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1 Bozza,NV 20 Settembre DOCUMENTO INTRODUTTIVO Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica Roma, 8 Ottobre 2010

2 Premessa Il problema dello sviluppo della cultura Scientifica e Tecnologica va affrontato in modo globale. Si possono esaminare i problemi e indicare il contributo e le azioni su cui dovrebbero impegnarsi i principali soggetti che ne sono coinvolti: la scuola, l università, le istituzioni e le organizzazioni culturali, le associazioni, il mondo del lavoro e le imprese, i media, i diversi soggetti sociali. Non basta però affrontare il problema da ciascuno di essi separatamente, ma occorre il più possibile creare un sistema a rete in cui i diversi soggetti interagiscano e cooperino. Questa è una delle considerazioni che costituivano l introduzione al documento che il Gruppo di Lavoro per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica ha prodotto nel 2007, documento dal quale si è dipanata l attività svolta negli anni passati. Quell introduzione costituisce ancora oggi un punto di partenza per lo sviluppo di una cultura scientifica che abbia come obiettivo il raggiungimento di una piena cittadinanza scientifica e, quindi, la possibilità da parte dei cittadini non solo di affrontare scelte consapevoli su grandi temi quali l approvvigionamento energetico,gli OGM, l ambiente, ecc., ma anche di affrontare i loro problemi quotidiani e di lavoro adottando una mentalità scientifica e usando gli strumenti della scienza e della tecnologia. C è ovviamente in questo tema il file rouge della formazione che collega indissolubilmente scuola, università e mondo del lavoro in una filiera che deve essere la più efficace e qualificata possibile, calibrata per inserire prima possibile i nostri giovani nel mercato del lavoro, con conoscenze e competenze d avanguardia. Lo sviluppo delle risorse umane richiede tempi lunghi ed una chiara politica di indirizzo. Proprio per questo una politica per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica richiede la considerazione di molti fattori, la mobilitazione di molte risorse e l azione coordinata di molti soggetti, così come ricordato all inizio di questa Premessa. Per raggiungere questo obiettivo occorre estendere il campo di azione, e passare da una sperimentazione molto ricca e di successo, ad una rigorosa e sistematica messa a sistema delle pratiche migliori. Tutto questo richiede competenze diversificate, una visione non settoriale e proposte di obiettivi ed azioni che siano il risultato di una profonda riflessione culturale su un modello di sviluppo di questo paese, che dovrà poi essere ovviamente sottoposto ai decisori politici per le valutazioni di loro competenza. La Scuola Nel ragionare delle azioni da metter in campo per raggiungere l obiettivo di una piena e compiuta cittadinanza scientifica è evidente il ruolo primario da attribuire alla formazione dei giovani. Si ritiene opportuno continuare a raccomandare il rafforzamento dello studio delle materie scientifiche. E irrinunciabile che lo studente abbia fatto esperienza e conosca il metodo sperimentale. Bisogna quindi insistere da un lato per un programma di sviluppo delle pratiche sperimentali e delle attrezzature scientifiche necessarie, e, dall altro, di progettazione e di realizzazione di spazi laboratoriali idonei nelle scuole e nel territorio. I laboratori presenti a livello territoriale e per tipologia di istituti scolastici purtroppo sono in molti casi sottoutilizzati e non adeguatamente integrati con lo studio teorico delle materie scientifiche. Infatti, il lavoro che si sviluppa in laboratorio deve prevedere una continua interazione tra teoria e pratica, tra osservazioni e rielaborazione teorica. L esperimento deve essere inteso come interrogazione ragionata dei fenomeni naturali e strumento di controllo di ipotesi interpretative. Il laboratorio deve quindi insegnare a leggere il mondo, ma anche a confrontarsi in maniera critica con delle ipotesi di lavoro. Da non sottovalutare che nel laboratorio gli studenti imparano ad agire in gruppo e in

3 modalità collaborativa: tutti e ciascuno hanno un ruolo e una funzione, anche gli studenti in difficoltà. Da ultimo, ma non per importanza, la scrittura di testi di carattere tecnico scientifico, per rielaborare criticamente gli esperimenti fatti in laboratorio, può migliorare la dimestichezza degli studenti con la scrittura e con la presentazione dei risultati. Orientamento formativo degli studenti Proprio perché la funzione formativa della scuola è notevolmente più importante di quella informativa, e roprio perché ci deve essere spazio per diverse sperimentazioni metodologiche, sia in una direzione strettamente sperimentale che in una direzione più concettuale, il laboratorio non è necessariamente un luogo attrezzato con materiale e strumenti, ma piuttosto uno spazio in cui docente e studente insieme costruiscono ed elaborano conoscenza, utilizzano le risorse messe a disposizione dalla scuola e dal territorio per incoraggiare la sperimentazione e promuovere, a partire dalla conoscenza del mondo reale, occasioni di apprendimento. Il laboratorio è stato ed è l asse portante di progetti e attività promosse dal MIUR in questi ultimi anni. Le attività del Piano nazionale per le Lauree Scientifiche si svolgeranno nei prossimi due anni accademici/anni scolastici (2010/ /12) e metteranno a sistema le pratiche migliori della sperimentazione degli anni passati. L azione di avvicinamento alla scienza per studenti nella fascia di età dall obbligo è svolta anche dal Piano Insegnare Scienze Sperimentali e da Mat@bel. La validità dei percorsi avviati richiede continuità di investimenti, per garantire una loro azione continuativa e una programmazione certa e integrata. Formazione degli insegnanti L interazione tra Scuola e Università, pur nelle rispettive competenze e autonomie, contribuirà a migliorare anche la formazione dei nuovi insegnanti. La nuova normativa sul reclutamento degli insegnanti sta completando il suo iter amministrativo. E in ogni caso ragionevole pensare che tutto il nuovo processo (formazione e reclutamento) cominci ad avere un impatto sulla scuola da qui a qualche anno. E quindi urgente porre la massima attenzione sul problema della crescita professionale degli insegnanti in servizio per: dare a tutti gli insegnanti la possibilità di accedere ad un sistema flessibile e diversificato di opportunità e attività per lo sviluppo professionale; dare ad almeno alcuni insegnanti, sulla base del merito certificato da crediti acquisiti, la possibilità di svolgere attività di alta formazione, come ad esempio dottorati di ricerca e partecipazione attiva riconosciuta e valutata a ricerche accreditate presso gruppi di ricerca istituzionali di università e altri enti; realizzare attività che siano strettamente legate a problemi e obiettivi concreti e contestualizzati nella pratica dell insegnamento e che siano collocate in una adeguata cornice teorica e si svolgano in una dimensione problematica e della ricerca. Musei Scientifici e Science Centers Non può essere trascurata la rilevanza ormai assunta dalla rete dei musei scientifici e dei science centers, per la Scuola (come luogo di didattica e sperimentazione) e per la società nel suo complesso. Anzitutto debbono continuare, secondo la loro vocazione originaria, a diffondere, in modo sempre più ampio, la cultura scientifica fra i cittadini fino a costituire un punto di riferimento per la formazione continua. Queste istituzioni possono anche avere, e spesso hanno, una funzione essenziale di supporto e integrazione dell apprendimento scolastico. Possono offrire esperti 3

4 formatori per la didattica laboratoriale, sperimentale e informale, sviluppare opportunità per un contatto diretto con scienziati e ricercatori su temi di scienza e tecnologia mirati all approfondimento e all arricchimento professionale dei docenti, mettere a disposizione ambienti di apprendimento non formale anche per rafforzare e diversificare la quotidiana didattica laboratoriale. Uno dei problemi da evitare è che queste opportunità formative rimangano episodi isolati nella vita degli studenti. Occorre attuare metodologie di integrazione, o almeno di raccordo fra esse e il curricolo in classe. E quindi opportuno sviluppare la ricerca sull apprendimento, e l insegnamento scolastico come elemento costitutivo del sistema di formazione degli insegnanti, iniziale e in servizio, in un circuito che colleghi gli istituti scolastici a università, enti di ricerca, musei e science centers di adeguata qualificazione scientifica, e imprese tecnologicamente avanzate. Formazione universitaria: I e II livello La promozione della dimensione europea dei percorsi formativi, attraverso l'elaborazione e l'attivazione di nuovi moduli, corsi e curricula di primo e secondo livello con contenuto, orientamento e organizzazione di carattere europeo, non ha sempre raggiunto il suo obiettivo. Sebbene il progetto Tuning Educational Structures in Europe, partito nel 2000, abbia fornito un occasione per ridisegnare, sviluppare, implementare, valutare e innalzare la qualità dei programmi di ciascuno dei tre cicli, l integrazione a livello europeo dei corsi di laurea di tipo scientifico è un obiettivo ancora da perseguire, anche alla luce dei diversi programmi di mobilità. I programmi Erasmus e Leonardo non coinvolgono ancora un numero significativo di studenti. Per il programma Erasmus, questo è dovuto ad una non completa disponibilità degli Atenei ad incentivare questi programmi di scambio, che sicuramente introducono dei ritardi nei tempi di laurea e non sempre sono visti come necessari. Per il programma Leonardo, va migliorato il collegamento con il mondo del lavoro. Da ultimo, ma non per importanza, c è da registrare il fatto che queste esperienze non vengono adeguatamente valutate né dagli Atenei né dal mondo del lavoro. Dottorato Il dottorato concretizza un percorso formativo mirato alla ricerca proprio attraverso la ricerca e costituisce la chiave di accesso a tutte le carriere correlate a R&S. In questo senso, il dottorato deve dare risposte alle richieste di professionalità che provengono dai settori della ricerca pubblica e privata, con l obiettivo di integrare sempre di più il sistema formativo accademico con il tessuto sociale del paese. Questa apertura degli obiettivi formativi dei corsi di dottorato è in linea con quanto concordato in sede europea negli ultimi seminari interministeriali, in particolare quelli tenuti a Salisburgo nel febbraio 2005 e a Nizza nel dicembre Il dottorato di ricerca deve essere quindi rivisitato e migliorato nell ottica della sua reale funzione, quella di percorso formativo orientato all esercizio di attività di ricerca di alta qualificazione non solo presso le Università, ma anche presso gli enti pubblici o i soggetti privati. I dottori di ricerca rappresentano lo strumento di trasferimento della conoscenza e dell'innovazione dal sistema formativo universitario al tessuto produttivo (pubblico e privato) del paese. Essi rappresentano la possibilità di competere con le nuove economie emergenti, utilizzando l arma altamente concorrenziale della conoscenza contro quella della riduzione del costo del lavoro. Tutto questo richiede un lavoro di riflessione congiunto con le Università e il mondo del lavoro per un definitivo riconoscimento del III livello della formazione terziaria

5 Mondo del lavoro Ai giovani laureati il mondo del lavoro richiede un più solido impianto culturale e metodologico di base che fornisca ai neolaureati o neodiplomati maggiori capacità di adattamento a situazioni lavorative in continua evoluzione. I dati mostrano chiaramente che ad oggi i laureati hanno le medesime opportunità di entrare nel mondo del lavoro, indipendentemente dal fatto che abbiano frequentato un Master o un corso di perfezionamento, uno stage o un tirocinio. Spesso gli studenti disponibili per i Master sono pochi e quelli disponibili sono spesso quelli che non hanno trovato lavoro. Sembra quindi importante rendere più qualificato l accesso al Master per render chiaro che non si tratta di un area di parcheggio, ma di una tra le tante offerte formative messe in campo dagli atenei. Per la riuscita di questo processo il dialogo tra Università e mondo del lavoro è irrinunciabile. I Master devono essere uno strumento dinamico (si aprono quando servono, e si chiudono quando non servono), finalizzato a sperimentare nuove forme di erogazione di servizi didattici, anche in funzione del Lifelong Learning. Entro il 2050 l Italia sarà il Paese con più persone anziane in Europa. L innalzamento delle aspettative di vita e il continuo evolvere delle conoscenze rende necessario prolungare nel tempo e scandire per tutta la vita il processo di apprendimento con modalità ancora largamente da definire. Media Oggi più che mai, per assolvere in maniera consapevole ai suoi diritti e ai suoi doveri una società democratica deve essere una società informata sui processi scientifici e culturali. Non vi è dubbio che la divulgazione scientifica sia quantitativamente molto sviluppata in Italia. Spesso il problema è il modo con cui i temi della scienza vengono trattati: la mancanza di approfondimento ha come alibi il fatto che il pubblico non capisce. Questo crea uno iato tra divulgazione e diffusione della cultura scientifica che deve essere assolutamente superato. Per quanto riguarda la RAI, è necessario sfruttare la convenzione con RAI Educational per realizzare trasmissioni specifiche su argomenti di scienza e tecnologia, e conquistare spazi nella TV generalista. In più, la rete consente di utilizzare tecnologie a basso costo e utilizzabili con semplicità sia on line che off line dagli studenti e le loro famiglie, dagli insegnanti e dai cittadini tutti. Il contributo delle università, degli enti di ricerca e delle imprese coinvolte in R&S deve essere fondamentale non solo per lo sviluppo della conoscenza, ma anche per lo sviluppo dell economia basata sulla conoscenza. La comunicazione, la diffusione e la divulgazione della ricerca scientifica, la creazione di percorsi certificati di Life long Learning, la capacità di avere un ruolo attivo nello sviluppo economico e sociale di un territorio costituiscono le premesse per accreditare azioni che avvicinino tutti ad una completa cittadinanza scientifica. Ruoli e compiti del Comitato Dal Decreto istitutivo i compiti del Comitato sono: 1. definire le azioni per la diffusione della cultura scientifica e tecnologica; 2. proporre e definire progetti e azioni di sistema rivolti alla Scuola e all Università; 3. proporre, in particolare, azioni e servizi per la formazione dei docenti e per il sostegno alla loro attività professionale; 4. suggerire soluzioni metodologiche didattiche in vista di un miglioramento dei percorsi formativi 5. esprimere l analisi della diffusione della cultura scientifica nei vari comparti: Scuola, Università e altri 6. proposte per incrementarli 5

6 7. attuare iniziative per diffonderle.

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