LA LOMBARDIA E IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

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1 LA LOMBARDIA E IL COMMERCIO INTERNAZIONALE A cura di: per UNIONCAMERE LOMBARDIA luglio 2013

2 Sommario 1 Sintesi L evoluzione dell export regionale e del commercio mondiale L export per aree geografiche L export per settori La specializzazione settoriale L export per aree geografiche e settori La scomposizione della dinamica dell export Il commercio intra-settoriale L export per provincia Nota metodologica i

3 1 Sintesi I risultati dell analisi delle esportazioni lombarde svolta sul periodo conferma i risultati presentati gli scorsi anni: la regione mostra una dinamica dell export sostanzialmente in linea con la media nazionale ed evidenzia divari negativi progressivamente più ampi rispetto all andamento della domanda mondiale. A tal proposito è opportuno sottolineare che la perdita delle quote sui mercati internazionali, a seguito del peso crescente delle aree emergenti, è un processo che accomuna tutte le principali economie avanzate e che in Italia è stato anche meno marcato di quello che ha coinvolto paesi come Francia o Regno Unito. Se questo è vero in generale, l analisi per sotto periodi evidenzia una performance della Lombardia (e dell Italia) relativamente più deludente nel periodo successivo alla Grande Recessione: la ripresa del commercio internazionale, infatti, coinvolge in misura meno intensa l andamento delle esportazioni regionali. Anche nel 2012, stando ai dati provvisori, il rallentamento dell export regionale è più marcato di quello della domanda mondiale. Una dinamica delle esportazioni regionali meno vivace di quella della domanda mondiale può essere almeno in parte ricondotta alla struttura dei mercati di destinazione: nel 2000 come nel 2012 rivestono un ruolo predominante le economie avanzate, in particolare l Unione Europea, mentre un peso più modesto riguarda le aree emergenti, caratterizzate da uno sviluppo della domanda relativamente più intenso. Ciononostante il peso dei nuovi mercati sulle esportazioni regionali cresce in maniera significativa, passando dal 16% del 2000 al 25% del 2012: aumentano, soprattutto, il peso della Comunità degli Stati Indipendenti, di cui fa parte la Russia, quello di Nord Africa e Medio Oriente e degli emergenti asiatici. All interno delle aree emergenti i mercati di sbocco che rivestono un ruolo progressivamente più rilevante per l export lombardo sono Cina, Russia, Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Turchia e, in misura più limitata, Brasile: non solo aree più vicine e di più facile approccio, ma anche paesi molto distanti non solo sotto il profilo geografico. A livello settoriale tra il 2000 e il 2012 si rafforza il peso della meccanica sulle esportazioni regionali, si riduce di poco, quello della chimica, secondo comparto d esportazione, mentre cresce in maniera consistente il peso della metallurgia, che nel 2012 è il terzo settore d esportazione. Le esportazioni regionali evidenziano una certa corrispondenza con la crescita della domanda mondiale: in comparti in cui questa è più intensa, come la 2

4 chimica, l alimentare o la metallurgia, anche l export della Lombardia si sviluppa ad un ritmo relativamente vivace, mentre l opposto accade per settori caratterizzati da una domanda modesta (cfr. il tessile e l abbigliamento). Tale corrispondenza, tuttavia non coinvolge tutti i comparti: ad esempio nella farmaceutica e nella gomma-plastica un buon andamento della domanda non si accompagna ad uno sviluppo altrettanto vivace delle esportazioni regionali. Nel contesto generale di perdita di quote di mercato, un quadro più eterogeneo emerge dall analisi condotta tra il 2009 e il 2011 in riferimento ai principali comparti e paesi di sbocco dell export. Nella chimica e nei prodotti in metallo, ad esempio, aumenta la quota di mercato nei confronti di alcuni fra i principali paesi di destinazione sia avanzati che emergenti. Tra le province maggiormente esportatrici Varese mostra tra il 2000 e il 2012 un andamento delle esportazioni sostanzialmente in linea con la media regionale, mentre vedono crescere il proprio peso sull export lombardo Bergamo e soprattutto Brescia. Una dinamica più deludente coinvolge, invece, il capoluogo di regione, che, pur continuando a pesare in maniera determinante sull export regionale, vede ridursi la propria incidenza; tra le altre province nel periodo anche a Como, Sondrio e Lecco le esportazioni crescono meno di quanto facciano in Lombardia. Nel complesso il quadro che emerge dall analisi delle esportazioni segnala nella perdita delle quote di mercato una certa difficoltà della regione nel corroborare la propria competitività internazionale, ma tale difficoltà coinvolge anche l Italia e altri paesi avanzati. D altro canto l analisi condotta a livello di mercati e settori consente di mettere in evidenza anche la capacità della regione di orientare l export nella direzione giusta, ossia di ottenere una maggiore penetrazione delle proprie merci, in particolare nei settori di punta del tessuto produttivo, in mercati caratterizzati da una domanda effettiva e potenziale più vivace. 2 L evoluzione dell export regionale e del commercio mondiale Con un incidenza del 28% sul totale nazionale, la Lombardia nel 2012 come nel 2000 si conferma alla guida della graduatoria delle regioni italiane in termini di export. L evoluzione delle esportazioni lombarde negli ultimi 12 anni ha evidenziato in media una crescita del 3,3%, sostanzialmente in linea con il dato nazionale, pari al 3,4%. Le discrepanze relativamente più ampie con l Italia si notano a partire dalla Grande Recessione (cfr. Tab.1): 3

5 tra il 2007 e il 2009 le esportazioni regionali subiscono un calo per qualche decimo di punto percentuale più contenuto di quello nazionale, mentre successivamente, tra il 2009 e il 2012, è l Italia a mostrare una crescita media annua poco più vivace (10,1% rispetto la 9,5% della Lombardia). La dinamica provinciale tra il 2000 e il 2012 è più favorevole a Bergamo, Brescia, Pavia, Cremona, Mantova e Lodi che vedono crescere la loro quota sull export italiano. Tuttavia tali province, tolte le prime due, che pesano ciascuna per il 3,4% sul totale nazionale, e Mantova (1,4%), continuano ad evidenziare un incidenza relativamente modesta sull export italiano. Nelle altre province l indicatore, sempre tra il 2000 e il 2012, rimane stabile a Varese (2,5%), mentre si riduce altrove. In particolare Milano 1, che nel 2000 rappresentava il 13,6% delle esportazioni nazionali, nel 2012 si ferma al 9,9%: la performance del capoluogo di regione è più deludente soprattutto nel triennio più recente quando l export milanese aumenta dell 1,5%, 8 punti percentuali in meno della media regionale (cfr. Tab. 1). Se Italia e Lombardia sono accomunate da un profilo di crescita delle esportazioni molto simile, alcune differenze si notano invece, con quello della domanda mondiale (cfr. Fig. 1). L export lombardo (e italiano) si mantiene più vivace dell andamento della domanda mondiale nei primi anni dello scorso decennio, ma già nel 2005 perde tale primato. Pertanto il differenziale di crescita diventa ben presto negativo e tale rimane per tutto il periodo in esame, facendosi via via più ampio (cfr. Fig. 2). Tra il 2000 e il 2007, infatti, l indicatore è pari a -0,7 punti percentuali, mentre durante la Grande Recessione la contrazione delle esportazioni regionali è più marcata del ridimensionamento della domanda mondiale per circa 4 punti percentuali; negli anni seguenti, inoltre, il rimbalzo positivo del commercio internazionale coinvolge in maniera meno intensa l export lombardo che tra il 2009 e il 2012 aumenta del 9,5% a fronte del 16,9% della domanda mondiale. 1 Come viene spiegato anche più avanti, per rendere omogenei i dati delle esportazioni sul periodo , la provincia di Milano incorpora anche quella di Monza e Brianza, per la quale è disponibile solo il triennio

6 Tab. 1 Le esportazioni della Lombardia e dell Italia (quote % e var. % medie Tab. 1 Le esportazioni della Lombardia e dell Italia (quote % e var. % medie annue) Quote % Var. % Milano 13,6 9,9 3,1-8,6 1,5 0,7 Bergamo 3,3 3,4 6,2-12,1 9,8 3,8 Brescia 2,9 3,4 9,1-15,6 11,0 5,0 Varese 2,5 2,5 4,9-8,4 8,7 3,5 Mantova 1,3 1,4 6,0-12,3 10,8 3,8 Como 1,8 1,3 1,6-12,3 9,0 0,9 Pavia 0,9 1,0 4,9-1,4 8,8 4,8 Cremona 0,6 0,9 11,1-11,3 12,2 7,2 Lecco 1,0 0,9 5,1-12,8 8,5 2,7 Lodi 0,2 0,6 11,7-4,2 24,4 11,9 Sondrio 0,2 0,1 5,1-7,7 4,6 2,7 Lombardia 28,2 27,7 4,8-10,2 9,5 3,3 Italia 100,0 100,0 4,9-10,6 10,1 3,4 Fonte: Istat Fig. 1 L andamento della domanda mondiale, delle esportazioni della Lombardia e dell Italia (numeri indice 2000=100) Domanda mondiale Lombardia Italia Fonte: Chelem, Istat e WTO 5

7 Fig. 2 Le esportazioni della Lombardia e la domanda mondiale (var. % medie annue e differenziali di crescita) Lombardia Domanda mondiale Diff. di crescita Fonte: Chelem, Istat e WTO 3 L export per aree geografiche Sebbene l incidenza delle economie avanzate tra le aree di destinazione dell export lombardo rimanga preponderante tanto nel 2000 quanto nel 2012, si evidenziano alcuni cambiamenti interessanti. In primo luogo il peso dell Unione Europea, pur restando molto elevato, va progressivamente riducendosi, passando dal 60,6% del 2000 al 52,5% del L incidenza delle altre economie avanzate subisce un ridimensionamento tra il 2000 e il 2007, ma poi recupera, portandosi nel 2012 sul 21,9%, 1 solo punto percentuale in meno di quanto registrato ad inizio periodo. Tra il 2000 e il 2012, invece, cresce il ruolo di tutte le aree emergenti. Le esportazioni dirette nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), di cui fa parte la Russia, rappresentano l 1,3% del totale regionale nel 2000, mentre salgono al 3,8% del 2012; l incidenza di Medio Oriente e Nord Africa (NAMOR), invece, cresce di 3 punti percentuali, attestandosi sul 10,1% nel 2012, quello degli emergenti asiatici passa dal 3,2% del 2000 al 5,5% 12 anni dopo. Il confronto tra la dinamica dell export e la domanda proveniente dalle aree emergenti e mature prese in esame mostra differenziali di crescita nel complesso negativi (cfr. Tab. 2), ma dall analisi per sotto periodi emerge un quadro più eterogeneo. Tra il 2000 e il 2007, infatti, le 6

8 esportazioni lombarde crescono ovunque, ad eccezione di quelle dirette in America Latina; la crescita è più ampia di quella della domanda nell area CSI e nei Paesi balcanici, e in generale, tolti i -4,8 punti percentuali registrati nei confronti degli emergenti africani, i differenziali di crescita, pur negativi, sono di entità modesta. Tra il 2007 e il 2009, in un quadro di generale contrazione degli scambi, le esportazioni della Lombardia mostrano una dinamica migliore di quella della domanda nelle economie avanzate diverse dall Unione Europea, nella CSI, nei paesi balcanici e in America Latina, mentre presenta un differenziale negativo nei confronti di quelle aree che, meno penalizzate dal biennio di crisi, continuano a presentare una crescita della domanda. Nel biennio successivo alla Grande Recessione la ripresa delle esportazioni lombarde è più lenta di quella della domanda: divari di crescita relativamente più modesti si registrano nei confronti delle economie avanzate, soprattutto europee, e dell America Latina, mentre è particolarmente ampio il gap nei confronti delle aree caratterizzate da una maggiore dinamicità (Asia e CSI). Molte delle tendenze evidenziate a livello di macroarea si ritrovano anche dall analisi per paese di destinazione: i paesi avanzati mostrano una diminuzione della propria incidenza a favore delle economie di più recente industrializzazione. Tra il 2000 e il 2012, ad esempio, Germania e Francia, pur persistendo in cima alla graduatoria dei principali mercati di sbocco, vedono ridursi la propria incidenza sull export regionale, passando, rispettivamente, dal 14,5% al 13,5% e dal 12,8% all 11% e un percorso analogo seguono anche Stati Uniti, Spagna e Regno Unito. In controtendenza rispetto al complesso delle economie avanzate, cresce il peso della Svizzera che nel 2012, con un incidenza del 7,6%, rappresenta il terzo mercato di destinazione delle esportazioni lombarde. Tra le economie emergenti aumenta soprattutto il peso di Cina e Russia, aree verso le quali le esportazioni lombarde tra il 2000 e il 2012 aumentano, rispettivamente, dell 11,5% e del 12,8%, quando l export regionale complessivo sale del 3,3%. Cresce anche il peso dei paesi dell Est Europa (Polonia, Romania e Repubblica Ceca), della Turchia e, seppure in maniera più limitata, quello del Brasile. Dalla Fig. 4, che mette a confronto nel periodo l andamento delle esportazioni regionali verso i principali paesi di sbocco e quello delle importazioni di questi ultimi, si nota l orientamento della regione a cogliere la maggiore dinamicità della domanda: laddove questa aumenta di più (Cina e Russia, ad esempio), le esportazioni regionali registrano la crescita più intensa. Se la direzione è giusta, non appare tuttavia d intensità sufficiente a far guadagnare alla regione quote di mercato; a tal proposito si registra 7

9 ovunque un ridimensionamento, ad eccezione di Svizzera ed Austria. Anche l analisi per sotto periodi conferma una perdita di quote nel complesso dei principali mercati di destinazione, sebbene questa non coinvolga sempre tutti i paesi. Ad esempio la Lombardia guadagna quote di mercato in Svizzera, Cina, Russia e Austria tra il 2000 e il 2007, in Belgio, Paesi Bassi, Brasile e Giappone nel biennio seguente (cfr. Fig. 5). Tra il 2009 e il 2011 si nota un recupero di quote di mercato in Germania, Svizzera, Austria, Romania e, più lieve, nella Repubblica Ceca; per contro, particolarmente ampi sono i divari tra le esportazioni regionali e la domanda proveniente da Cina e Russia (Cfr. Fig. 6). Tab. 2 Le esportazioni regionali per macroarea di destinazione (quote %, var. % medie annue, differenziali di crescita con la domanda mondiale in punti percentuali) Quote % Var. % Diff Economie avanzate Unione Europea (UE27) 60,6 59,9 52,5 2,0-2,3 Altre economie avanzate 22,9 17,9 21,9 2,9-1,4 Economie emergenti e in via di sviluppo Medio Oriente e Nord Africa (NAMOR) 7,1 9,5 10,1 6,3-4,5 Asia 3,2 4,4 5,5 8,0-4,1 Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) 1,3 3,6 3,8 12,9-1,1 America Latina 2,9 2,0 3,1 3,8-4,9 Africa 1,2 1,3 1,4 4,6-7,7 Paesi balcanici 0,7 1,2 1,0 6,0-1,2 TOTALE 100,0 100,0 100,0 3,3-2,7 8

10 Fig. 3 Le esportazioni della Lombardia, la domanda internazionale per area tra il 2000 e il 2011 (var. % medie annue e differenziali di crescita) UE -1,4-0,5 Altre economie avanzate CSI 2,3 0,5 Paesi balcanici -6,6 America Latina -2,4-4,8-1,5 NAMOR Africa Asia Avanzati Emergenti e in via di sviluppo UE -5,3 Altre economie avanzate 0,9 1,0 CSI Paesi balcanici 2,3 2,5 America Latina -4,2-4,6-0,5 NAMOR Africa Asia Avanzati Emergenti e in via di sviluppo UE -2,0-7,9 Altre economie avanzate CSI -15,7-10,7 Paesi balcanici -7,3 America Latina -12,4-21,2-18,5 NAMOR Africa Asia Avanzati Emergenti e in via di sviluppo 9

11 Tab. 3 Le esportazioni della Lombardia nei principali mercati di destinazione (quote % sul totale dell export regionale, differenze tra le quote %, var.% medie annue) Quote % Diff. quote % Var % Germania 14,5 14,3 13,5-1,0 2,6 Francia 12,8 12,0 11,0-1,8 2,0 Svizzera 4,7 4,8 7,6 2,9 7,5 Stati Uniti 9,0 6,0 6,0-2,9-0,1 Spagna 6,4 6,9 4,8-1,6 0,8 Regno Unito 6,5 5,1 4,1-2,4-0,6 Cina 1,1 2,3 2,7 1,6 11,5 Russia 0,9 2,7 2,6 1,7 12,8 Paesi Bassi 2,6 2,4 2,5 0,0 3,2 Turchia 1,9 2,1 2,4 0,6 5,5 Polonia 1,4 2,3 2,3 0,9 7,6 Austria 1,9 2,2 2,1 0,3 4,4 Belgio 3,1 2,4 2,0-1,1-0,4 Brasile 1,1 0,8 1,4 0,3 5,1 Giappone 1,9 1,2 1,4-0,4 1,2 Romania 0,9 1,5 1,3 0,5 7,1 Repubblica Ceca 0,8 1,3 1,2 0,5 7,7 Totale paesi 71,3 70,2 69,2-2,1 3,0 Esportazioni complessive 100,0 100,0 100,0 3,3 Fonte: Istat Tab. 4 - Le esportazioni della Lombardia dirette nei mercati di destinazione più significativi (quote sulla domanda proveniente da tali paesi) Svizzera 35,8 38,8 36,1 48,0 Romania 43,2 31,4 25,1 26,5 Francia 27,3 26,4 23,6 22,5 Spagna 27,7 24,2 20,6 19,3 Austria 18,0 18,8 16,6 17,5 Germania 20,8 19,6 16,3 16,6 Turchia 24,1 18,9 15,9 16,0 Polonia 20,3 18,4 17,2 15,2 Russia 13,5 15,4 14,9 12,1 Repubblica Ceca 15,4 14,8 11,6 12,0 Regno Unito 13,4 11,8 10,0 9,6 Brasile 13,2 9,3 10,0 8,9 Paesi Bassi 8,7 8,0 8,3 7,9 Belgio 12,2 8,4 8,8 6,9 Stati Uniti 5,1 4,4 4,4 4,3 Giappone 3,6 2,9 2,9 2,7 Cina 3,8 4,0 3,8 2,6 Totale paesi 14,1 13,3 12,0 11,3 Esportazioni complessive 10,8 10,3 9,5 8,4 10

12 Domanda Fig. 4 Le esportazioni della Lombardia dirette nei mercati più significativi e la domanda proveniente da tali paesi (var. % medie annue ) 16,5 Cina Russia 13,5 Romania 10,5 Turchia Brasile Polonia Repubblica Ceca 7,5 4,5 Belgio Giappone Regno Unito Germania Paesi Bassi SpagnaFrancia Austria Svizzera 1,5-1,5-1,5 0,0 1,5 3,0 4,5 6,0 7,5 9,0 10,5 12,0 13,5 15,0 16,5 Esportazioni della Lombardia Fig. 5 Le esportazioni della Lombardia nei mercati più significativi (differenziali di crescita con la domanda proveniente da tali paesi) Brasile Belgio Paesi Bassi Giappone Stati Uniti Russia Cina Polonia Svizzera Francia Austria Spagna Regno Unito Turchia Germania Romania Repubblica Ceca Totale paesi

13 Fig. 6 Le esportazioni della Lombardia nei mercati più significativi e la domanda proveniente da tali mercati tra il 2009 e il 2011 (var.%) Brasile Russia Cina Turchia Giappone Repubblica Ceca Stati Uniti Romania Polonia Svizzera Germania Paesi Bassi Regno Unito Francia Belgio Spagna Austria Totale paesi Domanda Esportazioni della Lombardia 4 L export per settori 2 Come già osservato per i principali mercati di sbocco, anche i primi due settori di esportazione della Lombardia sono i medesimi tanto nel 2000 quanto nel 2012: si rafforza il ruolo della meccanica, la cui incidenza sull export regionale passa dal 19,6% del 2000 al 21,7% del 2012, mentre perde qualche decimo di punto la chimica che comunque nel 2012 mostra un incidenza del 9% (cfr. Tab. 5). Nel 2012 il terzo settore d esportazione è la metallurgia (8,9%) che vede aumentare in maniera consistente il proprio peso, pari al 5,6% nel 2000; anche i prodotti in metallo (7,1% nel 2012) vedono crescere la propria quota di circa 1 punto percentuale, mentre l alimentare passa dal 2,6% del 2000 al 4% del Tra gli altri settori rilevanti rimane sostanzialmente inalterato il peso rivestito dalla farmaceutica e dalla gomma e plastica (4,6% e 4,4% nel 2012), mentre si riduce quello degli autoveicoli. Le diminuzioni più ampie coinvolgono il comparto dell elettronica, che nel 2000 rappresenta l 8,7% delle 2 L elenco completo dei codici e delle descrizioni dei settori si trova nella nota metodologica. 12

14 esportazioni regionali complessive e nel 2012 si attesta sul 5,2% e il tessile che passa dal 6,4% al 3,6%. Dal confronto con l andamento della domanda mondiale per settore (cfr. Fig. 7) tra il 2000 e il 2011 si nota che la Lombardia guadagna quote di mercato nella metallurgia, negli articoli in pelle, negli altri mezzi di trasporto e nella carta. Inoltre in alcuni comparti caratterizzati da una domanda più vivace di quella complessiva, come la chimica, l alimentare e la metallurgia, anche le esportazioni regionali crescono ad un ritmo più intenso; al contrario l export di farmaceutica o di gomma-plastica, caratterizzate da un buon andamento della domanda, cresce meno di quanto faccia quello regionale complessivo. Una certa corrispondenza tra esportazioni e domanda si riscontra in settori come il tessile, l abbigliamento o gli autoveicoli, accomunati da una dinamica relativamente deludente delle importazioni mondiali e nei quali le esportazioni lombarde crescono poco o, come nel caso del tessile, si riducono. Sono solo 3 (estrattivo, bevande e tabacco e altri mezzi di trasporto) i comparti nei quali l export lombardo mostra un differenziale di crescita positivo rispetto alla domanda sia tra il 2000 e il 2007 che nel biennio seguente e di questi, solo il settore degli altri mezzi di trasporto riveste una certa rilevanza sulle esportazioni regionali. Oltre ai comparti già citati, nel biennio di crisi solo quello dei macchinari mostra un differenziale di crescita positivo con la domanda, mentre gap ampiamente negativi coinvolgono il tessile, l abbigliamento, la chimica, la farmaceutica, la gomma-plastica, i prodotti in metallo e l elettronica. Tra il 2000 e il 2007 mostrano un differenziale positivo i mezzi di trasporto, alcuni comparti della moda, i prodotti in metallo e la metallurgia, l alimentare, gli apparecchi elettrici e per uso domestico non elettrici. Nel biennio , invece, si registra un differenziale di crescita negativo in tutti i settori, ad eccezione degli articoli in pelle e dell elettronica (cfr. Fig. 9). 13

15 Tab Le esportazioni della Lombardia per settore (quote % sul totale dell export regionale, differenze tra le quote %, var.% medie annue)) Diff. quote % Var % Macchinari 19,6 20,8 21,7 2,1 3,6 Chimica 9,4 9,3 9,0-0,3 3,8 Metallurgia 5,6 10,3 8,9 3,3 9,7 App. elettriche e per uso domestico non elettriche 7,4 7,4 7,5 0,1 1,5 Prodotti in metallo 6,1 7,5 7,1 1,0 4,1 Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione 8,7 5,3 5,2-3,6-0,5 Farmaceutica 4,7 3,6 4,6 0,0 1,9 Abbigliamento 5,2 4,4 4,5-0,7 1,7 Gomma-plastica 4,6 4,5 4,4-0,2 2,8 Alimentare 2,6 3,1 4,0 1,4 6,2 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 5,0 5,2 3,7-1,3 2,1 Tessile 6,4 4,2 3,6-2,8-2,3 Altri mezzi di trasporto 1,9 2,4 3,0 1,1 6,0 Mobili 2,6 2,2 2,2-0,4 0,9 Altre industrie manifatturiere 2,4 2,1 2,1-0,3 2,3 Articoli in pelle e simili 1,6 1,6 1,8 0,2 6,5 Altro 1,2 1,3 1,5 0,3 9,6 Carta 1,4 1,3 1,4 0,0 2,7 Lav. minerali non metalliferi 1,6 1,3 1,2-0,4-0,2 Bevande e tabacco 0,5 0,5 0,7 0,1 5,4 Attività estrattive 0,1 0,3 0,5 0,4 6,4 Coke e raffinazione del petrolio 0,3 0,7 0,5 0,2 8,6 Agricoltura, allevamento, caccia, pesca 0,4 0,3 0,4 0,0 1,9 Legno, sughero, materiali da intreccio 0,5 0,5 0,4-0,1 1,1 Stampa e supporti registrati 0,1 0,0 0,0-0,1-8,7 Totale 100,0 100,0 100,0 3,3 Fonte: Istat 14

16 Tab Le esportazioni della Lombardia per settore (quote sulla domanda mondiale) Prodotti in metallo 32,5 35,1 30,1 28,3 Macchinari 26,4 25,7 26,0 21,6 Mobili 29,1 24,6 23,7 21,2 Tessile 34,1 29,7 23,8 20,2 Gomma-plastica 22,3 19,6 17,3 15,1 Articoli in pelle e simili 13,8 15,1 14,3 15,0 Abbigliamento 16,7 17,0 15,3 14,4 Metallurgia 12,0 14,4 13,9 13,0 Chimica 14,4 12,5 11,1 10,2 Farmaceutica 24,9 12,2 10,9 9,8 Bevande e tabacco 9,5 9,6 9,6 9,5 Lav. minerali non metalliferi 14,7 11,9 10,3 9,2 Altre industrie manifatturiere 13,9 12,3 10,6 9,0 Carta 8,1 9,6 9,4 8,6 Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione 10,8 8,3 7,3 8,1 Altri mezzi di trasporto 6,6 8,9 10,2 7,8 Alimentare 6,8 7,7 7,5 6,3 Legno, sughero, materiali da intreccio 5,3 5,9 5,5 5,1 App. elettriche e per uso domestico non elettriche 5,9 6,9 6,5 4,9 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 5,8 6,0 5,0 4,6 Altro 2,6 3,1 3,0 4,3 Agricoltura, allevamento, caccia, pesca 1,5 1,3 1,2 0,9 Coke e raffinazione del petrolio 1,1 1,5 1,1 0,8 Stampa e supporti registrati 1,3 0,7 0,8 0,6 Attività estrattive 0,1 0,2 0,4 0,1 Totale 10,8 10,3 9,5 8,1 15

17 Domanda mondiale Fig. 7 Le esportazioni della Lombardia e la domanda mondiale per settore (var. % medie annue ) 13,0 Coke e raffinazione del petrolio 11,0 Farmaceutica Att. estrattive 9,0 Metallurgia 7,0 5,0 3,0 1,0 Agricoltura, allevamento, caccia, pesca Altre industrie manifatturiere Gomma-plastica Chimica Prodotti in metallo Macchinari Alimentare Articoli in pelle Bevande e tabacco Lav. minerali non met. App. elettriche e per uso Autoveicoli domestico non elettriche Mobili Altri mezzi di trasporto Tessile Abbigliamento Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione Carta Legno, sughero, mat. da intreccio Var % esportazioni complessive Var % domanda mondiale complessiva -1,0-3,0-1,0 1,0 3,0 5,0 7,0 9,0 11,0 13,0 Esportazioni della Lombardia Fig. 8 Le esportazioni della Lombardia per settore (differenziali di crescita con la domanda mondiale) Att. estrattive Altri mezzi di trasporto Macchinari Bevande e tabacco Carta Alimentare Metallurgia Mobili Articoli in pelle App. elettriche e per uso domestico non elettriche Legno, sughero, mat. da intreccio Agricoltura, allevamento, caccia, pesca Abbigliamento Chimica Gomma-plastica Farmaceutica Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione Lav. minerali non met. Altre industrie manifatturiere Prodotti in metallo Autoveicoli Tessile Coke e raffinazione del petrolio Totale -15,0-10,0-5,0 0,0 5,0 10,0 29,

18 Fig. 9 Le esportazioni della Lombardia per settore e la domanda mondiale per settore tra il 2009 e il 2011(var. %) Coke e raffinazione del petrolio Metallurgia Att. estrattive Autoveicoli Gomma-plastica Chimica App. elettriche e per uso domestico non elettriche Articoli in pelle Altre industrie manifatturiere Tessile Macchinari Agricoltura, allevamento, caccia, pesca Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione Alimentare Prodotti in metallo Legno, sughero, mat. da intreccio Lav. minerali non met. Carta Abbigliamento Mobili Altri mezzi di trasporto Bevande e tabacco Farmaceutica Totale -23,1-3,0 2,0 7,0 12,0 17,0 22,0 27,0 32,0 37,0 Domanda mondiale Esportazioni della Lombardia 4.1 La specializzazione 3 settoriale Tra il 2000 e il 2011 la Lombardia mostra un rafforzamento della specializzazione in comparti che già rivestono un ruolo rilevante per la struttura delle esportazioni. Si registra un incremento, infatti, nella metallurgia, nella meccanica, nei prodotti in metallo, negli apparecchi elettrici; la specializzazione cresce anche nei mezzi di trasporto, nell alimentare, nell abbigliamento, negli articoli in pelle. L aumento rilevato nell alimentare e nella metallurgia è di particolare interesse in quanto i settori sono caratterizzati da una domanda internazionale più vivace di quella complessiva; per contro in altri settori ugualmente interessati da una buona dinamica della domanda (farmaceutica, nella chimica e nella gommaplastica), la specializzazione delle esportazioni lombarde diminuisce. Nel 2011 l indice di specializzazione presenta i valori più elevati nei prodotti in metallo, nei macchinari, nei mobili e nel tessile, sebbene, in quest ultimo settore, si registri una riduzione della specializzazione rispetto al valore presentato nel 2000 (cfr. Fig. 10). All estremo opposto i valori più modesti 3 Per la definizione dell indice di specializzazione si consulti la nota metodologica. 17

19 Var % domanda mondiale dell indice si concentrano negli autoveicoli e negli apparecchi elettrici, oltre che nell estrattivo, nell agricoltura e nella raffinazione del petrolio. Fig. 10a L indice di specializzazione settoriale dell export regionale (differenza tra i valori dell indice 2011 e 2000 e var. % medie annue della domanda mondiale) 14 Var % domanda mondiale complessiva Coke e raffinazione del petrolio La dimensione delle bolle è proporzionale alla quota del settore sull'export regionale 12 Att. estrattive 10 Farmaceutica Metallurgia Tessile Gomma-plastica Altre industrie manifatturiere Lav. minerali non met. Chimica Mobili Agricoltura App. elettriche Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione Alimentare Macchinari Autoveicoli Abbigliamento Bevande e tabacco Carta Prodotti in metallo Articoli in pelle Altri mezzi di trasporto Legno, sughero, mat. da intreccio Differenza specializzazione 18

20 Fig. 10b L indice di specializzazione settoriale dell export regionale nel 2011 Prodotti in metallo Macchinari Mobili Tessile Gomma-plastica Articoli in pelle Abbigliamento Metallurgia Chimica Farmaceutica Bevande e tabacco Lav. minerali non met. Altre industrie manifatturiere Carta Elettronica, elettromedicale, strum. di precisione Altri mezzi di trasporto Alimentare Legno, sughero, mat. da intreccio App. elettriche e per uso domestico non elettriche Autoveicoli Agricoltura, allevamento, caccia, pesca Coke e raffinazione del petrolio Att. estrattive L export per aree geografiche e settori Tra il 2009 e il 2012 l export lombardo nella meccanica rivolto ai principali mercati di sbocco mostra una particolare dinamicità in riferimento a Turchia, Brasile, Romania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Germania. Nonostante un sostanziale recupero rispetto ai cali subiti nel biennio precedente, tra il 2009 e il 2011 un differenziale di crescita positivo con la domanda si registra solo nei confronti di Turchia e Romania; fatta eccezione per Giappone, Stati Uniti e Cina, nei confronti dei quali il differenziale di crescita è più ampio, il gap è contenuto entro gli 8 punti percentuali ed è estremamente ridotto nei confronti di Germania e Regno Unito (cfr. Fig. 11). Nella metallurgia le esportazioni lombarde tra il 2009 e il 2012 crescono maggiormente verso alcune economie avanzate (Svizzera, Stati Uniti, Giappone e Germania) e verso la Turchia; in riferimento alla domanda proveniente da tale paese e dalla Svizzera il differenziale di crescita delle esportazioni è positivo, mentre assume valori negativi negli altri mercati. A tal proposito il divario è particolarmente ampio (oltre 40 punti 19

21 percentuali) nei confronti di Cina e Giappone, molto modesto in riferimento a Francia, Germania, Brasile, Austria e Repubblica Ceca. Tolti la Germania e i Paesi Bassi, le esportazioni lombarde nella chimica mostrano una maggiore dinamicità nei mercati emergenti, in particolare in Turchia, Brasile, Romania, Repubblica Ceca e Cina. Rispetto a quanto evidenziato per la meccanica e la metallurgia, nella chimica tra il 2009 e il 2011 la Lombardia acquista quote di mercato in un maggior numero di paesi e più precisamente in Romania, Spagna, Austria, Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, mentre il differenziale negativo più ampio si registra nei confronti del Giappone (cfr. Fig 13). Anche nei prodotti in metallo le esportazioni regionali rivolte ad alcuni paesi di recente industrializzazione (Brasile, Romania, Repubblica Ceca e Turchia) mostrano uno sviluppo più intenso, ma aumentano ad un ritmo vivace anche quelle dirette negli Stati Uniti e in Germania (cfr. Tab. 7). Nel il settore è caratterizzato da un aumento di quote di mercato in Romania, Germania, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e soprattutto in Brasile. Al contrario differenziali di crescita più ampiamente negativi si registrano nei confronti della domanda proveniente da Giappone, Cina e Russia (cfr. Fig. 14). 20

22 Tab Le esportazioni della Lombardia per settore e paese di destinazione (quote % sulle esportazioni complessive della regione nel 2012 e var. % medie annue ) Macchinari Metallurgia Chimica Prodotti in metallo Quote % Var % Quote % Var % Quote % Var % Quote % Var % Germania 2,3 12,3 2,2 22,6 1,4 15,2 1,4 11,8 Francia 1,5 3,1 1,0 11,3 1,0 10,9 1,0 7,0 Svizzera 0,5 6,4 2,2 45,6 0,3 4,4 0,3 4,8 Stati Uniti 1,5 10,7 0,5 35,4 0,5 10,7 0,5 18,7 Spagna 0,7-1,2 0,4 8,9 0,7 10,7 0,3 0,3 Regno Unito 0,7 10,2 0,4 15,9 0,4 12,1 0,3 8,0 Cina 1,2 4,6 0,1-20,3 0,2 22,2 0,1-5,8 Russia 0,4 10,6 0,2 8,0 0,2 8,0 0,1 3,9 Paesi Bassi 0,8 14,4 0,1 19,5 0,3 20,6 0,2 5,1 Polonia 0,5 6,0 0,3 18,9 0,3 13,0 0,2 2,3 Turchia 0,7 26,1 0,2 26,9 0,5 19,5 0,1 19,9 Austria 0,3 7,1 0,4 16,7 0,2 13,0 0,2 9,0 Belgio 0,3 2,9 0,2 8,8 0,3 8,8 0,1-3,5 Brasile 0,6 19,5 0,1 19,5 0,2 32,3 0,1 18,1 Romania 0,2 15,5 0,2 19,4 0,2 17,6 0,1 14,0 Rep. Ceca 0,3 13,7 0,2 16,8 0,2 14,0 0,1 13,9 Giappone 0,1 7,9 0,0 33,9 0,1 7,6 0,0-14,5 Totale paesi 12,6 9,0 8,7 22,2 7,0 13,2 5,1 8,3 Fonte: Istat Tab L andamento della domanda mondiale per settore e paese (var. % medie annue ) Macchinari Metallurgia Chimica Prodotti in metallo Germania 18,7 39,0 18,1 17,3 Francia 13,1 27,6 16,5 13,9 Svizzera 12,4 34,1 10,7 13,3 Stati Uniti 22,6 37,9 19,0 14,8 Spagna 6,3 27,0 14,1 4,7 Regno Unito 12,8 20,0 11,8 12,1 Cina 34,1 24,5 26,9 23,0 Russia 15,6 25,8 15,1 13,7 Paesi Bassi 31,9 48,0 27,9 29,9 Polonia 15,4 35,4 23,0 16,9 Turchia 30,1 36,1 29,2 26,3 Austria 10,6 34,8 14,2 13,8 Belgio 14,0 31,0 16,7 8,1 Brasile 32,3 38,1 31,6 42,7 Romania 20,0 38,8 20,0 14,1 Rep. Ceca 21,9 34,5 23,0 21,3 Giappone 23,0 46,0 28,0 16,2 Totale paesi 21,4 32,0 20,4 16,1 Fonte: Chelem 21

23 Diff. di crescita Diff. di crescita Fig. 11 I macchinari: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco (quote sulle importazioni complessive del paese nel 2011 e differenziali di crescita con le importazioni del paese nel settore) 15,0 10,0 5,0 Romania Turchia 0,0 Regno Unito Paesi Bassi Austria Germania Polonia -5,0 Belgio Spagna Svizzera Repubblica Ceca Francia Brasile Russia -10,0-15,0 Stati Uniti -20,0 Giappone Cina -25,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 Quote Fig. 12 La metallurgia: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco (quote sulle importazioni complessive del paese al 2011 e differenziali di crescita con le importazioni del paese nel settore) 20,0 Svizzera 10,0 Turchia 0,0-10,0-20,0 Brasile Francia Germania Rep. Ceca Austria Regno Unito Polonia Paesi Bassi Spagna Russia Romania Belgio Stati Uniti -30,0-40,0 Cina Giappone -50,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 Quote 22

24 Diff. di crescita Diff. di crescita Fig. 13 La chimica: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco (quote sulle importazioni complessive del paese al 2011 e differenziali di crescita con le importazioni del paese nel settore) 15,0 10,0 Austria Romania 5,0 0,0-5,0-10,0 Cina Stati Uniti Regno Unito Paesi Bassi Belgio Brasile Russia Germania Repubblica Ceca Francia Svizzera Polonia Spagna Turchia -15,0-20,0-25,0-30,0 Giappone -35,0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 Quote Fig. 14 I prodotti in metallo: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco (quote sulle importazioni complessive del paese al 2011 e differenziali di crescita con le importazioni del paese nel settore) 35,0 Brasile 25,0 15,0 Romania 5,0 Paesi Bassi Repubblica Ceca Germania Francia -5,0 Stati Uniti Regno Unito Belgio Turchia Spagna Austria Svizzera Polonia -15,0 Russia -25,0 Cina -35,0 Giappone -45,0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 Quote 23

25 6 La scomposizione della dinamica dell export 4 Scomponendo la variazione assoluta delle esportazioni regionali secondo la metodologia di analisi constant market share (CMSA), si nota il ruolo preponderante della dinamica del commercio mondiale nell influenzare l andamento delle esportazioni regionali. Tale componente, inoltre, esercita un impatto positivo tanto nel periodo precedente al biennio che in quello successivo, mentre l effetto è negativo durante la Grande Recessione nella quale sono negativi anche gli effetti delle altre componenti. La struttura settoriale condiziona negativamente l andamento dell export in tutti e tre i sotto periodi, ma l impatto è di modesta entità. Più ampio di quello riconducibile ai settori di esportazione, ma comunque relativamente contenuto, è anche l impatto connesso alla struttura dei mercati di destinazione, positivo tra il 2000 e il 2007, negativo negli anni seguenti (cfr. Tab. 9). Tab. 9. La scomposizione della dinamica dell export (var. in milioni di euro e numeri indice valore assoluto della variazione totale=100) Var. in milioni di euro Numeri indice Dinamica del commercio mondiale Struttura settoriale Mercati di destinazione Effetto residuo TOTALE Dinamica del commercio mondiale Struttura settoriale Mercati di destinazione Effetto residuo TOTALE Informazioni più dettagliate sulle caratteristiche dell analisi si trovano nella nota metodologica. 24

26 Fig. 15 La scomposizione della dinamica dell export nel periodo (variazioni in milioni di euro) Commercio mondiale Settori Paesi Residuo Totale 7 Il commercio intra-settoriale Rientrano nel commercio intra-settoriale gli scambi che avvengono all interno del medesimo settore di attività. A seguito dell intensificarsi del processo di integrazione dei mercati, il fenomeno è stato oggetto di sempre maggiore interesse. Sulla forte crescita del commercio internazionale, infatti, sembra aver avuto un peso particolarmente rilevante la componente intra-settoriale, caratterizzata da scambi tra paesi che, relativamente ad un medesimo settore, avvengono in entrambe le direzioni (two-way-trade) e non in una sola, import o export (one-way-trade). Tale considerazione, del resto, è coerente con la crescente partecipazione delle imprese a catene produttive sempre più internazionalizzate e tali da alimentare scambi bidirezionali all interno di uno stesso comparto. Infine, l intensificarsi del commercio intra-settoriale potrebbe essere il segnale dello scambio di beni di differente qualità all interno di una medesima branca. Come negli aggiornamenti degli scorsi anni il monitoraggio dell evoluzione del commercio intra-settoriale è stato realizzato mediante l indice di Grubel- Lloyd, che è compreso tra 0 e 1, ed è stato calcolato su un dettaglio 25

27 settoriale a 3 digit 5. Tale indice, la cui definizione formale è descritta nella nota metodologica, è basato sul grado di sovrapposizione tra esportazioni ed importazioni all interno del medesimo settore: tanto maggiore è la sovrapposizione tra i due flussi quanto più numerosi sono gli scambi bidirezionali. E importante notare che nel caso estremo del modello oneway-trade, cioè quando l indice di Grubel-Lloyd è uguale a zero, si può essere in presenza sia di sole esportazioni che di sole importazioni. La tendenza al valore nullo può quindi indicare una specializzazione del territorio nell esportazione di un determinato prodotto per il quale si stanno azzerando le importazioni (one-way-export), oppure una sua despecializzazione nel caso in cui siano le esportazioni ad annullarsi (one-wayimport). Nel caso della Lombardia, al livello di disaggregazione settoriale adottato, non si riscontrano settori con valori dell indice molto vicini allo zero. Il minimo registrato per i mobili è comunque pari a 0,29 e quindi ancora lontano dal modello one-way assoluto. La Fig. 16 mostra l andamento dell indice tra il 2000 e il 2012 per i principali settori d esportazione della regione. Sull asse delle ascisse è rappresentata la differenza assoluta tra esportazioni ed importazioni nel 2000, sulle ordinate il differenziale di crescita (cfr. Nota metodologica) tra le stesse nel periodo Per i settori vicini all asse delle ascisse la variazione dell indice è minima, in quanto l andamento di esportazioni ed importazioni è molto simile. Nel primo quadrante si trovano quei settori che si stanno orientando verso un commercio di tipo one-way-export, riducendo il grado di sovrapposizione sempre più a favore delle esportazioni. Tuttavia, la riduzione del grado di sovrapposizione coinvolge i settori con differente intensità; per quelli più prossimi all asse delle ascisse (articoli in materie plastiche, saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la lucidatura, profumi e cosmetici, ad esempio), l andamento di esportazioni ed importazioni è molto simile e ciò comporta uno spostamento lieve dell indice tra il 2000 e il 2012 (cfr. Tab. 10). Viceversa la riduzione è più ampia nel settore degli aeromobili e in tre comparti della meccanica (macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili, altre macchine per impieghi speciali, macchine di impiego 5 È importante sottolineare che il valore dell indice GL è strettamente connesso al livello di disaggregazione settoriale adottato. Nel caso di una disaggregazione eccessiva prodotti che dovrebbero appartenere ad un medesimo comparto finiscono in gruppi differenti; viceversa l utilizzo di categorie troppo aggregate rischia di includere nello stesso settore prodotti diversi. 26

28 generale); questi ultimi, in particolare, sono caratterizzati tra il 2000 e il 2012 non solo da esportazioni in crescita ma anche da una contestuale riduzione delle importazioni. Specularmente, nel terzo quadrante si trova l unico settore che si sta orientando verso un commercio one-way-import, passando da una situazione di forte sovrapposizione (Indice Grubel-Loyd pari a 0,95 nel 2000) all attuale prevalenza delle importazioni (Indice Grubel_Lloyd pari a 0,59), e cioè il settore dei medicinali e preparati farmaceutici. In questo caso il fenomeno è dovuto alla consistente crescita dell import, quasi triplicato nel periodo , contrapposto ad una meno intensa crescita dell export (+39%). Gli altri due quadranti, invece, sono caratterizzati da un aumento del grado di sovrapposizione tra export ed import e quindi vi si ritrovano comparti orientati verso un commercio di tipo two-way. Nel II quadrante si collocano quei comparti per i quali è stata la più intensa crescita delle esportazioni a rafforzare il modello two-way. Come nel primo quadrante, anche in questo caso l aumento del grado di sovrapposizione coinvolge i settori con differente intensità; per quelli più prossimi all asse delle ascisse (motori e generatori, computer e unità periferiche, prodotti chimici di base), l andamento di esportazioni ed importazioni è molto simile e ciò comporta uno spostamento lieve dell indice tra il 2000 e il 2012 (cfr. Tab. 10). Più interso il fenomeno per la siderurgia e i metalli di base preziosi e altri metalli che triplicano le esportazioni contro incrementi dell import tra il 50-60%, e gli autoveicoli per i quali si assiste oltre ad un incremento dell export (+16%) ad una contestuale consistente riduzione delle importazioni (-44%). Nel IV quadrante si ritrovano i comparti che incrementano il grado di sovrapposizione grazie ad una più intensa crescita delle importazioni. Tralasciando i settori vicino all asse delle ascisse, per i quali andamenti simili delle importazioni ed esportazioni portano a lievi variazioni dell indice (altri prodotti in metallo, tessuti e mobili), si segnala l abbigliamento che presenta incrementi dell import d intensità più che doppia rispetto alle esportazioni. Nel 2012 l indice evidenzia valori prossimi all unità nei metalli di base, nei motori, generatori e trasformatori elettrici e nell abbigliamento. Il primo dei tre settori citati è anche quello che, assieme ai prodotti della siderurgia, mostra il più ampio incremento dell indice (cfr. Tab. 10). 27

29 Fig. 16 Il grado di sovrapposizione tra import ed export nei principali settori d esportazione (differenza assoluta in milioni di euro tra esportazioni ed importazioni nel 2000 e diff. di crescita tra esportazioni ed importazioni tra il 2000 e il 2012) Fonte: Istat 28

30 Tab. 10 L indice di Grubel-Lloyd nei principali settori di esportazione (valore dell indice nel 2012 e 2000, differenza tra i valori, crescita media annua CMA e quote % del settore sulle esportazioni lombarde complessive nel 2012). Quadrante ATECO 2007 Settori Indice GL 2012 diff. Indice GL Indice GL 2000 CMA Export CMA Import Quote % 2012 Indice Grubel-Lloyd = 1 sovrapposizione completa import/export 1, Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 0,98 0,37 0,61 11,14 4,16 4, Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo 0,97 0,06 0,91 3,73 2,69 2,27 dell'elettricità Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 0,91 0,14 0,77 2,28 4,75 3, Saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la lucidatura, profumi e cosmetici 0,85-0,04 0,89 4,4 3,7 2, Strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione; orologi 0,82 0,20 0,62 5,1 1,5 1, Altri prodotti chimici 0,81 0,28 0,54 5,5 0,1 1, Prodotti della siderurgia 0,81 0,36 0,45 10,9 3,3 2, Altre macchine di impiego generale 0,73-0,24 0,97 2,6-1,5 5, Articoli in materie plastiche 0,70-0,01 0,71 2,5 2,3 3, Autoveicoli 0,70 0,29 0,41 1,2-4,7 1, Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 0,69-0,04 0,73 3,2 2,4 2, Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in 0,67 0,08 0,59 3,7 2,1 5,03 forme primarie Medicinali e preparati farmaceutici 0,59-0,36 0,95 2,8 9,5 2, Macchine di impiego generale 0,58-0,28 0,86 7,5 2,2 6, Tessuti 0,57 0,04 0,53-3,2-2,4 1, Computer e unità periferiche 0,53 0,06 0,47 0,0-1,2 1, Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi 0,52-0,36 0,88 8,0 1,0 1, Altri prodotti in metallo 0,45 0,01 0,44 5,5 5,8 4, Altre macchine per impieghi speciali 0,39-0,26 0,65 0,9-4,7 5, Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili 0,38-0,40 0,78 3,8-4,4 2, Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato) 0,37-0,11 0,49 8,3 5,3 3, Mobili 0,29 0,03 0,25 0,9 2,1 1,98 Indice Grubel-Lloyd = 0 solo esportazioni o importazioni 0,00 Totale commercio internazionale della regione 0,65 0,02 0,62 3,3 1,5 100,00 Fonte: Istat 8 L export per provincia 6 Tra il 2009 e il 2012 le esportazioni mostrano una crescita più intensa a Lodi (24%), ma l indicatore si mantiene comunque superiore alla media regionale (9,5%) a Cremona, Mantova, Brescia e Bergamo. Più deludente è, invece, la performance di Sondrio (4,6%), mentre l aumento delle esportazioni nelle altre province si attesta sul 9% (cfr. Fig. 17). Tra il 2000 e il 2012 vedono ridursi la propria incidenza sulle esportazioni regionali Sondrio, Lecco, Como e soprattutto Milano che, pur rivestendo sempre il 6 La provincia di Monza e Brianza, i cui dati sono disponibili solo per il biennio , è stata inclusa in quella di Milano, in modo da rendere omogeneo il confronto con gli anni precedenti. 29

31 Var % ruolo più rilevante, passa dal 48,3% del 2000 al 43,5% del Per contro Lodi e Cremona, caratterizzate da una dinamica migliore della media regionale, nel 2012 continuano a incidere poco (2,2% e 3,1%, rispettivamente) sulle esportazioni lombarde. Dopo il capoluogo di regione, nel 2000 come nel 2012, le province che pesano maggiormente sulle esportazioni lombarde sono Bergamo e Brescia (12,2% e 12,4%, rispettivamente, nel 2012). La perdita di quote di mercato dell export regionale tra il 2000 e il 2011 coinvolge tutte le province, ad eccezione di Cremona e Lodi. Nel 2011 tranne Milano (3,5 ), Bergamo (1 ) e Brescia (1,1 ), tutte le province lombarde pesano sulla domanda mondiale per meno dell 1 (cfr. Tab. 11). Fig. 17 Le esportazioni provinciali (quote % sulle esportazioni regionali nel 2012 e var. % medie annue ). 25 Lodi Cremona 10 Lecco Pavia Mantova Como Varese Brescia Bergamo Var % export lombardo Milano 5 Sondrio Quote % Fonte: Istat 30

32 Fig. 18 Le esportazioni provinciali (differenza tra le quote % sull export regionale del 2012 e del 2000 e var. % medie annue ) Lodi Cremona Brescia Pavia Mantova Var % export lombardo Bergamo Varese Sondrio Lecco Milano Como -5,0-4,0-3,0-2,0-1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 Fonte: Istat Var. % Diff. quote Tab. 11 Le esportazioni provinciali e la domanda mondiale (quote e differenza tra le quote 2011 e 2000) Differenza Milano 5,2 4,5 3,5-1,68 Brescia 1,1 1,4 1,1-0,04 Bergamo 1,2 1,3 1,0-0,27 Varese 1,0 0,9 0,7-0,23 Como 0,7 0,5 0,4-0,28 Mantova 0,5 0,5 0,4-0,09 Pavia 0,3 0,3 0,3-0,05 Cremona 0,2 0,3 0,3 0,04 Lecco 0,4 0,4 0,3-0,10 Lodi 0,1 0,1 0,2 0,08 Sondrio 0,1 0,1 0,0-0,02 Lombardia 10,8 10,3 8,1-2,65 Tab. 12 Le esportazioni di Milano e Monza e Brianza tra il 2010 e il 2012 (var. %, differenziale di crescita con la domanda mondiale, quote % sull export regionale, quote sulla domanda mondiale) Var. %2012 Var. %2011 Diff Milano 3,5 8,7-6,2 Monza e Brianza 6,9 11,4-3,5 Quote % 2012 Quote % 2011 Quote 2011 Milano 35,6 35,7 2,9 Monza e Brianza 8,0 7,7 0,6 31

33 Nota metodologica Disaggregazioni per paese e settore La disaggregazione geografica è specificata nel prospetto seguente: Economie avanzate Unione Europea Austria Repubblica Ceca Germania Danimarca Estonia Spagna Finlandia Francia Regno Unito Grecia Ungheria Irlanda Italia Lituania Lettonia Paesi Bassi Polonia Portogallo Svezia Slovenia Slovacchia Cipro Belgio Lussemburgo Bulgaria Romania Malta Altre economie avanzate Australia Canada Svizzera Hong Kong Israele Islanda Giappone Corea del Sud Messico Norvegia Nuova Zelanda Singapore Taiwan Stati Uniti Economie emergenti e in via di sviluppo CSI Belarus Kyrgyzstan Kazakhstan Russia Ucraina Caucaso Altri CSI Paesi balcanici Albania Bosnia e Erzegovina Serbia e Montenegro Croazia Macedonia America Latina Argentina Bolivia Brasile Cile Colombia Equador Peru Paraguay Uruguay Venezuela Altri paesi dell'america Latina Medio Oriente e Nord Africa Turchia Algeria Egitto Libia Marocco Tunisia Arabia Saudita Paesi del Golfo Medio Oriente non OPEC Africa Camerun Costa d'avorio Gabon Kenia Nigeria Unione Sudafricana Altri paesi africani in via di sviluppo Altri paesi africani Asia Bangladesh Brunei Darussalam Cina Indonesia India Cambogia e Laos Sri Lanka Malaysia Filippine Pakistan Thailandia Vietnam Altri paesi asiatici 32

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