ESAME ESTEMPORANEO (CONGELATORE)

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1 ESAME ESTEMPORANEO (CONGELATORE)

2 E una vera e propria emergenza per il patologo in quanto deve fornire una diagnosi di certezza nel tempo più breve possibile.

3 Metodica usata sempre più frequentemente dal chirurgo, il quale con il paziente in anestesia generale, trovandosi di fronte a una neoformazione la cui natura appare dubbia, chiede al patologo una interpretazione diagnostica.

4 Oppure lo stesso medico durante l intervento chirurgico può imbattersi in un reperto macroscopico che con i mezzi di diagnosi per immagini (ecografia, mammografia ecc.), non era stato identificato.

5 Non solo: diverse volte il chirurgo dopo aver preso visione di una lesione molto piccola (intorno al cm), attraverso TAC o RMN e avendo il dubbio sulla sua natura, chiede l esame intraoperatorio.

6 La stessa procedura viene chiesta in Anatomia Patologica nei casi in cui si debba valutare con sicurezza i margini di resezione di vari organi come il colon, lo stomaco, l esofago, la mammella ecc.

7 Una volta pervenuto il tessuto in Anatomia Patologica rigorosamente a fresco senza aggiunta di qualsiasi sostanza liquida, viene trattato dal medico patologo e sezionato.

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12 Una parte del campione viene posta in un supporto metallico, con l aggiunta di una piccola quantità di gel e poi inserita in uno strumento denominato criostato per il prossimo passaggio.

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14 Dopodiché il frammento di tessuto subisce un rapido congelamento (a circa -25, -30 gradi) per pochi minuti. Dal momento in cui il tessuto da esaminare formerà con il gel un tutt uno comincerà la fase di taglio in fette sottili di circa 3-5 micron. (1 micron: millesimo di millimetro)

15 Queste fette verranno apposte sui vetrini. Appena raggiunto il numero di sezioni soddisfacente si procederà prima alla colorazione e poi alla disidratazione del materiale in una scala decrescente di alcoli.

16 Solo adesso i preparati istologici sono pronti per essere esaminati al microscopio. La tecnica di per sé dura circa 15 minuti e la risposta del patologo deve essere rapida, avendo sempre presente che il chirurgo aspetta la risposta per impostare l intervento.

17 Tecniche di laboratorio Una volta che il materiale biologico dei pezzi istologici abbia subito il procedimento di fissazione, viene trattato dal personale tecnico seguendo diversi passaggi standardizzati e supportati da diversi strumenti.

18 Fissazione Processo reso necessario dal fatto che una volta asportati dall'organismo di appartenenza i tessuti perdono rapidamente le loro proprietà chimiche e fisiche, sia a causa della variazione di temperatura e di ph, sia per l'azione dei microrganismi.

19 Tramite la fissazione si riesce a ritardare questi processi e a questo scopo i tessuti appena prelevati vengono trattati con composti chimici quali alcoli e aldeidi, i quali fissano le molecole presenti nel tessuto nello stato chimico e nella posizione in cui si trovano in vivo.

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21 Inclusione I tessuti biologici perdono la consistenza necessaria al loro mantenimento. Vengono perciò inseriti (inclusi) in materiali più resistenti che possano fungere da sostegno. Esistono diversi materiali adatti allo scopo. Il più usato è la paraffina, un composto ceroso di natura lipidica, usato nell'allestimento di preparati istologici per la microscopia ottica (fette di 4-5 micron di spessore).

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24 Taglio Perché un tessuto possa essere osservato al microscopio ottico deve essere sufficientemente sottile da permettere alla luce di attraversarlo. Per ottenere questo risultato prima dell'esame microscopico, i tessuti vengono sezionati in fette (sezioni) sottilissime, tramite uno strumento chiamato microtomo.

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26 Le sezioni poste in acqua calda per ammorbidire la paraffina vengono raccolte sui vetrini

27 Colorazione

28 Dopo colorazione le sezioni vengono coperte con un vetrino copri - oggetto

29 Preparati istologici pronti per l osservazione al microscopio

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31 Siccome con le normali colorazioni (ematossilina eosina), alcuni tumori sia benigni sia maligni possono assumere aspetti morfologici fra loro molto simili, sono state introdotte alcune tecniche avanzate che permettono al patologo di diagnosticare con sicurezza la neoplasia. Una di queste tecniche prende il nome di immunoistochimica: ausilio indispensabile oramai alla pratica rutinaria in Anatomia Patologica.

32 IMMUNOISTOCHIMICA Metodica che serve per evidenziare determinate sostanze tramite l'utilizzo di reazioni antigene-anticorpo, andando ad evidenziare dove questo complesso viene a formarsi con vari metodi (es.: enzimatici, fluorescenti). Esistono metodiche dirette o indirette. Nelle metodiche dirette si utilizza un unico anticorpo diretto contro la molecola da ricercare e questo stesso anticorpo lega una sostanza colorata che ne permette la visualizzazione.

33 In questo modo si ottiene un vetrino che permette di individuare esclusivamente le cellule che compongono la neoplasia evidenziando inoltre le sue caratteristiche. Questa tecnica serve anche quando la quantità del tumore è esigua e deve essere documentata.

34 BIOLOGIA MOLECOLARE Branca della biologia che studia gli esseri viventi a livello dei meccanismi molecolari concentrandosi in particolare sulle interazioni tra le macromolecole ovvero proteine e acidi nucleici (DNA e RNA). Per biologia molecolare si intendono spesso una serie di tecniche che consentono la rilevazione, l'analisi, la manipolazione, l'amplificazione (PCR) e la copia (clonaggio) degli acidi nucleici.

35 Traslocazione t(14;18) IgH-Bcl2 Locus MBR Locus mcr MW 100 bp C+ C C+ C - MW 100 bp ~60% dei casi ~15% dei casi

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37 Processi biologici progressivi Iperplasia: porta alla crescita del volume di un organo o di un tessuto per aumento del numero delle cellule che lo costituiscono. Ipertrofia: aumento del volume di un organo o di una struttura anatomica che è causato da un aumento del volume cellulare.

38 Metaplasia: modificazione reversibile -per cui si può ancora recuperare la funzione. Si ha quando un tessuto viene sostituito da un altro tessuto. La trasformazione di un tipo cellulare in un altro tipo cellulare è un processo che coinvolge l'esposizione del tessuto in questione a stimoli non propri (es. processi infiammatori di tipo cronico).

39 L esempio più comune è rappresentato dalla trasformazione dell epitelio gastrico (subito al disotto dell esofago), in epitelio di tipo intestinale. Viene quindi chiamata metaplasia intestinale della mucosa gastrica dovuta all azione continua dell acido cloridrico di provenienza gastrica sulla mucosa gastroesofagea. Malattia da reflusso gastro-esofageo (esofago di Barrett).

40 Il processo metaplastico non produce un danno strutturale, ma un danno funzionale dovuto alla perdita delle caratteristiche tipiche del tessuto (o di una sua area). La reversibilità del processo metaplastico è dovuta al fatto che, essendo il genoma cellulare integro e conservato, al ristabilirsi delle condizioni iniziali sarà sempre possibile, per la cellula, esprimere nuovamente i geni precedentemente repressi.

41 I processi metaplastici possono indurre la formazione di neoformazioni non tumorali dovute a iperplasia da stimolo (ormonale, chimico, fisico), come, ad esempio alcuni polipi intestinali. L'eccessiva esposizione a stress dei tessuti metaplastici può dare origine ad alterazioni nella replicazione mitotica con danno genomico (mutazione,delezione, ecc.). Queste alterazioni genomiche possono dar luogo alla formazione di neoplasie.

42 Displasia: anormale composizione cellulare di un organo o tessuto, una modificazione della proliferazione di un tessuto. Il tessuto displastico presenta cambiamenti nella velocità di riproduzione dei suoi elementi cellulari, la quale sfugge ai sistemi di controllo. Non si tratta di cellule tumorali, siano esse benigne o maligne, ma di cellule che hanno subito un cambiamento, in seguito ad esposizione ad un agente, sia esso fisico (radiazioni), chimico (idrocarburi aromatici o altre sostanze) o biologico (virus oncogeno).

43 Il processo displastico può essere difficilmente reversibile; le cellule possono tornare alla loro condizione di cellule normali, mentre una cellula tumorale trasformata non può farlo più. Le cellule displastiche sono cellule uguali alle altre cellule normali sotto l'aspetto differenziativo, pur cambiando qualcosa a livello morfologico; un esempio è la perdita della distinzione tra i poli della cellula (polo basale e polo apicale).

44 Quando la cellula perde le sue peculiarità morfologiche del tessuto da cui deriva e risulta trasformata irreversibilmente, allora si ha una cellula neoplastica a tutti gli effetti. In un certo senso si può dire che la cellula neoplastica maligna riassume le peculiarità della cellula displastica (proliferante) e della cellula anaplastica (indifferenziata).

45 CITOLOGIA Studio morfologico di cellule isolate prelevate da organi solidi o cavi mediante tecniche di agoaspirazione, lavaggio, spazzolamento o per esfoliazione. La citologia può essere di tipo diagnostico, se si sospetta già una malattia (tiroide, linfonodo, mammella, fegato, polmone, urina) o di screening, se viene eseguita su persone apparentemente sane al fine di prevenire la possibile comparsa di una malattia (es pap test).

46 Il vantaggio principale della citologia rispetto alla biopsia è la minore invasività e quindi la migliore tollerabilità per il paziente. La citologia presenta tuttavia solitamente una minore sensibilità e specificità diagnostica della biopsia.

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51 Agoaspirato della mammella

52 PAP TEST

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