La deformazione urbana in provincia di Piacenza. Rapporti Interni

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1 Rapporti Interni Amministrazione Provinciale di Piacenza Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale La deformazione urbana in provincia di Piacenza 1 R.I. 17/07 Novembre 2007

2 Testi e grafici del presente rapporto sono stati interamente editati con software Open Source (Open Office.Org, ver. 2.3)! Amministrazione Provinciale di Piacenza - Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale OPS - Osservatorio Provinciale sulla Sostenibilità dello Sviluppo via Garibaldi 50, Piacenza. tel. 0523/795369, ops@provincia.pc.it In copertina: uno scorcio aereo della città di Piacenza, da 2

3 La deformazione urbana in provincia di Piacenza. P. Lega R. I. n 17/07 Novembre Premessa La dispersione urbana, o sprawl, è sinonimo di suburbanizzazione e cioè di quel fenomeno di veloce allargamento del tessuto edificato delle città al di fuori dei propri limiti storici avvenuto nei contesti più diversi e secondo le più diverse direttrici; oltre il 90 per cento di sviluppo urbano negli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Canada e Australia negli ultimi decenni si è localizzato nelle periferie, e le periferie sono cresciute di circa il 115% nei maggiori centri urbani dell'europa Occidentale a causa della perdita di popolazione del centro città. Le principali caratteristiche della dispersione urbana dei paesi occidentali negli ultimi decenni sono innanzitutto il forte consumo di territorio su cui vengono realizzate edificazioni con una bassa o bassissima densità di popolazione, l'allungamento dei centri abitati spesso lungo più direttrici radiali che annullano la storica compattezza dell'insediamento urbano, la progressiva separazione delle funzioni dell'abitare (si creano cioè separatamente dei centri satelliti residenziali, dei centri commerciali, dei centri di servizi, ecc.), con il conseguente incremento di domanda di mobilità per lo più privata ed individuale, l'omogeneizzazione dell'architettura, il gigantismo della scala (lo sviluppo dei satelliti tende ad essere a scala maggiore rispetto ai centri urbani storici, con edifici più grandi, strade più grandi, parcheggi più grandi, ecc.), la stratificazione sociale (satelliti per ricchi, banlieues più povere, sobborghi per immigrati, ecc.). Tra le caratteristiche della dispersione urbana, oltre allo spopolamento dei centri storici e alla riduzione della densità di popolazione, vi è appunto anche la perdita di compattezza dell'insediamento urbano, poiché la pianificazione urbanistica e il mercato immobiliare hanno privilegiato l'edificazione di nuovi insediamenti aggiunti oltre i confini degli insediamenti storici, in taluni casi lungo le principali direttrici stradali, in altri in assenza di viabilità esistente, dando luogo ad una vera e propria deformazione urbana: in ogni caso questa progressiva ramificazione della città (che ricorda una crescita frattale ) ha sempre di più reciprocamente allontanato le funzioni dell'abitare ed ha conseguentemente incrementato la mobilità individuale e tutto ciò che ne deriva (impoverimento sociale dei centri storici, aumento del traffico e dell'inquinamento, aumento della congestione, dei costi della vita urbana, dei tempi morti, ecc.) rendendo lo sviluppo urbano decisamente insostenibile sia in termini di impatto sul territorio e sull'ambiente che in termini di deterioramento della qualità globale della vita. Tipica deformazione delle nostre città è il prolungamento delle funzioni residenziali e produttive lungo gli assi di penetrazione: chi entra in una nostra grande città non sa mai quando questo ingresso sia veramente avvenuto, poiché lungo il percorso incontra capannoni, case sparse, non un segno preciso, non una Porta come avveniva per le città antiche. L'accessibilità dell'automobile nega la necessità della concentrazione urbana. Le recenti deformazioni urbane stanno determinando attorno al nucleo storico compatto e 3

4 continuo, ampie regioni di suburbanizzazione costituite da insediamenti sparsi, a bassa densità e senza identità morfologica, in cui si localizza essenzialmente la mono funzione residenziale. La scissione sempre più forte tra luogo di residenza, di lavoro, di servizio, di commercio, ecc., allunga enormemente gli spostamenti; le basse densità rendono poi impossibile o inefficace la realizzazione del trasporto pubblico. Tutto ciò rende sempre più indispensabile l'uso dell'automobile e contemporaneamente aumenta l'ingorgo, rendendo poi al tempo stesso impossibile l'uso dell'auto. Esistono diversi indici pensati per quantificare il grado di deformazione di strutture areali che si allontanano dalla forma circolare, i più semplici dei quali sono costituiti dal rapporto, diversamente strutturato, tra area e perimetro dei poligoni urbani. In questa rapida analisi si considera uno di questi indici, definito dal rapporto tra area e perimetro al quadrato. 2. Materiali e metodi. Per la quantificazione del grado di deformazione urbana nel territorio della provincia di Piacenza si è utilizzato l'indice area/perimetro nella forma I=S/P2 dove S è la superficie (m2) e P il perimetro (m), in quanto dimensionalmente costituito da un numero puro ed indipendente dalla entità della superficie. L'indice tende ad un valore di circa 0.08 (1/4* )per una superficie di forma circolare, e a circa 0.06 (1/16) per una superficie di forma quadrata. L'indice è stato calcolato sui poligoni urbani delle Carte dell'uso Reale del Suolo alla scala 1: della Regione Emilia Romagna, nelle due edizioni elaborate sulle aerofoto del 1976 e sulle immagini satellitari del A causa della diversa entità del minimo elemento cartografato nelle due edizioni della Carta (>0.55 Ha nella Carta del 1976 e >1.56 Ha nella Carta del 2003), si è proceduto a filtrare la Carta del 1976 alla risoluzione della Carta del Inoltre, per stabilire una uniformità nel confronto tra le due edizioni, si è proceduto a selezionare le classi delle legende relative alle superfici urbanizzate, e quindi: nella Carta del 1976: I = urbano e autostrade Iv = verde pubblico e privato Zi = tessuto produttivo Zm = aree non fotointerpretabili (militari) nella Carta del 2003: Ec = Tessuto residenziale compatto e denso Er = Tessuto residenziale rado Ed = Tessuto discontinuo Ia = Insediamenti produttivi industriali, artigianali e agricoli con spazi annnessi Ic = Insediamenti commerciali Is = Insediamenti di servizi pubblici e privati Io = Insediamenti ospedalieri It = Insediamenti di grandi impianti tecnologici Rm = Grandi impianti di concentramento e smistamento merci (interporti e simili) Rt = Aree per impianti delle telecomunicazioni Re = Reti ed aree per la distribuzione, la produzione ed il trasporto dell'energia Fm = Aeroporti militari 4

5 Qr = Depositi di rottami a cielo aperto, cimiteri di autoveicoli Qc = Cantieri, spazi in costruzione e scavi Vp = Parchi e ville Vt = Campeggi e strutture turistico-ricettive Vd = Parchi di divertimento e aree attrezzate Si è poi proceduto ad eliminare i poligoni relativi alla rete autostradale nella carta del 1976 e in entrambe le Carte ad unire i poligoni contigui, ad intersecare la copertura dei poligoni del territorio urbanizzato con i confini comunali, a calcolare aree e perimetri dei poligoni ed infine a calcolare l'indice I per ogni poligono; i poligoni che cadono su un confine comunale (che peraltro costituiscono nell'insieme una quota marginale) vengono tagliati sui due comuni limitrofi. Si è quindi calcolato il valore medio dell'indice per ogni Comune; per il 2003 è stato calcolato sia l'indice tal quale sulla copertura originale, sia l'indice sulla copertura filtrata dai nuovi poligoni urbani isolati che, essendo in numero rilevante rispetto alla copertura del 1976 e per lo più associabili ad una forma di tipo quadrato o rettangolare, tendono ad incrementare il valore del relativo indice medio comunale: si è calcolato cioè l'indice sui soli poligoni che risultavano avere un corrispettivo nel Dalla tabella 1 si può osservare che l'indice presenta una notevole variabilità tra i Comuni, poiché nel 2003 oscilla tra un valore massimo di ad Ottone ed un valore minimo di a Caminata, mentre presenta una media provinciale di L'andamento generale nel trentennio in esame consiste in una significativa riduzione (-8%), in quanto il valore medio provinciale è passato da nel 1976 a nel 2003; sono 34 (71% del totale) i Comuni che presentano una diminuzione dell'indice e solo 14 (29%) quelli che presentano un aumento o una costanza. Una riduzione dell'indice è ovviamente da interpretare come un allontanamento di qualche tipo dalla forma circolare, e viceversa. Se poi si considerano i valori del 2003 filtrato, le differenze aumentano: i Comuni con una riduzione dell'indice nel trentennio sono in questo caso 41 (85% del totale), e l'indice medio provinciale si riduce ulteriormente a 0.033, con una diminuzione del 14% rispetto al 1976; in questo caso gli indici comunali risultano sempre compresi tra di Ottone e di Caminata (che rimangono invariati rispetto al 2003 tale quale), ma a parte poche eccezioni, tra le quali appunto i due estremi risultano mediamente ribassati. Tra i comuni che vedono peggiorare il proprio indice dopo l'operazione di filtraggio vanno citati fra gli altri Agazzano (da -10% a -20%), Alseno (da -13% a -22%), Castell'arquato (da +7% a -18%), Gazzola, Lugagnano, Pecorara, Podenzano, S. Giorgio, Villanova, Zerba, Ziano. Tra i comuni che mantengono invece un incremento dell'indice, seppure in diminuzione nel 2003 filtrato, vanno citati Cadeo, Castelvetro, Pianello, Ponte dell'olio, Rivergaro. L'elevata presenza dei Comuni di montagna e collina con valori bassi dell'indice è verosimilmente giustificata dalla conformazione orografica degli insediamenti montani, più addossati alla strada di attraversamento e pertanto più sviluppati in senso longitudinale, mentre non è altrettanto giustificabile per i Comuni di pianura. Per considerare più da vicino le cause della riduzione o dell'incremento dell'indice, si possono osservare le figure seguenti. In fig. 1 e 2 sono riportati gli stralci della cartografia tematica dell'uso reale del suolo 1976/2003, con le coperture relative all'urbanizzato, per i Comuni di Cadeo e Rivergaro, in cui l'indice ha subito un significativo incremento nel corso del trentennio: nel caso di Cadeo, centro urbano allungato sull'asse della via Emilia, si nota che il tessuto urbano ha riempito gli spazi interclusi, riducendo l'articolazione del perimetro; lo stesso è avvenuto anche negli abitati di Chiavenna Landi, Saliceto, Fontana Fredda; nel caso di Castell'arquato il centro storico del borgo è rimasto sostanzialmente inalterato, mentre l'area urbanizzata si è estesa verso Nord Est saldandosi alla frazione di 5

6 Comune: AGAZZANO ALSENO BESENZONE BETTOLA BOBBIO BORGONOVO CADEO CALENDASCO CAMINATA CAORSO CARPANETO PIACENTINO CASTEL S.GIOVANNI CASTELL'ARQUATO CASTELVETRO CERIGNALE COLI CORTE BRUGNATELLA CORTEMAGGIORE FARINI FERRIERE FIORENZUOLA GAZZOLA GOSSOLENGO GRAGNANO GROPPARELLO LUGAGNANO MONTICELLI MORFASSO NIBBIANO OTTONE PECORARA PIACENZA PIANELLO PIOZZANO PODENZANO PONTE DELL'OLIO PONTENURE RIVERGARO ROTTOFRENO S.GIORGIO S.PIETRO IN CERRO SARMATO TRAVO VERNASCA VIGOLZONE VILLANOVA ZERBA ZIANO Valore medio diff. diff% 2003 filtr. diff. diff% % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Tab. 1 - Provincia di Piacenza. Valori medi dell'indice di forma per Comune e relative differenze assolute e percentuali. 6

7 Fig. 1 Aree urbanizzate principali in comune di Cadeo. Fig. 2 Aree urbanizzate principali in comune di Rivergaro. 7

8 Fig. 3 Aree urbanizzate principali in comune di Castell'arquato. Fig. 4 Aree urbanizzate principali in comune di Agazzano. 8

9 Fig. 5 Provincia di Piacenza. Indice di forma al 2003 per Comune. Fig. 6 Provincia di Piacenza. Differenze % nell'indice di forma tra il 1976 e il 2003 filtrato. 9

10 Ancarano di Sotto, in cui ha riempito i diversi spazi interclusi oltre ad estendersi in modo compatto; lo stesso è avvenuto nella frazione di Niviano. Questi modelli di crescita improntati ad una maggiore compattezza hanno riscontro nell'incremento dell'indice di forma nel corso del trentennio. Per contro, nel caso di Castell'arquato si assiste ad un prolungamento del borgo storico lungo gli assi delle strade provinciali verso Nord e Nord Est, nonché una crescita lineare nella direzione di Monterosso, verso Sud Est; una crescita lineare lungo l'asse stradale di Nord Est si osserva anche nella frazione di Vigolo Marchese. Nel caso del comune di Agazzano si osserva una crescita del borgo storico in direzione Nord, Ovest, Sud ed Est lungo le direttrici stradali, mentre una analoga crescita lineare dell'area urbana in direzione Sud lungo la strada per Agazzano si nota anche nella frazione di Rivasso. Queste deformazioni dei vecchi centri urbani lungo gli assi di attraversamento stradale rendono conto della riduzione dell'indice di forma. Infine dalle fig. 5 e 6 si può osservare la distribuzione comunale dell'indice nel 2003 e l'andamento percentuale tra il 1976 e il 2003 filtrato: si notano i valori distribuiti a macchia di leopardo, ma con una prevalenza dei valori più bassi dell'indice e dell'andamento nella fascia di collina e montagna; tra i valori più bassi della pianura si notano tra gli altri i Comuni di Calendasco e Rottofreno, di Monticelli e Castelvetro, di Podenzano e S. Giorgio; tra le variazioni più basse della pianura si notano quelle di Rottofreno, Caorso, S. Giorgio e Alseno. 3. Conclusioni. L'indice di forma proposto può rappresentare un indicatore valido nel diagnosticare il processo di deformazione urbana, che allontana i centri abitati da una forma più compatta e a minore dispersione; potrebbe inoltre costituire un valido indicatore per prevedere il grado di sostenibilità di una previsione urbanistica in relazione alla sua attitudine alla dispersione o al compattamento del tessuto urbanizzato. Applicato alle aree urbane principali dei Comuni della provincia di Piacenza nel trentennio 1976/2003, l'indice ha dimostrato una generale tendenza ad allontanarsi dalla forma più compatta per dirigersi verso forme più articolate e dispersive, sviluppate soprattutto lungo le direzioni degli assi di attraversamento stradale dei centri urbani, forme che inevitabilmente facilitano l'incremento della mobilità individuale. 4. Bibliografia. Paletto De Natale Gasparini Morelli Losi, L Inventario degli Alberi Fuori Foresta (IAFF) come strumento di analisi del paesaggio e supporto alle scelte di pianificazione territoriale, Forest@ 3 (2) 2006, action=html(8,363,0) AAVV, Urban sprawl in Europe, EEA Report n 10/2006, 10

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