STUDIO ANTROPOLOGICO DEI RESTI SCHELETRICI UMANI DI EPOCA MEDIOEVALE RINVENUTI NELLA ROCCA DI SAN SILVESTRO

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1 STUDIO ANTROPOLOGICO DEI RESTI SCHELETRICI UMANI DI EPOCA MEDIOEVALE RINVENUTI NELLA ROCCA DI SAN SILVESTRO Durante gli scavi della Rocca di San Silvestro sono stati rinvenuti numerosi reperti ossei umani. Nel presente studio che riveste i caratteri di una nota preliminare è stato preso in esame sia il materiale sconvolto, proveniente dall'area cimiteriale di fronte alla chiesa, sia un individuo la cui sepoltura datata al XIII - XIV sec. è stata rinvenuta all'interno dell'u.s Si dà un elenco del materiale sconvolto che si presenta piuttosto frammentario. Sono presenti frammenti di tutti i distretti; la ricostruzione di una calva, un frammento di frontale destro, sei temporali, tre destri e tre sinistri di cui due molto probabilmente appartenenti allo stesso individuo, mi permettono di dire di essere di fronte a più di un individuo adulto rappresentato dai due sessi. Della mandibola sono presenti: un corpo destro di adulto probabilmente femminile; I 1 I 2 C P 1 P2 M 2 caduti post mortem, M 1 M 3 caduti ante mortem; un corpo, rappresentato soprattutto dalla sinfisi mentoniera, il cui sesso è incerto, ma sicuramente di età adulta; I 1 I 2 C P 1 destri ed I 1 I 2 C sinistri caduti post mortem; un corpo, rappresentato dalla sinfisi mentoniera, il cui sesso è probabilmente maschile, adulto (spessore minimo al foro mentoniero 15,5 mm): I 1 I 2 C P 1 sia destri che sinistri sono caduti post mortem, P 2 destro caduto ante mortem. Siamo dunque di fronte ad almeno tre individui adulti: un maschio, una femmina ed uno di sesso incerto. Tra le ossa del tronco ritroviamo alcuni frammenti di coste, di apofisi spinose e trasverse vertebrali. Per quanto riguarda il cinto scapolare è presente un frammento comprendente il processo coracoideo e la fossa glenoidea non ancora saldata, si tratta quindi di un giovane intorno ai 18/20 anni; altri piccoli frammenti potrebbero appartenere quasi sicuramente allo stesso individuo. L'arto superiore è rappresentato da una diafisi di radio di incerta lateralità, una diafisi di ulna destra, 2/3 superiori di ulna destra, 1/3 [129] superiore di ulna destra, una diafisi di omero destro, due omeri destri mancanti della testa, tre diafisi di omeri sinistri, alcune falangi. Siamo di fronte a tre individui adulti, molto probabilmente due maschi ed una femmina. L'arto inferiore è rappresentato da quattro diafisi di femore sinistro di adulto, un femore sinistro di giovane mancante delle epifisi distali ed in parte della testa, tre diafisi di femore sinistro: siamo di fronte a cinque individui: quattro adulti, molto probabilmente due maschi e due femmine, ed un giovane. Presenti della tibia quattro diafisi sinistre, sette diafisi destre, 1/2 inferiore destro, una pressoché completa ed una diafisi destra di bambino: siamo di fronte ad un massimo di dieci individui: nove adulti dei due sessi ed uno di pochi anni; presenti quattro diafisi di fibula, una destra e tre di incerta lateralità, una patella destra, due calcagni destri, alcune ossa del piede ed acuni piccoli frammenti. Presente un bambino molto giovane rappresentato da un frammento sinistro di clavicola, di fibula, un frammento di costa e di metatarso. Per quanto concerne l'entità scheletrica riconosciuta come appartenente allo stesso individuo (U.S. 9264) essa consta di: - calva incompleta; due frammenti di osso zigomatico a livello del margine orbitario che restano separati dai resti cranici di cui sopra; mandibola rappresentata dal corpo e alcuni frammenti di rami montanti a livello della incisura sigmoidea; 2 incisivo destro libero (riassorbimento alveolare completo a livello degli incisivi, dei premolari di sinistra, dei premolari e molari di destra, un riassorbimento parziale a livello dei due canini). - numerose coste frammentarie; vertebre cervicali toraciche e lombari rappresentate solo dalle spine neurali; i due processi coracoidei, frammenti di spina e i due margini laterali destri e sinistri delle scapole; clavicole prive delle due faccette articolari per l'acromion e per lo sterno; omeri: il destro, rappresentato da 1/2 inferiore, il sinistro dai 2/3 inferiori; radio destro completo, sinistro mancante delle epifisi prossimale e distale; ulna destra completa, sinistra mancante di 1/3 inferiore; due ossa carpali, due metacarpali e numerose falangi; - frammenti delle ossa del bacino troppo esigui per rilevarne caratteri morfologici e antropometrici (fa eccezione la sola presenza di un frammento rappresentato dall'incisura ischiatica molto stretta, carattere questo tipicamente del sesso maschile); femori e fibule mancanti delle epifisi prossimali e distali, tibie mancanti delle epifisi

2 prossimali e del malleolo destro; alcune ossa tarsali, metatarsali e falangi dei piedi. [130] Determinazione del sesso e dell'età di morte Si tratta sicuramente di un individuo di sesso maschile dati alcuni caratteri di mascolinità quali: tavolati spessi, grosse mastoidi, fronte sfuggente, rilievi sopraorbitari marcati, linee nucali superiori aggettanti a mo' di cresta, con inion estremamente protruso e con ossa del post craniale robuste e modellate vigorosamente da attacchi muscolari. Per quanto concerne l'età di morte si tratta di un individuo maturo data la completa scomparsa delle suture craniche e le vistose granulazioni del pacchioni nel tavolato endocranico. Rilievi metrici e morfometrici In appendice sono riportati i valori antropometrici più salienti rilevati con la classica metodologia del MARTIN SALLER, 1956; ne discuteremo alcuni confrontandoli con quelli di campioni di popolazioni grosso modo dello stesso periodo concernenti il territorio toscano. Questi ultimi riguardano l'arcivescovo Moricotti (MALLEGNI, in corso di stampa), Gregorio VII (FORNACIARI et al., 1985), Giotto (PARDINI, 1975), Datini (LOMBARDI - PARDINI, ), inumati di Piandisco (GALEOTTI et al., 1979), inumati Palazzo dei Vescovi (LOMBARDI - et al., 1980). Tutti i dati che riguardano il cranio vengono tabulati secondo la classificazione di HUG, Lunghezza massima (N1 MS): 14 esemplari % CORTI (X -179): P1 7,14 MEDI ( ): SS; Gl; P4; P7; PVI; 35,71 LUNGHI (190- X): AM; G7; G2; D; P2; P5; P6; PV2 57,14 Come è possibile vedere dal prospetto 1 l'individuo in studio rientra nella classe dei crani medi mentre la maggior parte di quelli a confronto sono da considerarsi tutti crani lunghi. Larghezza massima (N8 MS): 15 esemplari % MOLTO STRETTI (X -129): G2; P ; P7; 20 STRETTI (X -137): SS; AM; Pl; P2; P5; 33,33 MEDI ( ): G1; D; P3; P4; PV1; PV2; 40 LARGHI (150- X): GVII 6,66 L'individuo in studio risulta a cranio stretto come la maggior parte degli individui di confronto. [131] Altezza massima (N20 MS): 14 esemplari % MOLTO BASSI (X -106): Pl; P2; P7; PVI; 28,57 BASSI (X -112): SS; AM; P3; PV2; 28,57 MEDI ( ): GVII; Gl; P5; 21,42 ALTI (119- X): G2; P4; P6; 21,42 I valori di altezza del cranio si concentrano in un'alta percentuale nelle classi basse dove si ritrova anche l'individuo in studio. Da quanto sopra sembrerebbe poter affermare che questi campioni di popolazioni siano caratterizzati da una fenotipia abbastanza particolare che li fa rientrare nel tipo antropologico senza dubbio dello stroma mediterranoide che ha sempre caratterizzato le popolazioni toscane già dall'antichità. Anche i valori degli indici che dalle misure su riportate sono calcolati sembrano ricondurre alle stesse considerazioni.

3 Indice cranico orizzontale (8/1 MS): 14 esemplari % IPERDOLICOCRANICI (X -69,9): G2; P2; P6; P7; 28,57 DOLICOCRANICI (X -74,9): SS; AM; P5; 21,42 MESOCRANICI (75-79,9): GVII; Gl; D; Pl; P4; PVI; PV2; 50 BRACHICRANICI (80- X): Notiamo infatti una grossa concentrazione nelle classi dei crani stretti e lunghi o quanto meno a lunghezza media; mancano completamente le forme larghe ma questo può dipendere dall'esiguità numerica dei campioni di confronto. L'indice di altezza ripropone classi con valori medio bassi (quest'ultimi sono i più consistenti). Indice vertico longitudinale auricolare (N20/lMS): 12 esemplari % IPERCAMECRANI (X -52,9): P2; 8,33 CAMECRANI (X -57,9): AM; GVII; Pl; P7; PVI; 41,66 ORTOCRANI (58-62,9): SS; P5; 16,66 IPSICRANI (63- X): Gl; G2; P4; P6; 33,33 Ma poiché queste valutazioni possono essere empiriche, dato che non sono state eseguite in base a dati statistici, abbiamo considerato tutti i campioni di confronto come facenti parte di un unico gruppo e abbiamo calcolato il valore del sigma per saggiare quanto questo campione può essere considerato omogeneo. I dati sono visualizzati nel grafico di fig. 37. [132] I valori sigmatici per ogni carattere sono a volte piuttosto elevati come per il valore della larghezza massima e in parte il valore dell'altezza. Evidentemente il campione non può essere considerato del tutto omogeneo come c'era da aspettarsi dato che esso è formato da un ristretto numero di casi e da individui sparsi su di un ampio territorio; il fenomeno si riflette nel confronto tramite gli scarti sigmatici dei valori dell'individuo di San Silvestro con quelli del campione preso a confronto; infatti per quei due caratteri sopra evidenziati lo scarto dell'individuo in studio dalla media è molto piccolo; comunque, ad eccezione di un valore relativo allo spessore della mandibola (rilievo di un carattere estremamente variabile dato che è stato preso su un osso che risente delle funzioni masticatorie che possono essere ovviamente molto differenziate da individuo a individuo), per tutti gli altri, l'individuo di San Silvestro non si scarta dalla media del gruppo. Per quanto concerne lo scheletro postcraniale esso è caratterizzato da ossa di lunghezza modesta (il valore di statura calcolato sulle ossa degli arti dà un valore piuttosto basso che è di cm. 165) ma tormentate da grosse esostosi nell'attacco dei muscoli; esse risultano anche piuttosto robuste come si riscontrano in individui con attività (lavorativa?) pronunciata. Note di paleopatologia Degne di nota sono due lesioni patologiche evidenti in corrispondenza del terzo distale tibio fibulare destre e sinistre. L'estremità inferiore della fibula sinistra appare inglobata in una colata ossea tale da renderne alterato il normale aspetto anatomico creando un ponte osseo con la tibia omologa. Anche la lesione che interessa il terzo distale della fibula destra è ben evidente e l'interessamento dell'omologa tibia nella parte della faccetta triangolare per la fibula ha reagito creando una grossa esostosi che si continua anche sulla porzione distale malleolare che appare tormentata da osso neoformato a mo' di piccoli tubercoli. Queste fratture, specialmente quelle a livello dell'arto sinistro compromisero la funzionalità deambulatoria del soggetto il quale verosimilmente rimase claudicante per il resto della sua vita

4 che, dati gli esiti, si può considerare essere stata piuttosto lunga dopo l'evento traumatico; tutto questo si può affermare anche in vista della discreta reazione osteitica in corrispondenza dei bordi esterni delle superfici articolari sia della tibia, specialmente a livello anteriore, sia dell'astragalo a livello della puleggia di questo osso. [133] Da notare in tre frammenti di corpi vertebrali, probabilmente lombari, una massiccia fusione a livello degli spazi intervertebrali caratteristica di un elevato grado di artrosi *. FULVIO BARTOLI ** VALORI METRICI E MORFOMETRICI RELATIVI ALLO SCHELETRO DELLA ROCCA DI SAN SILVESTRO CRANIO 1 lunghezza massima larghezza massima altezza auricolare sinistra 110,13 38d capacità Pearson al porion 1328,9 67 distanza fra i due fori mentonieri altezza alla sinfisi (30) 69 1 altezza al foro mentoniero d. e s. 21 D 26,5 S 693 spessore minimo al foro mentoniero d. e s. 8 D 8,6 S 8/1 indice cranico orizzontale 74,44 20/1 indice vertico-longitudinale auricolare 61,18 20/8 indice vertico-trasversale auricolare 82,18 CLAVICOLA 4 diametro verticale mediano 13,1 D 13,8 S 5 diametro sagittale mediano 10 D 10,9 S 6 circonferenza mediana 40 D 38 S OMERO 4 larghezza dell'epifisi inferiore 57 S 5 diametro massimo mediano 22 S 6 diametro minimo mediano 17,5 S 7 circonferenza minima 65 S RADIO 1 lunghezza massima 227 D 2 lunghezza fisiologica 215 D 3 circonferenza minima 43 D 44 S 4 diametro trasverso mediano 16,9 D 16,5 S 5 diametro sagittale mediano 11,9 D 12 S ULNA * L'Autore desidera ringraziare il Prof. Francesco Mallegni per la revisione critica del testo. ** Direttore della Cooperativa Etnoantropologica e Paletnologica Anthropos - Pisa.

5 1 2 3 [135] lunghezza massima lunghezza fisiologica circonferenza minima 247 D 216 D 40 D 11 diametro dorso-volare mediano 16,2 D 17 S 12 diametro trasversale mediano 14,1 D 15,5S /14 diametro trasversale superiore diametro dorso-volare sup.re indice olenico 18,8 D 22,5 D 83,85 D 18 S 22 S 81,81 S FEMORE 6 7 diametro sagittale mediano diametro trasversale mediano 31 D 26 D 29,9 S 27,5 S 8 circonferenza mediana 92 D 90 S 9 10 diametro trasversale superiore diametro sagittale superiore 31 D 27,S D 32 S 28 S TIBIA 6 8 8a 9 larghezza dell'epifisi inferiore diametro sagittale mediano diametro sagittale al foro nutritizio diametro trasversale mediano 45,5 D 33,5 D 36 D 21,5 D 45,5 S 33,3 S 34 S 22 S 9 adiametro trasversale al foro nutritizio 24 D 25 S 10b circonferenza minima 80 D 77 S 9/8 9a 8b indice diafisario indice cnemico 64,17D 66,66D 66,06 S 73,52 S FIBULA 2 diametro massimo mediano 15,5 D 16 S 3 diametro minimo mediano 13,5 D 13 S 4a circonferenza minima 46 D 3/2 indice diafisario 87,09 D Bibliografa G. FORNACIARI, F. MALLEGNI, 1985, Il regime di vita e il quadro fisio-clinico di Gregorio VII, Rassegna Storica Salernitana, N.S., II/2, pp M. GALEOTTI, E. PARDINI, 1979, Studio antropologico dei resti scheletrici umani d'epoca tardo medioevale rivenuti a Faella, Piandiscò (Arezzo), Quaderni di scienze antropologiche, 2, Padova, pp E. HUG, 1940, Die Sciädel frühmittelalterlichen Gräber aus dem solosthfurnischen Aargebiet in ihrer Stellung zur Reihengräberbevölkerung Mitteleuropas, Zeit. Morphol. Anthrop., Stuttgart, pp C. LOMBARDI, E. PARDINI, , Le ossa di Francesco Datini, Archivio per l'antropologia e l'etnologia, CIX-CX, Firenze, pp

6 C. LOMBARDI, E. PARDINI, 1980, Gli inumati del Palazzo dei Vescovi a Pistoia, Quaderni di scienze antropologiche, 4, Padova, pp F. MALLEGNI, in corso di stampa, I resti scheletrici dell'arcivescovo Moricotti del Duomo di Pisa. R. MARTIN, K. SALLER, 1957, Lehrbuch der Anthropologie, Fischer Verlag, Stuttgart. E. PARDINI, 1975, Le presunte ossa di Giotto, Archivio per l'antropologia e l'etnologia, CV, Firenze, pp M. TROTTER, G.C. GLESER, 1952, Estimation of stature from long bones of American whites and negroes, AM.J.Phys. Anthrop., N.S.10, pp [136]

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