LE CARTE DI IMPATTO DEL CINGHIALE IN REGIONE PIEMONTE

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1 LE CARTE DI IMPATTO DEL CINGHIALE IN REGIONE PIEMONTE Assessorato Agricoltura, Tutela della fauna e della flora Direzione Agricoltura Osservatorio regionale sulla fauna selvatica

2 Perché le carte di impatto del cinghiale? L.R. 9/2000 Art. 2 Comma 6: La Giunta regionale definisce le unità territoriali per la gestione del cinghiale individuando: a) le aree ad alta vocazionalità agro-silvo-pastorale dove la specie deve essere oggetto di controllo e contenimento costante; b) le aree dove l'uso del suolo e del territorio sono compatibili con una presenza equilibrata della specie. Il legislatore ha dato quindi per scontato quello che si sapeva da tempo, e cioè che non è possibile stimare la presenza del cinghiale in modo attendibile e che quindi, per l attuazione delle strategie di contenimento, occorre considerare l impatto sulle attività antropiche anche in funzione dell uso del suolo.

3 La successiva DGR di attuazione della LR 9/2000 ha portato all elaborazione di una carta delle unità territoriali per la gestione del cinghiale che suddivideva il territorio regionale tre tipologie: Aree di tipo A: aree finalizzate all utilizzo produttivo in cui la presenza del cinghiale NON E COMPATIBILE con le attività antropiche, e nelle quali gli interventi dovranno tendere all eradicazione. Aree di tipo A1: sono i territori caratterizzati dalla presenza frammentata di aree antropizzate ed aree a copertura vegetale naturale. Gli interventi di contenimento sono finalizzati alla riduzione progressiva dei danni all agricoltura nonché alla limitazione dell espansione Aree di tipo B: zone ad elevata prevalenza di copertura vegetale e bassa prevalenza di zone antropizzate, dove il potenziale danno del cinghiale sulle attività antropiche è quantitativamente basso. Gli interventi eventuali devono assicurare il mentenimento dello status quo.

4 L elaborazione finale ha portato alla presente suddivisione del territorio regionale. Questo sistema si è rivelato idoneo per la riduzione dei danneggiamenti da cinghiale?

5 EVENTI DI DANNO ANNO 2000

6 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

7 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

8 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

9 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

10 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

11 EVENTI DI DANNO ANNI (cumulati)

12 L elaborazione finale ha portato alla presente suddivisione del territorio regionale. A QUESTO PUNTO APPARE EVIDENTE CHE QUESTO TIPO DI APPROCCIO, NONOSTANTE LE BUONE INTENZIONI, RISULTA DIFFICILMENTE APPLICABILE.

13 Occorre quindi ripensare ad una più efficace suddivisione del territorio regionale, che tenga conto dell ecologia della specie, del suo impatto sulle attività antropiche, dell uso del suolo e dell evoluzione ambientale in corso in molte aree piemontesi. Tale elaborazione dovrà essere concretamente utile ai fini della pianificazione delle strategie di contenimento (e anche di quelle prettamente venatorie). Allo stato attuale i soggetti coinvolti dalla norma nell attuazione dei piani di controllo, Province in primis, hanno agito più o meno autonomamente, sulla base di proprie elaborazioni della carta dell impatto, quasi sempre basandosi su classificazione del territorio su base comunale.

14 Solitamente le elaborazioni grafiche inerenti l impatto del cinghiale sulle colture sono redatte secondo i dati relativi all entità del danno per unità di superficie, intesa come totalità del territorio comunale o come S.A.S.P.. La differenza tra le carte che utilizzano il territorio totale e quelle che si basano sulla S.A.S.P. è indicativa soltanto se si considerano ambiti territoriali non troppo estesi, mentre a livello provinciale e regionale non è così significativa. In altri casi vengono elaborate delle carte che tengono conto di altri fattori oltre l importo economico, quali ad esempio il numero di eventi (perizie) e il numero di incidenti.

15 Carta dell impatto sulle colture per superficie comunale totale

16 Carta dell impatto sulle colture per S.A.S.P. comunale

17 L UTILIZZO DEL DATO INCIDENTE PER LA STESURA DI UNA CARTA DELL IMPATTO E CONDIZIONATO DA DUE FATTORI: 1. Gli incidenti spesso vengono rilevati e archiviati senza l indicazione esatta del punto in cui si verificano (chilometro, punto GPS), e per questo motivo le carte che descrivono il fenomeno sono elaborate suddividendo gli eventi per la superficie comunale. 2. Non esiste una correlazione definita tra impatto sulle colture (legata direttamente alle densità) e frequenza degli incidenti. Questo fatto si spiega tenendo presente che l impatto sulla viabilità è un fenomeno in buona parte casuale che dipende, oltre che dalla densità di animali, anche dalla tipologia della strada, dal suo grado di utilizzo, dall orografia della zona, ecc..

18 CARTA DELL IMPATTO SULLE COLTURE IN PROVINCIA DI TO

19 CARTA DELL IMPATTO SULLA VIABILITA IN PROVINCIA DI TO

20 Bisogna tenere presente comunque che il controllo numerico del cinghiale viene attuato soprattutto in risposta a situazioni di emergenza rilevate in tempo reale spesso su richiesta delle amministrazioni locali e delle associazioni agricole. Questa estemporaneità degli interventi, necessaria soprattutto per tamponare singole criticità e mitigare situazioni conflittuali, non deve comunque interferire con la pianificazione a medio e lungo termine, che deve basarsi sulle elaborazioni di cui parliamo oggi.

21 CONTROLLO EMERGENZA CARTA IMPATTO SEGNALAZIONE PIANIFICAZIONE CONTROLLO INTERVENTO PREVENZIONE PRELIEVO

22 Le carte d impatto redatte su base comunale descrivono il problema in maniera piuttosto superficiale. Non tengono conto di un elemento fondamentale per pianificare azioni veramente efficaci: IL LUOGO IN CUI È AVVENUTO IL DANNEGGIAMENTO.

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24 La cartografia degli impatti su base comunale, come quella ufficiale della zonazione non rappresentano il dato di maggiore interesse per una corretta pianificazione della gestione di questa specie. LE AREE A MAGGIORE IDONEITÀ PER IL CINGHIALE L Osservatorio Regionale per la Fauna selvatica si è posto come obiettivo l elaborazione di un modello di vocazionalità e di una carta del rischio che possano essere utilizzati in maniera univoca dalle Province e da tutti i soggetti coinvolti nella gestione del cinghiale. In questa sede vengono presentate le ipotesi di lavoro per la suddetta elaborazione e saranno bene accetti ogni tipo di commento e suggerimento che possa portare ad un risultato condiviso.

25 Il modello costruito è di tipo a punti : Ad ogni variabile, cioè, è stato attribuito un punteggio variabile sulla base delle preferenze della specie. Le variabili finora prese in considerazione sono due: QUOTA (suddivisa in fasce altitudinali) VEGETAZIONE (per classi: boschi di latifoglie, conifere, arbusteti ) La formula applicata per il calcolo dell idoneità è: IDONEITÀ=QUOTA*VEGETAZIONE

26 La griglia di calcolo del modello è su base chilometrica: Ogni cella ha il lato di 1 Km e superficie 100 ha (1 Km 2 ) I valori ottenuti per ogni singola cella sono stati riclassificati in cinque classi di idoneità: Bassa Medio bassa Media Medio alta Alta

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28 Per definire le aree a maggiore rischio si è scelto di considerare solamente le aree a maggiore idoneità (da MEDIA ad ELEVATA) e creare 3 buffer di 1 Km di profondità a rischio decrescente con l aumentare della distanza dal centro.

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30 Incrociando le aree a maggiore rischio per l agricoltura con particolari realtà, quali ad esempio le aree risicole piemontesi, si possono definire in modo più preciso le aree in cui è importante intervenire per prevenire il danno da cinghiale alle colture.

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32 Attualmente le carte dell impatto, sia quelle elaborate dalla Regione che quelle provinciali, sono caratterizzate da un aggiornamento annuale, il quale rappresenta probabilmente il limite maggiore di questi strumenti, dipendende dal fatto che i soggetti individuati dalla norma sono molteplici (Province, CA, ATC, AFV, AATV). Perché una carta dell impatto diventi uno strumento oggettivamente utile anche per la programmazione degli interventi a medio-breve termine occorre che tutti i soggetti coinvolti collaborino per mettere a disposizione i propri dati aggiornandoli il più frequentemente possibile. A tal fine l archivio virtuale rappresentato dalla BANCA DATI FAUNISTICA REGIONALE costituisce uno strumento ormai collaudato su cui far confluire tutti i dati relativi all impatto della fauna selvatica sulle attività antropiche. A breve, inoltre, l archivio danni agricoli di questa banca dati sarà online e aggiornabile in tempo reale da tutti gli enti preposti permettendo una maggiore efficacia delle elaborazioni appena illustrate.

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