DIVERSIFICAZIONE E PERFORMANCE. Progetto di ricerca

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1 DIVERSIFICAZIONE E PERFORMANCE Progetto di ricerca Premessa La diversificazione rappresenta, ormai da qualche anno, uno dei temi verso i quali esperti e studiosi di finanza e di management rivolgono grande attenzione. L interesse per questo argomento nasce dal fatto che: 1. i contributi alla operazionalizzazione del costrutto diversificazione sono tanti, per cui è necessaria un adeguata review della letteratura con l obiettivo di far convergere gli approcci soggettivi e oggettivi; 2. la diversificazione consente alle imprese di fare propri i vantaggi ottenibili operando in diversi mercati ed alcuni importanti eventi, quali internet e la globalizzazione, amplificano questo effetto; 3. mancanza di univocità nella ricerca empirica sulla relazione tra diversificazione e performance dell impresa, legata all utilizzo di diverse misure utili a descrivere il costrutto della diversificazione. Lo scopo di questa ricerca è analizzare il legame esistente tra le performance ottenute dalle imprese nel contesto nazionale e il loro grado di diversificazione, in termini di diversificazioni in business correlati oppure non correlati. La letteratura empirica sulla corporate diversification in Italia è alquanto scarna. Pochi sono stati gli studi che hanno esaminato direttamente questo fenomeno e nessuno di questi ha fornito con chiarezza gli effetti della diversificazione sul valore delle imprese italiane. Alcuni studi si sono limitati, infatti, ad osservare il trend nel tempo del grado di diversificazione (Alzona,1986; Consolati e Riva, 1988;Vannoni, 1999) Il presente lavoro si pone l obiettivo di aggiungere un contributo di conoscenza su tale tema, cercando di verificare, su un campione rappresentativo di imprese italiane quotate e non, quale sia l impatto della diversificazione industriale sulle performance di tali imprese. a. Attualità/rilevanza teorico/operativa del tema I manager italiani spesso trovano difficoltà a convincere i Consigli di Amministrazione delle loro imprese a intraprendere scelte strategiche di diversificazione facendo leva su una strategia di prodotto piuttosto che una strategia di mercato. In un mercato in forte espansione e caratterizzato da un elevata sofisticazione della domanda, la possibilità di generare valore diversificando la propria attività è una tematica strategica che tutte le imprese devono affrontare. È necessario investigare, all interno del contesto nazionale, l esistenza degli elementi indispensabili affinché l ingresso in settori vicini al core business possa avere effetti positivi sulle performance. La teoria suggerisce che, quanto più l impresa è dotata di risorse specifiche, tanto maggiore sarà la possibilità di creare valore con la diversificazione correlata, grazie alla condivisione tra le attività, di risorse rare, difficilmente imitabili e non trasferibili (Amit 1972, Rumelt 1984, Montgomery- Wernerfelt 1988, Barney 1991, Robins 1992, Peteraf 1993). Attualmente non sappiamo se le imprese italiane hanno queste risorse di grande valore, grazie alle quali la conquista di una posizione di vantaggio competitivo con l entrata in nuove attività risulta essere strategicamente possibile ed operativamente conveniente. Ma un gap di conoscenza esiste anche in merito a quali cambiamenti derivanti dalla diversificazione devono essere accompagnati da una adeguata modifica delle strutture organizzative.

2 Williamson (1967) guarda al limite della diversificazione in termini di processi informativi. Il top management deve raccogliere informazioni dai livelli operativi dell impresa e trasmettere ai livelli inferiori direttive, in base all informazione ricevuta. Ma, alcune informazioni vengono smarrite, altre ricevute in modo distorto, nel passaggio da un livello gerarchico all altro. Pertanto il tema diversificazione e performance risulta, per manager in nuce, attuale e ricco di interessanti spunti di studio. b. Obiettivi e contenuti della ricerca L approfondimento empirico della ricerca sulla relazione fra diversificazione e performance verrà condotto attraverso la costruzione di due modelli d analisi, volti a indagare nel contesto italiano diverse ipotesi di ricerca formulate sulla tematica. Proprio l applicazione di un analisi empirica, focalizzata su un campione variamente ampio di imprese italiane, rappresenta un elemento di originalità del presente lavoro. In particolare attraverso un primo modello si vuole indagare la relazione fra diversificazione e performance, con particolare riferimento sull influenza della diversificazione sulle performance aziendali. La variabile dipendente sarà rappresentato da un insieme di proxy delle performance aziendali, mentre le variabili indipendenti verranno definite una volta completata l analisi della letteratura sulla diversificazione. In generale si pone l obiettivo di apprezzare il livello di diversificazione attraverso i principali indicatori presenti in letteratura (indici di Entropia, di Russel e indici di Resource-based). Il secondo modello, invece, sarà orientato alla ricerca dell influenza che la diversificazione esercita sul valore di mercato dell impresa, nel tentativo di chiarire se la corporate diversification crea o distrugge valore. c. Metodologia La metodologia prevede innanzitutto una ricerca bibliografica approfondita e completa riguardante sia le pubblicazioni scientifiche che quelle di taglio più pratico. L analisi empirica verrà condotta su un campione di imprese e di gruppi di imprese italiani. La scelta di effettuare l analisi a livello di gruppo deriva principalmente dalle peculiari caratteristiche del capitalismo italiano: a tal fine sarà necessario ricorre all acquisizione di una banca dati ben fornita, sia a livello di osservazioni, sia a livello di arco temporale considerato, in modo da ottenere un attendibile risultato dalla ricerca effettuata. d. Gruppo di ricerca Il gruppo di ricerca è composto da Pietro De Giovanni, Raffaele Staglianò e Mariacristina De Stefano (si veda il curricula allegato). e. Impegno finanziario richiesto Si veda il foglio excel allegato.

3 f. Output atteso e tempo di realizzazione Il lavoro di ricerca si concluderà entro un anno e l output atteso consisterà in: uno o più working paper (in lingua italiana e inglese); un contributo che parteciperà ad un convegno internazionale, EFA oppure EFMA, nell ambito del quale verranno presentate le principali conclusioni della ricerca. Allegati: 1. bozza di indice del progetto di ricerca; 2. bibliografia; 3. foglio excel relativo all impegno finanziario richiesto; 4. curricula.

4 Indice DIVERSIFICAZIONE E PERFORMANCE Introduzione Review della letteratura e Operazionalizzazione del costrutti Il costrutto diversificazione Il costrutto performance La relazione tra diversificazione e performance Diversificazione e performance: modelli empirici Review della letteratura sui modelli utilizzabili Modello diversificazione e performance Modello diversificazione e valore dell impresa Diversificazione e performance: Analisi empirica in Italia Scelta del campione italiano Diversificazione e performance: Verifica empirica Conclusioni e proposte di ricerca future

5 RPINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Alzona, G., (1986), Diversificazione e controllo della grande industria italiana negli anni della ristrutturazione: principali mutamenti e schemi interpretativi, Industria, a.vii, n. 2, aprile-giugno CARIOLA A., (2001), I progetti di investimento per lo sviluppo dei sistemi locali di imprese, Cedam, Padova. Consolati, L. & A. Riva, (1988), La diversificazione dei grandi gruppi italiani : le tendenze degli anni ottanta, Economia e politica industrial, n. 60. DEMATTÉ C.-, (1994), Governo d impresa fra arte e professione, Economia & Management, n. 1. DI GIACOMO E., (1997), La Corporate Governance innova la struttura organizzativa aziendale, Amministrazione & Finanza, n. 17. GALLINARO S., (1995), Il contributo della teoria dell agenzia, in CASELLI L. (a cura di), Le parole dell impresa: guida alla lettura e al cambiamento, Franco Angeli, Milano. JENSEN M., (1986), Agency Costs of Free Cash Flow, Corporate Finance, and Takeover, American Economic Review, vol. 76. KAPLAN R.S., NORTON D. P.-, (1993), Putting the Balanced Scorecard to work, Boston (MA), Harvard Business Review, sett.-ott. KOTLER P., (1992), Marketing Management, Isedi, Torino. LA ROCCA M., (2001), Scelte di struttura finanziaria, Finanza Marketing e Produzione, n 4. LANZA A.-, (2002) Imprenditorialità e capitale sociale, Carocci editore, Roma. PETERAF M., (1993), The comerstones of competitive advantage: a resource-based view, Strategic Management Journal, 14 Rumelt, R. P. Strategy, Structure, and Economic Performance, Harvard University Press, Cambridge, MA, Vannoni, D., (1999), Corporate restructuring and the single european market, University of Torino and Ceris-CNR, Working Paper Wernerfelt, B. & C.A. Montgomery, (1988), Tobin s q and the importance of focus in firm performance, American Economic Review, 78: Williamson, O. E., (1967), Hierarchical Control and Optimum Firm Size, Journal of Political Economy, 75 (2):

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