Pasqua, vincere la stanchezza

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1 LaVita Anno 113 DOMENICA 4 APRILE 2010 G I O R N A L E C A T T O L I C O T O S C A N O e 1,10 Poste italiane s.p.a. Sped. in a.p. 13 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma, 2, DCB Filiale di Pistoia Direzione, Redazione e Amministrazione: PISTOIA Via Puccini, 38 Tel. 0573/ Fax 0573/28616 e_mail: settimanalelavita@tin.it Abb. annuo e 42,00 (Sostenitore e 65,00) c/c p.n Pistoia Pasqua, vincere la stanchezza Inizio del mondo nuovo, la pasqua è momento di ricarica e di speranza soprattutto quando i tempi si fanno più difficili e carichi di tensione, come è quello che stiamo attraversando. Inutile negarlo: segni di stanchezza ci arrivano dalla società, segni di stanchezza, non meno preoccupanti, ci arrivano anche dalla chiesa. Difficoltà, incomprensioni, divisioni, si stanno da tempo accumulando intorno a noi, fra noi, aumentando scontentezze, disagi, cali di entusiasmo e di serenità. Sembra proprio che qualcosa sia stato dimenticato nel cammino, difficile e insidioso, di questi anni: qualcosa che deve essere prontamente recuperato, prima che vada definitivamente perduto. Il paese è arrivato a punti di depressione che nemmeno i più anziani ricordano di avere mai visto, nemmeno nel tempo della guerra e del dopoguerra. La cosa che più intristisce e ci addolora è che molti, i più, non se ne rendono ancora conto. La crisi morale è arrivata al suo culmine (ammesso che nel male ci sia un punto di massima concentrazione) e spiega molto bene l origine e la permanenza delle molte crisi che i sociologi, i politici seri, gli uomini veri, hanno perfino difficoltà a enumerare e individuare. La denuncia non è certo di oggi, ma non passa giorno che essa non debba rinnovarsi e accentuarsi per la progressiva decadenza a cui stiamo assistendo con un senso di sgomento e di impotenza. Un paese malato, profondamente malato, che ha bisogno di cure energiche e, soprattutto, di rendersi pienamente conto di quanto sta accedendo al suo interno. La politica ha dato l ultima prova di se stessa nelle recentissime consultazioni elettorali, soprattutto per la massiccia astensione, mai vista nel passato, che denota la stanchezza di un popolo, le sue delusioni e la sua perdita di speranza. Le cifre non rendono conto del malessere che serpeggia sempre di più nelle nostre popolazioni, perché mon pochi, molti, sono andati a votare senza voglia, scegliendo, come si dice, il male minore. Progetti di vita e di società nemmeno si intravedono al nostro orizzonte. Si vive alla giornata, senza indicazioni di mete da perseguire e da realizzare nel futuro, nemmeno quello più vicino. Le caste costituite non pensano nemmeno a lasciare il campo ad altri, le ingiustizie si moltiplicano, i litigi sono il nostro pane quotidiano. La domanda ci interpella fin nel profondo delle nostre coscienze: Chi ci libererà da questo corpo votato alla morte?, le parole dell apostolo Paolo fanno purtroppo al caso nostro. La comunità cristiana non è se stessa. Manca di incidenza sulla società, anche perché soffre al suo interno per gli stessi mali. Anch essa ha bisogno di una pasqua di conversione e di risurrezione. I giorni dell entusiasmo e della freschezza stanno purtroppo alle nostre spalle. Chi li ha vissuti in pienezza nel passato è costretto ogni giorno a rinnovare la sua sofferenza. E vero che la chiesa è sempre in via di modifica e di cambiamento, ma questa esigenza sta raggiungendo attualmente toni imprevisti e, forse, addirittura, drammatici. La pasqua è per tutti, senza esclusione di nessuno, un forte richiamo e una urgente sollecitazione. Rivolgendoci anzitutto, come è giusto, alla comunità cristiana (la pasqua è anzitutto e soprattutto una realtà nostra: res nostra agitur, dicevano gli antichi), grazie a Dio, possiamo dire che le indicazioni di lavoro comune non mancano. Abbiamo visto proprio in questi giorni iniziative tendenti a riportare all attenzione comune il pensiero del concilio Vaticano II. Come non ripetere ancora: Questo lo Spirito oggi domanda alla chiesa? Eppure, da diverse parti si vuol dare per scontato che esso è ormai passato ad acta, perché, si dice con molta e superficiale sufficienza, esso è già realizzato. Vorremmo alzare la voce per dire a tutti: non è vero. La chiesa soprattutto non è quella che è stata disegnata nelle pagine meravigliose dei documenti conciliari. La chiesa-mistero, la chiesa-popolo di Dio, la chiesa-missione, apertura, dialogo, evangelizzazione. Se si vuol barare lo si faccia pure, ma a chi gioverebbe questa furbesca e ingenua operazione? Ripensando a quanto detto nella prima parte, dobbiamo denunciare l infelice sorte toccata al pensiero sociale della chiesa, che pure ci era stato presentato come parte essenziale dell evangelizzazione e parte integrante della teologia morale. Si parla di spiritualità, ma per caso il razzismo, l ingiustizia, l immoralità di ogni ordine e grado non fanno parte della spiritualità cristiana? Quando ci si accorgerà che il popolo cristiano si sta gradualmente adattando al clima generale, che di cristiano non merita più nemmeno il nome? Giordano Frosini Il corso dei secoli, lo vedi, è come una parabola e può prendere fuoco in piena corsa. In nome della sua terribile grandezza scenderò nella bara fra volontari tormenti. Scenderò nella bara e il terzo giorno risorgerò, e, come le zattere discendono i fiumi, in giudizio, da me, come chiatte in carovana, affluiranno i secoli dall oscurità Borís Pasternàk Il settimanale diocesano augura a tutti una Buona Pasqua

2 2 primo piano n. 13 La 4 APRILE 2010 V ita Un sito internet sul Concilio Vaticano II Continua ancora la presentazione dei 16 documenti conciliari, perché questa lettura solleciti, almeno nei più volenterosi, lo studio completo degli stessi. Viva il Concilio è una iniziativa da valorizzare con questa speranza. La lezione dell ultimo Concilio dev essere accolta come «la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre» (Giovanni Paolo II). L attività comincia con la presentazione dei 16 documenti conciliari, la cui composizione è stata affidata a esperti teologi e mnaestri della Chiesa: Giacomo Canobbio, Luigi Bettazzi, Piero Coda, Severino Dianich, Giordano Frosini, Carlo Maria Martini, Damiano Modena, Massimo Nardello, Sarah Numico, Gilles Routhier, Silvia Sanchini, Roberto Tucci, Marco Vergottini. Visitate il sito Sintesi dei documenti conciliari/3 Perfectae Caritatis È la ripresa e l approfondimento di quanto aveva già detto il cap. VI della Lumen gentium, dedicato appunto alla vita religiosa. Nel decreto vengono ripetuti i concetti fondamentali già svolti nella costituzione fondamentale del concilio, con una maggiore accentuazione sugli aspetti più pratici, come, per es., il rinnovamento, l adattamento e l aggiornamento sempre necessari nel cammino storico della Chiesa. Evidentemente ai padri conciliari è presente la crisi che cominciava già ad attanagliare la vita religiosa e che, purtroppo, continuerà e si aggraverà con l andare del tempo, nonostante i richiami certamente opportuni da parte del magistero ecclesiale. Nonostante la varietà, ci sono elementi comuni a tutte le forme di vita religiosa, fra le quali è certamente da sottolineare il primato della vita spirituale, cominciando dall amore e dallo studio assiduo per la sacra Scrittura, da leggersi nel continuum della tradizione della Chiesa, la valorizzazione del carisma tipico di ogni congregazione. Si insiste ancora sulla definizione della vita religiosa vista come la pratica dei consigli evangelici, ciò che farà più tardi anche il Sinodo dei vescovi dedicato allo stesso argomento. Su questo preciso punto si deve però registrare un avanzamento della teologia, interpretato soprattutto da teologi religiosi, come Rahner, Congar, Tillard, che mette in discussione la provenienza evangelica di questi consigli e che ritiene più significativa la concezione della vita religiosa come impegno pubblico e statutario di un esemplare adempimento dell intero messaggio cristiano, cominciando dagli aspetti più radicali, che sono i più facili a essere dimenticati o disattesi. Una teoria che si addice assai di più alla Chiesa intesa essenzialmente come comunione. In essa non ci sono affatto due classi quasi separate di cristiani. Giordano Frosini va necessario ripensare il compito della Chiesa in un mondo divenuto ovunque terra di missione, non si poteva sfuggire alla necessità di rinnovare la formazione del clero, che della missione della Chiesa restava protagonista: i preti, soprattutto nella loro funzione di capi delle comunità parrocchiali, diventavano l anello di congiunzione concreto, lo strumento, dell azione salvifica di Gesù Cristo che la Chiesa doveva rendere visibile e proseguire. Il Decreto sulla formazione sacerdotale nasce da questa istanza. In esso si propongono alcuni principi fondamentali relativi alla formazione del clero sia secolare sia regolare di ogni rito, pur con la libertà di adattare tali principi alle circostanze. Il luogo in cui tale Il 25 dicembre 1961, Giovanni XXIII firma la costituzione apostolica Humanae salutatis con la quale convoca il Concilio formazione si deve attuare sono i seminari, per i quali si danno norme relative sia a quelli minori sia a quelli maggiori. La formazione viene considerata nella sua dimensione spirituale, dottrinale e pastorale. Delle tre dimensioni, nella recezione del Vaticano II, quella dottrinale resterà punto di riferimento privilegiato; nelle indicazioni relative a essa, infatti, si inseriscono norme sulla revisione degli studi ecclesiastici, nelle quali si delinea un nuovo metodo teologico, detto storico-genetico, in corrispondenza della visione storico-salvifica del mistero cristiano, che al tempo del Concilio stava diventando di comune dominio e resterà dominante fino al termine del secondo millennio. Giacomo Canobbio Apostolicam Actuositatem L iscrizione del tema del laicato nell agenda dei lavori del Concilio avvenne per volontà diretta di Giovanni XXIII che, in estremis, aggiunse all elenco delle commissioni preparatorie previste quella «per l apostolato dei laici in tutte le questioni che riguardano l azione cattolica, religiosa e sociale». Secondo le intenzioni del papa «essa avrebbe rappresentato la nota novissima del Concilio, quella che ne avrebbe messo in risalto il carattere pastorale» (G. Turbanti). L idea- guida di Apostolicam actuositatem è quella di rimarcare l unione di tutti i credenti a Cristo e di sottolineare il servizio specifico dei fedeli laici nel quadro dell unica missione ecclesiale: essi prendono parte, nei diversi ambiti della loro vita familiare, professionale e sociale alla costruzione della Chiesa e del mondo. Se l assunzione di un registro definitorio ed esortativo comportò una scarsa risonanza del decreto nell immediato post-concilio; nondimeno, il granello di senape seminato nel terreno ecclesiale da Apostolicam actuositatem sollecita a prendere coscienza del fatto che la vita dei battezzati nella sequela di Cristo e nella dedizione ai fratelli per amore di Dio e degli uomini, è il primo ed elementare servizio che la chiesa rende agli uomini per la gloria di Dio in vista del suo Regno. Marco Vergottini Presbyterorum Ordinis Descrivendo l articolazione del ministero ordinato, il Concilio nella Costituzione sulla Chiesa aveva già delineato brevemente il significato e la funzione dei presbiteri. Essendo questi attori di primo piano nell attuazione della missione della Chiesa, Optatam Totius L obiettivo fondamentale del Concilio era il rinnovamento della Chiesa. Per raggiungerlo era necessario che i ministri ordinati ricevessero una formazione adeguata ai tempi. Le indicazioni che il concilio di Trento aveva dato erano servite, pur con qualche ritardo nella loro attuazione, a formare un corpo di pastori dottrinalmente preparati, spiritualmente solidi, pastoralmente attrezzati. La storia attestava che la riforma cattolica era avvenuta anche grazie alla figura di prete corrispondente alla concezione di Chiesa e della sua missione che la Controriforma aveva elaborato. Se ora appariappariva necessario soffermarsi più ampiamente sul loro ministero, anche perché il rischio di considerare questo aggiuntivo rispetto alla loro vita cristiana era tutt altro che lontano. In effetti il Decreto si propone non semplicemente di delineare il ministero presbiterale secondo la scansione, già usata per i vescovi nella Costituzione sulla Chiesa, di matrice cristologica (ministero della parola, dei sacramenti e di guida della comunità cristiana), ma pure di mostrare che l esercizio del ministero è per i presbiteri luogo di santificazione. La nozione di carità pastorale costituisce l elemento sintetico di vita e ministero, in coerenza con la descrizione di santità come perfezione della carità che la Costituzione sulla Chiesa aveva presentato nel capitolo relativo alla comune chiamata alla santità. Ci si preoccupa altresì di sottolineare che il ministero presbiterale è partecipazione alla missione della Chiesa tutta ed è quindi da svolgere in comunione con tutti gli altri ministeri, in particolare con quello dei vescovi, dei quali i presbiteri sono detti necessari collaboratori. In questo orizzonte si accenna anche, pur sommessamente, al presbiterio, richiamando così il legame sacramentale che unisce i presbiteri tra loro e con il vescovo. Il medesimo fondamento sacramentale giustifica la destinazione universale del ministero presbiterale, pur senza dimenticare il legame strutturale tra questo e quello del vescovo diocesano, il quale deve aver cura dei presbiteri come un padre, fornendo a essi gli aiuti necessari, sia di ordine spirituale che materiale, affinché la loro vita e ministero si svolgano in corrispondenza all altezza della loro dignità di rappresentanti di Cristo capo. Giacomo Canobbio

3 LaVita 4 APRILE 2010 n. 13 cultura 3 Nostri poeti contemporanei per la Pasqua La Pasqua ispira da sempre i poeti, che al mistero della Resurrezione così come al clima di festa scandito dal suono delle campane hanno nel tempo dedicato versi di grande suggestione. Quest anno il nostro settimanale ha deciso di utilizzare le parole di alcuni poeti contemporanei locali per augurare Buona Pasqua a tutti i lettori Aurora di risurrezione Domani, quando l aurora illuminerà le cime degli alberi Tu risorgerai, facci risorgere con Te per abbracciare la terra come l amata abbraccia il suo amato. Domani quando l aurora rosseggerà sul mare facci risorgere con Te per seppellire tutti i nostri veleni tutte le nostre armi di morte. Domani quando l aurora illuminerà il volto dei miseri e degli ammalati Tu risorgerai, facci risorgere con Te insieme agli straccioni e ai vagabondi per farci scoprire come sarà bello il mondo quando stenderemo l anima lavata ai rami dei nostri amici gli alberi. Domani quando all aurora canteranno gli uccelli e le sorgenti Tu risorgerai, facci risorgere con Te dall oscurità dei nostri cuori per amare la vita sulla terra, per andare con gli altri, mano nella mano, a illuminare gli angoli oscuri del mondo. Anna Tassitano La pasqua del poeta E un dolce di parole e di pensieri dettato dall amore per il Signore. Gli ingredienti son di fantasia con aggiunta di speranza e di magia. Zucchero come il bene che vogliamo ai nostri cari, sale solo un pizzico per sorridere a chi ci vuol male, farina abbondante per la carità a chi soffre e tende una mano, latte quanto basta per l amore per il diverso due uova per un po di umiltà e la cosa più importante e più preziosa il lievito: l amore per il Signore per dirgli grazie della Sua Resurrezione. Lalla Calderoni E Resurrezione Botti allegria le prime rondini campane a festa la nostra infanzia quanta felicità Egli aveva sconfitto la morte e noi vestiti alla marinara in Chiesa a pregare in raccoglimento s era ancora più buoni come s addiceva in quel giorno Ritorna ancora la Resurrezione ma senza più botti più allegria senza quasi più amore per i fratelli vicini e lontani disadorna è l amicizia e sale una forte invocazione Signore aiutaci ad essere più fratelli così consumeremo una Pasqua gioiosa come quand eravamo fanciulli. Giovanni Burchietti Ieri sono tornata Sento ancora il vocio di tutti noi che giochiamo sopra il tondo dietro la piccola chiesa fra gli olivi. Appare improvvisa la figura di profeta campestre di Don Bacci avvolta nella palandrana nera. Batte le mani e chiama: c è la dottrina Saliamo a gara la scalinata correndo dentro la chiesa. Dopo le preghiere i grandi restavano con il priore gli altri, seguivamo le catechiste nella sala della Compagnia. Finita la lezione si ritornava a giocare, a bomba o a guerra, ad acchiappino sul tondo, od ai quattro cantoni. Nel tempo di Quaresima se qualcuno durante il gioco o lungo la via ti chiedeva: fuori il verde dovevi trarre di tasca un ramoscello di bosso. Chi non era pronto o n era sprovvisto, perdeva e pagava con un confetto. Ieri sono tornata a giocare da sola ai quattro cantoni. Spostandomi da un pilastro all altro, sfidavo la Milietta, la Marisa, la Bruna, la Giorgia, e tutti gli altri compagni della mia fanciullezza. Correvo libera e felice con il cuore affannato ritornato puro come quando ero bambina. Maria Cristina Bagnoli Un suono di campane Dalla finestra della mia stanzetta scorgo i viluppi di corolle rosa sbocciate sul prugno selvatico vibranti del ronzio delle api. L aria è pregna di luce e di profumi banchi di nuvole chiare percorrono l azzurro il gorgheggio del merlo che discende dai rami dell olivo m allieta il cuore. Cristo è Risorto! un suono di campane ondulando s allarga per la valle accarezzata dalla primavera. Orazio Tognozzi Un dialogo Fuggita dalla luce alfine sarà l ombra liberando il nostro andare dalla nebbia del timor. Liberando il nostro dire da parole sfiduciate, da verbo che non hanno la sapienza del pregar. Da verbi che non cercano un incontro con l eterno, un dialogo che s innalza alla grazia del Signor. Alla grazia che ravviva le sorgenti più riposte, perché possano di cielo una sete ristorar. Roberto Luconi

4 4 attualità ecclesiale n. 13 La 4 APRILE 2010 V ita Durante il suo lungo pontificato, si è prodigato nel proclamare il diritto con fermezza, senza debolezze o tentennamenti, soprattutto quando doveva misurarsi con resistenze, ostilità e rifiuti. È il ricordo all attuazione di Giovanni Paolo II, a cinque anni dalla morte, offerto da Benedetto XVI, nell omelia della messa celebrata il 29 marzo nella basilica di san Pietro. Il 2 aprile, quest anno, è il Venerdì Santo: da qui la scelta di anticipare la celebrazione eucaristica di suffragio. Sapeva di essere stato preso per mano dal Signore ha proseguito il Papa e questo gli ha consentito di esercitare un ministero molto fecondo, per il quale, ancora una volta, rendiamo fervide grazie a Dio. Nel suo amato predecessore, Benedetto XVI vede l immagine perfetta del servo di Dio, che come dicono le Scritture agirà con fermezza incrollabile, con un energia che non viene meno fino a che egli non abbia realizzato il compito che gli è stato assegnato. Eppure, non avrà a sua disposizione quei mezzi umani che sembrano indispensabili In occasione di un incontro personale con Papa Giovanni, in data 29 ottobre 1962, monsignor Camara scrive: «Questo Concilio convocato da un Papa che afferma la necessità di riformarci come cammino verso l unità; un Concilio che non nasce per condannare quelli che sono fuori, ma per fare un autocritica di quelli che sono dentro: un Concilio costruttivo, positivo è strada aperta, via reale verso l unità... Gli ho chiesto se gli osservatori presenti -dal numero e grado di rappresentatività- sono la prova che i fratelli credono nella nostra sincerità. Lui pensa di sì anche se non dimentica che 400 anni (protestanti) e 800 anni (ortodossi) di pregiudizi, invettive e sospetti reciproci non possono essere dissipati in un solo incontro. Papa Giovanni preferisce questa parola così nostra. Chi dice incontro riconosce la necessità di non rimanere fermo ad aspettare che tutta la strada sia fatta dall altro. Il Papa non ha esitato a riconoscere che abbiamo una grande colpa per tutto ciò che è accaduto. Ho domandato se non fosse possibile... aprire le porte ai non cristiani, soprattutto agli ebrei (antenati che sono stati nostre vittime per secoli). Non esita un istante. Ritiene che, nel caso degli ebrei, una chiara confessione dei nostri passati peccati di antisemitismo avrebbe un effetto enorme. Siamo già diventati buoni amici». Il 31 ottobre 62 scrive: «Il vescovo di Cuernavaca (Messico), monsignor Sergio Mendes, mi ha raccontato un episodio delizioso di Papa Giovanni. Stava spiegando al Papa quanto è povera la sua gente e quanto gli piacerebbe che il popolo si nutrisse della Sacra Scrittura, ma che purtroppo gli mancano i soldi per diffondere la Sacra Bibbia. Così gli ha detto: Oggi, Santo Padre. praticamente non c è più nessuna differenza fra le buone Giovanni Paolo II Lo ha preso per mano di un piano così grandioso. Si presenterà con la forza della convinzione, e sarà lo Spirito che Dio ha posto in lui a dargli la capacità di agire con mitezza e con forza, assicurandogli il successo finale. Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile del 2005, Un carteggio interessante Helder Camara e il Concilio traduzioni cattoliche e le buone traduzioni protestanti. E per finire ha domandato: Potrei non solo permettere che circolino le Bibbie protestanti, ma persino aiutare a diffonderle?. Il Papa, battendogli sulla spalla, gli ha risposto: Non ti manderò al Sant Uffizio. Monsignor Sergio si è spinto oltre: Ma se mi ci portano, Vostra Santità verrà in mio soccorso?. E il vecchio ammirevole, l uomo di Dio, il Vicario di Cristo ha detto: Grida a me e io verrò a salvarti». Il 23 novembre 62 narra il suo incontro con il cardinale Suenens come la cosa più grande fino a quel momento. Camara aveva proposto un incontro speciale e aveva mostrato il suo discorso in francese con una Prière alle Il 28 aprile successivo papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l inizio della causa di beatificazione e canonizzazione, che è s t a t a a p e r t a ufficialmente dal card i n a l Ruini il 28 g i u - pour l uffité che aveva appassionato il cardinale, il quale aveva promesso di portarlo dal Papa. «Ai nostri piani scrive Camara stava mancando proprio un cardinale di prestigio che avesse libero accesso al Papa. Mi ha mostrato in confidenza la dedica con cui il Papa gli ha inviato una copia del discorso di apertura del Concilio. E giusto che le mandi un discorso che è almeno altrettanto suo quanto mio.... Il discorso che abbiamo così apprezzato». Sappiamo che un punto cruciale all inizio del Concilio era il decreto sulle fonti della rivelazione per il suo impatto anche ecumenico. Il giorno 21 novembre 62 così Helder Camera racconta: «Alla fine della sessione di lunedì 19, mentre Monsignor Helder Camara gno e la cui fase diocesana si è conclusa a due anni dalla morte, il 2 aprile Il 19 dicembre 2009, con un decreto firmato da papa Benedetto XVI che ne attesta le virtù eroiche, Giovanni Paolo II è stato proclamato venerabile. Il buon profumo La regola della comunità di Gesù ha ricordato il Santo Padre è quella dell amore che sa servire fino al dono della vita. Ogni gesto di carità e di devozione autentica a Cristo ha sottolineato il Papa non rimane un fatto personale, non riguarda solo il rapporto tra l individuo e il Signore, ma riguarda l intero corpo della Chiesa, è contagioso: infonde amore, gioia, luce. Di qui la contrapposizione tra l atteggiamento di Maria di Betania, che lavando i piedi del Maestro con una grande quantità di profumo pregiato offre a Gesù quanto ha di più prezioso, e quello di Giuda, che Nel recente libro che raccoglie le Lettere dal Concilio del vescovo brasiliano si colgono alcuni aspetti inediti di Papa Giovanni XXIII di Francesco Valsasnini era in discussione l introduzione (se convenisse o non convenisse introdurre) lo schema sulle fonti della rivelazione, un brivido ha percorso l auditorium: il rappresentante della commissione pro unione delle famiglie cristiane ha dimostrato che lo schema rappresenta un passo indietro che bloccherà il cammino dell unità e ha lasciato i vescovi sgomenti dicendo che la commissione teologica, presieduta dal cardinal Ottaviani, per motivi a lui sconosciuti aveva rifiutato in modo sistematico varie offerte di collaborazione presentate dalla commissione per l unità». Tale schema avrebbe anche lanciato un ombra di sospetto sullo sforzo degli esegeti. Si votò il giorno dopo e lo schema fu rifiutato da e approvato da 822. «Il Santo Padre, avendo preso conoscenza del risultato della votazione di ieri e del tenore delle discussioni che l avevano preceduta, ha stabilito che lo schema sulle fonti della rivelazìone fosse sottoposto a una commissione mista composta dalla commissione teologica e dalla commissione pro unità delle Chiese. Ciò che il cardinal Ottaviani aveva voluto evitare e aveva rifiutato, il Santo Padre ha ordinato che fosse fatto. In aula conciliare il sollievo è stato generale. E stata una prova che i Padri conciliarì si muovono, e lo Spirito Santo li guida». Il ricordo del Papa a cinque anni dalla morte calcola là dove non si può calcolare, entra con animo meschino dove lo spazio è quello dell amore, del dono, della dedizione totale. L amore non calcola, non misura, non bada a spese, non pone barriere, ma sa donare con gioia, cerca solo il bene dell altro, vince la meschinità, la grettezza, i risentimenti, le chiusure che l uomo porta a volte nel suo cuore, ha sottolineato Benedetto XVI commentando il brano evangelico della cena di Gesù a Betania con Lazzaro, Marta e Maria. Se Maria si pone dunque ai piedi di Gesù in umile atteggiamento di servizio, come farà Gesù stesso nell Ultima Cena, Giuda sotto il pretesto dell aiuto da recare ai poveri, nasconde l egoismo e la falsità dell uomo chiuso in se stesso, incatenato dall avidità del possesso, che non si lascia avvolgere dal buon profumo dell amore divino. Compagno di viaggio Un compagno di viaggio per l uomo di oggi. Così il Papa ha definito Giovanni Paolo II. Tutta la vita del Venerabile ha commentato Benedetto XVI si è svolta nel segno di questa carità, della capacità di donarsi in modo generoso, senza riserve, senza misura, senza calcolo. Ciò che lo muoveva era l amore verso Cristo, a cui aveva consacrato la vita, un amore sovrabbondante e incondizionato. Giovanni Paolo II, ha proseguito il suo successore, si è lasciato consumare per Cristo, per la Chiesa, per il mondo intero: la sua è stata una sofferenza vissuta fino all ultimo per amore e con amore. Chi ha avuto la gioia di conoscerlo e frequentarlo le parole del Pontefice ha potuto toccare con mano quanto viva fosse in lui la certezza di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi ; certezza che lo ha accompagnato nel corso della sua esistenza e che, in modo particolare, si è manifestata durante l ultimo periodo del suo pellegrinaggio su questa terra: la progressiva debolezza fisica, infatti, non ha mai intaccato la sua fede rocciosa, la sua luminosa speranza, la sua fervente carità. Nell ultima parte dell omelia, Benedetto XVI ha citato quanto affermava il suo predecessore per il XXVI anniversario del suo pontificato: Confidò di avere sentito forte nel suo cuore, al momento dell elezione, la domanda di Gesù a Pietro: Mi ami tu? Mi ami più di costoro, e aggiunse: Ogni giorno si svolge all interno del mio cuore lo stesso dialogo tra Gesù e Pietro. Nello Spirito, fisso lo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli, pur consapevole della mia umana fragilità, mi incoraggia a rispondere come Pietro: Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo. E poi mi invita ad assumere le responsabilità che Lui stesso mi ha affidato.

5 LaVita 4 APRILE 2010 n. 13 attualità ecclesiale 5 Il senso anticristiano della maggioranza nell Italia di oggi Prosegue la nostra rassegna stampa dedicata a servizi, saggi e interventi di quella che un tempo si chiamava la terza pagina dove trovavano spazio gli elzeviri. Vengono prese in considerazione idee di saggisti, studiosi, scrittori, pensatori. L attenzione è rivolta prioritariamente al fatto religioso e A proposito di un articolo di Galli Della Loggia Alzare lo sguardo ai suoi risvolti etici, culturali, spirituali, politici. Si tratta di pensieri scelti a volte per la loro sana provocazione e per gli interrogativi che possono sollevare in modo costruttivo anche nella realtà cattolica. Capi d accusa Sempre più di frequente il discorso pubblico delle società occidentali mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo. All indifferenza e alla lontananza che fino a qualche anno fa erano la regola, a una secolarizzazione per così dire silenziosa, vanno progressivamente sostituendosi un irrisione impaziente, un aperta aggressività che non è più solo appannaggio di ristrette cerchie di colti, come invece avveniva un tempo. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l idea cristiana nel suo complesso, come dicevo, ma naturalmente, non foss altro che per ragioni numeriche e di rappresentanza simbolica, sono poi quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa a essere presi in special modo di mira. Dappertutto, ma, come è ovvio, in Italia più che altrove. Sulle pagine del Corriere della Sera (domenica 21 marzo), Ernesto Galli Della Loggia, storico e giornalista italiano, dedica un editoriale al sentimento anticristiano diffuso in Italia. La lista dei capi d accusa contro la Chiesa è pressoché infinita : Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie - elenca lo storico -, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro diritti, il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l ostilità all uso dei preservativi e dunque l appoggio di fatto alla diffusione dell Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l intolleranza congenita. Resa dei conti Da qualche tempo, tuttavia, vi si aggiunge qualcosa che contribuisce a dare a quelle imputazioni un peso e un senso diversi, un impatto più largo e distruttivo, finendo per unirle tutte nel segno di un attacco solo complessivo. Per Galli Della Loggia, si tratta di un radicalismo enfatico nutrito d acrimonia; è, insieme, una contestazione sul terreno dei principi, un chiedere conto dal tono oltraggiato e perentorio che dà tutta l idea di voler preludere a una storica resa dei conti. Quel che più colpisce, infatti, della situazione odierna - e non solo immagino chi è credente ma pure, e forse più, chi come il sottoscritto non lo è - è soprattutto l ovvietà ideologico-culturale della posizione anticristiana, la sua facile diffusione, oramai, anche in ambienti e strati sociali non particolarmente colti ma medi, anche popolari. In questo senso, prosegue lo storico, ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno più nulla e si direbbe - esagero certo, ma appena un poco - che ormai nelle nostre società, a cominciare dall Italia, lo stesso senso comune della maggioranza stia diventando di fatto anticristiano. Tra i motivi che stanno dietro questa grande trasformazione dello spirito pubblico del Paese, Galli Della Loggia ne cita tre in particolare. Al primo posto l ingenuità modernista, l illuminismo divenuto chiacchiera da bar perché ci piace pensarci compiutamente moderni, e modernità sembra voler dire che gli unici limiti legittimi siano quelli che ci poniamo noi stessi mentre le vecchie autorità sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Eticismo presuntuoso Il secondo motivo, sottolinea lo storico, concerne la Chiesa e tutto ciò che la riguarda (religione inclusa) che ricadono nella condanna liquidatoria del passato, di qualsiasi passato, che in Italia si manifesta con un ampiezza che non ha eguali. Sono sempre più diffusi l ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l antistoricismo, l applicazione dei criteri di oggi ai fatti di ieri: da cui la ridicola condanna di tutte le malefatte, le uccisioni e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, a maggior gloria di un eticismo presuntuoso che pensa di avere l ultima parola su tutto. Da ultimo, conclude Galli Della Loggia, il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto dell appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto, perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno Pietro inaugura un tempo nuovo per la nascente comunità dei seguaci del Cristo. Si spinge, non senza qualche giustificata titubanza per lui educato nella legge del puro e dell impuro, ad entrare nella casa di un pagano, Cornelio, centurione romano di stanza a Cesarea, ai confini del territorio giudaico. A Cornelio ed alla sua famiglia Pietro annunzia il Signore Gesù. Nel discorso che pronuncia mette in rilievo che Dio non fa preferenza di persone ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Tutto questo è basato nella pratica di Gesà di Nazaret che, consacrato in Spirito Santo e potere, è passato in terra giudaica ma anche in territorio pagano, beneficando e risanando tutti. Il culmine e la conseguenza di questa attività taumaturgica e predicazione profetica di Gesù è il mistero pasquale, la morte di croce e la risurrezione. Di questo i discepoli sono annunciatori e testimoni. Il verbo testimoniare e la parola testimoni appaiono complessivamente quattro volte in questo breve brano degli Atti ad indicarne l importanza fondamentale per l annuncio. La parola proclama ciò che già è vissuto. Grandissima responsabilità. Il comportamento del cristiano non può velare e non deve contraddire l annuncio della vita nuova che gli viene dalla Persona del suo Signore. Testimone della La Parola e le parole Pasqua - Resurrezione del Signore Anno C At.10, ; Lc Risurrezione è chi, consacrato in Spirito Santo e potere come Gesù, passa nel mondo beneficando e risanando tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo. Non ardeva forse il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le scritture? L episodio dei discepoli di Emmaus, che è esclusivo del Vangelo di Luca, (Marco lo sintetizza appena) ci indica dove e come si può sperimentare il Cristo Risorto. Nel giorno della Risurrezione due discepoli stanno lasciando Gerusalemme che per loro è la città della sconfitta e della morte del Maestro. Sono abbattuti e sconsolati, stanno vivendo una situazione di contrasto e divisione: si allontanano dal gruppo dei discepoli, discutono tra di loro, conoscono la Scrittura ma rifiutano lo scandalo della croce, non hanno più speranza anche se sono sconvolti per la testimonianza delle donne che hanno trovato il sepolcro vuoto ed hanno avuto una visione di angeli che affermano che egli è vivo. E proprio in questa situazione di sconforto che il Risorto si fa presente, pellegrino non riconosciuto, al lato dei due viandanti. Per la chiesa di Luca e per noi è il primo importante insegnamento: Gesù non abbandona mai la sua comunità ma l accompagna costantemente, le è vicino come guida e sostegno sempre ma in modo specialissimo nelle situazioni di prova, tristezza, delusione, persecuzione, martirio. Le è vicino soprattutto nei momenti di smarrimento, quando la comunità è stolta, lenta di cuore e con gli occhi velati, incapace di scorgere al suo fianco la presenza del Signore e incapace di dare con forza e credibilità la testimonianza evangelica. Per far ardere il cuore e portare i discepoli di Emmaus e di ogni tempo a credere nella risurrezione è indispensabile l ascolto e la comprensione delle scritture. Gesù si fa quindi annunciatore e interprete della Parola. Apre la mente dei discepoli perché comprendano che il Cristo bisognava che patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria. Tutta la scrittura parla di Lui e trova in Gesù il suo compimento. Tutti i profeti ma in particolare i quattro canti del Servo del Signore rivelano come la sofferenza e la morte sono il cammino perché il Messia raggiunga la gloria della risurrezione. La lunga catechesi, Emmaus infatti dista circa 11 chilometri da Gerusalemme, è stata così convincente che i discepoli, giunti al villaggio, supplicano il misterioso pellegrino a non proseguire il viaggio ma ad ospitarli nella loro casa in quanto ormai si è fatta sera. Si passa adesso dalla mensa della Parola alla mensa del Pane. Sedendo a tavola Gesù da ospite passa ad essere l anfitrione. Infatti è lui che prende il pane, recita la benedizione, lo spezza lo dà loro ripetendo i gesti della moltiplicazione dei pani e dell ultima cena. La frazione del pane illumina la sera e apre gli occhi dei discepoli che finalmente riconoscono il Signore Risorto. A questo punto Gesù diviene invisibile ma non se ne va, adesso dimora nel cuore riscaldato dalla Parola e nella vita alimentata del pane spezzato. E notte adesso ma per i discepoli che hanno visto il Risorto è gioia e luce più splendente di qualsiasi altro giorno di sole. In quella stessa ora, senza indugio, ritornano a Gerusalemme, trasformata in città di vita e vittoria, per testimoniare agli undici la grande visione e averne la conferma con l esultanti parole: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone! Il racconto di Emmaus è una catechesi pedagogica per la comunità di Luca e per le comunità di ogni tempo. Si scandisce in questi punti: nella quotidiana fatica di vivere il Signore cammina con i suoi, fa ardere il loro cuore con l annuncio della Parola, li nutre e fortifica con l Eucaristia memoria della sua Pasqua, li riunisce in comunità e li qualifica come testimoni di una vita nuova, capace di trasformare l umanità. Enzo Benesperi

6 6 n APRILE 2010 La V ita L i m m i g r a - zione come risorsa, senza tuttavia ignorare le d i f f i c o l t à legate a un fenomeno ormai inarrestabile. Se ne è parlato al seminario Immigrati in Italia: giustizia, legalità, solidarietà, tenutosi il 20 marzo a Prato per iniziativa della diocesi locale e del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani. Proprio nel capoluogo toscano la percentuale degli stranieri sulla popolazione complessiva è tra le più alte d Italia - secondo i dati del Dossier statistico immigrazione 2009 di Caritas/Migrantes vi sono quasi 29 mila immigrati, pari all 11,8%, su una popolazione residente di 246 mila persone - e si registra in particolare una massiccia presenza cinese, fenomeno complesso da decifrare al meglio, ha sottolineato il vescovo di Prato, monsignor Gastone Simoni. La sfida dell incontro Discernere, alla luce dello Spirito, quello che accade è l invito di mons. Fausto Tardelli, vescovo di San Miniato e delegato per la pastorale sociale della Conferenza episcopale toscana, che - aprendo i lavori con un momento di preghiera - ha ricordato come i migranti siano uomini e donne amati da Dio. Mentre il Il mondo dei carbonai è in estinzione Luigi Maestripieri è l ultimo carbonaio di Prunetta. L arte di fare il carbone anche nel nostro bosco è defunta. Questo utile mestiere è nato con l uomo, oggi moderne tecnologie hanno superato questo lavoro. E nato a Sarripoli da una famiglia numerosa, fino dalla prima infanzia dovette lavorare; ciò gli impedì di frequentare la scuola. Nacque il 18 settembre Si trasferisce a Piteglio per ragioni di lavoro con la famiglia: tagliano il bosco. Prese moglie a Prunetta, dove attualmente vive fino dagli anni 60. Dal matrimonio nacque Tiziana, splendida ragazza forte e brava lavoratrice. Ha prestato opera di taglialegna in Svizzera, come laniere a Prato, e presso il salumificio Gori, fino all edilizia con la ditta Pardini. Rimasto vedovo, vive in compagnia del fedele cane Oscar. Abita a nord del paese, e svolge l attività di allevatore di polli e conigli all inizio della strada Piastre-Prunetta. Il boscaiolo ed Oscar fanno vari viaggi giornalieri al pollaio. Transita in serenità, passo dopo passo, con la filosofia del camminare, si gode questi ultimi periodi di vita che Dio gli concede. Sono in movimento in estate, con il freddo inverno, uomo ed animale formano un tutto unico, un Settimana sociale I nuovi italiani La questione migratoria affrontata in un seminario a Prato presidente del Comitato scientifico e organizzatore, mons. Arrigo Miglio, ha richiamato la storia delle Settimane Sociali, che da sempre sono una strada alternativa, per non stare solo a guardare, ma per contribuire concretamente al bene comune. Rivolgersi al futuro anche attraverso la lente delle migrazioni è stato il monito di Edoardo Patriarca, segretario del Comitato, per il quale nella storia le civiltà che hanno accettato la sfida dell incontro hanno continuato a vivere e progredire, mentre chi si è chiuso nelle cittadelle fortificate ha finito per soccombere. Diritti negati, cartina di tornasole Le oltre 100 provenienze e le altrettante lingue parlate dagli immigrati in Italia sono una risorsa, non un problema, ha esordito p. Gianromano Gnesotto, direttore nazionale dell Ufficio per gli immigrati e i profughi della Fondazione Migrantes, vedendo proprio nell immigrazione la cartina di tornasole per denunciare una mancanza che va a incidere Lettere in Redazionequadretto da immortalare. Il cane è nero, le canizie di Luigi sono come la neve. Tutti gli vogliono bene, immagine di sopravvissuto. Un particolare curioso sul nostro carbonaio: non è andato a scuola, quindi è analfabeta. Non gli fu possibile neppure ascoltare la mitica trasmissione televisiva di Alberto Manzi dal titolo Non è mai troppo tardi, che insegnava a leggere e scrivere. Quando andò in pensione per riscuotere il frutto del lavoro, si valeva del segno di croce avallato da due testimoni. Questo per un Maestripieri era umiliante, così si fece scrivere in bella calligrafia, dalla figlia su un foglio di carta nome e cognome e, con la calma dei forti alle poste ricopiava lo scritto. Tutti ti vogliono bene, per l allegria, l onestà la grande rettitudine morale. Giorgio Ducceschi Una festa non festa E appena trascorsa l annuale festa dedicata alla donna, 8 marzo, con la consueta celebrazione a base di mimosa, quest anno un po in ritardo. Di conseguenza si è riacceso il dibattito sulle condizioni della donna, soprattutto lavorative. La trasmissione sulla questione antropologica. È il mancato riconoscimento dei diritti e, più a fondo, della dignità dei migranti. La gestione del fenomeno migratorio necessita di un etica, ha evidenziato Gnesotto, sottolineando come gli immigrati siano una risorsa non solo per l economia, ma anche per l arricchimento culturale. Tale approccio, ha aggiunto, non ignora le difficoltà legate alla convivenza, ma al tempo stesso sottolinea anche quei problemi che trovano gli immigrati nel lavoro, nell accesso alla cittadinanza, nei riconoscimento dei diritti. Lavoratori o persone? A delineare il profilo giuridico della questione Cecilia Corsi, docente di diritto pubblico alla Facoltà di scienze politiche dell Università di Firenze, che è partita dal riconoscimento nella nostra Costituzione del diritto a emigrare. Ma se tale diritto è inviolabile, allora pensare a una disciplina degli ingressi dettata solo da esigenze economiche e di mercato del lavoro non è in linea con la Carta costituzionale. Sul legame tra televisiva al riguardo, con l intervento di tre ben agguerrite sindacaliste, ha messo in luce un sacco di lacune ancora da colmare, perché la carriera venga sempre più facilitata. Nel complesso si è parlato di molti diritti ancora da conquistare in confronto ai doveri. Della famiglia si è accennato ben poco, se non della necessità di maggiori aiuti da parte dello Stato affinché la donna non si trovi in difficoltà se arriva un figlio. Il maschio è un compagno quasi sempre visto con sospetto, quando addirittura con rancore. Un contesto ben lontano da quel clima di amore e serenità che dovrebbe essere alla base di un rapporto uomo donna. Niente di questo invece ho avvertito. Come donna attempata quale sono, penso che le rivalse femminili siano partite con il piede sbagliato. La donna, la moglie, la mamma del secolo scorso aveva conosciuto situazioni che spesso arrivavano allo sfruttamento sistematico e senza riconoscenza alcuna. Quindi la prima rivalsa era chiedere il vero rispetto come donne, senza tentennamenti, paure, o peggio ancora apparente rassegnazione. Tutto il resto sarebbe arrivato in un secondo tempo, senza brutali sconvolgimenti che hanno messo a confronto opposti sentimenti e cagionato ricatti. Invece specialmente le giovani e giovanissime sono corse alla competizione col maschio a cominciare dall età scolare e via di conseguenza. Nei rapporti d amore come in famiglia hanno strappato al maschio con una certa violenza verbale quelle situazioni e prerogative, anche sul lavoro, di cui si credeva possessore quasi per legge naturale. Hanno forse creduto di vederlo in ginocchio, ma non è stato così, né lo sarà, purtroppo con le immaginabili conseguenze. Mimosa 2010, quanto squallore! Tina Tecchi Obiettivi politici e religiosi Dispiace a molti cattolici veri o meno veri, accorgersi questa vigilia di elezioni regionali, come la comunanza e la fratellanza dimostrata alla Chiesa da parte della sinistra italiana sul tema di una integrazione immigratoria massiccia, si sia assolutamente arrestata sul tema dell aborto, di grande importanza e dopo l attuale richiamo. Questo fa rinnovare il dubbio già latente che gli obiettivi politici niente abbiano da dividere con quelli prettamente religiosi. Da qui nasce la convinzione che la lavoro e diritto di soggiorno è tornato anche Gnesotto, denunciando una correlazione che presuppone la concezione di lavoratore ospite, patita in passato anche dai nostri connazionali emigrati. A tal proposito, emblematica fu la massima dello scrittore elvetico Max Frisch: Abbiamo cercato braccia, sono arrivati uomini. È per questo, ha precisato la giurista, che oggi sono al centro del dibattito giuridico e politico quelle norme che presiedono al diritto di cittadinanza, poiché delineare il modo con cui si è o si diventa cittadini determina l appartenenza o meno a una comunità. Integrazione, non assimilazione Passaggio fondamentale è un integrazione dal basso, ha rimarcato Andrea Valzania, ricercatore al dipartimento di scienza della politica e sociologia dell Università di Firenze, processo che necessita di tempo ed è molto più complesso dell idea funzionalista di assimilazione. Qui l immigrato non è considerato solo una risorsa, ma una persona. Una nostra Chiesa cattolica svolgesse la sua opera ecclesiale, umanitaria, universale, senza identificarsi con e a nessuna ideologia politica. Una lettrice (lettera ricevuta il 25 marzo 2010) Informazione e stili di vita Caro direttore, tra carta, televisioni, web e tecnologie digitali l informazione 2010 annoia l Italia? Twitter dopo Google,Web 2.0, l insieme dei servizi e connessioni premiano l interazione, la condivisione, la partecipazione. Il movimento botton up, la internet generation, il coro dei blog quale diario nuovo, scrivono nel tessuto telematico, nella saggezza della rete? Nell ecosistema elettronico miliardi di clic tracciano ogni giorno sentieri condivisi dalla massa o nuovi siti aggregati nella massa? Se a Manhattan creativi, futurologi e giornalisti meditano e sperimentano nuovi modi di fare news, in Italia e in Europa non siamo tutti americani. Nella storia degli Usa troviamo un giornalismo già a scuola nel 1904 (Pulitzer) e, nel 1908 con Williams, la prima facoltà universitaria di siffatta integrazione, ha precisato Valzania, è bidimensionale, chiama in causa anche l italiano e la sua capacità di accoglienza. Essa, difatti, vede la coesistenza tra politiche di accoglienza e una forte e costante spinta solidaristica di tipo comunitario. Un identità nuova. D altra parte, ha proseguito l economista Riccardo Moro, vanno considerati due livelli per intervenire sul fenomeno migratorio. In primo luogo la dimensione internazionale, poiché se un problema è lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, con differenziali di reddito e di benessere enormi, allora occorre un agenda politica internazionale per agire sulle cause. A livello nazionale, invece, dobbiamo preparare un identità nuova, che nasca dall interazione dell identità italiana di oggi e di ieri e di quella dei nostri fratelli stranieri. A crearla davvero - ha concluso - saranno i nostri figli che, figli d italiani o di stranieri, saranno italiani in un modo nuovo, che noi non sappiamo ancora immaginare. Francesco Rossi giornalismo. Nella persistente specificità editoriale italiana, dopo un giornalismo più letterario e più economico sociale che politico del XVIII secolo, un giornalismo dalla gavetta sta reclutando nuove leve da scuole e università, mentre nel vecchio villaggio dei mass media tradizionali, un pubblico sempre più numeroso assimila le tecnologie digitali: non basta più l e mail per la conversazione sui fatti e le notizie del giorno. E dunque aperto un elettronico ecosistema Liquilogos per una ecologica interazione, condivisione e partecipazione alla ricapitolazione e ricostruzione di bene comune. In Italia Tv e dintorni presentano necessità di ristrutturazione per un vero servizio pubblico, sociale e di qualità. Nel pianeta ferito, per lo sviluppo sostenibile, è necessaria l informazione corretta dell opinione pubblica A nuovi stili di vita esortava il Concilio ecumenico con la Costituzione pastorale del dicembre 1965:...si aprono nuove vie per perfezionare e più largamente diffondere la cultura. Esse sono state preparate da un grandioso sviluppo delle scienze naturali e umane, anche sociali, dal progresso delle tecniche, dallo sviluppo e dall organizzazione degli strumenti della comunicazione sociale. B.P. Barni

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