RESOCONTO STENOGRAFICO n. 2

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1 XVI LEGISLATURA Giunte e Commissioni RESOCONTO STENOGRAFICO n. 2 N.B. I resoconti stenografici delle audizioni sul DPEF seguono una numerazione indipendente. COMMISSIONI CONGIUNTE 5ª (Programmazione economica, bilancio) del Senato della Repubblica e V (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati AUDIZIONI IN ORDINE AL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA RELATIVO ALLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER GLI ANNI (DOC. LVII, N. 2) 4ª seduta (notturna): martedì 21 luglio 2009 Presidenza del presidente della 5ª Commissione del Senato della Repubblica AZZOLLINI, indi del presidente della V Commissione della Camera dei deputati GIORGETTI IC 0446 TIPOGRAFIA DEL SENATO (200)

2 2 INDICE Audizione del governatore della Banca d Italia, Mario Draghi PRESIDENTE AZZOLLINI... Pag. 3, 16, 31 BALDASSARRI (PdL), senatore... 21, 30, 31 * BARBOLINI (PD), senatore... 24, 30 * BONFRISCO (PdL), senatore COSTA Rosario Giorgio (PdL), senatore FERRARA (PdL), senatore... 23, 29 GARAVAGLIA Massimo (LNP), senatore.. 22 LEGNINI (PD), senatore VANNUCCI (PD), deputato * DRAGHI... Pag. 3, 18, 25 e passim Audizione di rappresentanti della Corte dei conti PRESIDENTE AZZOLLINI... Pag. 42 GIORGETTI... 31, 42 GARAVAGLIA Massimo (LNP), senatore.. 40 LEGNINI (PD), senatore * LAZZARO... Pag. 32, 40 * MAZZILLO Audizione di rappresentanti del CNEL PRESIDENTE AZZOLLINI... Pag. 42, 46, 47 CARLONI (PD), senatore * VACCARI (LNP), senatore * MARZANO... Pag. 42, 46, 47 N.B. L asterisco accanto al nome riportato nell indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli oratori. Sigle dei Gruppi parlamentari del Senato della Repubblica: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-IO SUD: Misto-IS; Misto-MPA-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MPA-AS. Sigle dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto- LD-MAIE; Misto-Repubblicani, Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

3 3 Intervengono ai sensi dell articolo 125-bis del Regolamento del Senato della Repubblica e dell articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati: il governatore della Banca d Italia, professor Draghi, accompagnato dai dottori Franco, Ansuini e Momigliano; il presidente della Corte dei conti, dottor Lazzaro, accompagnato dai dottori Paleologo, Mazzillo, Pala e Flaccadoro; il presidente del CNEL, dottor Marzano, accompagnato dai dottori Gironi e Dau. I lavori hanno inizio alle ore 20,05. Presidenza del presidente della 5ª Commissione del Senato della Repubblica AZZOLLINI PROCEDURE INFORMATIVE Audizione del governatore della Banca d Italia, Mario Draghi PRESIDENTE. L ordine del giorno reca audizioni, ai sensi dell articolo 125-bis del Regolamento del Senato e dell articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati, sul Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni (Doc. LVII, n. 2). Comunico che, ai sensi dell articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato della Repubblica, è stata chiesta l attivazione dell impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha già preventivamente fatto conoscere il proprio assenso. Se non ci sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori. Sono in programma numerose audizioni. Sarà svolta per prima l audizione del governatore della Banca d Italia, professor Mario Draghi, al quale diamo il benvenuto ringraziandolo per la sua presenza. Come di prassi, all intervento iniziale del Governatore seguiranno poi le domande che i colleghi vorranno eventualmente porre; rivolgo quindi fin da ora a tutti l invito ad essere sintetici, in modo da dare la possibilità a chiunque lo desideri di intervenire. Lascio quindi la parola al professor Draghi. DRAGHI. La ringrazio, signor Presidente. Ho predisposto una relazione, che ho già provveduto a consegnare agli uffici, della quale darò ora lettura per sommi capi.

4 4 La politica economica sta affrontando la più grave recessione del dopoguerra. Nel 2009 il PIL in Italia scenderà di oltre il 5 per cento. Nello scenario macroeconomico delineato dal DPEF solo nel 2013 il prodotto tornerà al livello del Il Governo è intervenuto per attenuare gli effetti della recessione sulle imprese e sui lavoratori. Nuove misure sono in corso di approvazione. In Italia l azione di bilancio è vincolata, nei saldi, non nella composizione, dal livello elevato e crescente del debito pubblico. Data la forte flessione delle entrate, quest anno il disavanzo supererà il 5 per cento del PIL. La spesa pubblica si collocherà anch essa su livelli molto elevati. Il DPEF indica il duplice obiettivo di rafforzare la capacità di crescita dell economia e di riequilibrare i conti pubblici. È importante porre immediatamente le basi per conseguire questi risultati. Si accrescerebbero anche i margini per una politica economica più vigorosa. Gli interventi annunciati per le pensioni e i piani di riforma della pubblica amministrazione muovono in questa direzione. Le modalità di realizzazione del federalismo fiscale saranno cruciali per rendere più efficace la gestione delle risorse. Occorre definire un insieme organico di riforme volte a potenziare il capitale fisico e umano del Paese. La pressione fiscale resta elevata, sui valori massimi degli ultimi decenni. Il progresso nel contenimento della spesa corrente e nella lotta contro l evasione fiscale è fondamentale per consentire, nel medio termine, la riduzione delle aliquote d imposta sul lavoro e sulle imprese. Per quanto riguarda più in dettaglio il contenuto del Documento, con riferimento innanzitutto allo stato dei conti pubblici, dopo un biennio di progressivo miglioramento, la situazione dei conti pubblici è peggiorata marcatamente nel L indebitamento netto è tornato a crescere, passando dall 1,5 per cento del PIL nel 2007 al 2,7. Il rapporto fra il debito e il PIL è aumentato di oltre 2 punti, raggiungendo il 105,7 per cento. Il peggioramento del saldo è soprattutto riconducibile a sgravi fiscali, al venir meno di alcuni fattori che avevano sostenuto il gettito delle imposte nel biennio precedente e all elevata dinamica (4,5 per cento) della spesa primaria corrente, in accelerazione rispetto al 2007 e largamente superiore a quella del prodotto nominale. Nel 2008 l impatto della congiuntura sui conti è stato limitato dall andamento relativamente favorevole dell occupazione e delle retribuzioni. Effetti più marcati della crisi sui conti pubblici sono attesi per quest anno e per il Nell anno in corso, in base alle stime del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni , l indebitamento netto dovrebbe aumentare di 2,6 punti percentuali del prodotto, raggiungendo il 5,3 per cento. Il debito pubblico aumenterebbe di quasi 10 punti percentuali, salendo al 115,3 per cento del PIL. Il Documento prospetta un calo del prodotto del 5,2 per cento. Queste stime sono in linea con quelle incluse nel quadro previsivo recentemente presentato nel Bollettino economico della Banca d Italia.

5 5 La nuova stima del saldo è superiore di 0,7 punti percentuali rispetto a quella riportata nella Relazione unificata sull economia e la finanza pubblica (RUEF) dello scorso aprile. Il peggioramento riflette soprattutto l attesa di una maggiore contrazione del PIL, allora valutata al 4,2 per cento, e l incremento degli stanziamenti previsto con il provvedimento di assestamento del bilancio. Per la prima volta dopo 18 anni si registrerebbe un disavanzo primario, pari allo 0,4 per cento del PIL. La spesa primaria corrente salirebbe dal 40,4 al 43,4 per cento del PIL; si tratta di un massimo storico, superiore di circa 6 punti percentuali ai valori registrati alla fine degli anni Novanta. Si può valutare che meno di un quarto dell incremento atteso per l anno in corso sia riconducibile all espansione della spesa per ammortizzatori sociali e agli effetti delle misure di sostegno dell economia, che tenderanno a riassorbirsi nei prossimi anni. Quindi solo un quarto dell incremento atteso per l anno in corso è riconducibile all espansione della spesa per ammortizzatori sociali e agli effetti delle misure di sostegno per l economia, due fenomeni che tenderanno a riassorbirsi speriamo bene! nei prossimi anni. La spesa in conto capitale dovrebbe segnare un forte incremento in termini nominali, pari ad oltre il 15 per cento (pari al 6,3 per la sola componente degli investimenti, escludendo l incremento della spesa connesso con il riacquisto degli immobili cartolarizzati nel 2002). Tra il 2005 e il 2008 la spesa in conto capitale era rimasta sostanzialmente stabile, mentre la componente relativa agli investimenti si era ridotta di quasi il 2 per cento (al netto delle dismissioni immobiliari). La previsione sconta pertanto che prosegua nel corso dell anno la forte accelerazione degli esborsi stimata dall ISTAT per il primo trimestre. La congiuntura sfavorevole dovrebbe indurre una contrazione delle entrate (1,2 per cento), particolarmente marcata nel caso di quelle tributarie. Le imposte indirette scenderebbero del 3,8 per cento; le dirette dell 1,5 per cento. La pressione fiscale aumenterebbe però di 0,6 punti percentuali, al 43,4 per cento del PIL. Diminuiscono quindi le entrate, ma diminuisce ancora più che proporzionalmente il prodotto: aumenta cioè l incidenza delle entrate sul PIL. L atteso peggioramento dei conti pubblici trova conferma nei dati infrannuali attualmente disponibili. Nel primo trimestre l indebitamento netto è risultato pari al 9,3 per cento del PIL (contro il 5,7 per cento del corrispondente trimestre del 2008). Nei primi cinque mesi dell anno in corso il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 57,4 miliardi, superiore di oltre 19 miliardi a quello del corrispondente periodo del Nei primi sei mesi dell anno le entrate tributarie di cassa contabilizzate nel bilancio dello Stato sono diminuite del 3,3 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2008, soprattutto per effetto del forte calo del gettito dell IVA (-11,3 per cento) e di quello delle altre imposte sugli affari (-9,2 per cento).

6 6 Nel 2008 il gettito dell IVA era già diminuito dell 1,5 per cento, a fronte di una crescita del 2,3 per cento dei consumi delle famiglie, la variabile macroeconomica che meglio approssima la base imponibile del tributo. La caduta del gettito, come dicevamo, è proseguita anche nell anno in corso: nel primo trimestre l IVA è diminuita del 10,2 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2008 (nel secondo trimestre la flessione è stata del 12,1 per cento), mentre i consumi sono scesi solo del 2,6 per cento. Solo una parte del divario sembrerebbe riconducibile ad una ricomposizione dei consumi verso beni essenziali, caratterizzati da aliquote più basse. In altre parole, ci sono consumi con aliquote del 20 per cento, altri con aliquote del 10, del 4 o dello zero per cento: parte di questa contrazione si può spiegare col fatto che, nei momenti di recessione, i consumi si spostano verso quelli ad aliquota più bassa. Nel primo semestre del 2009 il gettito dell Irpef sul lavoro dipendente si è ridotto solo dello 0,7 per cento, risentendo della dinamica relativamente favorevole delle retribuzioni nominali unitarie. Considerando anche gli incassi registrati nella prima metà di luglio, il gettito delle imposte versate in autotassazione ha segnato un incremento rispetto al corrispondente periodo del 2008 stimabile nell ordine di 2 miliardi. L aumento riflette gli introiti superiori alle attese delle imposte sostitutive una tantum introdotte con la finanziaria per il 2008 e con il decreto anticrisi dello scorso novembre (nel complesso oltre 6 miliardi). Al netto di tali imposte una tantum, si è registrata invece una significativa flessione dell Ires. Va rilevato che, mentre gli incassi relativi alle imposte una tantum dovrebbero essersi sostanzialmente esauriti, la contrazione dell Ires fa prevedere un calo del gettito in sede di seconda rata d acconto a fine anno. La gravità della crisi ha creato un vasto consenso a livello internazionale sulla necessità di affiancare agli stabilizzatori automatici e alla politica monetaria interventi discrezionali di bilancio a fini anticiclici. Nel nostro Paese, tuttavia, l elevato peso del debito pubblico limita la possibilità all economia di accrescere il disavanzo. Resta possibile agire attraverso modifiche della composizione del bilancio pubblico. In prospettiva, vari fattori tenderanno ad accrescere il costo medio del debito pubblico: l ingente ricorso dei governi al mercato per finanziare gli interventi di sostegno all economia, la ripresa dell attività economica e i timori di un rialzo d inflazione. In altre parole, se oggi si analizza la prospettiva dei tassi d interesse a lunga durata si è portati a ritenere che tutti gli indicatori puntino ad un loro rialzo nel medio periodo. In Italia, l utilizzo del bilancio pubblico in chiave anticiclica ha mirato soprattutto, anche per via amministrativa, ad accelerare i tempi di utilizzo di risorse già stanziate e a indirizzarle al fine di sostenere la domanda aggregata e di attenuare i costi sociali della recessione. La risposta alla crisi sì è articolata principalmente in tre decretilegge, che hanno complessivamente impiegato risorse per 25 miliardi nel triennio (di cui 17 reperite accrescendo le entrate), e nel disegno di legge di assestamento. L azione di bilancio si è aggiunta a va-

7 7 rie misure finalizzate ad assicurare la stabilità del sistema finanziario e ad alleviare i problemi di liquidità delle imprese. A novembre del 2008 veniva approvato un primo pacchetto di misure. Si introducevano, oltre ad alcuni sgravi fiscali alle imprese, trasferimenti monetari alle famiglie a basso reddito (il cosiddetto bonus, che si andava ad aggiungere alla carta acquisti introdotta nell estate precedente); venivano rafforzati gli ammortizzatori sociali per il biennio (misura poi finanziata con fondi nazionali e comunitari sulla base di un accordo tra lo Stato e le Regioni); si accrescevano gli stanziamenti per investimenti in opere pubbliche e i contributi agli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato (in parte a compensazione di tagli effettuati in precedenza), introducendo anche nuove procedure per rendere più rapida la realizzazione dei progetti inclusi nel quadro strategico nazionale. Lo scorso febbraio, con un secondo provvedimento, si prevedevano principalmente incentivi all acquisto di autoveicoli. All inizio di luglio un terzo decreto-legge ha introdotto sgravi fiscali per gli investimenti in macchinari effettuati tra il luglio del 2009 e il giugno del 2010, attraverso l esclusione dal reddito d impresa del 50 per cento della spesa. Sgravi fiscali per i nuovi investimenti erano già stati introdotti nel 1994 e nel Diversamente dal provvedimento più recente, essi prevedevano l esclusione dal reddito d impresa del 50 per cento dell eccedenza di investimenti in impianti e in beni strumentali rispetto a quelli effettuati in media nei cinque anni precedenti (nel 2001 era consentito anche escludere dal calcolo della media degli anni passati l anno con gli investimenti maggiori). Nella nuova versione l incentivo considera solo gli investimenti in macchinari compresi nella tabella 28 della classificazione ATECO, mentre nelle precedenti versioni erano inclusi anche immobili e autoveicoli. Il provvedimento di luglio ha anche innalzato per le banche i limiti di deducibilità delle svalutazioni sui crediti e degli accantonamenti per rischi su crediti. In favore delle imprese è stata prevista l introduzione di ammortamenti accelerati per i beni tecnologicamente avanzati; l intervento sarà precisato con un decreto da emanare entro la fine dell anno. Il decreto ha inoltre introdotto una serie di misure per contenere i costi delle commissioni bancarie, per ridurre il costo dell energia per imprese e famiglie e per assicurare una maggiore tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Inoltre, il decreto ha potenziato ulteriormente gli ammortizzatori sociali per il biennio Nel primo trimestre dell anno in corso, la flessione delle ore lavorate è stata del 3,8 per cento rispetto all anno precedente, più marcata di quella dell occupazione (1 per cento) anche per effetto del rallentamento dei ritmi produttivi e dell ampio ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG), complessivamente più che triplicato rispetto ai primi tre mesi del Le ore autorizzate di CIG sono ulteriormente cresciute nel secondo trimestre, del 60 per cento rispetto a quello precedente. Hanno fortemente

8 8 risentito della crisi gli occupati temporanei, cui non sono stati rinnovati i contratti a termine o di collaborazione. Secondo l indagine dell ISTAT sulle forze di lavoro, nel primo trimestre del 2009 il numero degli occupati con contratti a termine, di collaborazione o a progetto era inferiore di circa unità a quello di un anno prima, a fronte di un lieve aumento degli occupati dipendenti a tempo indeterminato. Infine, la proposta di legge di assestamento del bilancio dello Stato accresce le risorse disponibili per le amministrazioni pubbliche con l obiettivo di ridurre i ritardi nei pagamenti alle imprese. Rispetto al bilancio presentato lo scorso settembre sono state accresciute le autorizzazioni di cassa per 18 miliardi; le disponibilità di competenza sono state ampliate per circa 5 miliardi. Le misure espansive contenute nei tre decreti anticrisi trovano tutte una copertura finanziaria all interno dei rispettivi provvedimenti. Nello specifico, gli oneri derivanti dal decreto di novembre sono finanziati con aumenti di entrate, legati per metà all introduzione di alcune imposte sostitutive per il riallineamento e la rivalutazione volontari di valori contabili e, in misura minore, con riduzioni di spese; quelli relativi alle misure del decreto di febbraio sono finanziati con la revoca di alcune agevolazioni fiscali e con le maggiori entrate indotte dall incremento della domanda di beni durevoli atteso dall operare degli incentivi all acquisto. In altre parole, a fronte degli incentivi all acquisto ci si attende un aumento della domanda su cui esercitare un prelievo fiscale da portare a copertura degli incentivi originariamente forniti. Infine, gli oneri del provvedimento di luglio trovano copertura con nuove norme antievasione, con il potenziamento dell attività di riscossione, con il restringimento dei requisiti per poter fruire della compensazione di crediti d imposta, con norme specifiche che riguardano il comparto dei giochi e con risparmi nel settore farmaceutico. A giugno è stato convertito in legge il decreto che prevedeva misure a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo. Il provvedimento mira, nell immediato, a fare fronte alla situazione di emergenza e, in prospettiva, a finanziare l attività di ricostruzione fino al 2032, attraverso l erogazione di contributi e la concessione di garanzie statali; sono inoltre previsti indennizzi in favore delle imprese. Per la parte di tali misure che viene espressamente quantificata, l impatto sull indebitamento netto nel triennio è sostanzialmente nullo. La copertura finanziaria degli interventi è assicurata dalle maggiori entrate, derivanti da un ampliamento dell offerta di giochi al pubblico e da un intensificazione dei controlli nello stesso settore, da ulteriori risparmi nell ambito della spesa farmaceutica e da un minore utilizzo del fondo per il bonus alle famiglie. Nel biennio le misure sono principalmente poste a carico di fondi destinati ad altre finalità. Un indicazione approssimativa del sostegno diretto alla domanda aggregata atteso dagli interventi del Governo si può desumere dal confronto tra le stime attuali sulle spese del 2009 e quelle della Relazione previsionale e programmatica (RPP) dello scorso settembre. In particolare, la

9 9 spesa per investimenti è ora prevista aumentare del 6,3 per cento rispetto al 2008, mentre nella RPP rimaneva invariata; questa revisione corrisponde a 0,1 punti percentuali del PIL. Per la spesa per consumi intermedi la revisione al rialzo è di circa 0,3 punti percentuali del prodotto. Il piano relativo agli investimenti residenziali definito con l accordo del 31 marzo scorso tra Governo, Regioni ed Enti locali mobiliterà il risparmio privato e contribuirà alla ripresa degli investimenti. L accordo troverà piena applicazione con leggi delle singole Regioni. In alcune di esse i disegni di legge in materia sono in corso di approvazione. Sono stati anche disposti interventi che coinvolgono la Cassa depositi e prestiti e la SACE. Pur non avendo impatto sulle finanze pubbliche, queste misure accrescono la liquidità a disposizione delle imprese, soprattutto quelle medie e piccole. È stato inoltre potenziato il fondo di garanzia dedicato a queste imprese. Nell autunno scorso e all inizio del 2009 sono state inoltre definite misure volte ad assicurare la stabilità del sistema finanziario. Esse hanno messo a disposizione del Governo una serie di strumenti volti a tutelare i risparmiatori e a mantenere adeguati livelli di capitalizzazione e liquidità delle banche. È prevista la possibilità che lo Stato sottoscriva strumenti finanziari emessi da banche quotate fondamentalmente sane; essi sono computabili nel patrimonio di vigilanza; nella Relazione unificata sull economia e la finanza pubblica dello scorso aprile si scontava un impiego di risorse dell ordine di 10 miliardi; a oggi sono in fase di perfezionamento emissioni per circa 2 miliardi. Presidenza del presidente della V Commissione della Camera dei deputati GIORGETTI (Segue DRAGHI). Per il 2010 l indebitamento netto tendenziale elaborato in base al criterio della legislazione vigente è indicato al 5,0 per cento del PIL, in lieve riduzione rispetto al Nel 2011 il disavanzo diminuisce al 4,4 per cento e continua a flettere nel biennio successivo fino a raggiungere il 3,7 per cento nel L evoluzione dell indebitamento netto tendenziale sconta il forte miglioramento atteso per l avanzo primario, pari a 0,7 punti percentuali all anno nella media del quadriennio , solo in parte compensato dal continuo aumento dell incidenza della spesa per interessi sul PIL. Il miglioramento dell avanzo primario tendenziale è attribuibile al venir meno di alcuni oneri connessi con la recessione, agli effetti della manovra triennale varata nell estate del 2008 e all utilizzo del criterio della legislazione vigente. Tale criterio esclude alcuni oneri che, seppure prevedibili o necessari, non sono ancora stati oggetto di formali provvedimenti

10 10 legislativi, quali i futuri contratti del pubblico impiego, la realizzazione di nuove opere pubbliche e il rinnovo dei contratti di servizio. Rispetto alla RUEF, nel 2010 l indebitamento netto tendenziale viene rivisto al rialzo di 0,4 punti percentuali. Riguardo al quadro programmatico, il DPEF fissa per il 2010 un obiettivo di indebitamento netto pari al valore tendenziale. Il conseguimento di questo risultato richiederà, come appena detto, la copertura delle maggiori spese non incluse nella legislazione vigente. Negli anni successivi, invece, i valori programmatici per il disavanzo sono inferiori a quelli tendenziali, di 0,4 punti nel 2011 e di circa 1,2 punti nel 2012 e nel Al termine dell orizzonte previsivo si programma un indebitamento netto pari al 2,4 per cento del PIL. Il saldo primario migliorerebbe di 0,6 punti percentuali del PIL nel 2010, segnando un avanzo di 0,2 punti, e di 3,3 punti nell arco del successivo triennio. A differenza del precedente DPEF, il quadro programmatico non include informazioni sui livelli e sulla composizione delle entrate e delle spese. Nel Documento si indica che, dal lato delle entrate, gli interventi correttivi tenderanno a rafforzare le misure di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale. Dal lato della spesa, essi saranno volti ad assicurare il rientro dei disavanzi sanitari regionali e a conseguire modalità più efficienti nell erogazione dei servizi pubblici. L assenza di informazioni sugli obiettivi per le entrate e per le spese rende difficile valutare alcuni aspetti cruciali della politica di bilancio delineata nel DPEF. Ad esempio, anche per effetto del criterio della legislazione vigente, il conto tendenziale evidenzia un forte calo della spesa in conto capitale nel In particolare, la spesa per investimenti dopo essere salita del 6,3 per cento nel 2009 scenderebbe del 6,6 per cento nel 2010, riportandosi sul valore registrato addirittura 4 anni prima nel In una fase congiunturale che rimarrà prevedibilmente delicata, sarebbe necessario mantenere questo sostegno del settore pubblico alla domanda aggregata; ancor più importante, però, è sapere come abbiano luogo questi grossi aumenti e queste grosse diminuzioni della spesa in conto capitale. II debito pubblico aumenterebbe di ulteriori 2,9 punti percentuali del prodotto nel 2010 (al 118,2 per cento) e tornerebbe a ridursi a partire dal 2011, fino a raggiungere il 114,1 per cento nel Alla fine dell orizzonte previsivo meno di un terzo del maggior debito connesso con la crisi sarebbe riassorbito. In futuro, in attuazione del disegno di legge su Contabilità e finanza pubblica in discussione al Parlamento, il DPEF verrà sostituito dalla Decisione di finanza pubblica, nell ambito di una riforma che riguarda anche i tempi e i contenuti dei documenti che segnano i passi della politica di bilancio. La riforma dovrebbe contribuire ad accrescere il peso di considerazioni di medio termine nella definizione della politica di bilancio. Quanto alla politica di bilancio per gli anni successivi alla crisi, il DPEF, oltre a indicare la necessità di proseguire il sostegno temporaneo alle famiglie e alle imprese, assegna alla politica di bilancio due obiettivi

11 11 principali: assicurare la ripresa del percorso di risanamento dei conti pubblici, con l obiettivo di una convergenza verso il pareggio di bilancio; sostenere la produttività e la crescita del sistema economico. Nel quadro tracciato nel DPEF i prossimi anni saranno caratterizzati da disavanzi significativi. Gli interventi di risanamento della finanza pubblica sono programmati per il 2011 e il 2012, una volta superata la fase ciclica negativa. Per il 2013 non è prevista invece una manovra correttiva, al di là di quanto necessario a finanziare gli oneri non inclusi nella legislazione vigente, ovvero quelli cui ho fatto prima riferimento. Se le condizioni macroeconomiche lo permetteranno potrebbe essere opportuno rafforzare l azione di risanamento in tale anno. L incidenza del debito pubblico sul PIL è attesa scendere a partire dal 2011, ma come già rilevato alla fine dell orizzonte previsivo solo meno di un terzo del maggior debito connesso con la crisi sarebbe riassorbito. L elevato peso del debito rappresenterà una delle eredità più gravi della crisi. Presidenza del presidente della 5ª Commissione del Senato della Repubblica AZZOLLINI (Segue DRAGHI). Nelle previsioni del DPEF il debito resterà al di sotto del picco registrato a metà degli anni Novanta. Va tuttavia rilevato che anche il patrimonio pubblico facilmente liquidabile sarà inferiore a quello disponibile allora. Nel decennio le operazioni di carattere patrimoniale hanno contribuito alla flessione del debito per circa 11 punti percentuali del PIL. A tali operazioni, purtroppo, non si sono associati interventi strutturali sulla dinamica della spesa corrente in grado di portare il debito su un sentiero di significativa e stabile riduzione. Rispetto agli anni Novanta, la situazione è inoltre resa più difficile dalla pressione esercitata dall invecchiamento della popolazione sui conti pubblici: il rapporto fra gli ultrasessantacinquenni e la popolazione di età compresa fra i 15 e 64 anni era di circa il 25 per cento a metà degli anni Novanta, nel 2010 esso raggiungerà il 31 per cento per salire al 34 per cento nel 2015 e al 36 per cento nel Il nuovo accumulo di debito sta avvenendo appena prima del periodo in cui si pensioneranno le ampie generazioni nate nel dopoguerra. Si evidenziano quindi due fenomeni di impatto sul debito: il debito ereditato dalla crisi e quello che verrà generato dall aumento dei pensionamenti. L entità della correzione dei conti necessaria per riportare il debito pubblico su un percorso di riduzione permanente è tale da richiedere al più presto la definizione di programmi che abbiano effetti strutturali nel medio-lungo periodo. Considerato il livello raggiunto dalla pressione fiscale, elevato sia nel confronto storico, sia in quello internazionale, il rie-

12 12 quilibrio delle finanze pubbliche, come indicato anche nel DPEF, oltre che su una sostanziale riduzione dell evasione fiscale, non potrà che fondarsi sul contenimento e la riqualificazione della spesa corrente. Il raggiungimento dell obiettivo indicato per il disavanzo del 2013 (2,4 per cento del PIL), richiede che le spese correnti primarie si riducano in termini reali in media di circa l uno per cento all anno nel periodo ; tale valutazione assume che il prodotto cresca del 2 per cento l anno nel triennio , coerentemente con il quadro macroeconomico del DPEF, che le spese per interessi e le entrate siano pari ai loro livelli tendenziali e che le spese in conto capitale rimangano stabili in rapporto al PIL sul valore previsto per il 2010 che, come già osservato, è un valore ricaduto ai livelli molto bassi del Soprattutto, per conseguire nel 2013 l obiettivo di disavanzo senza intervenire sulle prestazioni sociali (mantenute in questo secondo esercizio sui loro livelli tendenziali), le altre spese primarie correnti dovrebbero ridursi in termini reali di circa il 3 per cento in media all anno. Lo sforzo di contenimento degli esborsi nei prossimi anni dovrà quindi essere molto incisivo. Ricordo che nel decennio le spese correnti primarie in termini reali sono aumentate in media del 2,1 per cento all anno. Va rilevato che nell ultimo decennio la crescita delle spese è in media risultata di 1,5 punti superiore a quella prevista per l anno successivo nelle Relazioni previsionali e programmatiche. Negli anni successivi al 2013 rimarrà prioritaria la rapida riduzione del debito. Senza progressi significativi nella riduzione della spesa corrente e senza una ripresa della crescita torno ad insistere su quest ultimo elemento vi è la certezza che il debito e la pressione fiscale rimarranno a lungo su livelli molto elevati. Quanto alle politiche strutturali per il risanamento e per la crescita, l azione di contenimento degli esborsi dovrà avere carattere strutturale e richiede quindi riforme dei principali servizi pubblici e dell organizzazione delle amministrazioni pubbliche. In alcuni casi si tratta di proseguire lungo percorsi già avviati. La programmazione e l implementazione di interventi per il contenimento della spesa potranno beneficiare della riforma del ciclo del bilancio attualmente in discussione in Parlamento. Essa può contribuire ad accrescere la trasparenza dei conti pubblici e favorire un approccio di medio periodo della politica di bilancio. Nell ultimo decennio gli obiettivi per i conti pubblici sono stati frequentemente mancati e l obiettivo del pareggio di bilancio è stato via via posposto. Ciò ha comportato costi elevati nella gestione della crisi attuale, restringendo i margini di manovra della politica di bilancio. Il rafforzamento delle procedure e delle regole di bilancio è pertanto di grande importanza. L attuazione del federalismo fiscale è un opportunità per rendere più efficiente la gestione delle risorse pubbliche e razionalizzare la spesa, sempre conservando come riferimento il principio di solidarietà.

13 13 L ampliamento del peso dei tributi locali nel finanziamento della spesa decentrata in luogo dei trasferimenti e il rafforzamento dell autonomia impositiva attraverso la manovrabilità di aliquote e basi imponibili rafforzano il collegamento tra decisioni di spesa e decisioni di entrata e possono determinare una maggiore efficienza. Nella legge delega varata dal Parlamento lo scorso aprile è cruciale il passaggio dal criterio della spesa storica a quello dei costi e dei fabbisogni standard nell attribuzione delle risorse agli enti decentrati. Il calcolo di tali indicatori presenta difficoltà tecniche, che sono acuite dalla mancanza di bilanci armonizzati tra i vari livelli di governo e dalle forti disparità territoriali nei livelli e nella qualità della spesa pubblica. Di cruciale importanza per l attuazione della legge delega sul federalismo fiscale è anche la tempestiva approvazione del cosiddetto Codice delle autonomie. È fortemente condivisibile il progetto di perseguire economie di spesa anche attraverso una razionalizzazione e semplificazione dei livelli di governo volta a sfruttare le economie di scala ed a evitare inutili sovrapposizioni. Nel medio periodo va perseguito un deciso aumento dell età media effettiva di pensionamento: in presenza di un forte incremento della speranza di vita, l allungamento della vita lavorativa è importante per rendere compatibili l esigenza di contenimento della spesa pubblica con quella di garantire un reddito adeguato durante la vecchiaia. Tale intervento potrà inoltre contribuire, se accompagnato da azioni che consentano di rendere più flessibili orari e salari dei lavoratori più anziani, ad aumentare il tasso di attività e a sostenere il tasso di crescita potenziale dell economia. Potrà consentire anche di destinare maggiori risorse ad altri comparti della spesa sociale. La parificazione dell età di pensionamento tra lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego, necessaria per ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia europea, muove in questa direzione. È ineluttabile una riflessione sul completamento della riforma del sistema pensionistico. Questo è un punto su cui torniamo spesso ad insistere in considerazione non solo e non tanto dell esigenza di far cassa, quanto della necessità di sostenere la crescita potenziale ed aumentare il tasso di attività della popolazione. Il DPEF ha rivisto al rialzo la previsione per l incidenza della spesa per pensioni sul PIL nel periodo , essenzialmente per tenere conto del ribasso delle stime di crescita del prodotto. L incremento del peso relativo delle passività implicite del sistema pensionistico costituisce un altra conseguenza negativa della recessione. Nel quadro tendenziale del DPEF la pressione fiscale supera il 43 per cento del PIL nel 2009 e rimane su livelli prossimi al 43 per cento in tutto l orizzonte previsivo. Si tratta di valori che collocano l Italia ampiamente sopra la media degli altri Paesi dell area dell euro e che sono elevati nel confronto storico: la pressione fiscale ha superato la soglia del 43 per cento in due sole occasioni, nel 1997 e nel Il DPEF attribuisce grande importanza alla lotta all evasione. L ampia dimensione delle attività irregolari accresce l onere sui contribuenti

14 14 ligi al dovere fiscale, determina distorsioni e riduce la competitività di larga parte delle imprese. Questi effetti possono acuirsi nell attuale fase di crisi economica. Come già rilevato, è emerso un divario fra la dinamica del gettito dell IVA e quella della base imponibile del tributo; questo fenomeno va esaminato con attenzione, anche alla luce del ruolo di copertura assegnato al recupero dell evasione in alcuni provvedimenti presi negli ultimi dodici mesi. Accanto al potenziamento dell attività di controllo e sanzione, la riduzione delle aree di evasione va perseguita anche con la diminuzione naturalmente nel medio periodo delle aliquote legali, resa possibile solo dal contenimento della spesa. Nella stessa direzione opererebbe la stabilità della normativa in materia di accertamento e il consolidamento di una cultura di non tolleranza dell evasione. Non basta ritornare ai ritmi di crescita degli ultimi anni, estremamente modesti nel confronto internazionale. Sono necessarie riforme strutturali che pongano il nostro sistema produttivo nelle condizioni migliori per poter cogliere le opportunità che saranno offerte dalla ripresa economica mondiale. Una volta superata la crisi, il nostro Paese si ritroverà con un capitale, fisico e umano, depauperato dal forte calo degli investimenti e dall aumento della disoccupazione. La caduta della crescita potenziale del prodotto che ne potrebbe derivare, come discusso anche nel DPEF, è una delle conseguenze più preoccupanti della crisi. In Italia, gli oneri amministrativi e burocratici per l attività di impresa sono elevati nel confronto internazionale; i recenti interventi sull avvio d impresa vanno nella giusta direzione, necessitano di essere rafforzati e accompagnati da ulteriori misure che migliorino l efficienza degli uffici pubblici. Gli ampi divari di performance riscontrati tra le diverse strutture pubbliche segnalano la possibilità di rilevanti guadagni di efficienza per le imprese, qualora tutte le amministrazioni adottassero le pratiche migliori. Gli adempimenti a carico del settore produttivo incidono su molti aspetti della competitività delle imprese: la loro natalità, le loro dimensioni, la loro produttività. I tempi e i costi di tali adempimenti presentano un elevata variabilità territoriale: sulla base di un indagine condotta dalla Banca d Italia per avviare un impresa sono necessari in media 12 giorni nell area più «veloce» e oltre 27 in quella più «lenta»; i costi possono variare dal 13 per cento del reddito pro capite a quasi il 30. Le recenti riforme hanno ridotto significativamente i tempi, producendo miglioramenti maggiori nelle aree più lente. Ampie differenze territoriali si riscontrano anche per le procedure relative all ottenimento di permessi di costruzione e al trasferimento di proprietà immobiliari. La recente riforma della pubblica amministrazione si caratterizza per l ampiezza dell intervento e la rilevanza dei princìpi ispiratori: trasparenza, premialità selettiva attraverso il collegamento tra retribuzione e performance, controllo dei risultati anche attraverso forme di benchmarking. Le ricadute sulla qualità dell azione amministrativa dipenderanno tuttavia dal modo in cui tali principi troveranno concreta attuazione.

15 15 È necessario proseguire l azione di rinnovamento della scuola e dell università. Autonomia e valutazione ne sono i princìpi cardine. Come ribadito anche negli allegati al DPEF, la strategia di intervento in questo comparto deve essere volta ad assicurare la valorizzazione delle risorse umane, il riconoscimento del merito e dell eccellenza, il contenimento delle spese. Le misure anticrisi del Governo hanno opportunamente mirato a prevenire l interruzione del rapporto di lavoro e hanno introdotto interventi sperimentali a sostegno del reddito di una parte dei lavoratori meno protetti. Resta tuttavia necessaria una riforma complessiva del nostro sistema di ammortizzatori sociali. L indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere dell ISAE registra primi segnali di un arresto del deterioramento delle prospettive occupazionali nella seconda metà dell anno. Tuttavia, senza una netta inversione di tendenza nella dinamica della produzione industriale, che seppur stabile negli ultimi tre mesi rimane del 25 per cento circa inferiore al picco raggiunto nell aprile dell anno passato, è possibile che neanche il ricorso alla CIG, finora assai efficace, possa contrastare una riduzione degli organici. Un ridisegno del sistema di ammortizzatori sociali per coloro che sono attivi nella ricerca del lavoro che elimini l attuale frammentazione delle tutele purché, insisto, accompagnato da un rafforzamento dei meccanismi di verifica migliorerebbe il funzionamento del mercato del lavoro, favorendo la riallocazione dei lavoratori tra settori e imprese. Ne beneficerebbero anche i consumi delle famiglie, non solo attraverso il sostegno economico diretto in caso di perdita dell impiego, ma anche riducendo la necessità di risparmiare per far fronte agli eventi avversi. L economia italiana sta affrontando una recessione profonda, che fa seguito a un lungo periodo di crescita modesta. La fase di progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestata; vi sono alcuni segnali positivi. Trainata dalla ripresa mondiale l attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del Resta tuttavia prioritario dare sostegno al sistema produttivo: occorre evitarne un indebolimento strutturale. L uscita dal mercato di un gran numero di imprese ridurrebbe il potenziale produttivo del Paese, con costi rilevanti anche in termini di capitale umano. La politica di bilancio deve proseguire nello sforzo di riallocazione delle risorse, accrescendo quelle destinate al lavoro e alle imprese. La definizione immediata di interventi strutturali che nel medio termine assicurino il contenimento della spesa e la riduzione del debito pubblico accrescerebbe i margini per una azione più vigorosa di contrasto alla crisi. Una strategia organica di riforme strutturali, alcune delle quali sono in corso di attuazione o elaborazione, può rendere più efficaci le azioni da attuare nel breve periodo, dare certezza a famiglie e imprese, creare le condizioni affinché il sistema produttivo si porti su un sentiero di crescita più elevata.

16 16 PRESIDENTE. Ringrazio il governatore Draghi per la sua relazione e invito i colleghi che lo desiderino ad intervenire. LEGNINI (PD). Signor Presidente, ringrazio il governatore Draghi per averci fornito un quadro assolutamente obiettivo, esaustivo e circostanziato dei dati riguardanti la nostra economia e la finanza pubblica. Tale quadro accresce le nostre preoccupazioni, considerato che ne emerge una lettura del DPEF che dovrebbe determinare un forte accrescimento del livello di responsabilità di tutto il Paese. Una lettura diversa quindi permettetemi di sottolinearlo da quella che abbiamo ascoltato ad esempio questo pomeriggio, quando il Ministro dell economia e delle finanze nel corso della sua audizione ci ha fornito una analisi alquanto edulcorata ed ottimistica. Il ministro Tremonti ha infatti illustrato un DPEF che fotografa l esistente e scommette sulla ripresa e sugli effetti delle misure già adottate dal Governo, tant è che non vengono indicate nuove misure, né ai fini del contenimento della spesa aspetto su cui si è soffermato il governatore Draghi nella sua relazione né per stimolare la crescita. In sostanza, quindi, il DPEF al nostro esame non prevede, per il 2010 e per gli anni successivi, una manovra anticiclica, anticrisi e correttiva degli andamenti tendenziali di finanza pubblica, giacché ci si limita a sperare sugli effetti delle misure già adottate da un anno a questa parte. Ciò premesso, vorrei sapere, in primo luogo, se a suo parere, governatore Draghi, la mancata previsione di misure di stimolo e correttive dei conti pubblici, nel senso da lei auspicato, sia compatibile con gli obiettivi indicati nel DPEF e richiamati nella sua relazione, considerato anche l andamento delle entrate. A tale proposito la sua relazione contiene una informativa molto interessante relativa all IVA e alla dinamica di aumento della spesa e le valutazioni espresse in proposito sono assolutamente obiettive e condivisibili. In secondo luogo, a proposito del credito un elemento molto importante della strategia del Governo quale efficacia hanno avuto, negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, le misure già adottate a sostegno del sistema creditizio, mi riferisco principalmente ai cosiddetti Tremonti bond? Ed ancora, quale è il livello di attuazione raggiunto dalle altre misure di sostegno al credito delle imprese, in particolare di quelle piccole e medie? A tale proposito ricordo innanzi tutto il fondo istituito presso la Cassa depositi e prestiti che doveva erogare al sistema creditizio risorse finalizzate al credito alle piccole e medie imprese, l intervento che ha coinvolto la SACE e quello di potenziamento del fondo di garanzia dedicato a queste imprese. Gli esiti dei suddetti interventi, in termini di rafforzamento della possibilità di accesso al credito per le imprese, non sono noti, né vi sono informazioni utili a riguardo. Queste domande assumono particolare rilievo soprattutto considerato che qualche giorno fa lei stesso governatore Draghi ha dichiarato che gli effetti negativi sulla solvibilità e sulla liquidità delle imprese rischiano di manifestarsi o di acuirsi nella fase più evoluta della crisi stessa, cioè nel prossimo autunno.

17 17 A fronte di tale prospettiva, ritiene che occorrano altre e più incisive misure di sostegno al credito o che siano sufficienti quelle già adottate? COSTA Rosario Giorgio (PdL). Signor Presidente, in passato la Banca d Italia ha segnalato che la perdita di prodotto interno lordo correlata all inadeguatezza della pubblica amministrazione era quantificabile in 5 punti percentuali. Tale entità è rimasta inalterata o ha subito delle variazioni? A questo proposito, inoltre, è possibile conoscere il dato disaggregato in relazione alle diverse aree del Paese? VANNUCCI (PD). Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare il Governatore per l ampia relazione svolta, dalla quale emergono scenari che destano preoccupazione, ma da cui ricaviamo anche dati importanti ed utili per il nostro lavoro. Tra le questioni sollevate vi è quella della forte esigenza per il nostro Paese di tornare a crescere, considerati gli scarsi margini di manovra determinati dall elevato debito pubblico. Di questo tema si è discusso anche oggi nel corso dell audizione del ministro Tremonti, il quale ci ha presentato un quadro rassicurante, ricordando come il debito delle famiglie italiane sia inferiore a quello di altri Paesi e questo faccia sì che la somma del debito pubblico e di quello privato del nostro Paese si collochi sostanzialmente in linea con quello degli altri Paesi. Il Ministro ha inoltre aggiunto che le famiglie non si indebitano perché il welfare funziona e risponde alle loro esigenze. Questa analisi, a mio avviso piuttosto semplicistica, rischia però di renderci pigri o comunque meno rigorosi a fronte di un problema come quello del nostro debito pubblico e, soprattutto, rispetto alla esigenza di effettuare alcune riforme che sono invece necessarie, anche perché non è poi così vero che il nostro stato sociale sia equilibrato e non necessiti di cambiamenti. Il secondo obiettivo, indicato anche nel Documento di programmazione economico-finanziaria, è relativo alla spesa. Al riguardo non nascondiamo la nostra preoccupazione e guardiamo con attenzione all assestamento di bilancio che, secondo noi, contiene un ulteriore campanello di allarme da indagare con più attenzione. La spesa corrente, infatti, come hanno potuto verificare i colleghi senatori, registra un incremento tendenziale intorno al 7 per cento. Un simile dato, oltre ad essere preoccupante, ci fa capire che le riforme intraprese lo scorso anno con il decreto-legge n. 112 del 2008 mi riferisco ai tagli lineari e alla responsabilizzazione dei singoli Ministeri non sono sufficienti. L abbandono di una politica di spending review e di rivisitazione della spesa per comparti, e, di contro, la responsabilizzazione a riguardo dei singoli Ministeri, ha prodotto un taglio lineare della spesa produttiva e di quella improduttiva, né vi è stato il necessario coraggio di scegliere, così come sarebbe stato invece opportuno vista l attuale fase di crisi. Ciò detto, in tema di crescita, lei ritiene che siano sufficienti le misure proposte dal Governo?

18 18 Sino ad ora tali misure sono servite a tamponare, ad ammortizzare la crisi, mi chiedo quindi se e quando si riaprirà il passaggio a livello per riprendere un paragone che facevo oggi nel corso della seduta pomeridiana e dovremo ripartire, l Italia sarà in grado di farlo. Sarà sufficientemente attrezzata per ripartire? Le prime timide misure che procedono in una certa direzione le abbiamo viste solo di recente nell ambito dell ultimo decreto-legge, e riguardano la capitalizzazione delle imprese e la detassazione degli utili, ma sono, ripeto, ancora molto timide. Per quanto riguarda le entrate, invece, il nostro unico margine operativo è quello relativo all evasione fiscale. Da questo punto di vista mi interesserebbe un commento da parte del Governatore sui provvedimenti che sono stati approvati anche oggi in sede di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009 e che riguardano misure di contrasto ai paradisi fiscali e agli arbitraggi internazionali, ma anche il ruolo di vigilanza che nel merito svolge la Banca d Italia (mi risulta, peraltro, che siano state inserite alcune norme in materia di incrocio dei dati). Ritengo, del resto, che la lotta all evasione fiscale debba vedere unite le istituzioni del Paese, prima tra tutte la Banca d Italia. Mi interesserebbe avere un suo commento anche a proposito del cosiddetto scudo fiscale. Concludo infine con una battuta ed una domanda: vista l attuale situazione dei conti pubblici, come ritiene la Banca d Italia di contribuire al loro risanamento, posto che nel già citato decreto-legge n. 78 (articolo 14) si è pensato di tassare le plusvalenze in oro della Banca stessa? Ciò anche in considerazione del fatto che, a seguito dell intervento della BCE, non sarà consentita la tassazione dell intero ammontare delle riserve auree, e quindi dovrà essere lei, professor Draghi, a decidere quanto destinare a riserva e quanto sarà invece tassabile. La Banca d Italia ha già effettuato una stima del contributo che in questo caso potrà dare allo Stato, posto che il limite massimo dello stesso è indicato comunque in 300 milioni di euro? DRAGHI. La questione posta dal senatore Legnini, il quale ha chiesto se il quadro macroeconomico e in particolare la manovra triennale di finanza pubblica delineata nel DPEF siano compatibili con la ripresa, è di grande complessità. Occorre al riguardo considerare che il motore della ripresa è rappresentato per il nostro Paese, come per gli altri, dal rilancio della domanda mondiale e quindi, da questo punto di vista, non ha una relazione diretta con il quadro di finanza pubblica. Quest ultimo è comunque fondamentalmente neutrale, se non altro perché vengono riallocate in esso risorse già stanziate per altri utilizzi, nella speranza che possano risultare di maggiore stimolo del prodotto e della domanda. In questo ambito si colloca, ad esempio, l aumento degli investimenti pubblici relativi agli anni , anche se non è chiaro come tali investimenti poi ridiscendano al livello del Certamente però l aumento di investimenti pubblici ha un

19 19 effetto espansivo sul prodotto; rispetto alla RPP, l incidenza sul PIL sale nella misura dello 0,1 per cento per quanto riguarda gli investimenti e di 0,3 per ciò che attiene ai consumi intermedi. Esiste dunque un azione di stimolo delle varie misure, fermo restando che l aspetto fondamentale per il nostro Paese così come per la Germania, per la Francia e, in generale l intera area dell euro è costituito soprattutto dalla ripresa della domanda mondiale. La questione sollevata dal senatore Legnini pone anche un interrogativo su quale tipo di quadro generale si debba avere in una situazione come quella attuale. In proposito non posso che ribadire quanto già segnalato nell ambito della mia relazione riguardo alla necessità innanzitutto di attenuare la ricaduta sociale della crisi. Da questo punto di vista, siamo già sulla buona strada e sono state già prese diverse iniziative. Quello che nel merito, come Banca d Italia, continuiamo a sottolineare è l opportunità di un riordino complessivo della struttura degli ammortizzatori sociali. In secondo luogo, si sta adottando tutta una serie di misure di sostegno alle imprese; basti pensare, ad esempio, a quelle relative ai debiti non pagati da parte della pubblica amministrazione per cui nell ambito del bilancio di assestamento sono previste maggiori autorizzazioni di cassa per 18 miliardi. Ci si sta quindi muovendo in una direzione, a nostro avviso corretta, in linea con quanto la Banca d Italia auspicava ormai da molto tempo. Infine, la terza questione fondamentale che si pone che mi pare sia stata segnalata anche da un altra domanda è che tipo di Italia uscirà dalla crisi, quando si avrà la ripresa. Saremo su un sentiero di crescita più elevato rispetto a quello degli ultimi anni, oppure no? Rispondere affermativamente a questa domanda costituisce una necessità assoluta, dato che il nostro debito sarà ancora più elevato di quello attuale, sia a causa della crisi, sia a meno di cambiamenti in conseguenza dell accentuato invecchiamento della popolazione. È quindi di fondamentale importanza che il nostro Paese torni a crescere ad un livello più elevato rispetto agli anni passati. A tal fine occorre realizzare delle riforme strutturali, in parte definite dal DPEF, e per altra parte già delineate dai numerosi interventi effettuati dalla Banca d Italia negli ultimi tre anni. In risposta alla domanda del senatore Costa riferita alla perdita di 5 punti percentuali di PIL registrata tre anni fa, posso dire che sicuramente ci sono stati dei miglioramenti sul fronte della riforma della pubblica amministrazione. Non disponiamo ancora, tuttavia, di una nuova stima al riguardo, ma accogliamo certamente il suo invito a realizzarla. Per quanto riguarda poi le osservazioni dell onorevole Vannucci, a nostro parere è ancora prematuro giudicare gli effetti della manovra triennale sulla spesa. Ad oggi non possiamo quindi che limitarci ad osservare che c è stato un aumento della spesa in termini nominali sia con riferimento al 2008 che al 2009, come del resto risulta dai dati prima indicati. Non credo però che allo stato sia possibile già dire se ciò sia imputabile all inefficacia dei provvedimenti attuativi di riduzione della spesa.

20 20 In riferimento alla questione delle riserve auree della Banca d Italia, sollevata dall onorevole Vannucci, non faccio alcun commento perché la materia è attualmente all esame della Banca centrale europea e fintanto che non si pronuncerà a riguardo preferisco evitare ogni valutazione. Per quanto riguarda lo scudo fiscale, sempre in risposta all onorevole Vannucci, posso dire che si tratta di una misura assi complessa a proposito della quale mi limiterò ad indicare alcuni punti di riferimento. Innanzitutto si deve considerare che, favorendo il rientro dei capitali, lo scudo fiscale può certamente aumentare le disponibilità delle imprese. Il fatto che poi l aumento delle disponibilità delle imprese si trasformi in stimolo al prodotto dipende esclusivamente dall uso che le imprese stesse ne faranno: se ritengono cioè che le prospettive della domanda complessiva siano tali da giustificare investimenti, si avrà sicuramente un azione di stimolo del PIL. La seconda questione che si pone è se lo scudo fiscale favorisca la criminalità internazionale, consentendo, per esempio, il riciclaggio in Italia di fondi costituiti all estero come provento di attività criminose. Nel provvedimento vengono mantenuti i presidi antiriciclaggio ed è vero che, nei casi di emersione, l omessa o infedele dichiarazione dei capitali a suo tempo esportati non costituisce più reato presupposto del riciclaggio, ma, come nelle precedenti versioni dello scudo, gli intermediari dovranno comunque continuare a valutare le tipologie di operazioni potenzialmente implicite nella costituzione dei capitali oggetto dell emersione, effettuando, ove del caso, le segnalazioni a fini antiriciclaggio. Quanto poi al modo con cui questo provvedimento si raffronti con quelli adottati negli anni passati (2001, 2002 e 2003), posso dire che nel caso degli anni 2001 e 2002 l adesione al primo scudo fiscale superò le previsioni ufficiali in termini di importi rientrati e di gettito. Nel caso del 2003, invece, per quanto riguarda il secondo scudo fiscale, i risultati furono inferiori alle previsioni ufficiali. Infine, l ultimo punto oggetto di dibattito riguarda il modo con cui raffrontare tale provvedimento, che agevola il rientro dei capitali detenuti all estero, con quelli adottati da altri Paesi. Occorre in proposito ricordare che anche in altri Paesi sono state introdotte misure che favoriscono l emersione spontanea di queste attività detenute illecitamente all estero: tra questi voglio ricordare gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito. Sotto il profilo fiscale, i provvedimenti adottati da questi Paesi mostrano differenze rilevanti rispetto allo scudo fiscale italiano. Si tratta, infatti, di provvedimenti che non prevedono l anonimato del contribuente e nei quali l emersione comporta il pagamento dell intero ammontare delle imposte dovute e non versate, inclusive degli interessi per ritardato pagamento. A queste somme si aggiunge talvolta una sanzione, seppur ridotta, rispetto a quanto previsto ordinariamente dalla legislazione tributaria. In altre parole, la sanzione prevista dalla legislazione tributaria ordinaria sarebbe molto al di sopra di quella che viene effettivamente fatta pagare, ma comunque si richiede il versamento di tutte le im-

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