Buone pratiche per una nuova didattica: il CLIL e la ricerca azione

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1 Buone pratiche per una nuova didattica: il CLIL e la ricerca azione a cura di Graziano Serragiotto serragiotto@unive.it

2 CLIL Content and Language Integrated Learning Uso veicolare della lingua straniera

3 CLIL Per materie non linguistiche Contenuti disciplinari

4 Motivazioni linguistiche incremento di esposizione alla lingua straniera maggiore autenticità della lingua maggiore autenticità delle attività le conoscenze extralinguistiche rendono comprensibile l input spostamento dell attenzione dalla forma linguistica ai contenuti

5 Altre motivazioni Contenuto Metodologia Motivazione.

6 CUMMINS distingue in due tipi di competenze BICS (Basic Interpersonal Communicative Skills) competenza con interazioni non sofisticate su argomenti comuni e quotidiani (insegnamento tradizionale) CALP (Cognitive Academic Language Proficiency) competenza elaborata e sofisticata con attività cognitive d ordine superiore (insegnamento veicolare)

7 Input (un concetto) Verifica comprensione contenuti e lingua Applicazione

8 Sfida Esempio con il video Attività possibili

9 Expectancy grammar Anticipazione Esempio dialogo al bar

10 Valutazione Feedback Esempio verifica scritta

11 Indicazioni prima della lezione Far avere agli studenti la scaletta: argomenti, qualche parola chiave) leggere insieme lo schema fornire l input in maniera ridondante illustrare gli elementi astratti con esempi concreti evidenziare i marcatori (di ordine logico, tempo, causa-effetto, )

12 Attenzioni didattiche: enfatizzare le sezioni importanti, riprendere i punti., ecc.) far lavorare gli studenti a coppie o a gruppi interrompendo le sequenze frontali dopo ogni sezione di lavoro chiedere agli studenti di fare una sintesi(completare, disegnare un grafico,.ecc.) intervenire sugli errori solo quando questi sono tali da impedire la comprensione

13 Team di insegnanti per lavorare a livello trasversale Insegnanti di disciplina e quelli di lingua in sinergia programmazione in comune all inizio di un percorso a livello trasversale (microlingua, riflessione e metacognizione) in itinere per rispondere alle esigenze di apprendimento che si vengono a presentare

14 Input Comprensibile fornito in modo ridondante deve poter utilizzare elementi extralinguistici

15 USO DI STRUMENTI NON VERBALI Uso di supporti non verbali o non esclusivamente verbali (immagini,schemi, mappe, carte geografiche, video, ecc.)

16 ATTIVITA CHE AIUTANO LA COMPRENSIONE Prima della lettura: creare motivazione, parole chiave, creare aspettativa Durante la lettura: pensare a delle attività mirate che favoriscano la comprensione Dopo la lettura: attività di consolidamento e riutilizzo

17 ACCOMPAGNARE LA LETTURA Fare uso di immagini Mimare Usare espressivamente il tono di voce Evidenziare con sottolineature o altro, i punti salienti del testo Segnalare, mediante frecce, circoli, diagrammi, le relazioni tra parti del testo

18 Dopo la lettura Fare svolgere attività (anche non verbali) a partire dal testo, utilizzare le tecniche glottodidattiche (attraverso esercizi mirati) Formulare domande sul testo Fare rielaborare il testo (sintesi, traduzione, trasformazione di genere e tipo testuale) Collegare il testo con altri brani

19 RIDONDANZ A Ridondanza verbale Frequente uso di: Ripetizione concetti importanti - riformulazione - parafrasi - dare definizioni - spiegazioni di significato - esempi concreti - riciclo del lessico - fornire sinonimi Rallentamento dell eloquio parole - enfatizzazione Ridondanza non verbale Frequente uso di: Immagini (lucidi, diapositive, handout, foto; tabelle, grafici, schemi, ecc ) gesti dimostrazioni uso di realia -chiara scansione delle emotiva

20 Modalità di insegnamento Apprendimento collaborativo e cooperativo A coppie A gruppi Metodologia basata sul compito (task) dove gli allievi producono in modo autonomo

21 Ricerca Azione Ricerca fatta dagli insegnanti per gli insegnanti 21

22 Kemmis e Mc Taggart, 1982 La ricerca azione consiste nell esperimentare delle idee relative alla propria prassi per migliorarsi e per approfondire le proprie conoscenze riguardo al curriculum, l insegnamento e l apprendimento G 22

23 Ebbutt (1985) La ricerca azione è lo studio sistematico dei tentativi intrapresi da gruppi di partecipanti di cambiare e migliorare la prassi educativa sia attraverso le loro azioni pratiche sia attraverso la loro riflessione sugli effetti di queste azioni 23

24 Ricerca azione come strumento per avviare cambiamenti educativi fondamentali dal basso ossia dalle scuole stesse 24

25 Con la ricerca azione Si vuole trovare una soluzione per un problema già identificato oppure migliorare una situazione Si vogliono introdurre degli approcci innovativi d insegnamento e d apprendimento Si vogliono migliorare i rapporti fra il ricercatore accademico e l insegnante Grazi 25

26 Il ciclo della ricerca azione: procedura 1- pianificare 2- agire 3- osservare 4- riflettere 5- valutare Graziano Ser 26

27 Procedura: il campo d indagine La prima fase della pianificazione consiste nel decidere il campo d indagine della ricerca Grazi 27

28 Procedura: definizione dell obiettivo La seconda fase della pianificazione consiste nella definizione precisa dell obiettivo della ricerca 28

29 Procedura: il piano d azione Con l obiettivo definito si è pronti a passare alla terza fase della pianificazione: la preparazione del piano d azione 29

30 Strumenti di raccolta dati Il diario, il verbal report, field notes, la cronaca, il profilo La scheda aneddotica Schede/griglie d osservazione, checklist Audio e video registrazioni: Il portfolio Il questionario L intervista Test Graziano Ser 30

31 La triangolazione Più punti di vista Più informazioni Più comprensione Graziano Serragi 31

32 L attuazione LA RACCOLTA DEI DATI Graziano 32

33 ANALISI/RISULTATI I DATI VENGONO ANALIZZATI E POI CI SARA UN ANALISI DEI RISULTATI TROVATI NUOVO CICLO DI RICERCA AZIONE (A SPIRALE) 33

34 Alcuni campi d interesse per la ricerca azione Tipi di attività Tipi di domande/l uso di domande L insegnamento della grammatica Pianificazione delle lezioni Correzioni degli errori Gestione della classe Spiegazioni Graz 34

35 L input dell insegnante Tipo e qualità del feedback L uso della lavagna (modi e scopi) Tipi di interazione in classe Strategie di insegnamento/ apprendimento lessico/lettura/ ecc. Strategie per l insegnamento della letteratura Graziano Serragi 35

36 Atteggiamenti Interessi Qualità della produzione linguistica del discente La motivazione I bisogni Contenuti Libri di testo Valutazione Graziano Serrag 36

37 Grazie dell attenzione!

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