Giuseppe Valadier, che riuscì con grande abilità ad alimentar la propria attività progettuale attraverso gli anni della rivoluzione e del governo francese fino alla Restaurazione. 3. Il romanticismo: Il Romanticismo si sviluppa alla fine del Settecento per poi potersi affermare definitivamente nell Ottocento, sovrastando il Neoclassicismo. L artista romantico è un uomo impegnato che, essendo un creatore libero, è simile a Dio, e ha il compito di essere un profeta per il suo popolo. Tale movimento si sviluppa in Europa in un clima rivoluzionario, animato dal sempre più crescente spirito patriottico. Questo interesse nazionalistico fa sì che i romantici vedano con occhio più mite verso il Medioevo: infatti questa è considerata la fase dove si sono sviluppate le grandi realtà nazionale e le lingue romanze. Secondo i romantici la pittura, in virtù della sua scarsa matericità, è l arte più adatta a svelare la libera creatività dell artista e a evocarne la profondità dell animo. La preferenza romantica per il colore accentua la drammaticità e il pathos delle scene rappresentate. La natura è una metafora dell animo umano, in cui si alternano desolazione e furore, assenza quasi totale di vita e forze terribili distruttive. Théodore Géricault: (Rouen 1791 Parigi 1824). Personaggio irrequieto e angosciato, ma dotato di una solida educazione pittorica, si è formato presso pittori accademici e ha studiato gli antichi. Nel 1816 lasciò Parigi per l Italia, per poi ritornare nella capitale francese l anno seguente. - La zattera della Medusa: Géricault s ispirò ad un fatto di cronaca: il naufragio della nave Medusa che doveva portare soldati e civili in Senegal. I superstiti viaggiarono per alcuni giorni su una zattera in attesa di soccorsi. Si verificarono episodi tragici, tra i quali anche il cannibalismo. Il governo francese cercò di minimizzare l accaduto che però fu portato alla luce in tutta la sua tragicità dai racconti di due sopravvissuti. L artista decide di rappresentare il momento il cui avvenne il primo avvistamento della zattera. In primo piano c è il padre che sta trattenendo il cadavere del figlio. Su tutta la zattera c è un susseguirsi di emozioni che vanno dalla gioia per l arrivo per l insperato soccorso alla delusione per la scomparsa della nave soccorritrice dall orizzonte. Al centro della zattera c è un uomo che indica la salvezza all orizzonte e che viene seguito con lo sguardo da alcuni suoi compagni di

4 disavventura. Alcuni pensano che il quadro sia una rappresentazione allegorica della Francia che è destinata al naufragio. - Alienata con monomania dell invidia: Géricault dipinse circa dieci ritratti di alienati su invito di un medico parigino che si stava occupando del tema della follia, destinato a occupare un posto di rilievo nella cultura del diciannovesimo secolo. Nell Alienata con monomania dell invidia dipinge una donna oppressa e si può percepire la pietà dell artista verso questo tipo di problemi piuttosto che un insensibile gusto del grottesco. Eugéne Delacroix: (Charenton Saint Maurice 1798 Parigi 1863). Suscitò fin dall inizio la reazione degli ambienti accademici. Compì un viaggio in Tunisia e in Marocco. Alla fine della sua vita si dedico a grandi insiemi decorativi. - La Libertà che guida il popolo: Quando Carlo X nel 1830 firmò l ordinanza con la quale si sospendeva la libertà di stampa, il popolo scese per le strade di Parigi, insorgendo contro il sovrano. Lo schema della tela è piramidale. Alla base ci sono i cadaveri morti per la patria. A destra c è un uomo con il cilindro (forse è lo stesso Delacroix) e con il fucile. A sinistra c è un bambino. Infine al centro, e posta come punta di tale piramide, c è una donna malvestita e con il petto nudo che è la rappresentazione simbolica della patria Libertà. Indossa il berretto frigio sui capelli bruni e svolazzanti, è una figura ideale che discende dai modelli classici. Nella mano destra stringe il fucile mentre in quella sinistra innalza al cielo il tricolore francese, incitando il popolo a combattere per la libertà della patria minacciata dal sovrano. In lontananza, tra il fumo delle barricate, s intravedono le due torri della cattedrale di Notre Dame. Francesco Hayez: Dipinse spesso su commissione di alcuni patrioti coinvolti nei moti carbonari. Man mano si accentuerà in lui un sentimento di accorato pessimismo ideologico, originato dalle disillusioni politiche. - Il bacio: Hayez, nel suo quadro Il bacio, dipinge due giovani che si stanno baciando. Lui è vestito con un abito medievale, mentre lei indossa un vestito ottocentesco. A primo impatto potrebbe sembrare un normale momento di passione tra i due giovani, ma, collocando il dipinto nel suo contesto storico, l opera prende tutto un altro significato. Infatti l opera è stata pubblicata nel 1859, proprio quando il regno sabaudo si accingeva a combattere la seconda guerra d indipendenza. La gamba del giovane che si poggia sul primo gradino della scala, evidenzia il fatto che i due si stanno per separare, poiché lui deve è stato chiamato a difendere la patria in guerra. L opera può essere considerato come un quadro storico e leggervi la raffigurazione di un sentimento profondamente civile: la dolorosa separazione per il rispetto di un dovere intensamente sentito e condiviso. La scelta dell artista di coprire i volti, conferisce importanza all azione. 4. Realismo: Nel Realismo il dato naturale è rappresentato in modo oggettivo, cercando di restituirne un immagine otticamente corretta, senza la mediazione dello sguardo dell artista. La pittura realista rifiuta la tradizione accademica e sostiene la necessità di rappresentare l esistente anche nei suoi aspetti negativi. Il brutto diviene un elemento significativo e addirittura qualificante, per quanto vi è in esso di autentico e di concreto. Viene a cadere la distinzione dei soggetti in base alla loro maggiore o minore dignità. L attenzione alla vita della classi più umili, ritratta in tutta la scomoda verità della sua miseria, porta allo scontro con il rigido conservatorismo della borghesia. La ricerca degli artisti di uno stile personale non coincise con il disinteresse verso l arte del passato, a cui venne riconosciuto il ruolo di modello ispiratore, tuttavia da aggiornare secondo un punto di vista moderno.

5 Jean François Millet: (Gréville - Hague 1814 Barbizon 1875). All'inizio della carriera, Millet si dedicò ai ritratti, un genere sempre richiesto, che gli permetteva di guadagnare il minimo per vivere. Adeguandosi alle mode, tentò anche un genere che richiamava il rococò del XVIII secolo: rappresentò scene mitologiche e allegoriche, con scene campestri spensierate. - L angelus: Il soggetto pittorico è composto da una coppia di contadini che interrompono il lavoro al suono delle campane che annunciano l'angelus, mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera. Entrambi sono concentrati nell'orazione, imponendosi con la figura sulla superficie pittorica con fragile dolcezza. La scena riprende la chiesa di Chailly, nei pressi di Barbizon e la campagna attigua. Nonostante ciò, Millet non dipinse il quadro en plein air, ma piuttosto basandosi sui ricordi dell'infanzia in Normandia. Gustave Coubert: (Ornans 1819 La Tour de Peilz 1877). Figlio di contadini si formò irregolarmente tra scuole libere e studi accademici. Gli vennero rifiutati una serie di dipinti che inviò all Esposizione universale di Parigi del Lo spaccapietre: l artista dipinge la realtà mettendo a nudo ogni suo risvolto, dalle toppe delle maniche della camicia, al panciotto strappato; dai calzini bucati alla pentola con il pane simbolo del povero pasto del lavoratore. Si può ben notare la volontà dello stesso Coubert di escludere soggetti mitologici, religiosi di storia del passato e d invenzione, per concentrarsi sulla realtà contemporanea, che poteva essere molto volgare, vile e sporca. - Sepoltura a Ornans: Pur trattandosi di un funerale, come ricordano il titolo e i vari elementi rappresentati (la presenza di sacerdoti, di una fossa, di un teschio, del crocifisso) non sembra che le figure provino grande dolore o partecipazione per questa morte. E questo era un elemento che non poteva non suscitare scalpore nella buona società dell'epoca. Altro elemento strano è l'ambientazione, ad Ornans, paese natale dell'autore ma sconosciuto ai più ed il fatto che non si conosca l'identità del defunto, di cui si scorge appena la bara, coperta da un pesante drappo bianco. I personaggi rappresentati, come scrive lo stesso autore, erano effettivamente tutti abitanti di Ornans (il sindaco, il notaio, il prete, il padre del pittore, il commissario). Tutte persone comuni dunque, perlopiù sconosciute e anonime. Honorè Daumier: (Marsiglia 1808 Valmondois 1879). Artista cresciuto intorno alle riviste di Philipon, fu litografo ma anche scultore e pittore. Dipinse varie opere con illustrazioni antigovernative nel periodo di Luigi Filippo, denunciando il massacro politico in atto. - Il vagone di terza classe: questo dipinto è stato realizzato in un periodo storico in cui le conseguenze e le influenze derivanti dalla rivoluzione del 1848 sono ancora ben visibili. Questo periodo, e in particolare il 1848, è stato caratterizzato da grandi e sanguinoso sommesse popolari promosse dagli operai sfruttati che vivevano in condizioni pessime. Le rivolte costringono il re Luigi Filippo d Orleans ad abdicare e quindi viene proclamata la Seconda Repubblica presieduta da Luigi Napoleone. La scena è cittadina, non contadina, in quanto il realismo di questo artista attinge proprio alla realtà che egli vive: la città. E' rappresentato un momento di stasi, non sembra esservi alcuna attività, e quei volti, che per pochi segni di riconoscimento sfuggono all'anonimato, sembrano non fissare nulla (l'unica è la madre in primo piano che ha gli occhi rivolti verso il figlio, anche se nello stesso tempo il suo sguardo ci appare estremamente lontano): è una condizione di abbandono. Le figure in primo piano (il ragazzino addormentato, un'anziana contadina e la donna con il grembo il figlioletto) sono il campione di una società miserabile e quello che colpisce è che non vi è alcuna retorica nel descriverla. Questo dipinto è un atto di denuncia sociale, vibrato, però, con palese pietà.

6 5. Macchiaioli: La cultura romantica italiana aveva avuto come motivo conduttore il tema dell unificazione nazionale. Quando nel 1861 l unità politica del paese divenne una realtà, anche per l arte italiana si aprì una nuova pagina. La cultura ufficiale tendeva a mitizzare gli eventi risorgimentali, mentre tra alcune minoranze cresceva il senso di disagio per quei problemi che l unità non aveva risolto. Il movimento dei macchiaioli, con impostazione dichiaratamente antiaccademica, si costituì a Firenze alla metà degli anni cinquanta per opera di un gruppo di intellettuali e di pittori, che venne definito ironicamente con questo nome per la scelta stilistica di usare il colore a larghe campanature, creando l effetto macchia. Tesero alla semplificazione del paesaggio, sostituirono il chiaroscuro con l accostamento di toni di colore differenti per le luci e ombre; contrapposero alle rappresentazioni idealizzate del romanticismo un realismo più pacato ma impietoso, e alle fughe nel passato della pittura di storia una pittura dei fatti di cronaca che privilegiava la contemporaneità e il quotidiano. Giovanni Fattori: (Livorno 1825 Firenze 1908). Nel primo periodo realizzò quadri a soggetto storico e di gusto romantico, ma in seguito aderì alla pittura a macchia. - In vedetta: Il dipinto è di estrema essenzialità e di spirito antiretorico. Su un muro bianco, in diagonale, si stampa l ombra scura di un soldato a cavallo; poco più indietro, altri due soldati stanno di vedetta. Null altro che questo e una piana chiara, lontana, bruciata dal sole. - Il campo italiano alla battaglia di Magenta: La battaglia di Magenta è un episodio della seconda guerra d indipendenza in cui si affrontarono gli austriaci contro i franco piemontesi. La scena ritratta dal Fattori non raffigura un momento saliente della battaglia, ma il clima confuso delle retrovie. Nel dipinto è presente una ben chiara scansione dei piani: il centro è dominato dal carro ambulanza che trasporta i feriti sotto lo sguardo dei soldati italiani, che rientrano al campo, e dei loro alleati francesi. Il quadro, che mostra una realtà più umana che eroica, può essere considerato il primo dipinto italiano di storia moderna. 6. L architettura del ferro: La grande industrializzazione che interessò l Europa nel XIX secolo mutò l aspetto delle maggiori città europee. Infatti, attraverso la scoperta di nuove tecniche di fusione ad altissime temperature, rese possibili dalla sostituzione del carbone vegetale con il còke (particolare tipo di carbone), gli impianti siderurgici ottocenteschi erano in grado di produrre travi e altri elementi di ferro di dimensioni e resistenza tale da poter essere economicamente impiegati anche in campo edilizio. L entrata in produzione delle ghise (leghe metalliche con ottime capacità di resistenza), dell acciaio e del vetro rivoluzionava non solo il modo di costruire ma anche le tipologie degli edifici. La figura dell architetto venne superata da quella dell ingegnere, che aveva una preparazione più tecnica che artistica e alle scarse conoscenze storiche e umanistiche di cui disponeva facevano da contrappeso una robusta competenza nel campo della matematica, della fisica e della scienza delle costruzioni (studia i meccanismi si azione delle forze all interno dei materiali continui). La nuova architettura si concentrò nella realizzazione delle grandi strutture, come i ponti, i viadotti, le stazioni ferroviarie e i padiglioni espositivi. Nella prima Esposizione Universale tenutasi a Londra nel 1851, l ingegnere Joseph Paxton presentò e realizzò in pochi mesi, una faraonica struttura in ghisa e vetro, che fu ribattezzata Palazzo di Cristallo. Era composto da una navata centrale lunga oltre mezzo kilometro, nella quale si innestava un transetto coperto con una gran volta a botte in ghisa e vetro, appositamente costruita al fine di non dovere abbattere alcuni alberi secolari del parco. Dopo l esposizione l edificio fu smontato e rimontato a Sydenham, per poi finire distrutto da uno spaventoso incendio nel Le Esposizioni Universali si susseguirono con ritmo impressionante. Nel 1889, in

7 occasione del primo centenario della Rivoluzione, Parigi organizzò l esposizione, che fu allestita nel Campo di Marte ed era formata da tre strutture: il Palazzo, massiccia costruzione con pianta a U ; la grandiosa Galleria delle Macchine (Charles Louis Ferdinand Dutert); la gigantesca Torre. Quest ultima fu progettata dall ingegner Gustave Eiffel. La sagoma della grandiosa realizzazione (che con i suoi 300 metri di altezza diventava il più alto edificio della terra) dipende dalla necessità di dover adeguatamente contrastare l azione del vento, che avrebbe potuto compromettere l equilibrio di tutta la struttura. La Torre Eiffel si regge su quattro piloni reticolari disposti in modo arcuato. A 57 metri dal suolo, sul primo ripiano, altri quattro piloni inclinati e sagomati si raccordano verso l altro interrotti, a 115 metri d altezza, dalla seconda piattaforma. Nella parte terminale della costruzione, fino al terzo piano praticabile (274 metri), i tre piloni si fondono in un unico traliccio verticale a struttura reticolare. 7. Impressionismo: L impressionismo nasce in Francia intorno al 1860 e deriva direttamente dal realismo, in quanto ne condivide l interesse per la rappresentazione della realtà quotidiana. Il termine impressionismo fu coniato dal critico Leroy, che espresse il suo disprezzo in merito al quadro di Monet Impressione: levar del sole. La novità che questa corrente apporta al mondo della pittura è la tecnica di rappresentare solamente la realtà sensibile, l impressione istantanea che l immagine esercita sulla retina dell osservatore. Inoltre viene abbandonata la tecnica del chiaroscuro e viene eliminato il nero per dipingere le ombre. È un arte corrispondente alla nuova realtà urbana che si è sviluppata nell Ottocento, alla sviluppo seguito alla rivoluzione industriale e alla crescita della borghesia. I suoi maggiori esponenti, che sono i francesi Monet, Manet, Cezanne, Renoir e Degas, ebbero difficoltà ad essere accettati al Salon e quindi dovettero ricorrere a organizzazioni autonome delle loro manifestazioni. La più importante ebbe luogo nel 1874 nello studio del fotografo Nadar. Edouard Manet: (Parigi ). Si formò nell ambito della pittura accademica e perfezionò la sua educazione attraverso lo studio diretto delle opere dei grandi maestri del passato e di contemporanei. Fu ammesso al Salon nel 1861 con Il chitarrista spagnolo. I dipinti successivi destarono grande scandalo negli ambienti accademici. - Il bar alle Folies Bergère: Rappresenta il testamento spirituale dell'artista: dall'amore realistico per il quotidiano,al gusto per la natura morta;dall'uso di colori piatti e senza chiaroscuro alla suggestione delle luci riflesse nello specchio dietro al bancone. Proprio attraverso lo specchio,realizzato mediante la sapiente giustapposizione di colori,che riusciamo a vedere l'ambiente in cui è immersa la biondiccia cameriera dagli occhi mesti. Un ambiente alla moda tra la borghesia parigina del tempo,il vasto salone delle Folies - Bergères. La luce penetra,alla maniera impressionista,attraverso i grandi lampadari che si riflettono allo specchio,con l'utilizzo di colori puri,vivi,che animano la tela. - Olympia: Questo quadro di Manet destò grandissimo scalpore, in quanto raffigurava una donna nuda. Nonostante gli espliciti riferimenti alla Venere di Urbino di Tiziano e alla Maja desnuda di Goya, gli accademici non poterono non vedere nella donna la rappresentazione di una prostituta. Più elementi conducevano a tale deduzione: la posa, il nudo, il sorriso ammiccante e, soprattutto, l accostamento della serva nera, che secondo la cultura ufficiale, simboleggiava la prostituzione. - Colazione sull erba: Manet s ispirò ad un episodio narrato da Antonin Proust nei Souvenirs, dove racconta una domenica d agosto passata sdraiato con un suo amico mentre guardava alcune persone fare il bagno. Il paesaggio Manet lo riprende da un opera di Tiziano, mentre le pose dei personaggi da un altra di Raffaello. Il quadro fece scalpore per la scena che ritraeva: due uomini distinti, uno disteso con il bastane in mano e in testa un berretto nero con nappa, l altro con la cravatta nera, mentre conversano da soli con una donna completamente nuda in un boschetto, e un altra donne che si deterge in sottana sulla sfondo.

8 Claude Monet: (Parigi 1840 Giverny 1926). È il pittore che con maggiore radicalità ha applicato il principio del plein air. Ebbe subito esperienze della pittura all aria aperta in Normandia e in eseguito sulla Senna a Parigi. - Impressione: levar del sole: Il dipinto, realizzato en plein - air, rappresenta il porto di Le Havre all'alba, come suggerito dal titolo stesso. Fu esposto nel 1874 alla prima mostra indipendente degli Impressionisti. Il critico Louis Leroy, ispirandosi al titolo del quadro, intitolò la sua recensione, con intento dispregiativo, L'esposizione degli Impressionisti: gli Impressionisti, però, adottarono questo nome in spregio alla critica, divenendo così noti a tutti sotto questa denominazione. Un particolare interessante è costituito dal colore del Sole, che presenta un grado di luminosità pressoché identico al cielo circostante (a differenza di quanto si verifica in natura). Si tratta però di una caratteristica che sembra conferire un carattere fantastico e soprannaturale all'aspetto dell'astro, facendo sì che esso spicchi in modo molto più accentuato sullo sfondo del cielo di quanto avrebbe consentito una resa più realistica. - Cattedrale di Rouen: Questa tela fa parte della serie di dipinti dedicati alla cattedrale di Rouen, a cui Monet dedicare ben due anni. La ripetizione del medesimo soggetto consente al maturo artista una rielaborazione continua. Dipingendo la serie dei Covoni aveva notato che gli effetti della luce cambiavano continuamente, e così decide di registrare la successione dei mutamente in una serie di tele, al fine di riuscire ad ottenere l effetto dell istantaneità. Armonia bianca nasce dall impatto tra la luce accecante del primo sole e la tonalità sorda della pietra della cattedrale. Il monumento gotico, disperso in uno spazio le cui uniche coordinate sono le piccole abitazioni e il volo di rondini che suggerisce l altezza vertiginosa della torre, non ha più volume, ma è ridotto a uno schermo obliquo, un tessuto di colori creato dalla luce radente del mattino. Edgar Degas: (Parigi ). Fu il pittore del periodo meno attratto dalla pittura en plein air. Riteneva che i suoi amici avessero un atteggiamento troppo passivo nei confronti delle circostanze atmosferiche e di luce occasionali. Per lui il pittore doveva conservarsi la libertà di intervenire secondo le proprie esigenze figurative sul soggetto prescelto, cogliendone soltanto gli elementi ritenuti interessanti o componendolo indipendentemente dai modi della visione diretta. - Classe di danza: È tra le prime opere del pittore a mostrare il tema delle ballerine: il dipinto ne raffigura un gruppo mentre assistono ad una lezione di danza impartita da un anziano maestro. Come altrove in Degas, anche questa immagine coglie un attimo a caso dei mille possibili della lezione, per cui è possibile trovare espressioni naturali e spontanee, come il parlottio delle ragazze sullo sfondo o, maggiormente, la smorfia di fastidio della ragazza che si gratta la schiena in primo piano a sinistra. La scena di interno è resa spaziosa dalla visuale prospettica che sfonda verso destra, sottolineata dalle linee del parquet. I colori, delicati, rendono giustizia ai materiali: vengono rispettati la vaporosità del tulle e la delicatezza dei rasi, spezzando la famosa fissità della luce degasiana. - La tinozza: Il dipinto mostra una donna intenta a lavarsi il collo, china all'interno di una tinozza. In primo piano, sulla destra, l'illusione spaziale acquisisce forza grazie all'inserimento di una mensola, che crea una morbida (seppur netta) frattura dello spazio pittorico e giustifica la rappresentazione dall'alto dell'attività della donna, della quale maschera così il volto. Il dipinto fa parte di una serie di dieci pastelli che vennero esposti da Degas all'ultima esposizione degli impressionisti del 1886, tutti rappresentanti donne intente negli atti di lavarsi, pettinarsi, asciugarsi il corpo: di quasi nessuna di esse, però, è visibile il viso, a sottolineare fortemente che il soggetto pittorico è il corpo, osservato in sé stesso.

9 Pierre Auguste Renoir: (Limoges 1841 Cagnes sur Mer 1919). All inizio fu piuttosto scettico sul principio di una pittura rigorosamente condotta d après nature. Si precisò così una tecnica a rapidi e brevi tocchi di pennello, con cui catturare la luce e l effetto complessivo di una situazione naturale e al di là della resa analitica dei dettagli. Renoir usava ritrarre i modelli sotto gli alberi, colpiti qua e là dai raggi del sole filtrati attraverso le foglie, ottenendo singolari effetti di mobilità e dissoluzione delle forme. - Moulin de la Gallette: La scena ritratta è quella di un ballo popolare all'aperto ambientata al Mulin de la Galette, posto sulle alture di Montmartre. Tramite un uso nuovo e libero del colore l'artista cerca di suggerirci non solo il senso del movimento, ma addirittura lo stato d'animo collettivo. Forma e colore diventano così un tutt'uno. L'apparente casualità della rappresentazione nasconde invece un'attenta valutazione compositiva. Pur non essendoci dei piani stabiliti nessun personaggio risulta isolato. L'insieme di questi gruppi, uniformemente inondati dalla luce tremolante che filtra dalle fronde degli alberi, determina la profondità prospettica dell'intera scena. - La Grenouillére: La Grenouillére era uno stabilimento balneare che sorgeva lungo la Senna e ricorre in numerosi quadri sia di Monet che di Renoir. Il luogo sembra un paesaggio ma è in realtà un luogo urbano per eccellenza. Qui si portavano i parigini per passare ore felici e spensierate, passeggiando, nuotando, remando in barca. l luogo non ha una presenza monumentale che ne segni lo spazio. È un ambiente fatto di elementi impalpabili: acqua, aria, luce che filtra tra gli alberi e ciò costruisce il fascino di un simile ambiente. L opera di Renoir è più festosa e squillante rispetto a quella di Monet. I colori sono mobili e brillanti, in continuo e mutevole rapporto reciproco e sempre sensibili agli infiniti filtraggi che la luce del sole subisce nell attraversare le fronde degli alberi. - Colazione dei canottieri: La tela raffigura un gruppo di amici sulla terrazza del ristorante Fournaise a Bougival, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri che praticavano questo sport sul fiume Senna, ma anche attrici, pittori, ricchi borghesi, dame dell'alta società e scrittori. Il locale era frequentato anche dai pittori impressionisti e in questa tela Renoir rappresenta anche il pittore Gustave Caillebotte. La donna in primo piano, che ha tra le mani un cagnolino, e' la futura moglie di Renoir. Il quadro e' uno degli ultimi dipinti "impressionisti" di Renoir e di fatti già si avverte un distacco dalle precedenti opere che si indirizza verso uno stile più classicheggiante. Difatti, non vi è più il suo caratteristico tocco un po filamentoso e le figure acquistano una solidità e una determinatezza più classica. Anche gli effetti di luce sono meno curati, mentre vi è più attenzione agli equilibri e all'armonia dei colori tra le varie superfici che compongono la tela. Il quadro offre uno spaccato della società francese del diciannovesimo secolo e restituisce un'atmosfera di spontaneità e freschezza, dove i generi artistici tradizionali, quali la pittura di paesaggio, la natura morta e il ritratto, si incontrano. Il risultato è un dipinto che cattura l'atmosfera di un luogo idilliaco in cui un gruppo di amici condivide il piacere di un cibo genuino, del buon vino e della natura. 8. Postimpressionismo: Al post-impressionismo si rifanno tutti quegli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia nell'ultimo ventennio dell'ottocento. Non si trattò di un vero e proprio movimento riconosciuto, ma di un momento nuovo di ricerca e di assimilazione di ciò che avevano fatto gli Impressionisti. Dopo l'impressionismo occorreva un processo di ricerca quasi infinito che divenne sempre più personale. Nelle opere dei post-impressionisti si possono ancora intravedere elementi che legano la loro pittura all'impressionismo quali: tracce della pittura di tocco e il colore inteso non in senso assoluto; la pittura basata sul contrasto tra colori complementari; il dato di osservazione dal vero e la trasparenza realistica di alcuni elementi. Elementi per cui la loro pittura si allontana dall'impressionismo sono: il ripristino della linea di contorno e del disegno e di conseguenza il ritorno all'utilizzo del marrone e del nero; la stesura del colore in campiture piatte e monocromatiche; la tendenza al linearismo e la predilezione per la bidimensionalità. Altre caratteristiche comuni ai postimpressionisti furono il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a cercare la solidità

10 dell'immagine, la certezza e la libertà del colore. Le immagini assumono valore per la loro capacità evocativa. Per questo ricompaiono temi mitologici o fantastici, e le immagini perdono il carattere di realtà, nel volume, nello spazio, nel colore ecc. Si utilizza l'arte come mezzo di reazione ai valori della società borghese di fine secolo, anche se non sempre in modo consapevole. Paul Cézanne: (Aix en Provence ). La sua pittura si manifesta in tuta la sua carica innovativa negli anni ottanta. In precedenza, l artista aveva conosciuto una fase romantico realista. A partire dal 1877 andò accentuandosi nel pittore l interesse per un ordine geometrico strutturale dell immagine dipinta e veniva meno l interesse per la componente narrativa della figurazione. - La casa dell impiccato: Rispetto alle sue opere di gioventù, Cézanne ha adottato i colori chiari e la pennellata frammentata degli impressionisti. Egli ha altresì abbandonato i temi drammatici o letterari a favore di un soggetto semplice, addirittura banale. Benché si tratti di un'opera impressionista, La casa dell'impiccato rivela un impressionismo molto personale e rivisitato dall'artista stesso. La composizione di questa tela è complessa. Possiamo notare molti assi forti a partire da un punto centrale: una strada che sale verso la sinistra; un'altra che scende verso la parte centrale del quadro; una scarpata che forma una curva che sbuca verso destra; i rami degli alberi si innalzano obliquamente verso l'alto. I piani si uniscono in modo molto ravvicinato. Lo spessore della pennellata granulosa sembra "costruire" il quadro. L'assenza di personaggi, la vegetazione immobile, austera, le tonalità fredde contribuiscono a creare un forte sentimento di solitudine. - Giocatori di carte: L'immagine si presenta con uno schema fortemente geometrizzato, che conferisce ai due personaggi dignità classica. Distorcendo la visione prospettica, Cézanne riesce ad ottenere il massimo grado di centralità, che risulti credibile in una scena di vita vissuta: questo lieve scarto dal centro è un acuto stratagemma per evitare il rischio che l'opera risulti troppo artefatta: le cose non ci si presentano mai in uno stato di perfetto equilibrio. Tutta la tela è costituita da abbassamenti di tono dei colori blu, giallo e rosso. Le pennellate si compongono a tasselli, e talvolta si presentano solitarie e sintetiche, come il riflesso sulla bottiglia o il semplice tratto che descrive l'occhio infossato del giocatore di destra. Nel dipinto Cézanne, non rende solo un'impressione, ma anche una descrizione del senso interno all'azione, come se fosse la sintesi destinata a permanere nella mente, quasi calcificata e sotto forma di ricordo. - Monte Sainte Victoire: La Montagna Sainte - Victoire da sud-est con alberi e una casa è una delle numerose opere di Cézanne che trattano questo soggetto. Un'estrema semplificazione prospettica e lineare caratterizza questo dipinto, realizzato tra il 1902 e il 1904, che dimostra come l'artista francese cercasse di andare oltre la tecnica impressionista mediante un ritorno alla "solidità" dei volumi e delle forme. L'immagine, che dai maestri dell'impressionismo veniva scomposta in vibrazioni luminose, è riportata da Cézanne alla sua concretezza, con nuove soluzioni espressive. - Le grandi bagnanti: La scena si svolge in una radura, dove un gruppo di donne, delimitato a destra e a sinistra da tronchi d albero che fungono da quinte laterali, si concede un momento di svago dopo il bagno. Al centro della composizione, tra due rami che formano la parte superiore di un triangolo, appaiono il cielo nuvoloso e un accenno al paesaggio in lontananza. In primissimo piano un cesto di frutta e un cane nero introducono un accenno storico di una scena fuori dal tempo. Le figure sono disposte in due gruppi, che formano, nella parte bassa, un apertura simmetrica a quella dei due rami convergenti nella parte alta. Le due figure sedute a sinistra e le tre a destra sono inclinate in direzioni opposte, mentre i due nudi in piedi ai lati del quadro rafforzano l impressione di una scena delimitata e racchiusa. La figura in piedi, modellata con una combinazione particolarmente sensuale di toni rosei e azzurri, alza il braccia sopra la testa in un gesto che è stato giustamente definito di aperta provocazione, mentre il grande nudo all estrema destra, la cui sensualità è sottolineata dai tratti neri sull addome e sulle cosce, si allunga sinuosamente contro l albero. I riferimenti alla pittura e alla scultura classica sono numerosi.

11 Il nudo centrale è ripreso da una Venere classica, la figura di sinistra è stata paragonata a certe Veneri di Rubens, mentre quella di destra alle Andromede incatenate di Tiziano. L atmosfera complessiva, di mistero prima dello svelamento, sembra rimandare al tema mitologico. Georges Seurat: (Parigi ). Aveva ricevuto un educazione accademica, fondata sull importanza del disegno e dell equilibrio compositivo; inoltre aveva maturato l idea che l artista debba scoprire la pura essenza delle cose, ispirandosi a forme che in natura sono confuse e oscure. Arrivò alla riduzione della tavolozza a quattro colori fondamentali (blu, rosso, giallo, verde) e ai loro toni intermedi, che distribuiva sulla tela a piccoli punti (pointillisme) senza mescolarli tra loro, salvo che con il bianco. - Domenica alla grande Jatte: La realizzazione dell'opera fu preceduta, come di consueto nella tradizione divisionista, da una numerosa produzione di studi disegnati o dipinti. Fu acquistato nel 1924 da Frederic Clay Bartlett che lo prestò al The Art Institute di Chicago dove è tuttora esposto. Inoltre questo dipinto è caratterizzato da un aspetto puramente parodistico, che ha lo scopo di apportare critiche alla società borghese del tempo (basta osservare per esempio la donna che porta a spasso una scimmietta piuttosto che un cane). Vincent Van Gogh: (Groot Zundert 1853 Auvers sur Oise 1890). Terminati gli studi, lavorò diversi anni per la società di mercanti d arte Goupil, recandosi a Londra e a Parigi. A Bruxelles frequentò una scuola di evangelizzazione pratica e l anno dopo si recò in una regione mineraria belga svolgendo l attività di predicatore. Qui incominciò a disegnare da autodidatta. Tornato in Olanda, nel 1881 si trasferì all Aja, dove dipinse le sue prime nature morte. Trasferitosi a Nuenen inizio a guardare al mondo degli umili e realizzò dipinti per illustrare la durezza della vita contadina. Nel 1886 fu respinto dall Accademia di Anversa con la motivazione che non sapeva dipingere, e si trasferì a Parigi dove ebbe un rinnovamento stilistico determinato dalla conoscenza diretta dell impressionismo e del postimpressionismo. Gli derivò una tavolozza più chiara e il modo di stendere i colori a rapidi tocchi di pennello. Dopo aver collaborato per diverso tempo con Gauguin e dopo il successivo abbandono da parte di quest ultimo, Van Gogh decise di entrare nell istituto per malati mentali. - Mangiatori di patate: Si tratta del dipinto più importante del periodo olandese di Vincent, prima del suo trasferimento a Parigi. In una misera capanna, dallo spazio angusto e spoglio, siedono cinque persone di età diverse: la famiglia contadina riunita nel momento del pasto serale. La luce instabile di una lampada mette in evidenza i volti angolosi e le mani nodose, mostrando i segni delle fatiche quotidiane. In questo Van Gogh vuole risaltare la situazione economico-sociale di quel tempo. Gli operai tornavano stanchi dal lavoro e si riunivano per dividere la cena, che in questo caso è composta da delle semplici patate. I colori tristi riflettono la povertà e la semplicità di quella famiglia tanto comuni a quel tempo. Singolare è la rappresentazione del volto e delle mani dipinti in modo caricaturale: con questo il pittore vuole esagerare e intensificare la realtà (la caricatura e la deformazione sono, infatti, un'esagerazione della realtà stessa, al fine di renderla più intensa). il colore, che richiama le tecniche fiamminghe, è monocromatico; ciò fa sì che l'occhio non sia appagato ma percepisca la realtà attraverso l'interiorità di Van Gogh. - Autoritratto: Van Gogh dipinse un grande numero di autoritratti durante la sua carriera artistica, e questo è considerato uno dei suoi più belli, se non addirittura il migliore. Fu realizzato nel settembre 1889 nel manicomio di Saint Remy, quando il pittore s'era appena ristabilito da una lunga crisi di follia durata due mesi, e durante la quale tentò di suicidarsi ingerendo i colori. A proposito di questa tela, Van Gogh scriverà al fratello Theo: "Noterai come l'espressione del mio viso sia più calma, sebbene a me pare che lo sguardo sia più instabile di prima". Ed è appunto lo sguardo allucinato che colpisce subito, tanto da restare indelebilmente fissato in chi lo osserva. Ad esso va aggiunto lo

12 stupendo fondale, formato da spirali grigio-verdi arrovellate, molto simili al fogliame dei cipressi dipinti in quel periodo, ma anche a fiamme di una fornace. Sembra quasi che il pittore voglia comunicare, allo spettatore, che per il momento egli riesce pienamente a domare il fiume di lava che è in lui. - Campo di grano con volo di corvi: Questo è uno degli ultimi quadri che Vincent dipinse prima di suicidarsi. In qualche modo, questo quadro traccia una sorta di testamento per Van Gogh, è tangibile, osservando il cielo turbolento e il volo minaccioso dei corvi, il tormento e la pateticità della vita dell'artista. Inoltre il dipinto è ricco di forti simboli, prima di tutto il grano, che indica la fertilità, e quindi la vita. Poi la stradina, così tortuosa, proprio come è stata la vita del pittore. In fondo, il cielo minaccioso di tempesta ed i corvi neri, funerei portatori di morte che avanzano verso il pittore (e chi osserva). Notevole è, quindi, la forte contrapposizione dei colori, violentemente riportati sulla tela, che non possono non tramutarsi, in parole, nella contrapposizione della vita con la morte. Proprio questo campo è riconoscibile come quello in cui Van Gogh si suicidò, tant'è vero che per molto tempo si è creduto che questo fosse stato l'ultimo suo quadro, dipinto il giorno stesso del suicidio. Paul Gauguin: (Parigi 1848 Isole Marchesi 1903). Dopo un viaggio a Panama e in Martinica, nel 1888 Gauguin torna a Pont Aven, dove incontra il pittore Bernard. La ricerca del primitivo, dell incontaminato, dell esotico, ispira i successivi soggiorni a Tahiti. - Il Cristo Giallo: Il dipinto raffigura tre donne bretoni (Stanno al posto della Maddalena, della Madonna e di Giovanni) nei loro costumi tradizionali, inginocchiate ai piedi della statua di uno dei tanti crocifissi nei quali è facile imbattersi ancor oggi nelle chiese e nelle frazioni rurali della Bretagna. Le coline sono gialle, gli alberi dalla chioma fiammeggiante d un rosso vivo e il Cristo, contornato in nero e verde è totalmente giallo. Non c è solo il recupero della bidimensionalità in questo, e negli altri dipinti di Gauguin, ma vi è anche resa evidente l importanza rivestita dal colore, poiché esso non corrisponde a quello oggettivo. L opera intende far rivivere nell esperienza quotidiana il mistero del sacrificio, come dimensione della rinascita della vita. In questa visione si spiega anche il colore giallo, dominante nel quadro: assume il valore di unione simbolica tra le messi di grano e il Messia. La gamma particolare di giallo-arancio nel crocifisso esprime - come afferma lo stesso Gauguin - il dolore del Cristo oggi e domani. È una sofferenza condivisa anche dall artista, la cui fisionomia è riconoscibile nei tratti del viso del Cristo. La crocifissione, rustica e spogliata della versione ufficiale, è riportata nei termini quotidiani del mondo contadino, e perciò attualizzata e vissuta in ogni momento della giornata. 9. Divisionismo italiano: Il divisionismo è un movimento pittorico che si sviluppa a partire dall'ultimo decennio del 1800 italiano e si evolve per un periodo piuttosto lungo. Secondo alcuni studiosi trova il suo esponente principale in Pellizza da Volpedo, secondo altri in Giovanni Segantini. I principi che ne codificarono le direttive furono delineati da Gaetano Previati che ne sviluppo le linee influendo sia sul territorio ligure che su quello lombardo. La nuova corrente pittorica venne riconosciuta infatti nel 1891, in seguito alla prima Triennale di Brera. Il divisionismo prese anche spunto dal Pointillisme (Puntinismo) francese. Quest'ultimo, derivato dalla corrente impressionista, accostava nella tela attraverso puntini e non pennellate, colori puri senza mischiarli. In Italia l applicazione alla pittura delle nuove scoperte scientifiche relative al tema del colore non avviene nel modo strettamente ortodosso, fedele alle leggi della mescolanza ottica e ai principi della forma, come in Francia (Seurat). Pelizza da Volpedo: (Volpedo, Alessandria ). Fu convinto a adottare la tecnica divisionista dal livornese Nomellini. Conosceva e cercava di applicare le teorie del colore di Chevreul e Rood, su cui da tempo si esercitavano più o meno rigorosamente impressionisti e neoimpressionisti.: al

13 centro dei loro interessi, oltre ai colori complementari, era l accurata restituzione degli effetti luminosi, della luce diretta, parzialmente assorbita e riflessa. - Il quarto Stato: Il soggetto è ispirato a uno sciopero di lavoratori, un tema che aveva interessato i pittori del realismo europeo alla fine dell'ottocento. Rispetto ai contemporanei il quadro di Pellizza rifiuta caratterizzazioni di eccitata protesta o di passiva rassegnazione, ma legando il tema iconografico dello sciopero con quello della sfilata che caratterizzava le celebrazioni della festa dei lavoratori, presenta una schiera di braccianti che avanza frontalmente, guidata in primo piano da tre persone in grandezza naturale: un uomo al centro affiancato, in posizione leggermente arretrata, da un secondo lavoratore più anziano e da una donna con un bimbo in braccio. La scena si svolge su una piazza illuminata dal sole chiusa sul fondo da folte macchie di vegetazione, che schermano anche le architetture esistenti, e da una porzione di cielo bluastro con striature rossastre iscritta in una cornice centinata. Come i tre personaggi principali non si collocano su un'unica linea ma hanno un'impostazione leggermente a cuneo, così anche i personaggi in secondo piano sono solo apparentemente disposti a schiera, perché in realtà, come è ben evidenziato anche dalle loro ombre, si distribuiscono secondo una linea ondulata ribadita da un analogo comporsi del movimento delle mani nonché dal ritmo e dalla direzione delle loro teste. Questa soluzione contribuisce a evitare che il tutto appaia statico e greve, e a suggerire invece un movimento ritmico e continuo, che ben rappresenta ed evidenzia l'idea dell'avanzata. Anche le diverse condizioni di luce concorrono ad accentuare questa impressione di moto, perché mentre lo sfondo del cielo rappresenta un tramonto, le figure sono viste in una luce quasi meridiana: si accentua in tal modo l'idea dì un trascorrere del tempo e quindi di un collocarsi dell'episodio in uno spazio e in un tempo apparentemente unitari e contingenti, ma, in realtà, espressione di una dimensione più articolata e capace di alludere a un lampo e a una natura che diventano il simbolo di una storia e di valori più universali. La volontà dell'autore di misurarsi al tempo stesso con la contemporaneità e con la storia si traduce non nella semplice riproposizione di un episodio contingente di uno sciopero o di una manifestazione di protesta, ma nella ideazione di un quadro capace di esaltare l'oggettività delle forme e di simbolizzare tutto il cammino che la classe lavoratrice aveva fatto e si preparava a compiere, un cammino di affrancamento dall'abbrutimento della fatica verso una più umana consapevolezza del proprio valore e della propria forza, un percorso frutto di azione ma anche di pensiero. Giovanni Segantini: (Arco, Trento 1858 Schafberg, Engadina 1899). Dipingeva secondo la tecnica della divisione del colore, prediligendo pennellate rapide e piuttosto allungate, che tendevano a sovrapporsi, più che a fondersi, l una all altra. Inoltre iniziò a dipingere quadri nei quali si profilava quella tendenza verso l allegoria che si accentuò negli anni fino a giungere al simbolismo delle opere più tarde. 10. Le secessioni: Alla fine del diciannovesimo secolo, nonostante Parigi continuasse ad esercitare il suo ruolo di propulsore di una ricerca innovativa, emersero in Europa delle scuole nazionali che elaborarono prodotti artistici originali. Le Secessioni di Monaco, Vienna e Berlino, ripercorsero la strada dei saloni antiaccademici francesi e si posero in contrasto con Parigi. In Austria tale movimento fu appoggiato anche dalla cultura ufficiale, che riteneva indispensabile un rinnovamento. Numerosi artisti americani e russi furono attratti da queste nuove forme di elaborazione artistica. La natura viene intesa come natura vivente e viene abbandonato il modo di riprodurre fedelmente e senza mediazione le sue apparenze. I nuovi artisti si sforzarono di cogliere e di tradurre in immagine le leggi interne della natura, i principi astratti della sua crescita organica.

14 Gustav Klimt: (Vienna ). Fu la figura di maggiore spicco della Secessione. Aveva studiato nella Scuola di arti applicate di Vienna. Uscito dalla scuola nei primi anni ottanta, si dedicò alla pittura decorativa di grandi ambienti pubblici, arrivando al successo con le decorazioni dei soffitti degli scaloni del Burgtheater e dei pennacchi del Kunsthistoriches Museum di Vienna. - Il bacio: Nel Bacio si esprime la visione di abbandono e dedizione della donna nei confronti dell'uomo, uomo rappresentato proteso in avanti, in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti di chi si abbandona totalmente a lui: l'accento in questo caso si pone, quasi un'eccezione nel panorama della produzione klimtiana, sul connubio ideale, spirituale e fisico, delle due figure. Particolari espressivi quali l'estrema definizione delle mani maschili, nodose e affusolate al contempo, a contrasto con il nitore della diafana pelle della giovane innamorata, attribuiscono all'uomo una identità di approdo, di porto sicuro in cui potersi abbandonare, languidamente espresso dallo stato estatico della donna, finalmente libera di esprimersi nella sua fragilità femminile, con una mano morbidamente appoggiata sulla nuca maschile e l'altra in cerca di un tenero sostegno come in una carezza, rimettendosi a lui interamente. Non più quindi donna conturbante e solitaria, arbitro unico del mondo maschile in un gioco di rimandi e ammiccamenti erotici, ma dualità di principi vitali che si fondono, in un reciproco scambio di sensi e amore infinito, fissato nell'attimo di compenetrazione spirituale attuata dall'atto del dare e del ricevere. La netta separazione dei due sessi, evidenziata dal codice simbolico di elementi geometrici quadrati e spigolosi per l'uomo e di forme circolari e spiraliformi per la donna, trova la sua trascendenza nell'aura che circonda entrambe le figure, incarnazione dei due principi vitali a cui sembra far eco la cascata di triangoli d'oro, appendici e radici di vita, congiuntamente allo sfondo che, in una sorta di 'pendant' simmetrico, nasconde, con un sapiente gioco di trasparenze ed affioramenti, le stesse forme geometriche e sinuose dei due amanti. - Giuditta: Il soggetto biblico è decisamente posto in subalternità, mentre il corpo seminudo dell eroina, appena coperto da un velo violaceo con ornamentazioni dorate, è un inno alla bellezza femminile e al potere incantatore del suo sguardo. Giuditta, splendidamente agghindata, se ne sta immobile, con gli occhi socchiusi e le labbra appena dischiuse, in atteggiamento di sfida, mostrando la testa mozzata di Oloferne. Il suo volto, bellissimo, è incorniciato dall alto collier di gusto art nouveau e dalla gran massa di capelli ricciuti. Non c è linea di contorno: il corpo di Giuditta, come pure il suo abito velato, sfuma dolcemente e quasi si confonde con lo sfondo. A rendere il dipinto ancora più prezioso di quanto non sia già per l uso sapiente del colore e del disegno, interviene il fondo oro: una ripresa dalle tavole gotiche. Sull oro insiste un disegno geometrico ed elementi naturalistici estremamente semplificati e stilizzati. Edvard Munch: (Loten 1863 Ekely 1944). Si era formato a Oslo negli anni ottanta a contatto con pittori di ascendenza naturalistica. Una serie di viaggi a Parigi risultò determinante per l evoluzione della sua arte. Inizialmente subì l influsso degli impressionisti, in cui trovò punti di riferimento per acquisire un linguaggio maggiormente espressivo, consono a rappresentare quella che sarà la caratteristica più originale della sua arte: una tragica, angosciosa visione esistenziale. - La bambina malata: Rappresenta per Edvard Munch uno dei temi più importanti cioè l angoscia della morte. La scena rappresenta una ragazza dai capelli rossi a letto, con le spalle appoggiate a un'enorme cuscino bianco. Accanto, inginocchiata, vi è una figura femminile dal capo reclinato. I due personaggi sono in silenzio. La fanciulla spalanca un occhio vitreo e allucinato presagio di sventura, e la sua mano sinistra è accarezzata da quelle della donna. L'intreccio delle mani è delineato da pochi colpi di colore e non è affatto casuale perché ciascuno può controllare come ricada perfettamente all'incroci alle due ipotetiche diagonali, cioè nel centro geometrico del dipinto. L'unica luminosità proviene dal cuscino e dal volto pallido della ragazza, ma non sempre luce riflessa: è come se la federa e la pelle

15 emanassero una loro luminosità spettrale. Il letto sembra compresso tra il comodino e una parete, sulla quale pende un tendaggio verdastro. L'aria che si respira è viziata e pesante come se Munch volesse farci sentire l'odore della malattia, il senso di chiuso, gli aromi acuti degli sciroppi e delle medicine. La scena rappresenta una ragazza dai capelli rossi a letto, con le spalle appoggiate a un'enorme cuscino bianco. - L urlo: L'opera è un simbolo dell'angoscia e dello smarrimento che segnano tutta la vita del pittore norvegese. La scena rappresenta un'esperienza vera della vita dell'artista: mentre si trovava a passeggiare con degli amici su un ponte della città di Nordstrand, il suo animo venne pervaso dal terrore. Si distinguono chiaramente sullo sfondo i due amici che si allontanano lungo il ponte, estranei al terrore che angosciava il loro compagno. Mentre la bocca spalancata sembra emettere dei suoni che sconvolgono il paesaggio, con delle linee curve, ma non la strada, l'unica consigliera e amica dell'uomo, testimonianza della freddezza di talune persone. Il volto deformato sembra un teschio; anche il corpo sembra essere privo di colonna vertebrale. La funzione comunicativa prevalente individuata nel dipinto attraverso la lettura dell'opera è espressiva. L'uso del colore e gli accostamenti cromatici associati a lunghe pennellate tese a deformare i soggetti rappresentati suggeriscono uno stato emotivo di angoscia. L'associazione delle linee ondulate con le linee diagonali crea un senso di dinamicità che provoca tensione nell'osservatore. L'uso della luce contribuisce a far scaturire nell'osservatore un senso di inquietudine poiché conferisce il senso dell'immediatezza dell'evento rappresentato, colpendo la figura principale frontalmente come se venisse illuminata dalla luce di un flash. Anche la composizione degli elementi costitutivi del quadro è orientata a sottolineare l'aspetto espressivo dell'opera mettendo in primo piano il soggetto che emette l'urlo, staccandolo dallo sfondo attraverso la frapposizione dell'elemento ponte. - Sera nel corso Karl Johann: La scena rappresentata dovrebbe essere quella del tranquillo paesaggio serale della principale arteria dell'antica Cristiania, centro animato e pulsante della vita economica e politica della città. Munch interpreta il rito del passeggio, tipico di un certo ambiente borghese, come un'orrida processione di spettri dagli occhi sbarrati. Dell'umanità dei personaggi non sono rimasti che gli attributi esteriori: i seri cilindri degli uomini e gli sfiziosi cappellini delle signore. I volti, invece, sono maschere scheletriche, oscure incarnazioni di forze misteriose e spaventevoli. Il senso che se ne ricava è quello di un feroce attacco alla borghesia e alle sue vuote ritualità. Unico elemento di disarmonia, dunque di opposizione, anche politica, è la figura che si incammina sulla destra, ombra incerta e solitaria. Nel semplice ed efficacissimo simbolismo munchiano essa rappresenta l'artista stesso, colui che, incurante del consenso della massa, rema comunque contro corrente. 11. Art Nouveau In Europa: L'Art Nouveau (Arte Nuova in francese), fu uno stile artistico, diffuso in Europa e negli Stati Uniti, che interessò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate, tra il 1890 e la prima guerra mondiale. Una delle caratteristiche più importanti dello stile è l'ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta». Semplici figure sembravano prendere vita e evolversi naturalmente in forme simili a piante o fiori. L'Art Nouveau in architettura e design d'interni evitò lo storicismo eclettico che permeava l'epoca vittoriana. Gli artisti dell'art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò, come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici Vittoriani. Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti. Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l'art Nouveau non rinnegò l'uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei, ma vennero usati e integrati nella creazione dell'opera. In termini di materiali adoperati

16 la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, portando ad una vera e propria forma di scultura e architettura. Victor Horta: (Gand 1861 Bruxelles 1947). Primo grande interprete dell art nouveau e architetto, la sua opera più importante è La casa del Popolo, sede del partito socialista belga. Antoni Gaudì: (Reus 1853 Barcellona 1926). Lavorò essenzialmente nell area di Barcellona, ideando un architettura fantasiosa e segnatamente espressionista, nella quale le forme architettoniche appaiono caricate di un inimitabile esuberanza plastica, compatta in ogni sorta di ciclopica omogeneità scultorea. - Sagrada Familia: Si tratta di una basilica Cattolica Romana. Una costruzione monumentale,di impressionante bellezza,capace di sintetizzare il genio, l'estro multiforme e sublime di Gaudi. Con l'avanzare dell'innalzarsi della costruzione, lo stile divenne sempre più fantastico, con quattro torri affusolate che ricordano i termitai o i gocciolanti (castelli di sabbia dei bambini). Si tratta di forme ereditate dell'architettura neogotica, secondo i cui canoni la chiesa era stata inizialmente concepita: ciononostante, traevano la loro ispirazione dalla forma dei nidi di termite. Le torri sono coronate da cuspidi di forma geometrica, coperte di ceramiche con colori vivaci, che vennero probabilmente influenzate dal cubismo (furono finite attorno al 1920). Vi si ammirano anche un gran numero di decorazioni elaborate che vengono ricondotte allo stile dell'art Nouveau. - Parco Güell: Il parco Güell è una delle realizzazioni dell'architetto Antoni Gaudí a Barcellona che appaiono nell'elenco del patrimonio mondiale dell'unesco. Il periodo della sua realizzazione va dal 1900 al Doveva essere all'origine come le città-giardino inglesi che il suo mecenate, Eusebi Güell, gli aveva chiesto di costruire su una collina a nord della città. Il progetto prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, in tutto 60 case, ma solo un lotto fu acquistato e solo due case furono completate. In una delle due abitazioni già edificate, si trasferì lo stesso Gaudí con il padre e la figlia della sorella e ci rimase fino al trasferimento definitivo nel cantiere della Sagrada Familia. La città di Barcellona lo acquistò nel 1922 e lo trasformò in parco pubblico. Gaudí ha cercato di conservare il rilievo naturale, lasciando libero sfogo alla sua immaginazione, ha generato un opera originale dal profilo sinuoso. Ha fatto impiego di variopinte ceramiche di recupero o pezzi di vetro per decorare come mosaici colorati, le sue sculture in calcestruzzo che, rappresentano tutto un universo di animali fantastici, rifacendosi in maniera chiara al concetto del pittoresco. Fedele al suo stile, ha creato un opera che si integra nella natura e che la riproduce, ad esempio, la passeggiata coperta con le colonne che, hanno le forme dei tronchi degli alberi o delle stalattiti, fontane ed arcate artificiali di roccia. In cima alla scala principale con la fontana a forma di salamandra, simbolo dell'alchimia e del fuoco, si trova la sala ipostila, realizzata come un tempio classico greco. Questa sala, chiamata anche sala delle 100 colonne, benché soltanto 85 siano state completate, si situa sotto la piazza centrale del parco. La piazza è delimitata da un sedile ondulato come un serpente di 150 m di lunghezza. Nelle altre zone del parco crea spazi altrettanto fantastici, dove ponti in cemento armato sembrano strutture ottenute dalla scultura della roccia, dissimulando così l'incredibile sforzo architettonico. 12.Espressionismo I fauves: L espressionismo ricercava una totale compenetrazione con la natura, romanticamente intesa come simbolo di una primigenia e autentica spiritualità, come luogo di rifugio dalla falsa e asfissiante morale borghese, tesa a bollare con il marchio dello scandalo tutto ciò che potesse minare l imperante e colpevole disinteresse verso una reale denuncia dei drammi prodotti dal capitalismo. Con il termine fauves (in francese belve feroci) si indica un gruppo di pittori, per lo più francesi, che all inizio del Novecento diedero vita ad un esperienza di breve durata temporale ma di

17 grande importanza nell evoluzione dell arte. I giovani fauves discutevano molto di impressionismo, spesso in termini negativi ma apprezzando la novità di una luce generata dall accostamento di colori puri. La loro arte si basava sulla semplificazione delle forme, sull abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, sull uso incisivo del colore puro, spesso spremuto direttamente dal tubetto sulla tela. L'importante non era più, come nell'arte accademica, il significato dell'opera, ma la forma, il colore, l'immediatezza. Partendo da suggestioni e stimoli diversi, ricercavano un nuovo modo espressivo fondato sull autonomia del quadro: il rapporto con la realtà visibile non era più naturalistico, in quanto la natura era intesa come repertorio di segni al quale attingere per una loro libera trascrizione. H. Matisse: (Cateau Cambrésis 1869 Cimiez 1954). Fu la personalità artistica più complessa e significativa dei fauves. Dapprima iniziò a dipingere sotto la guida di Moreau, poi con l influenza della pittura impressionista, schiarì la sua tavolozza, affidando sempre più le composizioni alla forza evocativa ed emozionale del colore. - La danza: Questo quadro di Matisse, tra i più famosi della sua produzione, sintetizza in maniera esemplare la sua poetica e il suo stile. Il quadro trasmette una suggestione immediata. Il senso della danza, che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi tratti e con appena tre colori. Ne risulta una immagine quasi simbolica che può essere suscettibile di più letture ed interpretazioni. Il verde che occupa la parte inferiore del quadro simboleggia la Terra. Segue la curvatura del nostro mondo e sembra fatto di materiale elastico: il piede di uno dei danzatori imprime alla curvatura una deformazione dovuta al suo peso. Il blu nella parte superiore è ovviamente il cielo. Ma si tratta di un blu così denso e carico che non rappresenta la nostra atmosfera terrestre bensì uno spazio siderale più ampio e vasto da contenere tutto l universo. E sul confine tra terra e cielo, o tra mondo ed universo, stanno compiendo la loro danza le cinque figure. Le loro braccia sono tese nello slancio di tenere chiuso un cerchio che sta per aprirsi tra le due figure poste in basso a sinistra. Una delle figure è infatti tutta protesa in avanti per afferrare la mano dell uomo, mentre quest ultimo ha una torsione del busto per allungare la propria mano alla donna. La loro danza può essere vista come allegoria della vita umana, fatta di un movimento continuo in cui la tensione è sempre tesa all unione con gli altri. E tutto ciò avviene sul confine del mondo, in quello spazio precario tra l essere e il non essere. Il vortice circolare in cui sono trascinati ha sia i caratteri gioiosi della vita in movimento, sia il senso angoscioso della necessità di dovere per forza danzare senza sosta. In questo quadro Matisse giunge ad una sintesi totale tra contenuto e forma, riuscendo ad esprimere alcune delle profonde verità che regolano, non solo la vita dell uomo, ma dell intero universo. 13. Il cubismo: Il cubismo è un movimento artistico d'avanguardia che nasce a Parigi attorno al 1907 che genererà movimenti analoghi in musica e letteratura. Nelle opere cubiste il soggetto è spezzato, analizzato e riassemblato in una forma astratta. L'artista tende a ritrarre l'oggetto in un contesto più vario, raffigurandolo da più punti di vista. Lo sfondo e i piani prospettici si compenetrano, creando un ambiguo spazio vuoto caratteristico del cubismo Ripropose la centralità degli elementi formali essenziali della pittura: lo spazio e la composizione. L oggetto cubista, proprio perché è un oggetto conosciuto e non semplicemente visto, finisce così, paradossalmente, per dissolversi: la descrizione dei suoi vari aspetti ne annulla infatti l spetto unitario e coerente che era invece proprio della visione rinascimentale. Pablo Picasso: (Malaga 1881 Mougins 1973). Ricco del bagaglio pittorico della grande tradizione spagnola, Picasso era giunto a Parigi nel Fu sconvolto dal suicidio di suo più caro amico. Il lavoro di Picasso è spesso categorizzato in "periodi". Benché i nomi dei periodi più recenti siano oggetto di discussione, quelli più comunemente accettati sono il "periodo blu" ( ) (consiste di dipinti cupi

18 realizzati nei toni del blu e del turchese, solo occasionalmente ravvivati da altri colori), il "periodo rosa" ( ) (è caratterizzato da uno stile più allegro, caratterizzato dai colori rosa e arancione e ancora contraddistinto dagli arlecchini), il "periodo africano" ( ), il "cubismo analitico" ( ), il "cubismo sintetico" ( ). - Poveri in riva al mare: I tre personaggi, scalzi e infreddoliti, sono la metafora della moderna Sacra Famiglia. Nonostante il loro misero aspetto, essi spiccano per la dignità quasi monumentale che assumono. Soprattutto la madre, vista di spalle, richiama la solida volumetria di certe donne giottesche. Nonostante l uso della monocromia, l artista riesce a differenziare marcatamente i tre elementi primigeni della natura: terra (la spiaggia), acqua (il mare) e aria (il cielo). Le tre fasce orizzontali che vengono così a crearsi contrastano, con la loro geometrica uniformità, i tre personaggi in primo piano, contribuendo ad isolarli nella scena al fine di sottolineare ulteriormente il loro muto dramma. - Les demoiselles d Avignon: Picasso dipinse in maniera differente ciascun personaggio. La donna che tira la tenda sul fondo è cosparsa di un pesante strato di vernice. La sua testa è la più cubista di tutte e cinque, e rappresenta una forma geometrica acuta. La testa cubista della figura che si accascia ha subito almeno due revisioni e dalla figura originale di iberico è passata alla sua forma attuale. Le maschere sembrano derivare dalle maschere tribali africane. Una possibile ispirazione: Les grandes Baigneuses, 1906, di Paul Cezanne. I primi disegni di quest'opera in realtà rappresentano due uomini in un bordello, un marinaio e uno studente di medicina (spesso rappresentato con un libro o un teschio in mano). Rimane traccia della loro presenza in un tavolo al centro: lo spigolo sporgente di un tavolo vicino al fondo della tela. L'osservatore sta ora al posto dei due uomini seduti, obbligato ad affrontare la vista delle prostitute dritto di fronte a sé, evocando così letture molto più complesse di una semplice allegoria o di un'interpretazione autobiografica che tenta di comprendere l'opera in relazione alla storia di Picasso con le donne. Lo sguardo obliquo, ovvero il fatto che le figure guardino direttamente l'osservatore, così come l'idea della donna così padrona di sé, che non è presente solo per il piacere maschile, possono essere fatti risalire all'olympia di Manet del Rubin suggerisce che alcuni visi delle figure simbolizzino lo sfiguramento provocato dalla sifilide e che il dipinto sia stato realizzato dopo una serie di visite in un bordello dove Picasso, all'epoca temporaneamente separato dalla sua amante si recava. - Guernica: L artista spagnolo esprime in Guernica la sua opposizione ai regimi totalitari che si diffusero in Europa nel corso del XX secolo, e lo fa mediante la rappresentazione di un terribile evento bellico: la distruzione, durante la Guerra civile spagnola Picasso leva alta la sua voce contro l eccidio e si schiera dalla parte degli oppressi. Nell'opera però non ci sono elementi che richiamino al luogo e al tempo; niente ci indica che si tratti di un bombardamento. È piuttosto una protesta contro la violenza, la distruzione, la guerra in generale. Ecco allora l interpretazione che si può dare al toro che appare nella parte sinistra del quadro: esso rappresenta il Minotauro, figura mitica e simbolo di bestialità, che contribuisce proprio ad universalizzare il significato del quadro. La lampada ad olio posta al centro dell opera indica la ragione che non comprende il bombardamento e la distruzione, mentre il cavallo agonizzante simboleggia il popolo spagnolo degenerato. La violenza e la sofferenza traspaiono esplicitamente guardando, sulla sinistra dell opera, la madre che grida al cielo, disperata, con il figlio senza vita tra le braccia. In basso nel dipinto c'è un cadavere, egli ha una stigmate sulla mano sinistra come simbolo di innocenza verso la crudeltà nazi - fascista e nella mano destra stringe una spada spezzata da cui sorge un pallido fiore quasi a dare speranza per un futuro migliore. L alto senso drammatico nasce dalle deformazioni dei corpi, dalle linee che si tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare a urli disperati e laceranti, dall alternarsi di campi bianchi, grigi, neri, che accentuano la dinamica delle forme contorte e sottolineano l'assenza di vita a Guernica.

19 14. Futurismo: Dal punto di vista stilistico il Futurismo si basa sui concetti del divisionismo che però riesce ad adattarlo per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità. Naturalmente dal punto di vista concettuale il futurismo non ignora i principi cubisti di scomposizione della forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz'altro la tecnica che prevede di suddividere la superficie pittorica in tanti tasselli che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale. Tuttavia mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una quarta dimensione esclusivamente spaziale, il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento. Lo spirito anticonformista del futurismo, rozzo e non privo di infantilismo, costituiva un anticipazione di atteggiamento che si sarebbero sviluppati nelle altre avanguardie, e presupponeva l intuizione del carattere accademico, sterile, di tanta parte della cultura ottocentesca. Il problema centrale dell estetica futurista era la rappresentazione del movimento, l espressione della dimensione temporale (durata e simultaneità): di qui l adozione di tecniche adeguate a questi scopi, come l iterazione (ripetizione) e la scomposizione. Umberto Boccioni: (Reggio Calabria 1882 Verona 1916). Frequenta lo studio di Giacomo Balla a Roma. Nel 1907 si trasferisce a Milano ed è influenzato dalla pittura di Previati e Munch. Nel 1909 entra in contatto con Marinetti e firma il Manifesto dei pittori futuristi. - La città che sale: Si coglie la visione di palazzi in costruzione in una periferia urbana, mentre compaiono ciminiere e impalcature solo nella parte superiore. Gran parte dello spazio è invece occupato da uomini e da cavalli, fusi esasperatamente insieme in uno sforzo dinamico. In tal modo Boccioni mette in risalto alcuni tra gli elementi più tipici del futurismo, quali l'esaltazione del lavoro dell'uomo e l'importanza della città moderna plasmata sulle esigenze del nuovo concetto di uomo del futuro. Ciò che mette il quadro perfettamente in linea con lo spirito futurista è però l'esaltazione visiva della forza e del movimento, della quale ne sono protagonisti uomini e cavalli e non macchine. Questo è ritenuto un particolare che attesta come Boccioni si muova ancora nel simbolismo, rendendo visibile il mito attraverso l'immagine. - Forme uniche della continuità nello spazio: Se si osserva lateralmente la scultura, si può riconoscere facilmente una figura umana in cammino priva però di alcune parti e del suo "involucro" esterno. La figura appare così per un verso come uno "scorticato" anatomico per un altro come una "macchina", come un ingranaggio in movimento. L opera inoltre si sviluppa mediante l alternarsi di cavità, rilievi, piani e vuoti che generano un frammentato e discontinuo chiaroscuro fatto di frequenti e repentini passaggi dalla luce all'ombra. La linea di contorno si sviluppa come una sequenza di curve ora concave, ora convesse: in tal modo i contorni irregolari non limitano la figura come di consueto ma la dilatano espandendola nello spazio. - Stati d animo gli addii: Lo spazio è composto in vorticosi movimenti, le forme sono viste simultaneamente da numerose posizioni, figure e ambiente sono fusi in un unico ritmo dinamico. La composizione assume un moto vorticoso. Il treno, le fabbriche e le città in costruzione ci sono spesso nei dipinti futuristi, come simboli del progresso. A partire dall 800 le ferrovie sono divenute un elemento molto importante del panorama urbano delle città del mondo sviluppato. Dopo il 1830, le strade ferrate e le locomotive a vapore si sono diffuse rapidamente dall Inghilterra, loro luogo di origine, a tutta l Europa. Milano non è stata da meno di tante altre città italiane ed europee, ed il treno, con i suoi binari e le sue stazioni, ha iniziato a caratterizzare (e condizionare) l assetto territoriale e viario della città, anche se, come vedremo, la ferrovia non è mai penetrata all interno dell antica cerchia delle Mura Spagnole.

20 Antonio Sant Elia: (Como 1888 Monfalcone, Gorizia 1909). Si formò nel gusto della Secessione viennese e fu in particolare sensibile all opera dell architetto austriaco Otto Wagner, di cui condivideva l interesse per i valori urbani dell architettura che si ritroverà spesso nei suoi disegni successivi. - Disegni per la città nuova. Programma per una centrale elettrica: Sant Elia rappresenta in prospettiva alti edifici, generalmente centrali elettriche o palazzi a gradoni con torri esterne di ascensori, che si innalzano su un intreccio a vari libelli dis trade, ferrovie sotterranee e sopraelevate, ponti, viadotti, passaggi coperti. Giacomo Balla: (Torino 1871 Roma 1858). Si trasferì a Roma nel 1895, assimilando prontamente il verismo tanto diffuso in quegli anni. Si avvertì nella sua pittura un gusto nuovo per l inquadratura ravvicinata e quasi fotografica del soggetto, un amore per il dettaglio e per le vibrazioni luminose. Fu portato da Boccioni ad aderire al Manifesto nel Dinamismo di un cane al guinzaglio: Il quadro fa parte della riflessione sul tema del movimento propria dell'autore. Qui viene rappresentato, come se si trattasse di una ripresa fotografica (a cui si riferisce anche il taglio della composizione): simultaneamente sono presenti le diverse immagini delle zampe e della coda del cane nella successione determinata dal moto, e lo stesso per le gambe della padrona e per l'oscillazione del guinzaglio. Attraverso il movimento, come attraverso la luce, si dissolve la materialità dei corpi, nonostante il fatto che siano rappresentati realisticamente. Le figure sono rappresentate in monocromo, con linee di contorno "tratteggiate", su un fondo piatto. 15. L astrattismo: Si definisce astratta o non figurativa l arte che non riproduce o rappresenta immagini riconoscibili, ma ne fa appunto astrazione per giungere alla forma pura. L'astrattismo nasce dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee e colori. Punto di riferimento fondamentale è il testo di Wilhelm Worringer Astrazione ed empatia, del 1908, dove l'arte viene interpretata in base all'intenzionalità dell'artista. La forma viene intesa come risultato dell'incontro tra uomo e mondo, in un alternarsi di empatia, ovvero avvicinamento alla realtà, ed astrazione, cioè il rifiuto della realtà Wassily Kandiskij: (Mosca 1866 Neuilly sur Seine 1944). Dopo un periodo figurativo si era allontanato dal soggetto e dalla rappresentazione del reale. Dopo un esperienza di insegnamento in patria, il pittore fece ritorno in Germania nel 1922, invitato a tenere il corso di pittura alla scuola del Bauhaus, fondata a Weimar dall architetto Walter Gropius. - Primo acquarello: L'opera ha un'importanza fondamentale per la storia dell'arte, in quanto si tratta della prima immagine assolutamente non-figurativa della pittura occidentale. Essa si presenta come una composizione giocosa, eseguita di getto e condotta senza un disegno o uno schema; l'effetto è quello di un'idea iniziale, immediatamente fissata sulla carta. L'acquerello si presenta intenzionalmente come uno schizzo informe ricollegabile a uno scarabocchio infantile. L'immagine è caratterizzata da diverse macchie colorate: alcune grosse velature espanse e trasparenti, situate in particolare nella parte alta del foglio, sembrano introdurre nella superficie bianca della carta un senso di profondità fluttuante e vagamente stratificata; altre più piccole, come quelle al centro e a sinistra, appaiono più ristrette e di colore più intenso. Svincolandosi da ogni possibile condizionamento visivo e assumendo a guida del gesto pittorico un impulso simile a quello di un bambino, Kandinsky si propone di analizzare l'origine e la struttura primaria dell'operazione estetica

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