I Disturbi di Personalità

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1 I Disturbi di Personalità

2 Cosa Intendiamo per Personalità Tra le molte possibili definizioni quella proposta dall Organismo Mondiale della Sanità (OMS), la definisce come: Una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento, che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali ( temperamento), dello sviluppo e dell esperienza sociale e quella proposta dal DSM IV TR che la intende come: Modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell ambiente e di sé stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali

3 Cosa si intende per DISTURBO di Personalità Solo quando le modalità dell esperienza interna e del comportamento diventano eccessivamente rigide, non adattive e causano una significativa compromissione del funzionamento sociale e lavorativo, e/o una importante sofferenza soggettiva.

4 Classificazione dei Disturbi di Personalità secondo il DSM IV Il DSM IV classifica i disturbi di personalità in tre clusters: Cluster A: individui che appaiono strani: Dist. Paranoide di personalità Dist. Schizoide di personalità Dist. Schizotipico di personalità

5 Cluster B: individui che appaiono melodrammatici, emotivi o imprevedibili: Dist. Antisociale di personalità Dist. Borderline di personalità Dist. Istrionico di personalità Dist. Narcisistico di personalità

6 Cluster C: individui che appaiono ansiosi e paurosi: Dist. Dipendente di personalità Dist. Evitante di personalità Dist. Ossessivo Compulsivo di personalità

7 CRITERI GENERALI PROPOSTI DAL DSM PER FORMULARE DIAGNOSI DI DISTURBO DI PERSONALITA A) E presente una modalità persistente di esperienza interna e di comportamento che si dissocia in modo marcato dalle aspettative della cultura del soggetto. Questa modalità si manifesta in due (o più) delle seguenti aree: Cognitiva Affettiva Funzionamento interpersonale Controllo degli impulsi

8 Tale modalità persistente: B. E rigida e invade un ampia gamma di situazioni sociali e personali. C. Porta a un disagio di rilievo clinico o a una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. D. E stabile e di lunga durata e il suo esordio può essere fatto risalire almeno all adolescenza o alla prima età adulta.

9 E. Non deve essere l espressione o la conseguenza di un altro disturbo mentale. F. Non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (ad esempio droghe o farmaci) o a una patologia medica (per esempio un trauma cranico).

10 IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA

11 Il Disturbo borderline è una forma di sofferenza psichica paradigmatica della nostra cultura E una patologia molto diffusa, che si presenta nel: 2 3 % della popolazione generale % dei pazienti psichiatrici ambulatoriali 25 % dei pazienti psichiatrici ospedalizzati Affligge particolarmente il sesso femminile: il 75 % dei pazienti borderline sono donne La diagnosi di disturbo borderline è stata inserita nel DSM negli anni 80 e nell ICD X nel 1992.

12 CHI E IL PAZIENTE BORDERLINE E un paziente imprevedibile Con lui l alleanza terapeutica, quando va bene, è il risultato finale di un percorso difficilissimo Il suo mondo interno è come un prisma rotante Vive sempre e solo nel qui e ora, la sua esperienza è destoricizzata, è sempre tutta lì Ha uno stile comunicativo iperbolico, intenso, insistente e sensazionale Propone a chi lo circonda e soprattutto ai curanti la dinamica VITTIMA - PERSECUTORE - SALVATORE

13 QUALI SONO I CRITERI DIAGNOSTICI PROPOSTI DAL DSM IV PER IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA? Sono nove e ne devono essere presenti almeno cinque per poter formulare diagnosi

14 SONO CRITERI DISCRIMINANTI: 1) Relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione. 2) Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate alimentari. 3) Rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per esempio frequenti accessi d ira, ricorrenti scontri fisici).

15 Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o automutilanti. Sforzi disperati per evitare un abbandono reale o immaginario o intolleranza alla solitudine.

16 A questi si aggiungono: Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell umore (per esempio episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente, pochi giorni). Alterazioni dell identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili. Sentimenti cronici di vuoto Ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.

17 IPOTESI ETIOPATOGENETICHE Ipotesi biologica: deficit regolazione emozioni Ipotesi ambientale: esperienze di abuso fisico, sessuale, psicologico e soprattutto esperienze di trascuratezza fisica ed emotiva Ipotesi psicodinamiche: Ipotesi del conflitto formulata da Kernberg Ipotesi di deficit formulata da Kohut e Adler Ipotesi dell attaccamento insicuro formulata da Fonagy

18 IPOTESI DI KERNBERG Kernberg pone l accento su un delicato momento dello sviluppo infantile, la cosiddetta fase di riavvicinamento (18-24 mesi) Fattori disturbanti la relazione madre figlio possono compromettere il normale sviluppo del sentimento di sé del bambino Principale fattore disturbante: quote eccessive di aggressività innata, che impediscono al bambino di integrare i diversi aspetti di se stesso e degli altri significativi.

19 Secondo altri autori, quali Masterson e Rinsley, principale fattore disturbante sarebbe la presenza di una madre che si propone al figlio in modo contraddittorio.

20 IPOTESI DI KOHUT E ADLER Alla base del disturbo borderline vi sarebbe l incapacità del paziente di sviluppare un oggetto interno contenente confortante al quale appellarsi nelle difficoltà Causa di tale deficit sarebbe la presenza di una funzione materna inconsistente e insufficiente

21 IPOTESI DI FONAGY (1) Alla base del disturbo borderline vi sarebbe un modello di attaccamento alle figure primarie danneggiato, definito attaccamento insicuro di tipo alternante Il borderline alterna un pattern di attaccamento ansioso/ ambivalente a un pattern di attaccamento disorganizzato

22 IPOTESI DI FONAGY (2) Alla base vi sarebbero figure genitoriali incapaci di riconoscere, e quindi reagire adeguatamente, gli stati affettivi interni del bambino Il bambino non sviluppa quindi la capacità di riconoscere e gestire le emozioni e gli affetti e soprattutto non svilupperà la funzione riflessiva, ossia la capacità di mentalizzare

23 PERCHE E IMPORTANTE DIAGNOSTICARE PRECOCEMENTE IL DISTURBO BORDERLINE La coopresenza di diagnosi di disturbo borderline sull asse II del DSM con una diagnosi di disturbo psichiatrico sull asse I è un indice prognostico negativo La formulazione della diagnosi di disturbo borderline è la base dalla quale partire per costruire un alleanza terapeutica con questi pazienti e i loro familiari Prepara i clinici a ciò che li aspetta e li aiuta a non interpretare, senza volerlo, i ruoli che talvolta tali pazienti assegnano loro (Protettore, Controllore, Abusante)

24 DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON I DISTURBI NARCISITICI DI PERSONALITA Nel borderline prevalgono: impulsività intolleranza alla solitudine paure abbandoniche Nel paziente con NPD: immagine di sé grandiosa senso di superiorità preoccupazione eccessiva per gli insuccessi Nel borderline la paura fondamentale è quella di essere abbandonato Nel disturbo narcisistico è quella che venga minacciata l immagine grandiosa del sè

25 Entrambi i pazienti si sentono in diritto di ottenere privilegi e cure speciali, ma mentre i borderline ritengono di avere tale diritto perché pensano di aver sofferto tanto, i NPD credono di meritarli perché si sentono eccezionali L aggressività nel borderline è dovuta a un mancato controllo della pulsione primaria, nel N. è reattiva alle frustrazioni ambientali e la sua cattiva gestione è determinata dalla fragilità del sè.

26 DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON IL DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA Il 75 % dei pazienti borderline sono donne, il 75 % dei pazienti antisociali sono uomini Nei pazienti borderline prevalgono: aggressività autodiretta ricerca di aiuto idealizzazione/svalutazione Nei pazienti antisociali prevalgono: aggressività eterodiretta freddezza relazionale calcolo mancanza di sensi di colpa

27 Entrambi i pazienti hanno una storia infantile caratterizzata da abusi e trascuratezza.

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