L'Almanacco dell'elfo

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1 L'Almanacco dell'elfo L'Almanacco dell'elfo è una guida semplice e curiosa per riavvicinarci alla Natura e alle vecchie Tradizioni, attraverso una magico viaggio, ripercorrendo il calendario Pagano e le Festività Celtiche. Le radici della cultura di questo fantastico popolo si approfondano nella nostra Terra e fanno già parte di noi e delle nostre tradizioni,solo che non ce le ricordiamo più. Da epoche immemorabili, l'uomo sente il bisogno in qualche modo di segnare, ricordare e festeggiare questa dimensione impalpabile che si chiama Tempo. Il tempo è legato in modo inestricabile con l'esistenza stessa di ogni cosa in questa dimensione e anche se non si vede, non è materiale, non si può afferrare, né fermare, esiste e l'uomo fin dall'età della pietra incominciò a tenerne conto. I primi reperti di questo genere risalgono a anni fa e non sono nient'altro che oggetti di pietra con rudimentali scalfiture che rappresentavano le diverse fasi lunari. L'uomo capì che se teneva conto delle diverse fasi lunari,

2 poteva sapere anticipatamente quando la selvaggina sarebbe migrata o quando i frutti sarebbero maturati nei boschi. Con il passare del tempo, anche i calendari divennero sempre più complessi man mano che le culture e le popolazioni diventavano sempre più raffinate. Così nell'età Neolitica si svilupparono calendari luni-solari, solari e stagionali, svelando a noi uomini moderni che questi popoli considerati a lungo come selvaggi, invece possedevano sorprendenti conoscenze astronomiche e matematiche. Un esempio di questi calendari sono quelli dei Maya che avevano un anno sacro di 260 giorni accanto ad un anno solare di 365 giorni. Volando in zone a noi conosciute,posso ricordare il cosiddetto calendario di Coligny, grazie al quale si scoprì che i Galli avevano un complesso sistema luni-solare per fare il computo degli anni. Ciò che è più importante sapere è che per gli antichi questi elaborati calendari regolavano ogni momento della vita dell'uomo, dai riti religiosi, alle attività civili, economiche e colturali che si tenevano sempre in date precise in armonia con l'astronomia. A noi uomini moderni, la cui esistenza si svolge tutta all'interno di una dimensione materialistica e deterministica del tempo, ci sembra quasi assurda questa maniacale attenzione per lo scorrere del tempo in armonia con le fasi solari e lunari, ma bisogna tener conto che per gli antichi questi complessi calendari non avevano solo una una funzione utilitaristica, bensì rispondevano a profonde esigenze spirituali, riflettenti una precisa concezione sacrale del cosmo. Ogni momento di passaggio determinato dai moti Celesti e dal volgere della Terra veniva a configurarsi come un momento sacro, caratterizzato da energie particolari, vibrazioni specifiche che risuonavano secondo regole specifiche nel mondo minerale, vegetale e animale, nonché

3 ovviamente in quel microcosmo che è il complesso sistema umano di corpo-anima-spirito. Così queste date particolari dell'anno erano portali di accesso e contatto con le dimensioni più sottili e venivano celebrate con riti e feste che avevano lo scopo di permettere agli esseri umani di entrare in contatto con le forze cosmiche più percepibili in quei momenti che in qualsiasi giorno dell'anno. Allo stesso tempo gli umani avevano la possibilità di aiutare con le proprie energie queste forze affinché il mondo potesse continuare a esistere in modo conforme alle eterne leggi della Natura. C'era questo profondo scambio di amore e riverenza per la natura di cui l'uomo non era un essere superiore o avulso, ma parte integrante e indispensabile al corretto svolgimento di queste leggi cosmiche. Tra tutti i calendari uno è l'elemento che li accomunava tutti e cioè la ciclicità del tempo. Infatti il tempo non appariva come una sequenza lineare di fatti unici e casuali, ma come un ciclo eterno di nascita-vita-morte-rinascita, il cui simbolo era il Cerchio. Per gli antichi ogni Fine era un Inizio,e ogni Inizio una Fine, dove ogni cosa esistente era coinvolta non solo a livello spirituale, ma anche a livello materiale. Gli antichi sarebbero probabilmente rimasti sgomenti dalla nostra moderna concezione di un tempo lineare che sorge dal nulla con una retta ascendente e finisce ugualmente nel nulla lasciando il posto a mondi ultraterreni, inferni o paradisi che siano. Tra tutti gli antichi calendari, ho scelto la Ruota dell'anno Celtico, che è quello più vicino alle nostre antiche tradizioni, sostituite poi con l'avvento del Cristianesimo. Oltre alla Ruota dell'anno impareremo a conoscere anche gli Esbath, e cioè le lune piene e i loro significati intrinsechi. E per finire percorreremo il sentiero del Bosco Sacro, fra le simbologie arboree e la magia degli alberi Ogham, poiché l'anno celtico ha 13 mesi lunari, ciascuno chiamato con il

4 nome di un albero. Ognuna di queste tradizioni saranno accompagnate e impreziosite dai magici consigli del piccolo popolo di Luce, Elfi, Fate e Folletti che ci accompagneranno in questo magico viaggio e ci insegneranno come usare i doni della Natura per la cura del nostro corpo e della nostra anima. La Ruota dell'anno La ruota dell'anno, è un calendario sacro che unisce in sé due diversi cicli. Il primo è il mistico viaggio del Sole attraverso il cielo che si snoda attraverso i due solstizi e i due equinozi. Questo viaggio ci narra la nascita, la giovinezza, la maturità, e la vecchiaia di questo astro. Il secondo invece è il ciclo stagionale che ci racconta le vicissitudini delle divinità agrarie e pastorali attraverso il tema semina-fioritura-maturazione-raccolto. Queste fasi sono intimamente collegate con le fasi della nostra vita dalla nascita, alla giovinezza, la maturità, la

5 vecchiaia, fino alla morte ed infine... alla rinascita ancora. Perché tutto ha un inizio e una fine, da cui ci sarà un nuovo inizio fino all'infinito. La Ruota dell'anno, quindi, si sviluppa seguendo la danza mitologica della Dea e del Dio, che è una danza di amore, ed è l'energia dell'amore, appunto, che fa girare la ruota. Dal momento che le polarità opposte sono irresistibilmente attratte e si cercano l'un l'altra, il loro movimento è un ciclo di cambiamento e trasformazione. Nascita, crescita, maturità, morte, riposo e rinascita rivelano i misteri dello spirito che cambia forma incessantemente. Così grazie a questa sacra danza riusciremo ad uscire dall'orribile e poco salutare ciclo artificiale di produzioneconsumo-tempo vuoto che ormai domina le nostre vite. Le feste sono otto e si divido nei quattro Sabba maggiori: Samhain, Imbolc, Beltane (le feste del Fuoco) e Lughnasadh. L'anno celtico era diviso in due metà di buio e di luce. Il periodo del buio coincideva con il capodanno celtico e cioè il 31 ottobre con la festa di Samhain mentre il periodo di Luce aveva inizio con Beltane. In mezzo c'erano le altre due. Poi c'erano i 4 Sabba minori cioè gli equinozi e solstizi che venivano chiamati Albans o Feste della Luce e scandivano il tempo intermedio fra i 4 Sabba maggiori. Queste feste si chiamano in ordine: Yule, Ostara, Litha, e Mabon.

6 MA ORA NOI A CHE PUNTO SIAMO DEL CALENDARIO CELTICO? Gli Ogham Ora noi siamo nel mese celtico della Betulla: Beth. Questo è il primo albero dell' Ogham. La Betulla, dalla bianca corteccia, è simbolo di purezza e castità. La Betulla è uno dei primi alberi che cresce dopo che una foresta matura è stata tagliata, ed è probabilmente a questo che si deve il suo significato simbolico. Infatti la Betulla rappresenta l inizio di un nuovo ciclo vitale, inoltre era considerata la protettrice e la guida spirituale di ogni nuova partenza, fisica o spirituale. Questo mese celtico ha inizio il 24 Dicembre e ha fine il 21 gennaio, giorno in cui inizia il mese celtico del Sorbo: Luis. La Ruota dell'anno Ora se sovrapponiamo i due calendari, e cioè il nostro con la Ruota dell'anno, la prima festa che incontreremo sarà Imbolc ai primi di Febbraio, che è la festa della Luce crescente. Esbath La prima Luna piena che incontreremo sarà la Luna del Lupo, il 22 gennaio.

7 I consigli dell'elfo L'amico del piccolo popolo di Luce che ha deciso di proteggere e di donare saggi consigli all'almanacco dell'elfo, si chiama Yhodhel (pronuncia: Io'hel) appartiene al popolo Elfico della Luce, e presiede la Trasformazione. Vive fra i boschi e ama la musica, ama ascoltare la musica, che i cuori degli Esseri Umani emettono quando vibrano di amore e felicità. Ho chiesto a Yhodhel quali consigli poteva suggerirci per i primi giorni di Gennaio, ma lui mi ha sorriso e mi ha detto, strizzando un occhio, che sarebbe arrivato anche il tempo dei consigli, e che ora è solo il momento di gioire dei doni delle feste! É molto timido e ancora non vuol farsi vedere, ma prima di ritornare nel folto del bosco insieme ai suoi fratelli mi ha salutata dicendomi...

8 Corri, corri come bambino lungo un prato in discesa nel sole caldo del pomeriggio, agisci come il tuo cuore ti suggerisce, siedi ai piedi di un albero e parla con lui, lasciati cullare dal suono della sua voce profonda, ascolta anche le nuvole e chiedi loro dove sono state, che cosa hanno visto e dove andranno. Ridi insieme agli scoiattoli e vola insieme alle farfalle. Che l'armonia della natura possa trovar casa nel tuo cuore viaggiatore delle Ere. Poi siedi vicino ad uno stagno di montagna ai piedi di una fonte, osserva la superficie dell'acqua, e ora dimmi, che cosa vedi? Bibliografia: Feste Pagane di Roberto Fattore-Macro Edizioni Redfairy il Diario delle Fate-Macro Edizioni