Il Confidi prossimo venturo: onori ed oneri. Verona, 6 dicembre 2012

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1 Il Confidi prossimo venturo: onori ed oneri. Verona, 6 dicembre 2012

2 Lo scenario futuro Il Decreto Legislativo n. 169/2012 (cd. Secondo Correttivo ) ha introdotto importanti novità al Decreto Legislativo n. 141/2010, fissando tra l altro la data entro la quale dovranno essere emanate le nuove disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari: 31 marzo Entro la suddetta data dovrà essere istituito anche l Organismo di cui all art. 112-bis TUB il quale curerà la tenuta di un apposito elenco al quale si dovranno iscrivere i confidi di cui all art. 112 TUB. L'Organismo provvede all'approvazione del suo statuto, alla definizione dell'aliquota contributiva a carico degli iscritti, alla raccolta dei fondi necessari al suo funzionamento ed all'iscrizione dei confidi secondo le disposizioni di cui all'articolo 112 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, entro il termine del 30 settembre 2013.

3 Il ruolo dei Confidi L entrata in vigore delle Disposizioni di Vigilanza darà luogo a un importante cambiamento per la realtà dei confidi sotto il profilo: a) Organizzativo; b) di governance societaria; c) patrimoniale.

4 Governance È compito degli organi aziendali dei Confidi predisporre assetti organizzativi adeguati a presidiare il deterioramento del profilo del rischio creditizio, in particolare migliorando i processi di monitoraggio dei rischi e innalzando la qualità del complessivo sistema dei controlli interni; assicurare la piena trasparenza dei bilanci. Corrado Baldinelli, Capo del Servizio Supervisione Intermediari Specializzati Banca d Italia.

5 Governance Si renderà necessario adottare un apparato di governance societaria, un corretto presidio del rischio e un sistema dei controlli interni adeguato alla futura realtà di intermediario vigilato per i Confidi maggiori attuali 107 e futuri 106. Il presidio del rischio di credito collegato alla garanzia erogata si traduce anche in una maggiore collaborazione tra il sistema bancario e i confidi per una corretta gestione e segnalazione dei dati. [ ] necessità di dotarsi di sistemi di classificazione di imprese che siano correttamente discriminanti [ ]

6 Governance Ottimizzare le informazioni a disposizione per un miglior monitoraggio del rating del credito, integrato con le altre informazioni a disposizione dell intermediario, da utilizzare insieme ai controlli periodici che devono essere effettuati sui soggetti garantiti. La Banca d Italia ha recentemente interessato ABI e AssoConfidi affinché promuovano soluzioni efficaci che consentano ai Confidi di disporre, con tempestività, di informazioni atte ad assicurare un affidabile monitoraggio delle posizioni in essere. Emerge quindi la necessità di collaborazione sostanziale tra mondo il bancario e quello dei Confidi finalizzata allo scambio di dati e informazioni prodromico alla tutela del credito.

7 Governance Governance societaria Confidi maggiori Particolare attenzione viene riservata ai Confidi ex art. 107 TUB (futuri intermediari di cui all albo 106 TUB). La gestione del rischio deve essere basata su un approccio imprenditoriale in termini di: Adeguatezza delle strutture organizzative, scoring e rating delle imprese garantite, risorse impiegate, concepite come valore aggiunto. Necessaria una dialettica all interno degli organi che compongono il governo societario dell intermediario; evitare assetti troppo centralizzati su singole figure: ricercare, quindi, assetti equilibrati e management adeguato. Target: ottimizzare i costi da sostenere per una maggiore qualità organizzativa; evitare costi impropri; vagliare grado di efficienza dell articolazione territoriale.

8 Il profilo patrimoniale L adeguatezza patrimoniale rappresenta un importante profilo ai fini dell equilibrio aziendale: il sostegno alle imprese non può prescindere dalla salvaguardia di un congruo livello di mezzi propri, in linea con quanto disposto dalla normativa.

9 Il profilo patrimoniale Partecipazione al capitale da parte delle imprese finanziarie di maggiori dimensioni, enti pubblici e privati. Decreto Legge n. 201/2011, art. 39, com. 7 [ ] possono partecipare, anche in deroga alle disposizioni di legge che prevedono divieti o limiti di partecipazione, imprese non finanziarie di grandi dimensioni ed enti pubblici e privati, purché le piccole e medie imprese socie dispongano almeno della metà più uno dei voti esercitabili nell'assemblea e la nomina dei componenti degli organi che esercitano funzioni di gestione e di supervisione strategica sia riservata all'assemblea. [ ]

10 Il profilo patrimoniale Imputare a capitale sociale o a riserva i fondi rischi alimentati da contributi pubblici oggetto di vincoli di destinazione, mediante una delibera dell assemblea ordinaria. Decreto Legge n. 179/2012, art. 36 com. 1: I confidi sottoposti entro il 31 dicembre 2013 a vigilanza diretta da parte della Banca d'italia possono imputare al fondo consortile, al capitale sociale o ad apposita riserva i fondi rischi e gli altri fondi o riserve patrimoniali costituiti da contributi dello Stato, delle regioni e di altri enti pubblici esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge. Le risorse sono attribuite unitariamente al patrimonio, anche a fini di vigilanza, dei relativi confidi, senza vincoli di destinazione. Le eventuali azioni o quote corrispondenti costituiscono azioni o quote proprie dei confidi e non attribuiscono alcun diritto patrimoniale o amministrativo, ne' sono computate nel capitale sociale o nel fondo consortile ai fini del calcolo delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea. La relativa delibera e' di competenza dell'assemblea ordinaria.

11 Il profilo patrimoniale Una indiretta incentivazione alla fusione da parte dei confidi cd. minori Decreto Legge n. 179/2012, art. 36 com. 2: La disposizione di cui al comma 1 trova applicazione anche ai confidi che operano a seguito di operazioni di fusione realizzate a partire dal 1 gennaio 2007, ovvero che realizzino, entro il 31 dicembre 2013, operazioni di fusione. In quest'ultimo caso la delibera assembleare richiamata al terzo periodo del primo comma potrà essere adottata entro il 30 giugno 2014.

12 Rapporto tra Confidi e associazioni di categoria Questo rapporto è ambivalente: da un lato vi sono i benefici, tradizionalmente richiamati dalla letteratura e dall esperienza, connessi con la conoscenza più approfondita della clientela, resa possibile dalla mediazione dell associazione di categoria, presente con le sue articolazioni in modo capillare sul territorio. Dall altro, però, possono emergere condizionamenti impropri che rischiano di piegare l autonomia del Confidi a volontà esterne, riconducibili al criterio dell appartenenza. Il rapporto tra i Confidi e le associazioni di categoria verte su due aspetti principali: 1. la maggiore - migliore conoscenza della cliente e delle esigenze del territorio da parte di queste ultime; 2. possibilità di ingerenze nei confidi da parte delle associazioni di categoria.

13 Organismo ex art. 112 TUB e Confidi minori I confidi che confluiranno nel nuovo elenco non saranno oggetto di un mero trasferimento formale bensì oggetto di un attento regime transitorio, vigilata dall Organismo sotto la supervisione della Banca d Italia con validi presidi che salvaguardino una corretta gestione, una trasparente situazione contabile, il pieno rispetto delle normative in vigore. [ ] la transizione non sarà un mero travaso da un elenco a un altro: richiederà un attenta verifica anche sulla base dei nuovi compiti assegnati all Organismo della sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per acquisire l iscrizione. Andrà evitato che al futuro elenco possano iscriversi soggetti contrassegnati da un operatività opaca o non coerente con le disposizioni di legge. [ ]

14 Conclusione L impegno comune è quello di contribuire a realizzare un assetto dell industria dei Confidi meglio strutturato e affidabile, che possa corrispondere in modo adeguato alla domanda di garanzie proveniente dalle piccole e medie imprese del nostro Paese.

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