Istituto nazionale per il Commercio Estero

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1 Istituto nazionale per il Commercio Estero Evoluzione del commercio con l estero per aree e settori Novembre 2007

2 PROMETEIA S.p.A. Via G. Marconi, Bologna fax ICE Istituto nazionale per il Commercio Estero Via Liszt, Roma fax IL PRESENTE RAPPORTO E STATO ELABORATO CON LE INFORMAZIONI DISPONIBILI AL 31 OTTOBRE 2007 DA: Luca Agolini, Luigi Bidoia, Michele Burattoni, Ermanno Catullo, Pier Alberto Cucino, Carmela di Terlizzi, Andrea Dossena, Giorgia Giovannetti, Elena Mazzeo, Alessia Proietti, Lorena Vincenzi Per informazioni e chiarimenti sul contenuto di questo Rapporto rivolgersi a: Andrea Dossena (PROMETEIA S.p.A.) Area Studi, Ricerche e Statistiche (ICE) Composizione editoriale a cura di Elisabetta Altena

3 INDICE SINTESI... 5 LO SCENARIO INTERNAZIONALE L ANALISI PER AREA LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL EUROPA OCCIDENTALE LE IMPORTAZIONI DEI NUOVI PAESI UE LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DEL RESTO EUROPA LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DEL NORD AFRICA E MEDIO ORIENTE LE IMPORTAZIONI DEI PAESI NAFTA LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL AMERICA LATINA LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL ASIA LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL OCEANIA E SUD AFRICA APPROFONDIMENTI I PAESI-PONTE: UN OPPORTUNITÀ PER LA COMPETIZIONE SUI MERCATI LONTANI LA CRISI AMERICANA: QUALI RISCHI PER L EVOLUZIONE DEL COMMERCIO MONDIALE? STIMA DEI POTENZIALI DI COMMERCIO ESTERO ATTRAVERSO UN MODELLO GRAVITAZIONALE.123 APPENDICE A LE IMPORTAZIONI A PREZZI COSTANTI APPENDICE B I PAESI E LE AREE ANALIZZATI APPENDICE C I SETTORI ANALIZZATI...143

4 Nota Questo rapporto è frutto della collaborazione tra ICE e Prometeia, che hanno condiviso la loro lunga esperienza nell analisi del commercio estero e nello sviluppo di modelli previsionali. Il lavoro di ricerca si è articolato in diverse fasi, dalla costruzione di un ampia banca dati sui flussi di commercio estero alla stima e realizzazione di un modello econometrico di previsione. E disponibile una nota metodologica riguardante i criteri utilizzati ed i risultati ottenuti; questa nota può essere scaricata dai siti internet di ICE e Prometeia. Per agevolare la lettura critica dei risultati di seguito esposti, si tengano comunque presenti i seguenti aspetti: - la banca dati (FIPICE) che alimenta il modello è relativa agli scambi commerciali a valori correnti di 64 paesi, suddivisi in 174 classi merceologiche; successivamente, i paesi sono aggregati in 8 macro aree geografiche e le merci relative all industria manifatturiera in 23 settori; nelle Appendici B e C sono riportati sia la composizione per paese delle aree geografiche sia quella per classe merceologica dei settori; - la banca dati è stata deflazionata con un apposito modello (MOPICE), il cui scopo è quello di suddividere le variazioni dei valori tra una componente di quantità ed una di prezzo; nella lettura dei risultati, il prezzo va quindi considerato come un deflatore degli scambi commerciali e non come un valore medio unitario; nell Appendice A sono riportati i principali flussi del commercio mondiale a prezzi costanti. - lo scenario previsivo dei flussi di commercio con l estero descritto in questo Rapporto è stato alimentato dallo scenario macroeconomico internazionale descritto nel Rapporto Prometeia di Ottobre 2007.

5 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 SINTESI Fig. 1: PIL e commercio mondiale 1 (var. % a prezzi costanti) Il 2007, secondo le stime, dovrebbe chiudersi con un moderato rallentamento del tasso di crescita del commercio mondiale a prezzi costanti (Fig. 1), mantenendo comunque, in termini tendenziali, una buona vivacità. I segnali di rallentamento del ciclo economico mondiale emersi nel corso dell anno dovrebbero proseguire anche nella prima parte del 2008, penalizzando ulteriormente la dinamica degli scambi di manufatti. Solo nel 2009, grazie a una ripresa generalizzata, il commercio mondiale potrà tornare in accelerazione, riportandosi su ritmi di espansione prossimi al 7.5%, a prezzi co Pil (sc. sx) Comm. mondiale (sc. dx) stanti. I prezzi medi in euro delle merci scambiate hanno mostrato variazioni di segno negativo, in larga parte a causa della ripresa della fase di apprezzamento dell euro sui mercati valutari (Fig. 2), risultata di entità tale da compensare i rialzi dei prezzi delle materie prime. Tale andamento non dovrebbe però ripetersi nel biennio di previsione, quando il cambio dovrebbe fornire un contributo sostanzialmente nullo alla variazione dei prezzi, mentre il ritardo temporale con cui i costi delle materie prime si ripercuotono sui prezzi dei manufatti e sulle dinamiche inflative dei singoli paesi contribuiranno a determinare una nuova moderata crescita del deflatore del commercio internazionale. La combinazione delle variazioni attese per quantità e prezzi si tradurrà in una progressiva accelerazione del valore in euro degli scambi mondiali di manufatti (Fig. 3), più intensa a partire dalla seconda metà del Alla fine del periodo di previsione, il commercio mondiale tornerà a sperimentare un espansione, in euro correnti, superiore al 10%. Le opportunità per la crescita del fatturato realizzato all estero dalle imprese italiane resteranno quindi elevate, nonostante la prevista posizione di forza relativa dell euro. 1 Il Pil mondiale delle varie aree e del totale mondo è qui costruito aggregando i diversi paesi sulla base dei rispettivi Pil espressi a prezzi costanti in dollari: oggetto dello studio è infatti la relazione tra crescita dell economia e flussi di importazione. In altre pubblicazioni il Pil mondiale è invece ottenuto aggregando i diversi paesi sulla base della parità del potere d acquisto (PPP), che prende in considerazione il diverso livello dei prezzi interni di ciascun paese. In quest ultimo caso la crescita dell economia mondiale risulta maggiormente determinata dai paesi emergenti. 5

6 Sintesi ICE-PROMETEIA Fig. 2: determinanti dell evoluzione dei prezzi medi in euro del commercio mondiale 1.45 Cambio dollaro/euro Indice dei prezzi internazionali delle materie prime (in euro) In questo scenario non sussistono eccessive preoccupazioni circa la prosecuzione della crescita economica mondiale, che dovrebbe mostrare un rallentamento di entità e durata limitate, senza particolari contaminazioni tra le varie aree. A parte gli aspetti macroeconomici, anche i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nella composizione geografica del commercio mondiale vanno a supporto di tale ipotesi. Dalla figura 4 emerge infatti chiaramente lungo quali direttrici gli scambi di manufatti si siano sviluppati dall inizio del decennio. A fronte di un ridimensionamento delle importazioni del Nafta, in particolare degli Stati Uniti, si è assistito alla significativa e- spansione del valore degli scambi tra i paesi asiatici e, soprattutto, alla forte cresci- Fig. 3: commercio mondiale di manufatti (var. %) quantità prezzi valori 6

7 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 ta dell integrazione commerciale tra i Fig. 4: ricomposizione geografica degli scambi mondiali di manufatti paesi europei e del Mediterraneo (nel (a prezzi correnti) grafico, questi scambi rientrano nell aggregato Integrazione Europa ), grazie al progressivo allargamento 80.0 dell area di libero scambio della UE e all intensificarsi degli Investimenti Diretti Esteri realizzati dai paesi dell Europa Occidentale nelle aree limitrofe Questi fenomeni dovrebbero proseguire anche nel periodo di previsione, accentuati dalla crisi statunitense. Gli effetti nega- 0.0 tivi sulla domanda mondiale dovuti ai paesi nordamericani dovrebbero infatti esse- Import NAFTA Integraz. Europa re più che compensati dallo sviluppo degli Intra Asia (Asia+Oceania) Resto mondo scambi nelle altre regioni, che alimenteranno così le aspettative di crescita prima evidenziate. Tuttavia, non vanno sottovalutati i rischi sull evoluzione del commercio mondiale di un eventuale inasprimento superiore alle attese delle condizioni economiche degli Stati Uniti. Per un dettaglio dei settori manifatturieri e degli esportatori maggiormente esposti alle fluttuazioni della domanda statunitense si rimanda all approfondimento La crisi americana: quali rischi per l evoluzione del commercio mondiale? contenuto in questo Rapporto. La composizione e la dinamica settoriali degli scambi manifatturieri nelle diverse aree mostrano però alcune peculiarità, che influenzeranno significativamente i contributi che ognuna di esse potrà offrire allo sviluppo complessivo del commercio mondiale in ciascun settore nei prossimi anni (Fig. 5). In particolare, i comparti che nel biennio dovrebbero crescere maggiormente sono quelli in cui gli scambi tra paesi europei (in particolare i mezzi di trasporto terrestri e la Farmaceutica) o tra quelli asiatici (Elettronica, Tempo libero ed Elettrotecnica) rappresentano le componenti di domanda più significative. Anche il Sistema moda: beni di consumo, che dovrebbe e- spandersi in linea con la media manifatturiera, beneficerà della rilevanza di queste due aree, in particolare per i flussi in uscita dai paesi asiatici e diretti verso le regioni europee (nel grafico rientrano nell area Altri mercati ). La maggior importanza del Nafta sulla domanda complessiva dei settori del Sistema casa non risulterà troppo penalizzante per lo sviluppo del commercio mondiale del comparto, grazie alla dinamicità dell interscambio asiatico (per Mobili ed elettrodomestici), europeo (per i Beni per l edilizia) e degli Altri mercati (per i Manufatti vari) e alla veloce ripresa delle importazioni statunitensi che dovrebbe verificarsi a partire dalla seconda metà del Meno dinamici risulteranno invece i settori in cui è più elevata la componente di domanda interna soddisfatta dalle produzioni nazionali (come per la gran parte dei beni intermedi), quelli storicamente caratte- 7

8 Sintesi ICE-PROMETEIA Fig. 5: contributi delle diverse aree alla crescita degli scambi nei principali settori manifatturieri (media , prezzi costanti) Farmaceutica Tempo libero Mezzi trasp. Auto e moto Elettronica Elettrotecnica Tot. Manufatti S. moda: consumo Mobili ed elettr. Commodity S. casa: edilizia S. casa: manuf. Vari Mecc. Varia Interm. metallo Mecc. strumentale Interm. Chimici S. moda: intermedi Alimentare Largo consumo Import Nafta Integraz. Europa Intra Asia Altri mercati rizzati da un elasticità degli scambi internazionali al ciclo economico piuttosto bassa (come l Alimentare) e Meccanica strumentale e Largo consumo (che beneficia ancora solo in parte della componente di domanda più dinamica proveniente dai paesi emergenti). La minor crescita economica mondiale nel 2008 si tradurrà in un diffuso rallentamento del ritmo di espansione delle importazioni di manufatti (Fig. 6) che, rispetto allo scorso quinquennio, risulterà più marcato per l intero continente americano (ma con l America Latina comunque ancora molto dinamica). Fig. 6: importazioni di manufatti (var. a prezzi costanti) I mercati delle economie in tran- sizione europee e asiatiche continueranno Resto Europa Nuovi paesi UE a mostrare i tassi di crescita più elevati. La domanda dell Europa Occidentale, nonostante la sua maturità, Asia America Latina N. Africa e M.O. contribuirà per oltre un quarto allo sviluppo del commercio mondiale di manufatti. Totale mondo Oceania e S.Africa Europa Occ '09 Nafta 2003-' Per le imprese italiane, dunque, sia dal punto di vista settoriale (con la crescita del comparto dei mezzi di trasporto, di parte di quello elettromeccanico e del Sistema moda: beni di consumo), sia da quello geografico (grazie ai mercati europei e mediorientali), le prospettive per 8

9 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 il prossimo biennio appaiono favorevoli. Per sfruttare pienamente le opportunità offerte dai mercati esteri, l Italia dovrà proseguire nel difficile processo di revisione delle proprie strategie per la competizione internazionale. I risultati conseguiti nell anno in corso consentono però di guardare con fiducia alla possibilità che il nostro paese riesca ad agganciare bene la crescita mondiale degli scambi di manufatti. Dopo 3 anni di flessioni, infatti, nel 2007 le quote italiane a prezzi correnti stanno evidenziando una moderata espansione (Fig. 7), dovuta alla riqualificazione dell offerta delle nostre imprese manifatturiere, ma anche agli effetti positivi, almeno in un ottica di breve periodo, legati all apprezzamento dell euro. E anche confortante il risultato relativo all evoluzione delle quote a prezzi costanti, ancora in flessione, ma a ritmi sempre meno intensi dal Dopo la svalutazione del dollaro avviatasi nel 2001 e l adozione dell euro, le imprese italiane sono state costrette a rivedere profondamente il proprio comportamento strategico nei mercati internazionali, basato in molti settori sulla competitività di prezzo alimentata dalla debolezza della nostra moneta. La contemporanea fase di recessione della domanda interna (italiana ed europea) non ha aiutato le imprese italiane a velocizzare questi processi, determinando il brusco peggioramento delle loro quote sui mercati internazionali, dapprima di quelle in quantità e poi anche di quelle a prezzi correnti. Pur con le necessarie cautele, i risultati preliminari del 2007 (e la loro prosecuzione di un trend temporalmente più esteso) possono quindi essere interpretati come il segnale che per una quota significativa di imprese la fase di maggiori difficoltà sia passata e che ora, grazie anche a una composizione geografica della domanda mondiale particolarmente favorevole, sia possibile riportare il canale estero ad alimentare sia i volumi produttivi interni sia la continua attività d investimento necessaria a contrastare l avanzata dei nuovi concorrenti. Tornando ai risultati conseguiti nel 2007, incrociando le informazioni a livello settoriale con il dettaglio geografico è possibile evidenziare i punti di forza e le persistenti debolez- Fig. 7: quote degli esportatori italiani sul commercio mondiale di manufatti 6.5 livelli 0.2 variazioni correnti costanti correnti costanti 9

10 Sintesi ICE-PROMETEIA Tab. 1: variazione delle quote italiane per aree e settori nel 2007 (a pr. correnti) America Latina Asia Nuovi paesi UE Resto Europa Europa Occ. Nord Africa e Medio Oriente Nafta Oceania S.Africa Mondo Altri consumo Elettronica Elettromeccanica Beni intermedi Made in Italy Mezzi di trasporto Manufatti ze della performance dell Italia. Particolarmente positivo risulta il dato relativo al comparto elettromeccanico, in cui le quote italiane hanno fatto registrare importanti passi in avanti soprattutto nei paesi emergenti più vicini. In questo settore, la competizione internazionale è sempre stata basata in prevalenza sui fattori non legati al prezzo (quali la competenza tecnica, la personalizzazione dei prodotti, l innovazione) e le nostre imprese non hanno dovuto più di tanto correggere le proprie strategie, riuscendo velocemente a sfruttare le opportunità offerte dallo sviluppo del tessuto manifatturiero e delle infrastrutture nelle aree emergenti più prossime. Anche gli Altri beni di consumo (in particolare la Farmaceutica e il Largo consumo non alimentare) hanno mostrato segnali di miglioramento: in questo caso, tuttavia, il sostegno alle esportazioni italiane è venuto dalla presenza in Italia di importanti unità produttive delle multinazionali operanti in questi settori, attratte sia dall elevato livello di specializzazione della nostra industria nelle fasi finali del confezionamento dei prodotti, sia dalla significativa dimensione del mercato italiano. Se sul versante settoriale non emergono particolari situazioni di difficoltà, a livello geografico si registrano invece risultati meno brillanti, soprattutto nelle aree più distanti e nel Resto Europa. Sulle prime, l ipotesi che mercati tanto lontani non possano essere serviti direttamente dall Italia, ma richiedano investimenti produttivi in loco non pare trovare conferme attraverso il confronto tra la performance italiana e quelle di altri tradizionali concorrenti, tedeschi in primis. La Germania, infatti, non solo detiene quote più elevate anche su questi mercati, ma negli ultimi anni esse sono apparse in leggera crescita, a fronte della progressiva marginalizzazione della presenza italiana. Nell approfondimento Stima dei potenziali di commercio estero attraverso un modello gravitazionale sono stati identificati livelli massimi teorici degli scambi commerciali e si è proceduto al loro confronto con i corrispondenti flussi reali. Proprio nei mercati più lontani è emersa la maggior differenza tra risultati delle imprese italiane e tedesche, con le seconde in grado non solo di raggiungere livelli di scambi più prossimi ai valori massimi teorici ma, soprattutto, di colmare ulteriormente negli ultimi anni il gap tra valori reali e potenziali. Il sistema industriale tedesco è infatti riuscito, in anticipo e con maggior intensità rispetto a quello italiano, a gettare sui mercati più lontani solide basi attraverso le 10

11 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 quali costruire reti distributive, commerciali e di assistenza nei paesi ad alto potenziale di crescita e garantirsi un più facile accesso ai mercati finali. Un discorso analogo può valere anche per i risultati in Est Europa. Nonostante quest area stia contribuendo in modo significativo alla crescita delle esportazioni italiane, infatti, le quote dell Italia mostrano continui ridimensionamenti, segnalando la difficoltà della nostra offerta nel far fronte a una domanda in così forte espansione. Oltre agli usuali problemi sul versante dell accesso alle reti distributive, però, tali risultati possono anche dipendere dal fatto che le imprese italiane hanno prevalentemente puntato su specifici segmenti di mercato (i più remunerativi e i meno aggredibili dai concorrenti a basso costo del lavoro), rinunciando a priori a poter soddisfare tutta la potenziale domanda proveniente da questi paesi. I processi di riqualificazione dell offerta hanno comunque permesso alle imprese italiane di interrompere il declino di inizio decennio, garantendo loro sia buoni livelli di profittabilità delle vendite sui mercati esteri, sia di operare in un contesto competitivo più adeguato alle condizioni economiche, sociali e industriali del nostro paese. La riqualificazione dell offerta è inoltre un processo prevalentemente aziendale, in cui le singole imprese sono chiamate a mettere in gioco le proprie capacità imprenditoriali. I soggetti non industriali, in particolare Stato e mondo finanziario, possono accompagnare questo percorso, svolgendo una funzione indiretta di stimolo e supporto, ad esempio formando forza lavoro qualificata per i nuovi obiettivi o sostenendo maggiormente gli investimenti che vanno in questa direzione, ma non possono intervenire direttamente sulle scelte delle singole imprese. Diverso è invece il discorso relativo ai processi di internazionalizzazione più strutturati e complessi (soprattutto a causa delle dimensioni aziendali tipiche della nostra industria), indispensabili per garantire al sistema manifatturiero italiano di poter agganciare la crescente domanda, anche di prodotti di qualità medio alta, localizzata nei paesi emergenti più lontani. Il primo insediamento di unità estere di una PMI italiana non può essere lasciato ricadere unicamente sulle sue spalle, ma richiede un azione di sostegno forte da parte del Sistema Paese e che possa andare a beneficio dell intero mondo imprenditoriale. Quella dei paesi-ponte (analizzati in questo Rapporto in uno specifico approfondimento) è una notevole opportunità per gettare le basi di un maggior radicamento nei mercati lontani non per una singola impresa, ma per interi sistemi industriali (settoriali o di filiera), che l Italia non sta ancora sfruttando appieno. Opportunità come queste devono rientrare sempre più tra le priorità dei soggetti preposti al sostegno dell internazionalizzazione delle imprese italiane, in considerazione della loro valenza strategica per confermare e rafforzare il ruolo di potenza industriale del nostro paese su scala mondiale. 11

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13 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 LO SCENARIO INTERNAZIONALE L EVOLUZIONE MACROECONOMICA La fase di espansione robusta dell economia mondiale è proseguita nella prima parte del 2007, grazie soprattutto al contributo delle economie emergenti che ha compensato il rallentamento della crescita nei principali paesi industrializzati. In questo contesto molto favorevole, si è sviluppata la crisi del mercato dei mutui sub-prime, che dagli Stati Uniti si è diffusa rapidamente al sistema finanziario internazionale, innescando un aumento generalizzato dell avversione al rischio. Grazie alle tempestive iniezioni di liquidità delle autorità monetarie e alla riduzione dei tassi di interesse della Federal Reserve, le turbolenze sui mercati finanziari si sono parzialmente attenuate, anche se la maggiore attenzione al rischio di controparte continua a mantenere in tensione il mercato interbancario. Non sono ancora chiari, sulla base delle informazioni disponibili, gli effetti complessivi per l economia reale della crisi finanziaria. Ipotizzando il ritorno a condizioni di normalità dei mercati entro i primi trimestri del 2008, l impatto dovrebbe dimostrarsi relativamente limitato, con il risultato di dare luogo ad una moderata decelerazione dell attività economica internazionale, piuttosto che ad una brusca frenata dell attuale ciclo espansivo. L incremento del Pil mondiale (stimato per il 2007 nell ordine del 5%) è quindi previsto rallentare al 4.6% il prossimo anno, per poi attestarsi al 4.8% nel I rischi di questo scenario complessivamente favorevole restano tuttavia elevati, anche in relazione alla recente impennata del prezzo del petrolio, che nei prossimi mesi potrebbe intensificare le pressioni inflazionistiche a livello globale. Fig. 1: La produzione industriale (livelli e tassi di crescita tendenziali) a) Paesi emergenti b) Paesi industrializzati var. % tendenziale (scala sinistra) indice media 2000=100 (scala destra) var. % tendenziale (scala sinistra) indice media 2000=100 (scala destra) 13

14 Lo scenario internazionale ICE-PROMETEIA Le conseguenze più rilevanti della crisi sono ovviamente attese negli Stati Uniti, per i quali si prospetta un forte rallentamento del ritmo di sviluppo (ancora decisamente sostenuto nei mesi estivi) tra la fine del 2007 e l inizio del 2008, per gli effetti diretti e indiretti dell aggiustamento del mercato immobiliare. Prevediamo, infatti, una ulteriore caduta degli investimenti residenziali e una minore dinamica dei consumi delle famiglie, a fronte dell esaurirsi dell effetto ricchezza legato agli aumenti dei prezzi degli immobili. La difficile congiuntura economica, insieme al permanere di incertezze sui mercati finanziari, suggerisce la possibilità di una nuova riduzione del costo del denaro da parte della Fed entro la fine del In questo quadro, il dollaro si manterrà debole sui mercati valutari, e in particolare nei confronti dell euro, anche nei mesi finali dell anno, per recuperare successivamente alcune posizioni, al manifestarsi dei segnali di ripresa dell economia americana. Il minore sostegno della domanda statunitense, la forza dell euro e le condizioni più restrittive sul mercato del credito inducono a prevedere una evoluzione meno dinamica dell economia dell Uem nell ultimo trimestre dell anno e, soprattutto, nel 2008, con il ritorno a tassi di espansione prossimi al potenziale. La possibilità di un rallentamento è anticipata anche dal recente deterioramento degli indicatori di fiducia di famiglie ed imprese, da cui sembrano emergere indicazioni di stabilizzazione dell attività nel settore manifatturiero, dopo il recupero sperimentato nei mesi estivi. Il rischio di una frenata dell economia europea rimane comunque modesto, grazie ai Tabella 1 - Crescita delle aree mondiali quote quote PPP Pil $ Unione Monetaria Europea Resto Europa Occidentale Nuovi paesi UE Resto Eur.Centro-Orientale Nord Africa - Medio Oriente NAFTA America Latina Giappone Cina Resto Asia Oceania e Sud Africa Crescita PIL mondiale (1) Crescita PIL mondiale (1) In termini di parità di potere d'acquisto (PPP) 14

15 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 Tabella 2 - Le variabili monetarie Inflazione al consumo (1) Prezzi int. in $ dei manufatti (var. %) Tassi di cambio Yen / $ $/Euro Tassi di interesse Eurodivise a 3 mesi Stati Uniti Giappone Euro Titoli a 10 anni Stati Uniti Giappone Germania (1) Media della variazione dei prezzi al consumo di Stati Uniti, Giappone, Germania Francia, Regno Unito, Italia e Spagna. solidi fondamentali economici dell area. L andamento favorevole del mercato del lavoro e l allentamento della politica monetaria (ci attendiamo una riduzione dei tassi di interesse all inizio del 2008) potranno sostenere una crescita più sostenuta della domanda interna, in particolare dei consumi delle famiglie, compensando il minore contributo delle esportazioni nette. Nell intero periodo della previsione, i paesi emergenti continueranno a fornire un impulso fondamentale alla espansione dell economia mondiale. Essi risentiranno solo marginalmente delle turbolenze finanziarie e potranno compensare gli effetti negativi della decelerazione statunitense grazie al maggior vigore della domanda interna. In particolare, l economia cinese continuerà ad espandersi a tassi elevati (nell ordine del 9-10% annuo), con una lieve decelerazione della crescita rispetto agli ultimi anni, principalmente come riflesso delle misure restrittive di politica economica e del rallentamento della congiuntura internazionale. 15

16 Lo scenario internazionale ICE-PROMETEIA I FLUSSI COMMERCIALI L evoluzione del commercio mondiale di manufatti misurato in euro correnti è stimata mostrare nel 2007 un moderato rallentamento, in gran parte imputabile alla componente di prezzo, data la ripresa della corsa all apprezzamento della valuta europea, dopo un biennio di relativa stabilità. I flussi in quantità, infatti, non dovrebbero allontanarsi di molto dagli elevati ritmi di sviluppo del 2006, testimoniando il buono stato di salute degli scambi internazionali. A livello geografico, l intensità del rallentamento appare maggiore nelle aree più legate al dollaro, in particolare nel Nafta, unica nella quale è stimato un calo del valore delle importazioni. In questi paesi, agli effetti legati al mercato dei cambi si stanno sommando i contributi negativi derivanti dalla domanda statunitense, attesa nei mesi finali dell anno iniziare a mostrare anche nell economia reale l impatto della crisi finanziaria dei mutui. La crescita si conferma invece molto dinamica nei paesi emergenti dell Europa orientale e del bacino del Mediterraneo (gli unici a non arretrare dai ritmi di sviluppo del 2006), oltre che in America Latina, dove i volumi acquistati all estero hanno mantenuto un profilo di forte espansione. A livello settoriale si registra invece una maggiore eterogeneità di risultati, legati alla differente esposizione dei singoli comparti sui diversi mercati mondiali ed elasticità dei loro scambi rispetto alle specifiche variabili di domanda, oltre che ai risultati propri di ciascun settore negli ultimi anni. In particolare, il forte rallentamento registrato dai beni strumentali appare più che altro legato a un evoluzione fisiologica dopo una fase di crescita sostenuta, mentre quello del Sistema casa: beni per l edilizia e di molti altri Fig. 2: Importazioni totali (var. %) quantità prezzi valori 16

17 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 Mondo (1): Importazioni di manufatti in euro correnti Valori 2006 var. % medie annue (mil. euro) (% tot.) Mondo Europa Occidentale Nuovi paesi UE Resto Europa Nord Africa - Medio Oriente NAFTA America Latina Asia Oceania e Sud Africa (1) Insieme dei paesi considerati nel progetto Prometeia-ICE Mondo (1): Importazioni di manufatti in euro correnti Valori 2006 var. % medie annue (mil. euro) (% tot.) Importazioni totali di manufatti Alimentare Largo consumo Farmaceutica Sistema moda: beni di consumo Sistema moda: intermedi Tempo libero Sistema casa: mobili e elettr bianchi Sistema casa: beni per l'edilizia Sistema casa: manufatti vari Meccanica varia Meccanica strumentale Elettrotecnica Elettronica Automobili e motocicli Mezzi di trasporto per ind e agric Treni, Aerei e Navi Imballaggi Intermedi per l'agricoltura Intermedi per l'industria: prodotti chimici Intermedi per le costruzioni Intermedi per l'industria: prodotti vari Intermedi per l'industria: pr. in metallo Commodity (1) Insieme dei paesi considerati nel progetto Prometeia-ICE settori produttori di beni di consumo è giustificabile alla luce del peggioramento del comparto immobiliare, statunitense ma non solo, e della capacità di spesa delle famiglie. In ulteriore miglioramento appaiono invece i risultati per quei settori che da alcuni anni 17

18 Lo scenario internazionale ICE-PROMETEIA risultano i più dinamici sul panorama mondiale, come la Farmaceutica e i mezzi di trasporto terrestri, oltre al Sistema moda: beni intermedi, in piena fase di ripresa ciclica dopo la battuta d arresto del Le previsioni per il prossimo biennio scontano le turbolenze dello scenario macroeconomico, con un contenimento della crescita nel 2008 e un accelerazione degli scambi l anno successivo. Il mercato dei cambi fornirà un contributo complessivamente neutrale all evoluzione dei prezzi medi del commercio mondiale, che però saranno parzialmente sostenuti dai processi inflativi legati agli alti prezzi delle materie prime. Settorialmente, il previsto esaurimento degli effetti della crisi dei mutui sui consumi e sul comparto edilizio a partire dalla metà del 2008 dovrebbe permettere ai settori dei beni di consumo più in difficoltà nel 2007 di mostrare un accelerazione del proprio ritmo di crescita. Anche i beni strumentali dovrebbero velocemente tornare su tassi di espansione in linea con la dinamicità dei processi di ricomposizione mondiale della capacità produttiva manifatturiera. Il 2009 segnerà un accelerazione degli scambi diffusa a tutti i settori, con Farmaceutica, Elettronica e mezzi di trasporto terrestri che si confermeranno i comparti più dinamici. LE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE Il 2007 si caratterizza per l ampliamento della forbice tra l evoluzione delle quote italiane sul commercio mondiale di manufatti a prezzi correnti e quelle a prezzi costanti. Mentre le prime, infatti, beneficiando dei processi di riqualificazione del nostro export e degli effetti positivi, in un ottica di breve periodo, legati all apprezzamento dell euro hanno interrotto la fase cedente avviatasi nel 2005, le seconde stanno continuando sul trend di erosione in corso da inizio decennio, anche se con un intensità via via in attenuazione. Praticamente tutti settori evidenziano questa differenza di andamento, anche se Fig. 3: Quote italiane sulle importazioni di manufatti prezzi 1995 prezzi correnti emergono alcune rilevanti eccezioni. In negativo, solamente Sistema moda: beni di consumo e Sistema casa: mobili ed elettrodomestici evidenziano significative variazioni negative delle proprie quote a prezzi correnti, con una flessione di quelle a prezzi costanti che si avvicina all unità. In quelli che rappresentano i due settori di punta del Made in Italy, quindi, non sembrerebbero emergere segnali di un inversione di tendenza dell erosione delle quote sul commercio mondiale. Va comunque sottolineato come le imprese italiane di questi settori siano state tra le prime a spostare parte 18

19 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 Mondo (1): Quote di mercato degli esportatori italiani Valori 2006 quote a prezzi correnti (mil. euro) Importazioni di manufatti dall'italia Alimentare Largo consumo Farmaceutica Sistema moda: beni di consumo Sistema moda: intermedi Tempo libero Sistema casa: mobili e elettr bianchi Sistema casa: beni per l'edilizia Sistema casa: manufatti vari Meccanica varia Meccanica strumentale Elettrotecnica Elettronica Automobili e motocicli Mezzi di trasporto per ind e agric Treni, Aerei e Navi Imballaggi Intermedi per l'agricoltura Intermedi per l'industria: prodotti chimici Intermedi per le costruzioni Intermedi per l'industria: prodotti vari Intermedi per l'industria: pr. in metallo Commodity (1) Insieme dei paesi considerati nel progetto Prometeia-ICE della propria produzione all estero, in cerca sia di lavoro a minor costo sia per meglio agganciare la domanda proveniente dai mercati emergenti più dinamici. Inoltre, la sempre maggior specializzazione dell offerta italiana verso beni di fascia qualitativa elevata ha gradualmente ristretto l ampiezza dei mercati potenzialmente raggiungibili, che vedono i paesi emergenti a basso reddito come la componente più dinamica (e quelli in cui la perdita di quote italiane è più consistente). Vi sono però settori che hanno anche saputo evidenziare una tenuta o addirittura una crescita delle quote a prezzi costanti, anche se questo non sempre è interpretabile come un guadagno di competitività sui mercati internazionali da parte delle nostre imprese. E il caso, ad esempio, del Sistema casa: beni per l edilizia, il cui positivo risultato appare una diretta conseguenza del rallentamento del mercato statunitense, sul quale numerosi concorrenti, in particolare quelli dei paesi emergenti, sono maggiormente esposti rispetto all Italia e hanno quindi visto le proprie esportazioni complessive più intensamente penalizzate. Viceversa, il recupero in settori quali il Largo consumo e la Farmaceutica conferma la competitività del nostro paese quale sede di investimenti produttivi da parte delle multinazionali attive nel settore; la stessa competitività che ha permesso alle 19

20 Lo scenario internazionale ICE-PROMETEIA Evoluzione delle esportazioni italiane (1) variazione % Esporta zioni in e uro corre nti Esportazioni a prezzi costanti (1) Nell'insieme dei paesi considerati nel progetto Prometeia-ICE imprese della Meccanica strumentale, dell Elettrotecnica e degli Intermedi per l industria: prodotti vari di conseguire importanti miglioramenti del proprio posizionamento competitivo sui mercati internazionali. In termini geografici, i paesi nuovi membri della UE e il Nord Africa e Medio Oriente si confermano quelli in cui l offerta italiana sta riuscendo a sfruttare al meglio le opportunità create sia dalla loro crescita economica, sia dalla loro sempre più intensa integrazione commerciale con l Europa Occidentale. Negativa è invece risultata la performance nel Resto Europa, nonostante una crescita delle nostre esportazioni dirette a questi mercati molto sostenuta. Il mix di domanda di questi paesi è probabilmente ancora troppo sbilanciato verso le produzioni a basso costo per consentire al nostro paese di mantenere le quote detenute sulle loro importazioni complessive (infatti le maggiori perdite sono quelle dei beni tradizionali del Made in Italy). A fronte di una sostanziale tenuta in Europa Occidentale, si registra invece la prosecuzione della perdita delle (basse) quote italiane sui mercati più lontani, sottolineando come le strategie competitive basate prevalentemente sul prodotto (differenziazione, innovazione, comunicazione) non riescano a sopperire alla mancanza di un saldo radicamento in paesi non solo geograficamente molto distanti dall Italia. Nell ipotesi che la fase di maggior apprezzamento dell euro sia ormai alle spalle e che le ricadute della crisi dei mutui sull economia mondiale siano di entità ridotta e soprattutto non duratura, il miglioramento competitivo mostrato dalle nostre imprese negli ultimi anni e una composizione geografica dei mercati di sbocco particolarmente favorevole in questa fase dovrebbero spingere le esportazioni italiane a crescere a un ritmo medio annuo prossimo al 3.5%, a prezzi costanti. Le tensioni dal lato dei costi di produzione dovrebbero mantenere anche i prezzi medi in moderata espansione, portando i fatturati realizzati all estero dall industria manifatturiera italiana a evidenziare una crescita attorno al 5%. Un maggior inasprimento del quadro macroeconomico, soprattutto sul versante valutario, potrebbe comportare per gli esportatori italiani (e, più in generale, per tutti quelli europei) vincoli più stringenti nella scelta tra sostenere i margini di profitto o i volumi produttivi, andando ad allargare ulteriormente la forbice tra l evoluzione delle quote in valore e quelle in quantità (nello scenario di base attese mostrare una solo limitata flessione). 20

21 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 LE IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL EUROPA OCCIDENTALE L'EVOLUZIONE MACROECONOMICA Il primo semestre del 2007 ha visto rallentare il ritmo di crescita di questa area rispetto al Questo rallentamento era incorporato nelle attese degli operatori in quanto scontava anticipi al 2006 di spesa per consumo in Germania in previsione dell aumento dell Iva dal primo gennaio del 2007, ma è risultato più forte delle attese, soprattutto con riferimento al secondo trimestre, e diffuso a buona parte dei paesi della regione. Il rallentamento nel secondo trimestre è in larga parte imputabile a fattori climatici, e quindi temporanei, che hanno negativamente influito Fig. 1: Produzione industriale e saldo commerciale sugli investimenti in costruzioni. Nei mesi estivi sono maturati segnali negativi EUOCC provenienti dagli indicatori qualitativi per famiglie e imprese in peggioramento da 100 maggio e si sono materializzate condizioni di elevata incertezza legate alle difficoltà 80 dei mercati finanziari all indomani della crisi dei mutui subprime negli Usa. Nonostante nel terzo trimestre il Pil Uem abbia accelerato e quello del Regno Unito abbia consolidato il ritmo di crescita, confermiamo 1/99 1/01 1/03 1/05 1/07 una moderazione dell attività eco- Indice di produzione (1995=100) (scala sin.) nomica per l area nel complesso nella media Ind. saldo commerciale ( saldo nullo=100) (sc.ds) del 2007 con una crescita del Pil al 2.5%, 2.9% lo scorso anno. Fig. 2: Prezzi al consumo (var. %) Il coinvolgimento delle banche europee EUOCC 3.0 nella crisi dei mutui subprime Usa si è rivelato maggiore delle attese e, nonostante 2.5 interventi significativi delle banche cen- trali (Bce e Bank of England) per fornire al 2.0 sistema bancario la liquidità necessaria per far fronte a situazioni di emergenza, 1.5 effettive e potenziali, è presto per valutare i tempi dell aggiustamento e gli effetti 1.0 complessivi sull intera economia. E tuttavia verosimile attendersi condizioni più 0.5 1/99 1/01 1/03 1/05 1/07 strette nel mercato del credito per famiglie e imprese. 21

22 Le importazioni dei paesi dell Europa Occidentale ICE-PROMETEIA Europa Occidentale (1) : scenario macro Popolazione (milioni) PIL nominale (US$, mld) (var. % medie annue) PIL reale Consumi famiglie Investimenti totali in costruzioni Prezzi al consumo (1) UE15, Norvegia, Svizzera Anche se in decelerazione, la crescita del Pil Uem si mantiene in linea con il potenziale grazie al vigore della domanda interna. Gli investimenti produttivi sono sostenuti dalla buona situazione dei profitti aziendali e dal vigore della domanda estera. Gli investimenti residenziali si confermano dinamici, anche se con entità diversa, nella maggior parte dei paesi europei, Germania inclusa, dove il ciclo degli investimenti residenziali sembra in recupero dopo la prolungata fase di aggiustamento che ha seguito l unificazione. Infine i consumi delle famiglie mostrano tassi di crescita significativi, non solo nei paesi tradizionalmente più dinamici in questa voce di spesa, Spagna, Grecia e, in parte, Francia, ma anche in Germania, dove sono rimasti praticamente stabili tra il 2002 e il Alla ripresa dei consumi delle famiglie tedesche concorrono condizioni favorevole nel mercato del lavoro che, anche grazie alle riforme implementate, vede una crescita significativa dell occupazione (1.8% l incremento tendenziale medio nei primi nove mesi del 2007, 0.7 nel 2006) e un recupero del reddito disponibile reale, dopo anni di sostanziale stagnazione. La ripresa dei ritmi di crescita per i paesi dell Uem è stata accompagnata anche da una riduzione della variabilità tra di essi, anche se rimangono differenze Fig. 3: PIL a prezzi costanti (var. %) significative tra i diversi paesi. Irlanda e Finlandia si confermano le economie più dinamiche con una crescita del Pil superiore alla media Uem (6.7% e 5%, rispettivamente nel primo semestre), mentre Portogallo e Francia hanno registrato un incremento medio tendenziale del Pil inferiore al 2% nello stesso periodo. Tra i paesi europei al di fuori dell area dell euro, un più basso ritmo di espansione del Pil nella prima parte del 2007 ha riguardato Danimarca e Svezia che hanno 22

23 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 Europa Occidentale (1): Prodotto interno lordo (var. % medie annue) Totale area Germania Francia Regno Unito Italia Spagna Olanda Belgio e Lussemburgo Austria Svezia Danimarca Finlandia Portogallo Irlanda Grecia Svizzera Norvegia (1) UE15, Norvegia, Svizzera scontato un rallentamento della crescita della domanda interna, particolarmente forte in Danimarca e imputabile a consumi e a investimenti che hanno più che dimezzato l incremento medio tendenziale rispetto al Viceversa, la Svizzera ha mantenuto stabile l incremento medio tendenziale sui valori del 2006 grazie al contributo degli scambi con l estero, mentre per Norvegia e Regno Unito la domanda interna e in special modo i consumi privati hanno fornito un contributo maggiore alla crescita del Pil, beneficiando di condizioni ancora favorevoli nel mercato del lavoro. I prezzi delle componenti più volatili, energia e prodotti alimentari, hanno un ruolo importante nel determinare l andamento dell inflazione per l area nel complesso. Per l Uem, da settembre l inflazione complessiva è tornata nuovamente sopra al 2% (2.6% in ottobre), per un effetto base, ma anche per i nuovi valori di massimo raggiunti dal prezzo in dollari del petrolio nei mercati internazionali, compensati solo parzialmente dal rafforzamento dell euro. Al netto delle componenti più volatili, energia e prodotti alimentari, l inflazione dell Uem ha registrato incrementi congiunturali pari allo 0.3% sia in settembre che in ottobre, senza tuttavia portare l inflazione core sopra al 2%. Le spinte inflazionistiche dal lato dei salari sono ancora contenute e non sono attese accelerazioni. Nonostante il recupero dell inflazione, il grado di restrizione della politica monetaria tende a rimanere stabile, se non ad aumentare per l apprezzamento dell euro nei mercati valutari. Riteniamo quindi, che a inizio del prossimo anno la Bce possa ridurre di 25 punti base i tassi di interesse di intervento, per rendere meno stringenti le condizioni monetarie su cui graveran- 23

24 Le importazioni dei paesi dell Europa Occidentale ICE-PROMETEIA Europa Occidentale (1): Consumi delle famiglie (var. % medie annue) Totale area Germania Francia Regno Unito Italia Spagna Olanda Belgio e Lussemburgo Austria Svezia Danimarca Finlandia Portogallo Irlanda Grecia Svizzera Norvegia (1) UE15, Norvegia, Svizzera no una prevista ulteriore riduzione dei tassi di interesse di policy negli Usa a dicembre, un ulteriore indebolimento del dollaro e, infine, condizioni più strette nel mercato del credito per famiglie e imprese. Il tasso di inflazione in Svezia e Danimarca è rimasto sotto al 2% sia in settembre che in ottobre, anche per il rallentamento del ritmo di crescita della domanda interna. Nel Regno Unito, nel corso del 2007 il tasso di inflazione misurato dall indice dei prezzi al consumo armonizzato è rientrato sotto al 2% anche per gli interventi restrittivi adottati dalla Bank of England che ha portato i tassi di riferimento del mercato monetario dal 4.75 in agosto del 2006 al 5.75 a luglio di quest anno. A partire dai mesi estivi, la BoE è intervenuta in misura massiccia nel mercato della liquidità per rispondere alla richiesta dei mercati finanziari; è quindi verosimile attendersi che, in un contesto di inflazione in linea con l obiettivo della banca centrale, sia terminata la fase di aumento dei tassi monetari britannici. Con riferimento all Uem, la crescita economica in linea, se non superiore, con quella potenziale trova manifestazione anche in un miglioramento dei conti pubblici, che per alcuni paesi, Germania fra tutti, si è rivelato altamente superiore alle attese. Fa eccezione la Francia, per la quale non è verosimile attendersi un miglioramento significativo dei conti del settore pubblico vista l intonazione espansiva della politica di bilancio e una crescita del Pil inferiore a quella contenuta nella legge finanziaria. Il disavanzo delle AP per l Uem potrebbe quindi attestarsi attorno all 1% sia quest anno che il prossimo, a fronte di un 24

25 ICE-PROMETEIA Novembre 2007 Europa Occidentale (1): Investimenti totali (var. % medie annue) Totale area Germania Francia Regno Unito Italia Spagna Olanda Belgio e Lussemburgo Austria Svezia Danimarca Finlandia Portogallo Irlanda Grecia Svizzera Norvegia (1) UE15, Norvegia, Svizzera sostanziale pareggio in Germania, ma di un disavanzo attorno al 3% del Pil in Francia. Il peggioramento degli indicatori qualitativi a partire dai mesi estivi, la forza relativa dell euro e le turbolenze nei mercati finanziari con il conseguente peggioramento del clima di fiducia e condizioni più strette nel mercato del credito ci portano a prevedere un rallentamento del ritmo di espansione del Pil dell Uem nella media del 2007, con effetti restrittivi che potranno protrarsi anche nel A questi tenderà a sommarsi una situazione meno dinamica del contesto internazionale guidata dal rallentamento previsto per gli Usa, così che la crescita del Pil Uem passerà dal 2.9% del 2006 al 2.4% del 2007 e 2% del In tutto l orizzonte della previsione, tuttavia, la crescita media del Pil Uem si mantiene attorno alla crescita potenziale grazie al contributo della domanda interna, in particolare dei consumi privati. Questi ultimi beneficeranno, infatti, di una situazione favorevole nel mercato del lavoro che continuerà a creare nuova occupazione, anche se a ritmi meno sostenuti di quanto registrato tra il 2006 e il 2007, e di una crescita prevista dei salari che garantirà il potere d acquisto senza generare tensioni inflazionistiche via aumenti del costo del lavoro per unità di prodotto. Anche per il Regno Unito il quadro prospettico si caratterizza per una decelerazione della crescita nel 2007 e nel Tale andamento sarà guidato da consumi privati meno dinamici determinati dal rientro delle quotazioni immobiliari e dalle più strette condizioni creditizie. La politica fiscale tenderà ad avere un ruolo neutrale o marginalmente restrittivo sulla formazione del reddito disponibile e la politica monetaria non imprimerà ulteriori impulsi restrittivi. 25

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