Corrosione sotto sforzo. (Stress Corrosion Cracking SCC)
|
|
- Fabiana Serra
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Corrosione sotto sforzo Corrosione sotto sforzo (Stress Corrosion Cracking SCC) F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, Cassino (FR) Tel Fax iacoviello@unicas.it
2 La corrosione sotto sforzo è quella modalità di danneggiamento che comporta la rottura fragile del componente per sollecitazioni di trazione piuttosto basse, nel caso in cui il manufatto sia esposto ad alcuni ambienti, anche non particolarmente aggressivi. I principali meccanismi sono: Scorrimento-dissoluzione: l avanzamento della cricca avviene grazie ad una dissoluzione anodica estremamente localizzata. Le pareti della cricca sono protette da un film (solitamente ossido) che, a causa della deformazione del metallo, risulta interrotto all apice della cricca. Piano di scorrimento attivo Superficie ricoperta da film di ossido Piano di scorrimento attivo Superficie ricoperta da film di ossido INNESCO PROPAGAZIONE Corrosione sotto sforzo Clivaggio indotto nel film: in questo modello la cricca avanza con velocità molto elevate per distanze piccole (100 nm) grazie alle caratteristiche particolari di un film superficiale che presenta una nanoporosità o una modifica della composizione chimica. Cricca da tensocorrosione Cricca fragile Strato nanoporoso Infragilimento da idrogeno. Arrotondamento plastico dell apice Segno di arresto della cricca (striatura)
3 Corrosione sotto sforzo I fenomeni di corrosione sotto sforzo classici (ad esempio ottone in ambienti umidi contenenti ioni ammonio) avvengono per basse sollecitazioni e ad elevate velocità di avanzamento (da 10-9 a 10-6 m/s, ovvero da 0,1 a 100 mm/giorno. La velocità di avanzamento della cricca varia con il K I applicato secondo l andamento in figura. Si evidenzia la presenza di un valore di soglia del K I, denominato K ISCC, e la velocità di avanzamento nella regione II, praticamente costante. Gli acciai inossidabili austenitici hanno, in ambienti contenenti cloruri a temperatura superiore a quella ambiente, un valore molto basso di K ISCC (inferiore ad 1 MPa m), mentre gli acciai inossidabili austeno-ferritici (duplex) sono caratterizzati da un valore di K ISCC da 3 a 10 volte più elevati.
4 Corrosione sotto sforzo Le rotture per corrosione sotto sforzo sono macroscopicamente fragili. L analisi al microscopio elettronico a scansione mostra che le cricche possono essere sia intergranulari, che transgranulari con clivaggio. Frattura intergranulare
5 Corrosione sotto sforzo Le rotture per corrosione sotto sforzo sono macroscopicamente fragili. L analisi al microscopio elettronico a scansione mostra che le cricche possono essere sia intergranulari, che transgranulari con clivaggio. Frattura transgranulare
6 Corrosione sotto sforzo Le rotture per corrosione sotto sforzo sono macroscopicamente fragili. L analisi al microscopio elettronico a scansione mostra che le cricche possono essere sia intergranulari, che transgranulari con clivaggio. Acciaio duplex con rottura per clivaggio della ferrite e morfologia duttile per l austenite
7 Corrosione sotto sforzo Le rotture per corrosione sotto sforzo sono macroscopicamente fragili. L analisi al microscopio elettronico a scansione mostra che le cricche possono essere sia intergranulari, che transgranulari con clivaggio. Striature in una rottura transgranulare
8 Corrosione sotto sforzo Le principali variabili metallurgiche nel fenomeno della corrosione sotto sforzo sono: Composizione della soluzione solida: questo fattore controlla la resistenza alla corrosione sotto sforzo negli ottoni, negli acciai inossidabili austenitici in soluzioni calde contenenti cloruri e nelle leghe di metalli nobili. In tutti questi sistemi la perdita selettiva di elementi di lega domina il meccanismo di SCC. Segregazione a bordo grano; Trasformazioni di fase e presenza di zone associate povere di soluto: La presenza di seconde fasi, spesso utilizzate per incrementare il comportamento meccanico della lega, ha una notevole influenza nel caso di infragilimento da idrogeno. Strutture duplex: la differente composizione chimica delle due fasi presenti (ad esempio austenite e ferrite) comporta differenti valori ottimali del potenziale di SCC (più alto per γ, più basso per α); ciò implica che all apice della cricca almeno una delle due fasi non si trova in condizioni critiche per la SCC Lavorazione a freddo: la lavorazione a freddo riduce la duttilità e la tenacità a frattura, ma non necessariamente riduce il K ISCC o aumenta la velocità di SCC.
9 Corrosione sotto sforzo Ci sono almeno 5 condizioni elettrochimiche che possono portare ad un attacco per SCC, a condizione che il materiale si trovi in una condizione metallurgica suscettibile: Uno stato di imperfetta passività vicino ad una transizione attivo-passivo; Uno stato di lento attacco localizzato indotto dalla presenza dei cloruri (negli acciai inossidabili, leghe di Al e di Ti); Uno stato di superfiale impoverimento degli elementi di lega con un conseguente strato di ossido non continuo (ad esempio parecchie leghe a base di Au in molte soluzioni acquose); La formazione di un film superficiale inusuale (per esempio nitruri che si formano su un acciaio in ammoniaca anidra). Uno stato attivo in cui si ha la penetrazione di idrogeno (negli acciai altoresistenziali, oppure negli acciai a media resistenza in ambienti contenenti H 2 S) Zone di attacco per SCC
10 Corrosione sotto sforzo
11 Infragilimento da idrogeno F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, Cassino (FR) Tel Fax iacoviello@unicas.it
12 Viti a testa cilindrica da una valvola a sfera che mostra una frattura da infragilimento da idrogeno. Esposta a condizioni atmosferiche in ambiente marino, si è avuto corrosione e frattura. La vite di sinistra è stata sottoposta ad infragilimento da idrogeno per tutta la sua sezione, mentre la vite di destra ha avuto un innesco dovuto ad infragilimento da idrogeno, seguito da una rottura per sovraccarico. Entrambe le cricche si innescano dalla parte bassa della foto.
13 Superficie di frattura della vite infragilita da idrogeno osservata al SEM (1000X). La frattura intergranulare e la presenza di cricche secondarie sono caratteristiche dell infragilimento da idrogeno. La presenza di un attacco da pitting è dovuto alle operazioni di pulizia effettuate con l obbiettivo di rimuovere l ossido.
14 Superficie di frattura di un ancora per nave in acciaio ad elevato tenore in C, rotta per infragilimento da idrogeno in corrispondenza di una saldatura
15 Cricche da infragilimento da idrogeno in una saldatura di un ancora per nave
16 Deposizione di solidi e corrosione per attacco da idrogeno in un tubo per caldaia in acciaio al carbonio
17 Foto con contrasto mediante interferenza Nomarski di un acciaio inossidabile 17-4PH ricoperto con carburo di tungsteno sinterizzato. L infragilimento da idrogeno si è innescato all interfaccia metallo base-strato di carburo.
18 Superficie di frattura di una vite a testa cilindrica di durezza HRC 42 con innesco dovuto ad infragilimento da idrogeno. La vite lavorava in aria.
19 Infragilimento da idrogeno della vite nella foto superiore. Le inclusioni sono particelle di ossidi di alluminio.
20 L infragilimento da idrogeno comporta una perdita di proprietà meccaniche di un metallo che può manifestarsi in modo diverso in relazione alle condizioni ambientali in cui si sviluppa. L infragilimento da idrogeno può essere classificato in: Hydrogen Assisted Cracking Sulfide Stress Cracking Hydrogen Blistering Hydrogen Attack Stress Corrosion Cracking
21 Hydrogen assisted cracking Si ha in seguito all assorbimento dell idrogeno nel metallo e alla concomitante azione di carichi o tensioni residue. Gli acciai più resistenti sono quelli più suscettibili. Gli effetti risultano reversibili Si manifesta con una riduzione di R m, A% e Z%. Nel caso in cui l idrogeno è inizialmente presente nel metallo (idrogeno interno si parlerà di frattura differita. La suscettibilità alla rottura diminuisce con l aumento di T e si stabilizza sopra i 70 C. Nel caso in cui l idrogeno viene assorbito dopo la messa in opera si parlerà di hydrogen induced cracking (nel caso di idrogeno gassoso ad alta pressione) o di stress corrosion cracking (nel caso di errata protezione catodica).
22 Sulfide Stress Cracking Si ha in seguito all azione combinata di tensione e corrosione in ambiente contenente acido solfidrico. Si manifesta con la frattura fragile del materiale. In presenza di idrogeno solforato penetra una percentuale molto più alta di idrogeno rispetto ad ambienti debolmente acidi per effetto catalitico del solfuro di ferro. Fe + H 2 S FeS + 2H ads La riduzione del ph aumenta la velocità di rottura, mentre l incremento di temperatura la ritarda. Si ha nell industria petrolifera, nell estrazione e nel trasporto di gas e petrolio greggio, e nelle successive fasi di raffinazione. La frattura è spesso transgranulare con clivaggio.
23 Hydrogen Blistering Si ha in seguito alla ricombinazione degli atomi di idrogeno assorbiti in corrispondenza di discontinuità come inclusioni, con formazione di H 2 molecolare ad elevata pressione e conseguente delaminazione. Si manifesta nei serbatoi di stoccaggio di gas e di petrolio, nei reattori, nei processi di raffinazione, nelle tubazioni saldate (a contatto con miscele contenenti acido solfidrico). Si ha un insieme di fratture interne nelle quali cricche che si propagano lungo i piani di laminazione si uniscono a cricche trasversali.
24 Hydrogen Attack Si manifesta con una decarburazione locale dell acciaio, con perdita della resistenza dovuta ai carburi o formazione di cricche per l azione del metano sotto pressione a bordo grano. Si può avere una diminuzione del 60% di R m e del 30% della duttilità. A T>220 C si possono avere reazioni di decarburazione tipo: Fe 3 C + 2H 2 3Fe + CH 4 (gas) La soluzione del problema consiste nell impiego di acciai bassolegati contenenti elementi suscettibili di formare carburi (Cr, Mo, Nb).
25 Stress Corrosion Cracking Si ha nel caso di ambiente aggressivo in presenza di sollecitazioni di trazione. Il processo si svolge secondo tre fasi: sviluppo della reazione di riduzione degli ioni idrogeno all apice della cricca assorbimento localizzato dell idrogeno Infragilimento del metallo con formazione di fasi martensitiche fragili
26 L idrogeno può penetrare nel metallo sia durante l elaborazione, sia durante la posa in opera di una struttura metallica, sia durante il suo utilizzo. I quattro stadi fondamentali per analizzare il problema sono: La penetrazione dell idrogeno nel metallo La sua diffusione Il suo intrappolamento L infragilimento
27 La penetrazione dell idrogeno nel metallo Verranno qui ricordati i meccanismi di penetrazione in ambiente liquido (idrogeno catodico) e ambiente gassoso idrogenato. Per il momento è sufficiente conoscere i meccanismi di scarica elettrochimica del protone, scrivendo la semireazione catodica: H + + e - H ads (reazione di Volmer) L atomo di idrogeno adsorbito sulla superficie penetra nel metallo secondo la reazione elementare di penetrazione: H ads H abs Quest ultima reazione è in concorrenza alle reazioni di ricombinazione della molecola di idrogeno che avvengono secondo due meccanismi: Meccanismo elettrochimico: H ads + H + + e - H 2 (meccanismo di Heyrovsky) Meccanismo fisico-chimico: H ads + H ads H 2 (meccanismo di Tafel)
28 La penetrazione dell idrogeno nel metallo L idrogeno gassoso ha una concentrazione C H nel gas proporzionale alla radice quadrata della sua pressione parziale: C H = k (P H2 ) 1/2 (legge di Sievert) Inoltre, la solubilità dell idrogeno nel metallo aumenta con la temperatura, in assenza di trasformazioni di struttura. La penetrazione dell idrogeno gassoso nel metallo è un processo che necessita di pressioni elevate
29 Comportamento dell idrogeno nel metallo: interazione metallo-idrogeno Idrogeno molecolare Idruri Metano (CH 4 ) Protone schermato La diffusione dell idrogeno nel metallo Se si considera l idrogeno in un metallo non sollecitato avente una temperatura costante e uniforme, la diffusione degli atomi di idrogeno potrà essere descritta dalle leggi di Fick: J = -D grad CH (1 legge di Fick) C H = D ΔC t H J = vettore flusso d idrogeno C H (x,y,z,t) = concentrazione in idrogeno D = coefficiente di diffusione (2 legge di Fick) Infragilimento da idrogeno
30 La diffusione dell idrogeno nel metallo Gli sforzi (esterni od interni) influiscono sulla concentrazione del metallo. Un campo uniforme di sforzi elastici aumenta la solubilità dell idrogeno secondo la : C σ = C 0 exp (σ V/ RT) relazione di Beck C 0 = concentrazione di idrogeno in assenza di sforzi σ = sforzo uniforme C σ = concentrazione di idrogeno in presenza dello sforzo σ V = volume molare parziale di idrogeno Da ricordare che uno sforzo elastico uniforme non ha nessuna influenza sul coefficiente di diffusione. La presenza di un gradiente degli sforzi (all apice di cricche, in corrispondenza di inclusioni tipo solfuri, in corrispondenza di dislocazioni mobili) può aumentare il flusso di idrogeno nel metallo. Nelle regioni ad elevata triassialità degli sforzi, il potenziale chimico dell idrogeno è basso e questo implica un aumento della concentrazione C H.
31 La diffusione dell idrogeno nel metallo Il coefficiente di diffusione, come la solubilità, varia in funzione della temperatura secondo la: D = D 0 exp (-Q/RT) (legge d Arrhenius) E E / T [ K -1 ] D 0 = fattore di frequenza Q = energia di attivazione DH [cm 2 s -1 ] E E E -07 Ferritic materials E -08 Austenitic materials E -09 Duplex stainless steel E Temperature [ C]
32 La diffusione dell idrogeno nel metallo La diffusione interstiziale non è il solo modo di trasporto dell idrogeno nel metallo. Sono noti due altri meccanismi: Il trasporto mediante dislocazioni mobili: Si ha nel caso di una deformazione plastica locale (ad esempio all apice di una cricca). L idrogeno resta attaccato alla dislocazione mobile e si muove con essa. In una struttura ccc questo meccanismo comporta una velocità di trasporto fino a 10 4 volte superiore a quello per diffusione interstiziale Il corto circuito di diffusione Questi sono dei siti del reticolo dove la diffusione è più rapida (i bordi grano in un acciaio austenitico, la ferrite in una struttura austeno-ferritica )
33 Intrappolamento dell idrogeno Nel caso di metalli incruditi, legati o microlegati, la diffusione dell idrogeno non è più omogenea all interno del reticolo del metallo. L idrogeno può essere catturato da un difetto del reticolo denominato TRAPPOLA. I differenti tipi di trappole sono: Forza che agisce sull atomo di idrogeno Esistenza di perturbazioni fisiche del reticolo Trappola attrattativa (di tipo elettronico, sforzo, variazione locale di temperatura) Trappola fisica (interfacce particelle-reticolo, bordi grano di tipo incoerente) Trappola mista (dislocazioni mobili)
34 Intrappolamento dell idrogeno Classificazione delle trappole negli acciai ferritici Tipo di trappola Esempio Energia di Carattere a Siti di diffusione attivazione (ev) T ambiente 0.08 reversibile Trappole atomiche Ni 0.08 reversibile Ce 0.16 La 0.98 irreversibile Trappole dislocazioni reversibile unidimensionali giunti tripli 0.8 prob.irr. Trappole Interfacce bidimensionali matr.-partic. TiC irreversibile Fe 3 C mista bordo grano mista Trappole cavità tridimensionali 0.3 mista
35 Infragilimento da idrogeno: teoria della pressione interna L infragilimento da idrogeno viene legato alla formazione di idrogeno molecolare ad alta pressione ( atmosfere) all interno di cavità nel metallo. L avanzamento delle cricche è possibile nel caso in cui la pressione raggiunge un valore critico pari a : P = { 2 G γ s } 1/2 (Criterio di Griffith) π (1-ν) l G = modulo di taglio ν = coefficiente di Poisson γ s = energia di superficie l = lunghezza della cricca
36 Infragilimento da idrogeno: teoria della decoesione del metallo Questo modello lega l infragilimento da idrogeno non più all adsorbimento ma all assorbimento dell idrogeno che diminuisce l energia coesiva del metallo. In tale caso l idrogeno si accumula nelle zone di triassialità degli sforzi all apice della cricca, per esempio nelle zone di deformazione plastica. L accumulo di idrogeno assorbito diminuisce l energia di coesione del reticolo, permettendo l avanzamento della cricca Nessun modello può spiegare da solo la totalità dei casi di infragilimento da idrogeno. Questi modelli permettono di evidenziare d un lato il concetto di accumulo di idrogeno e la nozione di intrappolamento, e dall altro il concetto di quantità minima d idrogeno necessaria per innescare e propagare una cricca, ovvero il concetto di concentrazione critica C K.
37 Intrappolamento e infragilimento da idrogeno C H < C K niente cricca in assenza di idrogeno la forza di coesione è superiore alla sommatoria degli sforzi residui ed applicati C H > C K innesco e propagazione in presenza di idrogeno possono intervenire diversi meccanismi: le forze di coesione diminuiscono una pressione di idrogeno si può formare in una eventuale microcavità
38 Intrappolamento e infragilimento da idrogeno Questo meccanismo permette di ipotizzare dei metodi con i quali diminuire o evitare i rischi di infragilimento da idrogeno: aumentare il valore di C K su tutti i difetti diminuire il valore di C H nei difetti C K dipende dalla geometria e dalla forma del difetto, dalla microstruttura, dalla direzione di applicazione del carico, dalla presenza di impurezze (Sn, P ) C H di una trappola dipende dal tempo, dalla temperatura, dal tipo di sorgente di idrogeno (interna oppure esterna), dalla natura della trappola (fisica o chimica), dalla presenza o meno di un campo di sollecitazioni, dalla velocità di spostamento delle dislocazioni mobili (legata alla velocità di deformazione plastica)
39 Questi metodi possono essere classificati in due gruppi: Metodi di studio dell intrappolamento e di stima delle concentrazioni critiche Metodi meccanici di valutazione e di stima dell infragilimento Analisi dell intrappolamento e stima delle concentrazioni critiche: Metodo autoradiografico basato su l analisi della distribuzione del trizio (emettitore β) caricato catodicamente. Analisi mediante raggi X (permette di rilevare la presenza di idruri o la deformazione del reticolo con conseguenti possibili trasformazioni di fase) Analisi del degasaggio di un campione preventivamente caricato (per ottenere la stima dell energia di intrappolamento) Misure di permeazione
40 Permeazione di un metallo all idrogeno Φ = permeazione = D (C 1 -C 2 )/e D = coefficiente di diffusione dell idrogeno C 1, C 2 = concentrazione dell idrogeno sulle superfici di ingresso e di uscita e = spessore della lamina considerata Esistono due metodi per rilevare la variazione di Φ con il tempo: Metodo di Barrer (detto del time lag, τ ) Metodo di Devanathan e Stachurski Metodo di Barrer: per pressioni molto basse ( 10-5 Pa) si registra la variazione di PH 2 in funzione del tempo. L estrapolazione della parte lineare fino a intersecare l asse dei tempi determina il valore di t che può essere legato al coefficienti di diffusione secondo la relazione D= e 2 /6τ.
41 Metodo di Devanathan e Stachursky: utilizzato nel caso di idrogeno catodico, consiste nella misura della variazione della corrente d ossidazione di atomi di idrogeno con il tempo. La figura mostra l evoluzione di Φ/Φ con il tempo t, ove Φ è il valore di Φ in condizioni stazionarie. Nel caso in cui Φ/Φ = 0.63, t = e 2 /6D. Se si effettua un degasaggio seguito da un nuovo caricamento si possono ottenere ulteriori informazioni.
42 Permeazione di un metallo all idrogeno Infragilimento da idrogeno τ 1 = t necessario per raggiungere il valore di Φ/Φ = 0.63 durante il primo caricamento τ 0 = t necessario per raggiungere il valore di Φ/Φ = 0.63 durante il primo degasaggio τ 2 = t necessario per raggiungere il valore di Φ/Φ = 0.63 durante il secondo caricamento
43 Sorgenti di idrogeno negli acciai Formazione di atomi di idrogeno nel sistema Fe-acqua secondo la reazione d equilibrio: X Fe + Y H 2 O Fe x O y + 2 Y H e - Sotto protezione catodica (o caricamento catodico per simulare questa protezione): H + + e - H (ads), 2 H (ads) H 2 La decarburazione dell acciaio ad alta temperatura (>200 C) esposto all idrogeno ad alta pressione provoca la formazione di bolle di metano: Fe 3 C 3Fe + C (sol. solida) C + 2 H 2 CH 4 Il metano forma delle trappole energeticamente profonde e si localizza ai bordi grano.
44 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno. Applicazione dei concetti della meccanica della frattura su provini intagliati e precriccati sottoposti a sollecitazioni statiche; Applicazione di una velocità di deformazione costante, ma lenta, su provini lisci oppure precriccati; Applicare su un disco del metallo da analizzare una pressione di idrogeno sia costante sia crescente; Prove basate sui concetti di concentrazione critica di idrogeno e sul meccanismo di drenaggio svolto dalle dislocazioni mobili rispetto all idrogeno; si tratta di prove simili a quelle svolte in ambiente inerte.
45 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno:prove a carico o deformazione costanti - impiego di provini non intagliati Esiste un valore di soglia σ H per il quale il tempo a rottura è molto lungo. Tale valore aumenta con la diminuzione di C H.
46 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno: prove a carico o deformazione costanti - impiego di provini intagliati e precriccati Permettono di eliminare le incertezze sulla misura del periodo di innesco e sulla conoscenza dello stato tensionale all apice della cricca. Si impiegano provini caricato sia con idrogeno interno che esterno.
47 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno: prove a carico o deformazione variabili - impiego di provini non intagliati Queste prove vengono effettuate a velocità di deformazione costante, ma lente. La dispersione dei risultati è ridotta. Dalle curve ottenute si possono considerare le variazioni del limite di elasticità, la deformazione a rottura, la resistenza a rottura etc. Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno: prove a carico o deformazione variabili - impiego di provini intagliati e precriccati In questo caso risulta difficile parlare di una velocità di deformazione costante, e si impone un aumento di K pari a 3 MPa m 1/2 s -1, piuttosto elevata nel caso di idrogeno esterno
48 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno: prove di propagazione di cricche di fatica Schema di montaggio per il caricamento catodico durante le prove di propagazione in condizioni di fatica corrosione
49 Metodi di prova per lo studio dell infragilimento da idrogeno: prove di propagazione di cricche di fatica In aria In condizioni di caricamento catodico di idrogeno
50 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
51 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
52 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
53 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
54 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
55 Resistenza alla propagazione di cricche di fatica in aria ed in condizioni di caricamento catodico di idrogeno di un acciai inossidabile austeno-ferritico (duplex) 22 Cr 5 Ni
56 Recupero delle proprietà meccaniche dopo infragilimento da idrogeno di un acciaio inossidabile duplex a 200 C H Q [ppm] 30 R m ε m% ε % m 20 Rm [MPa] Q H Durata del degasaggio [s] 600
57 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Prove meccaniche in ambiente aggressivo F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, Cassino (FR) Tel Fax iacoviello@unicas.it
58 Prove meccaniche in ambiente aggressivo
59 Prove meccaniche in ambiente aggressivo
60 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Per analizzare la resistenza alla corrosione sotto sforzo (SCC ) di una lega non è sufficiente conoscere separatamente la sua resistenza alla corrosione o la sua resistenza meccanica, in quanto la SCC è un fenomeno sinergico. Gli effetti delle condizioni elettrochimiche applicate e delle sollecitazioni meccaniche si amplificano reciprocamente e tendono ad accelerare la propagazione della cricca, o comunque ad innescare il danneggiamento anche in condizioni in cui la sola sollecitazione o il solo ambiente aggressivo sono inoffensivi. Si possono seguire due differenti approcci: provocare l innesco e/o la propagazione della cricca fino alla rottura totale del pezzo o della provetta in studio; analizzare un processo particolare; in tal caso la scelta delle condizioni di prova saranno estremamente importanti.
61 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Nel caso in cui una lega sia sensibile al processo di SCC, si dovrà tenere in considerazione: Struttura e microstruttura condizioni elettrochimiche (potenziale, ph, condizioni di passivazione ) Modalità di sollecitazione ed analisi degli sforzi residui Le prove che possono essere eseguite possono essere classificate in funzione del tipo di sollecitazione applicata. Ricordando che, secondo la meccanica della frattura le modalità di sollecitazione rispetto al piano della cricca sono fondamentalmente 3 (modi I, II e III), le prove di SCC saranno classificate in funzione del parametro tenuto costante: deformazione; sforzo nominale; velocità di deformazione.
62 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Prove a deformazione imposta Deformazione a trazione: vengono utilizzati dei fili o delle provette cilindriche; il calcolo della sollecitazione iniziale è semplice, ma, una volta innescata la cricca, la sezione efficace varia, ed è necessario calcolare l intensità dello sforzo locale, cosa piuttosto delicata; si preferisce utilizzare delle prove di flessione. Deformazione a flessione: alcuni tipi di provette necessitano di una messa in forma ; in tal caso sarà necessario tenere conto di uno sforzo dovuto all incrudimento del materiale Provette con messa in forma Provette senza messa in forma
63 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Prove a deformazione imposta Provette precriccate: applicando i concetti di Meccanica della Frattura, nota l apertura dell intaglio, si ottiene il fattore di intensificazione degli sforzi all apice della cricca arresto
64 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Prove a carico totale imposto Provette lisce: il carico applicato è di trazione; appena una cricca si innesca o propaga, la sezione utile diminuisce e, localmente, l intensità dello sforzo cresce all apice della cricca. Ai fini di minimizzare gli effetti della superficie, e conveniente non avere un rapporto volume/superficie troppo piccolo, evitando quindi fili troppo fini. Provette criccate: Si utilizzano delle provette intagliate e precriccate, in modo da analizzare il comportamento del metallo in presenza di una sola cricca; la misura della lunghezza della cricca nel tempo permette di valutare l evoluzione del fattore di intensificazione degli sforzi Provino di trazione intagliato Provino di flessione ASTM Provino CT (Compact type)
65 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Condizioni elettrochimiche La scelta dell ambiente e delle condizioni elettrochimiche è certamente essenziale per la caratterizzazione della resistenza alla SCC di una lega. Due scelte sono possibili: Tentare di riprodurre l ambiente e le condizioni all interno delle quali il manufatto viene ad essere esercito; in questo caso si è più vicini alle reali condizioni di utilizzo del metallo, ma le prove saranno lunghe e costose. Tentare di dedurre mediante condizioni considerate più severe ma standardizzate, la resistenza alla SCC del metallo. Ad esempio esiste una composizione chimica dell acqua di mare standard (ASTM D ). Log I Zona 1 Zona 2 Attività V Immunità Passività Transpassività
66 Prove meccaniche in ambiente aggressivo Condizioni elettrochimiche Oltre alla composizione chimica della soluzione ed al suo ph, si deve scegliere, e controllare, il potenziale al quale far svolgere la prova. Si possono svolgere le prove: A potenziale libero, misurandolo durante lo sviluppo della prova; sono prove tipicamente molto lunghe; A potenziale imposto, dove si effettuerà la prova nelle condizioni elettrochimiche per le quali la lega è sensibile alla SCC; dalla conoscenza delle curve di polarizzazione metallo/ambiente si possono mettere in evidenza tre differenti zone: Log I Attività Immunità Zona 1 Passività Zona 2 V Transpassività - Potenziali fortemente catodici, ove l idrolisi dell ambiente comporta la formazione di idrogeno ed il conseguente infragilimento da idrogeno; - Potenziali di transizione attivo/passivo (Zona 1), dove le deformazioni meccaniche imposte possono destabilizzare localmente il film passivante; - Potenziali nella zona di vaiolatura (Zona 2), ove il film passivo è localmente rotto da vaioli.
Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener
Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi
Dettaglia) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180 e 20 C.
ESERCIZIO 1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura). a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180
DettagliModulo di Tecnologia dei Materiali. Docente: Dr. Giorgio Pia
Modulo di Tecnologia dei Materiali Docente: Dr. Giorgio Pia Modulo di Tecnologia dei Materiali La Diffusione Diffusione atomica nei solidi Diffusione per meccanismo interstiziale Gli atomi si muovono da
DettagliTecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener
Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi
DettagliProgettazione e costruzione di una macchina di prova a bassissima velocità di deformazione: infragilimento da idrogeno dell acciaio 22 Cr 5 Ni.
XVIII Convegno Nazionale IGF Cetraro (CS), 31 Maggio 1 Giugno 2006 Progettazione e costruzione di una macchina di prova a bassissima velocità di deformazione: infragilimento da idrogeno dell acciaio 22
DettagliCorrosione dei metalli: introduzione
Corrosione dei metalli - introduzione Professore di Scienza dei Materiali Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica Università degli Studi di Cagliari http://dipcia.unica.it/superf/ Email: belsener@unica.it
DettagliNella figura è dato il diagramma di stato di una lega Cu-Be (zona ricca in Cu).
Esercizio 5.1 Nella figura è dato il diagramma di stato di una lega Cu-Be (zona ricca in Cu). a) Spiegare perché la solubilità degli atomi di berillio nel reticolo di rame aumenta all aumentare della temperatura
DettagliComportamento meccanico di leghe ferrose e non
Comportamento meccanico di leghe ferrose e non F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, 03043 Cassino (FR) Tel. 07762993681 Fax. 07762993733 E-mail: iacoviello@unicas.it Resistenza a trazione:
DettagliAtti del Congresso IGF19 Milano, 2-4 luglio 2007
RESISTENZA ALLA PROPAGAZIONE DELLA CRICCA DI FATICA NEGLI ACCIAI INOSSIDABILI AUSTENO FERRITICI: INFLUENZA DELLA COMPOSIZIONE CHIMICA E DELLA MICROSTRUTTURA E. Franzese a, V. Di Cocco b, S. Natali a, F.
DettagliValutare le proprietà meccaniche di rivestimenti thermal spray: come e con quali prospettive per le applicazioni
Valutare le proprietà meccaniche di rivestimenti thermal spray: come e con quali prospettive per le applicazioni Elisabetta. Gariboldi, Nora Lecis Politecnico di Milano Dip. Meccanica Walter Cerri, Paolo
DettagliMeccanica della Frattura Lecture 10 Temperatura di transizione duttile-fragile
Lecture 10 Temperatura di transizione duttile-fragile Introduzione I metalli e le leghe (acciai) mostrano una dipendenza della tensione di snervamento e della rottura dalla temperatura. 2 1 rv Tensione
DettagliGIORNATA DI STUDIO. ACCIAI INOSSIDABILI DUPLEX Milano 19 marzo 2003
GIORNATA DI STUDIO ACCIAI INOSSIDABILI DUPLEX Milano 19 marzo 200 F. Iacoviello Università di Cassino, Di.M.S.A.T., via G. Di Biasio 4, Cassino (FR) Gli acciai inossidabili austenoferritici (duplex) sono
DettagliCaratteristiche di materiali
Caratteristiche di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Meccaniche Materiale Fisiche Elettriche Megnetiche Termiche Meccaniche
DettagliAnche le proprietà meccaniche dipendono sostanzialmente dai legami chimici presenti nel materiale. La curva che esprime la forza agente tra due atomi
Anche le proprietà meccaniche dipendono sostanzialmente dai legami chimici presenti nel materiale. La curva che esprime la forza agente tra due atomi contiene le informazioni fondamentali per l elasticità
DettagliTecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener
ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi presenti, la loro quantità in percentuale e la loro composizione in una
DettagliDomanda: Ci si potrebbe aspettare che il ferro si corroda in acqua di elevata purezza? Perché o perché no?
Verifica dei Concetti 17.1 Domanda: Ci si potrebbe aspettare che il ferro si corroda in acqua di elevata purezza? Perché o perché no? Risposta: Il ferro potrebbe non corrodersi in acqua di elevata purezza
DettagliTRATTAMENTI TERMICI DEI MATERIALI FERROSI
TRATTAMENTI TERMICI DEI MATERIALI FERROSI Tempra Processi di tempra A seconda di come viene eseguito il trattamento, consentono di ottenere: un cambiamento di struttura totale a temperatura ambiente con
DettagliLo scorrimento viscoso o creep è una deformazione dipendente dal tempo che avviene a temperatura elevata dopo l applicazione di un carico mantenuto
Scorrimento viscoso Lo scorrimento viscoso o creep è una deformazione dipendente dal tempo che avviene a temperatura elevata dopo l applicazione di un carico mantenuto costante, e che generalmente termina
DettagliLavorazioni per asportazione di truciolo
Lavorazioni per asportazione di truciolo Distacco di alcune parti di materiale dal pezzo attraverso l interazione con utensili che agiscono in maniera progressiva - cinematica del taglio - meccanica del
DettagliUniversità del Salento Facoltà di Ingegneria Costruzione di Macchine
Università del Salento Facoltà di Ingegneria Costruzione di Macchine Lezione 3 Prova di trazione a cura del prof. ing. Vito Dattoma e dell ing. Riccardo Nobile 1 Prove di caratterizzazione meccanica Prova
DettagliNorme in Vigore. pag. 1/6
Elenco Norme Abbonamento UNICOU680002 Protezione dei materiali metallici contro la corrosione - Protezione dei materiali metallici contro la corrosione - Corrosione (misto Protezione dei materiali metallici
DettagliRESISTENZA ALLA PROPAGAZIONE DELLA CRICCA DI FATICA NEGLI ACCIAI INOSSIDABILI SINTERIZZATI IN CONDIZIONI DI CARICAMENTO DA IDROGENO
RESISTENZA ALLA PROPAGAZIONE DELLA CRICCA DI FATICA NEGLI ACCIAI INOSSIDABILI SINTERIZZATI IN CONDIZIONI DI CARICAMENTO DA IDROGENO F. Iacoviello, V. Di Cocco Università di Cassino, Di.M.S.A.T., via G.
DettagliDefinizione, composizione tipologia e classificazione degli acciai
Definizione, composizione tipologia e classificazione degli acciai Fase chiara: ferrite Fase chiara: ferrite proeutettoidica Fase chiara: cementite proeutettoidica Definizione e composizione degli
DettagliDip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli. Corso di Laurea in Ingegneria Edile
Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata (Prof.
DettagliRottura dei materiali
Rottura dei materiali La rottura è la separazione di un solido in due o più elementi. Può essere classificata in duttile o fragile, a seconda delle caratteristiche di deformazione plastica del materiale:
DettagliESERCIZIO 1. E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C.
ESERCIZIO 1 E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C. a) Descrivere la trasformazione eutettoidica e spiegare perché la microstruttura della perlite è lamellare. trasformazione eutettoidica γ -> α +Fe
DettagliXVIII Convegno Nazionale IGF Cetraro (CS), 31 Maggio 1 Giugno 2006
XVIII Convegno Nazionale IGF Cetraro (CS), 31 Maggio 1 Giugno 2006 Influenza della composizione chimica sulla resistenza alla propagazione della cricca di fatica in aria negli acciai inossidabili austeno-ferritici
DettagliMATERIALI METALLICI. Si ottiene una ghisa (carbonio 3.5-4.5 %) alla quale viene ridotto il tenore di carbonio fino ad un massimo di 1.5%.
MATERIALI METALLICI L acciaio viene prodotto in altoforno, a partire dal minerale ferroso (una miscela di ossidi di ferro) per riduzione con CO prodotto dal carbon coke e per aggiunta di fondenti (carbonati
DettagliCorso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia
Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica Docente: Dr. Giorgio Pia La Scienza dei Materiali Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Proprietà meccaniche dei metalli I metalli
DettagliCorrosione delle superfici metalliche: come prevenirne gli effetti
Corrosione delle superfici metalliche: come prevenirne gli effetti Alcune strategie per prevenire i vari tipi di corrosione delle superfici metalliche In fase di progettazione il problema della corrosione
Dettagli1. Descrivere la trasformazione eutettoidica e spiegare perché la microstruttura della perlite è lamellare.
ESERCIZIO 5.1 E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C. 1. Descrivere la trasformazione eutettoidica e spiegare perché la microstruttura della perlite è lamellare. Trasformazione eutettoidica: γ -> α
DettagliCenni sulle proprietà elastiche dei solidi
Cenni sulle proprietà elastiche dei solidi La nozione di corpo rigido deriva dal fatto che i corpi solidi sono caratterizzati dall avere una forma ed un volume non facilmente modificabili. Nella realtà
DettagliProve di corrosione di vari acciai in miscele ternarie di nitrati fusi. E. Veca, M. Agostini, P. Tarquini. Report RdS/PAR2013/249
Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l energia e lo sviluppo economico sostenibile MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Prove di corrosione di vari acciai in miscele ternarie di nitrati fusi E. Veca,
DettagliI materiali metallici sono perfetti?
I materiali metallici sono perfetti? Difetti nei solidi cristallini (a) difetti di punto (b) difetti di linea o 1-D (c) difetti di superficie o 2-D (a) Difetti di punto (1) vacanze(posizioni reticolari
DettagliGli aspetti della corrosione e la compatibilità chimica dei materiali
ATTREZZATURE IN PRESSIONE: Le novità, dalla Gli aspetti della corrosione e la compatibilità chimica dei materiali - 22 ottobre 2010 Relatore: Dott. Marco Scapin (Venezia Tecnologie S.p.a.) Con il patrocinio
DettagliMetallurgia e Materiali non Metallici. Prova di trazione. Marco Colombo.
Metallurgia e Materiali non Metallici Prova di trazione Marco Colombo marco1.colombo@polimi.it 16/03/2016 La prova di trazione uniassiale Una delle più comuni e importanti prove distruttive, si ricavano
DettagliLa corrosione atmosferica dei materiali metallici dipende dall aggressività dell ambiente.
Esercizio La corrosione atmosferica dei materiali metallici dipende dall aggressività dell ambiente. a) Quali sono le condizioni necessarie che si verifichi la corrosione atmosferica (due parametri). Devono
DettagliPARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3.
PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3. Struttura atomica o molecolare 1.4. Complementarita degli
DettagliPresentazione del MATMEC
FOCUS GROUP Materiali per la progettazione meccanica Presentazione del MATMEC 12 Dicembre 2005 Caratterizzazione di Materiali e Componenti Ing. M. Labanti ENEA CR Faenza Focus Group InnovaBologna 12-12-2005
DettagliComportamento meccanico dei materiali
Comportamento meccanico dei materiali Riferimento: capitolo 2 del Kalpakjian Importante per comprendere il comportamento dei materiali durante le lavorazioni Introduzione Tensione e compressione Torsione
DettagliPresentazione della seconda edizione
Presentazione della seconda edizione A circa otto anni dalla prima edizione si è resa necessaria una revisione del testo, la quale tiene conto sia dell evoluzione dell insegnamento, ora divenuto Costruzione
DettagliProprietà meccaniche. Proprietà dei materiali
Proprietà meccaniche Proprietà dei materiali Proprietà meccaniche Tutti i materiali sono soggetti a sollecitazioni (forze) di varia natura che ne determinano deformazioni macroscopiche. Spesso le proprietà
DettagliSforzo e Deformazione nei Metalli
Sforzo e Deformazione nei Metalli I metalli vanno incontro a deformazione sotto l azione di una forza assiale a trazione Deformazione elastica: il metallo ritorna alla sua dimensione iniziale quando la
DettagliCorrosione e protezione dei metalli: introduzione
Corrosione dei metalli - introduzione Bernhard Elsener Professore di Scienza dei Materiali Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica Università degli Studi di Cagliari http://dipcia.unica.it/superf/
DettagliLavorazioni per asportazione di truciolo
Lavorazioni per asportazione di truciolo Distacco di alcune parti di materiale dal pezzo attraverso l interazione con utensili che agiscono in maniera progressiva - cinematica del taglio - meccanica del
DettagliProblemi ad alta temperatura: Creep (scorrimento viscoso a caldo) Ossidazione
Problemi ad alta temperatura: Creep (scorrimento viscoso a caldo) Ossidazione Acciai al carbonio Possono essere impiegati fino a 450 C C 0.20% Mn 1.6% Si tra 0.15 e 0.50% S e P 0.040% Per combattere invecchiamento
DettagliIl fenomeno della frattura ha assunto una notevole importanza solo in tempi relativamente recenti.
Il fenomeno della frattura ha assunto una notevole importanza solo in tempi relativamente recenti. In passato, infatti, i materiali e le tecnologie di costruzione non avevano mai messo in luce questo fenomeno.....finché
DettagliPROPRIETÀ MECCANICHE DEI MATERIALI
PROPRIETÀ MECCANICHE DEI MATERIALI Il comportamento meccanico di un materiale rappresenta la risposta ad una forza o ad un carico applicato 1. Comportamento elastico 2. Comportamento plastico 3. Comportamento
DettagliMateriali metallici per impieghi industriali
Introduzione al corso Materiali metallici per impieghi industriali F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, 03043 Cassino (FR) Tel. 07762993681 Fax. 07762993733 E-mail: iacoviello@unicas.it Introduzione
DettagliProprietà meccaniche. Risposta ad una forza o ad un carico applicato
Proprietà meccaniche Come vengono misurate le proprietà meccaniche di un materiale e cosa rappresentano? Qual è la loro relazione con la lavorazione del materiale e con la sua struttura? Note le proprietà
DettagliLEZIONI PER IL CORSO DI MECCATRONICA LA PROVA DI TRAZIONE- 01
LEZIONI PER IL CORSO DI MECCATRONICA LA PROVA DI TRAZIONE- 01 PROF. FEDERICO GRUBISSA ITT ENRICO FERMI VENEZIA CARATTERISTICHE DEI MATERIALI Ogni corpo materiale, sottoposto a delle forze, subisce delle
DettagliLa risposta ad ogni quesito è scritta in carattere normale, ulteriori spiegazioni saranno scritte in corsivo.
La risposta ad ogni quesito è scritta in carattere normale, ulteriori spiegazioni saranno scritte in corsivo. ESERCIZIO 1 a) Dall osservazione del diagramma si evince che ad un elevata temperatura di fusione
DettagliMateriali metallici per impieghi industriali
Materiali metallici per impieghi industriali F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, 03043 Cassino (FR) Tel. 07762993681 Fax. 07762993685 E-mail: iacoviello@unicas.it 1 Programma Introduzione
DettagliUnità 2 Diagrammi di stato e proprietà dei materiali UNITA 2 DIAGRAMMI DI STATO E PROPRIETA DEI MATERIALI
Esercizio.1 UNITA DIAGRAMMI DI STATO E PROPRIETA DEI MATERIALI Tracciare un diagramma di stato binario in cui sia presente un composto intermedio A x B y a fusione congruente e un composto intermedio A
DettagliCORROSIONE DELL ACCIAIO NEGLI AMBIENTI NATURALI
CORROSIONE DELL ACCIAIO NEGLI AMBIENTI NATURALI Negli ambienti naturali, cui sono esposte la maggior parte delle infrastrutture e costruzioni civili le reazioni di corrosione seguono un meccanismo elettrochimico.
DettagliSTRUTTURA DELL'ATOMO
STRUTTURA DELL'ATOMO L'atomo è costituito da un nucleo centrale costituito da protoni (carica positiva 1,62*10-19 coulomb) e neutroni (privi di carica), intorno al quale ruotano uno o più elettroni (carica
Dettaglia) Descrivere brevemente l interdependenza tra Q e T fus. L energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione.
Soluzione ESERCIZIO 1 Nel grafico sono riportati i valori dell energia di attivazione Q per l autodiffusione (es. diffusione di atomi di alluminio nell alluminio) verso la temperatura di fusione per ferro,
DettagliNorme in Vigore. pag. 1/5
Elenco Norme Abbonamento UNICOE160002 UNSIDER - Commissione Tecnica Unsider - UNSIDER - Commissione Tecnica Unsider - Metodi di prova per gli acciai (con l'esclusione delle analisi chimiche) Totale norme
DettagliANALISI DEL COMPORTAMENTO A FRATTURA DI COMPONENTI ZINCATI. Enrico Quadrini, Rita Polenta. Dipartimento di Meccanica, Università degli Studi di Ancona
ANALISI DEL COMPORTAMENTO A FRATTURA DI COMPONENTI ZINCATI Enrico Quadrini, Rita Polenta Dipartimento di Meccanica, Università degli Studi di Ancona Via Brecce Bianche - 60131 Ancona Sommario E stato studiato
DettagliLa corrosione «esterna» delle reti idriche
La corrosione «esterna» delle reti idriche Marco Ormellese Laboratorio di Corrosione dei Materiali P. Pedeferri Dip. Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica G. Natta Definizione di corrosione Interazione
DettagliMetallurgia I Diagramma di fase Fe - C
Metallurgia I Diagramma di fase Fe - C Prof. Studio: piano terra Facoltà di Ingegneria, stanza 25 Orario di ricevimento: Mercoledì 14.00-16.00 Tel.-fax 07762993681 E-mail: iacoviello@unicas.it Sito didattico:
DettagliIntroduzione ai trattamenti termici
Introduzione ai trattamenti termici Punti critici Curve TTT e CCT G.M. La Vecchia Università di Brescia Dipartimento di Ingegneria Meccanica Utilizzo del diagramma di stato Il diagramma di stato è rigorosamente
DettagliLezione Il calcestruzzo armato I
Lezione Il calcestruzzo armato I Sommario Il calcestruzzo armato Il comportamento a compressione Il comportamento a trazione Il calcestruzzo armato Il cemento armato Il calcestruzzo armato Il calcestruzzo
DettagliCAPITOLO 7 Frattura DUTTILE o FRAGILE
CAPITOLO 7 Frattura DUTTILE o FRAGILE La frattura causa la separazione di un solido stressato in due o più parti. Comportamento duttile e fragile Frattura dei Metalli Frattura Duttile La frattura causa
DettagliCostruzione di Macchine
Costruzione di Macchine A.A. 2017/2018 Prof. Luca Esposito Lecture 4: Carichi variabili nel tempo Resistenza a Fatica (HCF) Fenomenologia della fatica Organi meccanici, componenti e strutture sono spesso
DettagliFenomeno di trasporto di materiale per movimento di atomi
Diffusione Fenomeno di trasporto di materiale per movimento di atomi Reazioni e processi (es. termici) basati sul trasferimento di massa all interno di uno stesso solido (autodiffusione) tra solido e liquido
DettagliPROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI. Proprietà meccaniche
PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI Informazioni necessarie per la progettazione di componenti in materiale polimerico: MODULO DI YOUNG (RIGIDEZZA) RESISTENZA ULTIMA DUTTILITÀ / FRAGILITÀ Ricavate da curve
DettagliTipologie di materiali
Tipologie di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Struttura La struttura fisica dei materiali dipende dalla disposizione degli
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI CASSINO
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CASSINO FACOLTA DI INGEGNERIA DOTTORATO DI RICERCA IN INGEGNERIA CIVILE E MECCANICA XVII CICLO INFLUENZA DELLA MICROSTRUTTURA SUL COMPORTAMENTO A FATICA IN ARIA ED IN AMBIENTE
DettagliI ceramici avanzati strutturali si distinguono per la limitata densità, l elevata durezza e l alto modulo elastico. Le proprietà dipendono ovviamente
I ceramici avanzati strutturali si distinguono per la limitata densità, l elevata durezza e l alto modulo elastico. Le proprietà dipendono ovviamente dalla microstruttura e, in particolare, dalla porosità,
DettagliI DIAGRAMMI DI STATO. DIAGRAMMI DI STATO diagrammi di equilibrio
I DIAGRAMMI DI STATO osa sono e a che cosa servono T [ ] Fe % Fe 3 G.M. La Vecchia Università di Brescia Dipartimento di Ingegneria Meccanica DIAGRAMMI DI STATO diagrammi di equilibrio T [ ] FASE SOLIDA
DettagliI materiali. I materiali. Introduzione al corso. Tecnologia di produzione. I materiali. La misura della durezza
Introduzione al corso Tecnologia di produzione La misura della durezza Le prove meccaniche distruttive Prove non distruttive La meccanica dei materiali 2 2006 Politecnico di Torino 1 Obiettivi della lezione
Dettagli1. ; 2. ; 3. ; ; ; 6. - ; 7. ; 8. ; 9. ; 10. ; I
1a Lezione 1. Nozioni generali. Miscugli. Composti- Elementi ; 2. Atomo. Grammoatomo ;Valenza degli elementi ; 3. Molecola ; Grammomolecola ; 4. Tipi di composti Nomenclatura chimica: 5. Ossidi e anidridi;
DettagliMETALLOGRAFIA determinazioni metallografiche Tipologia di materiale Diagrammi di equilibrio
METALLOGRAFIA La Metallografia è la branca della Metallurgia che si propone di caratterizzare strutturalmente i materiali metallici. Gli scopi fondamentali sono: La comprensione delle caratteristiche meccaniche
DettagliDeformazione Plastica Lavorabilità alle macchine utensili
Deformazione Plastica Lavorabilità alle macchine utensili Che cosa sono le dislocazioni? Difetti di linea presenti nei metalli Vi sono due tipi di dislocazioni: a vite e a spigolo Densità delle dislocazioni
DettagliCOMPORTAMENTO PLASTICO DEI MATERIALI METALLICI
COMPORTMENTO PLSTICO DEI MTERILI METLLICI 1 1. Prove sperimentali per la caratterizzazione del comportamento plastico dei materiali metallici 2. Modelli reologici 3. Effetto Bauschinger 4. Condizioni di
DettagliCaratteristiche di materiali
Caratteristiche di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Meccaniche Materiale Fisiche Elettriche Megnetiche Termiche Meccaniche
DettagliFATTORI DI INFLUENZA PROVA DI RESILIENZA
L'importanza della prova di resilienza è ormai da tutti riconosciuta, ma occorre tenere presente che i valori che se ne ricavano non hanno di per sé alcun significato assoluto, in quanto essi risentono
DettagliComportamento meccanico in presenza di idrogeno di acciai altoresistenziali per impieghi automotive
Università di Pisa Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica Indirizzo Tecnologie di Produzione per l Industria Meccanica Comportamento meccanico in presenza di idrogeno
DettagliResistenza a fatica: procedure sperimentali ed analisi dei risultati ottenuti
Resistenza a fatica: procedure sperimentali ed analisi dei risultati ottenuti F. Iacoviello - Di.M.S.A.T. Via G. di Biasio 43, 03043 Cassino (FR) Tel. 07762993681 Fax. 07762993685 E-mail: iacoviello@unicas.it
DettagliPROVE DI QUALIFICAZIONE PER GLI ACCIAI DA CARPENTERIA
CORSO DI SPERIMENTAZIONE, COLLAUDO E CONTROLLO DELLE COSTRUZIONI Facoltà di Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II PROVE DI QUALIFICAZIONE PER GLI ACCIAI DA CARPENTERIA Prof. Ing. R.
DettagliCorso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia
Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica Docente: Dr. Giorgio Pia La Scienza dei Materiali Struttura e proprietà Metalli Leganti Ceramici e vetri Polimeri e compositi Materiali naturali
DettagliL energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione T fus.
Università degli Studi di Cagliari - Facoltà di Ingegneria - Corso di Laurea in Ingegneria Civile A.A. 2015/2016 ESERCIZIO 3.1 Nel grafico sono riportati i valori dell energia di attivazione Q per l autodiffusione
DettagliECM/Applicazioni Numeriche e Teoriche per la Costruzione di Macchine
ESERCIZIO 1 Si consideri una lastra del ponte di una nave, in acciaio di 30 mm, larga 12 m e caricata in trazione uniassiale a 50 MPa. Le temperatura di esercizio è inferiore alla temperatura di transizione
DettagliDip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli. Corso di Laurea in Ingegneria Edile
Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata (Prof.
DettagliProprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep
Proprietà meccaniche Prove meccaniche prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Prova di trazione provini di dimensione standard deformazione
DettagliCostruzione di Macchine
Costruzione di Macchine A.A. 2017/2018 Prof. Luca Esposito Lecture 6: Introduzione alla MFLE - Approccio energetico di Griffith Approccio Tensionale di Irwin Legge di Paris Meccanica della Frattura Branca
DettagliCapitano G. Zennaro Aeronautica Militare COMPORTAMENTO SUPERFICIALE DI LEGHE DI TITANIO IN SOLUZIONI CONCENTRATE DI H 3 P0 4
Capitano G. Zennaro Aeronautica Militare COMPORTAMENTO SUPERFICIALE DI LEGHE DI TITANIO IN SOLUZIONI CONCENTRATE DI H 3 P0 4 Dalla presentazione avrete già capito che io mi presento come utilizzatore appartenendo
DettagliDeformazioni Lecture 2 Deformazioni: microstruttura e difetti
Lecture 2 : microstruttura e difetti Introduzione In meccanica del continuo, le relazioni costitutive (dette anche equazioni costitutive, leggi costitutive o legami costitutivi) sono relazioni matematiche
DettagliCorrosione e protezione dei metalli: introduzione
Corrosione dei metalli - introduzione Bernhard Elsener Professore di Scienza dei Materiali Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica Università degli Studi di Cagliari http://dipcia.unica.it/superf/
DettagliIndice. Capitolo 4 Elementi sulla struttura cristallina Introduzione Reticoli cristallini Indici di Miller...
Capitolo 1 Tensioni e deformazioni... 1 1.1 Concetto di tensione.... 1 1.2 Relazioni tra le componenti della tensione agente su un piano... 4 1.3 Tensioni e direzioni principali... 6 1.4 Stato piano di
DettagliXXXIV Congresso AIAS Settembre 2005 Politecnico di Milano
XXXIV Congresso AIAS Settembre 2005 Politecnico di Milano CARATTERIZZAZIONE A FATICA DI UNA LEGA DI ALLUMINIO PER ASTE DI PERFORAZIONE PETROLIFERE Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Università di Pisa.
DettagliUniversità di Roma Tor Vergata
Università di Roma Tor Vergata Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale Corso di: TERMOTECNICA TRASMISSIONE DEL CALORE: RESISTENZA DI CONTATTO Ing. G. Bovesecchi gianluigi.bovesecchi@gmail.com
DettagliTRATTAMENTI TERMICI 1
TRATTAMENTI TERMICI 1 Il trattamento termico comprende una varietà di tecniche e procedure specialistiche in grado di migliorare le proprietà degli acciai e prolungarne la vita. Grazie ad installazioni
DettagliSOLUZIONE ESERCIZIO 1.1
SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1 La temperatura di fusione ed il coefficiente di espansione termica di alcuni metalli sono riportati nella tabella e nel diagramma sottostante: Metallo Temperatura di fusione [ C]
DettagliLA PROVA DI TRAZIONE. Prof. Michele Burgarelli
Prof. Michele Burgarelli LA TRAZIONE Rappresenta il più importante test convenzionale Tensione convenzionale LA TRAZIONE LE DEFORMAZIONI Ritorno elastico LA DEFORMAZIONE ELASTICA LA DEFORMAZIONE ELASTICA
DettagliNitrurazione di acciai inossidabili: processo combinato ionico-gassoso
37 CONVEGNO NAZIONALE AIM Nitrurazione di acciai inossidabili: processo combinato ionico-gassoso R. Giovanardi 1, P. Veronesi 1, R. Sola 1, L. Borg 1, G. Parigi 2 1 Università di Modena e Reggio E., Dip.
DettagliASPORTAZIONE DI TRUCIOLO ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO
ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO Distacco di alcune parti di materiale dal pezzo attraverso l interazione con utensili che agiscono in maniera progressiva truciolo utensile - cinematica
Dettagli