V - L INSEDIAMENTO RURALE ROMANO DI POGGIO GRILLO
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1 V - L INSEDIAMENTO RURALE ROMANO DI POGGIO GRILLO 1. INQUADRAMENTO GENERALE In prossimità dell abitato di Contignano, a un centinaio di metri a valle del cimitero, è stata individuata negli anni Novanta un area di dispersione di frammenti fittili che faceva supporre la presenza di un insediamento romano. Il sito è localizzato a quota 410 metri s.l.m. in prossimità del podere di Poggio Grillo, lungo un percorso di crinale, utilizzato fin dalle epoche più remote, che scende in direzione del fiume Orcia e si affaccia con un ampio terrazzamento sulla vallata che fu nell antichità percorsa da una via di transito principale. A partire dall autunno del 1999 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha condotto una serie di campagne di scavo che si sono protratte fino all estate del 2003, evidenziando strutture pertinenti ad un piccolo insediamento rustico 1. 1 Nell autunno del 1999 e nella primavera del 2000 gli scavi sono stati effettuati grazie alla collaborazione con il Comune di Radicofani, che ha messo a disposizione L indagine a Poggio Grillo si presentava di particolare interesse poiché si trattava del primo insediamento rurale della zona amiatina indagato fondi ottenuti dall Amministrazione Provinciale di Siena e dalla Comunità Montana dell Amiata Senese, la quale ha fornito la manodopera necessaria. Un doveroso ringraziamento va al sindaco Andrea Bonsignori e al vice sindaco Alberto Franci, che si sono prodigati per ottenere i finanziamenti e hanno offerto ospitalità agli archeologi. Dal 2001 le indagini si sono svolte utilizzando i finanziamenti annuali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ringrazio Maria Angela Turchetti, che ha diretto le operazioni sul terreno durante le prime tre campagne e i volontari che nei vari anni hanno collaborato con grande impegno: l ispettore onorario di Pienza, Alberto Dondoli con i suoi giovani collaboratori e Ilaria Geddes dell Università di Londra con le studentesse di varia nazionalità Aileen Frehill, Aino Nurminen, Jessica Hughes che hanno partecipato agli scavi del 2002 e hanno contribuito alla documentazione grafica dei materiali. Desidero ricordare anche per l assistenza tecnica l arch. Elia Vargiu della Soprintendenza e gli archeologi della S.A.C.I. s.r.l. che hanno condotto gli scavi nel 2003, effettuando anche la documentazione grafica. I materiali provenienti dallo scavo sono attualmente conservati presso il deposito di Radicofani, messo a disposizione con liberalità dall Amministrazione Comunale. Fig. 1. Veduta generale dello scavo da est 47
2 Fig. 2. Veduta generale dello scavo da sud tramite uno scavo archeologico. Le ricognizione di superficie condotte dall Università degli Studi di Siena sulle propaggini orientali dell Amiata infatti hanno dimostrato una fitta presenza di insediamenti rurali durante la tarda età repubblicana lungo la valle del Paglia e lungo il percorso stradale che diverrà poi la Via Francigena, ma nessuno di essi è stato oggetto di scavi 2. Certamente questa fase vide un incremento di abitati e una maggior articolazione delle attività economiche rispetto al passato: la fattoria di Poggio Grillo avrebbe potuto fornire una serie di dati importanti per la ricostruzione della storia amiatina in età romana, ma purtroppo le continue lavorazioni agricole effettuate nell ultimo cinquantennio con mezzi meccanici hanno distrutto buona parte delle strutture, sicché il quadro che si può fornire è assai lacunoso. Le ricerche hanno messo in evidenza in due distinte aree di scavo (saggio A e saggio B), alla distanza di un centinaio di metri l una dall altra, strutture pertinenti ad un insediamento rurale, la cui cronologia si colloca tra la tarda età repubblicana e la media età imperiale. Lo scavo si è concentrato in particolare in una delle due aree, permettendo di riconoscere la planimetria dell edificio grazie all affioramento in più punti di murature realizzate in ciottoli fluviali legati con malta. Si tratta di una struttura edilizia assai semplice e di modeste dimensioni, ma non si può escludere che facesse parte di un più esteso complesso a carattere rurale. 2 CAMBI, 1988; CAMBI-DE TOMMASO, 1988; CAMBI, 1996a. 1. IL SAGGIO B Negli anni è stata indagata un area di circa 20 x 8 metri, denominata saggio B, posta a 25 metri a est del Podere di Poggio Grillo, dove precedenti ricognizioni di superficie indicavano una particolare concentrazione di reperti. Asportato lo strato agricolo, è stata identificato uno strato che si riteneva relativo al crollo di un edificio. Poiché si trattava di uno strato ricco di reperti (soprattutto laterizi e ceramica vascolare) la sua asportazione ha richiesto molta cura, sia nella fase di scavo, sia nella fase di documentazione, al fine di valutare le caratteristiche della concentrazione dei materiali. Si è così riscontrato che i presunti allineamenti di pietre, che facevano presupporre l esistenza di una struttura muraria, in realtà erano inconsistenti e si perdevano procedendo verso valle. Si è proceduto quindi allo scavo della sottostante unità stratigrafica che è stata identificata come riempimento di una fossa di forma grosso modo romboidale di 9,40 x 7,20 metri, profonda circa 80 centimetri rispetto al piano di campagna antico. La fossa di scarico era costituita da abbondantissimo materiale fittile databile tra la fine del I secolo a.c. e l inizio del II d. C., costituito da ceramiche fini da mensa, tra cui pochi frammenti molto consunti a vernice nera e sigillate italiche con bolli in cartigli rettangolari e in planta pedis, ceramiche da fuoco, pesi da telaio, dolia, anfore da trasporto e anche vetri. 48
3 Fig. 3. Il muro meridionale visto da ovest e lo strato di crollo delle tegole del tetto Il materiale recuperato, ora conservato nei depositi di Radicofani, è in corso di restauro e saranno oggetto di pubblicazione in altra sede. 2. IL SAGGIO A A circa 35 metri più a valle rispetto alla fossa di scarico, dove già negli anni precedenti erano stati rimossi gli strati superficiali agricoli, è stata indagata un area di circa120 m 2 durante le campagne di scavo Contrariamente alle aspettative, non è stato possibile individuare ambienti pertinenti alla fattoria e riconoscere la planimetria completa dell edificio. Purtroppo i lavori agricoli che si sono succeduti nel corso degli anni hanno irrimediabilmente distrutto non solo gli elevati, ma anche parte delle fondazioni della struttura edilizia, che doveva essere piuttosto superficiale dal momento che il terreno vergine affiora in alcuni punti a una cinquantina di centimetri dall attuale piano di campagna. Gli unici elementi strutturali che si sono conservati nel settore indagato sono rappresentati da tre muri, conservati poco sopra il livello di fondazione, allettati nel banco naturale di colore giallastro, piuttosto compatto e argilloso. Essi risultano pertinenti ad un edificio che era disposto pressappoco in senso est-ovest e si doveva affacciare con il suo lato lungo verso la sottostante vallata del fiume Orcia. Sono realizzati in ciottoli fluviali di medie dimensioni, di cui si conserva solo il filare inferiore, rincalzati con ciottoli più piccoli e legati con malta cementizia. Il lato settentrionale dell edificio è andato praticamente distrutto, ma è conservata per un tratto di circa 3 metri, nel settore orientale, una struttura che si differenzia dalle altre per il fatto d essere costituita da ciottoli fluviali più grandi giustapposti a secco, larga cm. A est e a ovest di esso non si conserva più nessun elemento che ne indichi la prosecuzione, ma i numerosi grossi ciottoli fluviali sparsi su tutta l area e non più in sito indicano che le lavorazioni agricole lo hanno divelto. È ipotizzabile che tale elemento costituisse una sorta di terrazzamento verso valle e un rinforzo al muro che delimitava in origine l edificio sul lato settentrionale. Di esso non resta che un brevissimo tratto del cavo di fondazione presso l angolo nord-orientale insieme a deboli tracce del legante. Il muro che delimitava l edificio sul lato meridionale corre quasi parallelo 6 metri più a monte ed è stato messo in luce interamente, dall angolo sud-occidentale, appena conservato, all angolo sud-orientale per una lunghezza complessiva di 15,40 metri. Il cavo di fondazione è stato scavato nel banco argilloso ed è stato riempito di sabbia e piccoli ciottoli; non sono stati trovati elementi datanti di nessun genere. Sul lato occidentale sono stati individuati solo alcuni elementi che fanno supporre l esistenza in origine del muro che delimitava il lato breve della costruzione, purtroppo andato distrutto poiché in questo settore dello scavo l interro è minimo. Ben conservato è invece il lato breve orientale, eccetto nell angolo nord-orientale. Risulta lungo 7 metri e anch esso ha uno spessore di 80 centimetri. 49
4 Fig. 4. Particolare del pavimento più antico Fig. 5. Il muro di rinforzo sul lato settentrionale La costruzione si presenta dunque di forma assai semplice, con pianta allungata di forma leggermente trapezoidale poiché gli angoli individuati non risultano retti. Certamente le murature avevano uno zoccolo di base realizzato solidamente con ciottoli recuperati probabilmente dal sottostante letto del fiume, ma non abbiamo elementi per definire quale potesse essere l aspetto degli elevati nella parte superiore, né sappiamo se la costruzione potesse avere, come è probabile, delle partizioni interne e dei tramezzi in materiale deperibile. La presenza di due basi in travertino in posizione simmetrica e centrale farebbero pensare alla presenza di sostegni presumibilmente lignei. Non conosciamo neppure la collocazione di uno o più ingressi. Sappiamo però che la copertura dell edificio era costituita da tegole e coppi, di cui si sono raccolte grandi quantità di frammenti, non soltanto conservati in situ negli strati di crollo, ma anche depositati insieme ad abbondante materiale ceramico nella larga fossa di scarico rinvenuta più a monte. Resti di un semplice pavimento realizzato in minuti frammenti fittili costituenti un battuto rossastro si riferiscono alla prima fase di vita dell edificio, che vide poi una successiva ristrutturazione quando fu dotato di un pavimento più consistente in cocciopesto, documentato da scarse tracce trovate negli strati di distruzione, caratterizzati da un terreno di colore grigiastro, ricco di calce, in cui affiorano numerosi frammenti laterizi e piccoli ciottoli fluviali. La presenza inoltre di numerose tracce di bruciato e di carboncini, rinvenuti nello strato di crollo, sembrano indicare che la costruzione fu distrutta da un incendio. La conservazione di questi strati è tuttavia limitata ad alcuni lembi nella parte più meridionale dell area di scavo, evidentemente meno danneggiata dai lavori agricoli. Il materiale ceramico recuperato nello scavo dell edificio si riduce a pochi frammenti di ceramica di impasto e di ceramica acroma che non permette precisazioni cronologiche ulteriori rispetto a quanto già evidenziato nelle precedenti campagne di scavo che hanno interessato la fossa di scarico. I reperti ceramici rinvenuti nella fossa di scarico permettono di fissare il momento di abbandono dell insediamento alla metà del II secolo d.c. Tuttavia alcuni frammenti di sigillata africana potrebbero indicare una frequentazione del sito anche in epoca posteriore. È possibile che a questa fase più recente possa essere attribuita la nuova pavimentazione in cocciopesto nell ambito di una ristrutturazione della costruzione. Va segnalato inoltre il ritrovamento sporadico di uno strumento litico in selce che attesta la presenza dell uomo a Poggio Grillo già in età preistorica. Più interessante invece il materiale ceramico recuperato in un altro saggio effettuato al di fuori dell area principale di scavo, nel tratto compreso tra il saggio B e l area indagata successivamente. Qui, alla profondità di 70 centimetri dall attuale piano di campagna, al di sotto di uno strato di terreno rimosso, è comparso uno strato ricco di frammenti laterizi, ciottoli e abbondante ceramica di vario tipo, tra cui alcuni frammenti a vernice nera. Qui tuttavia non è stato possibile completare l indagine. Nell ambito dei finanziamenti concessi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2003 si è provveduto anche ad effettuare alcune prospezioni geofisiche, che hanno interessato un sito immediatamente a valle di Poggio Grillo e altre due località interessate da presenze di materiali ceramici in superficie 3. Gabriella Barbieri 3 Le indagini, effettuate con georadar, sono state affidate a Gianfranco Censini con la collaborazione di Lucia Botarelli (CENSINI-CIACCI, in questo volume). 50
5 Saggio B Saggio A Fig. 6. Foto area dell area di scavo Fig. 7. Pianta generale dello scavo 51
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