PALERMO CHE NON T ASPETTI

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1 PALERMO CHE NON T ASPETTI Caos creativo Nel living (in basso), il divano Neoz di P. Starck, le facce di Huang Yan, i quadri Testimoni di G. Sozzi e la poltroncina di O. Borsani anni 50. Lo studio déco Sulla scrivania in radica (pag. acc.), un ritratto di Benny Chirco e la lampada Lio. Al muro: un ovale di L. Bartolini e, in alto, una luce in carta opera di Flavio Albanese. Memorie d oggi Restyling eclettico di una dimora del 700. Vernici, bianca, rossa e blu. Arte contemporanea, raffinati objects trouvés ed echi di Mediterraneo. Servizio di FRANCESCA SANTAMBROGIO. Testo di LAURA LEONELLI. Foto di GRAZIA CASA 91

2 Scenografia candida Solitaria e suggestiva, una seduta prototipo (in basso) di Tokujin Yoshioka, accanto a un tappeto tulu comprato a Istanbul. Al muro, una rara opera in bianco di Alighiero Boetti. Salotto rosso Anni 50, le poltroncine rubino (pag. acc.) su tappeti tulu. Come mobili, vetrine in ferro di uso ospedaliero. E alle pareti una variegata collezione d arte: la grande tela rossa è di Tonio Trzebinski, la fotografia di Filicudi di Paola Pivi e il volto bianco con disegni di Huang Yan.

3 Incontri insoliti In un angolo (in basso), sedute di Arflex e fotografie di Anton Corbijn. L arte dell ospitalità Rigorosamente chiari (pag. accanto) il tavolo in legno, disegnato dal padrone di casa, con sedie Bo, la lampada in carta e l armadio in alluminio. Un tocco di blu, l installazione a parete di Hiroyuki Masuyama. 94 GRAZIA CASA 94 GRAZIA CASA Piove dall alto, come una manciata di sale o di neve miracolosa in una città calda e bruciata dal sole. È la luce di una casa nel centro storico di Palermo. È la casa abbacinata di Flavio Albanese, raffinatissimo cultore d architettura, collezionista d arte dei più lungimiranti, oggi anche direttore di Domus. Un uomo nato tra le nebbie venete e le proporzioni palladiane. Un uomo in cerca di un altro sole, di un altra forza di natura, al punto da ritrovarsi, trent anni fa, a Pantelleria e costruirsi lì, tra i primi, una splendida dimora. «Da allora», racconta Albanese nel suo studio di Vicenza, «mi sono nutrito della bellezza e dell intensità della Sicilia e le amicizie nate qui sono diventate tra le più care e importanti della mia vita». Ed è proprio una coppia di amici palermitani a segnalare nel capoluogo l esistenza di un palazzo settecentesco, in totale degrado, a un passo dalla Cattedrale e a cavallo delle Mura Puniche. Pietre antichissime, consumate. Il guscio migliore, il più emotivo e mediterraneo, per esaltare le linee di un progetto, firmato dallo stesso padrone di casa, che ha ridisegnato completamente gli interni, suddividendoli in quattro piani, collegati scenograficamente da una scala che corre parallela alla scalinata esterna e si conclude in un gioco di terrazze. Interno ed esterno. Un dialogo di voci forti e armoniose. Punto di incontro, il bianco assoluto, arabo, delle pareti e i soffitti a volta, «che ho voluto mantenere nel loro intonaco originale, sofferto come fosse una tela di Pollock realizzata dal tempo». La contemporaneità viene dal passato ed è questa consapevolezza che ha trasformato il palazzo di Flavio Albanese in un museo personalissimo dove esporre le opere della sua collezione, in periodico aggiornamento. A rimanere fisso è l arredo, da una scrivania in radica déco alle poltrone anni 50, accanto a quelle contemporanee, ai mobili in ferro e vetro di uso ospedaliero, acquistati tutti dai trovarobe palermitani, «ancora oggi una miniera di tesori inesauribile». Due colori base, il rosso e il blu, esaltano la varietà delle forme. Il piacere decorativo è invece affidato a una collezione di vecchi tappeti tulu, «che ho comprato a Istanbul e che mi sorprendono sempre per la varietà delle loro sfumature di bianco e di indaco». E dalla Turchia, nel destino tragico di un artista apolide, Costa Vece, giunge un opera di grande emozione, una bandiera di stracci, tenuti insieme a fatica, da centinaia di spille. Destino precario che segna, anche nella casa di Albanese, il passaggio tra due realtà. A questo, del resto, sono chiamate le opere d arte, a segnare il clima e la temperatura di ogni ambiente. Gli sbalzi sono notevoli: da un salotto dove risplendono con forza le grandi tele, Testimoni, di Giandomenico Sozzi, e accanto a loro i volti/totem di Huang Yan, a un altro living, più freddo, più chiuso dove a imporsi è un ritratto on the road di Dennis Hopper. Aria di Los Angeles e occhiali a specchio. Giustamente perché la luce di Palermo, luce d arte e di vita intensa, è sempre fortissima

4 Il salotto blu Nel chiaro involucro settecentesco, che mostra sul soffitto a volta l intonaco originale e sofferto, spicca il blu delle poltroncine vintage acquistate da un trovarobe in città e risaltano le opere d arte: una serie di cinque tele di Francesco Vezzoli alla parete, l installazione sul tavolino Notti Bianche di Giulio Paolini e, sulla parete a destra, il piccolo quadro di Elizabeth Peyton. 96 GRAZIA CASA

5 Sogni in bianco e nero Essenziale, la stanza da notte ospita solo due poltroncine nere Costa di Philippe Starck, un vecchia vetrina da infermieria e una serie di tele, regalo della gallerista americana Holly Solomon. Storie mediterranee Come un invito a fermarsi a riflettere (pag. accanto), la bandiera turca stracciata, opera dell artista Costa Vece, e la sedia in corda prototipo di Rodolfo Dordoni. Per saperne di più vai a pag. 142 GRAZIA CASA 99