CONFINDUSTRIA FONDI COMUNITARI Proposte per interventi anticongiunturali

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1 CONFINDUSTRIA FONDI COMUNITARI Proposte per interventi anticongiunturali Roma, marzo

2 VERSO L ACCORDO DI PARTENARIATO Misure anticongiunturali Le proposte di Confindustria Executive Summary Si propone di utilizzare parte delle risorse dei fondi strutturali in funzione anticongiunturale, immaginando una scansione temporale degli interventi capace di sostenere, nei primi anni della programmazione, l operatività delle imprese. Con un duplice obiettivo: da un lato generare domanda pubblica e aspettative nell economia nazionale, dall altro realizzare interventi con valore strutturale e innovativo, seppure attivati in funzione anticiclica. Quattro ambiti di intervento appaiono prioritari: credito, investimenti delle imprese, riqualificazione del patrimonio pubblico, promozione dell occupazione. Per quanto riguarda il credito, si propone: - Il rafforzamento patrimoniale dei confidi; - Il rifinanziamento e l ammodernamento delle regole del Fondo di Garanzia per le PMI. La creazione di uno strumento finanziario per le ristrutturazioni aziendali. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico si propone: - Un programma predisposto dal Governo in collaborazione di Confindustria e ANCE, di ammodernamento e razionalizzazione del patrimonio pubblico (a partire da scuole ed ospedali) con piccoli interventi rapidamente cantierabili finalizzati al risparmio energetico e/o alla sicurezza; - Un piano di interventi di micro manutenzione, finalizzato al mantenimento in piena funzionalità delle opere di difesa essenziali alla sicurezza idraulica e idrogeologica, ed alla riduzione del rischio sismico; Per quanto riguarda gli investimenti si propone: - Un incentivo, nella forma di finanziamento agevolato, per rilanciare gli investimenti in beni strumentali e in beni intangibili (IT, proprietà intellettuale, ecc.), sul modello della Legge Sabatini (o di analoghe misure regionali); - Incentivi sotto forma di misure fiscali per investimenti in assets immateriali Per quanto riguarda la promozione dell occupazione, si propone: - Incentivi (mediante meccanismi finanziari da individuare) per favorire la decontribuzione e detassazione dell assunzione di giovani; - percorsi formativi ed agevolativi ad hoc, per i profili tecnici che necessitano di una formazione specifica; - l inserimento lavorativo delle alte professionalità scientifiche nelle imprese; - percorsi formativi ed agevolati (es. dote capitaria per assunzione disoccupati di lunga durata) - l estensione del credito d imposta per l occupazione. Per rendere certe ed efficaci tali azioni, le spese per il cofinanziamento dei fondi europei, a partire da quelle relative alle misure anticongiunturali, vanno escluse dal Patto di Stabilità interno, cogliendo le aperture in tal senso manifestate di recente a livello europeo. Le misure proposte potranno riguardare l intero territorio nazionale, tenuto conto delle specificità territoriali della nuova programmazione, delle diverse dimensioni finanziarie, del peso del Patto di Stabilità interno: la disponibilità delle relative risorse dovrà essere garantita dal 1 gennaio Nell ambito di un confronto tra l amministrazione centrale e quelle regionali, potrà essere scelta la forma più indicata di programmazione attraverso cui uno o più degli strumenti contenuti nel menu potrà essere utilizzato (Programma Operativo Nazionale per tutto il Paese, Programma Operativo Nazionale per le sole regioni in ritardo, linee di intervento anticongiunturali all interno dei Programmi Operativi Regionali). In via orientativa, si propone che a tale menu di interventi venga destinata una quota di risorse compresa tra il 15 ed il 20% delle risorse complessivamente a disposizione (tra i 6 e gli 8 miliardi di euro). 2

3 VERSO L ACCORDO DI PARTENARIATO Misure anticongiunturali Le proposte di Confindustria Premessa In una situazione di estrema difficoltà economica, in cui il reddito procapite è tornato ad essere quello di sedici anni fa, l occupazione è diminuita dal 2007 di 1 milione e mezzo di unità, e la produzione industriale è caduta di un quarto del suo valore, le risorse dei fondi strutturali, quelle cioè del principale documento di programmazione di medio lungo periodo devono necessariamente puntare all obiettivo dello sviluppo, rimettendo l impresa, in primo luogo manifatturiera, al centro delle politiche economiche. Nel medio lungo periodo, ciò significa rivedere l ordine delle priorità del documento metodologico attualmente in discussione e, nell immediato, significa utilizzare parte di queste risorse in funzione anticongiunturale, immaginando una scansione temporale degli interventi capace di sostenere, nei primi anni della programmazione, l operatività delle imprese. Tale azione avrebbe un duplice obiettivo: da un lato generare domanda pubblica e aspettative nel circuito dell economia nazionale, in particolare nelle imprese di minori dimensioni e in settori fortemente sofferenti per la crisi, dall altro attivare interventi che, sebbene attivati in funzione anticiclica, abbiano comunque valore strutturale e innovativo, e rafforzino il tessuto produttivo sostenendo la propensione all investimento ed alla innovazione. In particolare, in considerazione della persistenza della fase negativa del ciclo economico, è necessario rafforzare le misure universali previste dal documento Metodi ed obiettivi con azioni capaci di affrontare alcune emergenze che mettono a rischio la sopravvivenza del tessuto imprenditoriale del Paese, e del Mezzogiorno in particolare. 1. La prima emergenza riguarda il credito. L economia italiana è bloccata dalla mancanza di credito. I prestiti alle imprese sono in caduta da oltre un anno: a gennaio -5,0% rispetto al picco del settembre 2011 (dati destagionalizzati, a prezzi correnti). Lo stock erogato si è ridotto di 46 miliardi di euro. Un evento senza precedenti nel dopoguerra. Le banche sono sempre più selettive nel concedere prestiti. Di conseguenza, quasi un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative, come segnala l indagine Il Sole 24 Ore - Banca d Italia: a dicembre il 28,6% delle imprese si attendeva liquidità carente nel 1 trimestre I tassi di interesse pagati dalle imprese sono in salita: 3,6% a gennaio, da 3,3% in agosto. Ciò mentre il tasso di riferimento, l Euribor a 3 mesi, ha toccato i minimi di sempre (0,20%, da 0,33%). Le piccole aziende pagano i tassi più alti: 4,4% a gennaio, con uno spread di 4,2 punti. Tassi troppo alti e in salita spingono molte imprese a rinunciare a chiedere credito bancario. Nei mesi scorsi, per affrontare questa emergenza, il Fondo di Garanzia per le PMI, che presta garanzie alle banche e controgaranzie ai confidi per facilitare l erogazione di prestiti alle PMI, si è rivelato uno strumento importante. Le garanzie del Fondo abbassano, infatti, la ponderazione dei prestiti ai fini di Basilea 3 e riducono quindi il capitale che le banche devono detenere a fronte di quei crediti. Attualmente, la dotazione del Fondo, ampliata di 3

4 1,2 miliardi nel 2011, ammonta a circa 3 miliardi. Ha fornito garanzie per 8,2 miliardi di finanziamenti nel 2012, in 62mila operazioni (poco più di 2 miliardi per 15mila operazioni nel 2008). Finora, il Fondo ha operato con una leva di 19. È tuttavia opinione condivisa che per sostenere la produttività e i nuovi investimenti delle imprese il credito bancario non può essere l unica soluzione. Non solo per il motivo congiunturale sopra indicato, ma anche perché il debito bancario non rappresenta una fonte finanziaria adeguata a realizzare processi che per loro natura richiedono di essere finanziati con capitale di rischio. Le imprese italiane sono invece troppo piccole e sotto capitalizzate e ciò le penalizza anche nell accesso al credito. La forte dipendenza dal credito bancario - tanto più nella situazione attuale - rende le imprese fragili e ne limita la loro capacità di rilancio frenandone la competitività interna ed estera. Occorre dunque puntare, al tempo stesso, anche al rafforzamento patrimoniale, Inoltre si dovranno favorire gli interventi di ristrutturazione di imprese in crisi. Tali obiettivi andranno inseriti esplicitamente tra i risultati attesi. Al fine di garantire il massimo della liquidità alle imprese, dovrà essere verificata l opportunità di aumentare le risorse concedibili a titolo di anticipo alle imprese eleggibili. 2.1 Risultato atteso Miglioramento dell accesso al credito da parte del sistema economico ed imprenditoriale. Possibili indicatori: La misurazione del fenomeno richiede l analisi delle condizioni di offerta del credito e del suo andamento in relazione alla domanda. Si tratta di fattori di difficile misurazione, ma esistono comunque indagini quantitative e qualitative della Banca d Italia da prendere a riferimento. In sede di predisposizione dei programmi si potranno definire con maggiore precisione gli indicatori da utilizzare. Rafforzamento patrimoniale delle imprese. Possibili indicatori: Indici, desunti da banche dati di bilanci delle imprese, di struttura finanziaria (es. rapporto tra mezzi propri/totale passivo). Favorire gli interventi di ristrutturazione di imprese in crisi. 2.2 Azioni Al fine di sostenere l accesso al credito delle PMI si ravvisa, innanzitutto, la necessità di puntare sugli strumenti di garanzia che presentano un elevato moltiplicatore e sono immediatamente operativi ed efficaci. In proposito andrebbero promosse le seguenti azioni: Rafforzamento patrimoniale dei confidi I confidi, storici partner finanziari delle PMI, sperimentano oggi - a seguito del rinnovato impegno a sostegno delle imprese durante la crisi - forti tensioni sul fronte patrimoniale. Per consentirgli di continuare a svolgere il tradizionale ruolo di supporto all accesso al credito delle PMI, occorrerà promuovere la destinazione di risorse comunitarie, finalizzate alla concessione di garanzie alle PMI, a integrazione del loro patrimonio. In proposito, appare comunque opportuno: 4

5 - indirizzare tali risorse ai confidi vigilati da Banca d Italia ovvero a quelli risultati da fusioni e che superino una determinata soglia dimensionale; ciò al fine di assicurare che i fondi vengano impiegati efficacemente per la concessione di garanzie da parte di intermediari strutturati ed efficienti, evitando una dispersione di risorse pubbliche; - porre particolare attenzione alla definizione di procedure e modalità di accesso ai fondi che ne favoriscano l utilizzo nell'ambito del patrimonio a fini di vigilanza. Fondo di Garanzia per le PMI Il Fondo di Garanzia per le PMI rappresenta lo strumento agevolativo pubblico principale per sostenere l accesso al credito delle imprese e l azione dei confidi. Fortemente potenziato a partire dal 2008, ha registrato in questi ultimi anni una crescita esponenziale. Nel 2012 sono state circa 62mila le operazioni garantite dal Fondo per un ammontare di finanziamenti pari a 8,2 miliardi. Vista la sua efficacia, negli anni scorsi il Fondo è stato rifinanziato, per 326 milioni complessivi anche attraverso la creazione di riserve finanziate da risorse comunitarie (rispettivamente dal PON "Ricerca e competitività 2007/2013" e dai POIN"Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007/2013" e "Attrattori culturali, naturali e turismo 2007/2013"). In considerazione del ruolo del Fondo e dell esperienza di questi anni si ravvisa l opportunità di: - rifinanziare il Fondo attraverso quelle modalità analoghe, sopra richiamate, utilizzate nella programmazione ; - costituire - avvalendosi delle opportunità offerte dal decreto cosiddetto fund raising che consente alle Regioni di cofinanziare il Fondo - specifiche sezioni regionali del Fondo, finanziate anche con risorse dei fondi strutturali. In particolare, le risorse comunitarie potrebbero essere destinate a favorire la concessione da parte del Fondo di garanzie a copertura delle prime perdite di portafogli di crediti alle PMI segmentati secondo le tecniche di cartolarizzazione. Per quanto concerne il potenziamento del Fondo di garanzia sarà, in generale, opportuno definire regole che consentano il pieno utilizzo delle risorse destinate al Fondo stesso, rimuovendo vincoli operativi e gli ostacoli burocratici che gravano sui beneficiari finali che in passato hanno reso complicato, rallentandolo, l'utilizzo delle risorse comunitarie ad esso attribuite. Ristrutturazioni aziendali Tra gli interventi di sostegno alle aree colpite da crisi industriali si potranno aggiungere specifiche misure per favorire la creazione di fondi per le ristrutturazioni aziendali; ciò al fine di preservare il valore e i livelli occupazionali di imprese in difficoltà a causa della crisi economica, ma con potenzialità di crescita, e per tutelare interi settori e aree del territorio. 2. La seconda emergenza riguarda il settore dell edilizia I dati sulle forze di lavoro diffusi dall Istat segnalano, che, nel 2012, il numero di occupati nelle costruzioni si è ridotto del 5% su base annua. Complessivamente dall inizio della crisi alla fine dello scorso anno la perdita occupazionale ha raggiunto il 16,1%. 5

6 In particolare, a dicembre scorso, l ANCE, ha stimato, sulla base degli indicatori disponibili e delle valutazioni delle imprese associate, in i posti di lavoro persi nelle costruzioni dall inizio della crisi. Considerando anche i settori collegati, la perdita occupazionale nel sistema delle costruzioni si attesta a unità. A livello territoriale la contrazione dell occupazione coinvolge tutte le macroaree ma risulta particolarmente intensa nelle regioni meridionali. Rispetto al picco occupazionale precrisi infatti, a fronte di una caduta degli addetti nelle costruzioni del 16,1% a livello medio nazionale, la flessione raggiunge il 22,3% nel Sud, mentre si attesta al 14,1% e al 10,9%, rispettivamente, al Nord e al Centro. Particolarmente intenso è stato il calo degli investimenti fissi lordi nel settore delle costruzioni nelle regioni meridionali, con una riduzione, dal 2007, pari al 42,5%. 2.1 Risultato atteso Riduzione e mitigazione della popolazione e dei beni esposti al rischio sismico ed idrogeologico; Riduzione dei consumi energetici di edifici pubblici e alloggi sociali 2.2 Azioni Punto di partenza di una azione di generazione virtuosa di domanda pubblica con efficaci effetti anticongiunturali potrebbe essere un programma di ammodernamento e razionalizzazione del patrimonio pubblico (scuole ed ospedali in primis) con piccoli interventi rapidamente cantierabili finalizzati al risparmio energetico e/o alla sicurezza, che potrebbe essere predisposto dal Governo con la collaborazione di Confindustria e ANCE. La sostituzione dei moltissimi edifici pubblici inadeguati o, peggio, pericolosi rappresenterebbe ovviamente la soluzione strutturale per creare un nuovo modello didattico, sociale o di salute. Esso richiede tuttavia tempi e procedure lunghe e complesse. Interventi di micro-saving possono viceversa dare aiuto immediato all economia e risparmi strutturali di gestione del patrimonio pubblico. Si potranno minimizzare i costi a carico del bilancio pubblico e offrire nuovi servizi. Accanto a questo, un ulteriore ambito di intervento può essere quello della messa in sicurezza del territorio, colpito da dissesti e calamità naturali che causano, con troppa frequenza, danni enormi e, soprattutto, inaccettabili perdite umane. Il rischio idrogeologico coinvolge, purtroppo, gran parte dei Comuni italiani. Secondo i dati del Ministero dell Ambiente e dell UPI, sono oltre i piccoli Comuni che hanno nel loro territorio aree considerate ad elevato rischio idrogeologico e, al contempo, di elevato pregio ambientale, culturale e turistico. In questi ambiti, a più riprese si sono programmati piani straordinari di risanamento e intervento con effetti complessivamente modesti. In questa sede si propongono, viceversa, interventi di micro manutenzione, che si dovranno poi tradurre in una azione ordinaria di cura del territorio. Una manutenzione corretta, che preveda interventi mirati e localizzati, con l obiettivo del miglioramento delle condizioni di sicurezza e qualità, e del mantenimento in piena funzionalità delle opere di difesa essenziali alla sicurezza idraulica e idrogeologica. 6

7 3. La terza emergenza riguarda gli investimenti delle imprese Nel complesso dell economia, gli investimenti fissi lordi hanno fatto registrare, tranne una breve inversione di tendenza nel 2010, una costante riduzione. Sul piano nazionale, la riduzione è pari al 15,5%: nel solo 2012, il CSC stima una riduzione dell8,2%. In particolare, la spesa in macchine e mezzi di trasporto arretra del 9,9% nel 2012 e dell 1,7% nel 2013, per poi recuperare l 1,9% nell anno successivo. Quella in costruzioni seguita a calare: del 6,6% nel 2012 e del 2,0% nel 2013; recupererà parzialmente nel 2014 (+0,9%). Nel complesso, gli investimenti fissi lordi alla fine del periodo di previsione (2014) saranno inferiori del 23,1% rispetto al Particolarmente marcata è la riduzione degli investimenti nell industria in senso stretto, in discesa nel Mezzogiorno, tra il 2007 ed il 2011 del 27,8%. La quota di imprese manifatturiere meridionali che hanno realizzato investimenti si è ridotta dal 37,4% del 2008 al 20,6% del Solo il 13,1% delle imprese meridionali ha previsto di realizzare investimenti nel corso del Anche l incidenza degli investimenti sul fatturato ha subito una graduale contrazione, riducendosi dal 18,3% del 2008 al 13,8% del Guardando al futuro, la situazione non sembra destinata a migliorare. Secondo la Banca d Italia, la percentuale di imprenditori che si attende un peggioramento delle condizioni operative nei prossimi tre mesi è lievemente aumentata rispetto all inchiesta di settembre. Tra i fattori che influenzeranno più sfavorevolmente il contesto operativo, le imprese segnalano, in maggior misura rispetto all indagine precedente, le variazioni della domanda e delle condizioni del credito. La percentuale di operatori che ritiene peggiorate le condizioni per investire nell ultimo trimestre del 2012 è aumentata al 43,9 per cento, dal 37,5 di settembre; ne è derivato un peggioramento del saldo tra giudizi positivi e negativi, a -37,0 punti percentuali (da -31,6 in settembre). 3.1 Risultato atteso Aumento della competitività del sistema economico ed imprenditoriale, attraverso il rilancio degli investimenti. Possibili indicatori: dinamica degli investimenti fissi lordi nel settore dell industria in senso stretto; percentuale di imprese che ha effettuato investimenti 3.2 Azioni Finanziamento agevolato Si può prevedere un incentivo (per un valore stimabile in 250 milioni di euro annui) per rilanciare gli investimenti in beni strumentali e in beni intangibili (IT, proprietà intellettuale, ecc.), sul modello della Legge Sabatini (o di analoghe norme a livello regionale). La Legge Sabatini è un provvedimento nato per incentivare e sostenere gli acquisti tramite finanziamento delle piccole medie imprese fino ad un massimo di euro per ogni anno solare. Il vantaggio reale rispetto ad altre forme di sostegno all investimento (leasing, prestiti bancari, dilazione rateale del venditore) è che, oltre a concedere per molte zone un contributo sul tasso, vi è la possibilità di dilazionare fino a 7 anni il pagamento del bene in acquisto. Prevede un contributo in conto interessi che può arrivare fino al 100% (in funzione dei territori) e il pagamento degli oneri finanziari pagati per finanziamento finalizzato all acquisto dei beni (materiali e non) che sono strumentali all impresa. Per 7

8 usufruire dei benefici previsti dalla legge, in pratica, i beni devono avere lo scopo di rendere servizi all impresa. Tale azione potrebbe dare respiro agli investimenti necessari per un recupero di produttività dell intero comparto dei beni strumentali, la cui tenuta è fondamentale per l economia italiana, e rilanciare, in particolare, gli interventi di modernizzazione tramite le tecnologie digitali, che sono una della note dolenti della specializzazione produttiva italiana. Si tratta di un o strumento che, coprendo con fondi pubblici la sola quota interessi, può attivare anche le risorse disponibili presso la Cassa Depositi e Prestiti. La leva dell agevolazione è, in media, pari a 10: con uno stanziamento di 250 milioni l anno, si possono incentivare investimento per 2,5 miliardi di euro. E opportuno ricordare che una analoga misura di natura anticongiunturale è stata rifinanziata nell ambito delle riprogrammazione del Piano d Azione Coesione nelle regioni Convergenza, attuata interamente con strumenti agevolativi di competenza regionale. Ciascuna Regione ha promosso, nell ambito dei rispettivi PO ed in coerenza con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato, un ampio ventaglio di agevolazioni che si differenziano, coerentemente al fabbisogno imprenditoriale territoriale, sia per modalità di concessione che di intensità di aiuto. Nella terza fase di riprogrammazione dei fondi strutturali, la scelta della Regione Campania e della Regione Siciliana si è orientata verso il finanziamento dello strumento previsto dal Tavolo SUD Impresa e Lavoro (Legge Sabatini) mentre nelle Regioni Calabria e Puglia sono stati finanziati interventi mirati a specifiche esigenze territoriali come gli incentivi sul circolante, il consolidamento delle passività e l acquisto delle attrezzature in Calabria; gli incentivi al capitale fisso, ai contratti di programma, ai PIA ed alle imprese operative di nuova costituzione in Puglia. Misure fiscali per investimenti in assets immateriali Al fine di promuovere l investimento in assets immateriali, è possibile utilizzare anche misure fiscali di favore, sia per le aziende singole, sia per quelle facenti parte di Reti d impresa. Le disposizioni agevolative possono essere classificate, sostanzialmente, in tre categorie, a seconda che: I. si incentivi l acquisto o la realizzazione di tali assets; II. si miri ad adeguare le rappresentazioni contabili ai valori effettivi degli assets già posseduti dall impresa (rivalutazione), o si dia riconoscimento fiscale ai maggior valori contabili (affrancamento); III. si faciliti l attrazione di tali risorse nel territorio dello Stato. Le varie agevolazioni si differenziano anche per i meccanismi operativi adottati: dal riconoscimento di crediti di imposta fruibili per compensare imposte e contributi, a forme di esclusione dal reddito imponibile di impresa dei costi sostenuti, all applicazione di imposte sostitutive inferiori all imposta ordinaria. Di seguito vengono indicate, a titolo di utile esempio, alcune misure agevolative in vigore o recentemente scadute. I. Incentivi all acquisto o alla realizzazione di assets immateriali Credito di imposta per investimenti nel mezzogiorno (art. 1, co , L. 27/12/2006, n. 296) Alle imprese che nei periodi d imposta dal 2007 al 2013 acquistano beni strumentali nuovi da destinare alle strutture produttive situate nelle aree sottoutilizzate del Mezzogiorno d Italia (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise) è riconosciuto un credito d imposta rapportato ai costi sostenuti. 8

9 Tra gli investimenti agevolabili, rientrano i costi di acquisto di programmi informatici per le esigenze produttive e gestionali dell impresa, limitatamente alle piccole e medie imprese; brevetti relativi a nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l attività svolta nell unità produttiva. Per le grandi imprese, gli investimenti in questi beni sono agevolabili nel limite del 50% del complesso degli investimenti agevolati per il medesimo periodo d imposta. Gli investimenti sono agevolabili se il bene presenta il requisito della novità. Credito di imposta per gli investimenti in Sicilia (L.R. 17/11/2009, n. 11) L agevolazione consiste in un credito di imposta per i nuovi investimenti in beni strumentali materiali e immateriali effettuati in Sicilia fino il 31 dicembre Con particolare riguardo ai beni immateriali, è previsto che questi debbano essere utilizzati esclusivamente nella struttura produttiva in cui sono realizzati gli investimenti rilevanti ai fini dell agevolazione, essere considerati ammortizzabili, essere acquistati da terzi a condizioni di mercato, figurare all attivo e restare nello stabilimento del beneficiario dell agevolazione per un periodo di almeno cinque anni per le imprese di grandi dimensione e di tre anni per le Piccole e medie imprese (Pmi). L investimento agevolato deve essere mantenuto nel territorio della Regione per almeno 5 anni. Credito di imposta R&S 2013 (art. 1, co , L. n. 228/2012) La legge di stabilità per il 2013 ha istituito, a decorrere dal 2013, un fondo per la concessione di un credito di imposta per la ricerca e sviluppo destinato alle imprese, specie piccole e medie. Il finanziamento di tale fondo avverrà attraverso la progressiva riduzione dei contributi alle imprese. Credito d imposta a favore delle farmacie pubbliche e private per acquisto di software (Art. 50, commi 6 e 13-bis, DL. n. 269/03) Per l'acquisto e l'installazione del software di cui al comma 5, secondo periodo, alle farmacie private e pubbliche di cui al primo periodo del medesimo comma è riconosciuto un contributo pari ad euro 250, sotto forma di credito d'imposta fruibile anche in compensazione. Tecno-Tremonti 2004 (art. 1, DL. N. 269/2003) L agevolazione consisteva nel dedurre dal reddito di impresa, in aggiunta all'ordinaria deduzione dei costi, un importo pari al 10% dei costi di ricerca e di sviluppo iscrivibili tra le immobilizzazioni immateriali e ad un ulteriore 30% sull eccedenza dei costi rispetto alla media dei costi sostenuti nei tre periodi d'imposta precedenti. Le stesse percentuali si applicavano per le spese sostenute dalle PMI che si aggregavano in numero non inferiore a dieci, per realizzare investimenti nel settore della tecnologia dell informazione. Tremonti bis (art. 4, L. n. 383/2001) L agevolazione si sostanziava nell esclusione dal reddito d impresa (e di lavoro autonomo) di un ammontare pari al 50% del costo degli investimenti effettuati nei periodi agevolabili, che risultasse eccedente rispetto alla media degli investimenti realizzati nei cinque periodi d imposta precedenti, con facoltà di escludere dal predetto calcolo il periodo nel quale l investimento è stato più elevato. Potevano essere oggetto dell agevolazione i diritti di brevetto industriale; i diritti di concessione, licenze e marchi; i diritti di utilizzazione delle opere dell ingegno; le conoscenze tecniche non brevettate (know-how) (cfr. Circ. 90/E del ). II. Riconoscimento fiscale dei maggior valori contabili (affrancamento) Bonus aggregazione (Art. 1, commi , della legge 27 dicembre 2006, n. 296) La misura consiste nel riconoscimento gratuito del maggior valore attribuito ai beni strumentali materiali ed immateriali (ad eccezione delle partecipazioni e dei beni merce) che emergono da operazioni di fusione, scissione e conferimenti di azienda, nei limiti di 5 milioni di euro. Potevano fruire dell'agevolazione fiscale solo le società di capitali residenti, indipendentemente dalla loro dimensione, in relazione alle operazioni effettuate nell anno Per poter accedere all agevolazione le imprese dovevano presentare un interpello all Agenzia delle Entrate ed avere determinati requisiti di accesso (operatività da almeno due anni; non far parte dello stesso gruppo societario; non essere legate da precedenti vincoli partecipativi superiori al 20% del capitale; non essere controllate, anche indirettamente, dallo stesso soggetto ai sensi dell'art. 2359, comma 1, n. 1 c.c.) Il riconoscimento gratuito dei maggiori valori attribuiti ai beni decorre sin dal periodo di imposta nel corso del quale l'operazione si pone. 9

10 Bonus aggregazione 2009 (Art. 4-5 D.L. 10 febbraio 2009, n. 5) La misura consiste nel riconoscimento gratuito del maggior valore attribuito ai beni strumentali materiali ed immateriali (ad eccezione dell avviamento, delle partecipazioni e dei beni merce) che emergono da operazioni di fusione, scissione e conferimenti di azienda, nei limiti di 5 milioni di euro. Potevano fruire dell'agevolazione fiscale solo le società di capitali residenti, indipendentemente dalla loro dimensione, in relazione alle operazioni effettuate nell anno Per poter accedere all agevolazione le imprese dovevano avere determinati requisiti di accesso (operatività da almeno due anni; non far parte dello stesso gruppo societario; non essere legate da precedenti vincoli partecipativi superiori al 20% del capitale; non essere controllate, anche indirettamente, dallo stesso soggetto ai sensi dell'art. 2359, c. 1, n. 1 c.c.) Il riconoscimento gratuito, ai fini delle imposte sui redditi e dell'irap, del maggior valore attribuito ai beni decorre dall'esercizio successivo a quello in cui è stata posta l'operazione. Ciò implica che gli ammortamenti calcolati sul valore dei beni comprensivo della maggiorazione derivante dall'attribuzione del disavanzo da concambio, potranno essere dedotti solo dal periodo di imposta L'impresa risultante dall'aggregazione decade dall'agevolazione se pone in essere ulteriori operazioni straordinarie o cede i beni nei quattro periodi di imposta successivi all'effettuazione dell'aggregazione. 4. Incentivi per favorire l occupazione ed, in particolare, quella giovanile L avvio della nuova programmazione dei Fondi Strutturali potrebbe costituire, infine, l occasione per finanziare, in via prioritaria, anche strumenti di incentivazione a sostegno dell occupazione: (mediante meccanismi finanziari da individuare) per favorire decontribuzione e detassazione dell assunzione di giovani; percorsi formativi ad hoc, nonché adeguate agevolazioni per favorire l incontro fra domanda e offerta di lavoro di quei profili tecnici che necessitano di una formazione specifica. Nonostante la crisi in Italia continua a registrarsi una quota di domanda non soddisfatta di questo tipo di professionalità; integrare le risorse previste con il DL crescita (Dl 83/2012) per quel che riguarda l inserimento lavorativo delle alte professionalità scientifiche nelle imprese; intervenire sulla disoccupazione di lunga durata attraverso percorsi formativi, definiti in funzione dei bisogni dei settori e dei territori, nonché agevolazioni aggiuntive rispetto a quelle già contemplate dalla legislazione nazionale (ad esempio prevedendo una dota capitaria per l assunzione di lavoratori svantaggiati); rifinanziamento ed estensione del credito d imposta per l occupazione, già finanziato con fondi strutturali nell ambito della riprogrammazione delle risorse Garantire la sostenibilità finanziaria degli interventi L attuale fase recessiva va fronteggiata utilizzando al meglio le risorse pubbliche e in particolare quelle messe a disposizione dall Unione europea. Ciò è ancora più pressante in considerazione dei vincoli che l Europa impone ai conti pubblici italiani che stanno inducendo una riduzione della spesa pubblica. In questo contesto, un obiettivo irrinunciabile deve essere il pieno utilizzo dei finanziamenti europei. Per incentivare e accelerare l utilizzo dei fondi provenienti dall Unione europea la spesa connessa al loro utilizzo (non solo dei fondi stessi, esclusi per loro natura, ma anche quella del cofinanziamento nazionale) deve essere esclusa dai vincoli del patto di stabilità interno. A titolo di esempio, si può fare riferimento a quanto previsto dalla legge di stabilità 2012, che ha previsto uno stanziamento aggiuntivo per cassa di 1 miliardo di euro per anno per tre anni per consentire una extra spesa su tutto il territorio nazionale. 10

11 Le spese per il cofinanziamento dei fondi europei, a partire da quelle relative alle misure anticongiunturali, vanno dunque escluse dal Patto di Stabilità interno, cogliendo le aperture in tal senso manifestate di recente a livello europeo. In tal modo, le Regioni saranno incentivate ad aderire alla possibilità di utilizzare fondi strutturali in funzione anticongiunturale, e gli enti decentrati saranno incentivati a utilizzare pienamente le risorse a disposizione. 6. Modalità attuative In considerazione delle specificità territoriali della nuova programmazione, delle diverse dimensioni finanziarie, del peso del Patto di Stabilità interno, sono ipotizzabili diverse modalità attuative: Un Programma Operativo Nazionale Misure Anticongiunturali, valido per tutto il territorio nazionale, contenente una o più delle misure proposte; Un Programma Operativo Nazionale, riservato alle sole Regioni in ritardo di sviluppo e a quelle in transizione, contenente una o più delle misure proposte, a cui si potrebbe affiancare, all interno dei singoli programmi delle regioni più sviluppate, una specifica linea di attività in funzione anticongiunturale, da concordare in sede di Conferenza Stato Regioni; specifiche linee di attività in funzione anticongiunturale da prevedere all interno dei singoli Programmi Operativi, sia delle regioni più sviluppate sia di quelle in transizione o meno sviluppate, da concordare in sede di Conferenza Stato Regioni; A tal fine, sviluppando la sperimentazione realizzata con il Piano d Azione Coesione, potrebbe essere predisposto un menu di interventi sulla base delle proposte di Confindustria, sulla base del quale le Regioni interessate possono scegliere gli interventi maggiormente coerenti con il tessuto produttivo del proprio territorio. Ciò anche al fine di consentire a ciascuna regione di stimare ex ante i flussi di pagamenti novennali da eseguire per ciascun fondo: la previsione novennale dei pagamenti permette infatti di definire nel programma, responsabilmente e fin dall inizio, la composizione interna tra azioni più rapide nell attuazione e quindi nei pagamenti - come quelle anticongiunturali proposte e azioni più complesse. (Cfr. Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei fondi strutturali , cap ) In analogia con le dimensioni delle risorse destinate ad interventi anticongiunturali nella riprogrammazione del Piano d Azione Coesione, si può ipotizzare che a tale menu di interventi venga destinata una quota di risorse compresa tra il 15 ed il 20% delle risorse complessivamente a disposizione, tra fondi europei destinati all Italia e cofinanziamento. A tal fine, dovrà essere garantita l effettiva disponibilità delle relative risorse a partire dal primo gennaio 2014, prevedendo tempi certi per la successiva utilizzazione. 11

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