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1 SET - OTT 2011 numero 112 Società Missioni africane Autorizzazione del Tribunale di Genova N 18 del 2 aprile Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, DCB Genova - detentore del conto per restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Imprimé à taxe réduite taxe perçue -Tassa riscossa CMP/CPO Genova -Italia Red./Amm. SMA NOTIZIE Via Francesco Borghero Genova (GE) Tel Fax C.C.P Direttore Responsabile: S. Galli. Redazione: P. Dodero, F. Drogo, C. Trumpy, M. L. Piombino, S. Turrin, R. Zoggia. Stampa Erga Edizioni - Via Imperiale 41r Genova SMA Iscritta all Unione Stampa Periodica Italiana Federazione Stampa Missionaria Italiana Contiene inserto redazionale SMA Solidale Onlus notizie Non spegniamo la missione ad gentes L Ottobre Missionario ogni anno è un invito rivolto alle comunità ecclesiali a riflettere sulla necessità e sull urgenza dell evangelizzazione ad gentes. È questa un idea che lentamente si è appannata presso le nostre comunità in Italia: dall andare in missione, in pochi anni si è capovolta la prospettiva, tant è vero che la missione, invertendo i ruoli, è entrata prepotentemente in casa nostra. Eppure la Missio ad gentes è ancora una grossa priorità per la Chiesa intera. Se i cristiani globalmente presi superano il miliardo, il dato matematico incontrovertibile afferma che i restanti cinque o sei miliardi di abitanti della terra restano in attesa del messaggio di salvezza portato da Gesù Cristo. Un altro equivoco legato alla missione è quello di pensare ai missionari come gente dedita a risollevare le situazioni di sfruttamento, emarginazione e povertà esistenti nel Sud del Mondo. Forse gli stessi missionari non hanno fatto abbastanza per aggiornare le nostre comunità spiegando come la stessa realtà si sia radicalmente SMA INTERNAZIONALE prepararsi per la missione Pag. 2 trasformata. Se fino all inizio del novecento dall Europa - continente cristiano - partivano schiere di missionari per l Africa, l Asia, l America Latina, testimoniando una vitalità sorprendente della Chiesa di quel tempo, oggi, dal punto di vista numerico, Brasile, Messico, India e Filippine sono realtà cristiane che hanno incrementato a tal punto le loro file da far passare in second ordine la consistenza delle comunità della vecchia Europa. Il sorpasso dei cristiani, diciamo extracomunitari, rispetto ai cristiani della comunità europea, è avvenuto ormai da un paio di decenni. Lo slogan di quest anno per la Giornata Missionaria Mondiale è: Testimoni di Dio. Una frase scarna ma efficacissima in quanto rende evidente che i testimoni del Dio dell amore e della tenerezza non sono solo i missionari, ma tutti i cristiani, perché ogni battezzato ha la responsabilità di compiere il mandato del Signore di annunciare il suo Vangelo fino agli estremi confini della terra. Ai missionari, chiamati da una speciale vocazione, tocca il compito di andare lontano, attraversare i mari, radicarsi nelle periferie delle grandi MISSIO GIOVANI A GENOVA Pag. 5 città del Terzo Mondo, vivere con gli umili e gli emarginati dei villaggi più sperduti nelle savane e nelle foreste del pianeta. Ma a tutti comunque viene chiesto di vivere pienamente la peculiarità missionaria di andare verso i lontani, quei lontani che magari vivono nella nostra parrocchia, nel nostro quartiere, che conosciamo benissimo e che, per compiere quelle poche centinaia di metri che ci separano da loro, ci chiedono una conversione missionaria impegnativa tanto quanto quella di chi lascia il proprio paese per andare a cooperare con le Chiese sorelle di recente costituzione. La missione quindi non è un optional per impallinati, ma una responsabilità per tutti i cristiani: andare lontano per cooperare con le giovani Chiese, o l andare verso i lontani di casa nostra per offrire ad essi un segno tangibile di speranza, sono pagine diverse che si aggiungono al grande libro della meravigliosa avventura missionaria che da secoli caratterizza il cammino della Chiesa. Don Mario Bandera Direttore Centro Missionario Diocesano di Novara FOCUS ON AFRICA PARCHI SENZA FRONTIERE Pag. 10

2 SMA INTERNAZIONALE SMA - SOCIETà missioni Africane Prepararsi per la missione Da alcuni anni sono il responsabile del Centro Brésillac di Calavi, in Benin. Ricordo ai lettori che Brésillac è il fondatore della SMA. Nel cammino di formazione dei seminaristi SMA in Africa, questo Centro svolge un ruolo cruciale: dopo aver fatto i primi tre anni di formazione filosofica, i giovani prendono una pausa, e vivono un anno di spiritualità. Il Centro Brésillac è stato voluto per offrire ai nostri seminaristi SMA africani un tempo particolare di discernimento e di orientamento della propria vocazione, che sia consono al loro modo di vivere e alle loro culture. Durante quest anno viene loro offerta la possibilità di fare: un esperienza forte di Dio (vita di preghiera e corsi di spiritualità), una conoscenza di sé più approfondita (corsi di psicologia), un esperienza di vita comunitaria e di scambio con giovani provenienti da una dozzina di diversi paesi africani (internazionalità), una conoscenza più approfondita della SMA, della sua storia, del suo contributo alla missione della chiesa. Un Centro sempre più internazionale L anno trascorso a Calavi, al Centro Brésillac, rappresenta l esperienza che accomuna tutti: questa, più che tutte le altre, è sentita veramente come la loro casa, la casa da cui è iniziato per tutti qualcosa di nuovo e di comune, un lancio vero sulla via della missione. Dal 2007, per decisione del nostro capitolo generale (che noi della SMA chiamiamo Assemblea Generale), si è voluto che questa esperienza si allargasse a tutti i giovani SMA che si stanno preparando a diventare missionari. Si è quindi cominciato a chiamare Anno Internazionale di Spiritualità SMA. Da qualche anno, perciò, partecipano allo stesso programma di formazione non solo seminaristi africani, ma anche indiani ed europei. Il 2011 è stato un anno tutto speciale che ci ha visti coinvolti nella celebrazione del 150 anniversario dell evangelizzazione del Benin. Dall Italia ci hanno fatto visita Per questa occasione ci hanno visitato il superiore generale, p. Jean Marie Guillaume, e un gruppo di padri e amici laici provenienti dall Italia e dalla Spagna. È stato interessante per i nostri giovani constatare che lo spirito di Brésillac e dei suoi seguaci, tra i quali ricordiamo particolarmente p. Francesco Borghero, suscita sempre più interesse anche tra i laici, i quali desiderano dare animo e tempo alla missione. Tra questi laici e laiche animati dallo spirito del fondatore della SMA c è anche un piccolo gruppo di ragazze italiane, guidate da sr Marta Pettenazzo, animatrice della comunità SMA-NSA di Feriole, che durante il mese di agosto hanno fatto visita al nostro Centro. Hanno voluto fermarsi qui da noi prima di partire, in gruppetti, per fare alcune esperienze di missione a Ouidah (Benin), in un istituto per bambini abbandonati e denutriti, e a Kolowaré (nel vicino Togo), in un lebbrosario. Al termine della loro esperienza sul campo, sono ritornate ancora tutte al Centro Brésillac, per fare insieme una rilettura e una valutazione dell esperienza vissuta in missione. Il primo giuramento, e poi lo stage Ricordo una tappa importante dell anno di spiritualità che si è da poco concluso. Il 25 giugno, giorno in cui commemoriamo la morte di Mons. de Brésillac, 21 giovani sono stati ammessi a continuare la loro formazione nella SMA. E ciò è avvenuto per mezzo di una cerimonia: il giuramento di appartenere alla SMA e di servire la missione universale per mezzo della SMA. Dopo un periodo di vacanze in famiglia, i 21 seminaristi partiranno per lo stage, cioè un esperienza missionaria diretta, inseriti in alcune nostre missioni, in un paese africano diverso dal proprio paese di origine. Sarà un esperienza del tutto nuova, in cui confrontarsi con una nuova lingua, una cultura differente dalla propria, e un ritmo di vita del tutto diverso. È il momento in cui passare dalla teoria alla pratica, dall ideale all innamoramento: la missione diventerà anche per loro la ragione della propria vita, per cui spendere tutte le proprie energie. Un ritorno carico di entusiasmo Ed è bello per noi formatori vedere ogni anno i giovani che ritornano da questa esperienza di tirocinio carichi di entusiasmo e di gioia. Continuare gli studi in teologia ora non è più solo una questione intellettuale, ma è dare corpo e contenuto alla missione che hanno deciso di vivere per tutta la loro vita. Il Centro Brésillac è e resta un punto di riferimento per tutti, soprattutto in Africa. Molti padri SMA sono invitati ad animare incontri e ritiri per i nostri giovani, per dare la loro testimonianza di vita e di missione, ma anche per passare qualche momento di riposo e di amicizia. Certo, qualche momento di pausa è pure necessario, per permettere al Centro di vestirsi a nuovo: quest anno sono stati fatti diversi lavori di manutenzione (idraulica ed elettricità) e soprattutto la tinteggiatura di tutta la casa. È costata tanta fatica, ma il nostro Centro ora è più bello ed accogliente. P. Leopoldo Molena Pag. 2

3 SMA - SOCIETà missioni Africane SMA INTERNAZIONALE UNO STILE DI VITA che è già Annuncio P. Giovanni Benetti riflette sulla sua esperienza di internazionalità in missione In questi giorni, al ritorno dalla Costa d Avorio per un servizio missionario in Italia, ho riflettuto sull importanza dell internazionalità dei missionari che operano in una stessa missione, in un seminario o in altri contesti. Ho ripensato, in particolare, ai sei padri presenti a Saint Michel d Adjamé, la parrocchia dove ho lavorato dal 2002 ad oggi: un Ivoriano, uno Zambiano, un Canadese, due Francesi e un Italiano (io). Con l équipe presbiterale SMA hanno collaborato, e collaborano tuttora, le suore di Nostra Signora degli Apostoli e tanti laici originari della Costa d Avorio e dei paesi limitrofi. Testimonianza comunitaria Il lavoro non è mai mancato a tutti questi operatori pastorali, ma ciò che ha lasciato un segno nel cuore di chi veniva alla missione è soprattutto la testimonianza comunitaria dei valori del Regno: solidarietà, sobrietà, fraternità, ecc. Questa testimonianza era autentica, perché i missionari hanno formato una comunità che, più che cercare l ingrandimento istituzionale (strutture e mezzi per una SMA forte), ha camminato con i poveri, partecipando ai loro problemi, immergendo la sua storia nella loro. Penso, in questo momento, alle tremila persone, di ogni etnia e categoria sociale, rifugiatesi nelle sale della missione e delle due scuole cattoliche attigue, durante la guerra dei mesi scorsi. Padri e suore sono stati in mezzo a loro, hanno sofferto e sperato con loro, in quei momenti drammatici. Espressione della Missione Così vissuta, in conformità con il carisma SMA, l internazionalità dei missionari non è stata motivo di conflitto e di conseguente perdita di credibilità, ma è diventata un efficace strumento di comunione tra i popoli e una radicale espressione della missionarietà della Chiesa. Non ha implicato il rinnegamento dell identità culturale di ciascuno, ma ha richiesto l assunzione di uno stile di vita che fosse segno di testimonianza evangelica e di solidarietà con i più deboli. Persone di dialogo Per vivere cristianamente l internazionalità, i missionari si sono impegnati ad essere persone di ascolto e di dialogo, umili, pazienti, disponibili Grazie di cuore a quei confratelli che hanno dato a me e a tutti una bella testimonianza d internazionalità! Il mondo d oggi aspira a una fraternità universale; ha bisogno di sapere che essa è possibile e che si vive concretamente da qualche parte. Grazie anche a coloro che condividono l impegno dei missionari e alimentano in tutti il coraggio di uscire dalla sicurezza del proprio piccolo mondo per avventurarsi in terra straniera! P. Samuel, da Feriole al seminario filosofico di Lomé Dal Ghana, dove ha passato un periodo di vacanza, ci invia i suoi saluta p. Samuel Agbeme. P. Samuel ha terminato lo scorso giugno gli studi in Liturgia Pastorale a Padova, ed anche il suo servizio nella comunità di animazione missionaria di Feriole. Originario del Ghana, dopo l ordinazione ha fatto un esperienza pastorale in Benin, prima in una parrocchia rurale del Nord, e poi nel Sud, in periferia della capitale Cotonou. In seguito per tre anni è stato il responsabile del seminario SMA del Ghana, accompagnando nella formazione i giovani studenti in filosofia. È poi venuto a Feriole, dove è rimasto quattro anni. È stato il primo missionario SMA africano ad inserirsi nell animazione missionaria in Italia: un esperienza nuova e del tutto positiva. A p. Samuel è stata ora affidata una nuova responsabilità nel campo della formazione: sarà il responsabile del nuovo Seminario SMA di Lomé in Togo, dove accoglierà gli studenti che iniziano il percorso degli studi teologici approfondendo la filosofia. Facciamo i nostri auguri a p. Samuel per la sua nuova tappa missionaria, e lo ringraziamo per tutto il bene che ha seminato negli anni passati in Italia. Nella foto è attorniato da p. Antonio Porcellano e da un amica venuta a trovarlo a Feriole. Pag. 3

4 SMA - SOCIETà missioni Africane globalafrica TURISMO: RISORSA PER L AFRICA? Ogni anno l Africa accoglie oltre 40 milioni di turisti, quasi lo stesso numero di visitatori che raggiungono l Italia. Un turismo dal grande avvenire, a fronte di altre aree del mondo più note e frequentate, ma ormai sature. Se valorizzato, potrebbe rivelarsi una chiave di volta per lo sviluppo del Continente. Ma questa straordinaria risorsa reclama strategie attente sia all ambiente che all integrità delle formazioni sociali. Quasi un miliardo di turisti si muovono nel mondo ogni anno. Di questi oltre l 80% appartiene a una ventina di paesi, dislocati per lo più nel Nord del mondo. Un indotto da capogiro, pari al 6,5% del PIL mondiale, che fa del turismo il secondo mercato più redditizio al mondo, dopo quello energetico. E le cifre sono ancora in vorticosa ascesa. Però, manca di fatto l Africa, sebbene le potenzialità siano rilevanti per la varietà, specificità e competitività delle risorse del settore disponibili. Il turismo africano attualmente assorbe poco meno del 4% degli arrivi globali e circa il 2% degli introiti; detiene inoltre il 3% della capacità di accoglienza globale. Ma nel contesto di generale crescita su scala mondiale, le previsioni per l Africa risultano particolarmente positive. Il World Travel & Tourism Council prevede per il continente un tasso di crescita dei flussi di arrivo nel periodo superiore a quello mondiale, confermando così l andamento rialzista in atto dal Nel dettaglio le previsioni parlano di un tasso di incremento del 5,9%, contro il 4,6% generale! Si tratta di quote importanti, anche se ancora caratterizzate da un fortissimo tasso di concentrazione. Quasi il 70% dei flussi diretti nel Continente nero sono assorbiti da soli cinque Paesi, di cui tre, Tunisia, Egitto, Marocco dell area mediterranea e soltanto due, Sudafrica e Zimbabwe, nelle regioni subtropicali. La grave crisi socio-politica dei paesi del Maghreb che ha innescato il crollo dei flussi turistici (-11%), viene compensata dalla brusca accelerazione delle periferie dell Africa subsahariana, con oltre l 8,7% di arrivi internazionali. E la risonanza di formule quali ecoturismo, turismo solidale o turismo responsabile starebbero a testimoniare anche il successo della tendenza alla conciliazione di turismo, comunità e ambiente. Un alternativa al turismo di massa offerto dai grandi operatori. Tuttavia, sono ancora molti i limiti che lo sviluppo del turismo sostenibile incontra in Africa. Dall instabilità politica alla diffusa corruzione e stato di insicurezza personale, ai rischi sanitari e, in non pochi casi, ai conflitti e scontri armati locali. Inoltre le difficoltà di accesso, legate al numero esiguo di compagnie aeree continentali, di voli, collegamenti e prezzi; e ancora: ricettività alberghiera insufficiente e standard molto bassi di qualità. Eppure ciò non ha impedito, a gran parte dei paesi africani, di veder crescere negli ultimi vent anni, in maniera consistente, il numero di arrivi internazionali. Tra essi Capo Verde, Sudafrica, Zambia, Kenya e Madagascar risultano nell elenco dei 20 Paesi in via di sviluppo con i tassi di crescita tra i più elevati a livello mondiale. Subito dopo la Nigeria, il cui incremento è riconducibile ai petro-workers, che alimentano con i loro petrodollari l economia del paese. Ma il flusso turistico è significativo anche per Namibia, Maurizio, Tanzania, Senegal e Ghana. Il turismo sotto l impulso di politiche responsabili e oculate, può davvero diventare un contrappeso importante per riequilibrare la bilancia a favore della sostenibilità. Il problema però è che i paesi africani, ad oggi, non dispongono di politiche chiare in materia. Quando ci sono, si tratta per lo più di politiche che alimentano pratiche predatorie che finiscono per acuire i sintomi del degrado. Complessivamente, il dato che emerge parla di un Africa ancora lontana dalla sostenibilità turistica. Del resto, se consideriamo l erosione del suolo, la deforestazione, la crescita demografica urbana, gli elementi di crisi sono davvero tanti. Ma, come spesso accade in questo Continente, i segnali di speranza, così come le reali possibilità di sviluppo sostenibile, ci sono e vanno solo comprese e portate alla luce. D altro canto buona parte di tali possibilità è racchiusa in quella grande ricchezza dell Africa che sono la sua umanità, i suoi popoli, le sue culture. Una risorsa straordinaria anche se ancora scarsamente mobilitata. Massimo Ruggero, Università di Genova GARANZIA DI TUTELA DEI DATI PERSONALI. 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Philippe M Boua, originario della parrocchia di Sant Anna di Port Bouet, e il p. Alphonse Sékongo, originario di Ferkessedougou. Sono stati ordinati uno in Kenya e l altro in Nigeria, ma hanno celebrato la loro prima Messa in terra ivoriana. Le celebrazioni sono state piene di fede e di riconoscenza. E come non ricordare la festa per il saluto a p. Giovanni Benetti nella sua parrocchia di Saint Michel d Adjamé! Dopo nove anni ha lasciato la parrocchia ed è rientrato per un servizio in Italia. La celebrazione della Messa è durata quattro ore, e il resto della festa si è prolungato per tre ore: la gente sa prendere il tempo per stare con il Signore, e anche il tempo per fare festa tutti insieme! Ci sono stati canti, danze e varie testimonianze, ed anche doni per esprimere riconoscenza ed amore al padre missionario per il tutto il lavoro realizzato. Quello stesso giorno, durante la Messa, abbiamo accolto il p. Daniel Lou, primo missionario africano SMA a diventare parroco dell importante parrocchia di Saint Michel. Per terminare, ho avuto la gioia di essere invitato da due sacerdoti diocesani, che 30 anni fa furono miei alunni. Domenica scorsa hanno celebrato il giubileo d argento. Nella loro parrocchia, io mi ero rifugiato il 16 gennaio 2003 per sfuggire alla furia della folla che protestava per le strade... Con grande riconoscenza al Signore abbiamo ricordato il tempo passato! Chiedo al Signore di non perdere tempo, ma di scoprire la Sua presenza viva e operante in terra ivoriana, e di lavorare alla riconciliazione e alla pace. Nel nostro sito puoi leggere tutta la lettera di p. Eugenio.

5 SMA - SOCIETà missioni Africane MISSIO GIOVANI MISSIO giovani a genova Nel mese di luglio a Genova si è svolto il MISSIO EDU, un campo di formazione per animatori missionari, rivolto a giovani di tutta Italia. Il Missio Edu nasce da una proposta del MGM, Movimento Giovanile Missionario, e dalla necessità di fornire una formazione missionaria ai giovani, per dare loro gli strumenti teorici e pratici utili per l animazione missionaria. Durante la settimana abbiamo affrontato diversi temi che ci sono stati presentati da relatori che hanno saputo stimolare la discussione tra noi, creando un ambiente attento ed allegro. Chiamati e richiamati Il primo tema è stato quello della spiritualità missionaria e l impegno giovanile alla luce della parola di Dio. Don Amedeo Cristina, spiegandoci i capitoli 6-8 del vangelo di Marco ci ha fatto riflettere su cos è l altra riva della missione, l andare incontro all altro uscendo dai propri schemi, per incontrare senza pregiudizi chi ci viene incontro. Anche noi come Pietro siamo chiamati e richiamati da Cristo a camminare in mezzo alla gente, per mangiare il pane degli altri: Non portarti il pane in missione perché non puoi mangiare il tuo pane, ma devi mangiare il pane degli altri (don Amedeo). Un altro tema affrontato è stato quello del dialogo interculturale e interreligioso che ci è stato presentato da Ilaria, una ragazza che lavora presso l ufficio educazione alla mondialità del PIME di Milano. Ilaria ci ha fatto conoscere il lavoro che svolge, lo spirito e le motivazioni per cui è nato l Ufficio educazione alla mondialità:...esso deve costruire un ponte, che possa unire culture e persone di tutti i mondi possibili. Ci ha fatto capire il diverso significato di mondialità e di intercultura ( mette al centro ciò che, nella differenza, può accomunarci in quanto appartiene all umano più che al culturale e alla diversità di origine ). Ci ha fatto riflettere che ognuno di noi guarda il mondo attraverso un paio di occhiali e che dovremmo imparare a guardare il mondo con gli occhiali dell altro. Internet e la missione Il blog e la missione e i nuovi confini dell annuncio è un altro tema trattato da Fortuna, che ha presentato il suo lavoro ad Afrik radio e ci ha fatto discutere sulla possibilità di trasmettere il messaggio del vangelo attraverso i canali del web e su come internet può essere uno strumento di animazione. Dal web siamo passati ad argomenti più urgenti e pratici come il consumo critico e il commercio equo insieme ad Adriano Sella che con molto entusiasmo ci ha fatto riflettere su come troppo spesso il consumo ci consuma ; sul fatto che siamo sempre di corsa e stressati fino ad arrivare a non aver più tempo per le relazioni umane: tutto diventa merce da vendere e da comprare. Il suo intervento dunque si è concentrato sulla proposta: I NUOVI STILI DI VITA, cioè azioni quotidiane, possibili a tutti, che generano un nuovo modo di impostare la vita giornaliera, che danno concretezza al cambiamento ed influire sui cambiamenti strutturali. È il possibile nel quotidiano! In casa della SMA Il giovedì pomeriggio siamo andati alla casa SMA dove un piccolo gruppo di amici nigeriani ci hanno accolti come si usa nella tradizione quando arriva un ospite, in quella regione dell Africa. Dopo l accoglienza africana e la Messa con la comunità, abbiamo ascoltato la testimonianza di suor Attilia Bario e di padre Dario Dozio, che con molto entusiasmo e semplicità ci hanno raccontato in che modo sono arrivati alle loro rispettive comunità e il perché della scelta di dare la vita per la missione. Il tema dell accoglienza è stato il filo conduttore silenzioso di tutta la settimana ma è con Federico e la sua esperienza alla Caritas di Agrigento che è stato approfondito; Federico ci ha raccontato la sua esperienza con i migranti a Lampedusa: cosa è la vera accoglienza, diversa dal semplice assistenzialismo. Dopo tante parole siamo passati alla pratica... animazione di strada! Sabato pomeriggio sul lungomare di Corso Italia abbiamo regalato abbracci gratis ; la serata l abbiamo conclusa con l adorazione eucaristica nella chiesa di san Antonio di Boccadasse insieme alla gente che con noi si è voluta fermare davanti all Eucaristia per un momento di preghiera. Roberta Nobile Il Movimento Giovanile Missionario È un servizio di pastorale missionaria svolto dai giovani per i giovani. Nato nel 1972 per iniziativa delle Pontificie Opere Missionarie, si prefigge di rendere vero e attuale nel mondo giovanile il comando di Gesù: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo. Vuole offrire ai giovani spazi e tempi per conoscere gli altri popoli, per assumere uno stile di vita evangelico, per scoprire la propria vocazione alla missione universale, come laici o consacrati. Pag. 5

6 DALLA MISSIONE NIGER SMA - SOCIETà missioni Africane IN NIGER È Scoppiata la SPERANZA Il Niger ha iniziato un nuovo corso politico. Il 6 aprile scorso la transizione militare, apertasi con il colpo di stato del 18 febbraio 2010, si è tranquillamente conclusa con l istallazione del nuovo presidente Mahamadou Youssoufou. Ogni nuovo inizio è speranza di vita nuova. La speranza è la virtù africana per eccellenza. Si spera che venga la pace in Costa d Avorio. Sperano nella democrazia i giovani tunisini iniziatori della primavera araba, e speriamo che cessino le armi e le violenze là dove si uccide la verità. Sperano di attraversare il deserto del Sahara e il mare nostrum gli emigranti in cerca di un futuro diverso. E quelli che scappano dai conflitti in corso sperano di tornare a casa, o almeno di trovare un altrove per continuare a sperare. Di questi tempi in Niger c è via vai di persone, cariche di speranza e/o disperate, che attraversano questo incrocio col futuro così a lungo agognato e troppo spesso tradito. Troppi in verità, coloro che tentando di evadere in Europa, si ritrovano poi costretti a rincasare spogliati spesso anche di mezza vita. Le statistiche ci dicono che in totale sono i migranti che hanno transitato attraverso le frontiere del Niger nei primi 6 mesi di quest anno. Tra questi: da e per la Libia, e da e per la Costa d Avorio. Dalla parte dell Africa La SMA accompagna da sempre il cammino della speranza dell Africa, siamo nati per questo. In Niger la chiesa diocesana ha celebrato nel mese di gennaio 2011 i primi 80 anni di evangelizzazione. Alla commemorazione dell erezione della prima chiesa di Niamey era presente anche la famiglia di p. François Faroud che è stato tra i pionieri missionari SMA e primo prefetto apostolico di questa chiesa locale, fino al Oggi la SMA continua la sua presenza missionaria in questa terra che solo La Libia che passa da Niamey all apparenza è arida e deserta : per i tre quarti è deserto del Sahara e al 98% la popolazione professa la religione mussulmana. Eppure la Parola di Dio è seminata, cresce e cammina anche in Niger. L arcivescovo Michel Cartatéguy, arrivato in Niger come missionario SMA 33 anni fa, amministra la diocesi di Niamey dal 2003 con carisma missionario. Con lui ed il piccolo gruppo di preti locali, collaborano anche 12 confratelli della SMA Internazionale che lo assecondano in quest opera di presenza e di missione sia urbana che rurale: 3 sono confratelli francesi, 2 indiani, 2 spagnoli, 3 italiani e 2 argentini. Marie Claire era tornata in Costa d Avorio dopo anni di esilio in Niger. Pensava di ritrovare il paese perduto e invece ha perduto il paese per sempre. Dice che ha visto troppa gente uccisa. Lei, che si era impegnata per la campagna elettorale di uno dei contendenti alle presidenziali. Per mantenere i quattro figli e in memoria del marito ucciso poco prima. Non tornerà più nel paese perduto e lei stessa, orfana dei genitori, si è trovata orfana anche di paese. Il Niger l ha accolta. Tra la polvere e le lacrime di gioia delle vicine quando l hanno vista tornare ancora viva. Le danno da mangiare un poco di riso e spesso persino un sorriso. Non tornerà in Costa d Avorio perché i morti ancora inseguono i suoi occhi e le narici sono diventate stanche di odorarne l anima. Sua figlia si è inserita in un gruppo di danza e Marie teme che si perda e le piacerebbe che cambiasse lavoro e amicizie. Ha solo diciassette anni, sua figlia, e forse ha già vissuto abbastanza e non le rimane allora che danzare per vivere. P. Mauro Armanino da Niamey (Niger) Segui il blog di p.mauro nel nostro sito: Pag. 6 Dalla parte degli ultimi La SMA italiana si è impegnata in Niger nel novembre 2007, in risposta all espressa domanda del vescovo di Niamey che chiedeva un équipe di missionari per accompagnare il cammino di fede del popolo Gurmancé. Ad oggi 4 confratelli (i padri Carlos Bazzara, Vito Girotto e Victor Pieretto, oltre a me) lavorano nella zona rurale di Makalondi e Bomoanga per il primo annuncio e, da Pasqua 2011, p. Mauro Armanino si è aggiunto per occuparsi del Centro di Formazione Catechisti della diocesi e per la pastorale dei migranti. Siamo in Niger, in uno dei paesi più poveri del pianeta. Viviamo presso il popolo Gurmancé che è un gruppo di minoranza nel grande Niger e siamo compagni di viaggio di chi transita per la capitale in cerca di futuro. La nostra pastorale è dichiaratamente per e con i più abbandonati, i nullatenenti, gli emarginati dalla storia e i migranti cercatori di speranza. La missione in Niger ci è maestra di essenzialità e di umanità tante volte perduta e inaspettatamente ritrovata. Tra gli ultimi del mondo e della storia ci stiamo volentieri. Ci sostiene la speranza e un vecchio adagio missionario: Se tanti uomini di poco conto in paesi di poco conto facessero cose di poco conto, il mondo cambierebbe. p. Gigi Maccalli da Bomoanga (Niger)

7 SMA - SOCIETà missioni Africane DALLA MISSIONE ANGOLA TUTTO CRESCE! Crescimento, crescita, è una delle parole più usate in Angola. Tutto cresce! Cresce l economia che nel 2008 aveva raggiunto un tasso del 27%, più delle cosiddette tigri asiatiche quest anno, complice la crisi mondiale, siamo a livelli più normali! Cresce la popolazione, al 3,5 % annuo: una delle più alte al mondo. Cresce Luanda, la capitale, che sta toccando i sei milioni di abitanti. Crescono le infrastrutture: strade, scuole, ospedali, porti e aeroporti, grattacieli, quartieri di lusso e case da tre o quattro milioni di dollari per i nuovi ricchi. L Angola è veramente un unico grande cantiere, grazie al petrolio (quasi 2 milioni di barili al giorno estratti) e ad altre ricchezze naturali tra le quali spiccano i diamanti. Ma c è anche l altro lato della medaglia di una società sempre più a due velocità: cresce il divario tra la classe dei nuovi ricchi e la grande massa dei poveri; l esodo rurale verso le grandi città, soprattutto Luanda è inarrestabile. Così continuano a crescere le baraccopoli e i quartieri popolari: chilometri di case in lamiera e altri materiali poveri, accanto a grandi distese di casette tutte uguali, abitate dagli espulsi del centro città o dai nuovi arrivati dalle campagne dell interno. Cresce il disagio dei giovani che non accettano più di vivere solo di promesse: vorrebbero beneficiare dei frutti della pace e della prosperità, ostentata in modo così sfacciato dai nuovi ricchi. Uno di questi frutti preziosi che tardano a venire è il lavoro. Per la maggior parte dei giovani, che non riescono a terminare la scuola per mancanza di mezzi o di scuole, la prospettiva è di vivere di espedienti inventandosi un lavoro nell economia informale. In questo clima il paese si prepara alle elezioni politiche dell anno prossimo; la speranza che qualcosa cambi nella gestione del paese è ai minimi livelli. Il potere è saldamente nelle mani del partito MPLA (Movimento Popolare di Liberazione dell Angola) che governa il paese dal 1975, anno dell indipendenza, e dal suo presidente, José Eduardo dos Santos, che lo dirige dal L opposizione politica è praticamente inesistente e impotente. Chi dà un po di speranza è la società civile con i suoi movimenti di opinione, certa stampa indipendente, i gruppi che si dedicano alla formazione della gente su temi come la giustizia, la pace, la libertà e la democrazia. La società angolana vive un momento di profonda crisi, nel senso anche positivo di passaggio, evoluzione, cambiamento, ricerca di nuovi equilibri, ricupero dei valori fondamentali. Sono altrettante sfide che anche la Chiesa è chiamata a raccogliere, sforzandosi di proporre un annuncio del Vangelo meno ritualistico, più incarnato, che tocchi i problemi concreti della gente e che incida nella vita reale. In particolare mi pare che siano tre le sfide più urgenti per noi: la crisi della famiglia e del matrimonio. I Vescovi angolani hanno proposto questo tema per il triennio , un programma pastorale basato sulla famiglia; il materialismo che svuota di senso ogni valore di convivenza civile, rispetto della legge, onestà. Il dio denaro estende la sua tirannia a tutti i livelli diffondendo corruzione e ingiustizia; i diritti fondamentali della persona umana: libertà, giustizia, equa distribuzione delle ricchezze, condizioni di vita dignitose. Il cammino della SMA non può divergere da quello della società e della chiesa angolana: siamo presenti per camminare insieme e per essere solidali con questo popolo che cerca di costruire una società di pace e prosperità per tutti. p. Luigino Frattin da Luanda (Angola) quattro domande a P. francesco Come è cambiata la missione da quando sei arrivato per la prima volta in Africa ad oggi? P. Francesco Arnolfo: Dopo trentatré anni, vedo che la Missione della Chiesa quale Cristo ce l ha trasmessa è rimasta invariata: Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo, battezzate, perdonate, fate l Eucarestia: Io sono con voi fino alla fine. La missione è invece cambiata nei riceventi: dalla prima evangelizzazione siamo alla gioiosa esperienza di comunità responsabili, adulte, creative, ripiene di Spirito Santo e di fede. Ognuno partecipa con responsabilità e creatività alla vita della comunità, che rinforza sempre più la sua identità e la sua vocazione alla santità e alla carità. Il clero locale è sempre più competente, sia dal punto di vista intellettuale che spirituale, pieno di inventiva e impegnato nel sociale. Essendo del posto, ha più impatto sui credenti e sulle persone in ricerca. Quanto il nostro fondatore, Mons. de Brésillac, aveva intuito circa la Missione ad Gentes, la SMA lo ha realizzato: fondare la Chiesa nei suoi Preti, Vescovi, laici impegnati, e progressivamente partire altrove, dove il nome di Cristo ancora non è conosciuto. Se volessi spiegare ai cristiani italiani cosa è la missione, che immagine useresti? P.F.: Gesù è la parola che dobbiamo seminare: noi siamo i seminatori. Sono di una famiglia contadina. L immagine migliore per me è il SEME SEMINATO. La persona di Cristo non è mai seminata a controtempo. Il tuo apostolato è molto particolare: cappellano in un lebbrosario. Quali sono i momenti più belli che hai vissuto ad Adzopé? COSTA D AVORIO P.F.: Eccone alcuni, così come fluiscono dal mio cuore: la mia prima Messa all Institut Raoul Follereau, la benedizione della nuova Chiesa, Maria Immacolata, Madre di Cristo e della Chiesa, al lebbrosario, la prima visita al villaggio Niango-Paul col successivo grande progetto di Evangelizzazione e impegno sociale, cominciato e perseguito ad oggi con l associazione Il Pagne di Letitia, degli amici di Roberto Buzio. E poi l erezione in diocesi di Agboville, da cui dipendo, gli incontri regolari con i sacerdoti del vicariato di Adzopé e la loro amicizia. Ma i momenti di reale bellezza sono gli incontri con i cristiani, malati e non, giovani e meno giovani, dell Istituto, del lebbrosario, di Niango-Paul, che ogni giorno mi fanno vivere la bellezza della chiamata, della risposta e della grazia abbondante della presenza di Io sono con voi fino Dalla tua esperienza tra i malati vuoi rivolgere una parola a chi ci legge e si trova in situazione di malattia? P.F.: Nella mia stanza di ricevimento ci sono molte opere in pirografia, su compensato, lavori eseguiti al reparto di ergoterapia dell Ospedale, che i malati di lebbra e di ulcera di Buruli ogni tanto mi regalano. Cose semplici, ma che narrano vite spezzate e pur dignitose e piene di speranza, di fede nell avvenire. Su uno di questi, originale nella semplicità dei tratti, un malato mi ha scritto: Garde espoir! Mantieni la speranza! È quello che ho fatto nei miei tredici anni di malattia. A tutti quelli che come noi soffrono la riduzione nelle loro membra e forse nel loro cuore, coi nostri amici lebbrosi dico: Garde espoir! Non perdere mai la speranza! Pag. 7

8 verdenero 2011: ANNO DELLE FORESTE Iniziamo questa nuova Rubrica con un tema che tocca da vicino l Africa: la tutela del patrimonio forestale. Per sensibilizzare ancor di più rappresentanti politici e cittadini sull importanza della salvaguardia dei delicati ecosistemi, i rappresentanti Onu hanno dichiarato il 2011 anno internazionale delle foreste. Una decisione importante per mettere freno all avanzare del processo di deforestazione che coinvolge direttamente l Africa. Spesso definita continente nero, in realtà è una vasta terra variopinta, e tra le sue tante gradazioni primeggia il verde. Il tasso di deforestazione a livello planetario è diminuito negli ultimi dieci anni, ma rimangono aree a rischio, come tanti stati africani le cui riserve naturali sono costantemente minacciate da compagnie del legno provenienti da mezzo mondo. Un esempio? Basta considerare il Gabon, piccola nazione confinante con Guinea Equatoriale, Camerun e Repubblica democratica del Congo, che si affaccia sull oceano Atlantico. Gabon: minacce sventate Ha una superficie che non raggiunge nemmeno i 270mila chilometri quadrati, eppure, nonostante l esigua estensione, le sue foreste nascondono un incredibile varietà di specie vegetali ebano, mogano, legno amaranto, il raro okoumé, l ozigo, palme rampicanti, orchidee e una miriade di animali, tra cui impala, bufali, elefanti, gorilla, scimpanzé, mandrilli. L ecosistema del Gabon è in costante pericolo: bracconaggio, commercio illegale di animali selvatici e taglio indiscriminato degli alberi ad opera delle grandi compagnie del legname rappresentano le principali minacce alla flora e alla fauna gabonese. Una delle ultime porta il nome di un azienda cinese, la China National Machinary Equipment Import Export Corporation. Per sfruttare la miniera di ferro di Bélinga, situata non lontano dal Parco dell Invindo, l impresa cinese aveva costruito una strada tagliando alberi della foresta. La concessione affidatale dal governo di Libreville per l avvio dell attività estrattiva per fortuna è stata bloccata, grazie alle pressioni di organizzazioni ambientaliste e negli ultimi mesi quella strada si sta nuovamente ricoprendo di vegetazione. Questo tentativo di sfruttare una zona naturalistica importante è stato fermato, ma non sempre ciò è possibile. Una corsa contro il tempo Le foreste naturali dell Africa vengono abbattute al ritmo di circa tre milioni di ettari l anno. Un dato allarmante che pone il continente al vertice delle zone planetarie più a rischio. Uno degli stati più colpiti è la Nigeria, dove ogni anno si stima vengano persi 400mila ettari di foresta. Per rendere la situazione più chiara basta considerare questo raffronto: nel 1976, la Nigeria aveva 23 milioni di ettari di foresta, mentre oggi ne restano poco più di 9 milioni di ettari. Anche la R.D. del Congo, nazione da sempre al centro di numerosi conflitti, continua a essere oggetto dello sfruttamento delle compagnie del legno. Principali imputati sono società europee, libanesi e asiatiche. Le aziende sono interessate ad accaparrarsi le incredibili risorse naturali presenti nel sottosuolo e nelle foreste: giacimenti di oro e diamanti, tungsteno, rame, legname pregiato come il mogano e l ormai ricercatissimo coltan, rappresentano ricchezze che attirano numerosi attori economici africani e non, tanto da generare, in questi anni, un vero e proprio sfruttamento illegale. Ricchezze verdi da proteggere Sarà proprio l Africa a ospitare due importanti eventi internazionali che determineranno le future politiche di protezione delle aree verdi: il primo è la Conferenza regionale sulle foreste che si svolgerà a novembre a Kinshasa; a fine novembre-inizio dicembre si terrà a Johannesburg la XVII Conferenza ONU sul clima, fondamentale per trovare gli accordi post-protocollo di Kyoto. Le foreste sono il polmone della Terra. Clima, precipitazioni, produzione di nutrienti e di humus sono da esse influenzati. L aumento dei gas serra che provocano il riscaldamento globale è dovuto anche alla distruzione di aree forestali sempre più vaste da parte dell uomo. La deforestazione è responsabile di circa un quinto di tali emissioni globali di gas. Quando una foresta viene distrutta scompaiono specie animali e vegetali; il terreno non è più protetto dal manto degli alberi e così l azione dell acqua dilava l humus provocando processi di desertificazione. Tutto è correlato. È per questo che è più saggio mantenere le foreste intatte, per contrastare il cambiamento climatico e per preservare la vita. Silvia Turrin Altri contributi di Silvia sul tema della natura, dei popoli e delle culture dell Africa nel nostro sito Pag. 8 SMA - SOCIETà missioni Africane P. Waclaw ospite a Genova NOTIZIE IN BREVE stato ospite nella casa di Genova il p. Waclaw Dominik, missionario È SMA polacco. È venuto a studiare l italiano, perché a partire da ottobre studierà all Università Grgoriana di Roma. Così racconta la sua esperienza missionaria: Ho passato 12 anni in Africa. Gli ultimi tre anni sono stato a Nairobi (Kenya), nella casa di formazione SMA. In quella casa vivono 40 seminaristi e 5 padri. Questo lavoro mi piaceva molto, perché dovevo affrontare tante sfide e potevo vivere con i nostri giovani confratelli che provenivano da 12 paesi diversi. Ora mi trovo in Italia. È un grande cambiamento per me. Non è sempre facile riabituarsi a vivere in Europa dopo essere stato in Africa per tanto tempo! Però, secondo me, la missione è là dove siamo inviati dal Signore, e per me oggi la mia missione è l Italia. Auguri, p. Waclaw, per la nuova tappa della tua vita! E che porti tanti frutti per il tuo ministero missionario. Dall Africa e dall Italia, tutti riuniti a Genova Come è tradizione da lunghissimi anni, tutti i padri SMA che svolgono un servizio in Italia e quelli rientrati dall Africa per un periodo di vacanza si ritrovano a Genova la prima settimana di luglio. Quest anno eravamo in 24. Dopo il primo giorno di ritiro, predicato dal saveriano Renzo Larcher, ha guidato l incontro il provinciale p. Lionello Melchiori. Ha informato sulle ultime decisioni prese a livello della SMA internazionale, e ha fatto il punto sulla vita della SMA italiana. Ha poi dato la parola ai presenti, affinché ciascuno informasse gli altri sul cammino che sta compiendo la realtà in cui è inserito. Un tempo più lungo è stato dedicato a uno scambio e riflessione sul nostro modo di fare animazione missionaria. La foto mostra alcuni dei partecipanti.

9 SMA - SOCIETà missioni Africane DALL ITALIA un NUOVO anno Nell anno pastorale che comincia sono sette i missionari residenti a Feriole: tre suore (Valentina, Maria e Marta) e quattro padri (Nino, Giuseppe, Gino e Toni). Oltre ai padri e alle suore, nella nostra casa di animazione a feriole di Feriole si possono incontrare volontari e amici che collaborano in tanti modi: o nei servizi per la casa o nell organizzazione degli incontri missionari o nel condividere momenti di preghiera e riflessione. Un appuntamento regolare è la Messa feriale delle 18,30, dal lunedì al venerdì, centro della giornata per la comunità e per tante persone che vi partecipano. La casa gode di un rapporto cordiale con il paese e la parrocchia di Feriole, che si concretizza con il servizio di sr Maria e sr Valentina per la catechesi e il servizio degli anziani, con la partecipazione alle liturgie della domenica, e con la collaborazione generosa dei parrocchiani nella preparazione della festa SMA di settembre. Il tema che vogliamo approfondire quest anno è espresso con una frase del libro di Isaia Ecco io faccio una cosa nuova, non ve ne accorgete? (Is 43,19). Sarà ritmato dalla Scuola della Parola preparata insieme dalla comunità e da alcuni laici. Sette incontri mensili da ottobre ad aprile, la terza domenica del mese, al pomeriggio, offerti ad amici, giovani e famiglie, che da vicino e o da lontano partecipano alla nostra vita missionaria. Questo tema sarà approfondito anche durante i tre giorni del forum di riflessione sulla missione negli ultimi giorni di dicembre. Ai giovani proponiamo un viaggio di incontro con la missione in Africa la prossima estate, con la relativa preparazione attraverso gli incontri di Viaggiare per condividere organizzati dal Centro Missionario Diocesano di Padova. Per alcuni c è poi l invito a partecipare al Gruppo ad Gentes, strumento di discernimento comunitario e personale in vista di una eventuale partenza. I giovani animatori parrocchiali avranno la possibilità di conoscersi negli incontri mensili del gruppo I care, e soprattutto di valorizzare la loro creatività nelle due giornate per i giovanissimi previste nei primi mesi del Nel sito SMA trovi il programma completo di tutte queste attività della casa di Feriole. La cosa nuova che Dio sta facendo è legata alla relazione nuova con lui e alle relazioni nuove tra di noi. Si tratta di imparare e gustare la fecondità dell essere insieme. Tra incontri in casa, incontri nelle parrocchie, incontri di gruppi, visite personali, contatti e viaggi in Africa, le occasioni certamente non mancano. P. Antonio Porcellato La Società delle Missioni Africane è una grande famiglia di circa 900 membri provenienti da vari continenti impegnati in sedici paesi africani. Ogni paese di provenienza e di lavoro dei nostri missionari ha una sua sede e direzione locali per gestire gli eventi personali e comunitari e i programmi dell istituto. La casa madre della SMA era a Lione dal 1856, anno della sua fondazione; poi l 11 novembre del 1937, con lo sviluppo internazionale dell Istituto, essa fu trasferita a Roma. Da Roma, la Casa Generalizia della SMA coordina tutta la realtà personale e amministrativa dell Istituto, i rapporti con la Chiesa universale, con le Chiese locali, con gli organismi missionari, i religiosi e le varie espressioni del mondo culturale e dei media. A Roma si trova pure la memoria della SMA, l archivio principale che contiene documenti importanti per la storia della missione e dei missionari. La nostra casa è composta di due edifici uniti dalla cappella. Nel primo ha sede il generalato con le abitazioni e gli uffici usati dai membri della direzione generale. Nel secondo abitano gli studenti e gli ospiti. Vi si trovano pure un confratello SMA e un laico impiegati presso il Vaticano. UNA CASA PER TUTTA LA SMA Nel generalato abita il superiore generale con i consiglieri, ognuno dei quali è incaricato di seguire un settore e un territorio particolare dove agiscono i missionari della SMA. Vi sono poi gli addetti al segretariato, all economato, all archivio, alla causa di beatificazione del Fondatore. Attualmente a Roma siamo venti sacerdoti provenienti da quattro continenti e da undici paesi diversi: undici per la direzione generale e nove studenti, cioè confratelli già sacerdoti che frequentano le università pontificie romane per conseguire le varie specializzazioni; due sono preti diocesani. È quindi una comunità internazionale, dove convivono mentalità, sensibilità, culture e formazioni diverse. I membri della nostra comunità hanno spesso l occasione di partecipare ai grandi eventi della vita della Chiesa, che in Roma ha il suo centro spirituale. Il trovarsi con il Santo Padre e una folla di vescovi e di sacerdoti, provenienti da tutto il mondo, nella celebrazione dell unica Eucaristia, è un dono d immenso valore ecclesiale e missionario e uno stimolo a pensare e a guardare lontano, seguendo l unico Spirito che rende nuove tutte le cose. P. Bruno Semplicio Pag. 9

10 f ocus on focus on s t o r i a c u l t u r a a r t e s p e t t a c o l o a t t u a l i t à i Parchi della Pace Natura senza frontiere In una società internazionale afflitta da guerre e da divisioni, la pace rappresenta un elemento centrale del futuro. I Parchi della Pace contribuiscono a questo processo, non solo nella nostra regione, ma potenzialmente ovunque nel mondo. Con queste parole di Nelson Mandela, nell Africa australe si è dato il via a un encomiabile progetto di protezione e sviluppo della biodiversità, attraverso la creazione di una rete verde di parchi transnazionali. L idea è ricreare le antiche rotte migratorie degli animali della savana, aprendo le frontiere degli Stati tra loro confinanti, per sviluppare spazi più grandi in cui leoni, elefanti, bufali e altre specie africane possono vivere e spostarsi in tutta libertà. Foto Peace Parks Foundation Tutelare l ambiente per sostenere la pace In passato, nel continente africano la protezione della natura si ispirava prevalentemente a una logica fondata su politiche nazionali. Ogni Stato istituiva all interno dei propri confini aree protette dove fauna e flora sono salvaguardate grazie a una serie di leggi. Nel 1997, è affiorato un nuovo approccio per la tutela dell ambiente, attraverso l idea dei Parchi transfrontalieri, cioè immense zone protette in cui recinzioni e confini vengono annullati, in modo da permettere agli animali di muoversi come accadeva in un tempo remoto. Questa visione rivoluzionaria è partita grazie all iniziativa di Anton Rupert, all epoca Presidente della sezione del WWF in Sudafrica. Fu lui a dare il via a una serie di colloqui con i rappresentanti politici delle nazioni incluse nella regione australe. Con il beneplacito della Banca Mondiale e di tutte le più importanti organizzazioni internazionali ambientaliste, il progetto dei Parchi transfrontalieri prendeva sempre più forma. A determinarne la realizzazione è stato il cambio politico avvenuto in Sudafrica, con la fine del regime di apartheid e l investitura, nel 1994, di Nelson Mandela a Presidente del nuovo Sudafrica libero. Questo storico evento ha contribuito a una rapida crescita del turismo proprio in Sudafrica, un Paese con Pag. 10 Il parco transfrontaliero Kgalagadi è attraversato da due fiumi una rigogliosa e variegata natura, ricco di tante suggestive aree protette e riserve naturalistiche. Per rafforzare la salvaguardia dei parchi e per stimolare l industria turistica in altre nazioni dell Africa australe, è stata istituita nel febbraio 1997 la Peace Parks Foundation. L obiettivo della Fondazione è promuovere l istituzione di Parchi transfrontalieri, ampie zone verdi dove gli animali possono riprendere gli antichi passaggi migratori. I grandi branchi della savana hanno così nuovamente la possibilità di seguire ritmi e necessità primordiali. Ma c è dell altro, come suggerisce il nome della Fondazione. L idea dei Parchi senza frontiere si unisce al desiderio di pace tra gli Stati, e così le aree protette rappresentano un canale per stabilire o mantenere la concordia fra le nazioni. Collegare aree naturali fra loro confinanti risponde anche alla necessità di una gestione razionale delle risorse considerando prioritari, sia lo sviluppo sostenibile, cioè adeguare le esigenze del progresso economico con quelle della tutela ambientale, sia il principio della responsabilità intergenerazionale, che significa salvaguardare le esigenze delle generazioni presenti e future. Comunità locali coinvolte nella protezione dell ambiente Ingrandire le aree protette per creare nuovi e più ampi corridoi migratori ha un impatto rilevante sulle abitudini degli animali. Questo aspetto è prioritario. Ci sono specie, come gli elefanti, che per poter trovare cibo devono spostarsi per lunghi tragitti, rischiando di incrociare bracconieri senza scrupoli, a caccia di un trofeo da vendere al miglior acquirente. I Parchi transfrontalieri costituiscono spazi naturali dove gli elefanti e gli altri animali della savana possono spostarsi senza pericoli, essendo tutelati dai ranger che controllano il territorio e l eventuale presenza di figure sospette. L istituzione dei Parchi della Pace ha comunque un altro risvolto positivo: promuove lo sviluppo delle comunità locali coinvolte nel progetto di conservazione ambientale. Le popolazioni hanno la possibilità di inserirsi nel settore turistico o in altre attività collegate alle risorse e alle opportunità che le grandi aree protette

11 f ocus on Parchi senza frontiere Vari paesi dell Africa meridionale hanno avuto relazioni ostili per vari decenni e per svariati motivi, legati a politiche interne o internazionali, a interessi economici divergenti o contrastanti, ecc. Qui, come altrove, l avvenire sta nella capacità dei vari Stati di creare un efficiente integrazione regionale. Un buon passo in questa direzione è costituito dai parchi della pace, che attraversano le frontiere di vari paesi e permettono la piena valorizzazione del patrimonio comune di flora e fauna. Nella cartina qui a fianco troviamo la localizzazione dei parchi finora realizzati ( Treaty Signed ), in via di realizzazione ( MoU: Memorandum of Understanding ), e in progettazione ( Conceptual Phase ). offrono. Viene incentivato un rapporto di dipendenza reciproca tra uomo e natura: le comunità locali traggono vantaggi sociali, oltre che economici, dalla salvaguardia degli ecosistemi; gli animali hanno maggiore libertà senza le recinzioni o blocchi di confine e sono più tutelati insieme al loro habitat. Si vengono così a creare le condizioni per ripristinare primordiali sistemi ecologici su grande scala dove uomini e animali possono spostarsi liberamente. Il parco transfrontaliero Kgalagadi Grandi spazi aridi pieni di vita Il popolo San lo chiama il luogo della sete. In effetti, il parco transfrontaliero Kgalagadi è caratterizzato da un clima secco e da grandi terre desertiche. La sua estensione è di circa 40mila km² e include due parchi nazionali, il Gemsbok del Botswana e il Kalahari Gemsbok del Sudafrica, più la riserva Mabuasehube. Si tratta del primo parco della pace, istituito nel Il Kgalagadi è un ecosistema unico nel suo genere, poiché la presenza umana è alquanto limitata considerate le difficili condizioni ambientali. Le risorse idriche di superficie scarseggiano, la piovosità è molto bassa e vi è una forte escursione termica, soprattutto durante la stagione invernale: le giornate sono piuttosto miti, ma le notti decisamente fredde. Questo habitat pullula comunque di tante specie animali, tanto da renderlo uno degli ultimi luoghi selvaggi dell Africa. Vi scorazza l orice gazzella, della famiglia delle antilopi, ghiotta dei meloni selvatici, che crescono abbondanti nella regione, e da essi assorbe la maggior parte dei liquidi necessari alla sopravvivenza; l orice gazzella inoltre beve pochissimo anche grazie al suo sistema fisiologico, che controlla la traspirazione e la temperatura del flusso sanguigno. Il parco è popolato Un nuovo futuro per i Boscimani Il parco transfrontaliero Kgalagadi, tra Sudafrica e Botswana, è uno dei luoghi ancora selvaggi e inalterati di tutto il continente africano. In questa vasta zona protetta domina un paesaggio arido, inframmezzato qua e là da distese di erba e da grandi alberi, come il baobab e l acacia erioloba. Insediamenti umani sono praticamente inesistenti, a eccezione dei nuclei abitativi di alcuni gruppi di Boscimani. Questo antico popolo, a differenza che in altre aree, viene tutelato nel parco del Kgalagadi, sebbene il loro ancestrale stile di vita basato sulla caccia e sulla vita nomade sia stato fortemente ridimensionato. I Boscimani sono stati coinvolti nel progetto di conservazione ambientale tramite forme di ecoturismo. Nel 2007, è stato creato il lodge denominato Xaus, che nella lingua locale significa cuore o centro. Situato nel settore sudafricano del parco, a nord-ovest di Twee Rivieren, il lodge è affidato alle comunità di Boscimani. I visitatori possono così entrare in contatto con la cultura e l arte di questo popolo. Non è comunque facile conciliare antiche usanze e modi di vivere con i cambiamenti socio-politici e urbani che interessano tante zone dell Africa. I Boscimani sono proprio uno di quei popoli africani ad avere subito pesantemente l intrusione violenta degli europei e di altri gruppi locali. Il loro numero è stato ridotto a poche migliaia di individui e la loro sopravvivenza rimane costantemente minacciata da politiche di presunto sviluppo incuranti dei loro diritti. Esemplare di Baines Baobab, albero simbolo del Kgalagadi Pag. 11

12 Parchi senza frontiere f ocus on Resort come il Xaus Lodge permettono di assaporare l atmosfera magica dei parchi sonagli. L altra pianta-simbolo del Kgalagadi si trova in un luogo ben preciso, il Baines Baobab che, come suggerisce il nome, è caratterizzato da imponenti e millenari alberi. È stato l esploratore Thomas Baines a giungere in questa remota area nel 1862 e fu lui a immortalare su tela i gruppi di baobab millenari del luogo. Da allora, lo scenario appare immutato. anche da tante altre specie: leopardi, caracal, leoni, sciacalli, iene, ghepardi, gnu, che hanno saputo adattarsi a questo ambiente desertico. Per esempio, il leone non ha la possibilità di trovare grandi prede, quindi deve cacciare animali più piccoli e deve spostarsi continuamente rispetto ai suoi simili che abitano le tipiche savane africane. Nel parco vivono anche le antilopi saltanti, le manguste, la volpe del Capo, e poi oltre duecento specie di uccelli, tra cui l aquila e i piccoli tessitori, noti per i loro enormi nidi. Quando il deserto fiorisce Il parco transfrontaliero Kgalagadi è attraversato da due fiumi, il Nossob e il suo affluente Auob. Normalmente, i loro corsi sono asciutti, tranne quando arriva la stagione delle piogge, che va da dicembre ad aprile. I rari scrosci d acqua (da 127mm a 350mm di acqua all anno) sono improvvisi e talvolta concentrati in poche ore. La regione tra i due fiumi, grazie alla pioggia, si trasforma solo per poco tempo in un oasi rigogliosa. Avendo un percorso meno lungo rispetto al Nossob, l alveo del fiume Auob è più facile che per alcuni tratti sia umido d acqua. Il Nossob e l Auob, si riuniscono nei pressi di Twee Rivieren, dove il paesaggio abbastanza uniforme è caratterizzato da stagni, ma anche da dune: una zona ideale per avvistare gli animali. Una pianta diffusa nel parco è l acacia erioloba, particolarmente apprezzata dalle giraffe della quale si nutrono. Questo tipo di acacia, presente solo negli ambienti aridi e secchi, viene utilizzata anche dalle popolazioni locali, i Boscimani, che la trasformano in uno strumento musicale, agitando i rami come La testuggine verde, che vive nel tratto di Oceano Indiano raggiunto dal Parco Lubombo Il Great Limpopo Un immenso rifugio per i big five Risale al 2002 il trattato che ha sancito l accordo tra Mozambico, Sudafrica e Zimbabwe per l apertura di un altro grande parco transfrontaliero: il Great Limpopo. Il progetto è in continuo sviluppo, poiché vengono coinvolte tante specie di animali che devono adattarsi a nuovi spazi verdi. Il parco, una volta realizzato nella sua totalità, avrà una superficie che raggiunge i 100mila km². Esso mette in collegamento tre importanti aree dello Zimbabwe (il Gonarezhou, il Manjinji Pan Sanctuary e il Malipati), con il parco sudafricano del Kruger e il Limpopo del Mozambico. Secondi i dati Foto Peace Parks Foundation La storia dei Makuleke, popolo salvato dall estinzione In Sudafrica, durante gli anni bui dell apartheid, si sono verificati tanti spostamenti di gruppi etnici da una zona all altra, solo per soddisfare gli interessi politico-economici della minoranza bianca. Anche la comunità dei Makuleke ha subito questa sorte. Nel 1969, questa popolazione fu espulsa dalla sua terra ancestrale, l area di Pafuri (al confine tra Sudafrica, Mozambico e Zimbabwe) e forzatamente trasferita in una zona più arida e con poche risorse. La giustificazione ufficiale dell epoca era quella di ampliare il Parco Kruger e di proteggere il suo ecosistema; in realtà vi erano anche ragioni militari e geopolitiche. Tale sistema di trasferimento forzato era basato sui principi razzisti dell apartheid e per questo colpiva i gruppi etnici tradizionali che usavano le risorse naturali per sopravvivere. Con la caduta del regime della minoranza bianca e l affermazione di un nuovo corso politico, per i Makuleke si sono aperti altri orizzonti. Il nuovo governo sudafricano ha restituito le loro ataviche terre, che si trovano nel cuore del parco transfrontaliero del Great Limpopo. Un atto preso dopo le rivendicazioni dei Makuleke, giustificate dal Land Restitution Act: legge varata dal governo di Mandela che prevede appunto la restituzione delle terre confiscate ai sudafricani all epoca del regime di apartheid. Ai Makuleke vennero riconosciuti i diritti di proprietà dell area da cui furono deportati. Questo importante risultato si unisce al sistema di conservazione ambientale che coinvolge la loro terra, dato che fa parte del parco Kruger e del più vasto Great Limpopo. L aspetto ecoturistico si combina con la difesa dei diritti delle minoranze etniche. Attraverso il Makuleke Contract Park le entrate derivanti dalle attività turistiche sviluppate in quest area protetta tra i fiumi Limpopo e Luvhuvu vanno a beneficio dei Makuleke. L area da loro amministrata concentra una ricca biodiversità, tra cui ippopotami, coccodrilli e varie specie vegetali, dall ebano a millenari baobab. Pag. 12

13 f ocus on Parchi senza frontiere Foto Gianni Carrea diffusi dalla Peace Parks Foundation, sono circa mille gli elefanti che possono ormai spostarsi liberamente, soprattutto tra la zona sudafricana e quella mozambicana, grazie al fatto che sono già state eliminate le recinzioni. Gli aspetti importanti da perfezionare sono l armonizzazione delle politiche ambientaliste dei tre Paesi coinvolti e il miglioramento della cooperazione nel settore turistico. Per la sua vastità e i costi che comporta, il Great Limpopo è stato finora realizzato solo parzialmente. L unico settore aperto agli spostamenti degli animali e dei turisti è il Giriyondo Access Facility tra Mozambico e Sudafrica, che collega il parco Limpopo e il Kruger. Si tratta di un area già di per sé straordinaria dal punto di vista ambientale. Vi possono scorazzare liberamente i cosiddetti big five l elefante, il rinoceronte, il leone, il bufalo, il leopardo i cinque grandi mammiferi simbolo dell anima primordiale dell Africa. Essi al contempo rappresentano la forza, il coraggio, l intraprendenza, la grazia, la velocità, la resistenza e la bellezza, qualità che si ritrovano armoniosamente in una natura che ha più che mai bisogno di essere salvaguardata. Il parco Lubombo Un magico mondo sommerso L area protetta di Lubombo abbraccia un ecosistema di incredibile bellezza tra Mozambico, Sudafrica e Swaziland. Si tratta di un altro grande Parco della Pace che include zone umide con una biodiversità unica, tra cui la riserva Ndumo, Kosi Bay, il lago Sibaya e il lago St Lucia, inserite nella Convenzione di Ramsar, che tutela ambienti di interesse mondiale. Esse fanno parte della regione costiera denominata Maputaland, caratterizzata da un intricato sistema di vari habitat: foreste sempreverdi, savane, laghi e lagune che pullulano di vita. Nelle acque del lago St Lucia s incontrano ippopotami, aquile pescatrici, pellicani e poi gamberi e altri crostacei. A sud del lago, si concentra un groviglio di piante, come fichi selvatici e palme, mentre a nord, si estendono spiagge sabbiose che ospitano colonie di tartarughe. All interno del Parco Greater St Lucia si trova Sodwana Bay, anch essa zona protetta, particolarmente amata dai turisti appassionati di luoghi ancora selvaggi, in cui si alternano laghi, imponenti dune, acquitrini e litorali dominati da spiagge rocciose, al largo delle quali si estendono suggestive barriere coralline. La più antica miniera al mondo Lo Swaziland è una nazione incastonata tra Sudafrica e Mozambico, ancorata alle proprie tradizioni culturali. Il Parco della Pace Lubombo deve proprio il suo nome alla catena montuosa omonima che si trova nello Swaziland. Protetta nel parco Lubombo troviamo la Lion Cavern, la più antica miniera conosciuta al mondo. Si ritiene risalga a oltre 40mila anni fa. Anticamente si estraeva l ematite utilizzata anche per le cerimonie religiose. La Lion Cavern si trova a Ngwenya, dove è stato allestito un centro informativo grazie al quale si può conoscere la dura vita che conducevano i minatori sino al XXI secolo. Vi sono altre zone spettacolari dello Swaziland incorporate nel grande parco Lubombo, come la riserva naturale Mlawula e il parco nazionale Hlane, formato da circa 30mila ettari di savana, abitata da leoni, elefanti, leopardi, ippopotami e dal famoso, quanto raro rinoceronte bianco. Coppia di bufali al pascolo. I big five rappresentano la forza Più a nord di Sodwana Bay, vicino al Mozambico si trova il lago Sibaya, il bacino d acqua dolce più vasto di tutta l Africa meridionale, ideale per gli appassionati di birdwatching. In questo luogo lacustre sono stati selezionati itinerari di visita guidati e si può scoprire l habitat noleggiando barche condotte da timonieri esperti. Ancora più a nord si ammira Kosi Bay, formata da quattro laghi che si uniscono all oceano Indiano attraverso un largo estuario. Qui si incontrano gruppi appartenenti all etnia Tembe, tradizionalmente dedita alla pesca. Ancora oggi i Tembe utilizzano una tecnica antichissima, innalzando nell acqua palizzate di tronchi in legni per racchiudere varie specie ittiche e indirizzarle poi verso spazi più piccoli dove risulta più facile pescarle. Ingresso della miniera Lion Cavern Pag. 13

14 Parchi senza frontiere Rispetto per l ambiente radicato nella cultura f ocus on Foto Peace Parks Foundation Il parco transfrontaliero Kavango-Zambezi È grande quasi quanto l Italia e comprende terre situate in cinque stati africani: Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe. È il Parco Kavango-Zambezi che copre una superficie di km² e include ben 36 aree protette, tra cui le cascate Vittoria e il delta dell Okavango, la più ampia zona umida al mondo protetta grazie alla Convenzione di Ramsar. Il Delta dell Okavango Coi suoi 1600 chilometri è il quarto fiume più lungo dell Africa. Nasce in Angola, dove viene chiamato Cubango, e attraversa la striscia di Caprivi in Namibia, per poi proseguire verso l arido cuore dell Africa australe, nella terra del Botswana, dove si disperde in una naturale tavolozza intricata di canali, lagune e isolotti. La particolarità dell Okavango è il suo percorso, privo di sbocchi sul mare. Una caratteristica geo-idrologica che ha dato vita a un fenomeno suggestivo: la creazione del più grande delta del mondo situato nell entroterra di un Paese, il Botswana, dominato dalla vasta pianura semiarida e sabbiosa del Kalahari. I geologi lo hanno definito conoide alluvionale, in riferimento ai sedimenti, stimati in milioni di tonnellate, portati dalle inondazioni, poi depositati nell area nel corso dei secoli. Quando le piogge di novembre s intensificano nell area sorgentifera in Angola, il corso dell Okavango si ingrossa sempre più, sino a raggiungere il massimo periodo di piena verso febbraio, creando un ampio bacino caratterizzato da un delta di 15mila km². Il fiume, entrando nel Botswana, si immette in una pianura alluvionale chiamata Panhandle. La regione dell Okavango rappresenta una nicchia singolare per il Botswana, non solo per il suo ecosistema verdeggiante, caratterizzato da una rigogliosa vegetazione e dalla presenza di numerose specie animali, ma anche dal punto di vista antropologico. Infatti, mentre la maggioranza degli abitanti del Paese sono di etnia Tswana, gli abitanti del delta appartengono ai gruppi Bayei e Hambukushu. I primi, originari del vicino Zambia, sopraggiunsero nell area alla fine del 700, e si dedicarono prevalentemente alla pesca e al commercio del pescato; i secondi, si stabilirono nelle zone dove il corso d acqua è più profondo. Come in passato, il miglior mezzo per esplorare il delta è il mekoro, imbarcazione leggera che deve essere guidata da una persona esperta. Il delta dell Okavango è infatti abitato da gruppi di ippopotami che in genere sono pacifici e si crogiolano placidamente nell acqua, ma se provocati possono essere molto pericolosi. Le tribù locali che percorrono l Okavango con il mekoro cercano sempre di evitare questi giganti del fiume. Manager per un turismo sostenibile La conservazione dei Parchi della Pace richiede non solo parecchi finanziamenti, ma anche personale preparato in grado di coniugare la protezione di fragili ecosistemi con lo sviluppo del settore turistico. È così che la Peace Parks Foundation, in collaborazione con alcuni college sudafricani ha sostenuto percorsi educativi ad hoc per formare manager esperti nelle politiche di tutela ambientale, in grado di sapere gestire in modo efficace l amministrazione di grandi aree naturalistiche. Oltre a queste figure professionali sono state incentivate iniziative educative per formare guide locali e operatori specializzati nell ospitalità turistica. Qui sotto: l orice gazzella: i maschi possono arrivare a 240 kg di peso! In basso a sinistra: lo Zambesi che attraversa parte dei Parchi della Pace. Sopra: la volpe del capo vive in regioni di savana semi-aride Foto Peace Parks Foundation Pag. 14

15 f ocus on Parchi senza frontiere Foto Peace Parks Foundation Il leopardo, agile e scattante, si rifugia volentieri tra i rami d albero. Pitture rupestri patrimonio dell umanità Fra Lesotho e Sudafrica si erge la suggestiva catena dei monti Drakensberg, lunga circa 100 km. In quest area si susseguono riserve e parchi nazionali, come il Royal Natal, celebre per le spettacolari pareti rocciose e per il lungo salto della cascata Tugela (alta circa 850 metri). Inclusa nel Parco transfrontaliero Maloti-Drakensberg, questa zona è famosa per i suoi paesaggi, caratterizzati da gole profonde, grotte, vette alte e frastagliate, macchie di fitta foresta. La riserva faunistica di Giant s Castle, popolata da antilopi oltre che da una numerosa avifauna (gipeti, cicogne, gru del paradiso), un tempo era abitata dai popoli San. Le loro tracce sono ancora visibili entrando nelle grotte, dove si possono ammirare bellissimi graffiti rupestri. Questo museo naturale di antiche pitture, nel 2000, è stato inserito dall Unesco nella lista del Patrimonio dell Umanità. Una scelta doverosa, che permette di proteggere una regione montagnosa in cui vi è la più alta concentrazione di pitture rupestri dell Africa sub-sahariana. Si contano 600 siti archeologici dove si susseguono ben 40mila immagini su roccia dipinte dal popolo San nel corso di 4000 anni. Grazie a questi dipinti si possono ricomporre le usanze e il livello culturale dei San, nonché la storia della loro lunga dominazione in un territorio difficile e impervio. Le loro capacità artistiche erano notevoli. Dalle immagini sulle rocce si comprende come fossero attenti osservatori della natura loro circostante. Dominano in particolare le raffigurazioni di animali, come l elano, antilope che ancora oggi popola queste cime. I Drakensberg non sono una meta facile, soprattutto se si vuole conoscere il loro volto più autentico e selvaggio, fatto di sorgenti ad alta quota, anfratti, cascate spumeggianti, torrenti di montagna e distese verdi in cui scorrazzano lontre, caracal (felide di media taglia) e gnu dallo coda bianca. La zona, oltre a essere luogo prediletto di avvoltoi, aquile e delle cicogne nere, che migrano qui solo durante l inverno dell emisfero boreale, è ricchissima dal punto di vista botanico: si contano quasi 2200 specie di piante, tra cui splendide orchidee. Pag. 15

16 Parchi senza frontiere f ocus on Lo gnu - qui una madre e il suo piccolo - è protagonista di grandi migrazioni al mutare delle stagioni. La natura come luogo sacro Foto Gianni Carrea Foto Gianni Carrea Lontano dall insediamento del villaggio, in molte zone e culture dell Africa subsahariana si trova un area dove avvengono i culti di iniziazione, ovvero quei riti di passaggio celebrati in particolari fasi della vita di una ragazza e di un giovane uomo. In genere questi luoghi sono colline, radure, boschi, grotte, anfratti dove scorre un fiume o dove vi sono suggestive formazioni rocciose. La natura viene considerata sacra, perché un certo territorio è legato alle vicende o alle origini di un clan familiare, o perché è ritenuto dimora di spiriti benigni. I popoli legati ancora ad antiche credenze nutrono un grande rispetto per l ambiente che li circonda. Per esempio, i Boscimani non eccedono mai nell uso di risorse vitali legato alla sopravvivenza: per loro, strappare una pianta selvatica impedendole così la ricrescita o cacciare in modo eccessivo gli animali o ancora sprecare fonti d acqua vengono considerati atti dissoluti, colpevoli di violare l equilibrio naturale, e quindi meritori di una punizione divina. Questo Focus è stato preparato da Silvia Turrin Anche il rinoceronte è simbolo di potenza. Pag. 16

17 f ocus on Parchi senza frontiere I Parchi della Pace in Africa Ecco una lista delle Aree di conservazione transfrontaliera (Transfrontier Conservation Areas) create o in fase di implementazione nella regione meridionale del continente africano: Ai /Ais-Richtersveld (Namibia-Sudafrica) Kgalagadi Transfrontier Park (Botswana-Sudafrica) Greater Mapungubwe (Botswana-Sudafrica-Zimbabwe) Maloti-Drakensberg (Lesotho-Sudafrica) Great Limpopo (Zimbabwe-Sudafrica-Mozambico) Lubombo (Swaziland-Mozambico-Sudafrica) Malawi / Zambia (interessa gli omonimi Paesi) Kavango-Zambezi (Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe) Lower Zambezi - Mana Pools (Zambia e Zimbabwe) Liuwa Plains Mussuma (Angola e Zambia) Foto Peace Parks Foundation (vedi anche cartina a pag. 11) Gli elefanti, altro esemplare dei big five, abbisognano di molta acqua, oltre che di molto foraggio. Pag. 17

18 60 giorni in Africa f ocus on POLITICA 1 Ghana. Forte del 96,9% delle preferenze, il presidente uscente John Atta Mills ha vinto le elezioni primarie del suo partito, il Congresso nazionale democratico (Ndc), che rappresenterà alle elezioni generali del 2012, sconfiggendo la contendente Nana Konadu Agyemand Rawlings, moglie dell ex presidente Jerry, rimasta ferma al 3,1%. A scegliere il volto di Mills sono stati più di 3000 delegati del Ndc, riuniti nella città occidentale di Sunyani. La battaglia per le elezioni del 2012 è appena cominciata. Lavoriamo tutti insieme per raggiungere la vittoria ha detto il candidato del partito di governo, presidente del Ghana dal 2008, nel discorso pronunciato subito dopo la pubblicazione dei risultati delle primarie. 2 Kenya. Il governo britannico potrà essere giudicato per gli abusi commessi durante la rivolta dei Mau Mau (tra il 1952 e il 1960) che preparò la fine del dominio coloniale in Kenya: lo ha deciso l Alta corte di Londra, ritenendo ammissibili le denunce presentate da quattro ex combattenti ormai ottantenni. Secondo il giudice Richard McCombe, la decisione adottata ieri dal tribunale non implica un giudizio sulle presunte torture subite dalla parte civile ma è solo un passaggio tecnico. Finora il governo britannico aveva infatti sostenuto di non poter rispondere di eventuali reati perché negli anni 50 in Kenya esisteva già un amministrazione autonoma e che ora ogni responsabilità penale sarebbe dovuto ricadere sullo Stato indipendente nato nel ECONOMIA Un accordo di cooperazione aggiuntivo a 3 quelli già esistenti e di gemellaggio è stato sottoscritto a São Tomé tra il presidente di Agua Grande distretto della provincia di São Tomé e il sindaco di Praia, capitale di Capo Verde. L accordo prevede una serie misure per uno sviluppo congiunto delle due città che condividono una storia e una cultura molto simili, essendo tutte e due capitali di paesi insulari, lusofoni ed ex colonie portoghesi. Secondo il protocollo firmato, saranno promossi investimenti, interscambi culturali e sportivi, la costruzione di infrastrutture urbane, azioni per lo sviluppo del turismo. Le due parti cercheranno inoltre di favorire e coordinare forme di dialogo istituzionale nel comune interesse per rafforzare in particolare il settore turistico. Benin. Quest anno le piogge sono cominciate in ritardo ma con un intensità da due a 4 tre volte superiore rispetto alla norma. Almeno un centinaio di villaggi sono già al livello di allerta rossa. Se non giochiamo d anticipo il Benin rischia di rivivere nuovamente il dramma dell anno scorso: la gente lo ha capito prima del governo e localmente si sta già organizzando dice Imeldus Nvekounou, coordinatore delle emergenze umanitarie di Caritas Benin, precisando che l organizzazione ha già attuato un sistema di allerta. Nuove alluvioni, sempre più frequenti in un Africa colpita in pieno dai cambiamenti climatici, avrebbero conseguenze davvero gravi se consideriamo che il numero di persone che vivono sotto la soglia di povertà è aumentato nel 2010 proprio a causa dell ultima ondata di maltempo prosegue l operatore umanitario. Pag Mali. Sarà la multinazionale indiana Earthstone, in joint venture con la ditta locale Kadiel Mining, a occuparsi e a trarre i maggiori benefici dello sfruttamento del giacimento di ferro di Talari, nel sudovest del Mali, dal quale si pensa di poter estrarre oltre 20 milioni di tonnellate del minerale nei prossimi 30 anni. I lavori di esplorazione, cominciati lo scorso aprile dalla Earthstone, coprono un area di 260 chilometri quadrati e una profondità fino a 1200 metri. Il governo di Bamako spera di trarre benefici da questa nuova risorsa, auspicando che potrà ridurre la dipendenza dall oro, di cui il Mali è il terzo produttore africano, dopo il Sudafrica e il Ghana. Il sindaco di Talari si augura che l attività estrattiva contribuirà allo sviluppo del suo villaggio e dell intera zona di Bafoulabé. 5 AMBIENTE AMBIENTE 6 7 Camerun e Ciad hanno firmato un accordo per combattere il bracconaggio che ogni anno uccide centinaia di elefanti: in entrambi i paesi dell Africa centrale il bracconaggio di elefanti è dovuto principalmente alla domanda sempre più crescente dei paesi dell Est asiatico che negli ultimi anni ha provocato un aumento del prezzo dell avorio sui mercati internazionali. L area protetta si estenderà per più di ettari, tra il Parco Bouba Ndjidda in territorio camerunese e il Parco Sena Our in Ciad. La parte ciadiana che è costituita da circa ettari ha una popolazione di elefanti stimata attorno ai esemplari. Nel 2006 gli elefanti erano circa Mentre sul versante del Camerun ad oggi ci sono soltanto circa 300 elefanti ISTRUZIONE 2 Kenya. Il Tangaza College e l Istituto della Consolata di filosofia si fonderanno per dar vita ad una seconda Università cattolica in Kenya. Secondo padre Patrick Roe, preside del Tangaza College, la fusione tra le due istituzioni sarà ufficialmente formalizzata il 24 ottobre prossimo. L unione fu approvata dai due consigli di amministrazione lo scorso 11 aprile. Attualmente il Tangaza è un collegio universitario affiliato all Università Cattolica dell Africa Orientale (CUEA), mentre l Istituto della Consolata di filosofia è gestito dai Missionari della Consolata. Quando la fusione sarà completata, la nuova istituzione chiederà lo status di Università al governo del Kenya, diventando così la seconda Università Cattolica del Kenya dopo l Università Cattolica dell Africa Orientale (CUEA). 2

19 f ocus on recensioni Walden Bello, Le Guerre del cibo - Come l occidente ha creato una crisi alimentare globale, ed. Nuovi Mondi, Modena, 2009, p. 224, 12,00 Walden Bello, attivista per i diritti del sud del mondo, pone al centro di questo libro la recente crisi alimentare che ha gettato centinaia di milioni di persone nel baratro della povertà, provocando forti proteste in Medio Oriente, Africa e America. Dal 2006 a oggi il prezzo del cibo è aumentato vertiginosamente, i generi alimentari di prima necessità sono divenuti inaccessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il pianeta. I governi e le istituzioni non hanno saputo gestire questa situazione e il Programma alimentare mondiale ha lanciato l allarme, affermando che le sue riserve si stanno assottigliando rapidamente e potrebbero non essere sufficienti a fronteggiare l emergenza. Lo scrittore ci accompagna in un viaggio, dal Malawi al Messico, dalle Filippine alla Cina mostrando le radici profonde di questa crisi, legata non solo all aumento dei costi dell energia, ma anche alle politiche del Fondo Monetario, dell Organizzazione Mondiale del Commercio e della Banca Mondiale, in materia di agricoltura mondiale. Secondo l autore una soluzione è possibile, e passa per il principio della sovranità alimentare, una sfida ai pilastri dell agricoltura capitalistica, che permetterebbe alle nazioni in via di sviluppo di proteggere la biodiversità abbandonando le produzioni su vasta scala, pensate per l esportazione, e ritornando a un sistema basato sui piccoli agricoltori, assicurando così l autosufficienza alimentare delle popolazioni coinvolte. Il movimento valorizza i modi di produzione tradizionali e ne riconosce una saggezza accumulata nel corso dei secoli d interazioni positive con la biosfera. Chiara Trumpy Isole galleggianti. Poesia femminile sudafricana (a cura di Paola Splendore e Jane Wilkinson; traduzione di Paola Splendore), Le Lettere, Firenze, 2011, p.242, 19,00 Dovessi danzare, sarebbe tra quelle ali sulle onde. Mi tufferei come gabbiano e neppure più le ceneri rimarrebbero. Allora, certo, il vento imparerebbe un altro canto (Yvette Christianse, Rocce e pietre). Una piccola antologia di poesie di dodici autrici sudafricane, dall inizio dell apartheid ad oggi, dodici poetesse diverse tra loro per estrazione, formazione ed età. Nelle poesie, tradotte in italiano dall inglese (presentato a fronte nel testo), convivono, nella differenza degli stili, alcuni temi: i miti biblici, la schiavitù, le violenze, la rabbia, il dolore, la dolcezza, il riscatto, le migrazioni, l Aids e, soprattutto, la bellezza dei paesaggi sudafricani. Il titolo dell antologia è quello della poesia di Ruth Muller. L isola galleggiante è sul fiume Zambesi, nella sua corsa verso le cascate Vittoria strappati dal nostro continente ci perdiamo e non conoscendo le stagioni le nostre verdi isole inesplorate affondano in acque ingarbugliate, cieche. La poesia più famosa- letta da Nelson Mandela nel suo primo discorso ufficiale- è di Ingrid Jonker, Il bambino ucciso dai soldati a Nyanga: il bambino non è morto a Langa né a Nyanga né a Orlando né a Sharpeville e neppure a Philippi il bambino è l ombra dei soldati ; e l autrice esprime così in un altra sua poesia la sua angoscia per il futuro: ruscello in cui il buio non vede altro che il buio con te posso parlare, ti conosco meglio (Scuro ruscello). Rammendare e cucire è un compito femminile di pazienza e precisa ricostruzione: piccoli uccelli volano dal mio ago: griglie di piume rosa, occhi verde foglia, creste gialle, code color prugna (Karen Press, Lavoro d ago). Ricucire e curare le fratture di un passato vergognoso e violento, in un Sudafrica che rinasce. I punti sono i versi di un chirurgo, un sigillo cinese, la pantomima della stampa. Poi traccia, poi scia rossa (Ingrid de Koch, Il rammendo). Bella l introduzione di Jane Wilkinson, che ci aiuta a capire la complessità della storia e la determinazione e dolcezza delle donne nella difesa e nella ricostruzione del Sudafrica. Ludovica Piombino cultura Storie d Africa in dvd di Silvia Turrin, giornalista Sono passati 17 anni dal genocidio in Ruanda. Le conseguenze di quella terribile tragedia si vedono ancora. Percorrendo le vie della capitale Kigali e di altre città s incontrano tanti maibobo, cioè ragazzi di strada. Vivono e dormono tra i vicoli. La maggior parte sono orfani, cacciati o scappati da casa. Per non sentire i morsi della fame o il freddo della notte assumono colla, la cosiddetta droga dei poveri, i cui effetti vanno dalle allucinazioni visive e uditive, a tremori, crampi addominali e nei casi cronici prolungati alla morte. La storia di questi ragazzini, ai margini della società, è stata raccontata dal regista Yves Montand Niyongabo, nato in Burundi poi trasferitosi in Ruanda per studiare Arte e Letteratura. Rimasto turbato dall ambiente in cui vivono i bambini di strada, Niyongabo ha voluto realizzare un cortometraggio che porta proprio il titolo di Maibobo. Presentato e accolto positivamente ai festival di Goteborg e Rotterdam nel quadro del progetto Where is Africa?, il film nei suoi trenta minuti riesce a descrivere la difficile esistenza di questi orfani, con un stile realistico, che scuote le coscienze. In particolare, il regista tratteggia la storia di un ragazzino che decide di lasciare il proprio villaggio sperando di trovare migliori condizioni di vita in città. Invece, sul suo cammino incrocia solo ostilità e ipocrisia. La pellicola di Niyongabo ritrae generazioni di bambini ruandesi abbandonati dalla società, dai media, dai politici. In Ruanda sembra vigere un indifferenza totale, sebbene siano stati intrapresi progetti, appoggiati da missionari o dalla cooperazione internazionale, che tentano di arginare il problema. Il cortometraggio proiettato in occasione del 20 Festival del Cinema Africano è ora disponibile in dvd con sottotitoli in italiano. Nello stesso dvd sono stati inclusi altri due film, Negropolitain, e Des enfants dans les arbres, che delineano esperienze di immigrazione in Francia. Il primo, selezionato alla Semaine de la Critique à Cannes, affronta i temi delle proprie origini (in questo caso creole) e dell integrazione con la società ospitante. Il secondo, del regista franco-algerino Bania Medjbar, è un ritratto poetico-realistico della periferia di Marsiglia e dei sogni di due bambini figli d immigrati, che decidono di intraprendere un viaggio iniziatico verso la città, sognando di liberare il padre detenuto in prigione. Il cofanetto contenente i tre dvd è disponibile presso il Centro Orientamento Educativo (COE). La persona di riferimento è Luigi Saronni (tel ). Sito web: Pag. 19

20 SMA - SOCIETà missioni Africane Foto: Gianni Carrea La sorgente della Missione sempre stato importante, e oggi più che mai, saper comporre l azione con È la contemplazione, l attività missionaria intesa nel senso più visibile, con la carica interiore, la ragione che spinge all azione. La domanda che sempre deve trovare risposta nel missionario è questa: perché vado in missione? Quale è la missione che mi è chiesta come comunità e come singolo, secondo il carisma della comunità nella quale sono entrato e nel servizio che mi è stato chiesto? Qualche risposta: la Missione è la stessa di Gesù: è la proposta del Regno di Dio, ben più grande della Chiesa di cui essa vuole e deve essere un segno visibile e affascinante. Il missionario del Regno è un inviato della Chiesa e ad essa fa riferimento: non parte da solo, non inventa la sua missione, ma rispetta il suo mandato. Tuttavia è anche colui che è ai margini della Chiesa istituzionale; egli deve svolgere il suo ruolo profetico di apertura al mondo intero, lo stesso che definisce l universalità della Chiesa, chiamata cattolicità, ogni volta che la Chiesa istituzionale tende a chiudersi, a scindere la vita dalla fede, ad istituzionalizzarla. Paolo VI diceva che il nome della missione oggi è il dialogo. Ma non ci può essere dialogo senza ascolto, senza conoscenza. Il missionario è la sentinella di cui parla Isaia (21,11) che, sulle mura della città deve annunciare quello che vede: i pericoli che vengono dall esterno, ma anche le cose buone che esistono fuori dalle mura della Chiesa, i segni della presenza del Regno nelle varie culture e religioni, nel cuore e nelle opere di credenti in Dio o di atei dichiarati, che a volte vivono meglio di noi cristiani i valori di giustizia, di pace, di fraternità e di comunione. Lo Spirito di Dio riempie l universo, pervade il mondo e invade l individuo. Là ove brilla il bene, là c è lo Spirito, dove splende l amore c è lo Spirito. Le esigenze sono conseguenti e impegnative per il missionario: il fondatore della SMA, Mons. Melchior de Marion Brésillac, chiamava missionari chi la missione ce l ha nell intimo, e spronava a essere missionari dal profondo del cuore : non basta partire in missione per dirsi missionari, bisogna vivere la missione con tutta la persona, nella convinzione che la chiamata alla missione significa presentare e rappresentare nella propria vita la stessa figura di Cristo, capaci come lui di accogliere, ascoltare, vivere la vita di servizio, quella del Servitore di Dio che dà la vita per far capire quanto Dio ama gli uomini. Vivere ciò che si predica, con una continua conversione. Emblematico l episodio della biografia di Madre Teresa di Calcutta. Un giorno un giornalista, impressionato dalla sofferenza e dalla miseria a cui la gente era ridotta a causa dell egoismo umano, la intervistò e le chiese: Cosa si deve cambiare nel mondo perché vada meglio? E Madre Teresa rispose al giornalista: Perché il mondo vada meglio dobbiamo cambiare io e te. Faceva capire che la conversione ai valori del Vangelo era la via maestra per l evangelizzazione. p. Lionello Melchiori S.M.A. Roma Via della Nocetta ROMA RM Tel Fax secgen@smaroma.org P. Mandirola Lorenzo P. Semplicio Bruno Approfondisci nel nostro sito quanto hai letto su sma notizie S.M.A. Feriole Via Vergani TEOLO PD Tel Fax sma@smaferiole.org P. Aimetta Nino P. Brusegan Giuseppe P. Porcellato Antonio P. Sanavio Gino S.M.A. Genova Via Francesco Borghero GENOVA GE Tel Fax C.C.P procura@missioni-africane.it www. missioni-africane.org P. Alberti Luigi P. Benetti Giovanni P. Boffa Mario P. Bonazzetti Martino P. Bottarlini Gerardo P. Carminati Carmine P. Drogo Filippo P. Mandonico Andrea P. Melchiori Lionello P. Sessarego Stefano INDIRIZZI ANGOLA Adorni P. Renzo Cel Besenzoni P. Angelo Cel angeango@gmail.com Ceferino P. Cainelli Cel cefeafrica@gmail.com Frattin P. Luigino Cel luigino.frattin@gmail.com Maccalli P. Walter Cel waltermaccalli@yahoo.it Cherchi P. Mario Cel Paròquia Bom Pastor - C.P LUANDA BENIN Molena P. Leopoldo Centre Brésillac BP 100 CALAVI T leosma53@yahoo.it COSTA D AVORIO Basso P. Eugenio - eugenio.basso@gmail.com B.P. 702 ANYAMA - T Arnolfo P. Francesco - arnolfo.fr@gmail.com B.P. 212 ADZOPE - Cell Dozio P. Dario - dario.dozio@gmail.com Rapetti P. Lorenzo lorenzo.rapetti@missioni-africane.it Rulfi P. Giampiero giampiero@missioni-africane.it 04 B.P. 884 ABIDJAN 04 - T Snider P. Lorenzo - lorenzosnider@yahoo.fr 02 B.P. 450 SAN PEDRO 02 -T Prada P. Marco - prada_marco@yahoo.it Conti P. Giampiero - giampiero.conti@yahoo.it Mission Catholique de MADINANI per la posta: 04 B.P. 884 ABIDJAN 04 MAROCCO Revelli P. Matteo - revellimatteo@gmail.com Eglise St. François d Assise Avenue Mohammed Slaoui FES T Cell NIGER Bazzara P. Carlos - carlosniger@gmail.com e Maccalli P. Pier Luigi - plmaccalli@gmail.com Mission Catholique de Bomoanga Girotto P. Vito - vitoniger@gmail.com e Pieretto P. Victor - pierettovic@gmail.com Mission Catholique de Makalondi Armanino P. Mauro - libersma@yahoo.co.uk B.P Niamey CTN - Niger TOGO Galli P. Silvano - silvanosma@gmail.com KOLOWARE B.P. 36 SOKODE T Cell SERVIZIO IN ITALIA P. Luigi Aimetta, in servizio pastorale a Valgrana. Risiede presso la famiglia Lamberto Guido e Rinuccia, Via Aldo Moro Genola (CN) Tel luigionesma@hotmail.it P. Dario Falcone, Corso Umberto I, Villafalletto CN - Amministratore parrocchiale di Murazzo (CN) Tel cell falconedario@yahoo.it P. Sandro Lafranconi Parrocchia di Régona Pizzighettone CR - fishalaf@libero.it Bonifico (IBAN) IT23 Z , intestato a Provincia italiana della Società Missioni Africane Pag. 20

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