Mi è piaciuta questa storia perché Tom impara il gioco di squadra. Jake, 8 anni
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- Aloisio Bellucci
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2 Mi è piaciuta questa storia perché Tom impara il gioco di squadra. Jake, 8 anni La mia parte preferita è l inizio, quando a Tom fanno la sorpresa e lo mandano alla David Beckham Academy. Stephen, 10 anni Il mio personaggio preferito è Kate, e mi è piaciuto quando dà a Tom i suoi scarpini. Stanley, 6 anni Mi è piaciuta la fine, quando Kate e Tom diventano amici. Jonah, 6 anni
3 Titolo originale: THE DAVID BECKHAM ACADEMY BOSSY BOOTS Traduzione di Giordano Aterini 2009 Beckham Brand Ltd per il testo e le illustrazioni adidas, Predator, 3-Bars e 3-Stripes sono marchi registrati del Gruppo adidas, qui usati previa autorizzazione Tutti i diritti riservati Pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna nel 2009 da Egmont UK Limited, 239 Kensington High Street, London W8 6SA Testo di Matt Crossick Illustrazioni interne e di copertina di Adam Relf Fotografia di copertina di Anthony Mandler Progetto grafico di Becky Chilcott 2010 RCS Libri S.p.A., Milano II edizione Rizzoli Narrativa aprile 2010 ISBN
4 DA SOLI NON SI VINCE Rizzoli
5 INDICE 1 SHOPPING SFRENATO 2 PRONTI A PARTIRE 3 BATTAGLIA SUL CAMPO 4 ERRORE TATTICO 5 DA SOLO IN ATTACCO 6 UNA PAURA NERA 7 FESTA DI GOL 8 CONCENTRAZIONE Leggi l inizio del PROSSIMO LIBRO!
6 1 SHOPPING SFRENATO Tom attraversò il vialetto a passo di lumaca, trascinando i piedi. Sua madre e sua nonna erano già sedute in macchina. «Sbrigati, Tom!» gridò la sua mamma sporgendosi dal finestrino. «Ci aspetta un bel po di shopping!» «Fantastico» gemette Tom. «Un bel po di shopping. Rinfrescami la memoria: perché devo venire di nuovo?» La nonna di Tom ridacchiò. «Abbiamo bisogno di un bell ometto che ci dica che cosa ci sta meglio!» 9
7 «Ma io dovevo andare al parco a giocare a pallone» si lagnò lui, montando sul sedile di dietro. «Non è giusto!» Tom viveva con tre femmine : sua mamma, la sorella maggiore e la nonna. E l aspetto peggiore della faccenda era che lo trascinavano sempre in lunghe, noiose sessioni di shopping. «Negli ultimi nove giorni, non hai smesso un attimo di giocare a pallone» disse sua madre partendo. «Un giorno di pausa non ti farà male.» «Scommetto che David Beckham non ha mai dovuto sopportare cose così!» brontolò lui. «Come credi che riuscirò a giocare nella Nazionale se passo tutti i sabati a cercare scarpe, cappelli e cos è che andiamo a comprare oggi?» «Be, potrai chiederlo direttamente a lui, quando anche tu sarai un famoso calciatore» 10
8 disse ridendo la sua mamma. «Ora, prima tappa, la gioielleria. Voglio trovare un bel paio di orecchini per» Tom si rifiutò di ascoltarla oltre e si mise a guardare fuori dal finestrino. Seguire una conversazione tanto noiosa era davvero impossibile. In quel momento, probabilmente, i suoi amici stavano facendo le squadre.tom sapeva che in qualunque delle due sarebbe stato comunque il cannoniere! «Poi, dopo quattro o cinque ore» stava dicendo sua nonna, «passeremo al negozio di borse» Tom si lasciò sfuggire un altro sospiro. Aveva persino su la divisa di calcio, scarpini inclusi; era pronto per scendere in campo, insomma. E invece doveva trascorrere un intera giornata a ciondolare fuori dai camerini. «E poi, ovviamente, i negozi di scarpe!» 11
9 disse la sua mamma.tom non riusciva a credere che fosse davvero eccitata all idea di andare in un negozio di scarpe. L auto superò qualche semaforo, e Tom vide su un lato della strada un enorme cartellone pubblicitario. Sopra c era un famoso giocatore di calcio, impegnato in un acrobatica sforbiciata volante. Ai piedi aveva un paio di splendidi scarpini. 12
10 «Wow!» sospirò Tom guardando il cartellone. Gli scarpini erano color argento, con tacchetti speciali affilati. Sembrava quasi che venissero dallo spazio. «E nel secondo negozio di scarpe voglio» continuò la mamma con la sua nenia. Tom guardò gli sporchi, consumati scarpini di cuoio che aveva ai piedi. Si stavano aprendo in punta, lungo le cuciture, e sul tacco destro aveva dovuto mettere dello scotch per tappare un buco. «Mamma, vendono scarpini da calcio in uno dei negozi nei quali passeremo?» La sua mamma si voltò aggrottando le sopracciglia. «Non ho i soldi che mi escono dalle tasche, tesoro.» Tom strabuzzò gli occhi. Doveva averlo preso in giro con tutti quei discorsi su gioiellerie, negozi di scarpe e di borse. Lei parve leggergli nel pensiero. 13
«E poi, ovviamente, i negozi di scarpe!»
1 SHOPPING SFRENATO Tom attraversò il vialetto a passo di lumaca, trascinando i piedi. Sua madre e sua nonna erano già sedute in macchina. «Sbrigati, Tom!» gridò la sua mamma sporgendosi dal finestrino.
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