Le immobilizzazioni permanenti
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- Gaspare Aureliano Nicolosi
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1 Le immobilizzazioni permanenti E un metodo di immobilizzazione del sistema muscolo scheletrico che essenzialmente deve comprendere le articolazioni a monte e a valle rispetto al focolaio di frattura.
2 GESSI DI POSIZIONE Scopo: mantiene la posizione neutra dell arto (fratture composte, distorsioni, dopoun trattamento cruento) GESSI DI RIDUZIONE Scopo: riallineamento dei monconi ossei e successiva immobilizzazione (fratture scomposte) RIDUZIONE CRUENTA O INCRUENTA
3 IMMOBILIZZAZIONE PERMANENTE obiettivi attenuare dolore processo di riparazione evitare incovenienti riposo riduzione contrattura muscolare fenomeni biologici riparativi NEUROLOGICI CIRCOLATORI DEGENERATIVI
4 Apparecchi gessati Materiale: Maglia tubolare Cotone di germania Bende gessate Bende in resina Catino per l acqua Guanti monouso Forbici di Lorenz Pinze per divaricazione
5 Regole da rispettare: Far assumere la posizione funzionale Lavorare con rapidità Strizzare le fasce in maniera corretta Fare attenzione alla resistenza delle fasce Mantenere la posizione per il tempo necessario.
6 Confezionamento di un Apparecchio contenitivo 1) Valutazione del segmento anatomico da trattare Presenza di edema; Escoriazioni o ferite; Dermatiti; Fare attenzione alle prominenze ossee; Togliere anelli, bracciali.
7 Mantenere l atmosfera di lavoro tranquilla Togliere anelli, bracciali e smalto dalle unghie Se necessario somministrare analgesici Mantenere l arto in scarico Assumere la posizione di lavoro Girare le fasce dall esterno verso l interno Eseguire giri circolari che ricoprano di 2/3 il giro precedente Non tirare eccessivamente la fascia
8 Confezionamento di un Apparecchio contenitivo 2) Maglia Tubolare La sua funzione principale è quella di protezione della cute
9 Confezionamento di un Apparecchio contenitivo 3) Cotone di Germania Crea uno spazio elastico di protezione tra cute e gesso, assorbendo l umidità prodotta con la sudorazione.
10 Attenzione: 1. Non applicare molti strati di imbottiutra 2. Controllare però le zone a rischio 3. Medicare eventuali ferite 4. Non usare cerotti 5. Sotto il gesso non devono toccarsi superfici cutanee opposte 6. L imbottitura deve essere di poco più lunga del gesso 7. Asciugare la cute
11 Confezionamento di un Apparecchio contenitivo 4)Bende in resina o gesso Bende in gesso: maggiore modellabilità (gesso a presa rapida o a presa normale); Bende in resina: minore tempo di presa, minore modellabilità.
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13 CONTROLLI: 1.il gesso deve essere aderente ma non stretto 2.non precludere la mobilità delle articolazioni non interessate dal focolaio di frattura 3.spiegare al paziente la necessità di muovere le dita libere, di tenere l arto in scarico con cuscini ad esempio 4.che le estremità non presentino edemi, parestesie, cianosi, cute fredda dopo il gesso o che non compaiano cattivi odori dall interno 5.che il gesso non sia troppo largo 6.che il gesso non sia troppo corto rispetto alla sua funzione 7.che il paziente non presenti dolori localizzati in sede lontane dalla frattura 8.che il gesso non presenti crepe o cedimenti 9. spiegare l utilità delle terapie con eparine a basso peso molecolare 10.Mentre usa ausili come la padella, posizionare un cuscino sotto l arto inferiore con gesso 11.Spiegare al paziente dinnon grattare all interno del gesso con strumenti quali stampelle o spiedini o di avvisare il medico se sono penetrati corpi estranei 12.Di non far entrare l acqua all interno del gesso
14 Tipologie di immobilizzazione Dell Arto Superiore Antibrachio Metacarpale Brachio Metacarpale
15 Tipologie di immobilizzazione nell Arto Inferiore Stivaletto Gessato coscia-podalico
16 BUSTI GESSATI
17 OSTEOSINTESI Compressione interframmentare: a) statica b) Dinamica Stabilizzazione attraverso mezzi che assorbono le forze: a) Intramidollare b) Extramidollare c) Stabilizzazione esterna (fissatore esterna Definizione: trattamento della frattura attraverso un intervento chirurgico con riduzione cruenta della frattura e stabilizzazione con l ausilio di mezzi d osteosintesi per la riduzione diretta a cielo aperto, si raccomanda di intervenire entro 6 ore (sviluppo di edema) Con sviluppo di edema significativo, e anche se l intervento non viene eseguito nelle prime 48 ore, in generale più sicuro procedere a una stabilizzazione provvisoria e attendere 7-10 giorni
18 Vantaggi: riposizione anatomica esatta mobilizzazione precoce fissazione stabile dei frammenti breve ricovero (circa 5 giorni) Svantaggi: rischio di infezione rischio della narcosi / anestesia circatrice possibile secondo intervento per rimozione sintesi Fissazione extramidollare: osteosintesi con viti osteosintesi con placche osteosintesi con fili di Kirschner osterosintesi con cerchiaggio fissatore esterna Fissazione intramidollare Chiodi endomidollari Endoprotesi Artroprotesi
19 Placca con viti Stabilità ottenuta tramite compressione statica in un osso di buona qualità, richiede però un ampia esposizione con possibile disturbo della vascolarizzazione per contatto placca osso. Per grandi e piccoli frammenti
20 La compressione dinamica: Si tratta di una compressione interframmentaria che si rinnova e rinforza in continuazione attraverso i movimenti muscolari Chiodi e fili endomidollari Chiodo gamma
21 Fissatore esterno
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23 Artroprotesi Interessa tutta l articolazione Ginocchio Anca Capitello radiale
24 Endoprotesi Nelle fratture di collo di femore
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